Disagio mentale giovanile, la risposta c`è La Nazione
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Disagio mentale giovanile, la risposta c`è La Nazione
30/04/2013 - PAG. 18 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| Disagio mentale giovanile, la risposta c'è TERNI — SEICENTO partecipanti e un Palazzo Gazzoli gremito hanno fatto da contorno al convegno internazionale «La fatica di crescere», sulla salute mentale in adolescenza. In platea tanti i professionisti italiani e stranieri, ma anche molte famiglie interessate a un argomento, quello del disagio giovanile, tanto delicato quanto di stringente attualità. Il convegno si è svolto alla presenza del sindaco, Di Girolamo, del vescovo Vecchi, del presidente della Provincia, Polli, del direttore dell’Asl, Fratini. «Crediamo sia stato un momento di confronto necessario, per Terni e più in generale per l’intero settore — afferma Sandro Corsi, presidente della cooperativa sociale Actl che ha organizzato il convegno — Uno spazio pensato e voluto anche per le famiglie e i genitori, presenti in gran numero. Il nostro proposito è stato offrire un contributo, scientifico e intellettuale, per l’erogazione di servizi sempre migliori e aderenti ai bisogni degli adolescenti». «UNA GIORNATA ricca di riflessioni — commenta Giovanni Mazzotta, direttore di Neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva dell’Asl 2 — che ha saputo coniugare l’aspetto teorico con quello pratico». Tra le esperienze dirette, oltre a quella inglese di John Diamond, forte interesse ha suscitato la ricerca sulla comunità per minori di Terni, l’Orsa Maggiore. «La comunità — spiega Wilma Brogi, dell’Unità Operativa Psicologia dell’Adolescenza di Terni e responsabile della Comunità — può ospitare un massimo di 5-6 ragazzi e ragazze tra 10 e 18 anni per i quali viene proposto un progetto terapeutico individuale». «Dal 1997 ad oggi — parlano dati alla mano Marta Leonori e Valentina Cervelli, le due psicologhe che hanno curato la ricerca con l’Actl — sono purtroppo aumentate sensibilmente le sindromi psichiatriche diagnosticate in entrata, rispetto alle quali, comunque, la comunità si è dimostrata capace di recuperare un buon funzionamento psicosociale: il 75% degli ospiti è poi riuscito a portare a termine gli studi e raggiungere buone autonomie. Altro dato che avvalora il lavoro svolto è la progressiva diminuzione della durata media della permanenza in comunità e del trattamento terapeutico-educativo, dopo il quale ben il 60% dei casi non ha poi necessitato di alcun altro trattamento». La parola d’ordine è prevenzione. Secondo il noto psichiatra Andreoli (nella fotina) «è essenziale saper leggere i segni che possono manifestarsi nei ragazzi, prima che questi divengano sintomi». Il convegno è stato tributato a Lorella Rossi, «una cara amica e pedagogista — sottolineano le dirigenti Actl — che ha sempre seguito tali tematiche con passione». PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1