Le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario all`interno del
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Le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario all`interno del
Il presente articolo è tratto dall’elaborato finale presentato dalla dottoressa Flavia Famà a conclusione del Master di II livello in Tutela internazionale dei diritti umani Maria Rita Saulle, diretto dal Professore Sergio Marchisio della Facoltà di scienze politiche, sociologia, comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma. Le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario all’interno del conflitto colombiano, il caso delle esecuzioni extragiudiziali Sommario: Introduzione. – I Il conflitto armato, i soggetti coinvolti e i negoziati sugli accordi di pace. – I.II Le previsioni degli accordi di pace e la “giustizia transizionale”. – II Le uccisioni sistematiche di civili in violazione del diritto umanitario. Le esecuzioni extragiudiziali. – II.I Il Plan Colombia e il fenomeno dei falsos positivos. – II I depistaggi, la (mala) giustizia interna e l’altissimo livello di impunità. – III Le raccomandazioni e i rapporti internazionali di denuncia. – III.I Le responsabilità del Governo. – Conclusioni. Il presente lavoro intende analizzare le vicende relative alle possibili violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario in Colombia all‟interno del lungo conflitto che da oltre cinquant‟anni vede la contrapposizione di gruppi armati rivoluzionari e del Governo colombiano, ma non solo. Innanzitutto è opportuno premettere che ci troviamo in presenza di gruppi armati sia legali che illegali. Oltre agli attori più conosciuti come l‟esercito e i gruppi della guerriglia, tra i quali i più famosi sono le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia- Ejército del Pueblo (FARC - EP) e dall’Ejército de Liberación Nacional (ELN), ve ne sono altri come l‟esercito nazionale, la polizia pubblica, quella privata e i gruppi paramilitari. Il conflitto ha origini lontane che esulano dal presente lavoro ma appare opportuno fornire un breve cenno sul contesto e sulle istanze rivendicate dai guerriglieri al fine di comprendere il difficile lavoro dei difensori dei diritti umani e l‟equilibrio precario sul quale 1 si lavora alla stipula degli Accordi di pace. Per capire l‟impatto del conflitto sulla popolazione civile basti pensare che la Colombia ha un altissimo numero di sindacalisti assassinati e di sfollati interni che ammonta a circa 250.00 persone all‟anno dal 20101. Una cifra impressionante che forse è seconda solo alla situazione in Darfur. Nella prima parte del presente lavoro si vuole pertanto fornire un quadro di base sulle prime conseguenze del c.d. Marco Jurídico para la paz, e sui negoziati per la stipula degli accordi di pace che si stanno svolgendo a Cuba e che vedono coinvolti alcuni esponenti della guerriglia e i rappresentanti del Governo colombiano. Nella seconda parte si intende esaminare il fenomeno delle uccisioni sistematiche di civili da parte dello Stato colombiano, in particolare la vicenda dei falsos positivos che, per la sistematicità, il metodo e il numero delle vittime, potrebbe configurarsi quale crimine contro l‟umanità secondo quanto previsto dallo Statuto della Corte penale internazionale. 2 La terza parte è dedicata alle indagini delle istituzioni internazionali e delle associazioni in difesa dei diritti umani che, attraverso i loro rapporti minuziosi, hanno documentato, mettendo anche a rischio la propria vita, le costanti violazioni dei diritti umani e le forti responsabilità del Governo colombiano il quale, quando non è stato mandante diretto, ha avallato violenze ed omicidi. I recenti rapporti della Commissione interamericana e le audizioni di attivisti per i diritti umani, denunciano l‟impunità dei colpevoli, il malfunzionamento della giustizia nonché la mancanza di tutela e di garanzia di non ripetizione per le vittime. L‟Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite3 e la Commissione interamericana4 hanno segnalato anche la pericolosità delle recenti riforme proposte dal Governo colombiano, alcune delle quali sono volte ad ampliare la competenza del Tribunale penale militare per casi di violazioni dei diritti umani e rischiano di compromettere l‟effettività, già precaria, della giustizia. 1 Quarto Rapporto della Commissione interamericana sulla situazione dei diritti umani in Colombia “Verità, giustizia e riparazione” OEA/Ser. L/V/II. Doc. 49/13 http://www.oas.org/es/cidh/informes/pais.asp 2 Ratificato dalla Colombia il 5 agosto 2002. 3 Rapporto dell‟Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Colombia del 23 gennaio 2015 A/HRC/28/3/Add.3 http://ap.ohchr.org/documents/dpage_s.aspx?c=40&su=50 4 CIDH Rapporto citato 2 I. Il conflitto armato, i soggetti coinvolti e i negoziati sugli accordi di pace Da oltre cinquant‟anni la Colombia vive una situazione di conflitto armato che ha visto la contrapposizione di due attori principali: i guerriglieri da un lato e lo Stato dall‟altro. Un conflitto nato dalla rivendicazione delle terre e dei diritti dei contadini, istanze di cui i portavoce attualmente più famosi sono le FARC e l‟ELN. Il Governo è visto come un nemico da combattere in quanto corrotto e concentrato solo sugli interessi economici dei singoli o dei piccoli gruppi. Nonostante le forti denunce anche da parte di soggetti conosciuti a livello internazionale come l‟ex deputata Ingrid Betancourt, politica e figlia dell‟ex Presidente della Repubblica colombiana, che è stata ostaggio per oltre sei anni delle FARC, il quadro degli interessi in gioco e delle responsabilità istituzionali per le costanti violazioni dei diritti umani appare tutt‟oggi poco analizzato. E‟ necessario far presente che vi sono più soggetti coinvolti; oltre ai gruppi di guerriglieri e alle forze statali vi sono dei gruppi armati ufficialmente dichiarati illegali, ma che di fatto in molte occasioni hanno collaborato con l‟esercito nazionale e con i narcotrafficanti. Alcuni studiosi5 e alcuni difensori dei diritti umani si spingono fino a sostenere l‟esistenza di una collaborazione tra esponenti politici locali, membri dell‟esercito e gruppi paramilitari creati legalmente e finanziati dal Governo anche dopo la loro conversione in bande armate clandestine. Lo special Rapporteur per le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie delle Nazioni Unite nel suo rapporto del 1990 a seguito della visita in Colombia dell‟anno precedente6, nell‟apprezzare l‟emanazione di alcuni decreti che al fine di arginare i gruppi paramilitari li dichiararono illegali7, segnalò la necessità di uno sforzo maggiore da parte del Governo per contrastare il fenomeno ed 5 Jorge Orlando Melo è uno storico, giornalista e professore universitario all‟Università Jorge Tadeo Lozano http://www.jorgeorlandomelo.com/paramilitaresimpacto.htm 6 Informativa dello special Rapporteur per le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie delle Nazioni Unite (E/CN.4/1990/22/Add.1) http://www.hchr.org.co/documentoseinformes/documentos/html/recomendaciones/reco14.html 7 Con il decreto n. 813 fu creata una commissione per il contrasto ai gruppi paramilitari il cui mandato era quello di creare un piano di azione per la lotta ai paramilitari. Con il decreto n. 814 fu creata una forza speciale composta da 1.000 uomini addestrati per combattere contro i gruppi paramilitari. A seguito di questa strategia il Governo dichiarò di aver smantellato 17 gruppi paramilitari. Con il decreto n. 816 venne riconosciuta la legittimità dei gruppi di autodifesa debitamente costituiti su iniziativa del Presidente per mezzo di un decreto controfirmato dal Ministro della difesa e dal Governo e fu specificato che il reclutamento di civili dovesse avere esclusivamente finalità di difesa. 3 espresse la propria preoccupazione per le collaborazioni tra esponenti dell‟esercito e gruppi paramilitari non autorizzati. Esaminare gli intrecci della politica e della guerriglia con i cartelli del narcotraffico e con gli altri gruppi criminali esula dal presente lavoro8, ma si cercherà di analizzare alcuni episodi che portano alla luce le responsabilità delle istituzioni interne. Nel corso degli anni alcuni dei Presidenti che si sono succeduti al Governo hanno fatto della risoluzione del conflitto con la guerriglia un punto politico di rilievo. Altri, come il Presidente Alvaro Uribe Vélez, di cui l‟attuale Presidente Manuel Santos era ministro della difesa, hanno invece considerato i movimenti guerriglieri come delle forze terroristiche da combattere militarmente e non come dei soggetti politici con cui poter avviare un dialogo. Nel 1984 l'allora Presidente della Repubblica Belisario Betancourt firmò i c.d. "accordi della Uribe" che prevedevano oltre al cessate il fuoco, l'indizione di elezioni popolari per sindaci e governatori, la decentralizzazione amministrativa e garanzie per l'attività politica di tutti i movimenti. A seguito di tali accordi le FARC costituirono un movimento politico legale denominato Unión Patriótica con il quale si presentarono alle elezioni del 1985. Seguì un forte attacco fisico oltre che politico nei confronti di migliaia di membri e dirigenti ad ogni livello. Semplici simpatizzanti e alcuni candidati alla presidenza della Repubblica, come Jaime Pardo Leal e Bernardo Jaramillo, vennero sterminati. In questa fase, alla fine degli anni ottanta, i guerriglieri tornarono alla lotta armata e crearono un proprio soggetto politico noto come "Partito comunista clandestino colombiano". Negli anni novanta, anche in conseguenza del peggioramento delle condizioni di vita soprattutto nelle zone rurali del paese, le FARC crebbero da un punto di vista numerico, si rafforzarono militarmente, ed iniziarono a stringere accordi con i narcotrafficanti che in cambio garantirono armi e munizioni. Questa situazione spinse il Presidente Andrés Pastrana ad avviare dei colloqui di pace con l'obiettivo di ricercare una soluzione al conflitto sociale e armato. Nel 1999 il Presidente della repubblica colombiana Pastrana firmò con l‟allora Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton il Plan Colombia, un accordo bilaterale col quale si dispose un massiccio sostegno economico e militare da parte degli Stati Uniti al fine di pervenire alla fine del conflitto e di contrastare il narcotraffico. In tale Accordo la guerriglia non venne affrontata come un‟espressione di una guerra civile interna, ma come un insieme di gruppi Per un‟analisi del fenomeno nel suo complesso cfr. il dossier “La Relación del Estado Colombiano con el Fenómeno Paramilitar: por el Esclarecimiento Histórico.”di D.G.PEÑA JARAMILLO, ex alto commissario per la pace e professore del Dipartimento di Scienze Politiche dell‟Università Statale colombiana, anal.polit. 2005, vol.18, n.53, pp. 58-76. ISSN 0121-4705. 8 http://www.scielo.org.co/scielo.php?script=sci_pdf&pid=S0121-47052005000100004&lng=en&nrm=iso&tlng=es 4 terroristici da sconfiggere militarmente per garantire la pace e la sicurezza nel Paese. Per tale ragione di fondo il Presidente Pastrana, ormai alla fine del proprio mandato, decise di interrompere l'esperienza dei dialoghi di pace e di tornare ad una strategia fortemente incentrata sull'azione militare. Negli anni che seguirono nessun tentativo di riaprire i negoziati andò a buon fine. Il successivo Governo di Alvaro Uribe (2002–2010) portò avanti una politica di “sicurezza democratica” basata su una visione delle FARC e degli altri gruppi della guerriglia come dei movimenti terroristici e continuò l‟azione di repressione del conflitto sul piano militare. L‟attuale Presidente Manuel Santos ha invertito questa gestione del conflitto cercando di avviare, fin dall‟inizio del suo mandato, un processo di comunicazione che ha portato a un primo accordo generale per la risoluzione del conflitto e il ristabilimento di una pace duratura nel quale le parti si impegnano al rispetto dei diritti umani e a sancire un accordo puntuale su alcuni temi fondamentali come la riforma agraria, le garanzie per i combattenti smilitarizzati e la tutela delle vittime del conflitto. Se da un lato si è cercato di risolvere pacificamente il conflitto, dall‟altro, per contrastare la crescita esponenziale dei guerriglieri, è nato il fenomeno dei paramilitari, gruppi armati che godono del consenso tacito del Governo, come risulta anche da recenti confessioni di alcuni ex esponenti.9 I.II I punti sui quali si sta attualmente discutendo al Tavolo dei dialoghi di pace in corso all‟Avana sono essenzialmente cinque: la riforma agraria, la partecipazione politica, la fine del conflitto, la soluzione al problema delle droghe illecite e il risarcimento alle vittime. In una prima fase il negoziato ha visto la partecipazione soltanto dei rappresentanti della guerriglia e dello Stato colombiano, esattamente come nelle trattative avviate dai precedenti Governi. Dopo un periodo di pausa delle trattative di pace, interrotte bruscamente nel novembre del 2014 dopo il rapimento da parte delle FARC del Generale dell‟esercito Ruben Dario Alzate, i dialoghi sono ripresi in seguito alle elezioni presidenziali che hanno visto la riconferma di Manuel Santos alla carica di Presidente. Vedi la dichiarazione dell‟ ex capo paramilitare Diego Fernando Murillo, alias Don Berna, nella quale coinvolge inviati dell‟ex Presidente Alváro Uribe e altri membri dello Stato in crimini contro difensori dei diritti umani: http://caracol.com.co/programa/2015/09/07/6am_hoy_por_hoy/1441626208_192223.html 9 http://www.telesurtv.net/news/Uribe-Velez-podria-estar-implicado-en-muerte-de-lider-social20150907-0038.html 5 Grazie a una forte pressione da parte della società civile nonché di tante associazioni come il Movimento delle vittime dei crimini di Stato (MOVICE) e del Centro internazionale per la giustizia di transizione (ICTJ), alcuni gruppi di esperti sulle materie dei punti in agenda e di familiari di vittime hanno iniziato a sedere al Tavolo delle trattative e ad essere ascoltati. A differenza delle precedenti fasi delle trattative, nel discutere il punto relativo alle vittime si sono tenute alcuni incontri con i rappresentanti delle associazioni delle vittime stesse10. La singolarità della vicenda colombiana si evince anche dalla presenza dell‟Ufficio del Centro internazionale per la giustizia di transizione che di norma opera nei contesti postbellici, e non nelle more di un conflitto interno, per aiutare le istituzioni a ripristinare la legalità dopo massicce violazioni dei diritti umani. Se da un lato le FARC chiedono l‟impunità in quanto rivendicano il “diritto alla ribellione” e i guerriglieri non sono disposti a scontare una pena dopo la fine del conflitto, le forze armate chiedono l‟istituzione di un Tribunale militare speciale competente a giudicare la loro condotta durante il conflitto. Il rischio che potrebbe verificarsi è che la giustizia di transizione possa svolgere la funzione di mera negoziazione dell‟impunità. La portata dei reati contro civili innocenti come le esecuzioni extragiudiziali, il reclutamento illegale di bambini e adolescenti e lo sfollamento forzato, ove siano compiuti in modo massiccio e sistematico, configurano i delitti di lesa umanità o di crimine di guerra. Nel 2012 è stata promulgata una riforma costituzionale, il Marco jurídico para la Paz,11, con la quale si stabilisce che ove si raggiunga un accordo di pace con la guerriglia potranno essere perseguiti solo coloro che saranno ritenuti i massimi responsabili dei crimini commessi dalla guerriglia, dai paramilitari e dai militari e si potrà prevedere per legge un ampliamento della competenza del Tribunale militare: previsioni che potrebbero avere come conseguenza una diffusione dell‟impunità. Nonostante l‟avvio della stipula degli accordi di pace e l‟impegno a cessare il fuoco, le intimidazioni e la violenza non si sono fermate12 soprattutto in vista delle elezioni del 25 ottobre 2015. Il 9 settembre 2015 Hugo Sánchez Alquerque, candidato sindaco al 10 Cfr. articolo su El Tiempo http://www.eltiempo.com/politica/proceso-de-paz/llegaron-a-cuba-victimas-incomodas-para-las-farc/14624544 Atto legislativo 31 luglio 2012, n. 1 I ribelli dell‟ELN ammettono di aver fatto esplodere un oleodotto e si scusano pubblicamente con le famiglie dei due operai uccisi per errore 11 12 http://archivio.internazionale.it/news/asca/2014/09/29/colombia-ribelli-si-scusano-per-aver-ucciso-due-operai 6 municipio de Los Palmitos, del dipartimento de Sucre nonché leader di un processo di restituzione delle terre, ha subito un attentato da parte di alcuni paramilitari13 Il 23 settembre 2015 è una data storica per la Colombia e per tutta la comunità internazionale in quanto il Governo e le FARC hanno firmato un memorandum di accordo per il cessate il fuoco nel quale si prevede la pace entro sei mesi dalla stipula dell‟accordo stesso e la creazione di una giurisdizione speciale per la pace che sarà competente a giudicare i crimini più gravi, compresi quelli contro l‟umanità, commessi nel corso del conflitto14, nonché l‟istituzione di una commissione per la verità sul conflitto nel Paese. Le trattative avviate dal Presidente Santos hanno ricevuto anche il sostegno dell‟Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha espresso il proprio supporto con la Risoluzione AG/RES. 2856 (XLIV-O/14) del 5 giugno 2014. Il Tribunale per la pace sarà prevalentemente composto da magistrati colombiani e integrato da esponenti stranieri che rispettano i più alti requisiti di professionalità. Sui requisiti che dovranno avere i magistrati, il Coordinamento Colombia Europa Stati Uniti (CCEEU) chiede garanzie soprattutto con riferimento all‟imparzialità e all‟indipendenza. 15 La creazione di una giurisdizione speciale per la pace vuole evitare l‟impunità, contribuire alla riparazione delle vittime attraverso l‟imposizione di sanzioni ai responsabili dei delitti più gravi e garantire la non ripetizione. Il Tribunale sarà competente a giudicare i crimini commessi durante il conflitto armato da ambo le parti, fatta eccezione dei più gravi crimini, come quelli di lesa umanità, guerra e genocidio. In accordo con il diritto internazionale umanitario è stata prevista l‟impunità per i reati politici e quelli strettamente connessi. Il timore segnalato da alcuni esperti della materia come Leonardo Goi, ricercatore della Fundación Ideas para la Paz è che si possa 13 Il candidato Sindaco è stato aggredito da un gruppo armato che ha esploso otto colpi contro di lui http://www.pacocol.org/index.php/noticias/15248-en-colombia-union-patriotica-reclama-garantias-reales-algobierno-nacional 14 Comunicato congiunto della delegazione delle FARC per la pace a Cuba: http://www.pazfarc-ep.org/index.php/noticias-comunicados-documentos-farc-ep/comunicadoconjunto/3047-comunicado-conjunto-sobre-el-acuerdo-de-creacion-de-una-jurisdiccion-especial-parala-paz+ 15 Nota del CCEEU http://www.movimientodevictimas.org/?q=content/el-fin-del-conflicto-armado-con-las-farc-alalcance-de-la-mano 7 tentare di ottenere l‟impunità anche per i reati più gravi, risultato che per crimini di questo peso è vietato dalla Carta Costituzionale colombiana e dai Trattati di cui il Paese è parte16. Anche alcuni attivisti per la tutela dei diritti umani temono che alcuni dei reati più gravi possano ricadere sotto l‟alveo dei reati politici. Il pericolo è infatti che i narcotrafficanti facciano ricorso all'amnistia che verrà prevista per i "reati politici e connessi". Uno dei reati connessi sarà infatti quello del narcotraffico. II. Le uccisioni sistematiche di civili in violazione del diritto umanitario. Le esecuzioni extragiudiziali. Data l'attenzione che si presta oggi giorno alle azioni e ai crimini della guerriglia nel contesto del processo di pace in corso all'Avana, appare necessario far luce e approfondire l'analisi sui crimini dello Stato e delle forze paramilitari le quali, in determinate fasi storiche hanno agito con il consenso o quantomeno senza il contrasto dello Stato stesso. Il diritto internazionale umanitario pone delle restrizioni alle parti in conflitto al fine di limitare l‟uso indiscriminato delle armi e di proteggere la popolazione civile che non prende parte al combattimento. Durante un conflitto non internazionale, com‟è quello colombiano, le uccisioni dei combattenti sono parte integrante della quotidianità e, ove avvengano nel rispetto del diritto umanitario, sono in punta di diritto accettate. L‟articolo 3 comune alle quattro Convenzioni di Ginevra17, pilastro giuridico del diritto umanitario, e di cui la Colombia è parte, vieta di commettere nei confronti di coloro che non partecipano direttamente alle ostilità «violenze contro la vita e l'integrità corporale, specialmente l'assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi, la cattura di ostaggi, gli oltraggi alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti, le condanne pronunciate e le esecuzioni compiute senza previo giudizio di un tribunale regolarmente costituito che offra le garanzie giudiziarie riconosciute indispensabili dai popoli civili.» Per le violazioni di tali obblighi è competente la Corte penale internazionale che all‟articolo 7, lett. k, del proprio Statuto fa rientrare tra i crimini contro l‟umanità quegli atti «inumani diretti a provocare grandi sofferenze o grandi danni» quando commessi in maniera 16 L. GOI, “Il prezzo della pace nella trattativa tra Colombia e FARC” http://www.limesonline.com/il-prezzo-della-pace-nella-trattativa-tra-colombia-e-farc/76646 17 Ratificate dalla Colombia l„8 novembre 1961 8 sistematica e massiccia nei confronti della popolazione civile con la consapevolezza di tale attacco. Con specifico riferimento ai conflitti non internazionali, la Corte penale internazionale inquadra gli attacchi deliberati alle popolazioni civili in quanto tali o contro civili che non prendono parte direttamente al combattimento, quali crimini di guerra.18 Il rispetto del diritto alla vita e all‟integrità fisica e morale di tutte le persone che non partecipano alle ostilità, come i feriti, i malati, i prigionieri ed i civili, rappresenta il nucleo fondamentale del diritto umanitario. Con riferimento al conflitto con le FARC, il ministero della difesa colombiano ha dichiarato fin dal 2007 che l‟articolo 3 comune e il II Protocollo addizionale erano applicabili a tale conflitto. Della stessa opinione è il Comitato interministeriale della Croce Rossa – CICR - che definisce il conflitto colombiano come un conflitto armato interno.19 Costituisce quindi una grave violazione alle “regole di guerra” il fenomeno largamente diffuso nel Paese delle esecuzioni extragiudiziali. Tale ipotesi si configura quando i membri della guerriglia vengono uccisi fuori dal contesto del combattimento; quando vengono uccisi leader di gruppi o di comunità con l‟accusa di essere fiancheggiatori della guerriglia; quando vengono uccisi informatori o soggetti smobilizzati per nascondere crimini precedenti, prove o collusioni; quando vengono uccisi soggetti appartenenti a gruppi criminali a seguito di atti di corruzione o di accordi con gruppi rivali; o, ancora, quando vengono uccise persone per mero errore e si dichiara che tali morti sono avvenute nel corso di un combattimento. E‟ evidente che tali principi sanciti dalle Convenzioni di Ginevra e che sono considerati consuetudinari anche grazie alla partecipazione universale ai Trattati, non sono riusciti ad imporsi e vengono costantemente violati.20 Le esecuzioni extragiudiziali si verificarono già tra il 1988 e il 1994 per mano di paramilitari e agenti statali che uccisero centinaia di civili durante azioni segrete. Fu in questa fase che gli Stati Uniti decisero di prendere parte alla guerra contro il narcotraffico ed in particolare contro il Cartello di Medellín, al cui vertice vi era Pablo Escobar Gaviria. Si trattava ancora di una collaborazione non ufficiale cui presero parte, dietro l‟autorizzazione del Presidente americano George Bush, unità dell‟esercito, della marina e 18 Articolo 8, par. 2 Statuto di Roma. 19 S. MARCHISIO, Corso di diritto internazionale, TORINO, p. 238 20 ZANGHÌ C., La protezione internazionale dei diritti umani, TORINO, Terza edizione, pp. (52-59) 9 dei servizi segreti statunitensi.21 In questa fase storica, a causa di informazioni riservate che furono divulgate dai servizi segreti statunitensi molte esecuzioni extragiudiziali furono commesse da alcuni gruppi che fornivano aiuto alle autorità colombiane nella ricerca di Escobar. Tra le varie stragi perpetrate nel Paese una delle più eclatanti di quel periodo storico fu certamente lo sterminio di membri e simpatizzanti del partito di opposizione la Unión Patriótica di cui vennero uccisi anche i candidati alla presidenza della Repubblica Jaime Pardo Leal e Bernardo Jaramillo, nonché il dirigente del partito comunista Manuel Cepeda Vargas, ucciso il 9 agosto 1994 da un commando composto da agenti dello Stato e paramilitari. Tra i gruppi paramilitari che collaboravano con le autorità colombiane e statunitensi nelle ricerche di Escobar vi era il gruppo de Los Pepes che era comandato da alcuni narcotrafficanti Fidel, Vicente e Carlos Castaño e Diego Fernando Murillo, pertanto finanziare le loro azioni militari ha di fatto significato dare un supporto al Cartello di Cali.22 Alcune testimonianze si sono spinte fino ad affermare che non si trattò di una mera collaborazione in cui i paramilitari avevano un ruolo marginale, ma che in alcuni casi erano proprio gli esponenti del gruppo de Los Pepes a dirigere le operazione e ad impartire ordini alla polizia.23 Poiché gli Stati Uniti hanno speso 25.000 milioni di dollari in sostegno esterno politico e militare solo nel 2012, il Congresso ha iniziato a chiedere che venga valutata l‟efficacia degli interventi al fine di giustificare le spese sostenute nelle campagne estere.24 I pochi studi finora realizzati in proposito sono stati redatti da agenzie interne che hanno valutato l‟efficacia dell‟aiuto basandosi su obiettivi prettamente militari tra i quali non contemplato il rispetto dei diritti umani nelle operazioni di intervento nei Paesi stranieri.25 21 "Falsos positivos" en Colombia y el papel de la asistencia militar de Estados Unidos, 2000-2010, Collectivo de abogados José Alvear Restrepo, pp.31-35 http://www.colectivodeabogados.org/?_CCEEU,900_ 22 BOWDEN, Mark. Killing Pablo, Penguin, 2001. p. 16 23 Killing Pablo, articolo della rivista Semana, 11 dicembre 2000 http://www.semana.com/nacion/articulo/killing-pablo/44328-3 24 Falsos positivos, en Colmbia y el papel de la asistencia militar de Estados Unidos, cit 25 Jennifer D. P. Moroney, et. al.,DevelopinganAssessment Framework for U.S. Air Force Building Partnerships Programs, Santa Monica, Calif.: RAND Corporation, MG-868-AF, 2010, p. 64. 10 Alcuni documenti statunitensi, oggi desegretati, come il Rapporto26 dell‟ambasciatore americano a Bogotà Myles Frechette, rivelarono che con riferimento al contrasto della guerriglia il metodo adottato dal Governo colombiano e dagli alti ufficiali per calcolare i risultati e gli incentivi da dare ai militari era quello del conteggio dei corpi delle persone morte in combattimento.27 Secondo l‟analista colombiano Michael Evans questo approccio ha causato alcune violazioni dei diritti umani come la pratica dei falsos positivos ed ha incentivato la collaborazione con i gruppi paramilitari.28 Tale collaborazione fra l‟esercito nazionale e i gruppi paramilitari fu segnalata anche nel documento dell‟ambasciatore americano Kurtis Kamman del febbraio 2000 nel quale si riferiva che l‟uccisione di alcuni guerriglieri era stata rivendicata separatamente da entrambi. In particolare, il gruppo paramilitare Autodefensas Campesinas de Córdoba y Urabá (ACCU) -smobilizzato nel 2006 affermò di aver rapito due guerriglieri e la quarta brigata dell‟esercito di aver ucciso i medesimi guerriglieri in combattimento. La preoccupazione che si evince dal documento è che tale circostanza potesse alimentare l‟interesse della comunità internazionale in merito alla presunta collaborazione tra esercito e gruppi paramilitari.29 Attualmente le esecuzioni e le sparizioni forzate continuano a verificarsi per i motivi più vari. Recentemente, il 28 settembre 2015, nel Dipartimento di Antioquia un contadino vicino al movimento per la pace è stato ucciso dai paramilitari e nei giorni precedenti alcuni candidati alle elezioni del 25 ottobre hanno subito degli attentati.30 Le violenze e le violazioni dei diritti umani e ambientali non si sono fermate e si nascondono anche dietro le attività di multinazionali che apparentemente hanno tutte le carte in regola. In nome dello sviluppo rurale e di un‟economia sostenibile il Governo ha incentivato e sostenuto le imprese che hanno deciso di investire in Colombia senza 26 Rapporto dell‟ambasciatore Frechette, documento n. 200202961 http://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB266/19941021.pdf 27 Documenti pubblicati dall‟organizzazione National Security Archive di Washington D.C. http://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB266/index.htm 28 “Los “falsos positivos” son una práctica vieja en el Ejército” M. Evans http://www.semana.com/opinion/articulo/los-falsos-positivos-practica-vieja-ejercito/98864-3 29 Rapporto dell‟ambasciatore Kurtis Kamma, documento n. 184921622 http://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB266/20000208.pdf 30 Dal Rapporto di Amnesty International del 29 settembre 2015 AMR 23/2554/2015 https://www.amnesty.org/en/documents/amr23/2554/2015/en/ 11 verificare i metodi utilizzati per accaparrarsi le terre, né le connessioni di cui le stesse dispongono nel territorio. Un caso eclatante, che non ha ancora avuto un epilogo giudiziario, ma che sta suscitando molto scalpore, è il caso della multinazionale italo–spagnola Poligrow Ltda, azienda che ha peraltro rappresentato la Colombia all‟Expo di Milano 201531. Dietro gli slogan di green economy e di sviluppo attraverso progetti agricoli sostenibili con la produzione di olio di palma e olio d‟oliva nella zone di Mapiripà, si celano gravi attentanti e minacce contro i contadini e i gruppi indigeni. Alcune organizzazioni hanno, invero, realizzato dei dossier al riguardo e stanno denunciando i vertici dell‟impresa in quanto sostengono che la stessa ottenga le terre grazie alla collaborazione e al sostegno da parte di gruppi criminali e paramilitari che intimidiscono, minacciano e arrivano ad uccidere indigeni, contadini e lavoratori dell‟azienda.32 II.I Moltissimi civili innocenti sono rimasti vittime di violenze commesse dalle parti in conflitto. Il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite nel suo Rapporto del 201033 ha espresso forte preoccupazione per il diffondersi della pratica delle esecuzioni extragiudiziali di civili da parte della forza pubblica. Secondo quanto dichiarato da alcuni attivisti per la tutela dei diritti umani, come il senatore Ivan Cepeda Castro, questo risultato aberrante è scaturito anche da una strategia politica di incentivi e ricompense ai soldati previste dal Governo colombiano e dall‟esercizio di una forte pressione da parte dello stesso per ottenere risultati. Queste conseguenza perversa del Plan Colombia ha prodotto circa 5.000 vittime innocenti dal 200234. Occorre fare una breve premessa storica. 31 Rapporto della Comision intereclesial justicia Justicia y Paz che ha recentemente denunciato il caso delle comunità contadine e indigene di Mapiripan (regione del Meta, territorio con forte presenza paramilitare), minacciate ed espropriate dall'azienda multinazionale Poligrow. http://www.red-alas.net/los-claro-oscuros-del-grupo-palmicultor-poligrow-en-colombia/ 32 Cfr. Informativa della Comision intereclesial justicia y paz http://justiciaypazcolombia.com/Continua-la-siembra-ilegal-de 33 Rapporto dell‟Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Colombia del 4 marzo 2010 A/HRC/13/72 http://daccess-ods.un.org/TMP/299539.119005203.html 34 Intervista a Ivan Cepeda Castro, portavoce del MOVICE, attualmente Senatore http://it.peacereporter.net/articolo/12340/Lo+scandalo+dei+Falsos+Positivos 12 Nel 1999 il Governo colombiano, cui era a capo Andrés Pastrana, firmò un accordo bilaterale con gli Stati Uniti volto a risolvere il problema del narcotraffico e delle forze rivoluzionarie che all‟epoca erano viste e trattate come gruppi terroristici. Nel luglio del 2000 l‟amministrazione Clinton approvò un piano di aiuti del valore di 600 milioni di dollari finalizzati alla creazione e all‟addestramento di corpi specializzati per la lotta al narcotraffico, oltre alla concessione di 60 elicotteri Blackhawk, indispensabili per la distruzione delle piantagioni di coca nel sud del Paese.35 Nel complesso gli Stati Uniti spesero, tra il 2000 e il 2010, 5.683 milioni di dollari a favore della Colombia per l‟assistenza militare e di polizia. A seguito di questo accordo il Governo colombiano ha emanato una serie di direttive del ministero della difesa e di norme interne con le quali venivano previsti dei benefici ai componenti dell‟esercito per ogni guerrigliero ucciso. Uno dei primi atti interni adottati fu la legge n.418 del 1998 con la quale si offrivano incentivi e ricompense a chi collaborava con la giustizia. In seguito, la legge n.782 del 2002 ha istituito il Fondo nazionale di sicurezza e convivenza cittadina volto a finanziare le operazioni di intelligence e le ricompense per coloro che collaboravano con la giustizia. Benefici e riconoscimenti che vennero rafforzati con le direttive del ministero della difesa n. 29 del 2005, n.15 e n. 16 del 2007, completate dal decreto n. 1400 del 5 maggio del 2006, con il quale fu istituita la bonifica per le operazioni di importanza nazionale, la c.d. BOINA e dal decreto 1058 del 2008. L‟assenza di controllo e di verifica sul sistema degli incentivi ha causato il proliferare di “morti in combattimento” e di premi e riconoscimenti pubblici ai soldati.36 Il Plan Colombia ha previsto, tra le sue misure volte a contrastare il narcotraffico, la distruzione delle piantagioni di coca attraverso un‟operazione aerea con la quale si è provveduto a nebulizzare dei pesanti pesticidi sui campi. Tali operazioni di “bombardamento” hanno avuto dei forti effetti collaterali, non solamente in quanto hanno 35 M. ZANNOTTI, “Dodici anni di Plan Colombia”, in “Geopolitica” http://www.geopolitica-rivista.org/20247/dodici-anni-di-plan-colombia.html 36 Osservatorio dei diritti umani e diritto umanitario, “Esecuzioni extragiudiziali in Colombia 2002-2010. Crimini di lesa umanità sotto il mandato della sicurezza democratica”. Settembre 2012, pag. 38 13 colpito tutti i campi senza distinzione su cosa era coltivato nelle piantagioni, ma hanno pesantemente danneggiato la salute dei contadini e di tutti gli abitanti.37 Tra la fine del 2007 e l‟estate del 2008 nel Municipio di Soacha, poco fuori Bogotà, sparirono almeno sedici giovani in circostanze poco chiare. Alcuni di loro avevano detto alle famiglie che sarebbero andati a fare un colloquio di lavoro a Santander, di altri non si ebbe nessuna notizia fino a quando non scoppiò il “caso Soacha”38: le madri di alcuni ragazzi scomparsi iniziarono le ricerche personalmente e una volta raggiunto l‟ufficio di medicina legale videro le foto dei loro ragazzi tra quelli ritrovati morti. Venne loro comunicato che erano dei pericolosi criminali, o dei narcotrafficanti o dei paramilitari o ancora dei membri della guerriglia morti in combattimento. Tutti uccisi dalle truppe del Battaglione Francisco de Paula Santander o dalla Brigata Móvil 1539. I corpi furono ritrovati in una fossa comune a Ocaña, a 700 km da Soacha, classificati come ignoti; le famiglie devono pagare tutt‟oggi delle ingenti somme di denaro per poter riportare a casa i resti dei propri figli e dar loro una degna sepoltura. Erano dei giovani innocenti che sono stati uccisi e poi travestiti da guerriglieri per aggiungerli al numero dei morti in combattimento. Un caso emblematico, oggi davanti alla Corte Suprema, è quello di Leonard Porras Bernal, rapito nel gennaio del 2008 a Soacha ed ucciso pochi giorni dopo. Leonard aveva una disabilità fisica e mentale del 50% dalla nascita, non muoveva né la mano né il piede destro ed era pertanto evidente che non fosse in grado di tenere un‟arma. Nel certificato di morte risulta come un pericoloso capo di un gruppo armato narco-terrorista morto in combattimento.40 A seguito dello scandalo di Soacha venne alla luce quello che verrà conosciuto come il fenomeno dei falsos positivos, ovvero quel fenomeno che lo special Rapporteur delle Nazioni Unite per le esecuzioni extragiudiziali, arbitrarie e sommarie, Philip Alston, definì, durante la sua visita in Colombia del 2009 come «l‟uccisione a sangue freddo e predeterminata di 37 Testimonianze rese nel documentario “Falsos Positivos” di Simone Bruno e Dado Carrillo, Bogotà. 2009 38 “Le madri di Soacha”, Anne Proenza http://archivio.internazionale.it/news/colombia/2011/12/20/le-madri-di-soacha 39 “La guerra se mide en litros de sangre. Falsos positivos, crimen de lesa humanidad: más altos responsables en la impunidad.” Luglio 2012, p. 7 FIDH – Coordinación Colombia – Estados Unidos 40 Dalla testimonianza della madre Luz Marina Bernal, tra le fondatrici del movimento delle madri di Soacha, art.cit. 14 civili innocenti, al fine di trarne beneficio.»41 Nel suo Rapporto al Consiglio dei diritti umani del marzo 2010, lo special Rapporteur segnala che i casi di falsi positivi raggiungono una diffusione allarmante già a partire dal 2004.42 Il sistema di incentivi e ricompense ha generato una forte competizione tra i gruppi dell‟esercito poiché, secondo quanto risulta dalle testimonianze di alcuni membri dell‟esercito nazionale processati per casi di falsi positivi43, a coloro che dimostravano il maggior numero di morti era concesso, tra gli altri, un intero mese di licenza a dicembre. L‟aspetto critico, oltre alla previsione di incentivi in sé, è rappresentato dalla totale assenza di controlli e di trasparenza nella gestione dei conflitti e nella concessione delle ricompense stesse, nonché dall‟assenza di meccanismi amministrativi e giudiziali per punire i soldati implicati nelle esecuzioni extragiudiziali. Come dimostrano anche le recenti indagini della magistratura della Corte Suprema, vi è una relazione diretta tra le esecuzioni sommarie e la politica di “sicurezza democratica” portata avanti dall‟ex Presidente Alvaro Uribe Vélez, attualmente senatore e sotto indagine anche per corruzione e finanziamento dei gruppi paramilitari. Uno studio del Collectivo de abogados José Alvear Restrepo –CAJAR- 44 analizza alcuni episodi in correlazione con l‟aumento delle esecuzioni extragiudiziali e in particolare del fenomeno dei falsos positivos. Al riguardo si segnala che la presidenza di Alváro Uribe è associata ad un aumento dall‟84% al 101% di esecuzioni extragiudiziali e che nel periodo in cui il Generale Mario Montoya fu a capo dell‟esercito, con l‟appoggio degli Stati Uniti, dal marzo 2006 al novembre 2008, tali esecuzioni aumentarono del 144%. II.II Da un punto di vista storico in Colombia, come in molti altri Paesi, le violazioni dei diritti umani si caratterizzano per un alto livello di impunità che è causata da diversi fattori. L‟alto livello di impunità è dovuto in primo luogo ad alcune difficoltà tecniche a svolgere i dovuti esami sulla scena del crimine che viene spesso alterata da parte della stessa forza pubblica proprio con l‟intento di sviare le indagini ed occultare i crimini commessi. Sul punto, il Rappresentante in Colombia dell‟Alto Commissariato per i diritti 41 Dichiarazione alla stampa del Professore Philip Alston, Bogotá, 18 giugno 2009, consultabile al link http://186.113.24.4/index.shtml?apc=i1-----&s=n&x=58590 42 Informativa del relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, arbitrarie e sommarie relativa alla missione in Colombia (8 a 18 giugno 2009), Documento ONU A/HRC/14/24/Add.2, del 31 marzo 2010, par. 10 43 44 “La Direttiva Ministeriale 29 del 2005”, El Espectador, 1 novembre 2008 “Falsos positivos”, Collectivo de abogaos, op. cit. 15 umani delle Nazioni Unite si è detto preoccupato del basso numero di processi attivi e di sentenze emanate in rapporto al numero delle vittime di esecuzioni extragiudiziali ed in particolare di falsos positivos, nonché del mancato accesso alla giustizia da parte delle vittime e dei loro familiari.45 Le prime difficoltà si sono verificate già al momento della denuncia e della richiesta di un processo. I falsos positivos sono stati registrati come “morti in combattimento” e in molti casi quando i parenti hanno chiesto chiarimenti all‟esercito o alla Procura, sono stati respinti e minacciati. Dovrebbe essere compito della magistratura indagare e ricercare la verità dei fatti e, invece, nella quasi totalità dei casi sono state le madri a dover investigare e dimostrare che i loro figli non erano combattenti ma vittime civili uccisi con un‟esecuzione extragiudiziale. Secondo i dati forniti dall‟Unità nazionale per i diritti umani e il diritto internazionale umanitario, con riferimento al 2009, su 1.300 casi solo il 5% ha superato la prima fase istruttoria e la maggior parte non ha invece superato la fase delle indagini. Il numero dei casi che sono stati istruiti e che sono arrivati a sentenza è aumentato negli anni successivi, da 11 nel 2009 si è arrivati a 240 nel 2013. Nel giugno 2015 la Procura ha messo sotto indagine 5.137 agenti statali, tra membri dell‟esercito nazionale e soggetti appartenenti ad altre forze di sicurezza, sospettati di aver commesso esecuzioni extragiudiziali, in particolare con la modalità dei falsos positivos. Di questi soltanto una minima parte è stata condannata anche a causa di continui depistaggi, come dimostrano alcune intercettazioni rese pubbliche dal giornale Semana nell‟agosto 2015. 46 E‟ inoltre necessario segnalare che per molto tempo la quasi totalità delle indagini si è aperta solo contro i soldati, senza verificare le eventuali responsabilità degli alti ufficiali; inoltre in molti casi si è cercato di portare i casi davanti la giurisdizione militare che si è dimostrata poco efficace. Con le rivelazioni ottenute grazie all‟Operazione Tapen-Tapen, resa pubblica nell‟agosto del 2015, nella quale sono stati intercettati due militari dell‟esercito nazionale, entrambi detenuti con l‟accusa di aver commesso esecuzioni extragiudiziali in particolare di aver ucciso dei falsos positivos, si è ottenuta l‟ulteriore conferma del coinvolgimento degli alti gradi dell‟esercito e della sistematicità delle esecuzioni. Nella conversazione intercettata uno dei 45 46 Audizione davanti la Commissione interamericana per i diritti umani, marzo 2013 “Operación Tapen-Tapen” http://www.semana.com/nacion/articulo/operacion-tapen-tapen/436987-3 16 due soldati è pronto a collaborare con la magistratura e l‟altro gli intima con forza di mentire, di dare la colpa degli omicidi a qualcuno ma di non fare nessun nome, soprattutto di non coinvolgere i colonelli e gli alti ufficiali. La Commissione interamericana per i diritti umani nel suo ultimo Rapporto ha espresso apprezzamento per l‟aumento delle indagini e dei processi contro le esecuzioni extragiudiziali, ma ha ribadito che i risultati appaiono ancora troppo bassi rispetto al numero delle vittime.47 A tal proposito si rileva che dal momento in cui si è venuti a conoscenza del caso dei falsos positivos soltanto 815 militari sono stati condannati. La maggior parte di questi sono soldati semplici e sottoufficiali e solamente 5 sono i colonnelli condannati. A seguito dell‟Operazione Tapen-Tapen sono state aperte altre 5 indagini a carico di militari di alto rango coinvolti nello scandalo dei falsos positivos. L‟Italia non è rimasta indifferente davanti ad una situazione così complessa e in più occasioni la Commissione affari esteri ha avviato delle indagini conoscitive sulla situazione dei diritti umani nel mondo invitando alcuni rappresentanti della società civile colombiana. Secondo quanto dichiarato dall‟avvocato Jorge Molano, attivista per i diritti umani in Colombia, ascoltato nel giugno 2015, l‟impunità dei paramilitari, che nell‟ambito del procedimento “Giustizia e pace” si erano smobilitati e impegnati a dire la verità sui crimini commessi, è del 99,99 per cento. 48 III Le raccomandazioni e i rapporti internazionali di denuncia. Molti sono stati i rapporti di denuncia e le raccomandazioni rivolte al Governo colombiano dalla comunità internazionale, sia dagli organi preposti, come l‟Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e la Corte interamericana per i diritti umani, sia da parte del mondo associativo, come il CAJAR e il Movimento per la riconciliazione e il coordinamento Colombia – Stati Uniti – CCEEU. In tutti questi casi ci si è sforzati di fornire una descrizione del fenomeno delle esecuzioni extragiudiziali partendo dal contesto storico e politico che ha posto le basi per una diffusione sul territorio in maniera esponenziale. CIDH, Rapp. Cit. p. 85 Indagine conoscitiva sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale. Commissione Affari esteri della Camera dei deputati. Audizione di Jorge Molano, attivista per i diritti umani in Colombia. Seduta n. 6, 11 giugno 2015 http://www.camera.it/leg17/1079?idLegislatura=17&tipologia=indag&sottotipologia=c03_tutela&ann o=2015&mese=06&giorno=11&idCommissione=03&numero=0006&file=indice_stenografico 47 48 17 Il Rapporto di Human Right Watch, pubblicato nel giugno del 2015, afferma con forza la responsabilità degli alti livelli di comando dimostrata da alcuni fattori emblematici, ovvero le esecuzioni in larga scala, il modus operandi, il profilo delle vittime nonché la pianificazione e la coordinazione, anche logistica, necessarie per le esecuzioni stesse. Esaminando le esecuzioni extragiudiziali, in particolare il caso dei falsos positivos, i generali ed i colonnelli che si trovavano al comando non solo non potevano non sapere quanto si stesse verificando in modo sistematico nelle truppe sotto il solo comando, ma spesso erano i primi a portare avanti una politica volta ad ottenere il maggior numero di morti in combattimento al fine di ottenere i premi e gli incentivi previsti dalle leggi interne.49 Tra le brigate che si sono rese colpevoli di aver ucciso civili innocenti travestendoli da guerriglieri spicca la quarta brigata che da sola è indagata per la presunta commissione di circa 400 esecuzioni di civili tra il 2002 e il 2008. Questa brigata fu comandata dal Generale Mario Montoya, poi dal Generale Oscar Gonzáles Peña ed infine dal Generale Juan Pablo Rodríguez Barragán. I tre comandanti dopo quell‟incarico hanno ricevuto il comando dell‟esercito nazionale, il Generale Juan Pablo Rodríguez Barragán è l‟attuale comandante dell‟esercito colombiano. Dai documenti e dalle testimonianze acquisite e visionate da HRW appare evidente che gli alti ranghi dell‟esercito sapevano delle esecuzioni extragiudiziali che venivano commesse dai propri soldati e che in alcuni casi le hanno pianificate, ordinate o comunque vi hanno contribuito facilitandole. Secondo quando risulta dal Rapporto citato, il Tenente Colonnello Robinson Gonzáles del Río ha ammesso pubblicamente la propria responsabilità per almeno 27 casi di falsos positivos ed ha dichiarato che molti generali non solo erano al corrente delle esecuzioni ma si sono adoperati per coprire quanto commesso dai propri soldati. Tra questi, figurano i nomi del Generale Montoya e dell‟attuale comandante dell‟esercito nazionale, il Generale Barragán. Appare necessario ribadire che il diritto internazionale prevede la responsabilità penale individuale per i superiori che nello svolgimento del loro incarico erano a conoscenza della commissione di reati e di violazioni dei diritti umani da parte dei loro sottoposti e non hanno adottato alcuna misura atta a prevenirli o a perseguirli. Human Rights Watch, El rol de los altos mandos en falsos positivos. Evidencias de responsabilidad de generale y coroneles del Ejército colombiano por ejecuciones de civile. 987-1-6231-32515. Giugno 2015 https://www.hrw.org/es/report/2015/06/23/el-rol-de-los-altos-mandos-en-falsospositivos/evidencias-de-responsabilidad-de 49 18 Le esecuzioni extragiudiziali, in particolare quelle dei falsos positivos, costituiscono una grave violazione dei diritti umani e in un Paese come la Colombia, devastato da un conflitto non internazionale, costituiscono una grave violazione del diritto internazionale umanitario e come tali integrano la fattispecie del crimine di guerra. Partendo da tale affermazione, HRW ha sollecitato lo Stato colombiano affinché si conformi agli obblighi derivanti dal diritto internazionale di investigare, giudicare e punire i responsabili di tali crimini. A tal fine l‟organizzazione chiede che il Marco jurídico para la Paz non venga ulteriormente esteso al fine di garantire la tutela delle vittime, che in caso contrario potranno far ricorso alla Corte penale internazionale affinché si pronunci sui crimini di lesa umanità e sui crimini di guerra commessi in Colombia. Inoltre, la Procura della Corte penale internazionale, nell‟analizzare alcuni dei delitti commessi in Colombia, ha affermato che sussistono i presupposti per far rientrare le esecuzioni dei falsos positivos tra i crimini di lesa umanità.50 Con riferimento alla creazione del Tribunale speciale per la pace, la Procura della Corte ha espresso apprezzamento per l‟esclusione dei reati più gravi come i crimini di guerra e i crimini di lesa umanità dalla competenza del Tribunale, ma ha segnalato che la Corte esaminerà attentamente ogni disposizione al riguardo e che a tal fine stabilirà un dialogo costante non solo con il Governo colombiano ma con tutte le parti interessate, incluse le vittime di tali crimini.51 Human Rights Watch rivolge una serie di raccomandazioni al Presidente Santos al quale chiede principalmente di porre tra gli obiettivi di Governo di assicurare il perseguimento dei colpevoli delle esecuzioni dei falsos positivos, anche mediante l‟impegno a non ampliare la competenza del tribunale penale militare per i casi di violazione dei diritti umani, e di far si che le autorità militari collaborino con la magistratura nella ricerca della verità, ma rivolge delle raccomandazioni anche a quest‟ultima alla quale chiede di rafforzare le unità che si occupano di investigare tali crimini. Al Governo degli Stati Uniti l‟organizzazione in parola chiede di sospendere i finanziamenti alla Colombia nel caso in cui non venga assicurato il rispetto dei diritti umani e non si sviluppi una corretta collaborazione tra le autorità militari e la magistratura. Il Rapporto dell‟Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, pubblicato il 23 gennaio 2015 ad esito della visita in Colombia, dà conto delle violazioni dei Human Rights Watch, Rapp. Cit. Dichiarazione del Procuratore Generale della Corte penale internazionale, 24 settembre 2015 http://www.icccpi.int/en_menus/icc/press%20and%20media/press%20releases/Pages/es_otp_stat_24-09-2015.aspx 50 51 19 diritti umani e del diritto internazionale umanitario perpetrate nel Paese con particolare attenzione al fenomeno dei falsos positivos. Al riguardo, sebbene si dia atto dell‟aumento delle indagini avviate contro i presunti responsabili, si esprime preoccupazione per la scarsa effettività della tutela per le vittime, per la mancanza di tutela nei confronti dei difensori dei diritti umani e per il conflitto di competenza tra giurisdizione penale e militare e si esprime appoggio alla linea adottata dal Consiglio superiore della magistratura di non rimettere alla giurisdizione militare i casi di omicidio in cui gli indagati sono membri dell‟esercito nazionale. Anche l‟Alto Commissario rivolge molteplici raccomandazioni al Governo, in particolare, oltre ad auspicare una tutela efficace per i difensori dei diritti umani, nonché un maggiore coinvolgimento delle vittime nei processi di pace, ricorda che la Colombia deve ancora ratificare il Protocollo addizionale alla Convenzione contro la pena di morte e altri trattamenti inumani e degradanti e darvi attuazione dando vita a un meccanismo di prevenzione della tortura. Philippe Alston nel suo rapporto ad esito della visita in Colombia nel giugno del 2009, in relazione alla vicenda dei falsos positivos ha affermato52: «Le mie indagini hanno dimostrato che alcuni membri delle forze armate colombiane hanno compiuto una serie di esecuzioni extragiudiziali, omicidi che si sono ripetuti in tutto il Paese con le stesse modalità. Sono coinvolti molti militari». Alston ha aggiunto che la percentuale di impunità per questi reati è troppo alta, «perché il 98,5 per cento dei responsabili non è stato punito». Tra le raccomandazioni che l‟inviato speciale delle Nazioni Unite rivolge al Governo colombiano, vi è quella di cancellare qualsiasi tipo di incentivo ai militari per ogni esecuzione, nonché di prevedere l‟imprescrittibilità dei procedimenti contro i funzionari responsabili di esecuzioni extragiudiziali. E‟ da quel momento che il caso dei falsos positivos divenne uno scandalo politico in Colombia. III.I Come viene segnalato da più parti53, uno dei punti più critici continua ad essere la situazione dei difensori dei diritti umani, delle vittime e dei testimoni, verso i quali si perpetrano massicce minacce e costanti aggressioni. Oltre all‟esigenza di avere verità e giustizia, vi è la necessità di porli al riparo dalla ripetizione dei reati nei loro confronti. Le politiche portate avanti dal Governo hanno permesso, se non addirittura causato, l‟acuirsi di una situazione di tensione nel Paese. La risposta ai movimenti Dich. Cit. Dichiarazione di Alirio Uribe Muñoz, membro del Congresso http://www.aliriouribe.com/representante-a-la-camara-alirio-uribe-munoz-denuncia-falta-de-garantiaspara-el-retorno-y-la-reparacion-a-las-victimas/ 52 53 20 guerriglieri è infatti stata solo militare, almeno in un primo momento in quanto non si riconosceva l‟esistenza di un conflitto interno, ma si è inteso contrastare tale fenomeno alla stregua di un gruppo terroristico. Le leggi con cui si sono garantiti privilegi e impunità ai combattenti che si sono smobilitati in cambio di un‟ammissione di colpa non hanno portato ai risultati auspicati e, in alcuni casi, i paramilitari smobilitati sono in seguito rientrati nei gruppi armati. La Commissione interamericana ha inoltre rilevato che la mancanza di una tutela giudiziaria effettiva vìola quanto stabilito dagli articoli 8 e 15 della Convenzione interamericana ed è compito dello Stato parte apportare le necessarie modifiche al diritto interno per dare attuazione concreta alle Convenzioni dallo stesso sottoscritte.54 Con riferimento all‟accesso alla giustizia da parte delle categorie più vulnerabili, la Commissione ha inoltre ribadito che in base al principio di non discriminazione, sancito nell‟articolo 1, comma 1, della Convenzione, è necessario approntare una maggior tutela ai soggetti in situazione di rischio conformemente a quanto dichiarato dalla Corte interamericana nella sentenza sul caso Rosendo Cantú e altri contro Messico,55 nella quale ha ribadito che lo Stato parte deve garantire a tali soggetti un accesso effettivo alla giustizia. La Commissione ha segnalato che ogni volta che si verificano crimini di lesa umanità, crimini di guerra o violazioni gravi dei diritti umani, gli Stati, in conformità al diritto consuetudinario e ai trattai di cui sono parte, hanno l‟obbligo di investigare e punire i responsabili. In particolare, con riferimento alle esecuzioni extragiudiziali e alle sparizioni forzate, la Corte interamericana ha adottato una giurisprudenza costante nel ribadire che per reprimere questo tipo di reati non è necessaria l‟istanza di parte, ma lo Stato deve svolgere delle indagini d‟ufficio e che tali indagini devono essere serie, imparziali ed effettive.56 Conclusioni. In conclusione, con il presente lavoro si è inteso analizzare il fenomeno delle esecuzioni extragiudiziali in Colombia e, in particolare, la vicenda dei falsos 54 CIDH Rapp. Cit. pp. 109-110 55 Sentenza della Corte interamericana dei diritti umani del 15 maggio 2011 http://www.corteidh.or.cr/cf/jurisprudencia2/busqueda_casos_contenciosos.cfm?lang=en 56 Tra le altre cfr. le Sent della Corte Interamericana sul Casso Manuel Cepeda Vargas Vs. Colombia, 26 maggio 2010. Serie C No. 213, par. 117; Caso Valle Jaramillo e altri Vs. Colombia, Sent. 27 novembre 2008. Serie C No. 192, par. 101; Caso de la Masacre de Pueblo Bello Vs. Colombia. Sent. 31 gennaio 2006. Serie C No. 140, par. 143. 21 positivos, ovvero di quei civili innocenti che sono stati torturati, uccisi e travestiti da guerriglieri in modo massiccio e sistematico da parte dell‟esercito nazionale, al fine di ricevere i premi e i benefici disposti dal Governo per ogni guerrigliero morto in combattimento. Le norme e le direttive ministeriali con cui sono stati disposti premi e agevolazioni ai militari per i risultati prodotti in combattimento e le politiche di incentivazione al risultato portate avanti dal Governo colombiano, anche per dare risposte a quanto previsto dal Plan Colombia, unite all‟altissimo livello di corruzione e impunità, hanno favorito ed alimentato tale fenomeno che costituisce una gravissima violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Il Governo colombiano inoltre non è finora stato capace di garantire una tutela effettiva ed efficace dei diritti umani nel proprio territorio. Il lungo conflitto che per oltre sessant‟anni ha insanguinato la Colombia potrebbe trovare un epilogo positivo il 23 marzo 2016, se, come hanno concordato gli esponenti del Governo e delle FARC, verrà sottoscritto l‟accordo di pace cui si è pervenuti dopo lunghi tavoli di confronto a Cuba. In vista della firma ufficiale, il Presidente Santos ha ribadito l‟intenzione di voler sottoporre l‟accordo al voto popolare. 57 Uno degli aspetti più critici che potrebbe dar luogo a tensioni è la creazione di un tribunale ad hoc che sarà competente a giudicare sui reati politici e connessi che sono stati commessi da tutte le parti del conflitto per i quali sono previsti forti sconti di pena e in alcuni casi l‟amnistia. Tale previsione potrebbe prestare il fianco ad un‟eccessiva espansione dell‟amnistia in quanto i reati connessi alla politica potrebbero essere molteplici. Una legge specifica sul tema dovrà precisare quali tipi di reati rientrano nella misura. Appare utile fornire qualche esempio. Poiché è stato dichiarato che anche il narcotraffico potrebbe rientrare tra i reati connessi alla politica secondo la nuova giurisdizione colombiana in materia penale58, anche i narcotrafficanti potrebbero godere di amnistia e indulto. Il Presidente della Corte Suprema spiega, in un‟intervista rilasciata al giornale El Tiempo, che occorre distinguere i casi in cui il reato di traffico di droga fu fine a 57 “Santos defiende plebiscito para la paz”, 12 novembre 2015 http://www.elcolombiano.com/proceso-de-paz-santos-defiende-plebiscito-para-acuerdos-en-la-habanaBH3108641 58 Intervista su El Tiempo al Presidente della Corte Suprema José Leonidas Bustos, 7 febbraio 2015, http://www.eltiempo.com/politica/justicia/magistrados-de-la-corte-suprema-habla-de-la-construccionde-paz-en-colombia/15213742 22 se stesso e i casi in cui fu commesso al fine di ottenere una fonte di finanziamento delle proprie attività di ribellione. Gli esponenti delle FARC rivendicano la natura politica del movimento rivoluzionario nato con l‟intento di resistere al governo centrale; potrebbero quindi utilizzare questa normativa, avallata da questa interpretazione giurisprudenziale, per rivendicare qualsiasi illegalità commessa come reati connessi alla politica. L‟analisi pubblicata sul quotidiano on line El Espectador dà conto dell‟acceso dibattito in corso su questo tema in Colombia e mette a confronto vari punti di vista di esperti del settore, giuristi e magistrati.59 Anche l‟ex Presidente Pastrana ha manifestato pubblicamente le proprie perplessità per aver inserito il narcotraffico tra i reati connessi alla politica ed ha scritto una lettera aperta al Presidente Santos e al capo delle FARC Timochenko, nella quale ha affermato la necessità che la guerriglia denunci le rotte della droga, le coltivazioni, i conti correnti nonché i capi narcotrafficanti colombiani, messicani, venezuelani e tutti i loro complici anche di altre nazionalità, come dimostrazione di buona fede. 60 Certamente la firma del memorandum per il cessate il fuoco è un punto di svolta. Da quanto si è brevemente cercato di esporre nel presente lavoro, appare evidente che nonostante le numerose raccomandazioni da parte degli organi internazionali preposti e da parte delle associazioni di tutela dei diritti umani, nonostante i lunghi rapporti e le forti denunce da parte di commissioni, corti e organi delle Nazioni Unite che hanno più volte espresso forti preoccupazioni per quanto accadeva nel Paese, i risultati sperati stentano ad arrivare. Molto poco ancora si dice sulle responsabilità e sui mandanti delle esecuzioni extragiudiziali e ancor meno si conosce il fenomeno dei falsos positivos che per molto tempo il Governo ha rifiutato di ammettere. L‟auspicio è che gli organi preposti e la comunità internazionale riesca ad essere più efficace e agisca in modo più rapido nei contesti in cui vi è una massiccia e sistematica violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Fino a quel momento rimane fondamentale raccontare, poiché una storia non esiste se non viene raccontata. 59 60 La versione integrale dell‟articolo è disponibile in lingua spagnola sul sito di El Espectador “Expresidente Pastrana pide que Farc delaten a capos del narcotráfico”, 9 novembre 2015 http://www.elpais.com.co/elpais/colombia/proceso-paz/noticias/expresidente-andres-pastrana-pidefarc-delaten-capos-narcotrafico 23 Bibliografia Rapporto annuale dell‟Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Colombia, 23 gennaio 2015, (A/HRC/28/3/Add.3). Rapporto annuale dell‟Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Colombia, 24 gennaio 1990 (E/CN.4/1990/22/Add.1) Informativa del relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, arbitrarie e sommarie relativa alla missione in Colombia (8 a 18 giugno 2009), Documento ONU A/HRC/14/24/Add.2, del 31 marzo 2010, par. 10 Rapporto dell‟Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Colombia, 4 marzo 2010, (A/HRC/13/72) Quarto Rapporto della Commissione interamericana dei diritti umani “Verdad, justicia y reparación: cuarto informe sobre la situación de derechos humanos en Colombia, Doc. 49/13, pubblicato il 28 agosto 2014. Rapporto annuale per il 2014 della Commissione interamericana dei diritti umani “Seguimiento de recomendaciones formuladas por la cidh en sus informes de país o temáticos”, del 7 maggio 2015. 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Audizione di rappresentanti della rete italiana di solidarietà con le comunità di pace colombiana “Colombia Vive!”. Indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, del Comitato permanente dei diritti umani istituito presso la Commissione Affari esteri della Camera dei Deputati, Seduta del 18 maggio 2010. Audizione di Emmanuel Raison, coordinatore dell?ufficio internazionale per i diritti umani di Azione Colombia (OIDHACO). Indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, del Comitato permanente dei diritti umani istituito presso la Commissione Affari esteri della Camera dei Deputati, Seduta dell‟11 giugno 2015. Audizione di Jorge Molano, attivista per i diritti umani in Colombia. Rapporto della Federazione internazionale per i diritti umani, “Colombia. La guerra si misura in litri di sangue.” Maggio, 2009 D.G.PEÑA JARAMILLO, “La Relación del Estado Colombiano con el Fenómeno Paramilitar: por el Esclarecimiento Histórico”, 2005, vol.18, n.53, pp. 58-76 L. Goi, “Il prezzo della pace nella trattativa tra Colombia e FARC”, Limesonline S. MARCHISIO, Corso di diritto internazionale, TORINO, p. 238 ZANGHÌ C., La protezione internazionale dei diritti umani, TORINO, Terza edizione, pp. (52-59) BOWDEN, Mark. Killing Pablo, Penguin, 2001. p. 16 Jennifer D. P. Moroney, et. al.,DevelopinganAssessment Framework for U.S. Air Force Building Partnerships Programs, Santa Monica, Calif.: RAND Corporation, MG-868AF, 2010, p. 64 Rapporto dell‟ambasciatore Frechette, documento n. 200202961 Rapporto dell‟ambasciatore Kurtis Kamma, documento n. 184921622 M. EVANS, “Los “falsos positivos” son una práctica vieja en el Ejército”, articolo sulla rivista Semana M. ZANNOTTI, “Dodici anni di Plan Colombia”, pubblicato sulla rivista Geopolitica Sentenza della Corte interamericana dei diritti umani del 15 maggio 2011