Tineke Van Ingelgem Martino Faggiani

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Tineke Van Ingelgem Martino Faggiani
FESTIVAL VERDI 2013
BICENTENARIO
Ridotto del Teatro Regio di Parma
domenica 27 Ottobre 2013, ore 19.00
CONCERTI AL RIDOTTO
Soprano
Pianoforte
Tineke Van Ingelgem
Martino Faggiani
Voce recitante
Mascia Foschi
RICHARD WAGNER
(1813 – 1883)
Wesendonck-Lieder
Der Engel
Stehe still!
Im Treibhaus - Studie zu Tristan und Isolde
Schmerzen
Träume - Studie zu Tristan und Isolde
FRANCIS POULENC
(1899 – 1963)
La dame de Montecarlo
BENJAMIN BRITTEN
(1913 – 1976)
Cabaret songs
Tell me the truth about love
Funeral Blues
Johnny
Calypso
Wesendonck-Lieder
Musica RICHARD WAGNER
Testi MATHILDE WESENDONK
Der Engel
In der Kindheit frühen Tagen
hört' ich oft von Engeln sagen,
die des Himmels hehre Wonne
tauschten mit der Erdensonne:
Dass, wo bang ein Herz in Sorgen
schmachtet vor der Welt verborgen,
dass,wo still es will verbluten,
und vergh'n in Tränenfluten,
dass, wo brünstig sein Gebet
einzing un Erlösung fleht,
da der Engel nieder schwebt,
und es sanft gen Himmel hebt.
Ja, es stieg auch mir ein Engel
nieder,
und auf leuchtendem Gefieder
führt er, ferne jedem Schmerz,
meinen Geist nun himmelwärts!
L’angelo
Nei giorni primi della mia infanzia
Ho udito spesso raccontare di angeli
Che rinunciavano alle sublimi gioie celesti
Per cambiarle con il sole terreno
che là dove un cuore angosciato
languisce, al mondo nascosto,
che là dove si dissangua in silenzio
sciogliendosi in un mare di lacrime,
che là dove fervido prega
implorando soltanto salvezza,
scende allora l’angelo in volo
e dolcemente lo porta in cielo.
E così anche a me un angelo discende,
e sulle sue lucenti piume,
lontano da ogni dolore, solleva
la mia anima in alto, nel cielo!
Stehe still!
Sausendes, brausendes Rad dei Zeit,
Messer du der Ewidkeit;
leuchtende Sphären im weiten All,
die ihr umringt den Weltenball;
urewige Schöpfung, halte doch ein,
genug des Werdens, lass mich sein!
Halte an dich, zeugende Kraft,
Urgedanke, der ewig schafft!
Hemmet den Aten, stillet den
Drang,
schweiget nue eine Sekunde lang!
Schwellende Pulse, fesselt den
Schlag;
ende, des Wollens ew'ger Tag!
Dass in selig süssem Vergessen
ich mög alle Wonnen ermessen!
Wenn Aug' in Auge wonning
trinken,
Seele ganz in Seele versinken;
Wesen in Wesen sich wieder findet,
und alles Hoffens Ende sich kündet;
die Lippe verstummt in staunendem
Schweigen,
keinen Wunsch mehr will das Inn're
zeugen:
erkennt der Mensch des Ew'gen
Spur,
und lös't dein Rätsel, heil,ge Natur!
Arrestati!
Ruota del Tempo, che con fragore sibili,
falce affilata dell’Eternità;
Sfere luminose del Cosmo immenso
Che circondate la sfera terrestre;
Creazione incessante: fermatevi,
basta divenire, voglio solo essere!
Im Treibhaus
Hochgewölbte Blätterkronen,
Baldachine von Smaragd,
Kinder ihr aus fernen Zonen,
saget mir warum ihr Klagt?
Schweigend neiget ihr die Zweig,
malet Zeigen in die Luft,
und der Leiden stummer Zeuge
steiget aufwärts süsser Duft.
Weit in sehnendem Verlangen
Nella serra
Volte elevate di frondose chiome,
padiglioni di smeraldo,
Figlie di lontani paesi,
ditemi, perché siete in pianto?
Chinate i rami in silenzio,
descrivete segni nell’aria,
e in alto si sparge un dolce profumo,
muto testimone del vostro soffrire.
In un impeto di desiderio struggente
Arrestati, potenza creatrice,
Volontà prima, che eternamente genera!
Fermate il respiro, l’impulso placate,
e, per un solo attimo, restate mute!
Arterie pulsanti soffocate il battito;
sia posta fine al giorno eterno del volere!
Che io possa, beato e in dolce oblio,
Di ogni delizia fare esperienza!
Quando, in estasi, si incrociano gli sguardi
Per dissetarsi insieme anima con anima;
Quando un essere si ritrova nell’altro
E ogni speranza trova compimento,
Le labbra si chiudono in muto stupore,
il cuore non sente più desideri:
e l’uomo avverte la traccia dell’Eterno,
e tu, sacra Natura, riveli il tuo mistero!
breitet ihr die Arme aus,
und unschlinget wahnbefangen
öder Leere nicht'gen Graus.
Wohl ich weiss es, arme Pflanze:
Ein Geschicke teilen wir,
ob umstrahlt von Licht und Glanze,
unsre Heimat ist nicht hier!
Und wie froh die Sonne scheidet
von des Tages leerem Schein,
hüllet der, der wahrhaft leidet,
sich in Schweigens Dunkel ein.
Stille wird's, ein säuselnd Weben
füllet bang den dunklen Raum:
schwere Tropfen seh'ich schweben
an der Blätter grünem Saum.
Spalancate le braccia,
per serrare, catturati da un’ illusione,
il vacuo orrore di un desolato nulla.
Povere piante, bene vi comprendo;
un’ eguale sorte ci accomuna:
Anche se radiosa di luce e splendore,
non è questa la nostra vera casa!
E come il sole prende, lieto, congedo
Dal vuoto chiarore del giorno,
Colui che veramente prova pena
In una oscurità muta tutto si avvolge.
Tace ogni cosa, un lieve stormire
Timido riempie il buio d’intorno;
pesanti gocce vedo scivolare
sul verde margine del fogliame.
Schmerzen
Sonne, weinest jeden Abend
dir die schönen Augen rot,
wenn im Meerespigel badend
dich erreicht der frühe Tod;
doch erstehst in alter Pracht,
Glorie der düstren Welt,
du am Morgen neu erwacht,
wie ein stolzer Siegesheld!
Ach, wie sollte ich da Klagen,
wie, mein Herz, so schwer dich sehn,
muss die Sonne selbst verzagen,
muss die Sonne untergehn?
Und gebieret Tod nur Leben,
geben Schmerzen Wonnen nur:
O, wie dank'ich, dass gegeben
solche Schmerzen mir Natur!
Dolori
Sole, ogni sera tu piangi
E i tuoi begli occhi si fanno rossi,
quando ti immergi nello specchio del mare
sorpreso da una morte precoce;
Ma risorgi al tuo antico splendore,
Gloria del tetro mondo,
risvegliandoti a ogni nuovo mattino,
come un eroe vittorioso e fiero!
Come allora potrei lamentarmi,
come, mio cuore, avvertirti pesante,
se il sole stesso deve disperare,
se anche a lui tocca tramontare?
è proprio dalla morte che nasce la vita,
ed è il dolore che genera la gioia:
oh, come ringrazio la Natura
per i dolori che ha voluto darmi!
Träume
Sag', welch wunderbare Träume
halten meinen Sinn umfangen,
dass sie nicht wie leere Schäume
sind in ödes Nichts vergangen?
Träume, die in jeder Stunde,
jedem Tage schöner blüh'n,
und mit ihrer Himmelskunde
selig durch's Gemüte ziehn?
Träume, die wie hehre Strahlen
in die Seele sich versenken,
dort ein ewig Bild zu malen:
Allvergessen, Eingedenken!
Träume, wie wenn Frühlingssonne
aus dem Schnee die Blüten küsst,
dass zu nie geahnter Wonne
sie der neue Tag begrüst,
dass sie wachsen, dass sie blühen,
träumend spenden ihren Duft,
sanft an deiner Brust verglühen,
und dann sinken in die Gruft.
Sogni
Dimmi, perché visioni meravigliose
Circondano dappertutto il mio spirito
Senza svanire nel vuoto nulla
Come impalpabile spuma?
Sogni che fioriscono sempre più belli,
in ogni momento, in ogni giorno,
e che mi attraversano l’anima
con le loro celesti beatitudini!
Sogni che come raggi sublimi
affondano nel mio cuore
iscrivendovi una immagine eterna,
che tutto fa obliare, sola memoria!
Sogni come il sole della primavera,
quando bacia i fiori, sciogliendo la neve,
affinché a gioie mai immaginate
li inviti il giorno che nasce
affinché crescano e fioriscano,
spandendo in estasi il loro profumo,
per poi appassire sul tuo seno
e sprofondare infine nella tomba.
La dame de Montecarlo
Musica FRANCIS POULENC
Testo JEAN COCTEAU
La dame de Montecarlo
Quand on est morte entre les mortes,
qu’on se traîne chez les vivants
lorsque tout vous flanque à la porte
et la ferme d’un coup de vent,
ne plus être jeune et aimée…
derrière une porte fermée,
il reste de se fiche à l’eau
ou d’acheter un rigolo.
Oui, messieurs, voilà ce qui reste
pour les lâches et les salauds.
Mais si la frousse de ce geste
s’attache à vous comme un grelot,
si l’on craint de s’ouvrir les veines,
on peut toujours risquer la veine
d’un voyage à Monte-Carlo
Monte-Carlo, Monte-Carlo.
J’ai fini ma journée.
Je veux dormir au fond de l’eau de la Mediterranée.
Après avoir vendu à votre âme et mis en gage
des bijoux que jamais plus on ne réclame,
la roulette est un beau joujou.
C’est joli de dire: “je joue”.
Cela vous met le feu aux joues
et cela vous allume l’œil.
Sous les jolis voiles de deuil
on porte un joli nom de veuve.
Un titre donne de l’orgueil!
Et folie, et prête, et toute neuve,
on prend sa carte au casino.
Voyez mes plumes et mes voiles,
contemplez les strass de l’étoile
qui mène à Monte-Carlo.
La Signora di Montecarlo
Quando si è come morti tra i morti,
quando ci si trascina in mezzo ai vivi,
quando ormai tutto ci accompagna alla porta
e la chiude con un colpo di vento,
niente più giovinezza né amore …
solo una porta chiusa,
non resta altro che annegarsi
o procurarsi una rivoltella.
Sì, signori, ecco quel che resta
per i vigliacchi e i mascalzoni.
Ma se la fifa di quel gesto
vi appesta come un bubbone,
se non ce la fate a tagliarvi le vene,
si può sempre tentare la fortuna
di un viaggio a Montecarlo
Montecarlo, Montecarlo.
La giornata è finita.
Voglio solo dormire sul fondo del Mediterraneo.
Quando ci si è venduta l’anima e si sono dati in pegno
gioielli che mai più si potranno reclamare,
la roulette è un buon passatempo.
È piacevole dire: «Io gioco».
Infiamma le guance,
illumina gli occhi.
Sotto i graziosi veli del lutto
si sfoggia un grazioso nome di vedova.
È pur sempre un titolo di cui essere orgogliosi!
E folle, eccitata, rinnovata,
prendo la mia carta al casinò.
Ammirate le mie piume e i miei veli,
guardate come luccica la stella
che porta a Montecarlo.
La chance est femme. Elle est jalouse
de ces veuvages solennels.
Sans doute ell’ m’a cru l’épouse
d’un véritable colonel.
J’ai gagné, gagné sur le douze.
Et puis les robes se decousent,
la fourrure perd des cheveux.
On a beau répéter: “Je veux”,
dès que la chance vous déteste,
dès que votre cœur est nerveux,
vous ne pouvez plus faire un geste,
pousser un sou sur le tableau
sans que la chance qui s’écarte
change les chiffres et les cartes
des tables de Monte-Carlo.
La fortuna è donna. È gelosa
di queste solenni vedovanze.
Senza dubbio mi ha creduta la sposa
di un vero colonnello.
Ho vinto! Ho vinto sul dodici.
Ma d’improvviso i vestiti si scuciono,
la pelliccia perde il pelo.
E allora hai voglia a ripetere: «Voglio»,
se la fortuna ti detesta,
se il tuo cuore è in subbuglio,
non puoi più muovere un muscolo,
non puoi lanciare un soldo sul tavolo
senza che la fortuna, allontanandosi,
cambi le cifre e le carte
dei tavoli di Montecarlo.
Les voyous, le buses, les gales!
Ils m’ont mise dehors… dehors…
et ils m’accusent d’être sale,
de porter malheur dans leurs salles,
dans leurs sales salles en stuc.
Moi qui aurais donné mon truc
Canaglie, infami, carogne!
Mi hanno sbattuta fuori … fuori …
e mi accusano di essere sudicia,
di portare sfortuna alle loro sale,
alle loro sudice sale decorate di stucchi.
E io che avrei svelato il mio sistema segreto
à l’œil, au prince, à la princesse,
au Duc de Westminster,
au Duc, parfaitement.
Faut que ça cesse,
qu’ils me criaient, votre boulot! Votre boulot?...
Ma découverte.
J’en priverai les tables vertes.
C’est bien fait pour Monte-Carlo, Monte-Carlo.
Et maintenant, moi qui vous parle,
je n’avouerai pas les kilos que j’ai perdus,
que j’ai perdus à Monte-Carle,
Monte-Carle, ou Monte-Carlo.
Je suis une ombre de moi-même...
les martingales, les systèmes
et les croupiers qui ont le droit
de taper de loin sur vos doigts
quand on peut faucher une mise.
Et la pension où l’on doit
et toujours la même chemise
que l’angoisse trempe dans l’eau.
Ils peuvent courir. Pas si bête.
Cette nuit je pique une tête
dans la mer de Monte-Carlo, Monte-Carlo…
all’istante, al principe, alla principessa,
al Duca di Westminster,
al Duca, proprio così!
Basta! Tutto questo deve finire.
Mi dovranno gridare: la sua impresa! La mia impresa?
La mia scoperta.
Non la cederò mai ai tavoli verdi.
Ben gli sta a Montecarlo, Montecarlo.
E adesso, io che vi parlo
Non vi confesserò quanti chili ho perso,
ho perso a Montecarlo,
Montecarlo, Montecarlo.
Sono ormai un’ombra di me stessa …
Le martingale, i sistemi
e i croupiers che hanno il diritto
di bacchettarti da lontano
quando stai per soffiare una puntata.
E il conto da saldare alla pensione
e sempre la stessa camicia da notte
madida d’angoscia.
Vadano a quel paese. Non sono così scema.
Stanotte faccio un tuffo a capofitto
nel mare di Montecarlo, Montecarlo.