indagini strumentali - Centro Studi Synapsy
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indagini strumentali - Centro Studi Synapsy
INDAGINI STRUMENTALI L'evoluzione tecnologica ha messo a disposizione dell'Ortopedico una diagnostica strumentale preziosa per la sua attività professionale. Tuttavia questo non deve far dimenticare che un corretto approccio diagnostico al pazien-te con una patologia muscolo-scheletrica necessita sempre di un'attenta valutazione clinica preliminare, essenziale per discriminate le sedi anatomiche di origine del dolore e per la scelta della migliore sequenza di immagini. Per una soluzione esaustiva del quesito diagnostico sono talvolta necessarie pin tecniche di imaging, in quanto non solo il tipo di patologia presente, ma anche lo stadio dell'impegno patologico condizionano l'iter diagnostico in termini di efficacia. La diagnostica per immagini continua ad essere uno strumento importante per monitorizzare il decorso ed individuate le complicazioni nei pazienti sottoposti a trattamenti conservativi e chirurgici ortopedico-traumatologici. RADIOGRAFIA Sebbene la diagnostica per immagini muscolo-scheletrica abbia subito una profonda evoluzione negli ultimi decenni, l'esame radiografico mantiene tuttora il suo ruolo di indagine di prima istanza in gran parte delle patologie a carico dell'apparato locomotore, e spesso risulta di per se sufficiente sia per formulate una corretta diagnosi che per monitorizzare l’andamento di un trattamento. FUNZIONAMENTO L’energia fornita è un fascio di raggi X, proveniente dal tubo radiogeno, questi attraversano il paziente e vengono attenuati in base ai tessuti attraverso i quali passano, a valle viene rilevato il fascio di uscita attraverso un rivelatore e quindi ricostruita l’immagine planare in 2 dimensioni. In passato veniva utilizzata una radiografia analogica e la lastra veniva sviluppata come una pellicola fotografica. Attualmente si utilizzano delle radiografie digitali, dove dal rivelatore viene ricavato un segnale digitale che può essere rielaborato mediante un computer. Appariranno in bianco le aree nei quali i raggi hanno subito una grande attenuazione (osso), mentre saranno nere quelle dove non c’è stata attenuazione. La naturale radioopacità del tessuto osseo, legata alla presenza di un'alta concentrazione di sali minerali ad elevato numero atomico, ne consente la facile visualizzazione con questa tecnica, differenziandolo dalla cartilagine, dalle strutture fibrose e dai tessuti molli circostanti. Inoltre e possibile valutare non solo la morfologia dell'osso, ma anche la sua organizzazione strutturale in osso compatto e osso spongioso, potendo cosi delineare quelle lesioni che determinano alterazioni sia della forma che della struttura normale dell'osso. Anche la diagnostica per immagini di una lesione dei tessuti molli può iniziare da una radiografia: oltre a mettere in evidenza una patologia ossea sottostante che simula clinicamente una massa dei tessuti molli, i radiogrammi sono in grado di rivelare calcificazioni o ossificazioni nei tessuti molli suggestive di una diagnosi specifica. L'esame radiografico in genere permette la diagnosi rapida ed accurata di fratture e lussazioni, cosi come la caratterizzazione delle fratture in termini di localizzazione, estensione, morfologia e allineamento, senza necessità di ricorrere ad altre metodiche pin sofisticate. In questi casi l'accuratezza diagnostica può essere migliorata valutando attentamente i sovrastanti tessuti molli, in quanto la presenza di versamenti articolari, livelli grasso-liquidi, edema localizzato dei tessuti molli ed obliterazione dei piani di tessuto adiposo possono essere segni di un sottostante trauma osseo o articolare. Anche per i tumori e le lesioni simil-tumorali dello scheletro, la radiografia rimane una guida insostituibile nella valutazione dell'attivita biologica, del grado, della probabile diagnosi istologica e delle scelte terapeutiche. La radiografia e quindi la principale tecnica di imaging utilizzata per l'approccio diagnostico alla maggior parte delle patologie muscolo-scheletriche quali traumi, infezioni, alterazioni metaboliche, anomalie congenite e dello sviluppo, tumori e patologie infiammatorio-degenerative: è un'indagine disponibile su larga scala, economica, di facile esecuzione tecnica, accettabile come metodica di screening ed in grado di fornire informazioni sufficienti per la maggior parte delle anomalie ossee. Inoltre le radiografie offrono una panoramica globale delle lesioni studiate, mentre le altre indagini, per quanto sofisticate, si limitano ad approfondire determinate caratteristiche, spesso a scapito della visione d'insieme. Nella maggior parte dei casi le proiezioni radiografiche standard comprendono almeno un'anteroposteriore ed una laterale. Per determinati quesiti diagnostici si può ricorrere a proiezioni specifiche: poichè questa tecnica offre un'immagine sintetica monoplanare di una struttura tridimensionale, e opportuno ricorrere a proiezioni oblique in grado di distinguere determinate formazioni che si andrebbero a sovrapporre nelle proiezioni ortogonali standard. In casi selezionati e anche possibile effettuare esami funzionali, ad esempio in flessione/estensione, inclinazione laterale, sotto carico o sotto stress. TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA (TAC) La TAC è un’indagine che offre una visione 3D, a differenza dell’RX. FUNZIONAMENTO Anche in questa tecnica si utilizzano i raggi X che passano attraverso il corpo e sono rilevati da un rivelatore a valle. Sorgente e rilevatore scorrono lungo il corpo facendo un campionamento lineare. Poi si girano (cambiando angolazione rispetto al corpo) e fanno una serie di campionamenti angolari con un’angolazione differente, fino a coprire tutti i 360 gradi. Le TAC di ultima generazione comprendono una sorgente che ruota e dei rivelatori a 360°. In questo modo il lettino del paziente rimane fermo e l’unica cosa che ruota è la sorgente. Un’ulteriore evoluzione è la TAC spirale, durante la quale trasla anche il lettino e vengono acquisite le immagini continuativamente (con andamento a spirale rispetto al corpo appunto), comportando minor tempo di esecuzione. Le immagini della TAC vengono quindi raccolte e elaborate. A seconda di quello che voglio andare a vedere scelgo una finestra di visualizzazione, ovvero una “taratura del contrasto” che metterà in evidenza i tessuti a me interessati rispetto ad altri. Se non usassimo queste finestre la differenza di contrasto tra i vari tessuti sarebbe minima e l’immagine confusa, non potendone ricavare informazioni attendibili. Esiste la possibilità di utilizzare dei mezzi di contrasto di vario genere per evidenziari diverse componenti da analizzare. Per esempio l'artro-TC prevede l’introduzione intra-articolare di mezzo di contrasto radiopaco o gassoso e viene utilizzata per valutare le alterazioni dei tessuti molli periarticolari, frammenti osteocartilaginei intra-articolari e per uno studio pin specifico del labbro glenoideo, la cartilagine rotulea, le pliche sinoviali ed i legamenti crociati del ginocchio. Qualora sia richiesto delineate i rapporti con formazioni vascolari, la somministrazione di mezzo di contrasto viene eseguita per via endovenosa (angio-TC). La tomografia computerizzata può essere anche impiegata in maniera quantitativa (Quantitative Computed Tomography, QCT), per la misurazione della densità ossea a livello della porzione centrale delle vertebre lombari: questa soluzione evita l'interferenza dei processi artrosici con la misurazione e permette di valutare la densità ossea di un determinato distretto della sola componente trabecolare, della componente corticale o di entrambe. Tuttavia la QCT comporta una dose relativamente elevata di radiazioni e costi nettamente superiori rispetto ad altre tecniche densitometriche, e pertanto viene utilizzata solo in casi selezionati. Nella valutazione dell'apparato muscolo-scheletrico, la TC e una potente tecnica diagnostica perchè fornisce un buon contrasto tra i tessuti ed un'eccellente definizione ossea, utile per individuate anche piccole fratture e per caratterizzarne l'estensione. Nella scelta di un trattamento chirurgico delinea il dettaglio anatomico dei frammenti di frattura o dei dimorfismi da correggere. La TC e spesso capace di definite alcune alterazioni ossee e dei tessuti molli che risultano non visibili con la radiologia convenzionale ed inoltre può fornire misurazioni quantitative del contenuto minerale dell'osso. Grazie alla sua elevata risoluzione di contrasto, consente la visualizzazione, oltre che della componente scheletrica e del suo stato di mineralizzazione, anche delle strutture cartilaginee, capsulo-legamentose e muscolo-tendinee: risulta pertanto molto utile nello studio della patologia articolare e nella valutazione della matrice di lesioni neoformate tumorali o similtumorali anche dei tessuti molli. RISONANZA MAGNETICA (RM) La RM è una tecnica che non si basa solo sulla densità dei tessuti offrendo un’immagine anatomica (come RX e TC), ma anche su altri parametri, consentendoci di ricavare più informazioni (perfusione, composizione chimica, diffusione molecolare etc). FUNZIONAMENTO In generale il principio prevede che venga inviata energia sotto forma di onda elettromagnetica, questa viene acquisita e restituita. In base alla differenza tra le due onde si riconosce la modifica che il corpo ha determinato tra le due onde e si ricavano informazioni utili. Anche in questo caso è possibile scegliere dei parametri in base ai quali vengono evidenziati nell’immagine dei tessuti o degli altri. Si dice che la RM viene pesata in T1 (osso e acqua appaiono più scure, mentre il grasso bianco) o in T2 (l’acqua appare molto chiara). Anche in questa indagine è possibile l’uso di mezzi di contrasto, anche a livello intra-articolare come nella artro-RM (utile per esempio per prendere decisioni terapeutiche in distretti come la spalla, dove è utile a osservare lesioni parziali della cuffia dei rotatori o irregolarità cartilaginee di modesta entità). La somministrazione endovenosa del mezzo di contrasto (angio-RM) è invece indicata per lo studio della vascolarizzazione di determinate strutture e dei loco rapporti topografici con gli assi vascolari. Recenti innovazioni tecnologiche della RM possono produrre immagini e filmati tridimensionali, in grado di mettere a disposizione del Chirurgo una sorta di "artroscopia virtuale" che facilita la pianificazione preoperatoria. I vantaggi della RM sono quello di non utilizzare radiazioni ionizzanti, ottenere immagini secondo fette acquisibili in ogni direzione, con un’ottima risoluzione spaziale ed un alto contrasto tra i tessuti molli. Questa indagine, opportunamente impiegata ed interpretata, consente di valutare in modo non invasivo il rachide con i dischi inter-vertebrali ed il midollo spinale, gli arti con le strutture articolari interne, i tessuti molli, la corticale e il midollo osseo. La RM ha acquisito un ruolo importante anche nello studio delle lesioni traumatiche muscolo-tendinee. Ogni mutamento di tipo acuto o cronico della composizione del tessuto muscolare e tendineo risulta in un'alterazione dell'intensità di segnale. I van tipi di sequenze utilizzabili consentono di formulate una cor-retta diagnosi di entità della lesione, grazie all'alta risoluzione di contrasto della struttura danneggiata rispetto ai tessuti circostanti. Va tenuto presente che e proprio l'estrema sensibilità di questa indagine, con conseguenti referti radiologici ponderosi che allarmano il paziente, ad imporre costantemente il confronto con un'accurata semeiotica clinica per definite l'effettiva importanza delle numerose alterazioni riscontrate. ECOGRAFIA FUNZIONAMENTO L’ecografia prevede l’invio di ultrasuoni con una sonda, che vengono deviati e riflessi dai tessuti, tornando quindi verso la sonda, che funziona anche da rilevatore. Esistono diversi tipi di sonde con diverse frequenze a seconda di ciò che si vuole indagare. E’ un’indagine operatore- dipendente, limitata inoltre dalla costituzione del paziente e dalla presenza di aria. L'ultrasonografia ossea o ecografia ossea quantitativa (QUS) valuta la resistenza meccanica dell'osso misurando la velocità degli ultrasuoni che lo attraversano e le variazioni dell'onda ultrasonica. L'ultrasonografia quantitativa viene utilizzata per studiare l’osso solo in sedi periferiche caratterizzate da un elevato contenuto di osso trabecolare e da un ridotto spessore delle parti molli soprastanti: in particolare calcagno, falangi e tibia. L'ecografia muscolo-scheletrica può essere presa in considerazione per lo studio di una specifica alterazione dei tessuti molli, come un'anomalia dei tendini, un versamento articolare, un corpo estraneo o masse neoformate. I molteplici vantaggi dell'ecografia rispetto alla RM includono il costo relativamente basso, la trasportabilità, la maggiore accessibilità e la capacità di valutare in modo dinamico le articolazioni. L'ecografia viene impiegata con successo nella diagnosi neonatale della displasia congenita dell'anca: essa rappresenta una metodica di indagine non invasiva che fornisce dettagli accurati delle strutture anatomiche dell'anca neonatale: infatti quest'ultima e costituita in gran parte da cartilagine ialina, che consente la trasmissione acustica in profondità. SCINTIGRAFIA La scintigrafia fa parte della medicina nucleare, la branca della medicina che fa uso di composti radioattivi per fini diagnostici e terapeutici. Il principio generale prevede di iniettare un radiotracciante che emette radiazioni elettromagnetiche gamma, queste vengono registrate da un rivelatore e le immagini descrivono la distribuzione del radiotracciante nel corpo. La scintigrafia ossea prevede l’utilizzo di marcatori che vengono incorporati nel tessuto osseo in base alla sua attività metabolica. Nel caso di infezioni viene utilizzata la scintigrafia a leucociti marcati, che evidenzia le aree coinvolte nel processo infettivo. La scintigrafia ossea rappresenta un'indagine di screening total body molto sensibile per una grande varietà di patologie scheletriche. Per la valutazione di infezioni muscolo-scheletriche può essere effettuata da sola o associata alla scintigrafia con leucociti marcati. La scintigrafia e una tecnica molto sensibile ma poco specifica per la valutazione dei pro-cessi infiammatori e delle alterazioni metaboliche dell'osso e dei tessuti molli periarticolari; pertanto la distinzione tra alterazioni ossee e periarticolari può richiedere l'ausilio di altre tecniche diagnostiche. TOMOGRAFIA AD EMISSIONE DI POSITRONI (PET) La PET e una tecnica diagnostica della Medicina Nucleare per valutare in vivo il metabolismo e la fisiopatologia tissutale, che produce immagini tridimensionali o mappe dei processi funzionali all'interno del corpo. Nello studio di tumori e metastasi ossee la PET ha la capacità di documentare l'eventuale presenza e diffusione metastatica in un unico esame ed e in grado di distinguere tra recidiva o tumore ancora attivo e tessuto necrotico cicatriziale. Lo studio PET con fluoro-desossi-glucosio marca le cellule tumorali per il maggior consumo di glucosio nei tessuti neoplastici. MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) e DUAL X-RAY ABSORPTIOMETRY (DXA) La MOC è un’indagine che utilizza come metodica la DXA. E’ attualmente la metodica più diffusa che permette di estrarre la densità minerale dell'osso (BMD) dal grado di attenuazione che il raggio subisce nell'attraversare il segmento osseo del soggetto esaminato. Il fenomeno fisico su cui si basa la DXA e l'attenuazione dei fotoni X da parte della materia attraversata: la colonna vertebrale, in proiezione posteroanteriore e laterale, e il sito analizzato più frequentemente a causa della sensibilità al progredire agli effetti della menopausa e a cause secondarie che provocano perdita di massa ossea. Altre regioni scheletriche risultano accessibili, quali femore prossimale, bone stock periprotesico, radio distale. La scansione lombare può, in alcuni casi (spondiloartrosi, calcificazione dell'aorta addominale, frattura vertebrale) ottenere un valore di BMD sovrastimato. La scansione del femore prossimale e usualmente eseguita sull’arto non dominante; anche l'osteoartrosi dell'articolazione coxo-femorale può, nei casi avanzati, ispessire la corticale e le trabecole ossee del collo femorale, determinando un aumento della BMD. La regione trocanterica sembra meno coinvolta da tali variazioni e quindi viene considerata pia attendibile nella valutazione del risultato densitometrico. Dalla MOC si ricavano due punteggi detti T-score e Z-score. Il primo è il rapporto della densità ossea del paziente con la popolazione generale sana, mentre il secondo con la popolazione della stessa età. Esistono quindi dei cut-off di T-score che consentono di classificare la densità ossea del paziente. La bassa dose di radiazioni, la riproducibilità delle misurazioni, la capacità di valutare i siti più importanti e la disponibilità nei presidi sanitari e di ricerca rendono la MCA, ad oggi, la tecnica più utilizzata. ELETTROMIOGRAFIA (EMG) ED ELETTRONEUROGRAFIA (ENG) L'EMG comprende mediante ago-elettrodo o elettrodo di superficie dell'attivitaà muscolare a riposo e durante attivazione volontaria (EMG propriamente detta) e lo studio della conduzione nervosa, motoria e sensitiva (ENG). Nelle neuropatie da intrappolamento (sindrome del tunnel carpale, intrappolamento dell'ulnare al gomito, compressione dello sciatico popliteo esterno al capitello peroneale, ecc.) l'EMG permette di accertare l'esatto punto di compressione del nervo, una volta che la clinica abbia posto il sospetto diagnostico. L'EMG ad ago e una pratica invasiva, ma rispetto all'EMG di superficie consente un'analisi più selettiva ed attendibile delle formazioni muscolari. L'analisi viene effettuata su singoli muscoli, prevalentemente degli arti, dei quali si valuta l'attività elettrica a riposo e durante attivazione massimale. Nel soggetto normale, dal muscolo a riposo non deve essere registrata alcuna attività bioelettrica, mentre durante la contrazione massimale si deve osservare il progressivo reclutamento di potenziali di unita motoria. L’ENG misura la velocità di conduzione motoria e sensitiva dei singoli tronchi nervosi stimolati con scosse elettriche applicate in uno o più punti lungo il decorso dei nervi. Si calcola quindi latenza ed ampiezza dei potenziali d’azione motori e sensitivi. BAROPODOMETRIA E’ un esame strumentale che fornisce valutazioni funzionali dell’apparato locomotore attraverso sistemi computerizzati per l’analisi dell’appoggio plantare durante il movimento. Prevede l’utilizzo di una pedana con una piattaforma per la misurazione e registrazione elettronica statica e dinamica delle pressioni plantari. Questo consente di analizzare sia la superficie di carico sia lo svolgimento del passo. L’analisi dell’appoggio del piede rappresenta un dato importante per la valutazione di squilibri a carico di altri sistemi corporei. ANALISI DEL MOVIMENTO Esistono strumenti computerizzati che consentono di acquisire la posizione tridimensionale di piccoli marcatori posti esternamente sui segmenti corporei, la forza di reazione piede-suolo e l'attività muscolare, misure da utilizzare per calcolare cinematica e dinamica articolare durante i normali compiti della vita quotidiana e nella valutazione del recupero funzionale.