Y Generation
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....................................... .................................. N° 40 Cover Story Y Generation Gli alieni sono tra noi I OTTOBRE 2009 ......................................... 1 Editoriale di Azzurra Smolari ......................................... [email protected] Da qualche settimana ho imparato ad andare in bicicletta. Un po’ tardino, alla mia età, penserete. Ma del resto, non è mai troppo tardi. In realtà sono capace già da qualche anno: ne avevo circa cinque, credo, quando una bambina poco più grande di me (che ora ho scoperto essere una mamma felice) mi insegnò con pazienza a guidare senza le care rotelline laterali. Ricordo anche le gite della domenica con mio padre e il mio fratellino, a primavera, quando la natura lungo le stradine di campagna si risveglia in tutta la sua violenta bellezza, mentre i boschi sembrano voler conservare ancora così gelosamente il lungo torpore dell’inverno. Quelle passeggiate in bicicletta, fatte di salite quasi interminabili e pericolose discese (mio fratello lo sa bene), sono tra i ricordi più belli della mia infanzia. Poi si cresce e fanno la loro comparsa prima il motorino e poi l’ambita auto, simboli di un periodo fatto di sogni e aspettative, libertà rubate e trasgressioni, curiosità voraci e bisogno di scoprire il mondo, il più velocemente possibile. E la bicicletta finisce inevitabilmente in garage, vestigia di un passato spensierato e di un’innocenza irrimediabilmente perduta. Se ho ripristinato quel passato e ho re-imparato ad andare in bicicletta lo devo ai vigili, i quali mi hanno ritirato la patente qualche giorno fa. Non pensate male: non guidavo con lo stomaco pieno di moiti, e neppure sfrecciavo in tangenziale a 150 km/h. Semplicemente, o più stupidamente, ho superato un’auto della Polizia Stradale, con molta malizia e poco rispetto. E siccome, nonostante andassi piano, le auto sorpassate erano due, la loro e un’altra, mi hanno contestato l’art. 148 del Codice Stradale (sorpasso di auto in colonna). Ovviamente ho fatto ricorso dal Giudice di Pace, ma ho perso. Mi sono sentita una vittima dell’ingiustizia sociale per qualche mese, con tanto di arringhe e lamenti, fino a quando, un bel sabato sera in cui mi appropinquavo a uscire, i vigili sono venuti a trovarmi e mi hanno sequestrato la preziosa licenza di guida. All’inizio mi è sembrata una tragedia, un ostacolo in 4 sormontabile l’essere relegata in uno sperduto paesino sul lago dove nemmeno gli autobus passano; poi mio padre mi ha prestato la sua bici da corsa “Baldi”, che ho scoperto avere 40 anni, anche se sembra nuova. Da allora sono passate due settimane, e pedalata dopo pedalata (per ora il contachilometri ne segna 270), ogni prospettiva appare diversa. Innanzitutto il vittimismo: quando si subisce qualche ingiustizia, un concorso di colpa probabilmente c’è sempre; magari in buonafede, ma c’è. Come nel mio caso: ho pagato la mia leggerezza, il mio non prendere sul serio, troppo spesso, le situazioni e le persone, far finta che tutto sia una sorta di gioco. Ma a volte quando si scherza col fuoco ci si brucia. E’ da mettere in calcolo. Questa per me è stata un’importante lezione. Chissà se ne farò tesoro… In secondo luogo mi sono trovata a riflettere su come viviamo la strada. Da una bicicletta le visuali cambiano drasticamente: si è più vulnerabili, non si è più i padroni della carreggiata. E da una tale posizione di subordine, si notano tutte le scorrettezze che invece sono normali quando si è al volante: la velocità che è sempre eccessiva se si è in prossimità di un centro abitato; la disattenzione che a volte mette in serio pericolo gli altri o il fatto che troppo spesso non ci si preoccupa nemmeno che ci possano essere gli altri, veicoli, biciclette o pedoni che siano. Da una bicicletta si capisce quanto la noncuranza, se si guida un’auto, sia pericolosa. Purtroppo molto spesso questa noncuranza non è che il riflesso dell’arroganza e della maleducazione di cui siamo schiavi. Forse andare in bicicletta è un ottimo modo per rieducarsi al rispetto degli altri. Io l’ho potuto sperimentare. Vorrei poi risparmiarvi i pregi che ho scoperto avere lo spostarsi su due ruote (la scoperta dell’acqua calda insomma), ma non riesco a resistere: benefici per fisico e mente, si può parcheggiare praticamente ovunque, non si inquina e ci si sente quindi ecocompatibili più di un’auto ibrida di ultima generazione, senza contare che si risparmiano i soldi di carburante e meccanico. Ma soprattutto, si impara a vedere ogni salita come una sfida con se stessi, come se i nostri limiti fossero lì solo per essere superati; si capisce che nessun traguardo, se lo vogliamo davvero, è così difficile da raggiungere. L’insegnamento è imparare a vivere diversamente le sfide: come un’opportunità, più che come una difficoltà. In ultimo, cambia il nostro rapporto con il tempo. Mi scuso perché questo pensiero è un po’ banale. Da ragazzina non sopportavo le banalità: le trovavo ridicole, superflue, noiose. Crescendo ho capito che sono proprio le cose banali quelle da riscoprire per prime: in esse sono racchiuse bellezze perdute, sporcate dall’uso e dall’abuso. E’ una sfida difficile da raccogliere, quella di trovare la bellezza originaria in ciò che è talmente inflazionato da non mostrarne alcuna, all’apparenza. Il pensiero banale è che siamo sempre tutti di corsa: non abbiamo mai tempo per nulla, per bere un caffè con un amico, per ascoltare cosa ha fatto durante la giornata nostra madre, per andare a trovare una persona anziana che ci ha visto crescere. O per addomesticare le volpi. Siamo sempre di corsa e di corsa non si può notare nulla: non si vede il cambio delle stagioni, non si sente il vento raccontare storie lontane. Non ci si accorge che stanno sparendo le lucciole e le api. Ci sfugge persino che il mondo intorno a noi sta cambiando, in un modo che ai nostri nonni non sarebbe piaciuto. E, peggio, non si avverte quando qualcuno ha bisogno di noi. Siamo sempre tutti di corsa, e il sospetto è che corriamo a perder tempo. 5 bre vem No Ricordi del Tocatì 1 27 28 25 26 4 2 23 29 30 Piazza Dante, Verona 8 22 2 3 4 5 6 7 14 17 18 19 21 20 9 10 1 1 12 13 15 16 fotografia e progetto grafico di Marianna Zocca di Margherita Grumi Volontariato di Marianna Zocca Cover Story 31 di Paola Serena 11 8Design Cucina di Marianna Zocca Salute e Bellezza 33-35 benessere di Jessica Rumi bellezza di Marianna Vindico moda di Daniela Merlino 10 14 13 Motori Comicità via Brescia 8 25080 Soiano sul lago (BS) tel. 393 9438145 [email protected] www.15quindici.it direttore responsabile Azzurra Smolari [email protected] vicedirettore Luca Modonesi [email protected] art director Marianna Zocca [email protected] prezzo di copia redazione 1,00 euro Claudio Arivetti Valentina Cane Alessandro Carboni Alberto Castrini Carlo Contrini Diego Corsini Agnese Facchini Stefano Gardelli Alessandra Giotto Gianluca Gorlani Filippo Grumi Bedizzole Brescia Calcinato Calvagese d/R Castenedolo Castiglione d/S Chiari Desenzano d/R Gargnano Gavardo Lonato Molinetto Montichiari Prevalle Rezzato Salò S. Eufemia Soiano s/L Toscolano-Maderno Villanuova s/C. 8-16 18-19 diCristian Sgotti di A. Facchini e L. Savoldi di M. Smolari 15 di Madame SìSì Posta Autorizzazione del Presidente del tribunale di Brescia n. 17/2007 del 18/05/2007 distribuzione Cultura 12 Erbe di Agnese 15quindici direzione redazione amministrazione 5 cinema di Francesca Roversi libro di Emiliana Cirelli racconto di Alberto Castrini arte di Valentina Cane ed Anna Leopaldo teatro 21-26 9Musica di Filippo Grumi di Ferdinando Magnino 38 7 l’ Ingegnere il Commercialista 32 26 Eventi 4 3 Normative e Consigli 28-29 6 09 40-41 l OTTOBRE 30 N° 40 Attualità 42-43 ................................... 2 Margherita Grumi Anna Leopaldo Silvia Lombardi Ferdinando Magnino Jessica Rumi Loredana Savoldi Paola Sembeni Paola Serena Cristian Sgotti Madame SìSì Massimo Smolari Mario Bruno Veronesi Valentina Vezzani Marianna Zocca 44-45 Editoriale 20 Sommario di Azzurra Smolari 4-5 1 punti di vista di Stefano Gardelli controcorrente di Massimo Smolari di tasca nostra di Gianluca Gorlani ambiente di Claudio Arivetti notizie in pillole di Diego Corsini crediti fotografici Per le immagini senza crediti l’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. E’ Ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento di quanto concorre nei loro confronti. ................................... per la tua pubblicità illustrazione editoriale Valentina Vezzani foto di copertina Marianna Zocca stampa Tipolitografia S. Eustacchio ringraziamenti Fondazione Istud tel. 393 9438145 [email protected] www.15quindici.it ................................... 2 Attualità ............................. di Stefano Gardelli [email protected] punti di vista Alcuni luoghi comuni ricorrenti nel linguaggio pubblico italiano testimoniano il nostro immobilismo e il continuo perpetrarsi di sensazioni, riti e immagini che accompagnano il lento e impercettibile declino di una parte del paese. La più inaccettabile delle locuzioni verbali è senza dubbio “riforme strutturali”. “Vi è la necessità di riforme strutturali per il rilancio del paese”: è da quando ho iniziato ad ascoltare i telegiornali che sento invocare la necessità di riforme strutturali. Qualcuno di voi ha però mai capito cosa diavolo siano, oltre che sterili locuzioni utili ad accreditare i soloni delle nostre elites? Ora, ammettiamo che le riforme strutturali siano chiaramente identificabili: la riforma del welfare, del lavoro, della pubblica amministrazione, della giustizia, e chi più si diverte ad elencarle meglio è, perché in Italia ci sarebbe bisogno di una riforma strutturale praticamente per qualsiasi cosa... Quello che io mi chiedo è se sia possibile che in uno stato degno di tale accezione non si riesca a scardinare il potere delle lobbies, delle corporazio8 NO non in Italia ni, dei balzelli e dai diktat imposti da chiunque abbia una rendita di posizione, e finalmente riformare questo paese? Non si chiede di ribaltare dalle fondamenta un sistema al collasso ormai esaurito, ma semplicemente di riformare seriamente uno stato. No, non in Italia. Un altro ritornello ricorrente è quello, doloroso, delle “tragedie annunciate”. Stavolta non voglio soffermarmi sui (giustissimi) luoghi comuni che ci vengono propinati ogni volta che si deve analizzare un disastro determinato dall’incuria o dal non rispetto delle leggi (Italia “paese dei furbi”, “paese dove non viene fatta rispettare la legge”, “paese dove fatta la legge trovato l’inganno”, “paese dove la corruzione è endemica e ognuno pensa solo al proprio orticello”). Stavolta vorrei interrogarmi sull’anima del nostro paese, su quell’anima fatta di immagini, di parole che evocano sensazioni condivise, di pensieri che danno forma a un certo modo di vivere. Quell’anima non è stufa e ferita nell’orgoglio da questo continuo gioco verbale e da questa continua violenza? Non siamo stanchi di essere presi in giro da un linguaggio tragicomico, fatto di locuzioni ripetute centinaia di volte, alla cui radice sta il germe dell’immobilismo, della conservazione e di una polverosa assuefazione? Io, per esempio, sono stufo di sentire che a una manifestazione hanno partecipato un milione di persone “secondo il sindacato e duecentomila per la magistratura”, che “maggioranza e opposizione dovrebbero dialogare”, ecc. E si badi, non è un discorso di parte. In questo gioco non ci sono buoni o cattivi. In questa rappresentazione io vedo solo figuranti, personaggi grotteschi, parassiti, gente inconsapevole, attori che recitano il proprio ruolo per portare a casa la pagnotta, vittime che a loro volta vestono i panni dei carnefici e viceversa. E poi guardo la grande maggioranza delle persone: uomini e donne che spendono la maggior parte della propria esistenza a lavorare e fare sacrifici. Mi chiedo se l’anima della nazione sia ancora viva e, nel caso, abbia ancora la forza e la voglia di credere in un’altra visione di paese, di sognare e seguire una diversa rappresentazione di Italia, e di immaginare una storia per il futuro che dia senso al nostro oggi. Un progetto che non sia affidato ai professionisti delle parole, ma a uomini e donne con il fuoco dentro. 2 Attualità ......................................... contro corrente di Massimo Smolari Ci sono cose che non andrebbero dette, tantomeno scritte: sono ovviamente e fatalmente quelle “politicamente scorrette”.L’ennesima catastrofe ambientale: le frane in Sicilia hanno portato lutti e dolori in una terra lasciata all’incuria, allo spreco e a un disinteresse di tutti, dalle incapaci amministrazioni locali ai privati cittadini. E’ certo distruttivo dire che nel sud della penisola si è costruito abusivamente praticamente dappertutto, che sono 60 anni che il meridione riceve in regalo (di fatto) enormi quantità di denaro cronicamente e ostinatamente sperperato, che buona parte dei politici meridionali sono corrotti, che ormai quattro regioni sono gestite dalle varie mafie, che gli sprechi e la distruzione di fondi pubblici sono da tempo istituzionalizzati. O che il riscatto atteso da decenni (o secoli) probabilmente non arriverà mai e che il sud è stato salvato dall’ancora che la società produttiva del Paese gli ha sempre regalato. 10 La realtà è che l’inerzia amministrativa, la cultura dell’illegalità, l’abitudine a non rispettare le regole, il vittimismo cronico e l’indolenza spacciata per fatalismo hanno scavato un grande solco tra due mondi diversi e diversi modi di vivere e pensare. Gli esempi del Friuli e del Piemonte alle prese con terremoti e alluvioni non sono serviti a niente, e nessuna lezione viene mai imparata dalle proprie e altrui esperienze; nulla scalfisce l’atavica indifferenza di regioni che producono come paesi africani ma consumano come società opulente. Forse sarebbe il momento di dire basta, di dire con forza che il sud deve farcela da solo, che deve reagire e che non può più restare eternamente al traino della parte produttiva del paese. E forse solo i giovani possono farlo. Ma è difficile essere ottimisti, è difficile crederci: la putrefazione di intere aree del nostro Paese sembra irreversibile e sembra che non importi più a nessuno, nemmeno ai diretti interessati. Perché è l’insieme dei comportamenti individuali che rende una società civile o meno. 2 Attualità ............................. Le Borse nel 1930 Michele Spallino, economista indipendente, pochi giorni fa citava un articolo di giornale. Attenzione, leggete fino in fondo altrimenti tanto ottimismo potrebbe nuocere ai vostri risparmi… “Il mercato è diventato tecnicamente più forte, i declini di giugno ed inizio agosto sono serviti a far cadere le mani deboli, le notizie economiche recenti sono incoraggianti, inclusi ordini e vendite al dettaglio. Tutto indica che ci saranno buoni guadagni ulteriori sulle azioni nel prossimo futuro, anche se gli utili del terzo trimestre fra qualche settimana possono disturbare il trend.” La fonte è il “Wall Street Journal” che da più di un secolo si occupa di Borse mondiali.… ma è un articolo del settembre 1930! Se un risparmiatore si basa su un’informazione in conflitto di interesse, può perdere i propri risparmi (pensate ai del 1929-32): può infatti succedere di venire invogliati a comprare titoli in Borsa perché giornali e TV dicono che è un momento buono, mentre in quello stesso momento i meglio informati stanno liberandosi velocemente delle proprie azioni! Sarò più esplicito. In queste settimane, quando Piazza Affari chiudeva la giornata in guadagno, il totale degli ordini era 100 milioni di azioni, mentre quando la giornata era solo lievemente negativa, gli ordini erano almeno il doppio. “Il cerino acceso” Studio di Consulenza “San Michele”© e “Club Opportuni Investimenti”® Gianluca Gorlani Bedizzole, lì 02.09.2009 [email protected] di Gianluca Gorlani [email protected] di tasca nostra Le Borse oggi Questo per me ben rappresenta la teoria del “cerino acceso”: gli investitori più informati (rileggete “Il giallo finanziario dell’estate” sul nostro sito www.15quindici.it/articoli-353.htm) puntano sì il proprio denaro quando la Borsa sta salendo, ma vendono tutto quando sembra che cali (mica sciocchi!). Insomma, devo passare il cerino acceso a qualcuno, prima di bruciarmi le dita… capito? Altre notizie che giravano a settembre del 1930: “Brokers, businessmen, e pubblico ottimisti; il 75% delle brokerage houses (Banche d’investimento) consiglia di comprare azioni.” “I certificati del tesoro, cedola 2, 375% scadenza a un anno, vanno a ruba: richieste superiori di quattro volte rispetto all’offerta.” La FED, (la Banca Centrale americana c’era, ahinoi, già in quegli anni) scriveva: “mentre la ripresa degli affari sarà indubbiamente graduale e caratterizzata da incertezze, (…) vi è una buona chance che Wall Street sarà positiva durante i prossimi mesi invernali.” Spallino si ferma qui, ricordando che, dopo il rimbalzo del 50% che aveva prodotto tutto questo ottimismo (come in questi mesi del 2009, anche se non sono state recuperate le perdite generate nell’Ottobre 2008), nei mesi successivi la Borsa riprese la discesa, che la portò nel 1932 ad aver perso l’85% dai livelli pre-crisi del 1929. Scudo fiscale, condono “immorale” Corrado, assicuratore di Bergamo, mi scrive chiedendo perché non mi metto il cuore in pace. Ecco, non mi va proprio di accantonare gli anni all’Università Bocconi, nei quali ho imparato che un’economia sana deve essere a disposizione dei risparmiatori per consentire di realizzare i loro sogni, finanziando buoni progetti, e non quelli di finanzieri immorali. Sogno ancora un mondo nel quale prevalga la buona volontà e il desiderio di lavorare per il bene di tutti, non solo per il proprio tornaconto. Poi invece leggo del terzo condono fiscale di Tremonti chiamato “Scudo” e mi cadono le braccia, pensando a quanti ricchi bresciani, quando pochi anni fa salì al potere il Centrosinistra, mi confessarono che avrebbero ripreso a portare all’estero i soldi, per timore di una tassazione che avrebbe potuto penalizzarli. Dunque Alberto (se non ti sei già trasferito in Sud America come desideravi) non è forse ora di riportare in Italia i capitali esportati illegalmente? Ti si offre di pagare solo il 5%, cioè meno della metà del 12,5% di tasse che gli onesti risparmiatori pagano sugli interessi dei BOT… Sarà un caldo autunno (spero). 12 2 Attualità .............................. di Claudio Arivetti [email protected] ambiente Fratelli d’Italia, l’Italia s’è... addormentata sulle fonti fossili Qualche mese fa si è svolto a Parigi il REN21. (Renewable Energy and Policy Network for the 21st Century), un convegno internazionale sulle Energie Rinnovabili, durante il quale sono stati resi noti i dati riguardanti la loro diffusione nel 2008 Il quadro generale che si è profilato è incoraggiante, nonostante la sensazione sia che siamo ancora solo all’inizio. Solare, eolico e geotermia sono cresciute del 6% in un anno, mentre l’idroelettrico ha segnato un incremento del 10%. Anche la produzione da nucleare è però aumentata (+2%) e persino quella da oli fossili (+8%). In ogni caso, nel complesso continua ad aumentare l’uso di fonti energetiche pulite: nel 2008 l’energia prodotta dalle rinnovabili, senza contare le grosse centrali idroelettriche, generalmente assai meno ecologiche, è salita a 240.000 Megawatt, quasi tre volte la potenza atomica degli Stati Uniti. Incoraggianti i dati sull’eolico, che copre il 29% della produzione energetica mondiale arrivando a 121 GW, più del doppio della produzione nel 2005. riusciamo a guardare più in là di un palmo dal naso tappato dal crescente inquinamento della Lombardia. Italiani zombie o anestetizzati dalla crisi? Di sicuro poco lungimiranti. Forza, una mano sulla coscienza e molte meno sul portafoglio! Dura da capire? Fratelli d’Italia, l’Italia... si desterà? Nel 2008 hanno brillato Cina, Spagna per il fotovoltaico e Germania per il solare termico. L’anno scorso in Germania sono stati installati 200 mila nuovi sistemi di solare termico, mentre la Spagna, con 2,6 GW di nuove installazioni, è diventata leader del mercato del fotovoltaico. Una nota di merito anche alla Cina, che ha raddoppiato la produzione di energia pulita per il quinto anno consecutivo: nel 2008 è salita a 12 GW, più di quanto programmato originariamente per il 2010. Fonte: Paris, 13 May 2009: The REN21 Renewables Global Status Report E noi italiani? Poltroni! Per quanto riguarda l’energia da fonti rinnovabili, nel nostro paese gioca ancora un importante ruolo l’energia idroelettrica, la meno ecologica tra le fonti pulite: di circa 49 mila Ghw prodotti da energia rinnovabile, ben il 65% è generato dalle centrali idroelettriche italiane. Seppure in progressiva crescita, le altre fonti (solare, eolico, biomasse, geotermia) occupano il restante misero 35%. Purtroppo bisogna constatare che la produzione di energia, in Italia, è fortemente legata alle fonti tradizionali. Nel 1994 si contava su una produzione lorda di 231 mila GWh. Nel 2007, quasi 15 anni dopo, è cresciuta di un terzo, arrivando a 313 mila GWh. Questo aumento del fabbisogno energetico non ha tuttavia visto una parallela crescita nella produzione di fonti rinnovabili, la cui incidenza percentuale è scesa dal 20,9% del 1994 al 15,7% del 2007.Abbiamo osato e abbiamo frenato. Come nostro solito, abbiamo paura dell’innovazione e non 14 2 Attualità .............................. di Diego Corsini [email protected] notizie in pillole Camporella galeotta In Malaysia due fidanzatini sono stati scoperti dalla polizia mentre facevano l’amore nella propria automobile. Questo però è vietato dalla legge islamica e i due carnali trasgressori, una volta arrestati, sono stati condannati dal tribunale del paese e puniti a frustate. IL SAPERE E’ LA BEVANDA MIGLIORE DEL NOSTRO SPIRITO Andare a canossa Padre pupazzo A Vancouver, in Canada, due futuri sposini provenienti dal Colorado hanno deciso di unirsi in matrimonio in un modo estremamente anticonformista: la cerimonia è stata celebrata da un pupazzo animato da una ventriloqua. Parti veloci In Belgio, sulla tratta Parigi - Bruxelles, una donna ha dato alla luce la sua bambina mentre il treno correva a 300 km all’ora. Appena è cominciato il travaglio, il personale del Thalys, treno ad alta velocità francese, ha diffuso un annuncio cercando medici a bordo. Due medici e due infermieri hanno risposto all’appello e hanno aiutato la donna, che in mezz’ora ha partorito una bambina in ottima salute. 16 Canossa è un castello in provincia di Reggio Emilia, appartenuto alla contessa Matilde che ospitò papa Gregorio VII durante il conflitto con Enrico IV. Questi ricevette la scomunica dal Papa e -abbandonato da tutti- decise di implorarne il perdono. Così si recò a Canossa vestendo un saio, a capo scoperto e piedi nudi in pieno inverno. Dopo tre giorni di digiuno fu ricevuto dal Papa che gli tolse la scomunica. Da qui l’espressione “andare a Canossa”: significa riconoscere i propri errori e chiedere perdono per il mal fatto. Perche’ pepe e peperoncino bruciano? Il pepe è piccante a causa della piperidina, mentre la sensazione di bruciore del peperoncino è provocata dalla capsaicina. Contrariamente a quanto l’istinto ci porta a fare, bere acqua non aiuta affatto. E’ invece efficace bere latte, in quanto la caseina circonda le molecole di capseicina ed evita che si leghino alle membrane cellulari. Gli insetti soffrono? Gli insetti non sentono il dolore, perché hanno un sistema nervoso diverso da quello dei mammiferi. Non hanno infatti i nocicettori, responsabili della trasmissione del segnale di dolore ai neuroni. 3 Normative & Consili ............................... di Filippo Grumi [email protected] l’Ingegnere Costruire una casa Le norme non-scritte Sperando che nessuno di voi abbia visto la puntata di “Presa Diretta” andata in onda su Rai Tre Domenica 13/09/09, riassunto di come non si fanno le cose in edilizia, riprendiamo l’analisi dei punti critici nel rapporto committente/ tecnico. Abbiamo già affrontato la spinosa questione dei vincoli imposti dalle norme, che si risolve più o meno velocemente in quanto il progetto viene esaminato dagli enti preposti che ne verificano la conformità alle leggi. Altro discorso invece sono le “leggi” non scritte. Il committente, che è già restio ad accettare le norme, difficilmente accetta alcune regole che fanno parte del comune buon senso nella progettazione o che fanno parte del bagaglio di esperienze del progettista. Inutile premettere che il motto “il cliente ha sempre ragione” si applica anche quando si parla di case; ma, se possiamo permetterci di non accettare i consigli di una commessa per l’acquisto di un paio di jeans, constatato che di case una persona comune non ne cambia di certo quante un paio di jeans, sarebbe opportuno ascoltare e accettare, nei limiti della propria soddisfazione, i consigli del progettista. Il tecnico infatti solitamente ha fatto tesoro di quanto gli è stato insegnato dal cantiere: sia di ciò che gli è stato trasmesso da tecnici più anziani di lui, che dai propri errori (alzi la mano chi non ne fa!), e starà molto attento a non ripeterli nuovamente. Il committente solitamente ha una visione limitat a alle proprie esigenze, magari è anche la prima volta che costruisce una casa e si chiarisce le idee riguardo a ciò che vuole visitando le case di amici e parenti o, nel peggiore dei casi, sfogliando una quantità enciclopedica di riviste “del settore”. Spesso basteranno consigli banali, come orientare la casa secondo l’asse nord-sud, con la cucina ed il soggiorno a sud in quanto serve più luce negli ambienti dove si passa la maggior parte della giornata; oppure evitare i gradini tra cucina e soggiorno, belli ma in caso di persone anziane o bambini un pò pericolosi; o ancora meglio che il sistema fognario funzioni a gravità, cioè da solo, senza pompe che costano e si possono rompere, ecc... Concetti ovvi direte voi lettori di 15quindici, ma su queste semplici considerazioni capita che il committente non voglia sentir ragioni, mentre poi chiederà di progettare la casa secondo le regole del Feng Shui. 18 Scudo Fiscale Lo Prende il via la terza edizione dello Scudo fiscale (c.d. Scudo-ter) e cioè l’emersione, mediante rimpatrio e regolarizzazione, delle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero, in violazione della normativa sul monitoraggio fiscale. La strut- tura normativa di questa edizione dello Scudo fiscale rinvia, in buona parte, alle disposizioni delle precedenti versioni, sia dal punto di vista sostanziale che da quello procedurale, ma si inserisce 3 Normative & Consili ................................ il Commercialista ro che, negli anni, hanno esportato denaro ed altre attività oltre confine. Incremento della cooperazione amministrativa tra le autorità competenti dei vari Stati; Semplificazione delle procedure di scambio di informazioni, anche con Stati tradizionalmente restii a collaborare; Contrasto all’evasione internazionale; Caduta o attenuazione del segreto bancario; Questi i nuovi aspetti che dovrebbero rendere non più vantaggioso mantenere capitali all’estero in modo illegittimo. Si tratta di motivi che possono rendere opportuno “scudare” attività detenute all’estero al “prezzo” del 5% del valore delle attività fatte emergere. Così facendo, le risorse rimpatriate potranno essere immesse nell’impresa, costituire garanzia collaterale sui mutui bancari o, più semplicemente, lo Scudo-ter può essere il modo per chiudere un rapporto fiduciario con gestori esteri che si è dimostrato meno vantaggioso di quanto ipotizzato in origine. La norma fornisce una puntuale definizione dei soggetti interessati alla disciplina dell’emersione, limitando l’ambito di applicazione della stessa: alle persone fisiche; agli enti non commerciali, compresi i Trust; alle società semplici; alle associazioni equiparate alle società semplici ai sensi dell’art.5, co.3, lett.c), Tuir. Restano quindi escluse tutte le società di capitali (Spa, Sapa, Srl), le società di persone diverse dalle società semplici (Snc e Sas), nonché gli enti commerciali. Sono altresì esclusi gli enti pubblici. Lo Scudo fiscale può essere utilizzato anche dagli eredi: in caso di decesso del possessore dei capitali all’estero avvenuto dopo il 31.12.08, uno degli eredi presenterà dichiarazione riservata per conto del defunto. L’emersione mediante lo Scudo fiscale interessa le “attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori del territorio dello Stato” e ivi produttive di reddito imponibile in Italia. Tra le attività patrimoniali si comprendono, a titolo esemplificativo: gli immobili; le quote di diritti reali; gli oggetti preziosi; le opere d’arte; le imbarcazioni. Affinché tali beni realizzino un investimento estero, si deve trattare di beni che si trovano fuori del territorio dello Stato o intestati a società fiduciarie o posseduti dal contribuente per il tramite di interposte persone non residenti. 19 di Ferdinando Magnino [email protected] in un contesto internazionale largamente mutato rispetto al passato. Da più parti si è parlato di “ultima chiamata” per colo- 4 Volontariato ............................... La buona cura di Margherita Grumi [email protected] nei mie ricordi ...cosa faccio allora? Prendo l’ascensore! La mia missione alla ricerca della bontà è quasi agli sgoccioli: mancano pochi mesi a Dicembre e non vorrei dimenticare nessuno nei miei ringraziamenti: vorrei così raccontarvi di una persona, anzi, delle parole di una persona che mi hanno aiutato quando, improvvisamente, mi ha preso la nostalgia di casa… quello che voi chiamate il magone (e che ho capito non era certo un mago grosso!) L’ultima volta che mi sono sentita giù sono andata al Parco Airone di Bedizzole dagli Amici del Fiume Chiese che mi avevano fatto sentire come a casa, tra gli elementi della natura a me più cari, al tramonto, in compagnia dello Gnomo del parco... da allora mi sono organizzata per superare questi attacchi di nostalgia e ritrovare, non tanto il mio mondo, ma me stessa, per vivere la nostalgia senza dolore, con la consapevolezza che poi tutto passa e il cuore ne esce rinvigorito e più motivato a cercare ancora la stessa bontà che ho ritrovato Volevo stupirvi con effetti speciali ma io sono magia e non tecnologia... quindi non si poteva trattare di quell’ascensore che voi conoscete. E’ un ascensore speciale che può aprirvi solo Filippo Serranò, farmacista-poeta (o poeta-farmacista) di Anfo, piccolo paesino su quel bellissimo specchio d’acqua che è il lago di Idro: il suo è un “Ascensore Azzurro” di piccole dimensioni, 14x20, che vi porterà in quarantatre piani di amore e nostalgia, ricordi e poesia. Grazie alle sue parole ho trovato la mia “cura”… Sono sicura che se voi riusciste a riscoprire il valore terapeutico della poesia, sareste molto meno indifferenti all’odio e all’egoismo che ci circonda perché ne diventereste talmente insofferenti da cercare la bontà e volerla gridare ai quattro venti come sto provando a fare io… parola di fatina. Per questa cura non serve ricetta e non ci sono controin- dicazioni, la posologia è a gradimento e la scadenza non esiste (e come potrebbero avere scadenza i nostri ricordi?). Vi lascio con ciò che più mi ha guarito e che ho scelto per voi. Per una cura personalizzata è sufficiente “prendere l’ascensore” e fermarsi al piano che vi farà stare meglio! La vostra fatina buona The Informant, presentato da Matt Damon al Festival del Cinema di Venezia, è l’ultimo film di Stephen Soderbergh (famoso per aver diretto la serie Ocean’s). Si può dire che la storia ruoti intorno a un unico argomento: le menzogne, di cui si può talvolta abusare, rischiando di perdere il controllo della situazione. Potrebbe sembrare un tema serioso e pesante, ma Soderbergh dirige con la sua classica leggerezza, riuscendo a rendere questo film molto piacevole, quasi delizioso, seppur la storia di fondo fornisca diversi spunti di riflessione. Basato su una vicenda realmen- te accaduta, “The Informant” racconta la storia di Mark Whitacre, un tipo un po’ strano ma geniale, che pensa di poter incastrare i leader corrotti della sua società (la ADM) lavorando segretamente come informatore per l’FBI. La principale caratteristica del protagonista è che, seppur sembri il ritratto della brava persona qualunque, è molto, molto bravo a mentire. A tutti. Mark ha un innato talento per le menzogne. Il film presenta molti monologhi del protagonista, ma non il tipo di monologhi che ci si potrebbe aspettare: invece di concentrarsi su ciò che sta accadendo attorno a lui, i discorsi di Whitacre riguardano cose molto casuali, quasi stupide, senza alcuna importanza, ed è anche questo che rende la storia tutt’altro che noiosa e alquanto ironica. Whitacre è completamente sincero riguardo alla corruzione della sua compagnia, ma non riesce in nessun modo a evitare di mentire su se stesso, anche 5 Cultura .............................. cinema [email protected] 21 di Francesca Roversi nelle situazioni in cui è davvero necessario dire la verità. Mente a chi dovrebbe dire il vero, ed è sincero con persone per le quali la verità non fa nessuna differenza: questo, in alcuni momenti, crea nello spettatore una grande empatia per il personaggio che ha chiaramente un problema, ma sembra non volersi lasciar aiutare da nessuno. Tutto il film è incentrato su Mark Whitacre, ed è per questo che il punto di forza della pellicola è la performance di Matt Damon, assolutamente degna di nota: l’attore non solo è ingrassato di 10 Kg per interpretare il ruolo, ma ha anche un carisma naturale (e un’innata predisposizione a piacere alla gente) che lo rende perfetto per il personaggio. Nel complesso The Informant è un bel film, a metà strada tra la commedia e il genere drammatico, che riesce a esser leggero e profondo allo stesso tempo e, nonostante un ritmo piuttosto lento, non risulta mai noioso. Ovviamente non manca il colpo di scena finale: uscendo dalla sala, lo spettatore non può non chiedersi perché non si sia visto fin dall’inizio. E, soprattutto, è uno dei pochi film che, senza pretese, riesce a far riflettere. Solo per questo, vale la pena di andare al cinema. E dopo aver visto il film, vi ritroverete a domandarvi se le cose che gli altri vi raccontano ogni giorno siano effettivamente vere, o se non siano soltanto bugie… 5 Cultura ........................... di Emiliana Cirelli [email protected] libro Il settimo cerchio “…Solamente quando sarai riuscito a placare il vortice delle domande e la sete di risposte, ti accorgerai di non avere più bisogno né delle une ne delle altre…” Mara Castellini ci trascina negli sconfinati territori dell’animo umano, insieme al protagonista del libro, Eliel, che in un indefinito giorno, senza tempo e senza data, si ritrova come partorito dal nulla, su una strada di campagna. Inizia così un percorso sull’interiorità dei sentimenti e sulle domande esistenziali che da sempre lambiccano il cervello dell’uomo. Nel suo viaggio introspettivo alla scoperta della verità, Eliel potrà avvalersi della saggezza arcaica del canuto Folco e dell’aiuto di un prodigioso taccuino, dispensatore di enigmatiche risposte alle incessanti domande che affiorano nella mente del protagonista. Il settimo cerchio affronta il tema della ricerca del senso profondo della vita, tra spiritualità e considerazioni sull’incidenza del determinismo in contrapposizione a un libero arbitrio che l’autrice considera solo “umana illusione”: “ ...le cose accadono quando devono accadere… è perfettamente inutile che ci affanniamo o ci lasciamo sopraffare dalla smania di farle cadere anzitempo. Inutile e controproducente.” Lo stile di scrittura è ricercato, caratterizzato da un ritmo lento, che riflette il taglio meditativo del romanzo. Il settimo cerchio è un libro da godere ed assaporare, e che costringe a riflettere sul significato di “destino”. Un destino apparentemente imperscrutabile, ma che non smette mai di fornire risposte. Alla fine del viaggio, si giungerà a una nuova consapevolezza di sé e del mondo, dove la verità, che muta costantemente, è sempre diversa da quello che sembra. Un romanzo che parla di un percorso spirituale, di ricerca, di conquista e crescita interiore. info per acquisto: tel. 030 9747832 [email protected] titolo Il settimo Cerchio autore Mara Castellini data di Pubblicazione Luglio 2009-10-03 genere Romanzo Introspettivo 22 5 L’angelo del rio prima parte Cultura .............................. racconto era il raccontarlo. Mi avrebbero preso per matto, come il Gustino, sbeffeggiato dall’intero paese, bambini compresi. Al ritorno mi preparai: sarei avanzato gattonescamente da dietro, senza fare rumore, per sorprenderla d’improvviso e verificare se m’aspettasse veramente. Ecco, scatto rapido, ma lei non è per niente stupita, anzi, pare proprio in attesa! Lo sguardo è incantevole; è addirittura più bella della Madonna della nostra chiesa, vestita con un manto tutto ricamato d’argento. Però stavolta c’èra un cambiamento: dal gran fascio di fiori stretto al seno n’erano caduti alcuni. Per favore non prendetemi per pazzo e specialmente non ditelo in giro, vi prego! Erano a terra, appassiti, come fossero caduti dalla parete. Nella composizione affrescata, infatti, ora c’era un vuoto. Mi sono guardato attorno e ne ho raccolto velocemente di freschi: margherite, qualche viola sull’argine e di quelli gialli. Sparsi a terra c’erano dei mattoni, ne ho fatto una scala per spingermi in alto e rimpiazzare il buco ma… inutile, ero troppo piccolo per arrivarci! Allora, un po’ deluso, li ho lasciati in buon ordine sul gradino più alto. Al mattino mi sono alzato presto, non potevo aspettare. Come per un appuntamento! ( continua...) di Alberto Castrini [email protected] Il mio primo approccio con le stagioni e la natura fu subito per me una fiaba che mi accompagna fin da bambino quando… Ma andiamo con ordine. Cominciò, quando iniziai ad andare a scuola da solo. Lasciata alle spalle la mia casa, appena superato un ponticello, la strada costeggiava un vecchio mulino abbandonato da tempo. Era a strapiombo sul bel torrente che scendeva rapido dalla montagna. Sulla parete larga che guardava verso i monti, c’era affrescata una bella fanciulla che avanzava sorridente con un mazzo di fiori. Da qualche giorno, quando le passavo davanti, pareva guardasse solo me e mi seguisse con lo sguardo fin quando giravo l’angolo. Questo non mi faceva nessun timore, anche se in verità uno l’avevo, ed aperto dalle 7.30 alle 24.00 chiuso il lunedì locale climatizzato presso il c.c. Le Pensiline, Molinetto di Mazzano info +39 334 2808956 23 5 Cultura .......................... Quando l’Arte torna a casa di Valentina Cane [email protected] arte Sono stati recentemente presentati presso l’Avvocatura Generale dello Stato 14 importanti reperti restituiti all’Italia dal Cleveland Museum of Art: è infatti proprio di questa alta magistratura che si serve il Ministero per risolvere l’annoso problema della restituzione di opere d’arte nazionali da parte di paesi non appartenenti alla Comunità Europea (per la quale, invece, sono siglati specifici accordi). Tra i reperti, un bronzetto nuragico del IX secolo, alto circa 20 centimetri, proveniente dalla Sardegna e raffigurante un guerriero armato di arco e un cratere corinzio della metà del VI secolo a.C.: entrambe le manifatture testimoniano l’importanza dei commerci nel Mediterraneo a queste altezze cronologiche. Di notevole pregio artistico anche una coppia di armille, braccialetti d’argento provenienti dal corredo funerario di una tomba etrusca di Vulci; un vaso-biberon a forma di maialino di origine sicula e pregevoli vasi funerari apuli, uno dei quali raffigurante Ettore, secondo la tradizione di origine greca così diffusa e imitata all’epoca. Ma nel nostro paese non sono rientrati solo vasi antichi. Fondamentale è stata la restituzione di una bellissima croce processionale in rame dorato del XIV secolo proveniente dal comune di Trequanda, presso Siena. Il Ministro Bondi ha così salutato l’evento: “Sono molto lieto di annunciare oggi il recupero di questi reperti, sottratti al nostro patrimonio culturale e restituiti grazie all’accordo concluso, nello scorso mese di Novembre, con il Cleveland Museum of Art. Credo che questo accordo sia una delle manifestazioni più alte della politica culturale del Ministero, che mira a perseguire l’obiettivo del recupero dei beni illecitamente fuoriusciti dal nostro paese non solo e non più con le armi della repressione, ma anche con gli strumenti della diplomazia e della collaborazione in campo culturale”. E questo nella imprescindibile consapevolezza che l’arte non ha confini geografici, né reali possessori. chiuso il martedì 24 5 Una notte Bianca tra incanti e suggestioni Artingenua [email protected] 25 di Anna Leopaldo Si partiva da una videoinstallazione creata da quattro pulsanti, che ha coinvolto l’imponente architettura del Nuovo Eden e la strada circostante: l’energia creativa, il fuoco, ha richiamato i visitatori che sono stati guidati dai performers della compagnia Teatro Contratto attraverso le suggestioni della luce che si infrange nelle acque colorate. Lo spettatore è stato così accompagnato in un’altra videoinstallazione, in cui uno scivolo da luna park immenso e colorato si trasformava in una torre dai colori psichedelici dove tutte le prospettive per magia mutavano, al punto che un bambino, alla fine del percorso, diveniva un gigante ai piedi della torre. Nella platea i visitatori erano invece immersi in un’arca di Noè, coinvolti da immagini di animali in cattività. Si poteva anche assistere a una cerimonia di ringraziamento alla madre terra ed essere coinvolti in una performance in cui una donna sacrificava resti di animali a un uomo che con quei resti creava musica. Un momento del percorso era poi dedicato al pensiero umano, alla creatività e all’immaginazione: un pupazzo fatto di carta, plastica e immagini accompagnava lo spettatore fino al cortile del Nuovo Eden, dove fiori psichedelici proiettati su un muro sancivano il momento del riposo. Gli artisti che hanno realizzato Genesis sono Vera Uberti, Cristina Imbrò, Stefano Staro, Francesca Longhini, Anna Merici, Fabrizio Saiù Ljuba, Corinna Heidecker, Valentina Dotti, Lucia Seghezzi, Massimiliano Vitali, Veronica Salvini e la compagnia Teatro Contratto. Il progetto è stato promosso da Nuovo Eden in collaborazione con Arteingenua, Associazione Culturale la cui direzione artistica è stata affidata a Vera Uberti. Arteingenua via corfù 106, 25124 Brescia, t. + 39 0302422111 www.arteingenua.it La Notte Bianca dell’Arte e della Cultura di Brescia che si è svolta lo scorso 3 Ottobre ha ottenuto un largo consenso di pubblico e critica: molte le persone che si sono accalcate nel centro storico per visitare le mostre e assistere agli spettacoli. Tra i numerosi eventi proposti, al Cinema Nuovo Eden è stato realizzato GENESIS, un progetto creato da 15 artisti residenti a Brescia, ma provenienti da diversi paesi nel mondo: un percorso di installazioni luminose e performances hanno animato il Nuovo Eden, sfruttando il cinema nella sua interezza. Tolta l’enfasi dal palco e dal grande schermo, il Nuovo Eden è diventato uno spazio vivente e interattivo fatto di meandri e angoli segreti. Attraverso le suggestioni e i significati che scaturiscono dai concetti di Fuoco, Cielo, Mare, Terra, Animali, Uomo e Riposo, gli artisti hanno creato un percorso in cui l’unico protagonista era lo spettatore. Cultura .............................. θέατρον 5 Il Teatro non ha categoria ma si occupa della vita. È il solo punto di partenza, l’unico veramente fondamentale. Il Teatro è la vita. (Peter Brook) Cultura ......................... di Azzurra Smolari Teatro “Teatro” viene dal greco θέατρον (théatron), che significa spettacolo, da θέα (théa), ovvero vista. Una rappresentazione teatrale utilizza parole, gesti, musica, danza, suoni. Non c’è necessità di testo: il movimento del corpo in uno spazio con fini artistici ed illustrativi, eseguito di fronte a un pubblico, è definito di per sé teatro. Oltre al teatro di prosa (in cui la parola è l’elemento più importante), esistono varie forme: l’opera lirica, il teatro-danza, il kabuki, la danza katakali, l’opera cinese, il teatro dei burattini, la pantomima. La recitazione è l’arte di rappresentare una storia tramite azioni sceniche. E’ interessante constatare come in molte lingue il verbo “recitare” coincida col verbo “giocare”. Il termine italiano, invece, pone l’accento sulla finzione, sulla ripetizione del gesto o della parola (re-citare = citare due volte). In origine (VI secolo a.C.) il teatro è connesso al culto di Dioniso. Durante le feste dionisiache gli abitanti di Atene formavano processioni accompagnate da canti che terminavano con un sacrificio. Questa sembra essere l’origine della tragedia, mentre incerta è quella della commedia. Secondo Aristotele “commedia” deriva da komos, villaggio, e potrebbe voler dire “canto del capro”. Si ipotizza fosse un rito propiziatorio in uso nei villaggi durante il quale si usava portare un fallo e inscenare pantomime per auspicare la fertilità. In origine i drammi, di argomento più mitologico che storico, erano interpretati da un solo attore, il quale usava le maschere per cambiarsi di ruolo. Gli autori Greci di tragedie più famosi sono Eschilo, Sofocle ed Euripide, mentre l’autore di commedie più noto è sicuramente Aristofane. Per i greci il teatro non è solo uno spettacolo, ma un vero e proprio rito collettivo, con la funzione di purificare dalle passioni. Secondo Aristotele tutte le forme di teatro, in particolare la tragedia, avevano una funzione catartica, in quanto rappresentavano l’inconscio umano. Venne addirittura istituito il theoricon, un sussidio che permetteva ai meno abbienti di accedere al teatro. E’ proprio Aristotele, nella Poetica, a indicare l’origine della tragedia (da tragos ovvero capro, l’animale che simboleggia Dioniso) nei cori ditirambici fatti in onore di Dioniso, che da spontanei assunsero la forma di cori da cerimonia. In seguito il capocoro venne sostituito da un attore che cominciò a pronunciare parole di contenuto non più legato al mito di Dioniso, alle quali rispondeva un coro, che costituì poi il nucleo centrale del dramma. Nell’antico teatro greco il coro era composto da canto e danza, interrotto da un narratore che spiegava e commentava l’azione. Scuola di Teatro Totale Eutithmos & Cromo Teatro Direzione artistica: Aldo Parolini 26 Cromo Teatro Le Maree, laboratorio teatrale per adulti da giovedì 22 Ottobre frequenza settimanale dalle 20.30 alle 22.15 PiazzaDuomoTre – Piazza Duomo 3, Salò (BS) t. 348 6725143 www.lemaree.it - [email protected] onde nel teatro di ricerca ν ChREATIVA by NIGhT Una Notte dedicata alle stelle di domani Domenica 25 Ottobre dalle 18.00 INGRESSO LIBERO Mercato Contadino dove: zona scuole medie, via Galilei e Caduti del Lavoro, Lonato quando: tutti i sabati, dalle ore 8.00 alle 13.00 BMF Botticino Music Festival 2009 Concorso Canoro Nazionale riservato a interpreti di brani editi e inediti Ospite della serata Fabio Concato dove: Teatro Centro Lucia - Botticino quando: sabato 24 Ottobre info: www.botticinomusicfestival.com 6 Eventi .......................... Le depressioni, spesso non viaggiano da sole. Conferenza I musicanti di Brema dove: Palazzo Todeschini, Desenzano quando: 20 Ottobre ore 20.30 Info: tel.030 9911027 dove: Palazzo Bertazzoli, Bagnolo Mella quando: domenica 25 Ottobre, ore 16.00 info: www.caramella.hostei.com Concert Series 2009. Ottobre con i Grandi Violinisti Autunno Musicale, XXVII edizione dove: Auditorium San Barnaba, Brescia quando: 21 Ottobre: Maria Milstein e Iryna Gintova (violino), Annalisa Londero (pianoforte). 28 Ottobre: Kyoko Takezawa (violino) e Edoardo Strabbioli (pianoforte). Inizio ore 21. info: www.concorsoviolinobrescia.org Concerto per Organo e Tromba Musiche di: J. B. Loillet, D. Buxtehude, J. Clarke,W. A. Mozart, E. Morricone, B. Slogedal, A. Piazzolla, S. Weiner La Bohème di Giacomo Puccini “Fortapasc” di Marco Risi Cineforum dove: Teatro Grande, corso Zanardelli, Brescia quando: 23 Ottobre ore 20.30; 25 Ottobre ore 15.30 info: tel. 0302979333 www.teatrogrande.it dove: Sala Paolo VI, Vicolo Oratorio 19, Desenzano quando: sabato 31 Ottobre ore 21.00 info: 030 9136942 4° Festa del tartufo La Figlia del Reggimento Spettacolo della compagnia Teatro a Pedali dove: Cailina di Villa Carcina, Chiesa parrocchiale S. Michele quando: sabato 24 Ottobre ore 20.45 dove: Polo Fieristico del Garda - via Rosario, Località Picedo, Polpenazze quando: 23-24 Ottobre ore 18.00; 25 Ottobre ore 8.00 info: tel.0365651389 Opéra-comique in due atti di Gaetano Donizetti L’Olio del Garda Sulle Ali del Novecento Mostra - mercato dove: Lazise, (Vr) quando: 24 e 25 Ottobre 2009 dalle ore 10.00 alle 20.00. Domenica 25 ore 10.00 convegno “L’olio nella cosmesi” e Degustazione guidata dell’olio nuovo, a cura dell’AIPO di Verona info: www.comune.lazise.vr.it “Ed io, secondo me” presentazione del libro di Margherita Alecci Scarpa dove: Galleria delle Battaglie, Brescia. quando: sabato 24 Ottobre, ore 16.30 dove: Teatro Grande, corso Zanardelli, Brescia quando: venerdì 6 Novembre ore 20.30; domenica 8 Novembre, ore 15.30 info: tel. 0302979333 www.teatrogrande.it L’ora al di là del tempo dove: Teatro Sancarlino, Brescia quando: sabato 7 Novembre ore 18.00 info: www.dedaloensemble.it ingresso libero “Tu e io siamo la luce” Recital per voce e violoncello. Lettura di Poesie di Pablo Neruda e musiche di Johann Sebastian Bach. dove: Auditorium S. Salvatore, via castello 2 - Rodengo Saiano quando: sabato 14 Novembre, ore 21.00 Per segnalare un evento a pagamento in testata o gratuitamente nell’elenco, scrivere a [email protected] 7 di Marianna Zocca [email protected] Cover Story .............................. 28 YGener Gli alieni sono tra noi Sei nato negli anni ‘80 e ora hai difficoltà a relazionarti con il mondo del lavoro, quasi venissi da un altro pianeta? Il tuo profilo professionale presenta caratteristiche non conformi a quelle richieste dall’ufficio risorse umane? Il tuo approccio al lavoro è trasversale, flessibile, curioso ma vivi l’azienda come una tappa del tuo percorso e non come un’entità di cui far parte e nella quale mettere radici far carriera? Bene, sappi che non sei solo: sei un alieno circondato da tanti tuoi simili nella stessa situazione. Fai parte della Generazione Y. La Generazione Y: questo l’argomento della ricerca condotta dalla Fondazione Istud (www.istud.it) e coordinata da Luca Quaratino, esposta lo scorso 30 Settembre durante la conferenza “How to manage Y Generation”. Noi che c’eravamo siamo usciti dalla sala quasi sollevati: vivere da alieni è molto difficile. Ma sapere di non essere soli permette di riuscire a affrontare le incomprensioni con le classi dirigenti e proseguire nella propria battaglia, convinti di aver delle buone carte da giocare. La ricerca “How to manage Y Generation” ha infatti condotto all’identificazione delle difficoltà che i nati negli anni ’80 riscontrano ogni giorno nel mondo del lavoro, ma soprattutto del gap generazionale che esiste tra i “quadri” di un’azienda e le nuove leve: i linguaggi e l’approccio al lavoro seguono processi completamente diversi. Mentre i giovani sono caratterizzati da un metodo trasversale, di conoscenza parcellizzata, fluida e veloce, la classe dirigente è legata a una struttura rationn gerarchica sia nel know how che nella scalata al potere. Abbiamo deciso di invitare i lettori di 15quindici ad approfondire queste tematiche soprattutto in seguito a un articolo di Repubblica, che recensendo la Conferenza ne ha riportato i contenuti in modo abbastanza stereotipato, definendo la generazione Y come quella del “tutto e subito” e dei video game, e affiancando l’articolo a uno sulle Baby Gang femminili. Ovviamente anche noi siamo “alieni” e dissentiamo da una simile lettura del fenomeno: io sono nata nell’1982, laureata, con un profilo professionale diffuso e conosciuto solo all’estero e che si sta costruendo a fatica un’identità professionale anche nel nostro paese. Sentire da una ricerca che c’è speranza, che qualcosa sta cambiando e che molti altri miei coetanei sono nella stessa mia situazione, mi ha confortato. La mia generazione, la generazione Y, è quella di giovani che non vivono più per l’azienda, ma con l’azienda, fino a che essa non li ostacola o non ne rispecchia gli interessi e le necessità. Anche l’ap- proccio al mondo del lavoro è diverso: ciò che prevale è il bisogno di condivisione e di una struttura piatta, basata sul brainstorming e sulla collaborazione. Ma siamo anche caratterizzati da una grande fragilità emotiva. Quella fluidità che ci permette di sviluppare velocemente progetti innovativi, ha qualche controindicazione: meno stabilità economica, territoriale e culturale. La nostra generazione ha la necessità di imparare dall’esperienza della generazione precedente. Di dialogare e capire le connessioni e le strutture nel mondo del lavoro. Capire è la parola chiave. La Generazione X (quella a noi precedente) ha invece l’esigenza di avvalersi della flessibilità della nostra generazione. La fondazione Istud propone come progetto di ricerca la formulazione di strategie per il dialogo all’interno della Generation Mix aziendale, chiave di volta per lo sviluppo e l’innovazione delle aziende italiane. Tra gli interlocutori delle tavole rotonde della conferenza: Coca Cola, Generali, Vodafon, Telecom, Brembo, Engineering, Ferrero, Ikea. Queste aziende hanno già attuato nuovi piani di ricerca e assunzione personale, secondo la consulenza offerta dalla Fondazione. Per approfondimenti: www.istud.it tecnologia lavoro 8 La parola “ Design di Marianna Zocca [email protected] ............................... D esign” “ Design” una parola che vagheggia nei discorsi. Si sente dire “Oggetto di Design”, è un Designer… ma spesso non si sa bene di cosa si stia parlando. Sembra un ambito che si avvicina all’arte, ma non lo è. Si lega alla forma, ma non solo. E’ connesso alla funzione, ma non riducibile a questa. Che cos’è quindi il Design? Il Design è una realtà Multiversa * sperimentale e molto complessa. Nasce come costola minore dell’architettura: i primi Designer erano architetti che avevano deciso di dedicarsi non solo a edifici, ma anche a prodotti, interni, linguaggi, servizi, scenari futuri. Oggi esistono Industrial Design, Visual Design, Product & Service System Design. Come definire il Design? Design è un termine inglese che non corrisponde all’italiano “disegno” (= rappresentazione grafica di oggetti, di luoghi, di figure etc.), ma piuttosto a “progettazione”. Il Design non è infatti connesso a un disegno, ma a un progetto, che implica anche cultura, ricerca, metodo. Il principale carattere del Design è la serialità, fondata su un lavoro d’èquipe, il cui momento di sintesi è rappresentato dal Designer, che può essere definito un anticipatore di soluzioni, un progettista di Senso. Design è progettazione di Senso. * “Design Multiverso” a cura di P Bertola ed E. Manzini, POLI.design, Milano, 2004 30 Metodo progettuale di Munari Gaia Riva canto la mia Psyche 9 Musica ............................ www.gaiariva.it www.myspace.com/gaiariva www.sun-music.it 31 di Paola Serena [email protected] Il suo ultimo cd si intitola Frantic: narra di un viaggio nel tempo, attraverso le emozioni contrastanti e profonde di un’artista che si trova a misurarsi con se stessa e affrontare le onde sinuose della popolarità, fatte di picchi e abissi. ‹‹Frantic significa ‘frenetico, agitato’›› ci spiega Gaia Riva ‹‹è una definizione che si adatta bene anche a un aspetto del mio carattere, l’imprevedibilità, ed è anche il denominatore comune della mia musica, veloce, senza pause, senza respiri. Anche il modo di cantare e la costruzione delle canzoni è incalzante... è energia che scaturisce senza freni››. Psyche è il brano inglese che apre Frantic. E sottolinea ciò che Gaia esprime con il suo lavoro: ‹‹Narra la storia di Psiche, che si agita chiusa nelle sue stanze, vestita in modo sgargiante. Spettinata e furiosa, delira e si nasconde. Io dal giardino la cerco con la voce. “Perché non mi fai entrare?” chiedo “Non vedi che siamo la stessa persona?”» . Psiche è un’icona, un’immagine che rispecchia il lato creativo, folle e un po’ insondabile, di ogni artista; infatti nei brani di Frantic non troverete una linea continua, ma note articolate fra melodie dolci e altre graffianti, che ben esprimono le contraddizioni della vita. Del singolo Isolated, contenuto in Frantic, Gaia parla così: ‹‹E’ la canzone “dietro il vetro”: è desiderio e paura folle della vita, al punto che ti limiti a sospirarla. Un amico anni fa mi spedì una cartolina da Barcellona. Raffigurava un dipinto. Qualcuno osservava una coppia danzare da dietro una finestra. “Il mondo puoi viverlo molto meglio di così”, mi scrisse. Non l’ho mai dimenticato». L’arrendevolezza non fa parte di questa talentuosa artista, look semplice e personalità ricca, giunta al successo dopo un percorso sofferto, penalizzato dal fatto che Brescia storce il naso di fronte ad un’artista italiana che propone brani in inglese. Gaia scopre il suo talento quasi per caso, strimpellando note con l’amico Andrea Noto, il quale, a metà fra il serio e il faceto, la spinge a provare a misurarsi con le sue potenzialità canore in modo più approfondito. Da questa sinergia nascono collaborazioni con band locali, dalle quali successivamente Gaia si allontana creando un repertorio personale e su misura. In seguito a segnalazioni e vittorie a concorsi, nel 2006 viene contattata da Sony BMG e da quel momento deposita in un angolo la carriera manageriale, possibile frutto della sua brillante laurea in ingegneria. Il suo primo singolo One viene scelto per lo spot Lancia Phedra 2006, viene inserito nella compilation Blu del Festivalbar e nella Wind Summer Collection, ed arriva al 21° posto della classifica dei singoli più venduti. Sempre nel 2006 partecipa a Top of the Pops e a Giffoni Film Festival. Alla fine dell’anno arriva il contratto con l’etichetta indipendente Oyez!. Il prossimo Ep, Tutto cade, conterrà 6 brani in italiano «non è stata una scelta di ripiego anzi, penso sia la decisione più convinta che abbia preso, anche se in futuro farò certamente altri lavori in inglese, lingua che adoro. Sento il bisogno di essere compresa: voglio che di me arrivi non solo la voce, o la melodia, ma anche il significato, la magia delle parole... io amo le parole. La barriera della lingua per un italiano purtroppo esiste, e non viene superata facilmente». Nel suo prossimo Ep, ‘Tutto Cade’, Gaia è autrice dei testi e collaboratrice per gli arrangiamenti. Andrea Noto è autore delle parti musicali e produttore artistico. C’è chi la definisce la miglior rockeuse classica fra i talenti emergenti, chi la paragona ad Anouk, chi accosta il suo stile a quello di Alanis Morissette. Ciò che mette tutti d’accordo è l’intensità delle sue performance, l’emozione trasmessa attraverso il mix vincente fra interpretazione e pezzi ricercati a livello stilistico e musicale. Gaia non è solo un’icona. Esplorare il suo blog ne è una dimostrazione lampante. Provare per credere. 10 di Cristian Sgotti [email protected] Cucina ....................................... Funghi Ben ritrovati! In cucina è buona norma utilizzare i prodotti che ogni stagione ci offre… quindi questo mese parliamo di funghi, in particolare di porcini. Innanzitutto quando li acquistiamo dobbiamo fare attenzione alla provenienza. E’ difficile trovare quelli nazionali in quanto generalmente arrivano dai paesi dell’est (Romania). I nostri però sono molto più gustosi, a Come cucinare poi i funghi? La cucina è piena di ricette a base di funghi, personalmente amo molto mangiare i porcini crudi, tagliati sottili e conditi con olio, sale e pepe, magari serviti sopra un carpaccio; oppure sono ottimi impanati e fritti. Nei classici risotti e nelle tagliatelle sono sempre gustosi ma anche con il pesce trovano un ottimo abbinamento. Della famiglia dei funghi sono molto buoni anche i finferli, che trovano la loro migliore espressione nei risotti o negli spezzatini. Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo numero e augurarvi buon appetito! ato p p o l a c os Branzin di porcini su letpert4opersone: rcini, 0 g d i po 0 Ingredienti a 450 g l’uno, 2 . id e limone 2 branzin rg ine, sa le, pepe ave o olio extr teli molt e, taglia n e; io z in u g d r ne: tro ave Preparazio ghi come nell’in pepe e olio extr n , le fu pu lite i li con sa e cond ir lettateli . te r r iora e sfi elle e a fi nemente p te a in d e li ll a p nete pu liteli d i fi letto la pacquind i te branzini, i, togliete da og n ar c i i d te e ò d n m P re ine a ro fi lett tt tt fe a u i. Ada-5 q 4 tt o stesso anti fi le o st ottenend ll e a r d i e n r o ne c semp r icoper ta r icavate l’operazio teglia da for no te il te e ip di r zzate con ra u na cio; quin . pe e spr u esce sop e ti p p u i d e in e le m tt sa irca 10 c r g iate le fe ta, cond ite con e p ° si 0 a 20 rcini, olea infor nate tto i funghi po d i car ta e o li o l’ nite fondo d i i pia limone, u l centro d i og n e ir rorate con il e n esc Adag iate fette d i p i sopra le r v ite ca ldo. v te a m e st . e se el pesce he l’orata iatto anc tete tagliarli cottura d p o st e u aq po Si adatta te i funghi cr ud i a m a . n ti o la n o if Se ser v irli tr ubett i e a c32 differenza di quelli esteri che hanno poco sapore. E’ poi impor tante sceglierli ben sodi, segnale principale della loro freschezza. Per pulirli vi consiglio di fare come faceva mio papà: con pazienza e muniti di coltellino eliminate la parte terrosa, senza esagerare nel toglier eccessivi pezzi di fungo, e poi con un panno inumidito dovete pulirli bene (non lavateli sotto acqua corrente, il fungo si impregnerebbe troppo di acqua). Una volta puliti, se non cucinati subito, si conservano in frigorifero per 3-4 giorni, mentre in congelatore, in sacchetti di plastica, durano un paio di mesi. Tortino di carne e porcini Ingredienti per 4 persone: 200 g di carne di vitellone, 200g di porcini, olio extravergine, aceto balsamico, limone, sale e pepe, erba cipollina Preparazione: Tagliate molto sottile la carne di vitellone (magatello, scamone o roast-beef) e se non avete la possibilità di tagliarla sottile acquistate quella per carpaccio; sistematela sopra un vassoio e spennellatela benissimo con una salsa ben emulsionata formata da olio, limone, aceto balsamico, sale e pepe e lasciate la carne insaporire per almeno mezz’ora. Tagliate i funghi seguendo il procedimento della ricetta precedente, condirli con limone, olio, sale e pepe. Sistemate ora al centro di ogni piatto due fettine di carne, adagiate sopra un cucchiaio di funghi, mettete altre due fette di carne e ripetete così per un altro strato. Terminate il tortino con la carne, quindi tritate l’erba cipollina e spolveratela sopra; condite con un altro filo d’olio e servite. La ricetta originale da me solitamente proposta prevede l’aggiunta di fettine di fois-gras negli strati tra carne e funghi. Consapevole che non a tutti piace, in questa ricetta ho scelto di non metterlo. Prendiamoci cura della nostra pelle L’inverno è nuovamente alle porte: anche se il clima non si è ancora stabilizzato, estate e afa sono ormai alle spalle… è proprio questo il periodo ideale per prepararsi ai mesi freddi. Innanzitutto bisogna togliere i residui della stagione calda: questo è il momento perfetto per una pulizia viso o uno scrub su tutto il corpo, ideali per eliminare i residui di abbronzatura che macchiano la pelle. In questo modo, quando useremo cosmetici che riparano dai danni del vento, pioggia o freddo, la cute sarà libera dalle cellule morte e potrà assorbire meglio le proprietà delle creme. Come abbiamo visto negli articoli precedenti (che potete consultare sul nostro sito internet) la pelle riflette come siamo all’interno, questo in quanto è in intima connessione con i tessuti sottostanti, con i quali è in continuo dialogo: lo dimostra il fatto che possiamo leggere sul viso i segni di una scorretta condotta alimentare; oppure i segni dell’abuso di fumo (la pelle si presenta ingiallita) o ancora quelli di una notte di festeggiamenti eccessivi. La pelle reagisce anche alle aggressioni ambientali: per prevenire l’invecchiamento cutaneo e quella fastidiosa secchezza tipica del periodo freddo, bisogna averne cura tutti i giorni. La regola d’oro é una buona igiene: è fondamentale detergere il viso due volte al giorno: sia che piova, che ci sia il sole, il vento o che faccia freddo, la pelle deve essere pulita e tonificata. Ricordate poi che una bella pelle, liscia, morbida e luminosa, è una pelle ben idratata. Quella dei bambini neonati infatti è la più morbida che ci sia, e contiene l’80% di acqua. Durante l’inverno la pelle tenderà a diventar secca e a screpolarsi, compariranno arrossamenti ed irritazioni. Sono tutti sintomi di disidratazione. Occorre quindi rallenta- Coupon va lido pe r il 2 0% d i sconto p er pu lizia v iso Salute e Bellezza ............................... benessere giorni; le maschere a base di malva e calendula altea sonno ottime per pelli che presentano solo secchezza. Se invece abbiamo una pelle anche irritata e con arrossamenti, è meglio usare maschere addolcenti con miele e pappa reale o alla camomilla, che oltre ad idratare aiutano la pelle a normalizzarsi. Per rimuovere la maschera un consiglio è usare dischetti di cotone imbevuti di tonico alla rosa o alla camomilla, che nutrono ulteriormente la pelle. Una parte spesso dimenticata, ma anche una delle più fragili, sono le labbra, che hanno ancora più bisogno della protezione di creme o stick, anche più volte al giorno. Ricordiamoci che la nostra pelle è lo scudo migliore che abbiamo contro batteri, microbi e le varie patologie: bisogna tenerla integra e sana non solo per un fattore estetico, ma soprattutto per un discorso di benessere generale. Imparare a conoscere e a valutare i cambiamenti della pelle, può aiutarci a capire come stiamo. 33 di Jessica Rumi [email protected] re la perdita d’acqua creando una barriera che impedisce alle molecole di disperdersi. Quindi è importante scegliere la crema con cura (l’importante è acquistare una crema non in base al marchio ma per le proprietà che essa contiene; per esempio quelle a base proteiche, con collagene e elastina). Fondamentali anche le maschere, che vanno effettuate una volta ogni 15 11 11 Salute e Bellezza ................................ di Marianna Vindico bellezza In questo numero risponderemo ai dubbi più diffusi riguardo ai capelli… E’ normale che i capelli cadano? L’attività fisiologica di un capello prevede una nascita, un periodo di crescita e un distaccamento. In condizioni di normalità del bulbo, poco dopo la caduta di un capello se ne produce un altro. Il capello ha tre fasi: 1. Anagena la matrice produce le cellule che costituiscono il capello permettendogli di risalire lungo le pareti del follicolo. L’8090% dei capelli di una chioma sono in questa fase, che dura dai 3 ai 5 anni (nelle donne anche 7). 2. Catagen in seguito a un segnale ormonale, il follicolo entra in una fase di riposo (che dura un paio di settimane) in cui le cellule non si riproducono più. Il capello rimane nel cuoio capelluto, senza cadere ne cresce. 3. Telogen ogni attività produttiva è interrotta e il capello è trattenuto solo dalle pareti del follicolo. Prima della sua caduta passano 4 mesi. Il 10-20% dei capelli è in questa fase. Dopo tre mesi solitamente nasce un nuovo capello. I capelli che cadono ricrescono sempre? Talvolta la matrice pilifera sostituisce il capello caduto con uno di calibro inferiore o non lo sostituisce affatto: questa è l’alopecia, ossia una diminuzione della qualità e della quantità dei capelli. Non tutte le alopecie sono incurabili: per esempio quella androgenetica, la più diffusa causa di perdita dei capelli, è irreversibile solo se non curata adeguatamente. Questa dipende da un’abbondante presenza di deitrotesterone (DHT) nel follicolo del capello, il quale è dannoso in quanto accorcia la fase di crescita del capello. L’androgenetica affligge circa l’80% degli uomini, il 35% delle donne in età fertile e il 50% di quelle in menopausa. Nell’uomo si sviluppa subito dopo la pubertà, ha il suo picco verso i 30 anni, progredisce fino ai 50 e poi si ferma. I primi segnali di diradamento si presentano nelle tempie. Anche nelle donne si può manifestare in giovane età, con una lenta progressione fino ai 50 anni. Questo disturbo può comparire durante la menopausa persino in chi non ne ha mai sofferto. Nelle donne lo sfoltimento è più frequente nella zona centrale. Perché perdiamo capelli a ogni cambio stagione? Nei periodi di transizione aumenta la caduta dei capelli in quanto l’uomo conserva una manifestazione ancestrale propria di altri mammiferi: la muta. Questo processo è attivato da alcuni ormoni ed è un fatto fisiologico che non è sintomo di calvizie. Quali sono i principali fattori di caduta? Sono stress, shock emotivi, attività sportive o professionali molto intense, periodo post-partum, menopausa e malattie debilitanti. Anche i farmaci possono portare alla caduta dei capelli, in particolare alcuni antibiotici o antidepressivi. Dopo la sospensione di farmaci la situazione migliora, ma è consigliabile usare prodotti nutrienti e rinforzanti, sopratutto se la malattia è stata debilitante. Quali sono i primi sintomi della calvizie androgenetica? Assottigliamento dello stelo, un ampio numero di steli spezzati, un aspetto meno brillante della chioma e una minor tenuta della piega: sono sintomi poco evidenti e per questo sottovalutati. E’ però un errore da non commettere in quanto l’efficacia delle cure è legata alla tempestività dell’intervento: le matrici di capelli caduti da molti anni sono difficili recuperare, per cui è sempre meglio prevenire con trattamenti specifici. Otterranno risultati soddisfacenti sopratutto i giovani tra i 20 e i 25 anni, mentre sui quarantenni, magari con calvizie trascurata da anni, questi saranno molto meno evidenti. Consigli anticaduta Usare un prodotto senza risciacquo all’Aminexil: applicare una fiala su capelli asciutti e puliti e distribuire, sezione per sezione, l’intero contenuto alla radice, massaggiando delicatamente il cuoio capelluto per favorirne l’azione. Non sciacquare. Per un programma protettivo: 3 applicazioni a settimana per 6 settimane. Per un programma completo 1 applicazione al giorno per 4 settimane. Anche questo mese vi darò qualche consiglio per lo shopping d’autunno.. questa volta indirizzandovi verso capi indispensabili ma soprattutto “trasformisti”, da utilizzare in diverse occasioni, semplicemente cambiando gli accessori. Un altro capo trasformista che a differenza del precedente si può indossare tutto l’anno, a Salute e Bellezza ................................ 35 di Daniela Merlino [email protected] Per l’inverno non dovrebbe mancare nel vostro armadio un dolcevita nero, capo passepartout per eccellenza, che sta bene a tutte e non passa mai di moda. Essendo un capo base, che non dipende dalle tendenze di stagione, sceglietelo semplice (niente colli strani, maniche corte o esageratamente lunghe, inserti in pizzo ecc) e di buona qualità: una lana scadente ci metterà poco a sformarsi e riempirsi di pallini. Il dolcevita nero si adatta a ogni occasione e ora del giorno: con un pantalone grigio di taglio maschile sarà perfetto per l’ufficio, abbinato a una borsa da giorno pratica e capiente e da scarpe basse; con un paio di jeans di denim scuro (bootcut, skinny o a sigaretta, dipende solo da cosa vi veste meglio!) stivali e una bella borsa di medie dimensioni vi accompagnerà nel tempo libero; con un paio di pantaloni neri, di taglio semplice e dritto, oppure una gonna al ginocchio, scarpe alte e borsa a mano sarà un look sofisticato e chic per la sera. Ricordate che è un capo molto semplice e come tale va accessoriato, a cominciare dai gioielli che è meglio scegliere sobri ed essenziali. Il dolcevita nero ha anche la piacevole capacità di slanciare e snellire, il che non fa mai male, e con i capelli raccolti l’effetto sarà accentuato. 11 Dicembre come ad Agosto (in effetti col dolcevita è un po’ dura) è la camicia bianca. Averne una nel guardaroba significa andare sempre sul sicuro: perfetta per ogni occasione, si adatta a qualunque look, fisico, ora del giorno. Che sia maschile o romantica, semplice o elaborata, risolve ogni emergenza, anche all’ultimo minuto, ovunque voi siate. Qualche esempio? Sotto un tailleur, gonna o pantalone che sia, vi darà quel tocco sobrio e raffinato perfetto moda per il lavoro, un colloquio importante, un’occasione formale; con i jeans e una bella cintura a delineare il punto vita andrà benissimo per un look casual che potrete declinare verso il sexy con un bel tacco alto oppure verso lo sportivo con una scarpa bassa e una borsa media (che possibilmente non dovrebbe fare a pugni con la cintura: quindi abbinate pelle a pelle, tessuto a tessuto, colore a colore, please!). Per le più fortunate che durante i mesi invernali volano verso calde mete per le vacanze: non c’è pareo o caftano che regga il confronto con una camicia bianca di cotone leggero da usare come copricostume, lasciata morbida o con una cintura in vita, magari abbinata a una borsa e un cappello di paglia color naturale, anche per fare un po’ le dive (tanto siete in vacanza!). Come per tutti i capi base del guardaroba, scegliete la vostra camicia bianca con cura: buon cotone, finiture di qualità e dettagli curati, il che non significa per forza che si tratti di un capo firmato, a volte di certi marchi pagate più il nome che l’effettiva cura nella realizzazione. Visto che stiamo parlando di capi indispensabili e trasformisti, un paio di dritte per un must nel guardaroba di tutte: il pantalone nero. Sceglietelo di taglio pulito e semplice, di buon tessuto (o in poco tempo sarà orribilmente sformato sulle ginocchia), possibilmente un modello dritto o bootcut, cioè leggermente svasato in fondo, ma anche un taglio classico e maschile andrà benissimo. Con questi pantaloni potrete abbinare praticamente di tutto e per qualsiasi occasione: avrete un look semplice e chic con una polo bianca, sneakers bianche e accessori semplici; con una giacca sfiancata diventeranno un completo femminile adatto all’ufficio o agli impegni formali; con una blusa di seta, di voile o un top saranno perfetti per la sera, abbinati a un bel tacco alto e a una borsa piccola. Ricordate sempre: bastano pochi capi giusti e di qualità per avere il guardaroba ideale, in grado di soddisfare ogni esigenza. Accessoriando e variando gli abbinamenti nel modo giusto, potrete ogni giorno sembrare diverse, eleganti e alla moda, senza spendere cifre folli e fare shopping di continuo. 12 Erbe di Agnese [email protected] [email protected] di Loredana Savoldi Ogni sabato su RADIOLIVEMUSIC dalle 10 alle 11 a cura di Agnese Facchini da Radio Live Music www.radiolivemusic.com di Agnese Facchini ....................................... Come tutte le sempreverdi, l’alloro è simbolo dell’immortalità ed emblema della gloria, sia bellica che spirituale. Nella mitologia grecoromana infatti l’alloro era una pianta sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei giochi olimpici e costituiva il massimo onore per un poeta: da qui l’accezione figurativa di fama, onore e vittoria (la littera laureata, la missiva che annunciava una vittoria, veniva legata con l’alloro). Nell’antica Grecia era consacrato ad Apollo, dio della musica e della poesia, nonché signore dell’oracolo di Delfi. L’Alloro era anche sacro ad Asclepio, dio della medicina, e tenerlo in casa significava avere la sua protezione: per secoli fu usato contro molte malattie, in particolare la peste. Usi Molto usato in cucina, per aromatizzare carni e pesci; efficacie rimedio per allontanare le tarme dagli armadi; per preparare decotti rinfrescanti o pediluvi; per preparare un aromatico liquore dalle proprietà digestive, diuretiche e stimolanti. L’alloro, chiamato anche lauro, è originario dell’Asia Minore ma cresce spontaneo dove il clima è caldo d’estate e mite d’inverno, come le coste del Mediterraneo e le zone collinari soleggiate. Inconfondibile per le eleganti foglie profumate e di sapore gradevole, è molto apprezzato come pianta aromatica. In cucina si usano le foglie, possibilmente fresche, che si possono raccoglie- 36 Proprietà: svolge un’efficace azione antisettica. È consigliato contro l’affaticamento in quanto è un ottimo stimolante; utile per combattere l’insonnia, i dolori mestruali e le bronchiti croniche. L’olio essenziale è efficace contro le contusioni, le slogature, i dolori artritici e reumatici, per combattere l’alopecia, in caso di ascessi, nella psoriasi e in tutte le malattie della pelle dovute a funghi. Attenzione: da non confondere le sue foglie e le bacche con il lauroceraso o l’oleandro, che sono tossiche. L’alloro ha notevoli proprietà medicinali: sminuzzando 5 o 6 foglie secche in una tazza di acqua bollente si ottiene un ottimo infuso che, bevuto caldo prima di coricarsi, fa sudare riuscendo ad impedire l’evolversi di un raffreddore o un’influenza. Lo stesso infuso, sorseggiato dopo i pasti, riesce a facilitare la digestione e a eliminare i gas intestinali. L’infuso rinforza anche lo stomaco, eccita l’appetito ed è un ottimo anticatarrale. Le bacche di alloro sono ancora più attive delle foglie, in quanto contengono un olio ricco di sostanze medicamentose. Un cucchiaino al giorno di polvere ottenuta dalle bacche essiccate è un rimedio efficace contro l’influenza, i raffreddori, le malattie nervose, le paralisi, le debolezze di stomaco e i gas intestinali.L’olio laurinato si ottiene pestando una manciata di bacche e facendole macerare in mezzo litro di olio di oliva: frizionato sulle parti interessate serve per lenire gli spasmi reumatici o per facilitare la ripresa dell’uso delle articolazioni dopo ingessature o traumi di varia natura. re in ogni stagione, scartando quelle appena spuntate. Per il suo profumo si distingue facilmente dal lauroceraso (Prunus Laurocerasus) presente in molti giardini; anche questo viene comunemente detto lauro ma è bene fare attenzione: le sue foglie sono velenose. L’alloro è usato anche a scopo ornamentale, per formare siepi fitte e alte o per costituire boschetti impenetrabili; è infatti molto decorativo, soprattutto nel momento della fioritura, a inizio primavera, per i numerosi piccoli fiori giallognoli e odorosi, o quando è carico di frutti, drupe nere di sapore pungente, da cui si estrae un olio aromatico. Utile per una digestione difficile, contro i reumatismi, come calmante per i neonati, per ottenere un delicato deodorante, per conciliare il sonno e per un bagno rilassante. 1° Raduno Auto Storiche Domenica 8 Novembre2009 Programma ore 9.00 ore 10.00 Ritrovo e colazione presso la Pasticceria Crimi di Soiano del Lago ore 11.30 Tappa per aperitivo a Sirmione Azienda Agricola Pilandro ore 13.00 Partenza e giro panoramico della Valtenesi Pranzo presso il Ristorante “Al Partenopeo” a Molinetto di Mazzano. Pomeriggio a sorpresa ore 16.00 Saluti e premiazioni Costo giornata: pilota e copilota 28 euro a capa. Per informazioni e iscrizioni 393 9438145. Le iscrizioni devono pervenire entro il 5 NOVEMBRE. 38 Ferrari 458 Italia 13 Motori ...................................... Il sogno rosso L’erede della 430, grazie alla quale la casa di Maranello ha raggiunto nel 2009 la produzione record di 6587 unità (75% il suo apporto nelle vendite), è un giocattolo davvero fantastico. Un giocattolo per bambini grandi (e ricchi) che con gli opnionals giusti si aggirerà intorno ai 200.000 euro. Il salto in avanti rispetto la 430 è sorprendente: motore V8 9000 giri, 4500 cc, 570 cv, scocca in lega mista alluminio superleggera realizzata senza elettrosaldature (per risparmiare peso i pezzi sono stati uniti con colle speciali), 0-100 in 3.4 secondi e velocità massima di 325 km/h con una massa di 1380 kg. Prestazioni che fanno sembrare un Porsche Carrera una vecchia carriola. di Massimo Smolari L’ultima nata in casa Ferrari è quasi sconvolgente Davvero difficile fare meglio: tra le altre caratteristiche, la 458 è dotata di un labbro elastico sul muso che si deforma con il crescere della velocità per aumentare la deportanza, iniezione diretta del carburante, sospensioni più “stradali” quindi più confortevoli, cambio a doppia frizione e fondo piatto. L’impostazione di questa fantastica vettura è comunque (nonostante le prestazioni stratosferiche) più stradale della precedente, per la soddi- sfazione dei clienti che potranno usarla come una semplice GT. Ferrari è riconosciuto in tutto il pianeta come il brand di eccellenza delle auto sportive, summa dello scibile tecnico mondiale, il sogno di ogni appassionato, americano, russo o giapponese. Il migliore biglietto da visita possibile per il nostro disastrato paese. L’ultima 458 Italia sarà difficile da eguagliare in appeal, prestazioni e fascino dai costruttori tedeschi di supercar, a cui farà venire il mal di testa. Cosa aggiungere ancora? E’ un peccato essere poveri… Servizi Riparazioni auto grandine Sostituzione cristalli Ritiro e consegna a domicilio Auto di cortesia Autonoleggio Soccorso stradale Lavaggio interno ed esterno Finanziamenti sulle riparazioni a tasso zero 0% Verniciature all’acqua in giornata Auto lucidatura con rimozione graffi senza riverniciatura Gestione completa dei sinistri Soccorso stradale 24 h su 24 Carrozzeria M.G. Marangoni di G.Franco e C. via Brescia 7 25081 Bedizzole tel. 030 676165 cell. 335 8321804 40 14 A proposito Comicità ..................................... Barzellette di Un tizio al controllo bagagli in aeroporto Il poliziotto: “Lei ha un coltellino in valigia. Dobbiamo buttarlo!” L’uomo: “Va bene!” Il poliziotto: “Ha per caso dei liquidi?” L’uomo, sovrappensiero, non capisce e tira fuori 50 euro. Il poliziotto: “Va beh, questa volta il coltellino può passare!” Con tutti i soldi che abbiamo già speso per l’autostrada Salerno - Reggio Calabria avremmo benissimo potuto ricostruire Salerno vicino a Reggio Calabria! (Ficarra e Picone) Chez Maxim Per l’anniversario di matrimonio il marito porta la moglie in un ristorante francese, molto chic ma carissimo. Vedendo i prezzi del menù, il marito ha un sussulto. Il cameriere chiede: “Cosa beve la signora?” Lei: “Immagino che prenderò dello champagne!” Il marito: “Ecco, brava, continua a immaginarlo!” Annuncio su un giornale genovese: “Smarrito portafogli contenente unica foto di persona cara scomparsa, documenti personali e 20 euro. Chi lo ritrovasse tenga pure la fotografia e i documenti, ma mi restituisca i 20 euro ai quali sono sentimentalmente legato”. Un genovese porge qualcosa a un facchino che gli ha portato le valigie in camera dicendogli: “Si prenda un caffè...” E quello stupito: “Ma... è una bustina di zucchero!” Il genovese infastidito: “Ah beh... se lo preferisce amaro me la riprendo!” Un uomo riposa beato all’ombra di un albero quando un amico gli dice: “Ehi, perché non vai a fare un po’ di legna?” “A che scopo?” “Per venderla. Col denaro ricavato puoi comprare un asino e distribuire la legna di casa in casa. Così guadagnerai altri soldi e potrai acquistare un camion, poi una segheria e altri camion. In questo modo ti creerai un impero.” “A che scopo?” “Per diventare milionario e potertela prendere finalmente comoda!” “E tu cosa credi che stia facendo adesso?” 42 Un’intervista ad Agnelli: “Come ha fatto a diventare così ricco?” “Beh, quando avevo 9 anni trovai per terra 10 centesimi. Con quei soldini comprai una mela. Invece di mangiarla la pulii ben benino e la vendetti per 20 centesimi. Con quei venti cent ne comprai 2, le pulii e le rivendetti per 40 centesimi” “E poi?” “Poi ricevetti notizia che mio nonno era morto e mi aveva lasciato un miliardo di lire!” 14 Denaro C’è una sola classe della umanità che tiene al danaro molto più dei ricchi: i poveri. Il povero non può tenere ad altro. Questa è la miseria di essere povero. Oscar Wilde Ci sono due casi in cui l’uomo non deve speculare in borsa: quando non ha soldi e quando i soldi ce li ha. Mark Twain Credo che l’amore sia la cosa più bella, naturale e salutare che i soldi possano comprare. Steve Martin Fare soldi è come scavare una buca con un ago, spenderli è come gettare acqua nella sabbia. Proverbio cinese I soldi adornano la casa, la virtù adorna la persona. Proverbio cinese I soldi non possono comperare ciò che non è in vendita. Proverbio cinese La differenza tra i repubblica25€ ni e i democratici americani? I primi corrono dietro ai soldi. I secondi dietro a tua sorella. Anonimo 43 Comicità ................................... Aforismi La vita è molto di più che lottare per fare soldi. Ann Richards Le banche ti chiedono soldi e fiducia, però legano la biro a una catenella. Beppe Grillo Naturalmente nella vita ci sono un mucchio di cose più importanti del denaro. Ma costano un mucchio di soldi! Groucho Marx Non è che il ricco sia cattivo; è soltanto troppo indaffarato a fare soldi per essere buono. Gerhard Uhlembruck Prima se ne vanno i soldi, poi la terra, poi la casa, poi il buon nome, poi più niente … Gli zeri sono attaccaticci. Primo Mazzolari Sono i soldi che fanno venire delle idee. Federico Fellini Ci sono tre grandi amici: una vecchia moglie, un vecchio cane ed il denaro contante. Benjamin Franklin Fare denaro è un’arte. Lavorare è un’arte. Un buon affare è il massimo di tutte le arti. Andy Warhol Il denaro a volte costa troppo. Ralph Waldo Emerson Il denaro è come le donne: per tenerlo bisogna occuparsene. Edouard Bourdet L’avidità fa comprare le cose che il denaro può comprare e fa perdere quelle che il denaro non può comprare. Laurence Peter L’indicatore di ricchezza di un uomo sarà sempre più la quantità di tempo libero piuttosto che la quantità di denaro. Marco Duso La lealtà comprata col denaro, dal denaro può essere distrutta. Seneca Nessuna donna si sposa per denaro: sono tutte così astute, prima di sposare un milionario, da innamorarsene. Cesare Pavese Se solo Dio volesse darmi un segno che esiste! Ad esempio, depositando una grossa somma di denaro sul mio conto in banca. Woody Allen Si può ragionevolmente ritenere che chi pensa che il denaro possa tutto, sia egli stesso disposto a tutto per il denaro. Benjamin Franklin 43 15 Art Club Disco, Via Mantova 1/A 25015 - Desenzano d/Garda (Bs) di Madama Sì Sì [email protected] Posta ...................................... “Tornata dalle vacanze… delusa e stressata!”(Ale 1984) Ahia ahia… forse hai sbagliato località. Riflettere sempre con chi partire e dove andare è il risultato di un buon ritorno. Mia cara Ale è solo colpa tua. Canta che ti passa! “Ho tre storie con tre ragazzi fantastici… chi sarà quello giusto per me?”(Fiorella) Dalle tue belle descrizioni son tutti e tre dei super boni! …Come scegliere? Io li inviterei tutti e tre insieme a cena. Grande spettacolo di sincerità con sicuramente un risultato divertente. Il tipo perfetto e il più intelligente rimarrà seduto da solo! Auguri… come vorrei accompagnarti a cena! bellezza con tanta poesia e tanta fantasia! “Mi sento checca e vivo da super checca … vorrei diventare un gran diva”(LL in arte Luciastra) La tua vita è un uragano di venti bollenti. Ti consiglio di cambiar nome d’arte e fare tanti esercizi di lirica davanti a gran specchio. Poi ti aspetto all’Art un bel esame! Sarò la tua professoressa. “…Ho il mio Coso tanto piccolo” (G.L. 1989) “Evviva la discoteca, evviva la musica, evviva io…” (Livio 91) Caro amico “G”, non disperare! Passione, forza, erotismo, gioco e tutti i colori caldi della vita non si misurano con il centimetro. Scatena la tua Anch’io canto evviva tutto… il mondo della notte va coltivato come il mondo del giorno. E’ bello tutto purché fatto con gran testa, gran cuore e voglia di star bene con tutti. Ricordati che esiste il giorno dopo... Che deve essere sempre okkei! Evviva la NOTTE! 44 Colazioni con squisiti cappuccini e brioches fresche Gelati di produzione propria Gelateria Caffè Aquilone Via Santa Maria Desenzano del Garda (BS) t. 030 9141833 fax 030 9123314 [email protected] La via di omeopatia, fitoterapia, dermocosmesi misurazione pressione, glicemia e colesterolo tel. 030 9143497 Farmacia Dr. Lucio de Gressi