Studio condotto da ricercatori della Scuola Normale Superiore di

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Studio condotto da ricercatori della Scuola Normale Superiore di
AREZZO - Notizie - Un ambiente ricco di stimoli fa bene al cervello, e all'ambliopia
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Edizione di: mercoledì 2 maggio 2007, ore 9.58.50
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Notizie » » Un ambiente ricco di stimoli fa bene al cervello, e all'ambliopia
Studio condotto da ricercatori della Scuola Normale
Superiore di Pisa e dell’Istituto di neuroscienze del Cnr
pubblicato su Nature Neuroscience
L'ambiente influisce sul nostro
Arezzo
cervello. Può regolare e
cambiare il comportamento,
riuscendo a curare anche una
patologia della visione molto
La Giostra del Sa
diffusa, l'ambliopia. Lo ha
promuove in Spa
dimostrato un gruppo di
Mexico
ricercatori della Scuola Normale
Superiore di Pisa e dell'Istituto
Parte
di Neuroscienze (In) del
tappa del Rally di
Consiglio Nazionale delle
Sardegna
Ricerche di Pisa, guidato dal
Professor Lamberto Maffei, in
La Terra vista dal
uno studio pubblicato sulla
prestigiosa rivista internazionale di neuroscienze, 'Nature
Neuroscience.'
Si sa che una vita ricca di stimoli fisici, intellettuali, sociali e affettivi ha numerosi effetti benef
sull'organismo, migliorando le capacit à cognitive nei compiti di apprendimento e memoria e gi
persino a rallentare, in modo anche notevole, i processi di invecchiamento, compresi i sintomi
di Alzheimer.
"Questi stessi effetti esercitati dall'ambiente possono essere studiati in modelli animali,
roditori da laboratorio (topi e ratti) che, rispetto all'uomo, consentono di investigare anche i m
cellulari e molecolari che guidano i fenomeni di plasticità neurale in risposta agli stimoli ambie
spiega il professor Maffei, direttore del Laboratorio di Neurobiologia della Scuola Normale e de
"Un paradigma sperimentale in questo campo di studi è l'arricchimento ambientale, che viene
mimare negli animali in cattivit à una vita ricca di stimoli vari". Tale condizione prevede infatti
gli animali in gruppi sociali numerosi, all'interno di grandi ambienti ricchi di tane, tunnel, scale
movimento che permettono, rispetto all'immagine classica del topo in gabbia, una forte stimol
dell'attivit à motoria spontanea, della curiosità e del gioco.
Usando questa strategia i ricercatori hanno dimostrato che è possibile influire sul cervello adul
da ripristinare il suo stato di plasticità giovanile. L'esperimento si è svolto a livello del sistema
l'obiettivo di restituire una visione normale a ratti adulti ambliopi. L'ambliopia è una
diffusa nell'uomo, causata da uno sbilanciamento in età giovanile dell'attività dei due occhi, ind
esempio da opacizzazioni della cornea, strabismo, cataratta congenita. La patologia determina
riduzione delle capacità visive ed è incurabile in età adulta, sia nell'animale sia nell'uomo.
Gli esperimenti condotti dagli studiosi (oltre a Maffei, Alessandro Sale, Fernando Maya Vetenco
Medini, Maria Cristina Cenni, Laura Baroncelli e Roberto De Pasquale) hanno dimostrato che c
l'ambliopia è invece possibile. In particolare, ratti resi ambliopi in giovane età per occlusione d
riacquistano, da adulti, una normale visione nell'occhio ambliope, se mantenuti in un
stimolante. "Il completo recupero della visione è dovuto alla forte stimolazione sensoriale e mo
gli animali ricevono nella condizione di arricchimento", precisano Maffei e Sale, "capace di agir
corteccia visiva tramite la riduzione dei livelli del neurotrasmettitore GABA, un fattore molecola
necessario al corretto funzionamento dei centri nervosi, ma normalmente responsabile anche
perdita di plasticità che si verifica nel cervello adulto". "Attraverso il gioco, l'attività
dell'ambiente non solo si ottiene una forte diminuzione di questa molecola inibitoria della plast
anche l'aumento di altri fattori critici, come il BDNF, che invece promuovono quei cambiament
e funzionali nei circuiti corticali necessari per la visione".
Questi risultati sono molto importanti per le possibili applicazioni sull'uomo. Molti trattamenti a
testati sugli animali e volti a migliorare la plasticità del cervello adulto sono infatti troppo inva
per esempio sull'iniezione di sostanze farmacologiche direttamente nei centri cerebrali colpiti d
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patologia. L'arricchimento ambientale, invece, permette di agire su molecole essenziali per la p
maniera fisiologica e naturale, quindi di grande interesse clinico per la possibile applicazione
campo delle patologie neurologiche umane.
Pubblicato il 02/05/2007 1.18.25
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