sul ghiaccio

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sul ghiaccio
Museo tridentino di Scienze naturali – Dipartimento di fisica
SUL GHIACCIO
Lezione di fisica coi pattini
Uno “spettacolo” dal vivo per arricchire le conoscenze di fisica è stato proposto alle scuole dal Museo Tridentino di Scienze Naturali e dal Dipartimento di
Fisica, con la collaborazione del Circolo Pattinatori artistici di Trento, il 23 e
24 febbraio 2007. L’idea dello spettacolo è nata proprio dall’esigenza di portare gli studenti ad un più stretto contatto con i concetti di fisica di quanto non
possa essere fatto tramite un filmato. È stato seguito da circa 400 studenti.
Le motivazioni
Utilizzare spazi non scolastici per fare lezione, può
essere a volte utile. Non solo per introdurre un elemento di novità nell’insegnamento, ma anche per
sfruttare delle opportunità che non possono essere
presenti nella scuola. Da qui, l’idea di proporre una
lezione di fisica allo stadio del ghiaccio di Trento.
La piastra ghiacciata è, infatti, un ottimo laboratorio che ben si presta a numerose osservazioni riguardanti la meccanica. La peculiarità del pattinaggio sul
ghiaccio consiste nel fatto che ci si trova in una situazione in cui l’attrito è molto basso e, quindi, la
distanza fra realtà e il modello fisico si riduce. Se poi
alla fisica viene associato uno spettacolo di pattinatori, si ottiene un abbinamento di intrattenimento e di
apprendimento gradevole per docenti e studenti.
Nelle lezioni di pattinaggio impartite da abili pattinatrici, il professor Icetein, oltre a concentrarsi sugli esercizi che gli venivano proposti, si arrovellava
inevitabilmente sui principi della fisica che stanno
alla base delle evoluzioni artistiche. Nella narrazione che è stata proposta, il professore spiega a se stesso e al pubblico come e perché funzionano le varie
figure del pattinaggio artistico e sincronizzato (cerchi, eliche, salti, trottole..), e, contemporaneamente
impara a pattinare, concludendo con una sua personale esibizione. Le spiegazioni di fisica sono state sovente sospese per mostrare i programmi di gara delle
atlete, offrendo così al pubblico una piacevole rappresentazione.
Università, Iprase, Museo
Allo spettacolo, durato circa tre quarti d’ora, sono
seguite tre attività appositamente studiate per le classi. A rotazione, gli studenti hanno potuto assistere
alla proiezione del DVD “Il professor Icetein impara a
pattinare”, prodotto un anno fa dal Dipartimento di
Fisica di Trento, dalla Provincia Autonoma di Tren40
to e da IPRASE, su progetto di Silvia Defrancesco
e Luigi Gratton.
Successivamente, gli studenti hanno provato in prima persona i principi della dinamica e i principi di
conservazione messi in evidenza durante lo spettacolo, capendo come si fa a partire e a fermarsi sui pattini, a curvare, a fare trottole, nonché osservare come
funziona l’urto fra i dischetti da hockey e altro ancora. Infine, ai ragazzi è stato proposto un laboratorio
a terra, in cui i principi della fisica venivano questa
volta osservati con dispositivi particolarmente interessanti e poco diffusi nelle aule scolastiche.
Le classi che hanno partecipato provenivano dalle seguenti scuole: Liceo Scientifico da Vinci -Trento, Liceo Socio-Psico-Pedagogico Rosmini - Trento,
Liceo Arcivescovile - Trento, Istituto La Rosa Bianca - Cavalese, Istituto Comprensivo - Lavis, Liceo
Russel-Cles. Altre scuole hanno fatto richiesta, ma
purtroppo, per questioni organizzative, a questa iniziativa non potevano accedere più di 200 studenti.
La speranza è che, visto che l’iniziativa è stata apprezzata, essa possa essere ripetuta l’anno prossimo.
Gli organizzatori della mattinata. La collaborazione in queste operazioni piuttosto complesse è indispensabile. Hanno partecipato: Museo Tridentino di
Scienze Naturali, Dipartimenti di Fisica di Trento,
Circolo Pattinatori Artistici di Trento con l’allenatore
Gabriele Minchio, il Comune che ha messo a disposizione gli autobus per raggiungere lo stadio, il custode dello stadio del ghiaccio Gigi Garollo, il Centro
Audiovisivi della Provincia che ha ripreso lo spettacolo e le mamme delle atlete che hanno curato i costumi.
Per avere maggiori dettagli sui laboratori e su progetto: [email protected].
Silvia Defrancesco, referente progetto
Museo Tridentino di Scienze Naturali
Novella Eghenter
docente di fisica liceo “da Vinci” Trento
n.5 maggio 2007
TESTIMONIANZA
L’esperienza di uno studente
Quando è stata avanzata la proposta di partecipare come classe al progetto “Il professor Icetein
impara a pattinare”, le reazioni di noi studenti
sono state tra le più disparate: chi, non amando
né la fisica né il pattinaggio, è stato scosso da un
brivido all’ accostamento dei due termini, chi ha
visto la possibilità di saltare una mattinata di lezioni, chi ha gioito all’idea interpretando la cosa
come un corso di pattinaggio gratuito.
Rompere il ghiaccio...
Fatto sta che quel venerdì mattina sull’ autobus non
era esattamente l’entusiasmo a serpeggiare tra la nostra folla: ma dopotutto è comprensibile, considerando che in fin dei conti queste esperienze di “lezione alternativa” rappresentano sempre un’incognita.
Per “rompere il ghiaccio” era stata organizzata una
scenetta a cui abbiamo assistito dagli spalti del Palaghiaccio: una pattinatrice vestita come la caricatura
di Einstein insieme alle sue compagne di squadra si
esibiva in coreografie delle quali veniva messo in risalto il lato fisico e in particolare meccanico: così noi
studenti ci siamo resi conto di quanto in realtà una
materia apparentemente astratta come la fisica (qualcuno potrebbe chiedersi perché risolvere problemi
su un fantomatico gas ideale, visto che non esiste)
sia invece parte integrante della nostra vita, anche se
non è sempre evidente.
Dopo la teoria, è venuto il momento della pratica:
a gruppi abbiamo calzato i pattini gentilmente messi a disposizione dal Palazzetto (anche se chiedere 3
euro di noleggio per mezz’ora di utilizzo è sembrato
un po’ eccessivo) e siamo saliti sulla lastra ghiacciata.
A parte un primo momento di instabilità, quasi tutti abbiamo preso confidenza col nuovo terreno e guidati dalle atlete della squadra di Trento abbiamo appreso i rudimenti di una disciplina la cui difficoltà è
spesso sottovalutata: personalmente, i “semplici” atti
di partire e fermarsi non sembravano poi così semplici. Man mano che progredivamo, ci veniva spiegato il perché di ciò che avveniva: perché riuscivamo
a scivolare, perché per fermarsi bisognava fare in un
certo modo e così via.
E così abbiamo toccato con mano i principi della dinamica e tutto ciò che concerne urti e quantità di
moto divertendoci.
... e provare l’attrito!
Terminato il nostro turno, tolti i pattini ci siamo diretti in terrazza dove un esperto ci ha mostrato alcun.5 maggio 2007
ne apparecchiature con le quali era possibile studiare l’ attrito in diverse condizioni. L’attività nel suo
complesso è stata apprezzata, nonostante il consueto
scarso entusiasmo nel momento in cui è stato richiesto l’ausilio di un volontario dal pubblico. I fenomeni illustrati non sono stati propriamente accattivanti, fatta eccezione per l’hovercraft: vedere un ragazzo
seduto in equilibrio su un cuscino d’aria in postura
da eremita ha decisamente affascinato e divertito noi
uditori; ad ogni modo, proprio come nei laboratori a scuola, la lezione è stata più leggera e il bagaglio
di conoscenze acquisite decisamente più consistente
che in una lezione standard.
Poi, all’interno, in una improvvisata “sala proiezioni”
per vedere un filmato realizzato dal Dipartimento in
cui veniva illustrata nuovamente tutta la scenetta vista all’inizio della mattinata. Questo è quello che ha
lasciato più perplessi, nel senso che era esattamente
ciò a cui avevamo assistito poche ore prima. Il motivo? Mistero della scienza…
Conclusioni sul progetto: interessante, poiché ha
mostrato quanto la fisica faccia parte del mondo che
ci circonda; coinvolgente, perché dopotutto pattinare insieme ha divertito tutti; istruttivo, visto che
molta meccanica ora ci resterà in mente meglio che
con molte lezioni. Un giudizio da professori? Promosso.
Stefano Pezzè,
Classe 4G liceo scientifico da Vinci Trento
Fumetto di Alessio Desanta
Fotografie di Christian Lavarian
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