Y Generation

Transcript

Y Generation
.......................................
..................................
N° 40
Cover Story
Y Generation
Gli alieni sono tra noi
I OTTOBRE 2009
.........................................
1
Editoriale
di Azzurra Smolari
.........................................
[email protected]
Da qualche
settimana ho
imparato ad andare in
bicicletta. Un po’ tardino,
alla mia età, penserete. Ma del
resto, non è mai troppo tardi.
In realtà sono capace già da qualche anno:
ne avevo circa cinque, credo, quando una bambina poco più grande di me
(che ora ho scoperto essere una mamma felice) mi insegnò con pazienza a guidare senza le care rotelline laterali. Ricordo anche le gite della domenica con
mio padre e il mio fratellino, a primavera, quando la natura lungo le stradine
di campagna si risveglia in tutta la sua violenta bellezza, mentre i boschi sembrano voler conservare ancora così gelosamente il lungo torpore dell’inverno.
Quelle passeggiate in bicicletta, fatte di salite quasi interminabili e pericolose
discese (mio fratello lo sa bene), sono tra i ricordi più belli della mia infanzia.
Poi si cresce e fanno la loro comparsa prima il motorino e poi l’ambita auto,
simboli di un periodo fatto di sogni e aspettative, libertà rubate e trasgressioni, curiosità voraci e bisogno di scoprire il mondo, il più velocemente
possibile. E la bicicletta finisce inevitabilmente in garage, vestigia di un
passato spensierato e di un’innocenza irrimediabilmente perduta.
Se ho ripristinato quel passato e ho re-imparato ad andare in bicicletta lo
devo ai vigili, i quali mi hanno ritirato la patente qualche giorno fa. Non
pensate male: non guidavo con lo stomaco pieno di moiti, e neppure
sfrecciavo in tangenziale a 150 km/h. Semplicemente, o più stupidamente, ho superato un’auto della Polizia Stradale, con molta malizia
e poco rispetto. E siccome, nonostante andassi piano, le auto sorpassate erano due, la loro e un’altra, mi hanno contestato l’art. 148
del Codice Stradale (sorpasso di auto in colonna). Ovviamente ho
fatto ricorso dal Giudice di Pace, ma ho perso. Mi sono sentita
una vittima dell’ingiustizia sociale per qualche mese, con tanto
di arringhe e lamenti, fino a quando, un bel sabato sera in cui
mi appropinquavo a uscire, i vigili sono venuti a trovarmi e
mi hanno sequestrato la preziosa licenza di guida.
All’inizio mi è sembrata una tragedia, un ostacolo in
4
sormontabile l’essere relegata in uno
sperduto paesino sul lago
dove nemmeno gli autobus passano; poi mio padre mi ha prestato
la sua bici da corsa “Baldi”, che ho
scoperto avere 40 anni, anche se sembra
nuova. Da allora sono passate due settimane, e pedalata dopo pedalata (per ora il contachilometri ne segna 270), ogni prospettiva appare
diversa.
Innanzitutto il vittimismo: quando si subisce qualche ingiustizia, un concorso di colpa probabilmente c’è sempre;
magari in buonafede, ma c’è. Come nel mio caso: ho pagato
la mia leggerezza, il mio non prendere sul serio, troppo spesso,
le situazioni e le persone, far finta che tutto sia una sorta di gioco.
Ma a volte quando si scherza col fuoco ci si brucia. E’ da mettere
in calcolo. Questa per me è stata un’importante lezione. Chissà se ne
farò tesoro…
In secondo luogo mi sono trovata a riflettere su come viviamo la strada. Da
una bicicletta le visuali cambiano drasticamente: si è più vulnerabili, non si è più
i padroni della carreggiata. E da una tale posizione di subordine, si notano tutte le
scorrettezze che invece sono normali quando si è al volante: la velocità che è sempre
eccessiva se si è in prossimità di un centro abitato; la disattenzione che a volte mette in serio
pericolo gli altri o il fatto che troppo spesso non ci si preoccupa nemmeno che ci possano essere
gli altri, veicoli, biciclette o pedoni che siano. Da una bicicletta si capisce quanto la noncuranza,
se si guida un’auto, sia pericolosa. Purtroppo molto spesso questa noncuranza non è che il riflesso
dell’arroganza e della maleducazione di cui siamo schiavi. Forse andare in bicicletta è un ottimo
modo per rieducarsi al rispetto degli altri. Io l’ho potuto sperimentare.
Vorrei poi risparmiarvi i pregi che ho scoperto avere lo spostarsi su due ruote (la scoperta dell’acqua calda insomma), ma non riesco a resistere: benefici per fisico e mente, si può parcheggiare praticamente ovunque, non si inquina e ci si sente quindi ecocompatibili più di un’auto ibrida di ultima
generazione, senza contare che si risparmiano i soldi di carburante e meccanico.
Ma soprattutto, si impara a vedere ogni salita come una sfida con se stessi, come se i nostri limiti
fossero lì solo per essere superati; si capisce che nessun traguardo, se lo vogliamo davvero, è così
difficile da raggiungere. L’insegnamento è imparare a vivere diversamente le sfide: come un’opportunità, più che come una difficoltà.
In ultimo, cambia il nostro rapporto con il tempo. Mi scuso perché questo pensiero è un po’ banale. Da ragazzina non sopportavo le banalità: le trovavo ridicole, superflue, noiose. Crescendo
ho capito che sono proprio le cose banali quelle da riscoprire per prime: in esse sono racchiuse
bellezze perdute, sporcate dall’uso e dall’abuso. E’ una sfida difficile da raccogliere, quella di
trovare la bellezza originaria in ciò che è talmente inflazionato da non mostrarne alcuna,
all’apparenza. Il pensiero banale è che siamo sempre tutti di corsa: non abbiamo mai tempo
per nulla, per bere un caffè con un amico, per ascoltare cosa ha fatto durante la giornata
nostra madre, per andare a trovare una persona anziana che ci ha visto crescere. O per
addomesticare le volpi.
Siamo sempre di corsa e di corsa non si può notare nulla: non si vede il cambio delle
stagioni, non si sente il vento raccontare storie lontane. Non ci si accorge che stanno
sparendo le lucciole e le api.
Ci sfugge persino che il mondo intorno a noi sta cambiando, in un modo che ai
nostri nonni non sarebbe piaciuto. E, peggio, non si avverte quando qualcuno
ha bisogno di noi. Siamo sempre tutti di corsa, e il sospetto è che corriamo a
perder tempo.
5
bre
vem
No
Ricordi del Tocatì
1
27 28
25 26
4
2
23
29
30
Piazza Dante, Verona
8
22
2 3 4 5 6 7
14
17
18
19
21
20
9 10
1
1
12
13
15
16
fotografia e progetto grafico di Marianna Zocca
di Margherita Grumi
Volontariato
di Marianna Zocca
Cover Story
31
di Paola Serena
11
8Design
Cucina
di Marianna Zocca
Salute e Bellezza
33-35
benessere di Jessica Rumi
bellezza di Marianna Vindico
moda di Daniela Merlino
10
14
13
Motori
Comicità
via Brescia 8
25080 Soiano sul lago (BS)
tel. 393 9438145
[email protected]
www.15quindici.it
direttore responsabile
Azzurra Smolari
[email protected]
vicedirettore
Luca Modonesi
[email protected]
art director
Marianna Zocca
[email protected]
prezzo di copia
redazione
1,00 euro
Claudio Arivetti
Valentina Cane
Alessandro Carboni
Alberto Castrini
Carlo Contrini
Diego Corsini
Agnese Facchini
Stefano Gardelli
Alessandra Giotto
Gianluca Gorlani
Filippo Grumi
Bedizzole
Brescia
Calcinato
Calvagese d/R
Castenedolo
Castiglione d/S
Chiari
Desenzano d/R
Gargnano
Gavardo
Lonato
Molinetto
Montichiari
Prevalle
Rezzato
Salò
S. Eufemia
Soiano s/L
Toscolano-Maderno
Villanuova s/C.
8-16
18-19
diCristian Sgotti
di A. Facchini e L. Savoldi
di M. Smolari
15
di Madame SìSì
Posta
Autorizzazione del Presidente
del tribunale di Brescia
n. 17/2007 del 18/05/2007
distribuzione
Cultura
12
Erbe di Agnese
15quindici
direzione
redazione
amministrazione
5
cinema di Francesca Roversi
libro di Emiliana Cirelli
racconto di Alberto Castrini
arte di Valentina Cane ed Anna Leopaldo
teatro
21-26
9Musica
di Filippo Grumi
di Ferdinando Magnino
38
7
l’ Ingegnere
il Commercialista
32
26
Eventi
4
3
Normative e Consigli
28-29
6
09
40-41
l OTTOBRE
30
N° 40
Attualità
42-43
...................................
2
Margherita Grumi
Anna Leopaldo
Silvia Lombardi
Ferdinando Magnino
Jessica Rumi
Loredana Savoldi
Paola Sembeni
Paola Serena
Cristian Sgotti
Madame SìSì
Massimo Smolari
Mario Bruno Veronesi
Valentina Vezzani
Marianna Zocca
44-45
Editoriale
20
Sommario
di Azzurra Smolari
4-5
1
punti di vista di Stefano Gardelli
controcorrente di Massimo Smolari
di tasca nostra di Gianluca Gorlani
ambiente di Claudio Arivetti
notizie in pillole di Diego Corsini
crediti fotografici
Per le immagini senza crediti l’editore
ha ricercato con ogni mezzo i titolari
dei diritti fotografici senza riuscire a
reperirli. E’ Ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento di quanto
concorre nei loro confronti.
...................................
per la tua
pubblicità
illustrazione editoriale
Valentina Vezzani
foto di copertina
Marianna Zocca
stampa
Tipolitografia S. Eustacchio
ringraziamenti
Fondazione Istud
tel. 393 9438145
[email protected]
www.15quindici.it
...................................
2
Attualità
.............................
di Stefano Gardelli
[email protected]
punti di vista
Alcuni luoghi comuni ricorrenti nel linguaggio pubblico
italiano testimoniano il nostro
immobilismo e il continuo
perpetrarsi di sensazioni, riti e
immagini che accompagnano
il lento e impercettibile declino
di una parte del paese.
La più inaccettabile delle locuzioni verbali è senza dubbio
“riforme strutturali”. “Vi è la
necessità di riforme strutturali
per il rilancio del paese”: è da
quando ho iniziato ad ascoltare i telegiornali che sento invocare la necessità di riforme
strutturali. Qualcuno di voi ha
però mai capito cosa diavolo
siano, oltre che sterili locuzioni utili ad accreditare i soloni
delle nostre elites?
Ora, ammettiamo che le riforme strutturali siano chiaramente identificabili: la riforma
del welfare, del lavoro, della
pubblica
amministrazione,
della giustizia, e chi più si diverte ad elencarle meglio è,
perché in Italia ci sarebbe bisogno di una riforma strutturale praticamente per qualsiasi
cosa...
Quello che io mi chiedo è se
sia possibile che in uno stato
degno di tale accezione non
si riesca a scardinare il potere
delle lobbies, delle corporazio8
NO
non in Italia
ni, dei balzelli e dai diktat imposti da chiunque abbia una rendita di posizione, e finalmente riformare questo paese? Non si
chiede di ribaltare dalle fondamenta un sistema al collasso ormai
esaurito, ma semplicemente di riformare seriamente uno stato.
No, non in Italia.
Un altro ritornello ricorrente è quello, doloroso, delle “tragedie
annunciate”.
Stavolta non voglio soffermarmi sui (giustissimi) luoghi comuni
che ci vengono propinati ogni volta che si deve analizzare un
disastro determinato dall’incuria o dal non rispetto delle leggi
(Italia “paese dei furbi”, “paese dove non viene fatta rispettare
la legge”, “paese dove fatta la legge trovato l’inganno”, “paese
dove la corruzione è endemica e ognuno pensa solo al proprio
orticello”).
Stavolta vorrei interrogarmi sull’anima del nostro paese, su
quell’anima fatta di immagini, di parole che evocano sensazioni condivise, di pensieri che danno forma a un certo modo di
vivere. Quell’anima non è stufa e ferita nell’orgoglio da questo
continuo gioco verbale e da questa continua violenza? Non siamo stanchi di essere presi in giro da un linguaggio tragicomico,
fatto di locuzioni ripetute centinaia di volte, alla cui radice sta il
germe dell’immobilismo, della conservazione e di una polverosa
assuefazione?
Io, per esempio, sono stufo di sentire che a una manifestazione
hanno partecipato un milione di persone “secondo il sindacato e
duecentomila per la magistratura”, che “maggioranza e opposizione dovrebbero dialogare”, ecc. E si badi, non è un discorso di
parte. In questo gioco non ci sono buoni o cattivi.
In questa rappresentazione io vedo solo figuranti, personaggi
grotteschi, parassiti, gente inconsapevole, attori che recitano il
proprio ruolo per portare a casa la pagnotta, vittime che a loro
volta vestono i panni dei carnefici e viceversa.
E poi guardo la grande maggioranza delle persone: uomini e
donne che spendono la maggior parte della propria esistenza a
lavorare e fare sacrifici. Mi chiedo se l’anima della nazione sia
ancora viva e, nel caso, abbia ancora la forza e la voglia di credere in un’altra visione di paese, di sognare e seguire una diversa rappresentazione di Italia, e di immaginare una storia per
il futuro che dia senso al nostro oggi. Un progetto che non sia
affidato ai professionisti delle parole, ma a uomini e donne con
il fuoco dentro.
2
Attualità
.........................................
contro
corrente
di Massimo Smolari
Ci sono cose che non andrebbero dette, tantomeno scritte: sono ovviamente e fatalmente quelle “politicamente
scorrette”.L’ennesima
catastrofe ambientale: le frane in
Sicilia hanno portato lutti e
dolori in una terra lasciata
all’incuria, allo spreco e a un
disinteresse di tutti, dalle incapaci amministrazioni locali ai
privati cittadini.
E’ certo distruttivo dire che nel
sud della penisola si è costruito abusivamente praticamente
dappertutto, che sono 60 anni
che il meridione riceve in regalo (di fatto) enormi quantità di
denaro cronicamente e ostinatamente sperperato, che buona
parte dei politici meridionali
sono corrotti, che ormai quattro regioni sono gestite dalle
varie mafie, che gli sprechi e
la distruzione di fondi pubblici
sono da tempo istituzionalizzati. O che il riscatto atteso da
decenni (o secoli) probabilmente non arriverà mai e che il sud
è stato salvato dall’ancora che
la società produttiva del Paese
gli ha sempre regalato.
10
La realtà è che l’inerzia amministrativa, la cultura dell’illegalità, l’abitudine a non rispettare
le regole, il vittimismo cronico e l’indolenza
spacciata per fatalismo hanno scavato un grande solco tra due mondi diversi e diversi modi di
vivere e pensare.
Gli esempi del Friuli e del Piemonte alle prese con terremoti e alluvioni non sono serviti a
niente, e nessuna lezione viene mai imparata
dalle proprie e altrui esperienze; nulla scalfisce
l’atavica indifferenza di regioni che producono
come paesi africani ma consumano come società opulente.
Forse sarebbe il momento di dire basta, di dire
con forza che il sud deve farcela da solo, che
deve reagire e che non può più restare eternamente al traino della parte produttiva del paese. E forse solo i giovani possono farlo.
Ma è difficile essere ottimisti, è difficile crederci: la putrefazione di intere aree del nostro
Paese sembra irreversibile e sembra che non
importi più a nessuno, nemmeno ai diretti interessati.
Perché è l’insieme dei comportamenti individuali che rende una società civile o meno.
2
Attualità
.............................
Le Borse nel 1930
Michele Spallino, economista indipendente, pochi giorni fa citava un articolo di
giornale. Attenzione, leggete fino in fondo
altrimenti tanto ottimismo potrebbe nuocere ai vostri risparmi…
“Il mercato è diventato tecnicamente più forte, i
declini di giugno ed inizio agosto sono serviti a far
cadere le mani deboli, le notizie economiche recenti
sono incoraggianti, inclusi ordini e vendite al dettaglio. Tutto indica che ci saranno buoni guadagni
ulteriori sulle azioni nel prossimo futuro, anche se
gli utili del terzo trimestre fra qualche settimana
possono disturbare il trend.”
La fonte è il “Wall Street Journal” che da
più di un secolo si occupa di Borse mondiali.… ma è un articolo del settembre 1930!
Se un risparmiatore si basa su un’informazione in conflitto di interesse,
può perdere i propri risparmi (pensate ai del 1929-32): può infatti succedere di venire invogliati a comprare
titoli in Borsa perché giornali e TV
dicono che è un momento buono,
mentre in quello stesso momento i
meglio informati stanno liberandosi
velocemente delle proprie azioni!
Sarò più esplicito. In queste settimane, quando Piazza Affari chiudeva
la giornata in guadagno, il totale degli ordini era 100 milioni di azioni,
mentre quando la giornata era solo
lievemente negativa, gli ordini erano
almeno il doppio.
“Il cerino acceso”
Studio di Consulenza “San Michele”© e
“Club Opportuni Investimenti”®
Gianluca Gorlani
Bedizzole, lì 02.09.2009
[email protected]
di Gianluca Gorlani
[email protected]
di tasca nostra
Le Borse oggi
Questo per me ben rappresenta la teoria del “cerino acceso”: gli investitori più informati (rileggete “Il giallo finanziario dell’estate” sul nostro sito www.15quindici.it/articoli-353.htm) puntano sì il proprio denaro quando la Borsa sta salendo, ma vendono
tutto quando sembra che cali (mica sciocchi!). Insomma, devo passare il cerino acceso
a qualcuno, prima di bruciarmi le dita… capito?
Altre notizie che giravano a settembre del 1930:
“Brokers, businessmen, e pubblico ottimisti; il 75% delle brokerage houses (Banche d’investimento)
consiglia di comprare azioni.” “I certificati del tesoro, cedola 2, 375% scadenza a un anno, vanno a
ruba: richieste superiori di quattro volte rispetto all’offerta.”
La FED, (la Banca Centrale americana c’era, ahinoi, già in quegli anni) scriveva:
“mentre la ripresa degli affari sarà indubbiamente graduale e caratterizzata da incertezze, (…) vi
è una buona chance che Wall Street sarà positiva durante i prossimi mesi invernali.” Spallino si
ferma qui, ricordando che, dopo il rimbalzo del 50% che aveva prodotto tutto questo
ottimismo (come in questi mesi del 2009, anche se non sono state recuperate le perdite
generate nell’Ottobre 2008), nei mesi successivi la Borsa riprese la discesa, che la portò
nel 1932 ad aver perso l’85% dai livelli pre-crisi del 1929.
Scudo fiscale, condono “immorale”
Corrado, assicuratore di Bergamo, mi scrive chiedendo perché non mi metto il cuore in pace. Ecco, non
mi va proprio di accantonare gli anni all’Università Bocconi, nei quali ho imparato che un’economia
sana deve essere a disposizione dei risparmiatori per consentire di realizzare i loro sogni, finanziando
buoni progetti, e non quelli di finanzieri immorali. Sogno ancora un mondo nel quale prevalga la buona
volontà e il desiderio di lavorare per il bene di tutti, non solo per il proprio tornaconto. Poi invece leggo
del terzo condono fiscale di Tremonti chiamato “Scudo” e mi cadono le braccia, pensando a quanti ricchi
bresciani, quando pochi anni fa salì al potere il Centrosinistra, mi confessarono che avrebbero ripreso a
portare all’estero i soldi, per timore di una tassazione che avrebbe potuto penalizzarli. Dunque Alberto
(se non ti sei già trasferito in Sud America come desideravi) non è forse ora di riportare in Italia i capitali
esportati illegalmente? Ti si offre di pagare solo il 5%, cioè meno della metà del 12,5% di tasse che gli
onesti risparmiatori pagano sugli interessi dei BOT… Sarà un caldo autunno (spero).
12
2
Attualità
..............................
di Claudio Arivetti [email protected]
ambiente
Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è...
addormentata sulle fonti fossili
Qualche mese fa si è svolto a Parigi il REN21.
(Renewable Energy and Policy Network for the 21st Century), un convegno internazionale sulle Energie Rinnovabili, durante il quale sono stati resi noti i dati riguardanti
la loro diffusione nel 2008 Il quadro generale che si è profilato è incoraggiante, nonostante la sensazione sia che siamo ancora solo all’inizio. Solare, eolico e geotermia
sono cresciute del 6% in un anno, mentre l’idroelettrico ha segnato un incremento del
10%. Anche la produzione da nucleare è però aumentata (+2%)
e persino quella da oli fossili (+8%). In ogni caso, nel complesso
continua ad aumentare l’uso di fonti energetiche pulite: nel 2008
l’energia prodotta dalle rinnovabili, senza contare le grosse centrali idroelettriche, generalmente assai meno ecologiche, è salita a
240.000 Megawatt, quasi tre volte la potenza atomica degli Stati
Uniti. Incoraggianti i dati sull’eolico, che copre il 29% della produzione energetica mondiale arrivando a 121 GW, più del doppio
della produzione nel 2005.
riusciamo a guardare più in là di un
palmo dal naso tappato dal crescente
inquinamento della Lombardia.
Italiani zombie o anestetizzati dalla
crisi? Di sicuro poco lungimiranti.
Forza, una mano sulla coscienza e
molte meno sul portafoglio! Dura da
capire? Fratelli d’Italia, l’Italia... si desterà?
Nel 2008 hanno brillato Cina, Spagna per il
fotovoltaico e Germania per il solare
termico. L’anno scorso in Germania sono stati installati 200 mila
nuovi sistemi di solare termico,
mentre la Spagna, con 2,6 GW
di nuove installazioni, è diventata leader del mercato del fotovoltaico. Una nota di merito anche alla
Cina, che ha raddoppiato la produzione di energia pulita per il quinto anno consecutivo: nel 2008 è salita a 12 GW, più di quanto
programmato originariamente per il 2010.
Fonte: Paris, 13 May 2009:
The REN21 Renewables Global
Status Report
E noi italiani?
Poltroni! Per quanto riguarda l’energia da fonti rinnovabili, nel
nostro paese gioca ancora un importante ruolo l’energia idroelettrica, la meno ecologica tra le fonti pulite: di circa 49 mila Ghw
prodotti da energia rinnovabile, ben il 65% è generato dalle centrali idroelettriche italiane. Seppure in progressiva crescita, le altre fonti (solare, eolico, biomasse, geotermia) occupano il restante
misero 35%. Purtroppo bisogna constatare che la produzione di
energia, in Italia, è fortemente legata alle fonti tradizionali. Nel
1994 si contava su una produzione lorda di 231 mila GWh. Nel
2007, quasi 15 anni dopo, è cresciuta di un terzo, arrivando a 313
mila GWh. Questo aumento del fabbisogno energetico non ha tuttavia visto una parallela crescita nella produzione di fonti rinnovabili, la cui incidenza percentuale è scesa dal 20,9% del 1994
al 15,7% del 2007.Abbiamo osato e abbiamo frenato. Come
nostro solito, abbiamo paura dell’innovazione e non
14
2
Attualità
..............................
di Diego Corsini [email protected]
notizie in
pillole
Camporella
galeotta
In Malaysia due fidanzatini sono stati scoperti
dalla polizia mentre facevano l’amore nella propria automobile. Questo
però è vietato dalla legge
islamica e i due carnali
trasgressori, una volta
arrestati, sono stati condannati dal tribunale del
paese e puniti a frustate.
IL SAPERE
E’ LA BEVANDA
MIGLIORE
DEL NOSTRO
SPIRITO
Andare a canossa
Padre pupazzo
A Vancouver, in Canada, due futuri
sposini provenienti dal Colorado hanno
deciso di unirsi in matrimonio in un
modo estremamente anticonformista:
la cerimonia è stata celebrata da un
pupazzo animato da una ventriloqua.
Parti
veloci
In Belgio, sulla tratta Parigi - Bruxelles,
una donna ha dato alla luce la sua bambina mentre il treno correva a 300 km
all’ora. Appena è cominciato il travaglio,
il personale del Thalys, treno ad alta velocità francese, ha diffuso un annuncio
cercando medici a bordo. Due medici e
due infermieri hanno risposto all’appello e
hanno aiutato la donna, che in mezz’ora
ha partorito una bambina in ottima salute.
16
Canossa è un castello in provincia di Reggio Emilia, appartenuto alla contessa Matilde che ospitò papa Gregorio VII durante il
conflitto con Enrico IV.
Questi ricevette la scomunica dal Papa e
-abbandonato da tutti- decise di implorarne
il perdono. Così si recò a Canossa vestendo
un saio, a capo scoperto e piedi nudi in pieno
inverno. Dopo tre giorni di digiuno fu ricevuto dal Papa che gli tolse la scomunica.
Da qui l’espressione “andare a Canossa”: significa riconoscere i propri errori e chiedere
perdono per il mal fatto.
Perche’ pepe
e peperoncino
bruciano?
Il pepe è piccante a causa della piperidina,
mentre la sensazione di bruciore del peperoncino è provocata dalla capsaicina. Contrariamente a quanto l’istinto ci porta a fare,
bere acqua non aiuta affatto. E’ invece efficace bere latte, in quanto la caseina circonda le molecole di capseicina ed evita che si
leghino alle membrane cellulari.
Gli insetti soffrono?
Gli insetti non sentono il dolore, perché hanno un sistema nervoso diverso da quello dei
mammiferi. Non hanno infatti i nocicettori,
responsabili della trasmissione del segnale di
dolore ai neuroni.
3
Normative
& Consili
...............................
di Filippo Grumi [email protected]
l’Ingegnere
Costruire
una casa
Le norme non-scritte
Sperando che nessuno di voi abbia visto la puntata di “Presa Diretta” andata
in onda su Rai Tre Domenica 13/09/09, riassunto di come non si fanno le cose
in edilizia, riprendiamo l’analisi dei punti critici nel rapporto committente/
tecnico. Abbiamo già affrontato la spinosa
questione dei vincoli imposti dalle norme,
che si risolve più o meno velocemente in
quanto il progetto viene esaminato dagli
enti preposti che ne verificano la conformità alle leggi.
Altro discorso invece sono le “leggi” non scritte. Il committente, che è già restio ad accettare le norme, difficilmente accetta alcune regole che fanno parte del comune buon senso nella
progettazione o che fanno parte del bagaglio di esperienze del
progettista. Inutile premettere che il motto “il cliente ha sempre
ragione” si applica anche quando si parla di case; ma, se possiamo permetterci di non accettare i consigli di una commessa per
l’acquisto di un paio di jeans, constatato che di case una persona comune non ne cambia di certo quante un paio di jeans,
sarebbe opportuno ascoltare e accettare, nei limiti della propria
soddisfazione, i consigli del progettista.
Il tecnico infatti solitamente ha fatto tesoro di quanto gli è stato
insegnato dal cantiere: sia di ciò che gli è stato trasmesso da
tecnici più anziani di lui, che dai propri errori (alzi la mano chi
non ne fa!), e starà molto attento a non ripeterli nuovamente.
Il committente solitamente ha una visione limitat a
alle proprie esigenze, magari è anche
la prima volta che costruisce una casa
e si chiarisce le idee riguardo a ciò
che vuole visitando le case di amici e
parenti o, nel peggiore dei casi, sfogliando una quantità enciclopedica
di riviste “del settore”.
Spesso basteranno consigli banali, come orientare la casa secondo l’asse nord-sud, con la
cucina ed il soggiorno a sud in
quanto serve più luce negli ambienti dove si passa la maggior
parte della giornata; oppure evitare
i gradini tra cucina e soggiorno, belli ma in
caso di persone anziane o bambini un pò pericolosi; o
ancora meglio che il sistema fognario funzioni a gravità, cioè
da solo, senza pompe che costano e si possono rompere, ecc...
Concetti ovvi direte voi lettori di 15quindici, ma su queste semplici considerazioni capita che il committente non voglia sentir
ragioni, mentre poi chiederà di progettare la casa secondo le
regole del Feng Shui.
18
Scudo
Fiscale
Lo
Prende il via la terza edizione dello Scudo fiscale (c.d. Scudo-ter) e cioè l’emersione, mediante rimpatrio e regolarizzazione, delle attività finanziarie e patrimoniali
detenute all’estero, in violazione della normativa sul monitoraggio fiscale. La strut-
tura normativa di questa edizione dello
Scudo fiscale rinvia, in buona parte, alle
disposizioni delle precedenti versioni,
sia dal punto di vista sostanziale che
da quello procedurale, ma si inserisce
3
Normative
& Consili
................................
il Commercialista
ro che, negli anni, hanno esportato denaro ed altre attività oltre
confine. Incremento della cooperazione amministrativa tra le
autorità competenti dei vari Stati; Semplificazione delle procedure di scambio di informazioni, anche con Stati tradizionalmente restii a collaborare; Contrasto all’evasione internazionale; Caduta o attenuazione del segreto bancario; Questi i nuovi
aspetti che dovrebbero rendere non più vantaggioso mantenere
capitali all’estero in modo illegittimo. Si tratta di motivi che
possono rendere opportuno “scudare” attività detenute all’estero al “prezzo” del 5% del valore delle attività fatte emergere.
Così facendo, le risorse rimpatriate potranno essere immesse
nell’impresa, costituire garanzia collaterale sui mutui bancari
o, più semplicemente, lo Scudo-ter può essere il modo per chiudere un rapporto fiduciario con gestori esteri che si è dimostrato
meno vantaggioso di quanto ipotizzato in origine. La norma
fornisce una puntuale definizione dei soggetti interessati alla disciplina dell’emersione, limitando l’ambito di applicazione della
stessa: alle persone fisiche; agli enti non commerciali, compresi i
Trust; alle società semplici; alle associazioni equiparate alle società semplici ai sensi dell’art.5, co.3, lett.c), Tuir. Restano quindi escluse tutte le società di capitali (Spa, Sapa, Srl), le società di
persone diverse dalle società semplici (Snc e Sas), nonché gli enti
commerciali. Sono altresì esclusi gli enti pubblici.
Lo Scudo fiscale può essere utilizzato anche dagli eredi: in caso
di decesso del possessore dei capitali all’estero avvenuto dopo
il 31.12.08, uno degli eredi presenterà dichiarazione riservata
per conto del defunto. L’emersione mediante lo Scudo fiscale
interessa le “attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori
del territorio dello Stato” e ivi produttive di reddito imponibile
in Italia. Tra le attività patrimoniali si comprendono, a titolo
esemplificativo: gli immobili; le quote di diritti reali; gli oggetti preziosi; le opere d’arte; le imbarcazioni. Affinché tali beni
realizzino un investimento estero, si deve trattare di beni che
si trovano fuori del territorio dello Stato o intestati a società fiduciarie o posseduti dal contribuente per il tramite di interposte
persone non residenti.
19
di Ferdinando Magnino [email protected]
in un contesto internazionale largamente mutato rispetto al
passato. Da più parti si è parlato di “ultima chiamata” per colo-
4
Volontariato
...............................
La
buona
cura
di Margherita Grumi
[email protected]
nei mie ricordi ...cosa faccio
allora? Prendo l’ascensore!
La mia missione alla ricerca
della bontà è quasi agli sgoccioli: mancano pochi mesi a
Dicembre e non vorrei dimenticare nessuno nei miei ringraziamenti: vorrei così raccontarvi di una persona, anzi,
delle parole di una persona
che mi hanno aiutato quando,
improvvisamente, mi ha preso
la nostalgia di casa… quello
che voi chiamate il magone (e
che ho capito non era certo un
mago grosso!)
L’ultima volta che mi sono
sentita giù sono andata al Parco Airone di Bedizzole dagli
Amici del Fiume Chiese che mi
avevano fatto sentire come a
casa, tra gli elementi della natura a me più cari, al tramonto,
in compagnia dello Gnomo del
parco... da allora mi sono organizzata per superare questi
attacchi di nostalgia e ritrovare, non tanto il mio mondo, ma
me stessa, per vivere la nostalgia senza dolore, con la consapevolezza che poi tutto passa
e il cuore ne esce rinvigorito e
più motivato a cercare ancora
la stessa bontà che ho ritrovato
Volevo stupirvi con effetti speciali ma io sono magia e non
tecnologia... quindi non si poteva trattare di quell’ascensore
che voi conoscete. E’ un ascensore speciale che può aprirvi
solo Filippo Serranò, farmacista-poeta (o poeta-farmacista)
di Anfo, piccolo paesino su
quel bellissimo specchio d’acqua che è il lago di Idro: il suo
è un “Ascensore Azzurro” di
piccole dimensioni, 14x20, che
vi porterà in quarantatre piani
di amore e nostalgia, ricordi e
poesia.
Grazie alle sue parole ho trovato la mia “cura”…
Sono sicura che se voi riusciste
a riscoprire il valore terapeutico della poesia, sareste molto meno indifferenti all’odio
e all’egoismo che ci circonda
perché ne diventereste talmente insofferenti da cercare la
bontà e volerla gridare ai quattro venti come sto provando a
fare io… parola di fatina.
Per questa cura non serve ricetta e non ci sono controin-
dicazioni, la posologia è a gradimento e la scadenza non esiste (e
come potrebbero avere scadenza
i nostri ricordi?).
Vi lascio con ciò che più mi ha
guarito e che ho scelto per voi.
Per una cura personalizzata è
sufficiente “prendere l’ascensore”
e fermarsi al piano che vi farà stare meglio!
La vostra fatina buona
The Informant, presentato da
Matt Damon al Festival del Cinema di Venezia, è l’ultimo film
di Stephen Soderbergh (famoso
per aver diretto la serie Ocean’s).
Si può dire che la storia ruoti intorno a un unico argomento: le
menzogne, di cui si può talvolta
abusare, rischiando di perdere
il controllo della situazione. Potrebbe sembrare un tema serioso
e pesante, ma Soderbergh dirige
con la sua classica leggerezza,
riuscendo a rendere questo film
molto piacevole, quasi delizioso,
seppur la storia di fondo fornisca
diversi spunti di riflessione.
Basato su una vicenda realmen-
te accaduta, “The Informant” racconta la storia di
Mark Whitacre, un tipo un po’ strano ma geniale,
che pensa di poter incastrare i leader corrotti della
sua società (la ADM) lavorando segretamente come
informatore per l’FBI. La principale caratteristica
del protagonista è che, seppur sembri il ritratto della brava persona qualunque, è molto, molto bravo
a mentire. A tutti. Mark ha un innato talento per
le menzogne. Il film presenta molti monologhi del
protagonista, ma non il tipo di monologhi che ci si
potrebbe aspettare: invece di concentrarsi su ciò che
sta accadendo attorno a lui, i discorsi di Whitacre
riguardano cose molto casuali, quasi stupide, senza
alcuna importanza, ed è anche questo che rende la
storia tutt’altro che noiosa e alquanto ironica.
Whitacre è completamente sincero riguardo alla
corruzione della sua compagnia, ma non riesce in
nessun modo a evitare di mentire su se stesso, anche
5
Cultura
..............................
cinema
[email protected]
21
di Francesca Roversi
nelle situazioni in cui è davvero necessario dire la verità. Mente a chi
dovrebbe dire il vero, ed è sincero
con persone per le quali la verità
non fa nessuna differenza: questo,
in alcuni momenti, crea nello spettatore una grande empatia per il
personaggio che ha chiaramente un
problema, ma sembra non volersi
lasciar aiutare da nessuno.
Tutto il film è incentrato su Mark
Whitacre, ed è per questo che il
punto di forza della pellicola è la
performance di Matt Damon, assolutamente degna di nota: l’attore
non solo è ingrassato di 10 Kg per
interpretare il ruolo, ma ha anche
un carisma naturale (e un’innata
predisposizione a piacere alla gente)
che lo rende perfetto per il personaggio. Nel complesso The Informant
è un bel film, a metà strada tra la
commedia e il genere drammatico,
che riesce a esser leggero e profondo allo stesso tempo e, nonostante
un ritmo piuttosto lento, non risulta
mai noioso. Ovviamente non manca il colpo di scena finale: uscendo
dalla sala, lo spettatore non può non
chiedersi perché non si sia visto fin
dall’inizio. E, soprattutto, è uno dei
pochi film che, senza pretese, riesce
a far riflettere. Solo per questo, vale
la pena di andare al cinema.
E dopo aver visto il film, vi ritroverete a domandarvi se le cose che
gli altri vi raccontano ogni giorno
siano effettivamente vere, o se non
siano soltanto bugie…
5
Cultura
...........................
di Emiliana Cirelli [email protected]
libro
Il settimo cerchio
“…Solamente quando sarai riuscito a placare il vortice delle domande e la sete di
risposte, ti accorgerai di non avere più bisogno né delle une ne delle altre…”
Mara Castellini ci trascina negli sconfinati territori dell’animo umano,
insieme al protagonista del libro, Eliel, che in un indefinito giorno, senza tempo e senza data, si ritrova come partorito dal nulla, su una strada
di campagna. Inizia così un percorso sull’interiorità dei sentimenti e
sulle domande esistenziali che da sempre lambiccano il cervello dell’uomo. Nel suo viaggio introspettivo alla scoperta della verità, Eliel potrà
avvalersi della saggezza arcaica del canuto Folco e dell’aiuto di un prodigioso taccuino, dispensatore di enigmatiche risposte alle incessanti
domande che affiorano nella mente del protagonista.
Il settimo cerchio affronta il tema della ricerca del senso profondo
della vita, tra spiritualità e considerazioni sull’incidenza del determinismo in contrapposizione a un libero arbitrio che l’autrice considera solo
“umana illusione”: “ ...le cose accadono quando devono accadere… è
perfettamente inutile che ci affanniamo o ci lasciamo sopraffare dalla
smania di farle cadere anzitempo. Inutile e controproducente.”
Lo stile di scrittura è ricercato, caratterizzato da un ritmo lento, che
riflette il taglio meditativo del romanzo. Il settimo cerchio è un libro da
godere ed assaporare, e che costringe a riflettere sul significato di “destino”. Un destino apparentemente imperscrutabile, ma che non smette
mai di fornire risposte.
Alla fine del viaggio, si giungerà a una nuova consapevolezza di sé e
del mondo, dove la verità, che muta costantemente, è sempre diversa
da quello che sembra.
Un romanzo che parla di un percorso spirituale, di ricerca, di conquista e crescita interiore.
info per acquisto:
tel. 030 9747832
[email protected]
titolo
Il settimo Cerchio
autore
Mara Castellini
data di Pubblicazione
Luglio 2009-10-03
genere
Romanzo Introspettivo
22
5
L’angelo
del rio
prima parte
Cultura
..............................
racconto
era il raccontarlo. Mi avrebbero preso per matto,
come il Gustino, sbeffeggiato dall’intero paese,
bambini compresi. Al ritorno mi preparai: sarei
avanzato gattonescamente da dietro, senza fare
rumore, per sorprenderla d’improvviso e verificare se m’aspettasse veramente. Ecco, scatto rapido,
ma lei non è per niente stupita, anzi, pare proprio
in attesa! Lo sguardo è incantevole; è addirittura più bella della Madonna della nostra chiesa,
vestita con un manto tutto ricamato d’argento.
Però stavolta c’èra un cambiamento: dal gran fascio di fiori stretto al seno n’erano caduti alcuni.
Per favore non prendetemi per pazzo e specialmente non ditelo in giro, vi prego! Erano a terra,
appassiti, come fossero caduti dalla parete. Nella composizione affrescata, infatti, ora c’era un
vuoto. Mi sono guardato attorno e ne ho raccolto
velocemente di freschi: margherite, qualche viola
sull’argine e di quelli gialli.
Sparsi a terra c’erano dei mattoni, ne ho fatto una
scala per spingermi in alto e rimpiazzare il buco
ma… inutile, ero troppo piccolo per arrivarci!
Allora, un po’ deluso, li ho lasciati in buon ordine
sul gradino più alto.
Al mattino mi sono alzato presto, non potevo
aspettare. Come per un appuntamento!
( continua...)
di Alberto Castrini
[email protected]
Il mio primo approccio
con le stagioni e la natura
fu subito per me una fiaba
che mi accompagna fin
da bambino quando…
Ma andiamo con ordine. Cominciò, quando
iniziai ad andare a scuola da solo. Lasciata alle
spalle la mia casa, appena
superato un ponticello,
la strada costeggiava un
vecchio mulino abbandonato da tempo. Era a
strapiombo sul bel torrente che scendeva rapido dalla montagna. Sulla
parete larga che guardava
verso i monti, c’era affrescata una bella fanciulla
che avanzava sorridente
con un mazzo di fiori. Da
qualche giorno, quando
le passavo davanti, pareva guardasse solo me e mi
seguisse con lo sguardo
fin quando giravo l’angolo. Questo non mi faceva
nessun timore, anche se
in verità uno l’avevo, ed
aperto dalle 7.30 alle 24.00
chiuso il lunedì
locale climatizzato
presso il c.c. Le Pensiline,
Molinetto di Mazzano
info +39 334 2808956
23
5
Cultura
..........................
Quando
l’Arte
torna
a casa
di Valentina Cane
[email protected]
arte
Sono stati recentemente presentati presso l’Avvocatura
Generale dello Stato 14 importanti reperti restituiti all’Italia
dal Cleveland Museum of Art:
è infatti proprio di questa alta
magistratura che si serve il
Ministero per risolvere l’annoso problema della restituzione
di opere d’arte nazionali da
parte di paesi non appartenenti alla Comunità Europea (per
la quale, invece, sono siglati
specifici accordi).
Tra i reperti, un bronzetto nuragico del IX secolo, alto circa 20 centimetri, proveniente
dalla Sardegna e raffigurante
un guerriero armato di arco e
un cratere corinzio della metà
del VI secolo a.C.: entrambe
le manifatture testimoniano
l’importanza dei commerci nel Mediterraneo a
queste altezze cronologiche.
Di notevole pregio artistico anche una coppia
di armille, braccialetti d’argento provenienti dal
corredo funerario di una tomba etrusca di Vulci; un vaso-biberon a forma di maialino di origine sicula e pregevoli vasi funerari apuli, uno dei
quali raffigurante Ettore, secondo la tradizione di
origine greca così diffusa e imitata all’epoca. Ma
nel nostro paese non sono rientrati solo vasi antichi. Fondamentale è stata la restituzione di una
bellissima croce processionale in rame dorato del
XIV secolo proveniente dal comune di Trequanda, presso Siena.
Il Ministro Bondi ha così salutato l’evento: “Sono
molto lieto di annunciare oggi il recupero di questi reperti, sottratti al nostro patrimonio culturale
e restituiti grazie all’accordo concluso, nello scorso mese di Novembre, con il Cleveland Museum
of Art. Credo che questo accordo sia una delle
manifestazioni più alte della politica culturale del
Ministero, che mira a perseguire l’obiettivo del recupero dei beni illecitamente fuoriusciti dal nostro
paese non solo e non più con le armi della repressione, ma anche con gli strumenti della diplomazia e della collaborazione in campo culturale”. E
questo nella imprescindibile consapevolezza che
l’arte non ha confini geografici, né reali possessori.
chiuso il martedì
24
5
Una notte
Bianca
tra incanti e suggestioni
Artingenua
[email protected]
25
di Anna Leopaldo
Si partiva da una videoinstallazione creata da quattro pulsanti, che ha coinvolto l’imponente architettura del Nuovo
Eden e la strada circostante: l’energia creativa, il fuoco, ha
richiamato i visitatori che sono stati guidati dai performers della compagnia Teatro Contratto attraverso le suggestioni della luce che si infrange nelle acque colorate.
Lo spettatore è stato così accompagnato in un’altra videoinstallazione, in cui uno scivolo da luna park immenso e
colorato si trasformava in una torre dai colori psichedelici
dove tutte le prospettive per magia mutavano, al punto che
un bambino, alla fine del percorso, diveniva un gigante ai
piedi della torre. Nella platea i visitatori erano invece immersi in un’arca di Noè, coinvolti da immagini di animali
in cattività. Si poteva anche assistere a una cerimonia di
ringraziamento alla madre terra ed essere coinvolti in una
performance in cui una donna sacrificava resti di animali
a un uomo che con quei resti creava musica. Un momento del percorso era poi dedicato al pensiero umano, alla
creatività e all’immaginazione: un pupazzo fatto di carta,
plastica e immagini accompagnava lo spettatore fino al
cortile del Nuovo Eden, dove fiori psichedelici proiettati
su un muro sancivano il momento del riposo. Gli artisti
che hanno realizzato Genesis sono Vera Uberti, Cristina
Imbrò, Stefano Staro, Francesca Longhini, Anna Merici,
Fabrizio Saiù Ljuba, Corinna Heidecker, Valentina Dotti,
Lucia Seghezzi, Massimiliano Vitali, Veronica Salvini e la
compagnia Teatro Contratto. Il progetto è stato promosso
da Nuovo Eden in collaborazione con Arteingenua, Associazione Culturale la cui direzione artistica è stata affidata
a Vera Uberti.
Arteingenua
via corfù 106, 25124 Brescia, t. + 39 0302422111
www.arteingenua.it
La Notte Bianca dell’Arte e
della Cultura di Brescia che
si è svolta lo scorso 3 Ottobre
ha ottenuto un largo consenso
di pubblico e critica: molte le
persone che si sono accalcate
nel centro storico per visitare
le mostre e assistere agli spettacoli. Tra i numerosi eventi
proposti, al Cinema Nuovo
Eden è stato realizzato GENESIS, un progetto creato da
15 artisti residenti a Brescia,
ma provenienti da diversi paesi
nel mondo: un percorso di installazioni luminose e performances hanno animato il Nuovo
Eden, sfruttando il cinema nella
sua interezza. Tolta l’enfasi dal
palco e dal grande schermo, il
Nuovo Eden è diventato uno
spazio vivente e interattivo fatto
di meandri e angoli segreti.
Attraverso le suggestioni e i
significati che scaturiscono dai
concetti di Fuoco, Cielo, Mare,
Terra, Animali, Uomo e Riposo, gli artisti hanno creato un
percorso in cui l’unico protagonista era lo spettatore.
Cultura
..............................
θέατρον
5
Il Teatro non ha categoria ma si occupa della vita.
È il solo punto di partenza, l’unico veramente fondamentale.
Il Teatro è la vita. (Peter Brook)
Cultura
.........................
di Azzurra Smolari
Teatro
“Teatro” viene dal greco θέατρον (théatron),
che significa spettacolo, da θέα (théa), ovvero
vista. Una rappresentazione teatrale utilizza
parole, gesti, musica, danza, suoni. Non c’è
necessità di testo: il movimento del corpo in
uno spazio con fini artistici ed illustrativi, eseguito di fronte a un pubblico, è definito di per
sé teatro.
Oltre al teatro di prosa (in cui la parola è
l’elemento più importante), esistono varie
forme: l’opera lirica, il teatro-danza, il kabuki,
la danza katakali, l’opera cinese, il teatro dei
burattini, la pantomima.
La recitazione è l’arte di rappresentare una
storia tramite azioni sceniche. E’ interessante
constatare come in molte lingue il verbo “recitare” coincida col verbo “giocare”. Il termine italiano, invece, pone l’accento sulla finzione, sulla ripetizione del gesto o della parola
(re-citare = citare due volte).
In origine (VI secolo a.C.) il teatro è connesso
al culto di Dioniso. Durante le feste dionisiache gli abitanti di Atene formavano processioni accompagnate da canti che terminavano
con un sacrificio. Questa sembra essere l’origine della
tragedia, mentre incerta è quella della commedia. Secondo Aristotele “commedia” deriva da komos, villaggio, e potrebbe voler dire “canto del capro”. Si ipotizza
fosse un rito propiziatorio in uso nei villaggi durante il
quale si usava portare un fallo e inscenare pantomime
per auspicare la fertilità.
In origine i drammi, di argomento più mitologico che
storico, erano interpretati da un solo attore, il quale
usava le maschere per cambiarsi di ruolo. Gli autori
Greci di tragedie più famosi sono Eschilo, Sofocle ed
Euripide, mentre l’autore di commedie più noto è sicuramente Aristofane.
Per i greci il teatro non è solo uno spettacolo, ma un
vero e proprio rito collettivo, con la funzione di purificare dalle passioni. Secondo Aristotele tutte le forme
di teatro, in particolare la tragedia, avevano una funzione catartica, in quanto rappresentavano l’inconscio
umano. Venne addirittura istituito il theoricon, un sussidio che permetteva ai meno abbienti di accedere al
teatro.
E’ proprio Aristotele, nella Poetica, a indicare l’origine
della tragedia (da tragos ovvero capro, l’animale che
simboleggia Dioniso) nei cori ditirambici fatti in onore
di Dioniso, che da spontanei assunsero la forma di cori
da cerimonia. In seguito il capocoro venne sostituito da
un attore che cominciò a pronunciare parole di contenuto non più legato al mito di Dioniso, alle quali rispondeva un coro, che costituì poi il nucleo centrale del
dramma. Nell’antico teatro greco il coro era composto
da canto e danza, interrotto da un narratore che spiegava e commentava l’azione.
Scuola di Teatro Totale Eutithmos
& Cromo Teatro
Direzione artistica: Aldo Parolini
26
Cromo Teatro
Le Maree,
laboratorio teatrale per adulti
da giovedì 22 Ottobre
frequenza settimanale dalle 20.30 alle 22.15
PiazzaDuomoTre – Piazza Duomo 3,
Salò (BS) t. 348 6725143
www.lemaree.it - [email protected]
onde nel teatro di ricerca
ν
ChREATIVA
by
NIGhT
Una Notte dedicata
alle stelle di domani
Domenica 25 Ottobre
dalle 18.00 INGRESSO LIBERO
Mercato Contadino
dove: zona scuole medie, via
Galilei e Caduti del Lavoro,
Lonato quando: tutti i sabati,
dalle ore 8.00 alle 13.00
BMF Botticino Music Festival 2009 Concorso
Canoro Nazionale riservato a interpreti di brani
editi e inediti Ospite della serata Fabio Concato
dove: Teatro Centro Lucia - Botticino
quando: sabato 24 Ottobre
info: www.botticinomusicfestival.com
6
Eventi
..........................
Le depressioni, spesso non viaggiano
da sole. Conferenza
I musicanti di Brema
dove: Palazzo Todeschini, Desenzano
quando: 20 Ottobre ore 20.30
Info: tel.030 9911027
dove: Palazzo Bertazzoli, Bagnolo Mella
quando: domenica 25 Ottobre, ore 16.00
info: www.caramella.hostei.com
Concert Series 2009. Ottobre con i
Grandi Violinisti
Autunno Musicale,
XXVII edizione
dove: Auditorium San Barnaba, Brescia
quando: 21 Ottobre: Maria Milstein e Iryna
Gintova (violino), Annalisa Londero (pianoforte). 28 Ottobre: Kyoko Takezawa (violino) e
Edoardo Strabbioli (pianoforte). Inizio ore 21.
info: www.concorsoviolinobrescia.org
Concerto per Organo e Tromba Musiche di: J. B.
Loillet, D. Buxtehude, J. Clarke,W. A. Mozart, E.
Morricone, B. Slogedal, A. Piazzolla, S. Weiner
La Bohème di Giacomo Puccini
“Fortapasc” di Marco Risi Cineforum
dove: Teatro Grande, corso Zanardelli,
Brescia quando: 23 Ottobre ore 20.30; 25
Ottobre ore 15.30 info: tel. 0302979333
www.teatrogrande.it
dove: Sala Paolo VI, Vicolo Oratorio 19,
Desenzano quando: sabato 31 Ottobre ore
21.00 info: 030 9136942
4° Festa del tartufo
La Figlia del Reggimento
Spettacolo della compagnia Teatro a Pedali
dove: Cailina di Villa Carcina, Chiesa
parrocchiale S. Michele quando: sabato
24 Ottobre ore 20.45
dove: Polo Fieristico del Garda - via Rosario,
Località Picedo, Polpenazze quando: 23-24
Ottobre ore 18.00; 25 Ottobre ore 8.00
info: tel.0365651389
Opéra-comique in due atti di Gaetano Donizetti
L’Olio del Garda
Sulle Ali del Novecento
Mostra - mercato
dove: Lazise, (Vr) quando: 24 e 25 Ottobre
2009 dalle ore 10.00 alle 20.00. Domenica 25
ore 10.00 convegno “L’olio nella cosmesi” e
Degustazione guidata dell’olio nuovo, a cura
dell’AIPO di Verona
info: www.comune.lazise.vr.it
“Ed io, secondo me” presentazione del
libro di Margherita Alecci Scarpa
dove: Galleria delle Battaglie, Brescia.
quando: sabato 24 Ottobre, ore 16.30
dove: Teatro Grande, corso Zanardelli,
Brescia quando: venerdì 6 Novembre ore
20.30; domenica 8 Novembre, ore 15.30
info: tel. 0302979333 www.teatrogrande.it
L’ora al di là del tempo dove: Teatro Sancarlino, Brescia quando: sabato 7 Novembre
ore 18.00 info: www.dedaloensemble.it
ingresso libero
“Tu e io siamo la luce”
Recital per voce e violoncello. Lettura di Poesie di
Pablo Neruda e musiche di Johann Sebastian Bach.
dove: Auditorium S. Salvatore, via castello
2 - Rodengo Saiano quando: sabato 14
Novembre, ore 21.00
Per segnalare un evento a pagamento in testata o gratuitamente nell’elenco, scrivere a [email protected]
7
di Marianna Zocca
[email protected]
Cover
Story
..............................
28
YGener
Gli alieni sono tra noi
Sei nato negli anni ‘80 e ora hai difficoltà a relazionarti con il mondo del lavoro,
quasi venissi da un altro pianeta?
Il tuo profilo professionale presenta caratteristiche non conformi a quelle richieste
dall’ufficio risorse umane?
Il tuo approccio al lavoro è trasversale,
flessibile, curioso ma vivi l’azienda come
una tappa del tuo percorso e non come
un’entità di cui far parte e nella quale mettere radici far carriera?
Bene, sappi che non sei solo: sei un alieno
circondato da tanti tuoi simili nella stessa
situazione. Fai parte della Generazione Y.
La Generazione Y: questo l’argomento
della ricerca condotta dalla Fondazione
Istud (www.istud.it) e coordinata da Luca
Quaratino, esposta lo scorso 30 Settembre
durante la conferenza “How to manage Y
Generation”.
Noi che c’eravamo siamo usciti dalla sala
quasi sollevati: vivere da alieni è molto difficile. Ma sapere di non essere soli
permette di riuscire a affrontare le incomprensioni con le classi dirigenti e proseguire nella propria battaglia, convinti di aver
delle buone carte da giocare.
La ricerca “How to manage Y Generation” ha infatti condotto all’identificazione delle difficoltà che i nati negli anni ’80
riscontrano ogni giorno nel mondo del
lavoro, ma soprattutto del gap generazionale che esiste tra i “quadri” di un’azienda
e le nuove leve: i linguaggi e l’approccio
al lavoro seguono processi completamente diversi. Mentre i giovani sono caratterizzati da un metodo trasversale, di conoscenza parcellizzata, fluida e veloce, la
classe dirigente è legata a una struttura
rationn
gerarchica sia nel know how che
nella scalata al potere.
Abbiamo deciso di invitare i lettori di 15quindici ad approfondire
queste tematiche soprattutto in
seguito a un articolo di Repubblica, che recensendo la Conferenza ne ha riportato i contenuti
in modo abbastanza stereotipato,
definendo la generazione Y come
quella del “tutto e subito” e dei video game, e affiancando l’articolo
a uno sulle Baby Gang femminili.
Ovviamente anche noi siamo
“alieni” e dissentiamo da una
simile lettura del fenomeno: io
sono nata nell’1982, laureata, con
un profilo professionale diffuso e
conosciuto solo all’estero e che si
sta costruendo a fatica un’identità professionale anche nel nostro
paese.
Sentire da una ricerca che c’è speranza, che qualcosa sta cambiando e che molti altri miei coetanei
sono nella stessa mia situazione,
mi ha confortato.
La mia generazione, la generazione Y, è quella di giovani che
non vivono più per l’azienda, ma
con l’azienda, fino a che essa non
li ostacola o non ne rispecchia gli
interessi e le necessità. Anche l’ap-
proccio al mondo del lavoro è diverso: ciò che prevale è il
bisogno di condivisione e di una struttura piatta, basata
sul brainstorming e sulla collaborazione.
Ma siamo anche caratterizzati da una grande fragilità
emotiva. Quella fluidità che ci permette di sviluppare velocemente progetti innovativi, ha qualche controindicazione: meno stabilità economica, territoriale e culturale.
La nostra generazione ha la necessità di imparare
dall’esperienza della generazione precedente. Di dialogare
e capire le connessioni e le strutture nel mondo del lavoro.
Capire è la parola chiave. La Generazione X (quella a noi
precedente) ha invece l’esigenza di avvalersi della flessibilità della nostra generazione.
La fondazione Istud propone come progetto di ricerca la
formulazione di strategie per il dialogo all’interno della
Generation Mix aziendale, chiave di volta per lo sviluppo
e l’innovazione delle aziende italiane.
Tra gli interlocutori delle tavole rotonde della conferenza:
Coca Cola, Generali, Vodafon, Telecom, Brembo, Engineering, Ferrero, Ikea.
Queste aziende hanno già attuato nuovi piani di ricerca e
assunzione personale, secondo la consulenza offerta dalla
Fondazione.
Per approfondimenti:
www.istud.it
tecnologia
lavoro
8
La parola
“
Design
di Marianna Zocca
[email protected]
...............................
D
esign”
“ Design” una parola che vagheggia nei
discorsi. Si sente dire “Oggetto di Design”, è un Designer… ma spesso non si
sa bene di cosa si stia parlando.
Sembra un ambito che si avvicina all’arte, ma non lo è. Si lega alla forma, ma
non solo. E’ connesso alla funzione, ma
non riducibile a questa.
Che cos’è quindi il Design?
Il Design è una realtà Multiversa *
sperimentale e molto complessa.
Nasce come costola minore dell’architettura: i primi Designer erano architetti
che avevano deciso di dedicarsi non solo
a edifici, ma anche a prodotti, interni,
linguaggi, servizi, scenari futuri. Oggi
esistono Industrial Design, Visual Design, Product & Service System Design.
Come definire il Design?
Design è un termine inglese che non corrisponde all’italiano “disegno” (= rappresentazione grafica di oggetti, di luoghi, di
figure etc.), ma piuttosto a “progettazione”. Il Design non è infatti connesso a un
disegno, ma a un progetto, che implica
anche cultura, ricerca, metodo.
Il principale carattere del Design è la
serialità, fondata su un lavoro d’èquipe,
il cui momento di sintesi è rappresentato
dal Designer, che può essere definito un
anticipatore di soluzioni, un progettista
di Senso.
Design è progettazione di Senso.
* “Design Multiverso” a cura di P Bertola ed E. Manzini, POLI.design, Milano, 2004
30
Metodo progettuale di Munari
Gaia Riva
canto la mia Psyche
9
Musica
............................
www.gaiariva.it
www.myspace.com/gaiariva
www.sun-music.it
31
di Paola Serena [email protected]
Il suo ultimo cd si intitola Frantic: narra di un viaggio nel tempo, attraverso le emozioni contrastanti e
profonde di un’artista che si trova a misurarsi con se stessa e affrontare le onde sinuose della popolarità,
fatte di picchi e abissi. ‹‹Frantic significa ‘frenetico, agitato’›› ci spiega Gaia Riva ‹‹è una definizione che
si adatta bene anche a un aspetto del mio carattere, l’imprevedibilità, ed è anche il denominatore comune della mia musica, veloce, senza pause, senza respiri. Anche il modo di cantare e la costruzione delle
canzoni è incalzante... è energia che scaturisce senza freni››. Psyche è il brano inglese che apre Frantic.
E sottolinea ciò che Gaia esprime con il suo lavoro: ‹‹Narra la storia di Psiche, che si agita chiusa nelle
sue stanze, vestita in modo sgargiante. Spettinata e furiosa, delira e si nasconde. Io dal giardino la cerco
con la voce. “Perché non mi fai entrare?” chiedo “Non vedi che siamo la stessa persona?”» . Psiche è
un’icona, un’immagine che rispecchia il lato creativo, folle e un po’ insondabile, di ogni artista; infatti
nei brani di Frantic non troverete una linea continua, ma note articolate fra melodie dolci e altre graffianti, che ben esprimono le contraddizioni della vita. Del singolo Isolated, contenuto in Frantic, Gaia
parla così: ‹‹E’ la canzone “dietro il vetro”: è desiderio e paura folle della vita, al punto che ti limiti a
sospirarla. Un amico anni fa mi spedì una cartolina da Barcellona. Raffigurava un dipinto. Qualcuno
osservava una coppia danzare da dietro una finestra. “Il mondo puoi viverlo molto meglio di così”, mi
scrisse. Non l’ho mai dimenticato». L’arrendevolezza non fa parte di questa talentuosa artista, look semplice e personalità ricca, giunta al successo dopo un percorso sofferto, penalizzato dal fatto che Brescia
storce il naso di fronte ad un’artista italiana che propone brani in inglese. Gaia scopre il suo talento
quasi per caso, strimpellando note con l’amico Andrea Noto, il quale, a metà fra il serio e il faceto, la
spinge a provare a misurarsi con le sue potenzialità canore in modo più approfondito. Da questa sinergia nascono collaborazioni con band locali, dalle quali successivamente Gaia si allontana creando un
repertorio personale e su misura. In seguito a segnalazioni e vittorie a concorsi, nel 2006 viene contattata da Sony BMG e da quel momento deposita in un angolo la carriera manageriale, possibile frutto
della sua brillante laurea in ingegneria. Il suo primo singolo One viene scelto per lo spot Lancia Phedra
2006, viene inserito nella compilation Blu del Festivalbar e nella Wind Summer Collection, ed arriva al
21° posto della classifica dei singoli più venduti. Sempre nel 2006 partecipa a Top of the Pops e a Giffoni
Film Festival. Alla fine dell’anno arriva il contratto con l’etichetta indipendente Oyez!. Il prossimo Ep,
Tutto cade, conterrà 6 brani in italiano «non è stata una scelta di ripiego anzi, penso sia la decisione più
convinta che abbia preso, anche se in futuro farò certamente altri lavori in inglese, lingua che adoro.
Sento il bisogno di essere compresa: voglio che di me arrivi non solo la voce, o la melodia, ma anche il
significato, la magia delle parole... io amo le parole. La barriera della lingua per un italiano purtroppo
esiste, e non viene superata facilmente». Nel suo prossimo Ep, ‘Tutto Cade’, Gaia è autrice dei testi e
collaboratrice per gli arrangiamenti. Andrea Noto è autore delle parti musicali e produttore artistico.
C’è chi la definisce la miglior rockeuse classica fra i talenti emergenti, chi la paragona ad Anouk, chi
accosta il suo stile a quello di Alanis Morissette. Ciò che mette tutti d’accordo è l’intensità delle sue performance, l’emozione trasmessa attraverso il mix vincente fra interpretazione e pezzi ricercati a livello
stilistico e musicale. Gaia non è solo un’icona. Esplorare il suo blog ne è una dimostrazione lampante.
Provare per credere.
10
di Cristian Sgotti
[email protected]
Cucina
.......................................
Funghi
Ben ritrovati!
In cucina è buona norma utilizzare i prodotti che ogni stagione ci offre… quindi questo mese
parliamo di funghi, in particolare
di porcini. Innanzitutto quando li acquistiamo dobbiamo fare
attenzione alla provenienza. E’
difficile trovare quelli nazionali
in quanto generalmente arrivano
dai paesi dell’est (Romania). I nostri però sono molto più gustosi, a
Come cucinare poi i funghi?
La cucina è piena di ricette a base di funghi, personalmente amo molto mangiare i porcini crudi, tagliati
sottili e conditi con olio, sale e pepe, magari serviti
sopra un carpaccio; oppure sono ottimi impanati e
fritti. Nei classici risotti e nelle tagliatelle sono sempre
gustosi ma anche con il pesce trovano un ottimo abbinamento. Della famiglia dei funghi sono molto buoni
anche i finferli, che trovano la loro migliore espressione nei risotti o negli spezzatini. Non mi resta che
darvi appuntamento al prossimo numero e augurarvi
buon appetito!
ato
p
p
o
l
a
c
os
Branzin di porcini
su letpert4opersone:
rcini,
0 g d i po
0
Ingredienti a 450 g l’uno, 2
.
id
e limone
2 branzin rg ine, sa le, pepe
ave
o
olio extr
teli molt
e, taglia
n
e;
io
z
in
u
g
d
r
ne:
tro
ave
Preparazio ghi come nell’in pepe e olio extr
n
,
le
fu
pu lite i
li con sa
e cond ir
lettateli
.
te
r
r iora e sfi elle e
a
fi nemente
p
te
a
in
d
e
li
ll
a
p
nete
pu liteli d
i fi letto la pacquind i te
branzini, i, togliete da og n
ar
c
i
i
d
te
e
ò
d
n
m
P re
ine a
ro fi lett
tt
tt
fe
a
u
i. Ada-5
q
4
tt
o
stesso
anti fi le
o
st
ottenend
ll
e
a
r
d
i
e
n
r
o
ne c
semp
r icoper ta
r icavate
l’operazio teglia da for no
te
il
te
e
ip
di r
zzate con
ra u na
cio; quin
.
pe e spr u
esce sop
e
ti
p
p
u
i
d
e
in
e
le
m
tt
sa
irca 10
c
r
g iate le fe ta, cond ite con
e
p
°
si
0
a 20
rcini, olea
infor nate tto i funghi po
d i car ta
e
o
li
o
l’
nite
fondo d i
i pia
limone, u l centro d i og n e ir rorate con il
e
n
esc
Adag iate
fette d i p
i sopra le r v ite ca ldo.
v
te
a
m
e
st
.
e se
el pesce
he l’orata
iatto anc tete tagliarli
cottura d
p
o
st
e
u
aq
po
Si adatta te i funghi cr ud i
a
m
a
.
n
ti
o
la
n
o
if
Se
ser v irli tr
ubett i e
a c32
differenza di
quelli esteri
che hanno
poco sapore. E’ poi
impor tante
sceglierli ben
sodi, segnale
principale
della
loro freschezza. Per pulirli vi consiglio di fare come faceva mio papà:
con pazienza e muniti di coltellino
eliminate la parte terrosa, senza
esagerare nel toglier eccessivi pezzi
di fungo, e poi con un panno inumidito dovete pulirli bene (non lavateli sotto acqua corrente, il fungo
si impregnerebbe troppo di acqua).
Una volta puliti, se non cucinati subito, si conservano in frigorifero per
3-4 giorni, mentre in congelatore,
in sacchetti di plastica, durano un
paio di mesi.
Tortino di carne
e porcini
Ingredienti per 4 persone:
200 g di carne di vitellone, 200g di porcini,
olio extravergine, aceto balsamico,
limone, sale e pepe, erba cipollina
Preparazione:
Tagliate molto sottile la carne di vitellone (magatello, scamone o roast-beef) e se
non avete la possibilità di tagliarla sottile acquistate quella per carpaccio; sistematela sopra un vassoio e spennellatela
benissimo con una salsa ben emulsionata
formata da olio, limone, aceto balsamico,
sale e pepe e lasciate la carne insaporire
per almeno mezz’ora. Tagliate i funghi
seguendo il procedimento della ricetta
precedente, condirli con limone, olio,
sale e pepe. Sistemate ora al centro di
ogni piatto due fettine di carne, adagiate sopra un cucchiaio di funghi, mettete
altre due fette di carne e ripetete così per
un altro strato. Terminate il tortino con
la carne, quindi tritate l’erba cipollina e
spolveratela sopra; condite con un altro
filo d’olio e servite. La ricetta originale
da me solitamente proposta prevede l’aggiunta di fettine di fois-gras negli strati
tra carne e funghi. Consapevole che non
a tutti piace, in questa ricetta ho scelto di
non metterlo.
Prendiamoci
cura
della nostra pelle
L’inverno è nuovamente alle porte: anche se il clima non si è ancora stabilizzato, estate e afa sono ormai alle spalle… è proprio questo il periodo
ideale per prepararsi ai mesi freddi. Innanzitutto bisogna togliere i residui della stagione calda: questo è il momento perfetto per una pulizia viso
o uno scrub su tutto il corpo, ideali per eliminare i residui di abbronzatura che macchiano la pelle. In questo modo, quando useremo cosmetici
che riparano dai danni del vento, pioggia o freddo, la cute sarà libera dalle cellule morte e potrà assorbire meglio le proprietà delle creme. Come
abbiamo visto negli articoli precedenti (che potete consultare sul nostro
sito internet) la pelle riflette come siamo all’interno, questo in quanto è
in intima connessione con i tessuti sottostanti, con i quali è in continuo
dialogo: lo dimostra il fatto che possiamo leggere sul viso i segni di una
scorretta condotta alimentare; oppure i segni dell’abuso di fumo (la pelle
si presenta ingiallita) o ancora quelli di una notte di festeggiamenti eccessivi. La pelle reagisce anche alle aggressioni ambientali: per prevenire
l’invecchiamento cutaneo e quella fastidiosa secchezza tipica del periodo
freddo, bisogna averne cura tutti i giorni. La regola d’oro é una buona
igiene: è fondamentale detergere il viso due volte al giorno: sia che piova,
che ci sia il sole, il vento o che faccia freddo, la pelle deve essere pulita
e tonificata. Ricordate poi che una bella pelle, liscia, morbida e luminosa, è una pelle ben idratata. Quella dei bambini neonati infatti è la più
morbida che ci sia, e contiene l’80% di acqua. Durante l’inverno la pelle
tenderà a diventar secca e a screpolarsi, compariranno arrossamenti ed
irritazioni. Sono tutti sintomi di disidratazione. Occorre quindi rallenta-
Coupon
va lido pe
r
il 2 0% d i
sconto p
er pu lizia
v iso
Salute e
Bellezza
...............................
benessere
giorni; le maschere a base di malva e calendula
altea sonno ottime per pelli che presentano solo
secchezza. Se invece abbiamo una pelle anche
irritata e con arrossamenti, è meglio usare maschere addolcenti con miele e pappa reale o alla
camomilla, che oltre ad idratare aiutano la pelle
a normalizzarsi. Per rimuovere la maschera un
consiglio è usare dischetti di cotone imbevuti di
tonico alla rosa o alla camomilla, che nutrono
ulteriormente la pelle. Una parte spesso dimenticata, ma anche una delle più fragili, sono le
labbra, che hanno ancora più bisogno della protezione di creme o stick, anche più volte al giorno. Ricordiamoci che la nostra pelle è lo scudo
migliore che abbiamo contro batteri, microbi e
le varie patologie: bisogna tenerla integra e sana
non solo per un fattore estetico, ma soprattutto
per un discorso di benessere generale.
Imparare a conoscere e a valutare i cambiamenti della pelle, può aiutarci a capire come
stiamo.
33
di Jessica Rumi [email protected]
re la perdita d’acqua creando una barriera che
impedisce alle molecole di disperdersi. Quindi
è importante scegliere la crema con cura (l’importante è acquistare una crema non in base al
marchio ma per le proprietà che essa contiene;
per esempio quelle a base proteiche, con collagene e elastina). Fondamentali anche le maschere, che vanno effettuate una volta ogni 15
11
11
Salute e
Bellezza
................................
di Marianna Vindico
bellezza
In questo numero
risponderemo ai dubbi più diffusi
riguardo ai capelli…
E’ normale che i capelli cadano?
L’attività fisiologica di un capello prevede una nascita, un periodo di crescita e
un distaccamento. In condizioni di normalità del bulbo, poco dopo la caduta
di un capello se ne produce un altro. Il
capello ha tre fasi:
1. Anagena
la matrice produce le cellule che costituiscono il capello permettendogli di risalire lungo le pareti del follicolo. L’8090% dei capelli di una chioma sono in
questa fase, che dura dai 3 ai 5 anni
(nelle donne anche 7).
2. Catagen
in seguito a un segnale ormonale, il follicolo entra in una fase di riposo (che dura
un paio di settimane) in cui le cellule non
si riproducono più. Il capello rimane nel
cuoio capelluto, senza cadere ne cresce.
3. Telogen
ogni attività produttiva è interrotta e il
capello è trattenuto solo dalle pareti del
follicolo. Prima della sua caduta passano 4 mesi. Il 10-20% dei capelli è in
questa fase. Dopo tre mesi solitamente
nasce un nuovo capello.
I capelli che cadono ricrescono
sempre?
Talvolta la matrice pilifera sostituisce il
capello caduto con uno di calibro inferiore o non lo sostituisce affatto: questa
è l’alopecia, ossia una diminuzione della qualità e della quantità dei capelli.
Non tutte le alopecie sono incurabili:
per esempio quella androgenetica, la
più diffusa causa di perdita dei capelli,
è irreversibile solo se non curata adeguatamente. Questa dipende da un’abbondante presenza di deitrotesterone
(DHT) nel follicolo del capello, il quale
è dannoso in quanto accorcia la fase di
crescita del capello. L’androgenetica affligge circa l’80% degli uomini, il 35%
delle donne in età fertile e il 50% di
quelle in menopausa. Nell’uomo si sviluppa subito dopo la pubertà, ha il suo
picco verso i 30 anni, progredisce fino
ai 50 e poi si ferma. I primi segnali di
diradamento si presentano nelle tempie.
Anche nelle donne si può manifestare
in giovane età, con una lenta progressione fino ai 50 anni. Questo disturbo
può comparire durante la menopausa
persino in chi non ne ha mai sofferto.
Nelle donne lo sfoltimento è più frequente nella zona centrale.
Perché perdiamo capelli a
ogni cambio stagione?
Nei periodi di transizione aumenta
la caduta dei capelli in quanto l’uomo conserva una manifestazione
ancestrale propria di altri mammiferi: la muta. Questo processo è
attivato da alcuni ormoni ed è un
fatto fisiologico che non è sintomo
di calvizie.
Quali sono i principali fattori
di caduta?
Sono stress, shock emotivi, attività sportive o professionali molto
intense, periodo post-partum, menopausa e malattie debilitanti. Anche i farmaci possono portare alla
caduta dei capelli, in particolare
alcuni antibiotici o antidepressivi.
Dopo la sospensione di farmaci la
situazione migliora, ma è consigliabile usare prodotti nutrienti e rinforzanti, sopratutto se la malattia è
stata debilitante.
Quali sono i primi sintomi
della calvizie androgenetica?
Assottigliamento dello stelo, un
ampio numero di steli spezzati, un
aspetto meno brillante della chioma e una minor tenuta della piega:
sono sintomi poco evidenti e per
questo sottovalutati. E’ però un errore da non commettere in quanto
l’efficacia delle cure è legata alla
tempestività dell’intervento: le matrici di capelli caduti da molti anni
sono difficili recuperare, per cui è
sempre meglio prevenire con trattamenti specifici. Otterranno risultati soddisfacenti sopratutto i giovani tra i 20 e i 25 anni, mentre sui
quarantenni, magari con calvizie
trascurata da anni, questi saranno
molto meno evidenti.
Consigli anticaduta
Usare un prodotto senza risciacquo
all’Aminexil: applicare una fiala su
capelli asciutti e puliti e distribuire,
sezione per sezione, l’intero contenuto alla radice, massaggiando delicatamente il cuoio capelluto per
favorirne l’azione. Non sciacquare.
Per un programma protettivo: 3
applicazioni a settimana per 6 settimane. Per un programma completo 1 applicazione al giorno per
4 settimane.
Anche questo mese vi darò qualche
consiglio per lo shopping d’autunno..
questa volta indirizzandovi verso
capi indispensabili ma soprattutto
“trasformisti”, da utilizzare in diverse
occasioni, semplicemente cambiando
gli accessori.
Un altro capo trasformista che
a differenza del precedente si
può indossare tutto l’anno, a
Salute e
Bellezza
................................
35
di Daniela Merlino [email protected]
Per l’inverno non dovrebbe
mancare nel vostro armadio un
dolcevita nero, capo passepartout per eccellenza, che sta bene
a tutte e non passa mai di moda.
Essendo un capo base, che non dipende dalle tendenze di stagione, sceglietelo semplice (niente colli strani, maniche corte o esageratamente lunghe,
inserti in pizzo ecc) e di buona qualità:
una lana scadente ci metterà poco a
sformarsi e riempirsi di pallini. Il dolcevita nero si adatta a ogni occasione
e ora del giorno: con un pantalone
grigio di taglio maschile sarà perfetto
per l’ufficio, abbinato a una borsa da
giorno pratica e capiente e da scarpe
basse; con un paio di jeans di denim
scuro (bootcut, skinny o a sigaretta,
dipende solo da cosa vi veste meglio!)
stivali e una bella borsa di medie dimensioni vi accompagnerà nel tempo
libero; con un paio di pantaloni neri,
di taglio semplice e dritto, oppure
una gonna al ginocchio, scarpe alte e
borsa a mano sarà un look sofisticato
e chic per la sera. Ricordate che è un
capo molto semplice e come tale va
accessoriato, a cominciare dai gioielli che è meglio scegliere sobri ed essenziali. Il dolcevita nero ha anche la
piacevole capacità di slanciare e snellire, il che non fa mai male, e con i capelli raccolti l’effetto sarà accentuato.
11
Dicembre come ad
Agosto (in effetti col dolcevita è
un po’ dura) è la
camicia bianca.
Averne una nel
guardaroba significa andare sempre sul sicuro: perfetta
per ogni occasione, si adatta a
qualunque look, fisico, ora del giorno.
Che sia maschile o romantica, semplice o elaborata, risolve ogni emergenza,
anche all’ultimo minuto, ovunque voi
siate. Qualche esempio? Sotto un tailleur, gonna o pantalone che sia, vi darà
quel tocco sobrio e raffinato perfetto
moda
per il lavoro, un colloquio importante,
un’occasione formale; con i jeans e una
bella cintura a delineare il punto vita
andrà benissimo per un look casual che
potrete declinare verso il sexy con un
bel tacco alto oppure verso lo sportivo
con una scarpa bassa e una borsa media
(che possibilmente non dovrebbe fare a
pugni con la cintura: quindi abbinate
pelle a pelle, tessuto a tessuto, colore a
colore, please!). Per le più fortunate che
durante i mesi invernali volano verso
calde mete per le vacanze: non c’è pareo o caftano che regga il confronto con
una camicia bianca di cotone leggero da
usare come copricostume, lasciata morbida o con una cintura in vita, magari
abbinata a una borsa e un cappello di
paglia color naturale, anche per fare un
po’ le dive (tanto siete in vacanza!). Come per tutti i capi base
del guardaroba, scegliete la vostra camicia bianca con cura: buon
cotone, finiture di qualità e dettagli curati, il che non significa
per forza che si tratti di un capo firmato, a volte di certi marchi pagate più il nome che l’effettiva cura nella realizzazione.
Visto che stiamo parlando di capi indispensabili e trasformisti,
un paio di dritte per un must nel guardaroba di tutte: il pantalone nero. Sceglietelo di taglio pulito e semplice, di buon tessuto (o in poco tempo sarà orribilmente sformato sulle ginocchia), possibilmente un modello dritto o bootcut,
cioè leggermente svasato in fondo, ma anche un taglio classico
e maschile andrà benissimo. Con questi pantaloni potrete abbinare praticamente di tutto e per qualsiasi occasione: avrete un look semplice e chic con una polo bianca, sneakers bianche e accessori semplici; con una giacca sfiancata diventeranno
un completo femminile adatto all’ufficio o agli impegni formali; con una blusa di seta, di voile o un top saranno perfetti
per la sera, abbinati a un bel tacco alto e a una borsa piccola.
Ricordate sempre: bastano pochi capi giusti e di qualità
per avere il guardaroba ideale, in grado di soddisfare
ogni esigenza. Accessoriando e variando gli abbinamenti nel
modo giusto, potrete ogni giorno sembrare diverse, eleganti e
alla moda, senza spendere cifre folli e fare shopping di continuo.
12
Erbe di Agnese
[email protected]
[email protected]
di Loredana Savoldi
Ogni sabato su RADIOLIVEMUSIC
dalle 10 alle 11 a cura di Agnese Facchini
da Radio Live Music www.radiolivemusic.com
di Agnese Facchini
.......................................
Come tutte le sempreverdi, l’alloro è simbolo
dell’immortalità ed emblema della gloria, sia
bellica che spirituale. Nella mitologia grecoromana infatti l’alloro era una pianta sacra e
simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei
giochi olimpici e costituiva il massimo onore
per un poeta: da qui l’accezione figurativa di
fama, onore e vittoria (la littera laureata, la
missiva che annunciava una vittoria, veniva legata con l’alloro). Nell’antica Grecia era
consacrato ad Apollo, dio della musica e della
poesia, nonché signore dell’oracolo di Delfi.
L’Alloro era anche sacro ad Asclepio, dio della
medicina, e tenerlo in casa significava avere la
sua protezione: per secoli fu usato contro molte
malattie, in particolare la peste.
Usi
Molto usato in cucina, per aromatizzare carni
e pesci; efficacie rimedio per allontanare le tarme dagli armadi; per preparare decotti rinfrescanti o pediluvi; per preparare un aromatico
liquore dalle proprietà digestive, diuretiche e
stimolanti.
L’alloro, chiamato anche lauro, è originario dell’Asia Minore ma cresce spontaneo
dove il clima è caldo d’estate e mite d’inverno, come le coste del Mediterraneo e le
zone collinari soleggiate. Inconfondibile
per le eleganti foglie profumate e di sapore
gradevole, è molto apprezzato come pianta
aromatica. In cucina si usano le foglie, possibilmente fresche, che si possono raccoglie-
36
Proprietà: svolge un’efficace azione antisettica.
È consigliato contro l’affaticamento in quanto è
un ottimo stimolante; utile per combattere l’insonnia, i dolori mestruali e le bronchiti croniche.
L’olio essenziale è efficace contro le contusioni,
le slogature, i dolori artritici e reumatici, per
combattere l’alopecia, in caso di ascessi, nella
psoriasi e in tutte le malattie della pelle dovute
a funghi.
Attenzione: da non confondere le sue foglie e le
bacche con il lauroceraso o l’oleandro, che sono
tossiche. L’alloro ha notevoli proprietà medicinali: sminuzzando 5 o 6 foglie secche in una tazza di acqua bollente si ottiene un ottimo infuso
che, bevuto caldo prima di coricarsi, fa sudare
riuscendo ad impedire l’evolversi di un raffreddore o un’influenza. Lo stesso infuso, sorseggiato
dopo i pasti, riesce a facilitare la digestione e a
eliminare i gas intestinali. L’infuso rinforza anche lo stomaco, eccita l’appetito ed è un ottimo
anticatarrale. Le bacche di alloro sono ancora
più attive delle foglie, in quanto contengono
un olio ricco di sostanze medicamentose. Un
cucchiaino al giorno di polvere ottenuta dalle
bacche essiccate è un rimedio efficace contro
l’influenza, i raffreddori, le malattie nervose, le paralisi, le debolezze di stomaco e i gas
intestinali.L’olio laurinato si ottiene pestando
una manciata di bacche e facendole macerare in
mezzo litro di olio di oliva: frizionato sulle parti
interessate serve per lenire gli spasmi reumatici
o per facilitare la ripresa dell’uso delle articolazioni dopo ingessature o traumi di varia natura.
re in ogni stagione, scartando quelle appena
spuntate. Per il suo profumo si distingue facilmente dal lauroceraso (Prunus Laurocerasus) presente in molti giardini; anche questo
viene comunemente detto lauro ma è bene
fare attenzione: le sue foglie sono velenose.
L’alloro è usato anche a scopo ornamentale,
per formare siepi fitte e alte o per costituire
boschetti impenetrabili; è infatti molto decorativo, soprattutto nel momento della fioritura, a inizio primavera, per i numerosi
piccoli fiori giallognoli e odorosi, o quando
è carico di frutti, drupe nere di sapore pungente, da cui si estrae un olio aromatico.
Utile per una digestione difficile, contro i
reumatismi, come calmante per i neonati, per ottenere un delicato deodorante, per
conciliare il sonno e per un bagno rilassante.
1°
Raduno
Auto
Storiche
Domenica 8 Novembre2009
Programma
ore 9.00
ore 10.00
Ritrovo e colazione
presso la Pasticceria
Crimi di Soiano del Lago
ore 11.30
Tappa per aperitivo a Sirmione
Azienda Agricola Pilandro
ore 13.00
Partenza e giro
panoramico della
Valtenesi
Pranzo presso il Ristorante
“Al Partenopeo”
a Molinetto di Mazzano.
Pomeriggio a sorpresa
ore 16.00
Saluti e premiazioni
Costo giornata: pilota e copilota 28 euro a capa.
Per informazioni e iscrizioni 393 9438145. Le iscrizioni devono pervenire entro il 5 NOVEMBRE.
38
Ferrari
458 Italia
13
Motori
......................................
Il sogno rosso
L’erede della 430, grazie alla quale la casa di
Maranello ha raggiunto nel 2009 la produzione
record di 6587 unità (75% il suo apporto nelle vendite), è un giocattolo davvero fantastico.
Un giocattolo per bambini grandi (e ricchi) che
con gli opnionals giusti si aggirerà intorno ai
200.000 euro. Il salto in avanti rispetto la 430
è sorprendente: motore V8 9000 giri, 4500 cc,
570 cv, scocca in lega mista alluminio superleggera realizzata senza elettrosaldature (per
risparmiare peso i pezzi sono stati uniti con
colle speciali), 0-100 in 3.4 secondi e velocità
massima di 325 km/h con una massa di 1380
kg. Prestazioni che fanno sembrare un Porsche
Carrera una vecchia carriola.
di Massimo Smolari
L’ultima nata in casa Ferrari è quasi sconvolgente
Davvero difficile fare meglio:
tra le altre caratteristiche, la
458 è dotata di un labbro elastico sul muso che si deforma
con il crescere della velocità
per aumentare la deportanza,
iniezione diretta del carburante, sospensioni più “stradali” quindi più confortevoli,
cambio a doppia frizione e
fondo piatto.
L’impostazione di questa fantastica vettura è comunque
(nonostante le prestazioni
stratosferiche) più stradale
della precedente, per la soddi-
sfazione dei clienti che potranno usarla come una semplice
GT. Ferrari è riconosciuto in
tutto il pianeta come il brand
di eccellenza delle auto sportive, summa dello scibile tecnico
mondiale, il sogno di ogni appassionato, americano, russo o
giapponese.
Il migliore biglietto da visita
possibile per il nostro disastrato
paese. L’ultima 458 Italia sarà
difficile da eguagliare in appeal, prestazioni e fascino dai costruttori tedeschi di supercar, a
cui farà venire il mal di testa.
Cosa aggiungere ancora?
E’ un peccato essere poveri…
Servizi
Riparazioni auto grandine
Sostituzione cristalli
Ritiro e consegna a domicilio
Auto di cortesia
Autonoleggio
Soccorso stradale
Lavaggio interno ed
esterno
Finanziamenti sulle riparazioni a tasso zero 0%
Verniciature all’acqua in
giornata
Auto lucidatura con
rimozione graffi senza
riverniciatura
Gestione completa dei
sinistri
Soccorso stradale
24 h su 24
Carrozzeria M.G.
Marangoni di G.Franco e C.
via Brescia 7 25081 Bedizzole
tel. 030 676165 cell. 335 8321804
40
14
A proposito
Comicità
.....................................
Barzellette
di
Un tizio al controllo bagagli in aeroporto
Il poliziotto: “Lei ha un coltellino in valigia. Dobbiamo
buttarlo!”
L’uomo: “Va bene!”
Il poliziotto: “Ha per caso dei liquidi?”
L’uomo, sovrappensiero, non capisce e tira fuori 50 euro.
Il poliziotto: “Va beh, questa volta il coltellino può passare!”
Con tutti i soldi che abbiamo
già speso per l’autostrada
Salerno - Reggio Calabria
avremmo benissimo potuto
ricostruire Salerno vicino a
Reggio Calabria!
(Ficarra e Picone)
Chez Maxim
Per l’anniversario di matrimonio il marito porta la moglie in
un ristorante francese, molto chic ma carissimo. Vedendo i
prezzi del menù, il marito ha un sussulto.
Il cameriere chiede: “Cosa beve la signora?”
Lei: “Immagino che prenderò dello champagne!”
Il marito: “Ecco, brava, continua a immaginarlo!”
Annuncio su un giornale
genovese: “Smarrito portafogli contenente unica foto di
persona cara scomparsa, documenti personali e 20 euro.
Chi lo ritrovasse tenga pure
la fotografia e i documenti,
ma mi restituisca i 20 euro ai
quali sono sentimentalmente
legato”.
Un genovese porge qualcosa a un facchino che gli ha portato
le valigie in camera dicendogli: “Si prenda un caffè...”
E quello stupito: “Ma... è una bustina di zucchero!”
Il genovese infastidito: “Ah beh... se lo preferisce amaro me
la riprendo!”
Un uomo riposa beato all’ombra di un albero quando un
amico gli dice: “Ehi, perché non vai a fare un po’ di legna?”
“A che scopo?”
“Per venderla. Col denaro ricavato puoi comprare un asino
e distribuire la legna di casa in casa. Così guadagnerai altri
soldi e potrai acquistare un camion, poi una segheria e altri
camion. In questo modo ti creerai un impero.”
“A che scopo?”
“Per diventare milionario e potertela prendere finalmente
comoda!”
“E tu cosa credi che stia facendo adesso?”
42
Un’intervista ad Agnelli:
“Come ha fatto a diventare
così ricco?”
“Beh, quando avevo 9 anni
trovai per terra 10 centesimi.
Con quei soldini comprai una
mela. Invece di mangiarla la
pulii ben benino e la vendetti
per 20 centesimi. Con quei
venti cent ne comprai 2, le
pulii e le rivendetti per 40
centesimi”
“E poi?”
“Poi ricevetti notizia che mio
nonno era morto e mi aveva
lasciato un miliardo di lire!”
14
Denaro
C’è una sola classe della umanità che tiene al danaro molto
più dei ricchi: i poveri. Il povero non può tenere ad altro.
Questa è la miseria di essere
povero.
Oscar Wilde
Ci sono due casi in cui l’uomo
non deve speculare in borsa:
quando non ha soldi e quando
i soldi ce li ha.
Mark Twain
Credo che l’amore sia la cosa
più bella, naturale e salutare
che i soldi possano comprare.
Steve Martin
Fare soldi è come scavare una
buca con un ago, spenderli è
come gettare acqua nella sabbia.
Proverbio cinese
I soldi adornano la casa, la
virtù adorna la persona.
Proverbio cinese
I soldi non possono comperare
ciò che non è in vendita.
Proverbio cinese
La differenza tra i repubblica25€
ni e i democratici americani? I
primi corrono dietro ai soldi.
I secondi dietro a tua sorella.
Anonimo
43
Comicità
...................................
Aforismi
La vita è molto di più che lottare per fare soldi.
Ann Richards
Le banche ti chiedono soldi e
fiducia, però legano la biro a
una catenella.
Beppe Grillo
Naturalmente nella vita ci
sono un mucchio di cose più
importanti del denaro. Ma costano un mucchio di soldi!
Groucho Marx
Non è che il ricco sia cattivo;
è soltanto troppo indaffarato a
fare soldi per essere buono.
Gerhard Uhlembruck
Prima se ne vanno i soldi, poi
la terra, poi la casa, poi il buon
nome, poi più niente … Gli
zeri sono attaccaticci.
Primo Mazzolari
Sono i soldi che fanno venire
delle idee.
Federico Fellini
Ci sono tre grandi amici: una
vecchia moglie, un vecchio
cane ed il denaro contante.
Benjamin Franklin
Fare denaro è un’arte. Lavorare è un’arte. Un buon affare è
il massimo di tutte le arti.
Andy Warhol
Il denaro a volte costa troppo.
Ralph Waldo Emerson
Il denaro è come le donne: per
tenerlo bisogna occuparsene.
Edouard Bourdet
L’avidità fa comprare le cose
che il denaro può comprare e fa
perdere quelle che il denaro non
può comprare.
Laurence Peter
L’indicatore di ricchezza di un
uomo sarà sempre più la quantità di tempo libero piuttosto che
la quantità di denaro.
Marco Duso
La lealtà comprata col denaro,
dal denaro può essere distrutta.
Seneca
Nessuna donna si sposa per denaro: sono tutte così astute, prima di sposare un milionario, da
innamorarsene.
Cesare Pavese
Se solo Dio volesse darmi un segno che esiste! Ad esempio, depositando una grossa somma di
denaro sul mio conto in banca.
Woody Allen
Si può ragionevolmente ritenere
che chi pensa che il denaro possa tutto, sia egli stesso disposto a
tutto per il denaro.
Benjamin Franklin
43
15
Art Club Disco, Via Mantova 1/A 25015 - Desenzano d/Garda (Bs)
di Madama Sì Sì
[email protected]
Posta
......................................
“Tornata dalle
vacanze… delusa
e stressata!”(Ale 1984)
Ahia ahia… forse hai sbagliato località. Riflettere sempre con chi partire e
dove andare è il risultato di un buon
ritorno. Mia cara Ale è solo colpa tua.
Canta che ti passa!
“Ho tre storie con tre
ragazzi fantastici…
chi sarà quello giusto
per me?”(Fiorella)
Dalle tue belle descrizioni son tutti e
tre dei super boni! …Come scegliere?
Io li inviterei tutti e tre insieme a cena.
Grande spettacolo di sincerità con sicuramente un risultato divertente. Il
tipo perfetto e il più intelligente rimarrà
seduto da solo! Auguri… come vorrei
accompagnarti a cena!
bellezza con tanta poesia e tanta fantasia!
“Mi sento checca e vivo da super checca …
vorrei diventare un gran diva”(LL in arte Luciastra)
La tua vita è un uragano di venti bollenti. Ti consiglio di cambiar
nome d’arte e fare tanti esercizi di lirica davanti a gran specchio.
Poi ti aspetto all’Art un bel esame! Sarò la tua professoressa.
“…Ho il mio Coso tanto
piccolo” (G.L. 1989)
“Evviva la discoteca, evviva la
musica, evviva io…” (Livio 91)
Caro amico “G”, non disperare! Passione, forza, erotismo, gioco e tutti i
colori caldi della vita non si misurano
con il centimetro. Scatena la tua
Anch’io canto evviva tutto… il mondo della notte va coltivato come
il mondo del giorno. E’ bello tutto purché fatto con gran testa, gran
cuore e voglia di star bene con tutti. Ricordati che esiste il giorno
dopo... Che deve essere sempre okkei! Evviva la NOTTE!
44
Colazioni con squisiti
cappuccini e brioches fresche
Gelati di produzione propria
Gelateria Caffè
Aquilone
Via Santa Maria
Desenzano del Garda
(BS)
t. 030 9141833 fax 030 9123314 [email protected]
La via di
omeopatia, fitoterapia, dermocosmesi
misurazione pressione, glicemia e colesterolo
tel. 030 9143497
Farmacia
Dr. Lucio de Gressi