Untitled - Rizzoli Libri
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Laura WaLter .. Mistica Maeva e il Balcone dei segreti Illustrazioni di Mauro Evangelista e Marco Lorenzetti Rizzoli © 2015 RCS Libri S.p.A., Milano Prima edizione Narrativa Rizzoli gennaio 2015 ISBN 978-88-17-07883-2 A Beatrice, ça va sans dire! “Era inevitable: el olor de las almendras amargas le recordaba siempre el destino de los amores contrariados.” Gabriel García Márquez El amor en los tiempos del cólera Bentrovata, mia giovane esploratrice, benarrivato, mio baldo esploratore. Ad accogliervi sarà ora la gaudente e romantica Verona, fonte di ispirazione di tante pagine di inchiostro, di abili ugole canore, di delizie culinarie senza pari. Una perla dopo l’altra, ti condurrà al centro del tuo cuore, in una danza tra le sue mura, sulle tracce della bella Giulietta, tra il magnar e il ridare pitòco. Sinuoso come l’Adige, il mistero si svelerà a poco a poco, pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, tra Casa Capuleti e via Stella, tra l’Arena e Piazza delle Erbe, illuminato dolcemente dalla polvare de oro… basta partire, a piedi scalzi e cuor leggero. Allarme generale L’ aria era decisamente calda, una mano morbi da di afa avvolgeva ogni cosa sin dal primo mattino. Giugno era quasi terminato e luglio si preannun ciava cocente, lì, su un noto terrazzino di Venezia. Solo alla sera si alzava un sussurro di vento dal mare aperto, e lambiva la laguna come una carezza ristoratrice. Baicolo, dopo un lauto pranzetto, boccheggia va. Gli sembrava di essere come una delle moéche sul banco di pesce di Pietro, a Rialto: quei piccoli morbidi granchi che erano in vendita, ancora vivi, e che lui non aveva mai avuto il piacere di azzan nare. Troppo costosi, per darli in pasto a un gatto. Troppo preziosi per rubarli di soppiatto: se sco perto, si sarebbe giocato le simpatie di Pietro, e addio avanzi. Si sentiva così: una moéca indifesa, incapace di muoversi, spacciata e già quasi cotta. 11 mistica maëva e il balcone dei segreti Si alzò lentamente e andò a sorseggiare dell’ac qua dalla ciotolina. Era fresca e gli diede un po’ di sollievo. «Sei stato tu!» miagolò Baffetta all’indirizzo del fratello. «» tutta colpa tua!» ringhiò quello di rimando. E poi giù di graffi, morsi e unghiate. Una rissa degna della Banda del Brenta. «Basta!» intimò Baicolo ai due micetti, avvin ghiati in un incontro di wrestling. Il miagolio si perse come una manciata di co riandoli il martedì grasso. «Papà ha detto basta» intervenne Pallina. Da quando l’avventura in terraferma si era con clusa, Pallina aveva lasciato la Banda del Brenta e aveva seguito il suo amore a Venezia, in Calle Senza Nome. «Fatela finita!» si sgolò Baicolo, quasi perdendo le forze. Ma come facevano quei due gattini di po chi mesi ad avere tutte quelle energie? Con quel caldo, poi. «Stop, ragazzi, o vi mando dritti spediti dallo zio Totò» intimò Pastrocio, che si era materializza to sul muretto della terrazza. Baffetta e il fratello lasciarono la presa e si rifu giarono dietro la mamma, uno di qua e uno di là, continuando a guardarsi in cagnesco. «Eh, eh! La minaccia di mandarli dallo zio capo 12 allarme generale banda dei randagi funziona sempre» pigolò Pastrocio soddisfatto. «Non ti era venuta in mente, vecchio mio?» Il felino socchiuse gli occhi e fissò silenzioso l’a mico piccione. «Oggi sono troppo peloso per pensare» ammise Baicolo. «Mi metterei volentieri nudo, se potessi.» «Che spettacolo orribile, un gatto spelacchiato» rise Pastrocio, «pronto come un tacchino per il gi rarrosto! Per il resto, come andiamo?» Baicolo si stiracchiò, si distese meglio all’ombra della pianta di limone del terrazzo, pregustandosi un’amabile chiacchierata con il suo caro amico pennuto, quando la mamma di Maëva irruppe co me una furia sul terrazzino, seguita a ruota dalla SuperMistica. «Vedrai che non è come pensi» disse la nonna. «Ti dico che è sparita! L’ho cercata dappertut to e non la trovo. Nemmeno Giaki sa dov’è!» ribat té allarmata la mamma. Raccontò che Maëva aveva passato la notte a casa di un’amica, aveva fatto colazione con lei e poi si era avviata verso casa. Da allora, nessuna notizia, non si era presentata per pranzo ed erano ormai le tre del pomeriggio. «Speravo con tutto il cuore che fosse da te» sus surrò la mamma di Maëva, accasciandosi sulla se dia, «e invece non c’è neanche qui.» «Hai provato al cellulare?» 13