Post 2 CB - CheBanca!

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Lo scontro tra Clinton e Trump è dietro
l’angolo. Ecco cosa promettono!
A pochi giorni dal voto, riassumiamo i punti salienti dei programmi dei due
candidati e alla fine vi sveleremo alcune curiosità sui simboli dei due partiti,
l'asinello e l'elefante.
Ormai è questione di giorni: il prossimo 8 novembre gli Stati Uniti eleggeranno il loro
45esimo presidente, scegliendo tra la democratica Hillary Clinton e il repubblicano
Donald Trump. Secondo il portale FiveThirtyEight di Nate Silver, che ha previsto in modo
quasi esatto i risultati delle presidenziali USA nel 2008 e nel 2012, la partita è
praticamente già chiusa: Clinton è ampiamente favorita ma non si possono escludere colpi
di scena dell’ultimo minuto. Nell’attesa del verdetto, andiamo a vedere quali sono i punti
salienti dei programmi dei due candidati. Per semplicità, abbiamo riassunto le loro
posizioni nei settori più “caldi”: dall’economia all’immigrazione, fino alla politica estera. Per
visionare i programmi completi in inglese visita i siti web dei due candidati, Hillary
Clinton e Donald Trump, da cui abbiamo elaborato questo confronto:
• Donald Trump promette un boom economico in grado di generare 25 milioni di
nuovi posti di lavoro nel prossimo decennio, con una crescita del PIL del 3,5% annuo
in media. La sua riforma fiscale a favore della crescita prevede un taglio delle imposte
sul reddito delle famiglie: la riduzione più significativa sarà per i lavoratori della classe
media, mentre le fasce più povere della popolazione non pagheranno niente.
Dovrebbero ridursi anche gli scaglioni: da 7 a 3 con aliquote del 12%, 25% e 33%.
Quanto alle imprese, Trump vuole ridurre l’imposta sul reddito dal 35% al 15%, nel
tentativo di rendere più interessanti gli investimenti nel mercato domestico. Dal punto di
vista della spesa pubblica, punta a ridurre il debito aumentando la base imponibile.
Il candidato repubblicano insiste anche su una semplificazione della normativa e sulla
riduzione della burocrazia per spingere la crescita. Le spese in programma dovrebbero
essere bilanciatre eliminando le “scappatoie” che avvantaggiano i più ricchi (su questo
punto Trumpe Clinton si trovano d’accordo). Sul fronte del commercio propone una
virata protezioni sta per “rimettere l’America al centro”: niente partnership trans pacifica
(TPP), e rinegoziazione del NAFTA a favore degli USA – ma Trump non esclude
un’uscita definitiva dall’accordo.
• Hillary Clinton punta molto sull’uguaglianza sociale e sulla parità di trattamento per
le diverse fasce della popolazione. Promette una tassa aggiuntiva sui redditi
milionari e miliardari e una lotta contro le scappatoie che permettono ai più ricchi di
pagare meno tasse rispetto alla classe media. Clinton intende anche combattere i
privilegi di Wall Street con una tassa per le istituzioni finanziarie e impedire gli
investimenti nei paradisi fiscali con una “tassa di uscita” per le compagnie che lasciano
gli USA. Vorrebbe semplificare e ridurre le imposte sui business più piccoli (fino a
5 persone) per incentivarne la crescita e tagliare le imposte sul reddito per la classe
media (ma su questo non ci sono dettagli). Parallelamente, promette grandi investimenti
nell’istruzione, nella sanità e nelle energie pulite.
IMMIGRAZIONE
• Donald Trump promette di avvantaggiare i cittadini americani rispetto agli
stranieri nel mondo del lavoro, e di stabilire nuovi controlli sull’immigrazione,
riducendo gli ingressi incontrollati. Vorrebbe selezionare gli immigrati in base alla loro
capacità di rendersi finanziariamente autosufficienti e verificare che rispettino i valori e
le istituzioni degli Stati Uniti. Inoltre, sospenderebbe momentaneamente
l’immigrazione dalle regioni ad “alto richio terrorismo”. Tra le idee di Trump in
questo ambito ci sono la creazione di un muro sul confine con il Messico e
l’eliminazione del diritto di cittadinanza per nascita.
• Hillary Clinton è su posizioni diametralmente opposte: sostiene che l’America stessa
sia un Paese di immigrati e che quindi abbia il compito di accogliere gli stranieri in arrivo
trattandoli con dignità e rispetto e convogliando la loro forza lavoro nell’economia. È a
favore della naturalizzazione degli immigrati, a cui vorrebbe dare la cittadinanza a
pieno titolo e consentire l’accesso al sistema sanitario nazionale.
ENERGIA
• Donald Trump promette di fare degli Stati Uniti il leader mondiale nella produzione
di energia e di rendere il Paese indipendente dalle importazioni dai Paesi OPEC. Per
farlo, punterà su carbone e shale gas, rimuovendo le restrizioni imposte da Obama sulla
produzione di gas, petrolio e combustibili fossili. Non sembra particolarmente
preoccupato per l’impatto ambientale.
• Hillary Clinton promette tutto il contrario: vorrebbe per gli Stati Uniti una drastica
riduzione della dipendenza dal petrolio e promette investimenti nelle energie
rinnovabili per arginare i danni derivanti dal cambiamento climatico.
POLITICA ESTERA
• Donald Trump punta a “raggiungerela pace attraverso la forza” perché l’America
torni ad essere un Paese “sicuro e rispettato”. Promette di destinare nuovo budget per
ricostruire le forze militari del Paese, che ritiene ormai indebolite, e migliorare le forze
per la sicurezza informatica e l’intelligence. Uno dei suoi obiettivi principali
(condiviso in questo caso con Clinton) è quello di sconfiggere l’ISIS, l’ideologia
islamica estremista e il terrorismo, collaborando con la comunità internazionale e con gli
alleati arabi e mediorientali. Tra le altre cose, Trump intende stabilire una Commissione
sull’estremismo islamico per spiegare agli americani il cuore del radicalismo,
identificarne i primi segnali sul nascere e far emergere le organizzazioni che lavorano
nell’ombra negli USA.
• Anche Hillary Clinton punta a sconfiggere l’ISIS e il terrorismo islamico lavorando
con gli alleati in Medio Oriente e in Europa. Per rafforzare la sicurezza interna, la
candidata democratica propone di dotare l’intelligence degli strumenti necessari a
prevenire gli attacchi e tenere le armi fuori dalla portata dei terroristi consentendo all’FBI
di vietarne la vendita ai sospettati.
ARMI
• Donald Trump è un deciso sostenitore del Secondo Emendamento della Costituzione
statunitense, che consente la libera detenzione delle armi da fuoco.
• Non è chiarissima la posizione di Hillary Clinton: la candidata democratica ha
evidenziato i danni provocati nel corso degli anni dalla detenzione di armi da fuoco e ha
dichiarato di voler rendere più complicato l’acquisto, ma non sembra aver preso una
posizione netta.
Per concludere, una curiosità: vi siete mai chiesti qual è il significato dei colori dei due
partiti contrapposti e dei simbili che li rappresentano (un elefante e un asino)? Ve lo
raccontiamo noi.
SIMBOLOGIA
Il colore del partito democratico è il blu e il suo simbolo è un asino, mentre il partito
repubblicano ha scelto il rosso e l’elefante. A livello cromatico in pratica è il contrario
rispetto all’Italia, dovre tradizionalmente la destra è blu e la sinistra rossa.
Quanto ai due animali, la loro storia risale a due secoli fa. Il primo a comparire è stato
l’asino: nel 1828 gli avversari del candidato democratico Andrew Jackson lo definirono un
“somaro” (jackass in inglese) e lui decise di usare proprio l’asino come suo simbolo.
Quarant’anni dopo, nel 1870, il disegnatore Thomas Nast rispolverò l’asino democratico
utilizzandolo per rappresentare il Partito in una delle sue vignette.
Anche l'elefante repubblicano deve le sue origini a Thomas Nast: nel 1874, il
vignettista utilizzò l’immagine di alcuni animali in fuga da un grosso elefante (rifacendosi a
una notizia di quel periodo sulla fuga da uno zoo di New York) per indicare la paura di un
possibile terzo mandato del presidente repubblicano Ulysses Grant. Nella metafora,
l’elefante rappresentava l’elettorato repubblicano. Da allora è stato usato come simbolo
del partito.
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