Giorgio Bert
Transcript
Giorgio Bert
Giorgio Bert Come foto sbiadite 1999 C’è stato un tempo in cui alle Valli la vita quotidiana era modellata sulla parola di Dio. In questo luogo e in questo tempo – a cavallo tra Ottocento e Novecento – incontriamo le protagoniste del racconto: Sophie e Clotilde. Esse non cercano la realizzazione nel matrimonio, ma fanno una scelta diversa: per amore di indipendenza la prima, per realizzare una particolare vocazione di testimonianza la seconda. La loro ricerca di libertà le porta lontano dalle Valli, non verso l’Italia, paese a loro profondamente estraneo, ma verso l’Europa protestante e gli Stati Uniti. Partire significherà per loro anche mettersi alla prova, confrontare la fede con situazioni e problemi nuovi, come le lotte operaie in Francia o l’emergere del nazismo in Germania. Giorgio Bert (Torino, 1933) è medico e, ogni tanto, scrittore. Valdese (antenati in Val Chisone e Germanasca). Nella famiglia si trovano parecchi medici e pochi pastori, la qual cosa non ha impedito che la Bibbia fornisse, almeno fino a due generazioni fa, le basi e le linee guida dell’esistenza. Non frequenta la chiesa, il che è certo criticabile, ma si considera valdese lo stesso: neanche volendo (e lui non vuole) si può smettere di esserlo. Ama la Francia e la cultura francese, il cinema in bianco e nero, il vino, il Don Giovanni, lo studio della comunicazione, la cucina inventiva, il silenzio, la Bretagna, i libri. Sospetta delle certezze e di quelli che le ostentano. Su Dio e sulla religione resta perplesso; dalle chiese, come da ogni altra organizzazione strutturata, tende a difendersi: troppe leggi, troppe regole, che è così bello violare. Come molti anziani ama muoversi sul filo del ricordo) che ha ben poco a che fare con la verità): il passato, almeno nella narrazione, ha l’inestimabile vantaggio di non essere presente.