R E S P O N S A B I L I
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C reata due anni fa, sull’onda dello scalpore suscitato nell’opinione pubblica dalle rivelazioni sul ruolo del Belgio nella morte del primo ministro congolese – rivelazioni contenute nel libro del sociologo Ludo De Witte, L’assas sinat de Lumumba (Karthala, Paris, 2000; era uscito in edizione fiamminga l’anno prima) –, la commissione d’inchiesta aveva suscitato molte aspettative (Nigrizia, 2/00, 22). Per la prima volta un’ex potenza coloniale sembrava pronta a riconoscere le proprie responsabilità nella destabilizzazione di uno stato appena diventato indipendente e nell’uccisione del suo leader nazionalista. Anche François Tolenga Lumumba, figlio di Patrice, nel corso della sua audizione in commissione, aveva sottolineato il coraggio dei deputati nell’accettare la sfida di far chiarezza, ribadendo comunque il desiderio di veder riabilitata l’immagine di suo padre, demonizzata dalla propaganda belga e occidentale dell’epoca. Purtroppo la montagna ha partorito solo un topolino, nonostante il rapporto, assai completo, presentato dagli esperti sullo svolgimento della tragedia. Il rapporto indica che il trasferimento di Lumumba nel Katanga (oggi Shaba, all’epoca regione secessionista), il 17 giugno 1961, fu organizzato dalle autorità congolesi di Léopoldville (oggi Kinshasa) con «il sostegno di istanze governative belghe». Precisa che l’esecuzione è avvenuta lo stesso giorno, tra le 21:40 e le 21:43, ad opera di gendarmi e poliziotti katanghesi e in presenza di ministri del governo secessionista di LA COMMISSIONE DEL PARLAMENTO BELGA SULLE CIRCOSTANZE DELL’ASSASSINIO DEL PRIMO MINISTRO CONGOLESE PATRICE EMERY LUMUMBA – NEL GENNAIO DI 41 ANNI FA – È APPRODATA AD UNA CONCLUSIONE DI COMPROMESSO . SCENDO «LA RICONORESPONSABI- LITÀ MORALE DI ALCUNI MEMBRI DEL GOVERNO BELGA». ED EVITANDO OGNI CONSEGUENZA POLITICA. L’ASSASSINIO DI LUMUMBA / IL BELGIO FA I CONTI CON LA STORIA R(ma ESPOsolo NSAunBIpo’) LI François Misser 18 NIGRIZIA Moïse Tshombé. Presenti anche un commissario di polizia e tre ufficiali di nazionalità belga, «tuttavia sottoposti al comando e al controllo delle autorità katanghesi». Si sa anche che l’uomo che comandò il plotone d’esecuzione era il capitano belga Julien Gat, ma questo il rapporto non lo dice. Il rapporto riconosce anche che, prima dell’assassinio, c’era stata da parte belga la volontà di eliminare politicamente Lumumba attraverso innumerevoli azioni ostili: dall’insistenza nel far arrestare il primo ministro, al sistematico sabotaggio dei tentativi di riconciliazione tra i politici congolesi. È stata rivelata, poi, l’esistenza di ben quattro progetti belgi per far fuori Lumumba, con il coinvolgimento di Harold d’Aspremont Lynden, consigliere militare del ministro degli esteri del Belgio, del maggiore Jules Loss e del luogotenente colonnello belga Louis Marlière, consigliere di Joseph Mobutu, capo dell’esercito congolese: a) dall’analisi dei telex risulta l’azione 58316 «nell’ambito della quale avrebbe potuto trovare posto un attentato contro gennaio 2002 Lumumba»; b) “Opération L” che puntava ad avvelenare il leader nazionalista; c) un giornalista belga, chiamato Bogaerts, raccontava, nell’ottobre 1960 a Léopoldville, di essere arrivato in Congo per uccidere Lumumba; d) per la stessa ragione un certo “Georges”, greco, era stato inviato in Congo dallo storico e giornalista belga Jo Gérard. Tutti questi piani non funzionarono, come del resto l’ordine di rapire Lumumba, dato dal generale Charles Cumont, capo di stato maggiore dell’esercito belga. Si apprende anche che il maggiore Guy Weber, capo della missione belga d’assistenza tecnica al governo secessionista del Katanga, aveva informato il re del Belgio, Baldovino, che Lumumba era in pericolo di vita. Ma, rileva il rapporto, «nessun segno di riprovazione o di preoccupazione» venne espresso al riguardo. Non solo, «nessuna misura disciplinare fu presa nei confronti di quei funzionari che erano al corrente di piani per eliminare Lumumba». Inoltre si mette in evidenza che il ministro belga degli affari africani soggiornò in Katanga in luglio e agosto 1960 e dunque si sarebbe potuto fare una precisa idea del rischio che si faceva correre a Lumumba trasferendolo nella regione della secessione. Rischio comunque evidenziato dal parlamentare socialista Jos Van Eynde il 13 dicembre 1960. «NON RISULTA PREMEDITAZIONE» Nonostante tutti questi elementi raccolti dagli esperti, la commissione Lumumba, presieduta dall’avvocato Gert Versnick, arriva a sostenere che nessun documento o testimonianza fa menzione di un ordine esplicito del governo belga di eliminare fisicamente Lumumba. E afferma: «Non risulta dall’inchiesta che ci sia stata premeditazione di assassinare o di far assassinare Lumumba nella testa delle autorità belghe, quando si sono adoperate per farlo trasferire nel Katanga». Conclusioni: «Alcuni membri del governo belga e altri attori belgi hanno una responsabilità morale nelle circostanze che hanno condotto alla morte di Lumumba». Tutt’al più la commissione ammette che il governo belga non si è preoccupato dell’integrità fisica del primo ministro e che ha dato prova di poco rispetto della sovranità dello stato congolese. Ludo De Witte considera il rapporto della com- Eriq Ebouaney interpreta l’eroe nazionale congolese in Lumumba di Raoul Peck. In basso: un’altra immagine dello stesso film (in piedi: Alex Descas nei panni di Mobutu giovane). missione «un compromesso politico» tra la ricerca della verità e la volontà di limitare i danni all’attuale establishment belga. «Ammettendo la responsabilità morale – continua De Witte – si accettano alcuni elementi della vicenda e nello stesso tempo si trova una formula che limita ogni conseguenza pratica di questo giudizio. Quando si dice responsabilità morale significa: niente responsabilità politica, niente conseguenze politiche, giuridiche o finanziarie». Ciononostante, il sociologo confida che nel corso del di- È stata rivelata l’esistenza di ben quattro progetti belgi per far fuori Lumumba. battito in parlamento a Bruxelles, previsto in questo inizio del 2002, siano meglio messe a fuoco le responsabilità belghe. Anche il figlio di Lumumba, François, è deluso, e tuttavia in un’intervista a Radio France Interna tionale ha affermato che «le corrispondenze dell’epoca e i libri apparsi in seguito provano a sufficienza che il Belgio ufficiale sapeva che se Patrice Lumumba fosse stato trasferito nel Katanga, sarebbe stato assassinato». gennaio 2002 NIGRIZIA 19