Studio della dieta in periodo riproduttivo del Falco
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Studio della dieta in periodo riproduttivo del Falco
97 36 (70): 97-103, 2010 Studio della dieta in periodo riproduttivo del Falco pellegrino Falco peregrinus in ambito urbano Maurizio Fraissinet & Davide De Rosa* *Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale (ASOIM Onlus), C. P. 253, 80046 San Giorgio a Cremano (NA) Key Words: Peregrine Falcon, diet, urban ecosystem, breeding. Riassunto Nella città di Napoli nidificano 5 coppie di Falco pellegrino ed una di queste per nidificare ha scelto una grossa fioriera sita al diciassettesimo piano della torre Telecom al centro direzionale di Napoli. L’area comprende palazzi e grattacieli collocati nei pressi della stazione ferroviaria di Napoli Centrale e distanti poche centinaia di metri dall’area portuale. Nel 2007, con la collaborazione del personale Telecom, è stata installata in prossimità del nido una webcam per consentire la registrazione dalle prime fasi di vita dei pulli sino all’involo. Sono stati allevati due pulcini. Con l’ausilio della webcam è stato possibile studiarne la dieta. Abstract The diet of breeding Peregrine Falcons in the city of Naples In Naples there are 5 breeding pairs of Peregrine Falcon and one of these nests in a large flowerpot on the 17th floor of the Naples Telecom tower. In this area, near the port and the railway station, there are many high-rise buildings. In 2007, thanks to some Telecom employees, a webcam was installed close to the nest to record the life and diet of the two pulli. Introduzione La nidificazione in ambiente urbano del Falco pellegrino è un fenomeno recente sia in Italia (Dinetti e Fraissinet, 2001; Fraissinet, 2006a) che all’estero per i continenti europeo (Kelcey & Rheinwald, 2005) e nord-americano, sebbene in quest’ultimo le coppie siano state favorite da reintroduzioni di soggetti nati in cattività (Cade et al., 1996). La prima nidificazione urbana italiana risale al 1992, quando fu osservata una coppia con tre giovani involati nella città di Napoli (Fraissinet, 1995). Da allora il numero di città italiane interessate dalla nidificazione di almeno una coppia è andato rapidamente incrementando (Fraissinet, 2005; Fraissinet 2006a). L’interesse nei confronti delle coppie urbane è molto alto, e, complice la facilità con cui è possibile seguire i nidi urbani rispetto a quelli collocati in condizioni naturali, sono molte le iniziative atte a seguire le nidificazioni, spesso con l’utilizzo di webcam collegate a siti web. Poche però risultano le pubblicazioni scientifiche che riportano i dati registrati. A Napoli, nel Centro Direzionale, si è seguita per l’intera stagione riproduttiva, con l’ausilio di una webcam in funzione 24 ore su 24, una coppia di Falco pellegrino nidificante in ambiente urbano e si sono registrati una serie di dati sulla dieta e la frequenza del trasporto delle prede al nido. In questo lavoro si presentano tali dati al fine di contribuire alla conoscenza di questo aspetto relativamente nuovo della biologia della specie. Area di studio Il Centro Direzionale di Napoli è situato alla periferia est della città, non distante dal mare e dalla Stazione ferroviaria di Napoli centrale, incluso l’ampio parco ferroviario di Gianturco. L’area è caratterizzata da numerosi grattacieli in cemento e vetro, nonché da viali pedonali con scarsa vegetazione. Il nido è ubicato in una grande fioriera situata in un balcone al 17° piano del 98 Fraissinet M. & De Rosa D., Dieta del Falco pellegrino in ambito urbano Fig. 1 - Edificio al centro direzionale su cui è ubicato, all’ultimo piano, il nido. Palazzo Telecom in un’area centrale dello stesso Centro Direzionale (Fig. 1). Adiacenti al nido sono allocati uffici regolarmente frequentati dai dipendenti della Telecom. Attualmente Napoli è la città italiana con il maggior numero di coppie nidificanti: 4 nel 2006, passate a 5 nel 2007 (Fraissinet 2006b; Fraissinet, oss pers). Da circa quattro anni una coppia nidifica nell’area del Centro Direzionale di Napoli. Metodi Sul nido è stata montata una webcam collegata ad un computer posto nella stanza adiacente al balcone. Al computer è stato applicato un hard disk esterno da 200 GB per poter avere una buona capacità di memoria; infatti la webcam non è stata dotata di timer ed ha ripreso 24 ore su 24. Le immagini sono state visionate dagli Autori e successivamente convertite in files di 24 ore ciascuno per un’analisi più dettagliata. Il riconoscimento delle prede è avvenuto sia mediante l’analisi delle immagini, sia verificando direttamente la presenza delle carcasse o delle penne al nido. Non sempre, infatti, le immagini della webcam hanno consentito il ri- conoscimento della preda, sia per le posizioni che assumevano gli animali nel nido, sia perché le stesse, nei primi giorni, giungevano spiumate e decapitate. I pesi per il calcolo delle biomasse degli uccelli sono tratti da Snow & Perrins (1998), e per i mammiferi sono tratti da Tenucci (1986). Risultati La deposizione è avvenuta alla fine di febbraio; sono state deposte in maniera asincrona 4 uova. Il 6 aprile si sono schiuse le prime due uova, l’8 aprile si è schiuso il terzo uovo. Il quarto non si è mai schiuso. La cova è durata circa 43 giorni. Il pulcino nato l’8 aprile è deceduto nella notte seguente la schiusa ed è stato trasportato al di fuori del nido la mattina successiva dalla femmina. Si sono involati due pulcini, sebbene con una notevole differenza nel grado di sviluppo. Il primo pulcino si è involato il 18 maggio 2007 (dopo 42 giorni dalla nascita), il secondo il 29 maggio 2007, ma in questo caso erano evidenti le difficoltà nel volo, al punto che è stato consegnato a un centro recupero da passanti che lo hanno raccolto in strada. Fraissinet M. & De Rosa D., Dieta del Falco pellegrino in ambito urbano 99 La Tabella n. 1 riporta le 64 prede che si è riusciti a identificare (incluso 2 passeriformi non identificati), con valori di biomassa e relative percentuali, delle 132 predazioni registrate dalla webcam. Interessante segnalare la predazione di Ratto grigio delle chiaviche Rattus norvegicus, prelevato con molta probabilità dall’adiacente mercato ortofrutticolo cittadino. Da notare il ruolo preponderante che svolge il Colombo Columba livia var. domestica, e complessivamente quello che svolgono i Columbiformi più in generale nella dieta dell’animale: Tortora selvatica Streptopelia turtur, Colombo e Tortora dal col- specie n % Colombo 19 29,69 Passera d’Italia 8 12,5 Quaglia 7 10,94 Merlo 6 9,38 Tortora selvatica 5 7,81 Rondone 5 7,81 Tortora dal collare 2 3,13 Rigogolo 2 3,13 Passeriformi non identificati 2 3,13 Sterpazzolina 1 1,56 Ballerina bianca 1 1,56 Fringuello 1 1,56 e il restante 61% da residenti, a dimostrazione di come il Falco pellegrino in città sia un generalista e un opportunista, cibandosi sia di specie residenti che di specie migratrici (Figura 2). Nel grafico della Figura 3 sono riportate le frequenze giornaliere del trasporto di prede al nido sino all’involo del primo falco; le linee spezzate sono dovute a guasti tecnici che non hanno consentito la registrazione audio/video. Le frequenze sembrano mantenersi costanti pur con un andamento oscillante. Il numero di prede portate al nido oscilla tra un massimo di 8 il 10 aprile a un minimo di 1 il 28 dello stesso mese. La media è di 3,77 prede biomassa in grammi % al giorno. Infine il grafico della 5700 56,71 Figura 4 riporta 248 2,46 le frequenze del trasporto di pre726,25 7,22 de al nido sud615 6,11 diviso in fasce orarie. E’ evi700 6,96 dente una forte 217,5 2,16 attività predatoria alle prime 410 4,07 luci dell’alba, se135 1,34 guita da una fase meno intensa, 0 0 per poi ripren10,5 0,1 dere di nuovo 21 0,2 con maggiore intensità nella 23,5 0,23 tarda mattinata 470 4,67 e nel pomeriggio. 208,75 2,07 Allocco 1 1,56 Sparviere 1 1,56 Gazza 1 1,56 227 2,25 Pipistrello 1 1,56 5,5 0,05 Ratto grigio delle chiaviche 1 1,56 332,5 3,3 Discussione L’analisi dei dati di un solo nido e per una sola statotale 64 100 10050,5 99,9 gione riproduttiTabella 1 – Composizione della dieta (in tipologia di specie e biomassa) del Falco pellegrino, va non può certo fornire indicaFalco peregrinus, a Napoli in periodo riproduttivo. zioni ampie. Se si tiene presente però che si tratlare Streptopelia decaocto insieme rappresentano rispettivamente il 40,63% del numero di prede ta della nidificazione di un predatore in ambito totali identificate e il 67,74% della biomassa to- urbano e che si stanno incrementando le ricerche sulla specie in tale contesto, i dati ottenuti tale delle prede identificate. Il 29% delle specie predate è rappresentato da con l’osservazione del nido a Napoli, confrontati migratrici per il territorio della città di Napoli, con quanto noto in letteratura, possono fornire 100 Fraissinet M. & De Rosa D., Dieta del Falco pellegrino in ambito urbano 1 61% 1 - Residenti 2 - Migratori 2 39% Fig. 2 - Composizione percentuale del numero di prede per categoria fenologica. Fig. 3 - Frequenza delle prede portate al nido. un contributo utile alla conoscenza della biologia della specie in ambito urbano. La scelta della tipologia insediativa del nido, un palazzo molto alto, conferma questa predilezione da parte delle coppie urbane di Falco pellegrino, così come osservato in Nord-America (Cade et al., 1996) e in altre città italiane (Bologna: Martelli & Rigacci, 2001). Anche la dimensione della covata è in linea con quanto noto nella letteratura nord-americana riferita alla nidificazione urbana della specie (Douglas et al., 1996), mentre la data di deposizione è anticipata rispetto a quelle registrate a San Francisco, USA (Bell et al., 1996). La data di involo è simile a quella registrata a Bologna (Martelli & Rigacci, 2001). Più difficile fare comparazioni per la dieta perché la quasi totalità delle ricerche riporta- Fraissinet M. & De Rosa D., Dieta del Falco pellegrino in ambito urbano 101 Fig. 4 - Attività predatoria per fasce orarie. te in letteratura si riferisce a spettri alimentari studiati per l’intero anno, e non limitatamente al periodo riproduttivo. Ciò nonostante in tutte le diete di coppie urbane note è il Colombo Columba livia var. domestica la specie più predata (Cade et al., 1996; Belle et al., 1996; Canziani et al., 1996; Mlikovsky & Hruska, 2000; Rejt, 2001; Serra et al., 2001; Ceccarelli et al., 2003; Ranazzi & De Giacomo, 2005; Leonardi & Mannino, 2007; Drewitt & Dixon, 2008): le percentuali sono comprese tra il 24,6% di Roma nel periodo 2004 – 2005 (Ranazzi & De Giacomo, 2995) e il 66,18% di Bologna (Ceccarelli et al., 2003). Altre percentuali elevate sono il 40,2% della città ceca di Plzen (Mlikovsky & Hruska, 2000) e il 42% delle città del sud dell’Inghilterra (Drewitt & Dixon, 2008). Napoli con il suo 29,69% si colloca in questo range, con un valore molto simile a quello di 26,6% della città di Berlino, registrato anch’esso in periodo riproduttivo (Schneider & Wilden, 1994). Da dire che anche il valore di Plzen è riferito al periodo riproduttivo. Una certa similitudine la si può osservare anche nella percentuale (7,81% a Napoli) del Rondo- ne Apus apus con Berlino (9,4%), Roma (9,9%) e Milano (9,9%) (Canziani et al., 1996), anche se a Roma e a Milano la percentuale è calcolata sull’intero anno. Per quanto attiene la percentuale delle singole specie per la composizione della biomassa anche in questo caso tutti i lavori coincidono per l’attribuzione al Colombo di oltre il 50% della biomassa complessiva. Da segnalare, invece, la bassa incidenza percentuale della Tortora dal collare Streptopelia decaocto: 3,13% a Napoli, 3,11% a Roma, 0,89 a Milano. Più alta, invece, a Forlì con il 5,93% (Ceccarelli et al., 2003). In ogni caso nella città di Napoli complessivamente i Columbiformi rappresentano il 40,62% delle prede e ben il 67,75% della biomassa delle prede complessive. A Catania il solo Colombo rappresenta il 68% della biomassa delle prede (Leonardi & Mannino, 2007) e a Bologna l’87,97% (Ceccarelli et al., 2003). L’assenza dello Storno Sturnus vulgaris dall’elenco delle prede napoletane (tabella 1) si spiega con l’assenza della specie in città nel periodo riproduttivo; essa rientra comunque nella dieta urbana dei Falchi pellegrini napoletani in inverno. 102 Fraissinet M. & De Rosa D., Dieta del Falco pellegrino in ambito urbano Photo M. Fraissinet Per le città di Bologna e Forlì Ceccarelli e collaboratori (Ceccarelli et al., 2003) hanno calcolato anche l’indice di diversità di Shannon “H’” sulle prede con valori di 0,60 per Bologna e 2,12 per Forlì. Una così forte disparità viene spiegata dagli Autori con la frequentazione più urbana della coppia bolognese nella ricerca delle prede. A Napoli il valore della “H’” di Shannon è risultato di 1,23. Intermedio tra quelli delle due città emiliane. Probabilmente perché ad una dieta urbana la coppia associava anche specie in migrazione predate nel vicino bacino portuale. Interessante anche la comparazione con altri spettri alimentari studiati in Campania, in particolare sui Monti Lattari, in condizioni di naturalità. Nel lavoro di Mancuso & Maglio (1999) il Colombo rappresenta solo il 13% della percentuale di prede (N=15), con il Balestruccio quale preda più abbondante (il 20% delle prede identificate N=15). Interessante anche il dato relativo alla fenologia delle specie – preda che sui Monti Lattari sono per il 69,2% migratrici e per il 30,7% residenti. De Filippo & Kalby (1981) addirittura non osservano, sui Lattari, predazione a danno di Colombi. Per quanto attiene la fenologia delle prede la coppia urba- Femmina di Pellegrino al centro direzionale di Napoli na napoletana, invece, si mostra generalista con una leggera preponderanza per le specie residenti rispetto a quelle migratrici. Il comportamento di frequenza del trasporto delle prede al nido (figura 1) e della frequenza nelle ore della giornata (figura 2), sembrerebbero rientrare nella normalità della biologia della specie, oltre a essere simile a quello osservato a Varsavia (Rejt, 2001). Nel 2008 la coppia, pur osservata in zona, non ha nidificato nello stesso stabile del 2007. Ringraziamenti Un doveroso ringraziamento va ai dipendenti Telecom che ci hanno concesso l’uso di computer e di una stanza, oltre che per la squisita assistenza che ci hanno manifestato. Bibliografia Bell D.A., Gregoire D.P. & Walton B.J., 1996 – Bridge use by Peregrine Falcons in the San Francisco Bay Area. Raptors �������������� in Human Landscapes. Academic Press, London: 15-24. Fraissinet M. & De Rosa D., Dieta del Falco pellegrino in ambito urbano Cade T.J., Martell M. Redig P. Septon G. & Harrison T., 1996 – Peregrine Falcons in Urban North America. Raptors �������������� in Human Landscapes. Academic Press, London: 3-13. 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