i due lampi di oggi

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i due lampi di oggi
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infolampo
a cura dello Spi nazionale in collaborazione con Spi Marche
30 gennaio 2013
tutti i numeri del mese corrente
i due lampi di oggi
1 - L'inutilità dei Cie confermata dai dati ufficiali
2 - Dio ama gli omosessuali
www.rassegna.it
L'inutilità dei Cie confermata dai dati ufficiali
Secondo la Polizia, nel 2012, sono stati quasi 8.000 i migranti trattenuti nei centri italiani, ma solo la
metà è stata rimpatriata. L'estensione della detenzione da 12 a 18 mesi non ha avuto alcun effetto, se non
quello di peggiorare la situazione
di rassegna.it
La Polizia diffonde i dati ufficiali sui centri di identificazione ed espulsione italiani, i famigerati Cie, e la
loro inutilità appare per l'ennesima volta lampante. Secondo la
Polizia di Stato, infatti, nel 2012, sono stati quasi ottomila
Lavoro: 'Garantiamo noi!', le
(7.944, per l'esattezza, 7.012 uomini e 932 donne) i migranti
proposte della CGIL sui giovani
trattenuti in tutti i centri operativi in Italia. Di questi, però,
solo la metà (4.015) sono stati effettivamente rimpatriati. Il
tasso di efficacia (rimpatriati su trattenuti) dei Cie, dunque si
dimezza.
“Si conferma la sostanziale inutilità dell’estensione della
durata massima del trattenimento da 6 a 18 mesi ai fini di un
miglioramento nell’efficacia delle espulsioni - afferma Medu,
l'associazione di medici che da anni combatte questo istituto dal momento che il rapporto tra i migranti rimpatriati rispetto
al totale dei trattenuti nei cie è incrementato di appena il 2,3%
rispetto al 2010, anno in cui il limite massimo per la
Leggi il programma su www.cgil.it
detenzione amministrativa era ancora di sei mesi”.
In effetti, rispetto al 2011 l’incremento del tasso di efficacia
nei rimpatri è risultato addirittura irrilevante (+0,3%). Per di
più, se si compara il numero effettivo di rimpatri effettuati nel
2008 (anno in cui i termini massimi di trattenimento erano ancora di 60 giorni) con quello del 2012, si
registra una flessione da 4.320 a 4.015. Il numero complessivo dei migranti rimpatriati attraverso i cie nel
2012 risulta di fatto essere l’1,2% del totale degli immigrati in condizioni di irregolarità presenti sul
territorio italiano, 326.000 secondo le stime dell’Ismu (fondazione Iniziative e studi sulla multietnicità).
Se dal punto di vista della rilevanza dei numeri e dell’efficacia, la detenzione amministrativa si conferma
uno strumento sostanzialmente fallimentare nel contrasto dell’immigrazione irregolare, il prolungamento
del tempo massimo di detenzione ha invece, sempre secondo Medu “drammaticamente peggiorato le
condizioni di vita dei migranti all’interno di queste strutture”. Questa situazione è stata sistematicamente
riscontrata dai team di Medici per i Diritti Umani durante le viste effettuate in tutti i cie nel corso
dell’ultimo anno e confermata dagli stessi enti gestori e, spesso, “anche dai rappresentanti delle
Prefetture”.
In effetti per quanto riguarda il prolungamento dei tempi massimi di trattenimento è pressoché unanime il
http://www.rassegna.it/articoli/2013/01/30/96560/linutilita-dei-cie-confermata-dai-dati-ufficiali
www.presseurop.eu/it
Dio ama gli omosessuali
Libération Parigi
Mentre in Francia il matrimonio omosessuale sta scatenando accesi dibattiti, nel paese scandinavo ha
cessato da anni di far discutere. Nella chiesa svedese una lesbica sposata può persino diventare vescovo.
di Anne-Françoise Hivert
Quel giorno le campane della chiesa del villaggio di Dalby, nel sud della Svezia, hanno suonato a festa
solo per loro. Anna e Christina Roeser si sono incontrate nel 2005 e qualche mese dopo sono andate a
vivere insieme. Anna è animatrice in un asilo nido, Christina studia teologia. Entrambe sognavano di
fondare una famiglia. Per avere il diritto alla procreazione assistita dovevano registrare la loro relazione.
Volevano un grande matrimonio in chiesa, ma si sono rassegnate.
La cerimonia si è svolta in tribunale nel 2007. "Il giudice ci ha ricevute durante una pausa nel corso di un
processo per corruzione", racconta Anna. All'epoca la chiesa luterana evangelica alla quale appartengono,
come il 70 per cento dei svedesi, rifletteva sulla possibilità di aprire al matrimonio delle coppie
omosessuali. "Sapevamo che un giorno questo sarebbe stato possibile, ma non sapevamo quando", spiega
Christina. Così, invece di chiedere la benedizione religiosa della loro relazione, le due donne hanno
deciso di aspettare di potersi sposare. Il primo aprile 2009 i deputati hanno votato una legge che autorizza
il matrimonio "sessualmente neutro". Sei mesi dopo la Chiesa di Svezia, separata dallo stato nel 2000, ha
fatto lo stesso, diventando la prima chiesa maggioritaria al mondo a sposare coppie dello stesso sesso.
Per i cristiani omosessuali, che si battono in Svezia da più di 30 anni, è stata una grande vittoria. Per le
due donne, una decisione logica. Non hanno mai dovuto difendere i loro orientamenti sessuali davanti ai
parenti o colleghi. In ottobre sono diventate madri di due gemelle, Theia e Esther, che hanno battezzato di
recente. Anna, 37 anni, è la madre biologica. "In Svezia una cosa del genere non è considerata strana".
Così come il matrimonio in chiesa, celebrato nell'agosto 2010. "Per me era molto importante che il nostro
amore fosse benedetto da dio", confida Christina, 28 anni, che è stata ordinata prete un anno prima.
Ma in Svezia la decisione di sposare coppie omosessuali non ha ottenuto solo giudizi favorevoli. Diversi
vescovi avrebbero preferito che la chiesa luterana rinunciasse al suo diritto di celebrare i matrimoni
piuttosto che pronunciarsi sul testo della legge adottato dal parlamento. Tuttavia i membri del sinodo,
composto da 250 rappresentanti eletti nelle parrocchie, hanno rifiutato questa soluzione. E il 22 ottobre
2009 il 70 per cento si è pronunciato a favore del matrimonio per tutti.
In seguito l'interesse per la questione è scemato, dice l'arcivescovo Anders Wejryd di Uppsala, cuore della
chiesa luterana svedese. Nulla a che vedere con le polemiche suscitate nel 1958 in seguito alla decisione
di ordinare donne prete. Alcuni religiosi sono andati via sbattendo la porta, ma si tratta di una minoranza.
In ogni caso il numero di matrimoni di coppie omosessuali non è enorme: fra il 2010 e il 2011 solo 350
coppie omosessuali si sono sposate in chiesa, rispetto alle quasi 40mila coppie eterosessuali.
Nel luglio 2009 due vescovi anglicani hanno rivolto una lettera all'arcivescovo di Svezia per metterlo in
guardia: la decisione della chiesa svedese "rischia di nuocere alla nostra comunità". La chiesa ortodossa
russa ha già interrotto i rapporti nel 2005, in reazione alla benedizione delle relazioni civili. All'epoca in
Svezia più di 800 preti avevano firmato una petizione denunciando una decisione che ritenevano "in
conflitto con l'ordine della vita di coppia e con il matrimonio, che dio attraverso la sua parola ci ha
rivelato e che si definisce come una relazione fra un uomo e una donna".
Nel 1985 i vescovi svedesi raccomandavano l'astinenza ai cristiani omosessuali. Ci sono volute tre
inchieste supplementari e decine di rapporti per far cambiare la situazione. A Stoccolma nell'estate 1980 il
prete Ludvig Jönsson aveva detto una messa nella sua chiesa per celebrare la fine del gay pride.
"Ovunque appare l'amore, un miracolo si produce", aveva affermato questo sacerdote. Parole che ripete
ancora oggi.
San Paolo approverebbe
Eva Brunne, 58 anni, rende omaggio a lui e ai suoi predecessori. Nel 2009 questa donna è stata eletta
vescovo di Stoccolma. La notizia ha fatto il giro del mondo. La donna assicura che il suo orientamento
sessuale, o il fatto che abbia cresciuto un figlio con una donna, non è mai stato discusso durante la sua
nomina. La chiesa di Svezia è in anticipo rispetto ai suoi tempi? "Penso soprattutto che il fatto di essere
una chiesa riformata ci permetta di evolvere in sintonia con le trasformazioni della nostra società",
osserva Eva Brunne.
A Uppsala un'altra donna prete e lesbica approva. Per la chiesa luterana evangelica, spiega Anna-Karin
Traduzione di Andrea De Ritis
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