Synthèse des thèmes (manque le thème 3)
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Synthèse des thèmes (manque le thème 3)
– 3èmes Assises européennes du plurilinguisme – Rome 10-11-12 octobre 2012 _______ – III Assise europee del plurilinguismo – Roma 10, 11 e 12 ottobre 2012 Conclusioni delle III Assise europee del plurilinguismo Le III Assise europee del plurilinguismo si sono tenute a Roma presso l'Università La Sapienza dal 10 al 12 ottobre 2012, organizzate congiuntamente dall’Osservatorio europeo del plurilinguismo e dall'associazione Eurolinguistica-Sud, sul tema generale « Lingue senza frontiere, il plurilinguismo » e sotto la presidenza d'onore del prof. Tullio de Mauro. Esse hanno dimostrato che il plurilinguismo, attraverso le sue dimensioni inter e transculturali, è garante della diversità linguistica, della creatività in tutte le sue forme e della pace. Le Assise giungono a conclusioni generali e a conclusioni particolari che coprono i campi dell’istruzione, dell'economia, della politica nelle sue dimensioni nazionali e internazionali e della cultura. Conclusioni generali E’ opportuno cominciare da una constatazione : sebbene l'ideologia monolingue appaia come una semplificazione inaccettabile sotto qualsiasi punto di vista, essa resta ancor oggi l'orizzonte culturale e politico della maggior parte dei paesi europei, che esso si esprima attraverso dinamiche che possono sfociare in ripiegamenti identitari o attraverso l'egemonia linguistica di una lingua, l'inglese. Gli argomenti avanzati oggi a favore del plurilinguismo e della difesa della diversità culturale da economisti, giuristi, linguisti, psicologi, etc. , non toccano che un’elite. Le nostre società restano sotto l’influenza di una rappresentazione monolingue tenace, legata storicamente alla costituzione degli stati-nazioni – che smentiscono gli esempi dell’Antichità e di numerosi paesi del mondo-- e che rafforza la crisi economica che ha instaurato una logica contabile che porta fino alla riduzione/sparizione degli insegnamenti linguistici. All’ora della mondializzazione e dell’emergenza di un mondo multipolare, in particolare a causa della crescita in potenza di paesi quali il Brasile, la Cina e l’India, la soluzione di una lingua franca unica fa sempre più apparire al tempo stesso i suoi limiti e l’importanza capitale del plurilinguismo nel mondo di oggi. E’ necessario agire in più direzioni Nel campo delle istituzioni : far evolvere le rappresentazioni sensibilizzando l’opinione pubblica, gli educatori, i media, senza aspettare gli organi decisionali. Nella società civile, vi sono dei piccoli vivai dai quali scaturiscono (dal basso) progetti stimolanti Nel campo dell'istruzione e della ricerca Mantenere e sviluppare i laboratori di ricerca e d’azione pluridisciplinare in interazione con il territorio e diffondere i risultati in modo capillare; 1 Militare per una linguistica d’intervento che abbia un impatto sulla qualità di vita e sullo sviluppo socio-economico ; Aprire le griglie delle discipline e rivolgersi agli insegnamenti di lingua e di didattica delle lingue perchè propongano un maggior numero di vie alternative efficaci per la formazion e per la ricerca ; Promuovere un’ istruzione plurilingue e interculturale a tutti i livelli dei sistemi d'insegnamento, dalla scuola materna all'insegnamento superiore; Invitare i governi a diversificare l'offerta d'insegnamento linguistico sin dalla scuola elementare e fare in modo che questa diversità di scelta sia utilizzata; Invitare i governi ad onorare l’impegno assunto al Consiglio europeo di Barcellona nel 2002 di due lingue straniere obbligatorie alla fine del ciclo di scuole superiori second degré ; Invitare la Commissione europea a proporre misure che permettano di tornare alle pubblicazioni scientifiche in altre lingue che l’inglese; Invitare le università a mettere in opera vere politiche linguistiche, che non dovrebbero limitarsi a consolidare il livello d’inglese degli studenti, ma essere anche il proseguimento dell’apprendimento della lingua viva 2 o meglio quello di una lingua viva3 non appresa al liceo. Nel campo dell'economia La diversità linguistica e le competenze in lingua sono e devono essere considerate come una risoursa per l'impiego e la competitività e il trattamento delle lingue come una dimensione imprescindibile della direzione delle imprese internazionali ; Il principio del diritto a lavorare nella lingua del paese che accoglie deve applicarsi a titolo generale e i bisogni linguistici essere adattati alle necessità strategiche delle imprese. Devono essere intraprese azioni in ogni paese per diffondere i risultati della ricerca e le buone pratiche nel tessuto delle imprese tramite le riviste professionali, di formazione iniziale e di formazione continua. In campo politico I paesi europei debbono rilevare la sfida delle migrazioni che esse siano interne all'Europa o esterne e controllare i processi d’integrazione nel rispetto delle identità plurali come valori per le persone migranti e per le società che le accolgono. L'Unione europea deve riaffermare il suo plurilinguismo come fondamento della cittadinanza europea, e trarne le conseguenze; L'OEP lancia un appello per una Iniziativa di cittadinanza nel senso de Trattato di Lisbona al fine di rafforzare i fondamenti giuridici del plurilinguismo nel funzionamento delle istituzioni. In campo culturale Non si puo’ imparare tutte le lingue. E’ la ragione per cui la traduzione ha un ruolo cosi’ fondamentale nei trasferimenti sia culturali che scientifici. Il fenomeno non è nuovo: non è esagerato affermare che la civilizzazione occidentale è nata dalla traduzione. A questo 2 riguardo, la scienza detta « occidentale » non sarebbe cio’ che essa è senza l’apporto dell’India della Cina, del mondo arabo. All’ora in cui si parla di disoccidentalizzazione del mondo, la traduzione occupa dunque, più che mai, una posizione centrale. Le lingue, lungi dall’essere delle copie conformi le une delle altre, sono altrettante sorgenti d’immaginazione creatrice. E’ vero nel campo delle arti e delle lettere, ma egualmente in quello delle scienze, siano esse umane o cosiddette « dure ». Lungi dall’essere semplici strumenti del pensiero, esse lo forgiano. Senza ricorso al plurilinguism e alla traduzione nel maggior numero di lingue possibile, non vi è vera circolazione dei saperi, delle idee e dell’immaginario nè, di conseguenza, comprensione del mondo contemporaneo in tutta la ricchezza della sua diversità. Nel campo della creazione cinematografica e audiovisiva, le politiche neoliberali condotte da numerosi governi dagli anni ottanta hanno avuto come solo risultato l’impoverimento della creazione. E’ opportuno promuovere delle politiche nazionali coordinate con le politiche europee che conducano alla rinascita della produzione audiovisiva e della cinematografia europea. Conclusioni del Tema 1 (istruzione) L’imperativo plurilingue nell’istruzione, dalla più tenera età all’insegnamento superiore Jean-Claude Beacco Il tema 1 « L’imperativo plurilingue nell’istruzione : dalla più tenera étà all’insegnamento superiore » ha fornito materia a sette tavole-rotonde, ovvero una quarantina d’interventi. Cio’ conferma che l’istruzione plurilingue è ben radicata nelle riflessioni e nelle pratiche didattiche. Si tratta del resto di un progetto nato in didattica delle lingue che cerca di diffondersi altrove nella società civile. Il termine plurilinguismo ha, come era da aspettarsi, dato luogo a diverse interpretazioni e commenti. Un primo asse di riflessione riguarda la diversità delle lingue proposte dai sistemi educativi, che puo’ essere accresciuta da sviluppi curriculari quali quelli proposti nel Cadre européen commun de référence… (chap. 8) o nella Guide pour l’élaboration des politiques linguistiques éducatives en Europe ( partie III) e che appartengono all’ingegneria delle formazioni in lingue. Si sono notate delle forme di miglioramento dell’offerta in lingue dei sistemi educativi, ma si è anche notato che questa offerta più larga non comporta una diversificazione della domanda sociale. Questa rimane polarizzata sull’inglese e ignora i dati oggettivi che dimostrano che English only (o quasi) non basta. Del resto lo sviluppo delle formazioni universitarie impartite interamente in inglese tende a svilupparsi, ponendo problemi pratici e d’equità sociale, la cui gravità è volentieri sottovalutata dai suoi promotori. La tematica più rappresentata ha riguardato la competenza plurilingue come capacità di tutti di apprendere lingue nel corso di tutta la vita e non solo a partire dalla tenera età. La valorizzazione e lo sviluppo dei repertori di lingue individuali (in cui le lingue non sono in concorrenza ma congegnate in configurazioni complesse) puo’effettuarsi grazie a strumenti e procedure ormai ben stabilite e che sono state praticamente tutte presentate durante gli interventi: didattica delle lingue (o pedagogia) integrata EMILE CLIL o AILC, istruzione bilingue, intercomprensione tra lingue vicine/ aparentate, risveglio alle lingue, language awareness o EOLE, approcci interculturali … Queste strategie utilizzate in modo settoriale con successo non sono ancora articolate tra di loro in modo da concorrere all’elaborazione di programmi d’insegnamento plurilingues, nel senso inteso dal Guide pour le développement et 3 la mise en œuvre de curriculums pour une éducation plurilingue et interculturelle http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/Source/Source2010_ForumGeneva/GuideEPI2010_FR.do c. Gli scambi hanno dimostrato che le prossime esperienze sono già in atto :fondarsi sulle pratiche « comparatiste » spontanee degli insegnanti, cercare di fare degli insegnanti d’inglese dei porta-parola dell’istruzione plurilingue, favorizzare il ravvicinamento tra insegnamenti linguistici a partire da ravvicinamenti tra l’insegnamento della lingua di scolarizzazione principale e i suoi impieghi specifici nelle discipline (storia, matematica, istruzione artistica), affrontare il curriculum come il Plan d’études romand (http://www.plandetudes.ch/web/guest/l/cg/) che instaura un campo Lingue unificato (lingua di scolarizzazione, lingue seconde, lingue straniere…) In questi tempi di acuirsi delle intolleranze e dei rischi per la coesione sociale, gli intervenenti hanno anche sottolineato che gli insegnamenti di lingue devono implicarsi nell’educazione alla tolleranza interculturale e alla benevolenza linguistica, nello sviluppo dell’interesse per l’altro e contribuire allo sviluppo della persona (Bildung), ruolo assunto dalle lingue classiche nell’umanismo europeo del periodo classico. Le proposte delle Assise sono le seguenti : mantenere e sviluppare le esperienza di ricerca e di azione pluridisciplinare in interazione con il territorio e diffondere i risultati in modo capillare; militare per una linguistica d’intervento che abbia un impatto sulla qualità di vita e sullo sviluppo socio-economico ; liberare le discipline e rivolgersi agli insegnamenti di lingue e di didattica delle lingue affinchè propongano un maggior numero di vie alternative efficaci per la formazione e per la ricerca ; promuovere un’istruzione plurilingue e interculturale a tutti i livelli dei sistemi d'insegnamento, dalla scuola materna all’insegnamento superiore; diversificare l'offerta d'insegnamento linguistico sin dalla scuola elementare e fare in modo che questa diversità di scelta sia utilizzata; perseguire l'obbiettivo del Consiglio europeo di Barcellona del 2002 di due lingue straniere obbligatorie alla fine del liceo; che l’Europa prenda delle misure che permettano un ritorno alle pubblicazioni scientifiche in altre lingue che l’inglese; che le università mettano in opera delle vere politiche linguistiche, che non dovrebbero limitarsi a consolidare il livello d’inglese degli studenti, ma essere anche la continuazione dell’apprendimento della LV2 o meglio di una LV3 non imparata al liceo. Conclusioni del Tema 2 (Economia) il plurilinguismo fattore dello sviluppo economico e della coesione sociale Questo tema va dritto al cuore del dibattito contemporaneo attorno alle lingue.Si sviluppa secondo tre assi corrispondenti ad altrettante tavole rotonde: le lingue nella vera vita delle imprese; il trattamento delle lingue come dimensione della direzione; e gli aspetti socioeconomici dell’ambiente di lavoro interculturalel. 4 L’adozione di una lingua internazionale unica è sovente presentata in modo ironico come una scorciatoia tra le culture e un guadagno di tempo, e dunque di denaro. Di fronte a questo fascino cieco, le imprese e le instituzioni fanno sovente prova di grande realismo, come monstrano chiaramente le testimonianze delle grandi imprese quali l’Oreal e ATR, che hanno instaurato, non senza fatica ben sovente, fruttuose politiche plurilingui che hanno loro permesso di capitalizzare sulle numerose competenze dei loro collaboratori. Puntare sul plurilinguismo e l’accettazione della diversità culturale sembra dunque redditizio. Ricercatori di discipline quali le scienze economiche e sociali, le scienze del linguaggio o l’antropologia hanno trovato un punto d’accordo per le loro prospettive di accostamento delle lingue nell’ambiente professionnale. Certuni hanno studiato da vicino l’ « economia delle lingue », ed hanno in particolare dimostrato, cifre alla mano, i vantaggi del plurilinguismo tanto per le imprese che per i lavoratori. Nei periodi di crisi,che provocano spesso delle riorganizzazioni interne nelle imprese, sembra che il plurilinguismo permetta alle imprese di conservare i loro collaboratori su altri posti di lavoro invece di doversene liberare, cio’ che constituisce certamente, per i collaboratori dell’impresa, una buona assicurazione contro la disoccupazione. Il trattamento delle lingue è diventato una dimensione del management, hanno affermato alcuni ricercatori, che hanno in particolare utilizzato i termini di « management etnico » e di « management della diversità ». I gruppi di lavoro sono sempre più multiculturali e multilingui, e questo fatto è diventato una dimensione imprescindibile dell’impresa, cio’ che crea una sfida cruciale ai responsabili delle risorse umane. Iniziative provenienti dalle università, grandes écoles e altre instituzioni di formazione, provano che il mondo educativo è cosciente delle sfide che il plurilinguismo lancia ai formatori. La questione dei bisogni linguistici specializzati, in particolare in materia di traduzione e di terminologia, è stata egualmente abbordata. Nel campo della formazione linguistica professionale, uno degli intervenenti sollecita l’abbandono di una visione riduttrice e simplicistica di una lingua unica come strumento della comunicazione per ripensare l’offerta linguistica delle scuole di commercio e di direzione facendo leva sull’internazionalizzazione dei campus, l’apertura, l’indispensabile evoluzione della pedagogia linguistica, cosi’ come sulla partecipazione attiva di insegnanti-ricercatori-linguisti. Una delle tavole rotonde ha dato la parola ai linguisti di differenti paesi (Canada, Romania, Germania, Italia) impegnati nella pluridisciplinarietà e nel plurilinguismo. Se certuni denunciano le derive dell’ideologia economica sulle lingue, per altri, la realizzazione degli obbiettivi economici e finanziari delle imprese è grandemente facilitata dall’ equa gestione delle risorse umane multilingui. E’ cio’che dimostra un’inchiesta condotta negli ambienti professionali multiculturali in Francia, in Canada, in Israele e in India, dalla quale risulta che se il plurilinguismo è considerato come il risultato di uno sforzo di apprendimento considerevole in Occidente, esso è del tutto banale in India. L’eterogeneità dei gruppi multiculturali è analizzata come una fonte di creatività e di soluzioni innovatrici (« la diversità feconda »). I progetti nazionali e europei aventi per obbiettivo i diversi aspetti socioeconomici, educativi, politici e simbolici del plurilinguismo societale e professionale si sono moltiplicati nel corso di questi ultimi anni, mobilizzando un numero considerevole di riercatori di tutti i paesi d’Europa e d’altrove. Progetti quali Language Rich Europe per le imprese, CELAN per il rapporto tra le competenze linguistiche e la competitività, o DYLAN (dinamica delle lingue e gestione della diversità nell’impresa), non potevano essere ignorati nel contesto delle Assise, poichè hanno dato luogo a molteplici esplorazioni che hanno prodotto una grande quantità di dati empirici stimolanti. Questi progetti ci propongono di posare uno sguardo nuovo su noi stessi e sulle lingue e le culture altrui. Le Assise insistono sulle racommandazioni seguenti : 5 la diversità linguistica e le competenze in lingue sono e devono essere considerate come una risorsa per la competitività e l'impiego e il trattamento delle lingue come dimensione imprescindibile del management delle imprese internazionali ; il principo del diritto di lavorare nella lingua del paese che accoglie deve applicarsi a titolo generale e i bisogni linguistici adattati alle necessità strategiche delle imprese. Azioni devono essere intraprese in ogni paese in modo da assicurare nel tessuto economico le conoscenze e le buone pratiche in materia di trattamento delle lingue attraverso le riviste professionali, la formazione iniziale e la formazione continua. Conclusioni del Tema 3 (politico) Dall'imperialismo all'alterità nelle relazioni internazionali Paul Ghils Le società europee sono confrontate a due fenomeni che chiamano in causa le basi della cittadinanza, nozione percepita in modo variabile a seconda delle società, ma che tuttavia rappresenta la base della democrazia. Più recentemente, un terzo fenomeno pone una questione inedita quanto alla gestione del plurilinguismo e di conseguenza quanto alla pratica della democrazia. Da un lato, l'intensificazione dei movimenti migratori pone allo stesso tempo la questione del l'integrazione, anche temporanea, nei paesi che accolgono e il riconoscimento delle identità plurali come valore per le persone migranti e per le società che le accolgono. E’ una sfida importante che le società europee devono cogliere, ma che non puo’ essere colta che se esse sanno avvalersi delle risorse della storia e di molteplici esempi storici. Le risposte fornite a questa domanda sono varie e segnano sovente un’ esitazione quanto alla natura delle diversità compatibili con la democrazia e ai modelli d’interculturalità propri all’UE. L’esempio degli antichi imperi, o degli Stati che ne sono oggi gli eredi, è pertinente a questo riguardo in quanto questi ultimi realizzano forme di plurilinguismo effettive senza che alcuna politica linguistica sia stata ufficialmente applicata. Il paragone con la situazione dell’Africa, parimenti, dimostra che al di là dell’arbitrario delle frontiere degli stati, il plurilinguismo si adatta volontieri a forme di plurilinguismo pragmatico che tengono conto l’evoluzione costante delle società. D’altro canto, l'integrazione europea restringe le sovranità nazionali che rimangono l’ambito privilegiato d'espressione della cittadinanza, ma le completa con una dimensione nuova e originale della cittadinanza che è la cittadinanza europea nata con il trattato di Maastricht nel 1992. L'Unione europea ha come principio fondatore il plurilinguismo, espresso nel Regolamento N°1 del 1958, che ammette degli adattamenti nel funzionamento delle istituzioni. Ma gli adattamenti non possono giustificare pratiche che ne sono talvolta la negazione pura e semplice. Malgrado numerosi richiami solenni attraverso documenti politici quali « Il nuovo quadro strategico per il multilinguismo » del 2005 o « Il multilinguismo : un atout per l'Europa e un impegno comune » del 2007, i principi sono lungi dalla realtà. Se il funzionamento del Parlamento europeo è esemplare a questo riguardo, non si puo’ ammettere che 9 direzioni generali su 33 della Commissione europea abbiano il loro sito Internet presentato in una sola lingua, allorchè altre hanno adottato le 23 lingue ufficiali. Questa situazione impone la messa in opera di un’iniziativa civile europea, resa possibile dal 1° aprile 2012 dal trattato di Lisbona del 2007 che, oltre al riconoscimento della personalità giuridica 6 all’Unione, prevede questo esercizio particolare della democrazia partecipativa, permettendo a un milione di cittadini dell'UE d’invitare la Commissione a presentare una proposta legislativa di sua competenza. Infine, l’evoluzione più recente dei regimi politici degli Stati europei pone una questione inedita alla quale le istituzioni dell’UE non danno oggi risposta giuridica. Diverse regioni europee rivendicano in effetti la loro indipendenza o sono sul punto di farlo. Benchè queste rivendicazioni non siano ancora tradotte in procedure effettive, esse implicano in certi casi il paradosso dell’estensione del multilinguismo e della riduzione del plurilinguismo e più generalmente la relazione contradditoria che rivela l’uso delle lingue tra l’identitario, l’internazionale e il transnazionale. Se l’ultimo caso darà luogo a diversi referendum organizzati dalle istanze politiche regionali, i primi due potrebbero essere oggetto di un’ iniziativa civile europea, che deve essere intrapresa al fine di operare una mutazione simbolica verso il plurilinguismo per togliere le istituzioni europee da un’ambiguïtà fondamentale che altera la loro immagine ed è un ostacolo all'emergenza di una cittadinanza autentica che si aggiunge senza sostituirvisi alle cittadinanze nazionali. Conclusioni del Tema 4 (cultura) Cultura, diversità culturale e circolazione dei saperi, delle idee e degli immaginari Michael Oustinoff Roman Jakobson, in un celebre articolo , distingue tre tipi di traduzione : la prima consiste nel tradurre in seno alla propria lingua. E’ un’ operazione fondamentale del linguaggio, senza la quale non vi è comunicazione possibile. La seconda è la traduzione propriamente detta, da lingua a lingua. La terza consiste nel passare da un sistema di segni all’altro. Oggi, in particolare a causa dello sviluppo spettacolare delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (NTIC), viviamo in un mondo in cui la parte della traduzione intesa in questo senso largo, non è indubbiamente mai stata cosi’ grande : la nostra epoca è da situarsi sotto il segno della « traduzione totale », per riprendere il titolo di un libro di Peeter Torop. La dimostrazione tramite Internet è, a questo riguardo, lampante : negli anni 1980, l’accesso agli originali in lingua straniera era spesso costoso e limitato. Con l’avvento di Internet, l’inglese dominava con una parte di 80% dell’insieme. Nello spazio di una decina d’anni solamente, la sua parte è scesa al di sotto della soglia del 30%. Internet è diventato massivamente multilingue, tendenza che non potrà che crescere, con la crescita potenziale delle lingue dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina) ma anche dello spagnolo o dell’arabo, nonchè delle lingue più varie In questa “ribabelizzazione” accellerata del mondo, il tutto in inglese è, evidentemente , una impasse. E’ cio’di cui il mondo anglofono, la serissima British Academy in testa, sta rendendosi conto, tanto che si mette a promouvere e il plurilinguismo — che si accingono a demoltiplicare la leva dell’intercomprensione e della comprensione detta « passiva » — e la traduzione, che sono ormai due chiavi imprescindibili del mondo contemporaneo. L’ignoranza delle culture e delle lingue straniere è un handicap maggiore che si condanna ad essere sotto informati in tutti i campi. Non si tratta di di una questione puramente quantitativa. Le lingue non sono dei semplici strumenti intercambiabili, come si tende a credere troppo sovente : ognuna veicola al contrario una visione del mondo che le è propria, cosicchè la lingua informa i sensi quanto il pensiero. In cio’ essa è consubstanziale dell’immaginazione creatrice, che sia nelle arti, nelle letters o nelle scienze, che esse siano umane o dette « dure ». 7 Una tale concezione non è nuova : essa risale a Wilhelm von Humboldt e si è stata sviluppata altrove che in Germania, in particolare negli Stati Uniti, in Russia (i formalisti russi stessi ne derivano) vedasi nell’insieme del mondo occidentale. E’ solamente a partire dagli anni 1970 che queste idee innovati cadono in un oblio relativo, a profitto di una visione universalizzante che va di pari passo con l’estensione fulgorante dell’inglese in scala planetaria. Spinto all’estremo, il modello del tutto in inglese è la negazione al tempo stesso dell’interesse della diversità linguistica e della traduzione : considerata unicamente come un costo e non come arricchimento essenziale, questa diventerebbe superflua se l’umanità intera fosse finalmente in grado di comunicae in una sola lingua, il Globish. Non è dunque sorprendente che una visione neo-humboldtiana delle lingue e delle culture sia, più che mai, all’ordine del giorno. 8 Le III Assises si sono svolte grazie alla partecipazione e al contributo delle seguenti persone : Presidenti di tema : Jean-Claude Beacco, professeur à l'Université Sorbonne Nouvelle, expert auprès du Conseil de l'Europe et de la Commission européenne Enrica Galazzi, professore di Linguistica francese, Facoltà di Scienze linguistiche e di letterature straniere dell'Università Cattolica di Milano, Centro di documentazione e di Ricerca per la didattica della lingua francese (Do.Ri.F.), Italie Paul Ghils, professeur à la Haute Ecole de Bruxelles Michaël Oustinoff, Maître de conférence à l'Université Sorbonne Nouvelle Modérateurs des tables-rondes : Giovanni Agresti, Chercheur-enseignant de linguistique française, Université de Teramo, Département de Théories et Politiques du Développement Social, Italie François-Xavier d'Aligny, Président de la Fondation pour le Développement de l’Enseignement International et Vice-Président fondateur, Observatoire Européen du Plurilinguisme Elisabetta Bonvino, professore associato presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi Roma Tre Fulvio Caccia, écrivain, poète, nouvelliste et essayiste Giuseppe Castorina, professore alla Sapienza, Presidente della Associazione Eurolinguistica-Sud Christos Clairis, professeur Emérite à l'Université Paris Descartes, membre du Conseil d'administration de l'OEP Sandrine Détienne, Traductrice et chargée de cours à l'ESIT (Ecole Supérieur d'Interprétes et de Traducteurs) Pierre Frath, professeur, Université de Reims-Champagne Ardenne, Directeur du Centre interdisciplinaire de recherche sur les langues et la pensée (IRLEP), Association des professeurs de langue vivante (APLV) Enrica Galazzi, professore di Linguistica francese, Facoltà di Scienze linguistiche e di letterature straniere dell'Università Cattolica di Milano, Centro di documentazione e di Ricerca per la didattica della lingua francese (Do.Ri.F.), Italie Claire Goyer, présidente de DLF-Bruxelles-Europe Astrid Guillaume, maître de conférence à l'Université Paris-Sorbonne, Vice-présidente fondatrice de l’OEP, en charge du Pôle recherche Alfons Knauth, Chair of the ICLA Research Committee "Mapping Multilingualism in World Literature", Ruhr-Universität Bochum, Deutschland Philippe Lecomte, Professeur-chercheur, Toulouse Business School, Président du Groupe d'Etudes Management & Langage (GEM&L), France Roberto Provenzano, docente Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM Intervenenti : Giovanni Agresti, Chercheur-enseignant de linguistique française, Université de Teramo, Département de Théories et Politiques du Développement Social, Italie François-Xavier d'Aligny, Président de la Fondation pour le Développement de l’Enseignement International et Vice-Président fondateur, Observatoire Européen du Plurilinguisme Colbert Akieudji, assistant, Université de Dschang, Faculté des Lettres et Sciences Humaines, Cameroun 9 Maria Helena Araujo e Sa, professeur, Silvia Melo-Pfeifer, chercheur, Centro de Investigação Didáctica e Tecnologia na Formação de Formadores, Universidade de Aveiro, Portugal Abdenour Arezki, Professeur en sciences du langage, Université de Béjaia, Algérie Davide Astori, ricercatore confermato L-LIN/01, Università degli Studi di Parma - Dipartimento di Filologia Classica e Medievale, Italia Isabelle Audras, Enseignant-chercheur, Université du Maine Monica Barni, Prof.ssa Direttrice Centro CILS, Università per Stranieri di Siena Hervé Baudry, directeur éditorial, La Ligne d'ombre. ...éditions de la Société des ais de Gérald Hervé Myriam de Beaulieu, interprète de conférence, Université d'Orléans Olena Bien, Doktorandin, Graduiertenkolleg "Unterrichtsprozesse", Universität Landau, Deutschland Fulvio Caccia, écrivain, poète, nouvelliste et essayiste Marie-Hélène Caillol, présidente du Laboratoire européen d'anticipation politique (LEAP/Europe 2020) Michel Candelier, Professeur émérite, Université du Maine Giuseppe Castorina, professore alla Sapienza, Presidente della AES Asma Chamly-Halwani, Professeur de langue et de littérature françaises, Université Libanaise., Beyrouth, Liban Corina Cilianu-Lascu, Professeur d'université, Académie d'Etudes Economiques de Bucarest, Roumanie Manuela Cipri, professore aggregato, La Sapienza, Italie Laura Coroama, enseignant-chercheur, Université Chrétienne "D.Cantemir", Timisoara (Roumanie) / Doctorant Université du Maine (France) , Roumanie Natalia Dankova, Professeur-chercheur, Université du Québec en Outaouais, Département d'études langagières, Canada Marie-Christine Deyrich, Professeur des universités, Kari Stunell, Maitre de conférences, Université Montesquieu Bordeaux IV - IUFM, France Sonia Di Vito, docente a contratto, Università degli studi di Cassino, Italie Ketevan Djachy, professeur, Université Ilia de Tbilissi, Faculté de l'art et des sciences, Département de romanistique, Géorgie Latifa El Hadrati, enseignante-chercheuse, Université Hassan II/Mohammedia, Faculté des lettres et sciences humaines, Casablanca, Maroc Neriman Eratalay, professeur émérite, Université de Hacettepe /Ankara, Turquie Mario Formica, Vice President Marketing & Airline Studies, ATR Pierre Frath, professeur, Université de Reims-Champagne Ardenne, Directeur du Centre interdisciplinaire de recherche sur les langues et la pensée (IRLEP), Association des professeurs de langue vivante (APLV) Observatoire européen du plurilinguisme (OEP), France Kurt Gawlitta, Jurist und Pädagoge, Verein Deutsche Sprache, Deutschland Dr. Michele Gazzola, Facoltà di Economia dell'Università Humboldt di Berlino Claire Goyer, présidente de DLF-Bruxelles-Europe Christel Henry, enseignante de français langue étrangère, Scuola per l'Europa di Parma (Italie), CEIS XX (Centro de Estudos Interdisciplinares do Século XX), Italie Jane Kassis Henderson, ESCP Europe, France 1 Niculina Ivanciu, Professeur des universités, Académie d'Etudes Economiques de Bucarest, Roumanie Ida Iwaszko, doctorante, Université Toulouse - Le Mirail, PLH-CRATA/ATER à l'Université de Montpellier 2, LIRDEF-ALFA, France Emilie Kasazian, Doctorante en didactique des langues, vacataire enseignante, auteure/ conceptrice manuels pédagogiques, Université Paris 3 Sorbonne-Nouvelle, laboratoire DILTEC, France Nawel Kherra , maître-assistante à l'Université Ferhat Abbes, Sétif, Algérie Julien Kilanga Musinde, écrivain, professeur d'université, Université d'Angers, France Alfons Knauth, Chair of the ICLA Research Committee "Mapping Multilingualism in World Literature", Ruhr-Universität Bochum, Deutschland Virginie Kremp Picardat, Présidente de l'Association Migrilude, étudiante en Master FLE à L'Université de Besançon, Université de Besançon Ann-Birte Krüger, Maître de conférences (MCF), Université de Franche Comté, Laboratoire de Sémiotique, Linguistique, Didactique et Informatique (LASELDI), France Jennifer Lazaric Jungic, traductrice, Association croate des traducteurs scientifiques et techniques Natalia Leclerc, enseignante (docteur en littérature comparée, master de FLE, agrégée de lettres modernes), (Université de Bretagne Occidentale / Université Européenne de Bretagne, EA 4249 HCTI, Brest, France Françoise Leclaire, Professeur des écoles, réeducatrice en psychopédagogie, doctorante, Université du Maine, Inedum, CREN, EDILIC Philippe Lecomte, Professeur-chercheur, Toulouse Business School, Président du Groupe d'Etudes Management & Langage (GEM&L), France Françoise Le Lièvre et Gilles Forlot, Maîtres de Conférences, Associée DYNADIV EA4246 et Université de Picardie Jules Verne - LESCLaP-CERCLL EA 4283, France Brigitte Lemattre, Pédopsychiatre, thérapeute familiale, Chef de service de psychiatrie infantojuvénille, Centre hospitalier spécialisé de la Sarthe, Institut déparmental, France Stéphane Lopez, Adjoint au Représentant permanent auprès de l'Union européenne (OIF-RP) Emmanuel Lulin, Directeur de l'Ethique du Groupe L'OREAL Toufic Majdi, Professeur Universitaire / Consultant Formateur, Faculté Polydisciplinaire de Khouribga, Université Hassan 1er Settat, Maroc Giovanna Manilla e Silvia Pallini, Redazione dell'Associazione LEM-Italia (Langues d'Europe et de la Méditerranée), Italie Tullio de Mauro, professore emerito alla Sapienza Amir Mehdi, enseignant-chercheur, Université Ibn Khaldoun, Tiaret, chercheur associé équipe CHART, LUTIN, Paris, Algérie Silvia Melo-Pfeifer, chercheur, CIDTFF - Departamento de Educação, Universidade de Aveiro, Portugal Stéphane Miglierina, lecteur d'échange pour le français, Université Roma Tre - Rome Ralph Mocikat, Prof. Dr. med., Wissenschaftler, Arbeitskreis Deutsch als Wissenschaftssprache (ADAWIS) e.V., Deutschland Yves Montenay, démographe, écrivain, enseignant, ancien industriel, France Dr Isabelle Mordellet-Roggenbuck, professeur, Pädagogische Hochschule, Institut für Romanistik, Deutschland Serafino Murri, critico cinematografico, scrittore e regista 1 Florin-Teodor Olariu, chercheur scientifique, Académie Roumaine, Filiale de Iasi, Roumanie (boursier POSDRU/89/1.5/S/56815) Roberto Provenzano, docente Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM Isabelle Puozzo, Ph.D, Chargée d'enseignement, Haute Ecole Pédagogique de Lausanne, Suisse Nicola Reggiani, cultore della materia in Storia greca, Università degli Studi di Parma, Dipartimento di Storia, Italia Paola Rivieccio, Enseignante Education Nationale- Doctorante, Université Sorbonne Nouvelle, Paris, France Aurel Rosca, Enseignant de FLE, coordinateur du projet "Le Plurilinguisme en brin d'herbe"(20092014), Groupe Scolaire "Alexandru Macedonski" Melinesti, Roumanie Ivana Rončević, wissenschaftliche Mitarbeiterin, Fakultät für Lehrerbildung, Universität Zagreb Giancarlo Rossi, Consigliere del Circolo Filologico Milanese e Presidente della Sezione Sodalitas Latina, Associazione: il Circolo Filologico Milanese, Italia Leyre Ruiz de Zarobe, Professeure d'Université, Université du Pays basque, Vitoria, Espagne Yolanda Ruiz de Zarobe, Associate Professor of Linguistics, University of the Basque Country, Spain Xabier San Isidro, Director of the Teacher Training Department, Linguistic Innovation Centre CILLekaroz, Navarre, Espagne Véronique Simon, Universitetslektor i språkdidaktik, Maître de conférences en didactique des langues, Uppsala universitet, Suède Ilham Slim-Hoteit, professeur titulaire de langue et littérature françaises, Faculté des lettres et sciences humaines, Université Libanaise, Beyrouth, Liban Zsuzsanna Szilvási, wiss. Oberassistentin, Universität Kaposvár, Ungarn Marine Totozani, enseignante-chercheure, Université de Saint -Etienne, Département FLE, Laboratoire CEDICLEC du CELEC, France Christian Tremblay, Observatoire européen du plurilinguisme, responsable du projet CELAN pour la France Maria Tronea, Association Roumaine des Professeurs de Français, Craiova, Roumanie Valeria Villa, Monitrice (borsista tesi di dottorato), Université Michel de Montaigne Bordeaux 3, Equipe AMERIBER (Francia) Dietrich Voslamber, Physiker, Verein Deutsche Sprache e.V., Deutschland Rebecca Wheeler, Professor of English Language and Literacy, Newport News, VA, USA Vito Zagarrio, regista 1