Le porte lignee di Aversa
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Le porte lignee di Aversa
Le porte lignee di Aversa Tra le numerose opere d’arte che vanta il ricco patrimonio artistico aversano, vanno annoverati alcuni battenti di porte che per il loro intrinseco valore storico e artistico andrebbero tenuti, da parte degli organi istituzionali preposti alla loro salvaguardia, in ben altre condizioni di conservazione che non quelle attuali. L’azione di salvaguardia andrebbe indirizzata non solo nei confronti delle insidie atmosferiche ma molto più incisivamente, soprattutto nei confronti dell’uomo; talvolta guasti maggiori per siffatti manufatti vengono - manco a dirlo - da inopportuni e improvvisati restauri affidati, per di più, a mani inesperte. L’uso di chiudere gli edifici importanti con ricchi battenti è molto antico benché qui ad Aversa, andati distrutti in epoche imprecisabili gli originari battenti della Cattedrale, di San Lorenzo, di Santa Maria a Piazza e delle altre chiese di fondazione trecentesca e quattrocentesca, siano sopravvissute solo porte posteriori al secolo XV. I portali della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, dell’Annunziata, di San Francesco - i più pregevoli dal punto di vista artistico - si riferiscono, infatti, tutti ai secoli XVI e XVII. Il primo e più antico dei battenti superstiti è quello che, realizzato da un’ancora ignoto ebanista di scuola napoletana nella seconda metà del XVI secolo, sbarra l’uscio della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo (la Parrocchiella). Realizzato in legno intagliato, risulta costituito da due battenti ognuno dei quali Aversa, Chiesa di S. Francesco, Ignoti ebanisti suddiviso, al di sotto del campani del XVII secolo, Portone sopraluce in due ante, le quali, a loro volta, sono scompartite in riquadri ornati con gigli stilizzati entro una cornice mistilinea. Nei due riquadri del sopraluce poi, entro cornici a motivi floreali, sono raffigurati, in bella evidenza, gli apostoli Filippo e Giacomo con i rispettivi attributi iconografi. Non meno prezioso, per finezza formale e ricercatezza d’intaglio, si configura il portone d’ingresso della chiesa conventuale di San Francesco, risalente, però, alla prima metà del secolo successivo, che si presenta costituito da due battenti suddivisi a riquadri da cornici ornate con motivi a ovuli e stragali. Superiormente si osservano le figure di san Francesco e santa Chiara entro cornici con motivi a girali e rosoni, motivi che ritornano anche all’intermo dei riquadri. Il portone, alla pari di analoghi manufatti osservabili nei conventi francescani dei dintorni, è opera di ebanisti locali che risentono marcatamente degli influssi stilistici provenienti da Napoli. Della fine del secolo XVII è invece il massiccio portone che inquadrato da una cornice marmorea sagomata, adorna la facciata interna della chiesa dell’Annunziata. Si tratta di una porta di legno rivestita da una lamina di ferro battuto ripartita in ben ventotto riquadri suddivisi tra loro da borchie di forma piramidale che ornano anche la superficie interna con motivi a rombo e a triangoli. L’elemento artistico di maggior spicco della porta - databile al 1698 sulla scorta della lapide sovrastante il portale - è rappresentato, tuttavia, dai battaglini, che, in numero di due, si distribuiscono ognuno sulla propria anta. Realizzati interamente in bronzo, hanno la forma di protome umana e sono sorretti da borchie, anch’esse in bronzo, a forma di testa leonina. Franco Pezzella