gennaio 2007 - Gruppo AMB di Padova

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gennaio 2007 - Gruppo AMB di Padova
funghi
e
natura
Anno XXXIV ~ 1° semestre 2007
mico-notiziario riservato agli associati
Notizie utili
Associazione Micologica Bresadola
Gruppo di Padova
Anno di fondazione 1973
www.padovanet.it/amb
e-mail: [email protected]
Sede a Padova Via Pinelli 4
C/C/ Postale 14153357 C.F. 00738410281
Quota associativa anno 2007: € 20,00 inclusa ricezione della “Rivista di Micologia” edita
da AMB Nazionale e “Funghi e Natura” del
Gruppo di Padova.
Incontri e serate ad Albignasego (PD) via
Roma 224 presso ex biblioteca (di fronte
Villa Obizi)
Presidente Giuseppe Costiniti (tel. 049 5741350)
Vice Pres. Renato Zangrandi (tel. 348 4907858)
Segretario Paolo Bordin (tel. 049 8725104)
Resp. Gruppo di Studio: Rossano Giolo (tel.
049/9714147)
Resp. didattiche serate: Mario Giliberto
Resp. attività ricreative: Ennio Albertin (tel.
049/811681)
Resp. pubbliche relazioni: Gino Segato (tel.
049/613881)
Consiglio Direttivo:
G. Costiniti, P. Bordin, R. Giolo, E. Albertin, M.
Giliberto, R. Zangrandi, I. Varotto, R. Menegazzo, G.
Segato, L. Valentini, D. Caccin.
funghi
e
natura
Hanno collaborato in questo numero:
Paolo Bordin, Giuseppe Costiniti,
Giovanni Di Stasio, Cinzia Fracasso, Mario Giliberto,
Riccardo Menegazzo, Luigi Valentini.
Coordinamento e progetto grafico:
Giovanni Di Stasio
Funghi e Natura è inviato gratuitamente a tutti agli
associati in regola con la quota sociale
Finito di stampare a febbraio 2007
SOMMARIO
Dalla Redazione
Dalla Segreteria
Zecche un vero pericolo
Cortinarius caligatus
Approccio alla tossicologia
Gli ultimi funghi della stagione
Ecologia dei funghi
Calendario delle attività
I funghi dei Colli Euganei
Fotografia
Il fungo della copertina
Federazione dei Gruppi Veneti
pag. 3
pag. 4
pag. 6
pag. 8
pag. 10
pag. 11
pag. 12
pag. 19
pag. 15
pag. 16
pag. 18
pag. 19
Il fungo della copertina a pag. 18
Agrocybe aegerita (Briganti) Fayod
(foto: R. Zangrandi)
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funghi e natura
dalla Redazione
di Giovanni Di Stasio
G
entili lettori,
come avrete notato la nostra pubblicazione si è rinnovata: una differente veste grafica, nuova copertina, più ricchi i contenuti, le notizie e
la micologia, seppur condizionati dal contenimento dei costi di stampa.
Sotto certi aspetti il nostro notiziario “funghi e natura” si evolve seguendo la
crescita in qualità del nostro Gruppo di studio. Abbiamo letto tutti con grande
soddisfazione nella Rivista di Micologia, il bollettino dell’AMB Nazionale,
l’articolo su Inocybe obsoleta f. volvacea, recante come co-autori i nomi del
nostro Presidente, Giuseppe Costiniti e di Mario Giliberto. Gli stessi presto
saranno impegnati con la Federazione dei Gruppi Veneti quali coordinatori
per una giornata di microscopia dedicata al Genere
Inocybe, onere di indubbio
rilievo.
Queste pagine, nonché quelle dei prossimi notiziari,
vedranno coinvolti i componenti del nostro Gruppo di
studio, proponendo articoli
di micologia, sia di facile
accesso, che di maggiore
impegno, come pure brani in
qualche modo riguardanti
temi inerenti alla natura o
collegati alle nostre attività
Alcuni componenti del nostro Gruppo di Studio al lavoro in
associative.
occasione di un incontro alla F.G.V. (Federazione dei Gruppi
Confido in questo mio nuovo Veneti
incarico di coordinamento di
questa divulgazione nella vostra comprensione per eventuali errori o mancanze e tutti i vostri suggerimenti saranno sicuramente molto utili.
Buona lettura.
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funghi e natura
dalla Segreteria
di Paolo Bordin
C
ari amici,
avrete senz’altro osservato le novità
del nostro notiziario, che derivano dal fatto che
abbiamo dato incarico al socio Giovanni Di Stasio di occuparsi del giornalino. Lo ringraziamo
per la sua collaborazione.
Ma parliamo delle nostre attività che hanno avuto
la loro conclusione con i due tradizionali appuntamenti: il pranzo sociale e la festa degli auguri.
Il pranzo sociale è stato “celebrato” in novembre, anche questo anno, presso il Ristorante Monte Grande di Rovolon, locale ambito da tutte le
associazioni, oltre che per la cucina, anche per la
sua ampiezza e per la taverna, che consente di
proseguire la festa con orchestra e balli. Notevole
è stata la partecipazione dei soci, con circa 220
persone raggiungendo così il massimo in tutta la
nostra storia associativa.
La festa è riuscita ottimamente
sia per quanto riguarda la qualità
del pranzo, sia per l’orchestra
che ci ha accompagnato nei numerosi balli.
Questo
premia
l’impegno
dell’Associazione, in particolare
del consigliere Ennio Albertin,
che si è prodigato per la buona
riuscita dell’avvenimento, nella
scelta del menù, nella ricerca e
raccolta dei premi per il migliore
risultato della lotteria.
Ringraziamo anche il socio Paolo Nardo che ogni anno mette a
disposizione alcuni capi di abbigliamento, sempre alla moda,
consentendo di rendere appetibile la lotteria, con soddisfazione di tutti. Il
consigliere Segato
Gino ha dato il suo
valido contributo organizzando bene la
lotteria, rendendola
rapida e avvincente.
La festa degli auguri
di lunedì 11 dicembre ci ha visto ospiti
dell’Associazione
Anziani, con la quale
abbiamo instaurato
veramente un ottimo
rapporto. Speriamo
possa proseguire ancora
in
futuro
In alto un’immagine di alcuni nostri soci in occasione della 5a Giornata
(Comune di Albignadi Micologia svoltasi i giorni 8 e 9 ottobre ad Albignasego (PD)
sego permettendo).
(foto di G. Costiniti)
Erano presenti infatti
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funghi e natura
anche il Presidente di questa Associazione, la gentile consorte, nonché alcune signore che gestiscono il bar.
I soci hanno portato come sempre dolci e vini, e la
serata si è conclusa con il “vin brulè” preparato
alla grande dal nostro socio Claudio Marchiori,
incombenza ormai assunta sempre volentieri tutti
gli anni.
Alle gentili signore presenti è stata offerta
un’orchidea.
Lo scambio di auguri tra i presenti ha suggellato
degnamente la conclusione di un buon anno sociale.
Infine un ringraziamento speciale ai componenti
della Sezione del Club Alpini di Albignasego che
si sono prodigati, lo scorso ottobre, al buon esito
della nostra Mostra Micologica di Albignasego,
con spuntini con funghi cotti alla griglia gratuiti
per tutti i visitatori. La mostra ha riscosso un buon
successo di visite e interesse per le
diverse specie fungine presentate.
Qualche accenno anche
all’attività del 2007.
Il trasferimento previsto nei primi
mesi del 2007 della sede del Centro Anziani nella nuova Casa delle
Associazioni, comporterà anche il trasferimento
delle nostre attività, in quanto abbiamo chiesto al
Comune di poter seguire gli anziani nella nuova
sede.
Si tratta di un edificio di nuova costruzione che
dista circa 300 metri dalla sede attuale, la sala è più
grande e sarà senz’altro più accogliente.
Ricordiamo anche le due prossime escursioni, che
come di consueto verranno condotte dall’amico
Giancarlo Zanovello, che di cuore ringraziamo.
Domenica 22 aprile giro del Monte Orsara e Monte Rua per l’antica via dell’Eremo, con partenza da
Galzignano. Il punto di ritrovo però è come sempre
alle ore 9.00 a Bresseo. E’ una gita bella e panoramica con un grado di difficoltà medio/basso di una
decina di chilometri. L’escursione si svolgerà per
l’intera giornata, dunque: colazione al sacco.
Domenica 27 maggio Monte Cero e Calaone con
partenza da Valle San Giorgio, ritrovo come sempre a Bresseo ore 8.30. Gita con scorci panoramici
molto belli, vedremo le
ginestre in fiore e anche
qualche orchidea. Difficoltà medio/basso i chilometri
sono 4 circa. L’escursione
avrà una durata di mezza
giornata.
La cena di primavera a base di
pesce avrà luogo sabato 28
aprile presso il Ristorante “Al
Bastione” di Bastia di Rovolon.
In seguito preciseremo le caratteristiche del menù e il costo.
Ricordo, per concludere, che la
quota associativa è rimasta
invariata anche per il 2007 in
Euro 20,00.
Un cordiale saluto a tutti.
Il Segretario
■
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funghi e natura
Zecche: un vero pericolo per i cercatori di funghi
I
n questi ultimi anni c’è stato un incremento
significativo della diffusione e proliferazione
delle zecche nel nostro territorio, per cui è
doveroso mettere a conoscenza i frequentatori di
boschi dei rischi cui si va incontro come conseguenza del morso di questi acari.
Le zecche presenti nel territorio che ci riguarda,
appartengono alla classe Aracnidi, ordine Acarina,
famiglia Ixodide, Ixodes ricinus.
Il ciclo vitale di questi acari si completa nell’arco
di tre anni, uno per ogni stadio vitale ( larva, ninfa
ed adulto ) in cui è necessario un pasto di sangue ed
un luogo riparato tra la vegetazione per lo sviluppo.
Le larve, esapodi ed estremamente piccole, fuoriescono da un insieme di circa 2000 uova, si arrampicano sugli steli della vegetazione che li circonda,
ed attendono il passaggio di un ospite, di solito
un’arvicola, cui si aggrappano e si attaccano alla
pelle attraverso un apparato buccale specializzato;
dopo aver succhiato il sangue per tre giorni ed essere aumentati di peso di circa 20 volte, si lasciano
cadere a terra ed iniziano il loro sviluppo verso lo
stadio di ninfa, ottopode, sviluppo che dura diversi
mesi.
Le ninfe, nell’anno a seguire, parassitano un anima6
di Mario Giliberto
le dalle dimensioni di uno scoiattolo o di un uccello su cui pasteggiano per 4/5 giorni, prima di
lasciarsi cadere per terra iniziando la trasformazione in animale
adulto.
La zecche adulte, lunghe circa 4
mm, parassitano, a loro volta,
animali di grossa taglia su cui
permangono, succhiando sangue,
per sette giorni, assumendo più
di 5 ml di sangue e raggiungendo
le dimensioni di un pisello.
Tutti e tre gli stadi possono parassitare l’uomo.
Le conseguenze
Bisogna tener presente che le
zecche non sono direttamente
causa di patologie, ma esse sono
il vettore dell’agente patogeno, e
non la causa della malattia.
Gli agenti patogeni veicolati
dall’Ixodes ricinus sono principalmente, ma non solo, due: un
Flavivirus, denominato TBE
virus (TBEV), responsabile della
TBE, encefalite da zecca, e la
Borrelia burgdorferi, responsabile del “ Morbo di Lyme “
Encefalite da zecca
La TBE è presente in aree ben
localizzate, definite “ focolai
naturali “, che si trovano in quote
inferiori ai 1000 metri di altitudine.
La malattia ha un percorso suddiviso in due fasi:
Prima fase, una settimana dopo
la puntura dell’insetto: sintomi
funghi e natura
influenzali con febbre e mal di testa, che scompaiono senza lasciare conseguenze.
Seconda fase, dopo un periodo asintomatico:
febbre alta, violenti mal di testa, possibile paralisi,
confusione mentale o disturbi della coscienza;
sono possibili danni permanenti al sistema nervoso.
Esiste in commercio un efficace vaccino da richiedere presso le ULSS
Morbo di Lyme
Il nome di questa patologia deriva dalla cittadina
di Lyme, contea di Old Lyme, nel Connecticut
( USA ), l’affezione è causata da una spirocheta
( germe patogeno a forma di spirale ): la Borrelia
burgdorferi.
Fase precoce
La malattia presenta una fase precoce, dopo 2 – 3
giorni dal morso,che può manifestarsi come
un’infezione localizzata, con una manifestazione
eritrematosa, rotondeggiante, che tende ad allargarsi perifericamente ed a lasciare indenne il centro, raggiungendo un diametro che varia dai 3 ai
68 cm. Tale manifestazione scompare, anche senza
terapia, dopo 3-4 settimane. Spesso si riscontrano
sintomi come malessere generale, febbre bassa,
brividi, nausea, vomito e fotofobia.
Una diversa manifestazione della fase precoce, da
alcuni giorni ad alcune settimane dal morso, è
l’infezione disseminata, causata dal diffondersi
delle spirochete per via emo-linfatica, interessando
vari organi: miocardio, sistema nervoso centrale,
retina, apparato muscolo-scheletrico, fegato, milza
e cute.
Quindi si potranno verificare cefalee, sonnolenza,
diminuzione della memoria, variazioni dell’umore,
blocchi atrioventricolari a carico del cuore, disturbi articolari.
Fase tardiva
E’ detta anche infezione persistente e presenta un
aumento nella frequenza e nella durata, di episodi
artritici; la durata è di settimane o mesi e tende a
cronicizzarsi.
Si possono verificare manifestazioni tardive a carico del sistema nervoso periferico e centrale, fra cui
la maggiormente definita è l’encefalomielite progressiva.
Possono manifestarsi lesioni
cutanee di una certa gravità
che possono protrarsi per
anni.
E’ possibile la trasmissione
trans-placentare, durante il
primo trimestre di gravidanza, con esiti anche letali per il
feto.
Trattamento clinico
Il Morbo di Lyme viene trattato,
nella prima fase di comparsa,
con somministrazioni di antibiotici specifici, per periodi che
vanno dai 10 giorni alle 3 settimane con risultati validi a ridurre drasticamente i rischi di complicazioni neurologiche ed in
grado di risolvere i sintomi associati alle lesioni cutanee.
Il trattamento del terzo stadio
della malattia presenta maggiori
difficoltà.
Prevenzione
E importate, attraversando i boschi ed i prati con erba alta ed
incolta, vestirsi adeguatamente,
lasciando scoperto ben poco del
nostro corpo. Abiti chiari possono evidenziare la presenza di
zecche sul nostro abbigliamento
e la loro eliminazione meccanica
risulta agevole. I periodi
dell’anno a più alto rischio sono
i mesi estivi, da giugno a settembre, ma non sono esclusi del
tutto gli altri mesi dell’anno.
Sembrerebbe che la maggior
percentuale di casi infetti sia
causata da morsi di zecche allo
stadio di ninfa, ne consegue che
il periodo di maggior contagio
per l’uomo coincide con la seconda fase del ciclo di sviluppo
della zecca, la ninfa.
7
funghi e natura
Cortinarius caligatus
di Giovanni Di Stasio
E
’ uno dei cortinari più belli che si possano
incontrare nei boschi; non è facile però il
reperimento nella nostra regione, trattandosi di una specie termofila.
A fine 2006, durante l’ultimo convegno micologico della Federazione dei Gruppi Veneti del 17 e
18 novembre, nel Bosco Nordio, bosco litoraneo
e pianeggiante tra le cittadine di Chioggia (VE) e
Rosolina (RO), abbiamo avuto la soddisfazione di
incontrare numerosissimi esemplari di questa
nante della giornata.
Cortinarius caligatus MALENÇON
Posizione sistematica:
Sottogenere Phlegmacium, Sez.
Phlegmacium, Sottosezezione
Triumphantes.
DESCRIZIONE:
Cappello: fino a 10 cm. di diametro, prima convesso poi pia-
Splendidi Phlegmacium dalle caratteristiche
colorazioni viola delle lamelle
specie.
Così tanti non ne avevamo visti mai. Si distinguevano per il portamento rigoglioso e per le tonalità
beige del carpoforo, che contrastavano con i magnifici colori dell’imenio viola. Stupendi esemplari! Sicuramente l’incontro fungino più affasci8
no, a volte con una depressione
centrale e margine ondulato.
Cuticola separabile interamente,
liscia, vischiosa con umidità e
lucente a tempo secco. Fibrillosquamulosa al centro. Colore
beige carico o fulvo. Cortina bianca e spessa.
Lamelle: fitte, adnate di colore argilla sulle facce,
ma col filo viola intenso e per lungo tempo.
Gambo: cilindrico, attenuato alla base, coperto
per i 2/3 inferiori da cercini velari fibrillosquamosi sotto forma di grosse scaglie rialzate
verso l’alto bianco-giallastre presto imbrunenti.
Habitat: specie localizzata e a volte abbondante
nei luoghi di crescita. Gregaria. Boschi termofili
di latifoglie, soprattutto querce.
Carne: Commestibile secondo gli autori, come di
solito in altri cortinari a carne bianca, appartenenti
al Sottogenere Phlegmacium.
Microscopia
Spore: misure 8,5 - 11 x 5,5 - 7 μm ;
M = 9,7 x 6,2
Q = 1,6
Amigdaliformi e verruche piuttosto fitte;
Basidi: 30 x 8 μm; tetrasporici, clavati
Rivestimento pileico: composto da ife parallele,
cilindriche, presenti giunti a fibbia; misure delle
ife: 3,5 - 7,5 μm.
spore
pileipellis
Bibliografia
CONSIGLIO G., D. ANTONINI & M.
ANTONINI - 2005: Il Genere Cortinarius in Italia. Parte terza. A.M.B.
Fondazione Centro Studi Micologici. Vicenza.
CONSIGLIO G. & C. PAPETTI - 2001:
Atlante fotografico dei Funghi
d’Italia. vol. 2. A.M.B. Fondazione
Centro Studi Micologici. Trento.
COURTEQUISSE R. & B. DUHEM 1994: Guides des champignons de
France. Delachaux et Niestlé. Lausanne
MARCHAND A. - 1982: Champignons du nord et du midi. Società
Mycologique des Pyrénées Méditerranéennes.Tome 7. Perpignan.
Cortinarius caligatus
(Testo e foto: G. Di Stasio)
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funghi e natura
D
Approccio alla tossicologia
di Riccardo Menegazzo
a sempre l’uomo si è chiesto di fronte al
cetto che l’intossicazione, ad
cibo se esso sia “buono o cattivo”.
esempio alimentare, porta semTale domanda, che sorge spontanea di
plicemente dei malesseri, mentre
fronte a qualcosa di sconosciuto, non è altro che la
l’avvelenamento può portare al
ricerca di ciò che può essere commestibile e quello
decesso.
che non lo è.
In realtà, paradossalmente, è
La tradizione e l’esperienza, più che la scienza, vero anche il contrario, per cui
hanno guidato nei secoli l’uomo, non solo verso Mitridate stesso assumeva giortutto ciò che era commestibile, ma anche verso la nalmente piccole dosi di veleno
ricerca di quello che poteva essere medicamentoso per abituare il suo organismo a
per i suoi malanni o di utile per i suoi acciacchi: in difendersi nel caso avessero tenrealtà a tutto ciò che gli sarebbe servito per soprav- tato di avvelenarlo. Invece quanvivere.
te volte l’intossicazione da abCosì è nata quella che nei tempi odierni si chiama buffate enormi ha portato sog“tossicologia”: scienza che ci aiuta ad individuare, getti sull’orlo della tomba.
grazie alla chimica, ciò che può far bene o può far Si potrebbe anche aggiungere
male al nostro organismo.
che possono essere considerati
Di fatto anche il nostro organismo, spesso, non può nocivi anche quei funghi, che
accettare sostanze o pietanze peraltro considerate seppur commestibili, sono infecome commestibili; addirittura, semplicemente, la stati da parassiti o consumati
quantità eccessiva, può recare danno alla nostra senza alcuna precauzione igienisalute. Ma questo è già un altro discorso!
ca.
La valutazione delle proprietà chimiche di una sostanza ha potuto darci
l’esatto accesso a quel
che l’uomo si è sempre
chiesto che una cosa, il
cibo o altro, sia “buono
o velenoso”.
Nel concetto popolare,
la sostanza tossica è
l’equivalente di dire
che nuoce alla salute,
ma non è mortale,
mentre il termine velenoso si abbina al concetto di morte.
Spesso, tutto ciò, è Armillaria mellea: fungo molto ricercato, la precauzione è però
stato indotto dal cond’obbligo
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funghi e natura
Gli ultimi funghi della stagione
A
dicembre nell’incontro ultimo del Gruppo di
studio, certamente non si pensava che qualche
nostro socio portasse ancora funghi freschi.
Eppure, sicuramente complice la meteorologia bizzarra di quest’inverno, è stato reperito un fungo, che poche volte abbiamo visto in Associazione. Il fungo in
questione è stato trovato a Sant’Andrea di Campodarsego (PD), cresciuto nelle vicinanze di un corbezzolo.
Il portamento cespitoso e lo sviluppo ragguardevole
della specie mi ha veramente colpito ed ho pensato
potesse essere degno di una semplice descrizione per
la nostra pubblicazione “Funghi e Natura”.
Gymnopilus spectabilis (Weinm. Fr.) A.H. Smith
Posizione sistematica:
Regno Fungi (penso che tale regno sia abbastanza
familiare ai nostri soci)
Classe Basidiomycetes (ricordate, vero, cosa sono i
basidi?)
Ordine Agaricales (carpofori con gambo e cappello e
spore colorate in massa)
Famiglia Cortinariaceae (spore colore ocra)
Genere Gymnopilus
Specie spectabilis (il cui significato è rispettabile, per
le dimensioni notevoli).
Cappello: diametro da 6 a oltre 15 cm., carnoso, a
maturità spesso è evidente un umbone ottuso, di colore
giallo oro fino ad un arancio carico. Inizialmente li-
di Luigi Valentini
scio, poi finemente vellutato,
infine ricoperto da squamule
appressate color bruniccio. Orlo a
lungo involuto con presenza di
residui di velo.
Lamelle: fitte, decorrenti con un
dentino, inizialmente giallo sporco, poi ocra.
Gambo: robusto con diametro
che può raggiungere i 4 cm., con
un’altezza anche di 20 cm., base
radicante, consistenza fibrosalegnosa, poi cavo con l’età.
Anello: membranoso, persistente,
ampio, inizialmente giallo crema,
poi bruno-giallastro.
Carne: coriacea, ancor di più nel
gambo. Colore inizialmente giallo zolfo poi arancio. Odore leggero ma sgradevole, sapore amaro.
Habitat: cresce in gruppi, più
raramente isolato, alla base di
vecchie ceppaie e radici di latifoglie.
Commestibilità: pur considerato
commestibile, è consigliabile non farne uso alimentare.
Microscopia: spore da
ellissoidali ad amigdaliformi (forma di mandorla),
con piccole verruche. Sporata in massa color ruggine.
Spore di Gymnopilus spectabilis
Gymnopilus spectabilis
(foto: G. Costiniti)
(foto: G. Costiniti)
11
funghi e natura
L
Ecologia dei funghi: “nutrizione”
a struttura dell’organismo, l’ambiente di
crescita, e la generale mancanza di capacità
di movimento che osserviamo tra le specie
di funghi, hanno indotto i primi osservatori che ne
hanno affrontato lo studio ad avvicinare il regno
dei funghi a quello delle piante, in particolare alle
alghe brune, e questa loro assimilazione è continuata per diversi decenni fino a tempi piuttosto
recenti.
Il progredire delle conoscenze ed un approccio più
critico alla filogenesi del gruppo dimostrano invece che i funghi presentano una maggiore affinità
verso il regno degli animali, affinità sostenuta
anche dalle indicazioni derivanti dalla biologia
di Cinzia Fracasso
molecolare, in particolare dalle
comparazioni del DNA.
Con le piante i funghi hanno in
comune poco, oltre l’immobilità
e la presenza di un ciclo riproduttivo con alternanza di generazione, li avvicina la presenza
della parete cellulare, ma questa
somiglianza è solamente superficiale, infatti la parete cellulare
dei miceti ha una composizione
chimica assai diversa rispetto a
quella delle cellule vegetali;
quest’ultima è fatta di cellulosa
ed eventualmente lignina
nella cellula vegetale e di
altri polisaccaridi nelle alghe, mentre nei funghi la
parete è composta esclusivamente da chitina, polimero della N-acetilglucosammina, che non
appare mai nel mondo dei
vegetali ma che è invece
troviamo in alcuni animali.
Ma quello che più avvicina
i funghi agli animali è il
sistema con cui ricavano
l’energia e la materia organica di cui sono costituiti.
Le piante infatti sono tipicamente Autotrofe, cioè in
grado di produrre autonomamente la loro materia
organica e, quindi,
l’energia, partendo da comArmillaria ostoyae (ROMAGN.) HERINK
ponenti inorganiche, acqua
Il cosiddetto chiodino di conifera, che ha parassitato un abete e anidride carbonica, usanrosso.
(foto: gd)
do l’energia della luce attra12
funghi e natura
verso il processo a tutti noto con il nome di foto- Parassitismo è la strategia
sintesi. Come gli animali, i funghi sono invece che si caratterizza quando
tutti esclusivamente Eterotrofi, cioè producono le un organismo vive a spese
loro molecole organiche partendo da altre moleco- di un altro, il suo ospite,
le organiche e quindi essi devono nutrirsi di altri causandogli un danno bioesseri viventi. Pertanto i funghi producono, simil- logico che può arrivare
mente agli animali, enzimi digestivi e con questi anche alla morte. In genedegradano la materia organica nelle sue compo- rale, nel regno dei funghi esistonenti più semplici, assorbendole poi attraverso la no specie che parassitano ogni
membrana cellulare, processo che è definito dige- genere di organismo vivente,
stione extracorporea e che li distingue nettamente compresi altri funghi, molti midagli animali che hanno invece digestione intra- ceti di interesse commestibile
corporea.
sono per lo più parassiti di pianSe dal punto di vista ecologico le piante sono defi- te arboree, tra questi non si può
nite i Produttori primari, per la loro capacità di non ricordare il pioppino, Agroprodurre sostanza organica, i funghi sono, come cybe aegerita, ed i chiodini,
anche gli animali, dei Consumatori e le strategie Genere Armillaria, spesso letali
alimentari che caratterizzano il regno sono essen- per la pianta che continuano a
zialmente le seguenti:
Saprofitismo, Parassitismo, Simbiosi,
Commensalismo,
anche se occasionalmente, tra specie unicellulari, o comunque
non interessanti per il
raccoglitore amatoriale, troviamo anche
altre strategie, come il
caso di funghi in grado di predare piccoli
animali.
Si definiscono saprofiti gli organismi che
si nutrono di sostanza Volvariella surrecta: ha una singolare crescita sulla carcassa di
(foto gd)
organica non più in vecchi carpofori
vita, quindi organismi
morti o materia eliminata da organismi viventi, degradare una volta morta, comcome ad esempio le foglie cadute. Il ruolo ecolo- portandosi quindi anche come
gico dei saprofiti è quindi quello di rimettere in saprofiti. Non va poi dimenticacircolo la materia trasformandola nuovamente in tica la grande varietà di funghi,
una forma inorganica che poi le piante potranno privi di diretto interesse alimenriutilizzare; tra i funghi saprofiti annoveriamo tare, che sono parassiti di enormolti tra quelli noti per il loro interesse alimenta- me importanza economica in
re, ad esempio il genere Clitocybe, alcuni Agari- quanto ospitati da piante di intecus, Coprinus e molti altri.
resse agrario o forestale.
13
funghi e natura
funghi
natura
Molti funghi, specialmente tra quelli unicellulari, si comportano da commensali, cioè
vivono su altri organismi senza causare loro
un danno evidente, ad esempio molti lieviti
che vivono sulla superficie dei frutti, sulla
pelle o anche all’interno delle cavità del corpo di moltissimi animali, uomo compreso.
Sono però moltissimi i funghi che vivono in simbiosi con le piante, tra questi interi gruppi di funghi minori, alcuni ascomiceti e moltissimi basidiomiceti, tra i quali tutte le russule e i lattari, la
gran parte delle amanite, moltissimi igrofori,
quasi tutti i boleti, solo per citarne alcuni. La
simbiosi è una relazione ecologica tra due specie
diverse che vivono collaborando, traendo da essa
un reciproco vantaggio, per questo spesso la si
definisce mutualistica. Il micelio del fungo è in
contatto diretto con i peli radicali della pianta a
formare una struttura denominata micorriza.
Attraverso la micorriza il micelio fungino passa
alla pianta acqua e con essa i sali minerali, mentre la pianta cede al fungo sostanza organica,
soprattutto zuccheri. Si calcola che almeno
l’80% delle specie di piante esistenti al mondo
siano in relazione micorrizica con uno o più funghi e che esse crescano meglio in presenza della
simbiosi, quindi questa relazione ha una importanza fondamentale dal punto di vista ecologico.
Esistono tre tipi di micorriza, la endomicorriza è
caratteristica delle Glomales, l’ectomicorriza che
troviamo negli ascomiceti e nei basidiomiceti.
Infine una micorriza peculiare riguarda la relazione tra orchidee e funghi, assai diversa dalle
precedenti, che spesso sconfina in un vero e proprio parassitismo della pianta sul fungo.
Una relazione di simbiosi assolutamente peculiare è quella che lega alcuni funghi a diverse alghe
unicellulari nella formazione dei licheni. Un lichene non è quindi un organismo in senso stretto
ma è un’associazione di due organismi che cooperano, dove il fungo fornisce all’alga sostegno,
acqua e dispersione, mentre l’alga, attraverso la
fotosintesi, produce zuccheri e altre molecole
organiche. Questa relazione simbiotica ha reso i
licheni capaci di colonizzare gli ambienti più
estremi dove le piante non sono in grado di cre14
scere per le avverse condizioni
climatiche o per la povertà del
substrato. Nelle associazioni licheniche concorrono soprattutto
funghi appartenenti agli ascomiceti e solamente pochi basidiomiceti, si tratta inoltre sempre di
funghi simbionti obbligati, quindi
non in grado di condurre vita
libera.
La divisione tra le
categorie di
n u t r i z ion e
citate non è
certamente
Un fungo simbionte:
ben delimiAmanita muscaria
tata e non
raramente troviamo specie che
riescono a vivere in diverse condizioni, per esempio alcuni parassiti possono diventare saprofiti
alla morte dell’ospite, alcuni
commensali possono diventare
parassiti qualora il loro ospite si
trovi in una situazione di indebolimento e anche la relazione simbiotica, persino quella estremamente stretta dei licheni, può, in
opportune condizioni, sbilanciarsi
in favore di uno dei due simbionti
a scapito dell’altro, avvicinandosi
quindi al parassitismo.
La grande varietà di strategie
legate alla nutrizione, è quindi la
chiave del successo evolutivo dei
funghi e della loro diffusione, e
ne caratterizza l’importanza che
essi hanno dal punto di vista ecologico, senza peraltro dimenticare
la loro importanza in diversi settori dell’economia umana, soprattutto agronomia, selvicultura, e
medicina, relegandone in un piano secondario il ruolo alimentare
diretto.
di Giovanni Di Stasio
I
l nostro Gruppo di Studio, tra le
diverse attività, sta svolgendo da
qualche anno il monitoraggio delle
specie fungine crescenti in un’area circoscritta dei Colli Euganei (loc. Laghizzolo). Dedicheremo da questo numero
uno spazio della nostra pubblicazione ai
ritrovamenti avvenuti in quest’area.
Calocybe yonides (Bull: Fr.) Donk
Sin.: Lyophyllum yonides (Bull. : Fr.)
Kühner e Romagnesi
Descrizione:
Cappello: 4-5 cm. di diametro, prima
convesso, poi disteso, ma con margine
sempre involuto, pulvinato, rivestimento
asciutto e opaco, liscio e glabro, di un
bel colore violetto.
Lamelle: adnate, mediamente fitte, bianche. Gambo: mm. 60 x 4, cilindrico, slanciato,
concolore al cappello, fibrilloso longitudinalmente. Alla base è presente una peluria bianca.
Carne: biancastra, odore lieve di farina.
Habitat: latifoglie con preferenza castagno
(Castanea sativa) e quercia (Quercus ruber).
Specie autunnale. Rara.
Commestibilità: senza alcun valore.
Microscopia:
Spore ellissoidali 4,5-5,5 x 2-3 μm M =5,1x2,5
Q = 1,90
Basidi clavati tetrasporici, 16-20 x 4,5-5 μm con
giunti a fibbia, siderofili.
Cistidi non osservati.
Ife cilindriche intrecciate, 6 - 8 μm, con elementi
Spore
Basidi e spore
funghi e natura
I funghi dei Colli Euganei
corti e alcune rigonfie.
Pigmento ife della cuticola grigio
-lilaceo.
Bibliografia:
BREITENBACH J. & F. KRANZLIN 1991
Champignons de Suisse. Tome 3. Edition
Mykologie Lucerne
CONSIGLIO G. & C. PAPETTI - 1999:
Atlante fotografico dei Funghi d’Italia.
vol. 1. A.M.B. Fondazione Centro Studi
Micologici. Trento.
COURTEQUISSE R. & B. DUHEM - 1994:
Guides des champignons de France.
Delachaux et Niestlé. Lausanne
Basidi siderofili
Ife cuticola
15
funghi e natura
funghi
natura
le rubriche
Fotografia
La fotografia è per l’appassionato di micologia un aspetto fondamentale.
Alcuni suggerimenti per la scelta di una fotocamera digitale.
C
hi già si cimenta con la fotografia digitale ha avuto modo di verificare la praticità di questo nuovo strumento. Basti pensare al controllo immediato dell’immagine scattata per esaminare il risultato o effettuare scatti
molteplici senza alcun risparmio.
Le fotocamere digitali si possono dividere in 3
gruppi: le compatte, le bridge e le reflex.
sono intercambiabili e minori
sono le funzioni. Dispongono,
però, come nelle compatte, della
importante funzione per inquadrare il soggetto oltre che nel
mirino, anche attraverso il monitor LCD, molto comodo quando è
Le Compatte
Le Bridge
Così dette ibride (Ultrazoom o semiprofesionali): sono molto simili alle reflex, sia per l’aspetto,
che per il peso.
Hanno il vantaggio di una più elevata qualità
generale, miglior controllo dell’immagine, più
funzioni rispetto alle compatte. Hanno, inoltre,
una buona ottica (seppur fissa), con zoom molto
potente e un’escursione veramente interessante.
Si possono anche regolare manualmente, sia nei
tempi, che nei diaframmi e nel bilanciamento del
bianco. Dispongono di buone risoluzioni del sensore. Rispetto alle reflex sono generalmente meno pesanti, evitano di utilizzare obiettivi di diverse focali, hanno un prezzo più accettabile, ma
con un sensore di dimensione ridotto e dunque
una qualità d’immagine inferiore. Le ottiche non
16
funghi e natura
Dalle dimensioni molto contenute e caratterizzate dalla facilità d’uso, predisposte alle funzioni automatiche, lo zoom è notevole, ma con
obiettivi di mediocre qualità, non sempre valide
per la macro-fotografia; difficile da gestire il
flash su soggetti fortemente ravvicinati. Il sensore ha dimensioni ridotte e sono molto lente
nell’operazione di scatto.
Fotocamera “bridge” Sony mod. DSC R1
basculante e orientabile per riprendere i funghi per terra.
Le Reflex
La particolarità di queste fotocamere sta nel poter inquadrare il
soggetto attraverso l’obiettivo,
grazie ad un sistema di prismi o
di specchi. Dunque l’immagine
visionata nel mirino sarà la medesima che verrà impressionata dal
sensore: questo per un migliore
controllo dell’inquadratura. Gli
obiettivi sono intercambiabili (ma
attenzione alla polvere sul sensore), anche per l’utilizzo (ma non
sempre) delle ottiche delle vecchie reflex a pellico- oltre 1.200 € circa, con lo zoom
la, con il vantaggio di poter disporre nella macro- di serie compreso. Però acconfotografia di obiettivi ad hoc. Hanno una grande tendandosi di una risoluzione
versatilità, per qualsiasi esigenza di immagine, un non particolarmente elevata
controllo del flash adeguato per la foto macro, e sono ancora disponibili sul mertempi di scatto veloci.
cato fotocamere nuove, di non
I sensori (vere anime delle fotocamere, più grande recente produzione, a prezzi
è il formato, più elevato il numero di pixel, supe- vantaggiosi, come Canon Eos
riore è la qualità della foto, grazie anche al
miglioramento dell’informatica utilizzata),
attualmente utilizzati sono: il CCD (in alcune
marche) e CMOS (nelle Canon). Essi hanno
dimensioni maggiori rispetto alle bridge ed
alle compatte, con una migliore qualità
dell’immagine e precisione, avvicinandosi
all’inquadratura delle reflex 35 mm analogiche. Seppur più vicini al formato tipico delle
reflex tradizionali e cioè il 24 x 36, ancora ad
oggi i sensori hanno, però, dimensioni inferiori e dunque i costruttori per ovviare a questo inconveniente utilizzano ottiche con focale diversa rispetto alle vecchie reflex.
Di solito il rapporto di moltiplicazione per
comprendere il risultato della focale che si Fotocamera reflex Nikon D80 con sensore da
utilizza su una digitale, è mediamente, di 10,2 megapixel
1,5x.
Le risoluzioni del sensore, delle attuali fotocamere, 350D e Nikon D50.
sono piuttosto elevate e vanno ormai da 8 Per i più esigenti altre sono le
megapixel in su, avvantaggiando notevolmente la opportunità di scelta tra le reflex
qualità dell’immagine.
di fascia superiore semiSono sostanzialmente costose (ma il forte incre- professionale e professionale,
mento delle vendite sta permettendo un abbassa- macchine particolarmente robumento del prezzo finale) e soprattutto sono costosi ste e ricche di funzioni. La spegli obiettivi di qualità, i più luminosi. Attenzione sa, però, può elevarsi davvero
agli obiettivi compresi nei kit di serie per la scarsa sensibilmente.
qualità: si tratta di zoom con focale compresa tra Ma di questo forse parleremo in
18 e 70 mm. poco luminosi e non particolarmente una prossima occasione.
■
indicati per foto macro di buon livello. Inoltre, come già detto, il monitor LCD ha solo la funzione di
Giovanni Di Stapoter visionare l’immagine dopo scattata e non
sio
prima. Fa eccezione l’Olimpus E-330 che possiede
un nuovo monitor LCD con funzione di mirino.
Fonti consultate: Almanacco FotografaLe più interessanti reflex digitali di fascia amato- re 2006, Plein Air Market n. 412 e 414,
fotografi n. 10, Fotografare novemriale oggi sono: Canon Eos 400 D, Pentax K10D, Tutti
bre e dicembre 2006, Foto Cult novemNikon D40 e D80, Olympus E-400, Sony Alpha bre 2006, Fotografia Reflex di dicembre
A100 ecc., con prezzi oscillanti tra gli 800 € e gli 2006, Altroconsumo di dicembre 2006.
17
funghi e natura
S
Il fungo della copertina
Agrocybe aegerita
pero abbiate individuato subito il fungo della
copertina di questo numero…. Beh! Bisogna
onestamente dire che da questa immagine, il
nostro fungo appare ancora immaturo, essendo il
cappello ancora non sviluppato e alcuni caratteri
distintivi (lamelle e anello) non ancora evidenti.
Dunque non è assolutamente semplice
l’individuazione!
La specie fotografata: Agrocybe aegerita, nome
volgare “pioppino” o “piopparello” è uno dei funghi più comuni: è possibile trovarlo anche in vendita tutto l’anno, essendo, da tempo, una specie coltivabile.
L’etimologia (dal Greco) ci dice che è legato al
pioppo nero: difatti facendo ben attenzione agli
alberi di pioppo in città, già dall’inizio della primavera e dopo un’abbondante pioggia, bei cespi di
pioppini possono apparire ai nostri occhi, in alto,
irraggiungibili sui rami più elevati. E’ tra i primi
funghi ad apparire nella stagione micologica, mentre il primo fungo ricordo essere quasi sempre
l’Entoloma saundersii var. hiemale crescente nei
parchi cittadini.
Agrocybe aegerita (Briganti) Fayod
Cappello: da 3 a 12 cm. di diametro, dai colori
bruni caldi che tendono a sbiadire nettamente con
lo sviluppo. La forma è convessa per poi divenire
piana; superficie rugosa, viscida con l’umidità,
sericea con tempo asciutto e tendenza a screpolarsi.
Lamelle: fitte biancastre, poi successivamente bruno-tabacco a causa della caduta delle spore (fungo
ocrosporeo).
Gambo: ha dimensioni estremamente variabili,
comunque più lungo del diametro del cappello, il
colore è biancastro tendente a imbrunire. C’è una
presenza di un anello biancastro e membranoso
(supero).
Carne: biancastra e l’odore è buono, gradevole:
invita alla raccolta.
Habitat: dove cresce? Come già riferito si sviluppa
in forma cespitosa su vecchie ceppaie o sui tronchi
18
di alberi vivi di latifoglia, in particolare di pioppi, dall’inizio della
primavera all’autunno inoltrato.
Dunque, se leggete l’articolo a pag.
12 della nostra brava Cinzia, scoprirete che il “piopparello” ha un
doppia strategia alimentare, ossia è
parassita, quando cresce su piante
vive, e saprofita, quando prospera
su ceppaie o su residui di elementi
organici.
Molto
probabilmente è
stato il
primo
fungo ad
essere
s t a t o
coltivato. DiTavola di Karin Shishko
fatti si
riesce a
riprodurlo utilizzando tronchetti di
pioppo, anche paglia e altro materiale organico vegetale. Dopo alcune settimane (2-3 mesi), in
un’idonea condizione ambientale,
il micelio, ormai sviluppatosi, riesce a fruttificare. Come saprete è
un fungo molto apprezzato e ricercato, in particolare lungo i fossati
delle campagne; su vecchie ceppaie
è facile che il piopparello cresca,
meno facile è riuscire ad arrivare in
tempo per la raccolta, perché non
so Voi, ma per quanto mi riguarda
non riesco mai a scorgerlo in tempo, c’è sempre qualcuno che è molto più lesto di me!
Giovanni Di Stasio
dalla Federazione dei Gruppi Veneti
Si è svolta sabato 27 gennaio 2007 l’Assemblea della Federazione dei Gruppi Veneti. Presenti i
gruppi di Bassano del G., Carpinetum Mestre, Castellano, Cetto Mestre, Chiampo, Cittadella,
D.L.F. Verona, Lugagnano, Mirano, Monticello C. Otto, Mottense, Orto d’Europa di Caprino
Veronese, “Naccari” Chioggia, Padova AMB, Padova Saccardo, San Donà, Thiene, Treviso Saccardo, Soc. Veneziana, Valdagno, Vicenza e Villadose.
Dopo la relazione iniziale del Coordinatore Silvano Pizzardo e le formalità di rito è stato deciso
dall’Assemblea il programma per il corrente anno. Queste le prossime attività:
Sabato 17 marzo: 8° incontro di microscopia sul Genere Inocybe che sarà tenuto dal team Aiardi,
Bizio, Castellan, Costiniti e Giliberto;
Domenica 08 luglio: 2ª giornata di socializzazione tra i gruppi in località Spiazzi – Montebaldo
con l’ausilio degli amici del Gruppo Orto
d’Europa;
Venerdì 19 e sabato 20 ottobre: 27° Comitato
Scientifico in una località del Cansiglio;
Sabato 17 novembre: XXVIII° Comitato Scientifico (1 giorno) in una località dei Berici (VI) con
l’ausilio degli amici di Vicenza.
i nostri appuntamenti fino a luglio
Marzo
Lunedì 5
Lunedì 12
Lunedì 19
Lunedì 26
Aprile
Lunedì 2
Lunedì 16
Domenica 22
Lunedì 23
Lunedì 30
Maggio
Lunedì 7
Lunedì 14
Lunedì 21
Domenica 27
Lunedì 28
Giugno
Lunedì 4
Lunedì 11
Lunedì 18
Lunedì
Luglio
Lunedì 2
Inizio anno sociale: corso di Micologia
Corso di Micologia
Corso di Micologia
Ruolo dei funghi nell’economia del bosco e dell’ambiente.
Assemblea dei Soci (non elettiva)
Le erbe spontanee
Uscita sui Colli Euganei: Giro Monti Orsara e Rua
Ordine Pluteales
Leggi e regolamenti
Ordine Boletales
I Colli Euganei
Arriviamo al Genere
Uscita sui Colli Euganei: monte Cero e Calaone
Tossicologia: breve latenza
Classe Ascomycetes
Ordine Pezizales
I funghi dei Colli Euganei
Funghi a confronto
Quiz micologico
19
Perché associarsi!
Alcuni buoni motivi per associarsi alla
A.M.B. di Padova:
frequenza dei corsi di micologia e partecipazione alle serate dedicate all’ambiente ed
all’ecologia;
abbonamento gratuito alla Rivista di Micologia
e a Funghi e Natura;
passeggiate micologiche e ambientali in compagnia di esperti;
libri e manuali di micologia editi dall’A.M.B. a
prezzi favorevoli.
funghi
e
natura