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Anas SpA Direzione Centrale Progettazione Ministero Infrastrutture e Trasporti RegioneLombardia Provincia di Como Camera di Commercio Como Anas SpA Direzione Centrale Progettazione QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO INDICE A. Quadro di riferimento programmatico ................................... 2 A.1. Presentazione introduttiva del progetto ....................................... 2 A.2. Analisi del processo di definizione del tracciato ............................. 3 A.2.1 Lo studio di fattibilità .............................................................. 4 A.2.2 La scelta del tracciato nel progetto preliminare .......................... 7 A.2.3 Il progetto definitivo ............................................................... 8 A.3. Previsioni della pianificazione territoriale ed urbanistica ................15 A.3.1 Confronto con il Piano Territoriale Regionale .............................15 A.3.1.1. L’ambito geografico del “Lario comasco” ..........................16 A.3.1.2. L’unità tipologica di paesaggio “dei Laghi insubrici” ...........19 A.3.1.3. Elementi di rilevanza paesaggistica regionale ...................20 A.3.1.4. Indirizzi di tutela dei paesaggi di laghi insubrici ................23 A.3.2 Confronto con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale..28 A.3.2.1. Viabilita’ e sistema ferroviario ........................................28 A.3.2.2. L’unita’ di paesaggio “Tremezzina e Isola Comacina” .........29 A.3.2.3. Elementi di rilevanza paesaggistica provinciale .................31 A.3.2.4. Rapporti con la rete ecologica provinciale ........................34 A.3.3 Confronto con i piani urbanistici comunali ................................35 A.3.3.1. Comune di Colonno .......................................................35 A.3.3.2. Comune di Sala Comacina .............................................36 A.3.3.3. Comune di Ossuccio (Tremezzina) ..................................37 A.3.3.4. Comune di Lenno (Tremezzina) ......................................38 A.3.3.5. Comune di Mezzegra (Tremezzina) .................................39 A.3.3.6. Comune di Tremezzo (Tremezzina) .................................41 A.3.3.7. Comune di Griante ........................................................42 A.3.4 Descrizione dei vincoli ambientali e delle aree protette che interessano i siti di intervento ............................................................44 A.3.4.1. Beni paesaggistici vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004 ......44 A.3.4.2. Aree tutelate per legge ..................................................44 A.3.4.3. Immobili ed aree di notevole interesse pubblico ...............46 A.3.4.4. Rapporti con il sistema delle aree protette .......................46 A.3.4.5. Elaborati grafici ............................................................47 Pagina 1 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.1. PRESENTAZIONE INTRODUTTIVA DEL PROGETTO Lungo la riva occidentale del Lario si snoda la famosa Strada Regina; famosa per la fama dei luoghi che congiunge, delle ville e dei parchi che la fiancheggiano, delle visuali panoramiche che mostra a chi la percorre. L’importanza di questa arteria, dal punto di vista dei collegamenti, è dovuta al fatto che da essa si dipartono corridoi di grande interesse residenziale e turistico per la Provincia di Como. All’altezza di Argegno le due provinciali per la Valle Intelvi (SP13 e SP15), nel comune di Menaggio si dipartono il collegamento per Porlezza e la Svizzera attraverso il valico di Oria Val Solda (costituito dalla stessa SS340) e la diramazione dalla SS 340 per il Pian di Spagna da dove è possibile proseguire per la Valtellina o per la Val Chiavenna e il confine Svizzero. Già in origine la SS 340 attraversava molti centri abitati, naturalmente con consistenza del traffico ben più modesta di oggi e soprattutto con percentuali di mezzi pesanti e dimensioni notevolmente inferiori. La Strada Regina oggi purtroppo è diventata famosa anche per l’estrema difficoltà di transito, stante l’angustia della sede che si snoda tortuosamente all’interno dei centri abitati posti tra Argegno e Menaggio. In alcuni tratti, l’infrastruttura stradale è pressoché al collasso, sia relativamente alle caratteristiche strutturali di portanza - per le quali è vicina al limite della percorribilità in quanto si snoda per gran parte ai piedi di versanti prealpini instabili - e sia per quanto concerne la capacità di smaltimento del flusso veicolare, a causa, come detto, delle numerose strozzature che determinano una notevole riduzione di tale capacità. L’urbanizzazione sviluppatasi enormemente lungo le sponde del lago, l’incremento del traffico in particolare commerciale e turistico, hanno inoltre reso l’arteria per lunghi tratti non più sufficiente a garantire le sue funzioni di relazione viaria e sopratutto la sicurezza per pedoni e ciclisti è assolutamente molto bassa. Situazioni di massima criticità sono ascrivibili alla presenza di strettoie e incroci a raso nonché alla presenza di numerosissimi accessi privati molto spesso pericolosi per le ridotte possibilità di avere garanzie in ordine alla distanza di visibilità per l’arresto. Pagina 2 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO In particolare si rilevano strettoie in tutti gli abitati attraversati; in alcuni si è dovuto installare semafori “intelligenti” che permettono il transito a senso unico alternato in presenza di mezzi pesanti. Negli ultimi anni si è dato il via alla risoluzione di alcune situazione critiche, ma restano ancora tratti altrettanto impegnativi sui quali da anni sono state prospettate delle soluzioni. Il progetto definitivo di cui si tratta in questa relazione riguarda la variante agli abitati di Colonno, Sala Comacina, Tremezzina (ex Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo), Griante, più conosciuta come la Variante della SS340 “alla Tremezzina”, una delle zone turistiche più rinomate del lago di Como. Si tratta di un lungo intervento che risolverebbe tutte le problematiche oggi presenti sul asse Como Menaggio caratterizzato da: lunghi tempi di percorrenza, dovuti all’attraversamento dei centri abitati sopra menzionati; mancanza di sicurezza in particolare per i pedoni e per i veicoli a due ruote; ripercussione sui collegamenti per la Svizzera (Maloja – Saint Moritz), per la Valtellina e la Val Chiavenna sia economici che turistici; degrado ambientale per tutti i centri attraversati; elevati flussi veicolari generano infatti all’interno dei centri attraversati problematiche quali l’inquinamento acustico e atmosferico, nonché innesco di fenomeni vibrazionali; decadimento della qualità della vita dei residenti e della qualità di fruizione turistica della fascia a lago; precaria stabilità di alcune strutture stradali molto sollecitate dai carichi legati ai transiti e sottoposte a fenomeni di subsidenza, in particolare nel tratto in comune di Tremezzina. A.2. ANALISI DEL PROCESSO DI DEFINIZIONE DEL TRACCIATO Partendo da queste cogenti esigenze, la spinta impressa dalla Provincia di Como, dai Comuni interessati e dalla Camera di Commercio di Como, ha fatto si che si stipulasse in data 26 giugno 2006 un accordo di programma per promuovere tutte le necessarie attività e sinergie volte alla realizzazione dell’opera di cui al presente progetto definitivo. Successivamente, in data 30 luglio 2007, è stata sottoscritta tra Ministero delle Infrastrutture, Regione Lombardia, Provincia di Como, ANAS spa e Camera di Commercio della Provincia di Como una convenzione atta a regolare le attività di progettazione e promuovere il finanziamento e la realizzazione della Variante. Il 21 settembre del 2009 è stato sottoscritto tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Lombardia, ANAS S.p.A., Provincia di Como e Camera di Commercio Industria e Artigianato di Como, un atto aggiuntivo alla convenzione del 30/07/2007, con il quale la Provincia di Como si impegnava: Pagina 3 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO a redigere la progettazione preliminare della ”Variante alla Tremezzina” lungo la Strada Statale N° 340 ”Regina” in un unico lotto da Colonno a Griante, in sostituzione dei previsti due lotti: n. 1 da Colonno a Ossuccio e n. 2 da Lenno a Griante; ad assumersi gli oneri per la redazione del progetto preliminare e per l’ottenimento dei pareri di Legge, richiesti dal progetto medesimo; a valutare in modo approfondito, all’interno del progetto preliminare, la possibilità di inserire uno svincolo intermedio così come richiesto da Anas S.p.A. con nota N° CDG-0018714-P in data 04/02/2008, per l’eventuale esecuzione dell’opera in lotti. Tale valutazione dovrà tener conto di tutti gli aspetti tecnico – economici in gioco sulla base di specifiche indagini sul traffico, sugli aspetti geologici, idrogeologici, geotecnici - sugli aspetti ambientali e paesaggistici; a sviluppare la progettazione preliminare, in accordo con gli Uffici ANAS, individuando le sub-procedure ottimali nel pieno rispetto della normativa vigente; a concludere la progettazione preliminare entro dieci mesi dalla sottoscrizione dell’atto aggiuntivo del 21 settembre 2009.. In data 8 febbraio 2013 è stato sottoscritto tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Lombardia, ANAS S.p.A., Provincia di Como e Camera di Commercio Industria e Artigianato di Como un secondo atto aggiuntivo un secondo atto aggiuntivo con il quale la Provincia di Como si impegnava: • a redigere, entro 15 mesi dalla sottoscrizione, la progettazione definitiva per appalto integrato della “variante alla Tremezzina” , comprensive dello Studio di Impatto Ambientale, di tutti gli studi, prove, sondaggi, rilievi e quant’altro necessario per dare la progettazione completa sotto ogni aspetto; • a trasmettere il progetto definitivo ad Anas S.p.A. stessa e a tutti i soggetti cofinanzia tori della progettazione definitiva; • a sviluppare detta progettazione definitiva secondo i criteri di economicità e di efficacia, individuando procedure ottimali, nel rispetto della normativa vigente. A.2.1 LO STUDIO DI FATTIBILITÀ L’Ufficio Tecnico della Provincia di Como aveva predisposto un primo studio di fattibilità che prendeva spunto da una soluzione proposta dall’ANAS, risalente agli anni ottanta, che proponeva una idea di tracciato con ingresso lato Como prima della strettoia di Colonno, uscita intermedia in Val Perlana e termine della variante in Comune di Griante. Tale soluzione prevedendo l’uscita in Val Perlana avrebbe permesso la realizzazione dell’opera in due lotti successivi funzionali. La Provincia, aggiornando tale studio, fermo restando l’uscita in Val Perlana, proponeva tre possibili alternative (denominate 1A, 1B, 1C). Pagina 4 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Inoltre si sono sviluppati altri due tracciati completamente nuovi che non presentano uscite intermedie. Uno misto con tratti all’aperto e tratti in galleria ed uno completamente in galleria (risp. denominati 2 e 3). Per tutte le proposte è previsto l’ingresso in galleria lato Argegno subito a Nord del cimitero di Colonno, in tal modo si può entrare in galleria prima della val Camoggia evitando così i danni che spesso questo corso d’acqua a carattere torrentizio causa alla statale per il notevole trasporto solido durante gli eventi di pioggia particolarmente intensi: l’alveo ripidissimo fa si che il materiale trasportato dal torrente venga riversato direttamente sulla piattaforma stradale con la conseguente immediata chiusura al traffico della direttrice. Anche l’uscita verso Griante è uguale per tutte le soluzioni essendo ormai vincolata a Nord dalla presenza degli svincoli della nuova variante di Menaggio, a Est dal lago e da zone di particolare pregio paesaggistico a Sud Ovest. Partendo dalle ipotesi di tracciato, si è proceduto ad analizzare le soluzioni, in modo da individuare quella che ottimizzasse il rapporto costi/benefici. In particolare sono stati confrontati i seguenti aspetti: Accessibilità; Disponibilità aree; Ambiente e paesaggio; Archeologia; Rispetto delle vigenti normative in materia di progettazione stradale e delle linee guida Anas per la sicurezza in galleria; Costo dell’opera ; Costo impianti; Costo di gestione; Interferenza con zone di pregio ambientale, Interferenza con zone a rischio geologico e idrogeologico; Interferenze con viabilità esistente, falde acquifere, corsi d'acqua, impianti, ecc. Tali temi sono stati trattati nei punti più rappresentativi dei pro e contro delle soluzioni proposte, nell’ottica dell’individuazione del tracciato migliore anche nella scelta di base di realizzare l’infrastruttura in due lotti funzionali o un singolo lotto. Tracciati 1A, 1B, 1C: due lotti con uscita in Val Perlana Fermo restando l’uscita in val Perlana di cui si dirà avanti, il corridoio prospettato negli anni ’80 dall’Anas non è più percorribile in quanto ampiamente urbanizzato. Inoltre tale tracciato prevedeva l’attraversamento di diversi valletti e torrentelli all’aperto con viadotti che risulterebbero all’interno della fascia di rispetto del lago e quindi visivamente molto impattanti. In tutti e tre i casi obbligava a realizzare il secondo lotto totalmente in galleria per una lunghezza superiore a 5 Km; ciò in quanto la quota di uscita in val Perlana è tale da non consentire più di riguadagnare quota e uscire all’aperto nel tratto successivo verso Griante, considerando Pagina 5 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO che la pendenza massima ammissibile in galleria non dovrebbe superare il 4,5%. Nell’ipotesi di tracciati più arretrati rispetto alla fascia a lago si hanno soluzioni che presentano le stesse criticità quali basse coperture e gallerie lunghe. Si fa rilevare inoltre la mancanza di spazi per l’uscita in val Perlana, la zona risulta infatti ampiamente urbanizzata, in particolare l’unica fascia adatta alla realizzazione del viadotto è attualmente occupata da un capannone industriale, da una cabina Enel e da altre attività nelle vicinanze. Sulle due sponde sono poi visibili segni di dissesto con instabilità dei pendii con presenza di insediamenti urbani, per salvaguardare uno dei quali (Malgisio) sono stati realizzati interventi di consolidamento; inoltre gli imbocchi delle gallerie che hanno inizio dalla valle presenterebbero zone di copertura dell’ordine dei 10-15 m. Si avrebbero infine problematiche di impatto paesistico e idrogeologico dovute alla presenza di viadotti e rampe su pile in alveo per la realizzazione degli svincoli. Tracciato 2: mista, parte in galleria e parte all’aperto Non ha svincoli intermedi e ha due tratti a cielo aperto al di sopra degli abitati di Sala Comacina, di Ossuccio per una piccola parte, di Lenno e Mezzegra. Le zone di maggior pregio ambientale, panoramico o architettonico vengono attraversate in galleria (es. Santuario della Madonna del Soccorso). Questa soluzione ha il costo medio al metro più basso. Ha inoltre i minori costi di gestione e rispetto alle altre soluzioni presenta inoltre minori difficoltà costruttive. Sicuramente i tratti all’aperto rappresentano zone delicate dal punto di vista paesaggistico, ma possono essere facilmente mitigate vista anche la distanza dal lago e la quota a cui è stato impostato il tracciato. Tale soluzione presenta inoltre le seguenti positività: gallerie complessivamente più corte; minori tempi complessivi di costruzione; costi di gestione inferiori rispetto alle altre soluzioni. Tracciato 3: galleria unica Prevede la galleria unica Colonno – Griante. Sicuramente si tratta della soluzione paesaggistica meno impattante, ma presentando una lunghezza di oltre 9 Km (per confronto, la galleria del Monte Bianco è di 11,3 Km) si vengono a determinare le seguenti criticità: Elevatissimo costo di costruzione in quanto si ricade in una casistica, dal punto di vista della sicurezza, molto impegnativa. Elevatissimi costi di manutenzione e gestione. Risulta evidente che la soluzione n. 3 non può essere presa in considerazione. Pagina 6 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.2.2 LA SCELTA DEL TRACCIATO NEL PROGETTO PRELIMINARE In conclusione, escluso il tracciato 3, le altre due ipotesi differiscono in modo sostanziale tra esse: la seconda, che prevede di realizzare l’opera in un unico lotto, non permette di collegare il tracciato alla viabilità esistente se non ai due imbocchi mentre quella in lotti prevede uno svincolo in corrispondenza della parte bassa della Val Perlana, unica area che permette il collegamento con l’attuale sede della S.S. 340 . Per maggior chiarezza espositiva nel progetto preliminare il Tracciato 2 (unico lotto) è stato indicato con la lettera A mentre il tracciato 1 (due lotti) stato indicato con la lettera B. Tracciato A Questa ipotesi si snoda dipartendosi dalla S.S.340 in prossimità del cimitero di Colonno, correndo alternativamente in galleria e a cielo aperto, per poi reimmetersi sulla statale a nord di Griante, in località Cà Bianca. Le due gallerie di testa permettono di guadagnare quota al fine di uscire a cielo aperto a monte degli ambiti urbanizzati, mentre i tratti a cielo aperto sono caratterizzati dalla presenza di corsie di arrampicamento volte a permettere il sorpasso dei veicoli più lenti e migliorare così in maniera sensibile il livello di servizio della nuova strada. Entrambi gli svincoli con l’attuale viabilità sono previsti a livelli differenziati per mezzo della realizzazione di intersezioni del tipo “a salto di montone”. Tracciato B La soluzione B prevede anch’essa che la variante si attesti sulla S.S. 340 nelle medesime posizioni e con le medesime caratteristiche previste dal Tracciato A. Il nuovo asse viene diviso in due lotti con uno svincolo centrale in corrispondenza della Val Perlana (al confine tra Ossuccio e Lenno) che tramite un viadotto lungo circa 400 metri viene collegato alla viabilità esistente. Il primo lotto è composto da una prima galleria, il seguente breve tratto a cielo aperto e da una seconda galleria che conduce alla Val Perlana, in corrispondenza dello svincolo centrale; il secondo lotto è costituito da un’unica galleria della lunghezza di oltre 5 km. In ordine alla scarsa lunghezza dell’unico tratto a cielo aperto non è possibile prevedere la realizzazione di corsie di arrampicamento per veicoli lenti. A seguito della valutazione comparata di tutti gli aspetti progettuali è stata individuata nell’ipotesi a lotto unico senza svincoli intermedi, realizzato parte in galleria e parte all’aperto, la soluzione migliore (tracciato A) che pertanto è stata approfondita all’interno del progetto definitivo. Pagina 7 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.2.3 IL PROGETTO DEFINITIVO I criteri che hanno guidato le scelte progettuali possono essere riassunti nei seguenti: 1. sostenibilità ambientale e paesaggistica; 2. efficacia trasportistica dell’opera; 3. sostenibilità economica in relazione ai costi di costruzione ed ai costi di manutenzione dell’opera. Per quanto riguarda i materiali da utilizzare nella costruzione dell’infrastruttura si rimanda alle relazioni e agli elaborati grafici specialistici presenti all’interno del progetto. Relativamente alle problematiche ambientali da superare si è già detto nei precedenti capitoli. Si rimarca in questa sede l’estrema complessità nella ricerca di soluzioni progettuali meno impattanti in ordine all’inserimento delle opere in una zona morfologicamente travagliata con forti acclività verso lago, in un territorio che presenta caratteristiche paesaggistiche di straordinaria bellezza. Per quanto riguarda il materiale proveniente dagli scavi si rimanda al Piano di Utilizzo delle terre e delle rocce da scavo. In estrema sintesi, si sottolinea che, stornata la parte relativa al riutilizzo diretto del materiale in cantiere, la parte rimanente ha la seguente consistenza volumetrica: 1) dal portale Sud (Colonno) circa 475.000 m3; 2) dal portale Nord (Griante) circa 850.000 m3; per un volume complessivo da allontanare pari a circa 1.325.000 m3. Le restanti quantità di materiale, pari a circa 235.000,00 m3, verranno trasferite, in conformità al piano di utilizzo, per la realizzazione di sottofondi e massicciate stradali, rinterri, rilevati e rimodellazioni, rivestimenti di opere strutturali (muri e fabbricati impiantistici) o nel processo produttivo dei calcestruzzi necessari all’opera, in sostituzione del materiale di cava Differenze tra progetto preliminare e definitivo Il presente livello di progettazione non apporta sostanziali modifiche rispetto al precedente preliminare, ricalcando in modo pressoché invariato il tracciato previsto nel precedente livello progettuale. Tra le differenze apportate risulta importante quella dell’allontanamento del tracciato dal Santuario della Beata Vergine del Soccorso in termini altimetrici (abbassamento in corrispondenza della valle Perlana di oltre 12 metri); tale modifica altimetrica si ripercuote sul tracciato consentendo l’abbassamento di oltre 2 m della piattaforma stradale in corrispondenza della Torre di Spurano . Un’altra novità introdotta consiste nella realizzazione di una galleria artificiale che, in corrispondenza della Torre di Spurano, si sviluppa per una lunghezza pari a m 125 come descritto nel precedente capitolo 2.4. Ulteriore importante variazione apportata è quella relativa all’incremento del diametro della galleria di emergenza, che passa da 3,90 m a 5,30 m interni. Tale variazione permette di evitare la costruzione delle due piste provvisorie Pagina 8 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO di cantiere previste dall’ipotesi di cantierizzazione preliminare. Le due piste infatti sarebbero state difficilmente mascherabili da un punto di vista del paesaggio, in quanto avrebbero comportato la costruzione di muri alti e tornanti, pur prevedendo di adottare pendenze nell’ordine del 30% al fine di raggiungere, dalla SS 340 esistente, la quota di scorrimento della variante in progetto. Con l’aumento dimensionale della galleria di emergenza si può utilizzare la stessa per le operazioni di cantierizzazione ai fronti opposti della galleria principale evitando così di realizzare piste provvisorie di cantiere che comunque avrebbero dovuto rimanere in esercizio non meno di 6 anni con evidenti ripercussioni negative e probabilmente permanenti sugli aspetti ambientali. Altro elemento di novità rispetto al progetto preliminare è la previsione di disporre barriere di protezione laterale dalla caduta massi lungo i tratti di strada a cielo aperto. Le barriere si sono rese necessarie in seguito al necessario approfondimento dello studio geologico e geomorfologico dell’area interessata dalle opere. Alte 5 metri, saranno del tipo ad assorbimento di energia, in grado di assorbire impatti fino a 3000 KJ e verranno disposte a protezione dei tratti a cielo aperto. Infine, rispetto al progetto preliminare è stato incrementata la sezione del salto di montone “inverso” in Comune di Colonno, portandolo da monodirezionale a bidirezionale. Tale modifica è legata alla cantierizzazione dell’opera. Infatti, non è assolutamente sostenibile ipotizzare per la durata del cantiere (circa 6 anni) chiusure o limitazioni all’attuale traffico veicolare. Questa modifica, permettendo di deviare nel salto di montone entrambi i sensi di marcia del traffico scorrente lungo la SS 340, consentirà una più agevole e sicura gestione del cantiere garantendo maggiori spazi di lavoro in un ambito altrimenti troppo ristretto. Il tracciato stradale Il tracciato stradale principale presenta una lunghezza totale di circa 9.800,00 m, con innesto lato sud, in prossimità del cimitero di Colonno e sbocco Nord in Comune di Griante, località “Cà Bianca”. La carreggiata prevista è la C2 con corsie da 3.5 m e banchina da 1.25 m, per una larghezza complessiva di carreggiata di 9,5 m, che viene portata a 13,00 m nei tratti in cui è prevista la realizzazione della corsia di arrampicamento. Dove necessario inoltre si prevede la realizzazione dei necessari allargamenti per la visibilità; l’asse stradale è stato progettato per l’intervallo di velocità 60-100 km/h, che risulta essere verificato su tutta la variante. Nei tratti in galleria oltre alla piattaforma stradale è previsto un ulteriore allargamento di 1,05 metri per ciascun lato, necessari al posizionamento dell’elemento redirettivo ed all’alloggiamento degli impianti della segnaletica e della dotazione impiantistica della galleria. Il primo tratto, a cielo aperto, prevede la realizzazione degli svincoli di connessione con l’attuale tracciato della S.S. 340, poi alla progressiva 230,00 il nuovo asse entra in galleria (Comacina) con una pendenza Pagina 9 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO longitudinale del 4.58% ed una lunghezza totale di 2.095,00 m. La galleria “Comacina” permette di guadagnare quota in modo da uscire all’aperto alle spalle dei centri abitati di Sala Comacina e Ossuccio in una zona distante dal lago e soprattutto non ancora urbanizzata. L’imbocco sud è costituito da tre gallerie: • la galleria principale della variante che presenta una piattaforma pari a m 11,00 (9,50 m + 1,50 m per allargamento di visibilità) e larghezza massima interna di m 13,10, compresi elementi redirettivi e spazi destinati alla dotazione impiantistica; • il cunicolo di emergenza posto a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti; • la galleria del “salto di montone inverso”, che presenta una piattaforma pari a m 9,50 e larghezza totale di 10,40 (inverso in quanto la strada secondaria passa sotto quella principale). Il salto di montone, lungo circa 225 metri e interamente in galleria,costituisce la connessione tra la viabilità esistente e quella in progetto; in particolare riconnette la corsia di marcia verso Sud da Colonno verso Argegno. La corsia in direzione Nord invece viene realizzata all’esterno, lato lago, ed è l’unica piattaforma stradale dell’imbocco Sud che non si snoda in galleria. Nella zona di imbocco sono inoltre presenti i manufatti per l’alloggiamento degli impianti tecnologici a servizio delle gallerie, nonché la sala soffianti che alimenta la sovrappressione della galleria di emergenza. L’imbocco Nord della galleria “Comacina” si sviluppa in prossimità della Valle dei Ronchi. E’ costituito da un portale con due gallerie: • la galleria principale della variante che presenta una piattaforma pari a m 12,00 e larghezza massima interna pari a m 14,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti; Data la immediata prossimità della valle con l’imbocco, il portale della galleria di emergenza è stato collocato sopra la volta della galleria principale. Ciò consente di non interferire con l’alveo della Valle dei Ronchi, situato a ridosso del portale, e rende possibile la realizzazione contestuale del manufatto di scavalco della valle stessa con un ponte a struttura mista acciaio/calcestruzzo avente luce pari a m 21,00. L’imbocco è completato dalle costruzioni per gli impianti tecnologici delle gallerie e dalle vasche per gli impianti antincendio. Si procede quindi all’aperto per un tratto di 820 m circa posto a monte degli abitati di Sala Comacina ed Ossuccio, che si prevede a tre corsie: una, in discesa, in direzione Sud, due invece, in salita, in direzione Nord per permettere il superamento dei mezzi più lenti; in questo tratto è presente la galleria artificiale “Spurano”, lunga m 125 ed anch’essa a tre corsie, posta in corrispondenza della omonima Torre. Il tratto all’aperto prevede inoltre, appena a Sud della galleria artificiale, lo scavalco del torrente Premonte con ponte di luce pari a m 25,00 m previsto a struttura mista acciaio/calcestruzzo. Pagina 10 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Si incontrano poi altre due gallerie con pendenze longitudinali modeste dello 0,4% (Perlana 1 e Perlana 2) rispettivamente lunghe 625,00 m e 2.050,00 m, separate da un breve tratto all’aperto per superare la Val Perlana. Ciò avviene con un ponte a campata unica di luce pari a m 25,00 previsto anch’esso in struttura mista acciaio/calcestruzzo. L’impalcato, vista la valle morfologia dei luoghi (la valle è molto incisa) e la distanza dal lago, risulta poco visibile e quindi poco impattante dal punto di vista paesaggistico. Per quanto riguarda il contenimento del rumore, è prevista la realizzazione di barriere fonoassorbenti sul lato di valle del ponte. L’imbocco Sud della galleria “Perlana 1” presenta un portale con la sola galleria principale (larghezza totale 13,40 m) in quanto la lunghezza relativamente modesta della galleria non rende necessaria la realizzazione in affiancamento galleria del cunicolo di emergenza. Lo stesso dicasi per l’imbocco Nord, avente larghezza totale di m 12,10. Anche in corrispondenza dell’imbocco Sud della galleria “Perlana 1” sono presenti i manufatti relativi agli impianti tecnici a servizio delle gallerie, che ricomprendono anche le vasche antincendio. L’imbocco Sud della galleria “Perlana 2” è costituito da un portale con due gallerie: • la galleria principale che presenta una piattaforma pari a m 10,00 compreso allargamento di visibilità pari a 0,50 m – e larghezza totale interna pari a m 12,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti; All’imbocco Nord della galleria “Perlana 2” con sboccano le medesime due gallerie: • la galleria principale che presenta una piattaforma pari a m 9,50 – quindi senza allargamento della piattaforma – e interno larghezza totale interna pari a m 11,60; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale. Anche in questo imbocco è prevista la realizzazione delle costruzione per alloggiare gli impianti tecnologici: impianti elettrici per la galleria principale, sala soffianti per la galleria di emergenza e vasche antincendio. Dalla sbocco Nord della galleria Perlana 2, si ripassa a cielo aperto per un tratto di altri 910 m, anche in questo caso in una zona non urbanizzata e distante dal cono di visibilità diretto dalla sponda del lago, nel territorio di Mezzegra. A circa metà di questo tratto è presente una breve galleria (Bonzanigo), lunga 125,00 m, necessaria per superare una importante piega tettonica in un ammasso sedimentario di “calcare di Zu”. Anche questo tratto a cielo aperto è a tre corsie: una, in discesa in direzione Nord, due, in salita, in direzione Sud che assolvono la medesima funzione di fluidificazione del traffico di quelle descritte in precedenza. S’imbocca quindi l’ultima nonché la più lunga galleria (Tremezzina) che, con una lunghezza totale di 2.730,00 m e una pendenza costante del 4.35%, permette di riportarsi a quota lago in corrispondenza dello svincolo con la Pagina 11 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO S.S. 340 in comune di Griante; per permettere un corretto approccio alla gallerai sarà necessaria la realizzazione di un manufatto parzialmente a sbalzo in fregio al torrente Bolvedro, che in quel tratto corre parallelamente al tracciato. L’imbocco Sud della galleria “Tremezzina” è costituito da un portale con due gallerie: • la galleria principale che presenta una piattaforma pari a m 10,00 – con allargamento della piattaforma pari a m 0,50 – e interno larghezza totale interna pari a m 12,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti. Anche in questo ambito saranno realizzati i manufatti per gli impianti tecnologici: impianti elettrici per la galleria principale, sala soffianti per la galleria di emergenza e vasche antincendio. Nell’imbocco Nord di questa galleria costituito sono presenti tre gallerie: • la galleria principale della variante che presenta una piattaforma pari a m 11,00 - con allargamento della piattaforma pari a 1,50 m - e dimensione max trasversale interna pari m 13,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale. • la galleria del “salto di montone”, lunga 100 m e con una piattaforma pari a m 6,50, che provenendo da Nord, scavalca il portale della galleria principale e successivamente scende a cielo aperto verso l’abitato di Griante ed il lungolago della Tremezzina. Il salto di montone costituisce la connessione tra la viabilità esistente e quella in progetto; infatti, come sopra descritto, riconnette la corsia di marcia verso Sud da Menaggio a Tremezzo. La corsia verso Nord invece viene realizzata a cielo aperto, lato lago. Anche in questo imbocco sono presenti i medesimi impianto previsti nel portale Sud della galleria. A 230 metri di distanza dal portale termina la variante e la nuova viabilità si innesta su quella esistente, appena a valle del portale Sud della Variante di Menaggio, recentemente realizzata. Il tratto iniziale di tutte le gallerie e dei cunicoli di emergenza, nei tratti a copertura ridotta, è costituito da portali artificiali aventi lunghezza variabile tra i 5 ed i 35 metri. Nelle aree esterne della zona degli imbocchi è prevista la realizzazione dei piazzali, di dimensioni variabili, su cui realizzare i fabbricati destinati ad alloggiare i servizi tecnologici; tali aree saranno dimensionate al fine di consentire l’accesso dei mezzi necessari alla posa ed alla futura manutenzione degli impianti, che prevedono la presenza di macchinari aventi ingombri e pesi notevoli, quali trasformatori, quadri, pompe e soffianti. I tratti a cielo aperto correranno, come anticipato, perlopiù a mezza costa e ciò implica la necessità di realizzare muri sia di sostegno che di controriva che in alcuni tratti avranno altezze anche superiori a 10 metri; in alcuni ambiti invece la strada correrà in trincea mentre brevi tratti, localizzati in prossimità dello scavalco dei corsi d’acqua, saranno in rilevato, tra muri. Ove possibile, in ordine alle caratteristiche geomeccaniche degli ammassi rocciosi attraversati, le pareti a monte saranno profilate in modo da Pagina 12 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO consentire la possibilità di mitigazioni ambientali e messe in sicurezza tramite l’esecuzione di consolidamenti e posa di reti paramassi appoggiate. Tutti i manufatti (muri, portali artificiali e manufatti impiantistici) saranno realizzati in cemento armato e rivestiti con la pietra del luogo recuperata dallo scavo delle gallerie; in particolare dallo scavo del primo tratto della galleria Comacina si ricaveranno ingenti quantitativi di calcari di Moltrasio, pietra particolarmente adatto allo scopo e storicamente utilizzata come principale materiale da costruzione lungo le sponde del lago di Como. Per le gallerie Comacina, Perlana 2 e Tremezzina si prevede, come detto, la realizzazione di un cunicolo di sicurezza parallelo alla galleria principale nonché la predisposizione di piazzole di emergenza ogni 300 metri, disposte alternativamente sui due lati. Le due gallerie sono interconnesse da passaggi di sicurezza, opportunamente sezionati con zone filtro, ad interdistanza costante di 150 m. Questa scelta progettuale, fortemente innovativa e che caratterizza in modo importante la nuova opera, ha permesso di ottenere: la semplificazione dell’impianto di ventilazione, che è possibile realizzare con una tipologia di ventilazione longitudinale anziché semitrasversale; l’eliminazione di costose è impattanti centrali di ventilazione nonché dei camini di ventilazione lungo l’asse delle gallerie; un sensibile aumento degli standard di sicurezza per gli utenti della nuova infrastruttura; la diminuzione importante dei costi di realizzazione e successiva gestione dell’opera. Altro aspetto fondamentale a favore del cunicolo laterale è che, prevedendone la realizzazione mediante l’utilizzo di macchine TBM (Tunnel Boring Machine) in una fase precedente a quella costruzione dello scavo della galleria principale, esso può essere utilizzato come prospezione geologica in avanzamento, garantendo la possibilità di evidenziare fin da subito eventuali sorprese geologiche che dovessero palesarsi lungo il tracciato. Inoltre la realizzazione anticipata del cunicolo rappresenterebbe un importante elemento in ordine alla sicurezza in fase di lavorazione, potendo rappresentare una via d’esodo qualora fosse collegata alla galleria principale contestualmente all’avanzamento di quest’ultima. Dal punto di vista ambientale sono state esperite tutta una serie di indagini indispensabili: idrologico, idraulico, geologiche, idrogeologiche, geotecnico, archeologico, paesaggistico, per i cui contenuti si rimanda alle relative relazioni. Disponibilità delle aree Il progetto è stato condiviso da tutti i comuni attraversati e con gli stessi sono state individuate le aree necessarie alla realizzazione del tracciato inserendo l’infrastruttura nei relativi strumenti urbanistici. Pagina 13 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Sono interessati dai lavori terreni privati, di proprietà di enti territoriali (Comuni e Provincia)e demaniali; si prevede l’abbattimento di due piccoli rustici montani posti lungo il tracciato. Per la maggior parte di essi è prevista l’occupazione definitiva, che riguarderà sia le aree necessarie alla realizzazione del corpo stradale e delle relative pertinenze che quelle da destinare alle opere di mitigazione ambientale; si procederà inoltre a costituzione di servitù per le aree poste sopra le gallerie dove la copertura è ridotta ed alla occupazione temporanea delle aree da utilizzare ai fini della cantierizzazione. Per stessi tutti gli immobili sono state individuate le consistenze e i relativi parametri espropriativi per i quali si rimanda agli specifici elaborati. Poiché il nuovo tracciato correrà molto a monte degli abitati, in una zona tipicamente semimontana, non saranno intercettate strade, ma soltanto mulattiere e sentieri in grado di essere percorsi da mezzi di piccole dimensioni; infatti, dipartendosi da antichi nuclei abitati caratterizzati da strade particolarmente strette, la viabilità interferita non può essere percorsa che da mezzi non più larghi di 1,,60-1,70 m ed in grado di affrontare pendenze impegnative, nell’ordine anche del 25-30 %. Le strade interferite verranno comunque tutte riconnesse tramite la realizzazione di sottopassi oppure deviate sui portali delle gallerie, al fine di evitare di intercludere le porzioni di territorio poste a monte della variante. Cronoprogramma delle fasi attuative La durata dei lavori è prevista in sei anni a partire dalla data di consegna dei lavori. Per quanto riguarda invece la fase di approvazione del progetto e di appalto delle opere, si può ipotizzare la seguente tempistica: • Inizio consegna progetto definito per appalto integrato ad ANAS in data 30.09.2014; • Verifica del progetto definitivo da parte di ANAS entro il 10 novembre 2014; • Richiesta pareri ai vari Enti/Ministeri interessati - VIA e indizione Conferenza dei Servizi entro il 10 marzo 2015; • Eventuali integrazioni del progetto a seguito di prescrizioni entro il 10 maggio 2015; • Validazione progetto definitivo entro il 30 giugno 2015 ; • Approvazione Progetto definitivo e dichiarazione di pubblica utilità; acquisizione aree entro il 30 giugno 2015; • Pubblicazione bando di gara entro luglio 2015. Pagina 14 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.3. PREVISIONI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA A.3.1 CONFRONTO CON IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con DCR n. 951 del 19 gennaio 2010, ha acquistato efficacia per effetto della pubblicazione dell’avviso di avvenuta approvazione sul BURL n. 7, serie “Inserzioni e Concorsi” del 17 febbraio 2010. Il Consiglio Regionale della Lombardia, con DCR n. 56 del 28 settembre 2010 ha successivamente approvato alcune modifiche ed integrazioni. Inoltre, come previsto dall’articolo 22 della L.R. 12/2005 il PTR è stato poi aggiornato annualmente mediante il programma regionale di sviluppo, ovvero mediante il documento strategico annuale. Il PTR, in applicazione dell’art. 19 comma 1 della L.R. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (D.Lgs.n.42/2004), e pertanto: - individua le misure generali di tutela paesaggistica da perseguire nelle diverse parti del territorio regionale (art. 76 comma 1 L.R. 12/2005); - contiene prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle province, delle aree protette e immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione (art. 76 comma 2). Elaborato del PTR è il Piano Paesaggistico Regionale che in tal senso recepisce consolida ed aggiorna il previgente Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) del 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela. Il PPR diviene così sezione specifica del PTR e disciplina paesaggistica dello stesso mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità. Il confronto con il PPR è stato fatto in particolare analizzando la seguente cartografia: - Tavola A “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio”; - Tavola B “Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico”; - Tavola C ”Istituzioni per la tutela della natura”; - Tavola D “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica”; - Tavola E “Viabilità di rilevanza regionale”; - Tavola F “Riqualificazione paesistica: ambiti ed aree di attenzione regionale. Le sovrapposizioni del tracciato progettuale con stralci delle Tavole A,B,C,D,E,F del PPR in scala 1:300.000 sono raffigurate nei relativi elaborati grafici del SIA. Pagina 15 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.3.1.1. L’AMBITO GEOGRAFICO DEL “LARIO COMASCO” Dal confronto con la Tavola A “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio” del PPR si evince come il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sia interamente ricompreso nell’Ambito geografico “Lario Comasco”. La sovrapposizione del tracciato progettuale con lo stralcio della Tavola A in scala 1:300.000 è riportata su apposito elaborato grafico del SIA. Gli ambiti geografici possono essere considerati come territori organici, di riconosciuta identità geografica. Essi si distinguono sia per le componenti morfologiche, sia per le nozioni storico-culturali che li qualificano: si delineano, da un lato, attraverso un esame minuto del territorio, delle sue forme, della sua struttura, delle sue relazioni, dall’altro attraverso la percezione che ne hanno i suoi abitanti o attraverso la costruzione figurativa e letteraria che è servita a introdurli nel linguaggio d’uso corrente. In questo caso l’appartenenza a una determinata area geografica, i cui confini sono molto spesso indefiniti, significa riconoscere in essi un palinsesto generativo fatto di comuni identità culturali, di dialetto, di vicende amministrative, di tradizione, di fatti insediativi tipici ecc. La descrizione dell’ambito geografico di seguito riportata è tratta dal documento del PPR “Paesaggi della Lombardia”. Lo stesso documento, oltre alla descrizione dell’ambito geografico, ha individuato gli elementi che ne compongono il paesaggio locale e che ne danno il senso e l’identità, la sua componente percettiva, il suo contenuto culturale. Il Lario Comasco La regione lariana, marcata dal lungo solco bipartito del lago, racchiude in sé paesaggi fra i più celebrati, descritti e raffigurati della regione. In un certo senso l’anima del paesaggio lombardo, l’idea stessa di paesaggio è scaturita nell’Ottocento su queste sponde, tra un affiato romantico ed un primo accenno di turismo da “bell’époque‟. Ma l’apprezzamento estetico di questi luoghi, sintesi della forma naturale di acque e terra, attraversa a ritroso i secoli, passa per Stendhal, Manzoni, Porta, Giusti e arriva probabilmente a Plinio il Giovane, primo estimatore del Lario, a Cassiodoro, a Ennodio. La peculiarità che ha così variamente ispirato tanti autori si fonda sul profondo e quasi naturale intreccio di componenti ambientali e antropiche. Il lago è un efficace moderatore del clima e ciò favorisce l’abito vegetale delle sue sponde, estremamente diversificato per specie e per combinazioni: dalle essenze esotiche dei parchi alle colture tipiche della regione mediterranea, quali olivo e vite. La giacitura del lago, così addentro nelle Prealpi, ha poi facilitato i transiti verso i valichi alpini, sia per via d’acqua sia per via di terra e, di conseguenza, la stessa influenza civile e religiosa di Como su un territorio oggi molto ridimensionato rispetto alla sua estensione originaria. Infine attività quali la pesca, il commercio e poi il turismo, sono servite ai lariani per integrare forme di vita tradizionalmente legate alla selvicoltura e all’agricoltura di montagna. Il dipanarsi dell’attività umana su un “piano Pagina 16 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO inclinato‟ unidirezionale, come quello che corre dalla sponda del lago alla cima del suo versante, ha composto un paesaggio per così dire molto più compresso e strutturato che altrove. In pratica quello che si ritrova in un fondovalle, qui, nel solco del Lario, lo ritroviamo letteralmente aggrappato fra la sponde e la montagna, vale a dire gli abitati, il loro contorno di coltivi terrazzati o “roncati‟, la prima fascia boschiva castanile, il maggengo ovvero il “monte‟, la seconda fascia boschiva di transizione fra ceduo e aghifoglie, l’alpeggio. A conferma di ciò il fatto che i limiti amministrativi dei comuni si sviluppano più in verticale che in orizzontale. Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale Componenti del paesaggio fisico Crinali (sistema dei crinali prealpini: Bisbino, San Bernardo, Colma di Schignano; Costone, Monte di Tremezzo; Costone del Bregagno; Boletto, Bolettone, Palanzone, Monte San Primo), versanti, orridi (Nesso, Osteno), trovanti (Pietra Pendula, Pietra Lentina, Pietra Luna) e altri fenomeni legati al glacialismo; piramidi di terra di Rezzago; valli sospese (valli del Telo); dossi di Lavedo; Isola Comacina; cavita carsiche (Buco del Piombo); lago di Piano; grotte di Rescia. Componenti del paesaggio naturale Aree naturalistiche e faunistiche (Monti Lariani: alte vallate dell’Albano, del Livo e del Liro; parco del Galbiga e del San Martino a Tremezzo); ambiti forestali (foresta di resinose dell’alta Val Sanagra, foresta regionale della Valsolda). Componenti del paesaggio agrario Ambiti del paesaggio agrario particolarmente connotati (ronchi a uliveti della Tremezzina, ripiani roncati di Lezzeno, terrazzi a vigneto di Rezzonico, Cremia e Pianello, coltivi del Dosso di Lavedo, prati del Pian delle Noci, prati del lago di Piano); dimore rurali “a lòbia” del Lario occidentale; dimore rurali dette “masòn” e “tegiàd” in Val Cavargna e Valle Albano, “sostr”‟, “barek” e “nevère” (alpe di Mezzedo, di Ossuccio, di Carate), “bolle”, “tèc” delle prealpi comasche, “pojatt” o carbonaie, “mutate” della Val Cavargna; insediamenti temporanei di mezza costa (“munt” e “cassine” di Madrona, di Liscione, di Urio, di Lenno, di Carate, Baggio di Livo) e di alta quota (“alp”: alpe Piella, alpe Pesciò, alpe di Lenno, alpe Livea, alpe Stabiello, alpe Darengo, alpe Vincino, alpe Camedo ... ); percorrenze tradizionali lago-monte con relative strutture: selciati, ponti, edicole, gradonate, cippi ecc.; equipaggiamenti collettivi “minori”: lavatoi, acquedotti, “riai” montani, fontane; zone dei “crotti” in val Menaggio, dintorni di Musso e Dongo. Componenti del paesaggio urbano Centri storici (Gravedona, Sorico, Domaso, Gera Lario, Careno, Bellagio, Nesso, Menaggio, Varenna, Colonno, Ossuccio, Lenno, Sala Comacina, Pagina 17 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Colonno, Argegno, Laglio, Torno, Pognana, Nesso, Lezzeno, Castiglione d.Intelvi, Pellio superiore, Molzano, Porlezza, Albonico, Osteno, Claino, Ramponio, Laino, San Fedele d.Intelvi, Castiglione d.Intelvi. .. ); centri turistici di tradizione storica con relativi equipaggiamenti (Tremezzo, Menaggio, Bellagio, Cernobbio, Cadenabbia, Lanzo d’Intelvi); nuclei rivieraschi a impianto urbanistico longitudinale (Musso, Dongo, Careno, Brienno ... ); nuclei montani di terrazzo (“piana”) o di pendio (Palanzo, Lemna, Molina, Zelbio, Pigra, Ponna, Garzeno, Germasino, Stazzona, Semurano, Veleso ... ); nuclei, edifici e apparati decorativi murali delle valli del Liro e del Livo (Dosso del Liro, Garzeno, Consiglio di Rumo, Peglio, Livo, Montemezzo, Trezzone, Bugiallo, Caino ... ); nuclei storici della Valsolda e della Val Cavargna (Albogasio, Castello, Cima, Loggio, San Mamete, Cavargna, San Nazaro, San Bartolomeo, Cusino). Componenti del paesaggio storico-culturale Tracciati storici (in genere i percorsi di crinale, Strada Regina e percorrenze parallele alternative, mulattiere e strade militari della Linea Cadorna, sentieri degli spalloni., strada del San Jorio e del Camedo, sentiero della Bocchetta del Cannone a Livo, “oghe boschive”); molini e folle (Cerano d’Intelvi, S. Pietro Sovera di Porlezza); recinti fortificati (Castello di Carlazzo, Santa Maria Rezzonico) e altri presidi difensivi; ville, parchi e giardini storici (villa Olmo, villa Carlotta a Cadenabbia, villa Pliniana a Torno, sponde lariane fra Torno e Blevio e fra Como e Cernobbio, giardino del Merlo a Musso, palazzo Gallio a Gravedona, villa del Balbianello, villa Beccaria a Sala Comacina, villa Sola Cabiati a Tremezzo, villa Taverna di Blevio, ville Serbelloni e Melzi a Bellagio, villa Vigoni a Loveno ... ); sistema dei porti lacustri, imbarcaderi e loro attrezzature (Cernobbio ... ), lungolago; architettura religiosa romanica del Lario (Santa Maria del Tiglio, Santo Stefano di Lenno, San Benedetto di Val Perlana, San Vincenzo di Sorico ... ); edifici religiosi d’impianto quattrocentesco dell.Alto Lario (Santa Maria delle Grazie di Gravedona, San Vincenzo di Gera Lario ... ); architettura religiosa barocca della Val d’Intelvi; conventi e monasteri (Acquafredda); monumenti isolati, edifici sacri di particolare evidenza paesaggistica (santuario del Bisbino, San Martino di Griante, santuario della Madonna del Soccorso a Ossuccio, oratorio di San Maurizio a Porlezza, Santa Margherita sul dosso di Musso, San Lucio in Val Cavargna, San Fedelino sul lago di Novate Mezzola; santuari, sacrari e altri luoghi commemorativi (Sacro Monte di Ossuccio, chiesa della Madonna del Ghisallo); espressioni minori della religiosita popolare: gesuoli, croci, vie Crucis, eremi, pilastrelli votivi per la peste; luoghi sacrali e rituali (Isola Comacina, Bosco Sacro di Cavargna); infrastrutture storiche di trasporto (funicolare di Brunate, ex-funicolare di Santa Margherita Valsolda, servizio della navigazione sul lago); siti archeologici (Isola Comacina, Santa Maria Rezzonico, Casle di Ramponio, Buco del Piombo, Buco dell’Orso); siti estrattivi storici (cave della pietra di Moltrasio e del marmo di Musso.; miniere di ferro della Val Dongana), fucine e forni fusori; archeologia industriale (filande e filatoi a Cremia, Pianello). Pagina 18 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Componenti e caratteri percettivi del paesaggio Visuali paesistiche tramandate nell’iconografia regionale: immagini “Biedermaier” e “Artaria”; luoghi letterari (Valsolda di Fogazzaro, Tremezzina e Cadenabbia nelle descrizioni di viaggio del XIX secolo); panorami, belvedere (Bisbino, San Primo, Boletto, Brunate, Sighignola, Generoso, Madonna del Ghisallo, punta di Bellagio, belvedere di San Martino a Tremezzo); luoghi dell’identita locale (Centro lago e Tremezzina, Isola Comacina, Santa Maria del Tiglio a Gravedona, Madonna dei Ghirli a Campione d’Italia, villa Carlotta a Cadenabbia, “orridi” del lago di Como). A.3.1.2. L’UNITÀ TIPOLOGICA DI PAESAGGIO “DEI LAGHI INSUBRICI” Dal confronto con la Tavola A “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio” in scala 1:300.000 del PPR si evince come il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sia interamente ricompreso nell’Unità tipologica di paesaggio appartenente alla Fascia prealpina e denominata “Paesaggi dei Laghi Insubrici”. La descrizione di tale unità di paesaggio che verrà di seguito riportata è tratta dal documento del PPR “Paesaggi della Lombardia”. Con il termine “unità di paesaggio‟, si vorrebbe far corrispondere a una omogeneità percettiva, fondata sulla ripetitività dei motivi, un’organicità e un’unità di contenuti. Queste condizioni si verificano solo in parte negli ambiti geografici sopra definiti. In essi si trovano piuttosto modulazioni di paesaggio, cioè variazioni dovute al mutare, brusco o progressivo, delle situazioni naturali e antropiche. Si tratta di variazioni di “stile‟, intendendo con ciò il prodotto visibile della combinazione di fattori naturali e di elementi storico-culturali. Tali variazioni stilistiche si manifestano secondo regole definite, in quanto quello stile, quella combinazione di elementi, quelle peculiarità territoriali possono ricorrere anche in ambiti geografici diversi. Ma esse entrano in modo organico e integrato a definirli uno per uno. Alla loro identificazione concorrono elementi diversi, alcuni dei quali però assumono significato basilare nella combinazione di fatti naturali e di fatti antropici. La struttura del paesaggio ha le sue modulazioni estreme passando dalle alte quote alpine, dove l’azione antropica è limitata o assente, alle aree di pianura in cui il segno umano è invece forte e dominante. Paesaggi del laghi insubrici Questo paesaggio non è solo uno dei più peculiari della fascia prealpina, ma è anche uno dei più significativi e celebrati della Lombardia e d’Italia. Esso richiama la storia geologica della formazione delle Alpi, le vicende climatiche, e con queste, anche le morfologie e le forme di insediamento di periodo storico. I laghi occupano la sezione inferiore dei bacini vallivi che scendono dalle catene più interne. Questi invasi sono il risultato di fratture antiche e di modellamenti glaciali pleistocenici. Tutti sono racchiusi dalle dorsali prealpine. La presenza dei laghi condiziona fortemente il clima e l’abito Pagina 19 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO vegetale dei luoghi assumendo quella specificità - detta insubrica rappresentata da una flora spontanea o di importazione (dai lecci, all’ulivo, al cipresso) propria degli orizzonti mediterranei. Ma alla presenza delle acque lacustri si devono numerosi altri elementi di singolarità riguardanti l’organizzazione degli spazi (tipo di colture, di insediamento, attività tradizionali come la pesca, interrelazioni per via d’acqua ) e le testimonianze storiche, la percezione e la fruizione del paesaggio come scenario di soggiorno e turismo. Al richiamo del paesaggio lacustre si collega la formazione dell’immagine romantica e pittorica dei luoghi, delle ville e dei giardini, vero e proprio “paesaggio estetico”, declamato nella letteratura classica (Manzoni, Stendhal, Fogazzaro) e di viaggio, raffigurato nel vedutismo e nella pittura di genere. La fascia spondale, così caratterizzata, è poi sovrastata da fasce altitudinali che si svolgono lungo i versanti in modi tradizionalmente non tanto dissimili da quelli delle valli proprie. La mancanza di un fondovalle genera però una sorta di lenta aggressione edilizia delle pendici che, seppur connotata da basse densità volumetriche, impone comunque una riflessione su un così alto consumo di suolo. paesaggisticamente pregiato (e forse, proprio per questo, così ambìto). A.3.1.3. ELEMENTI DI RILEVANZA PAESAGGISTICA REGIONALE Il confronto con le tavole B “Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico”, D “quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale ed E “Viabilità di rilevanza regionale” in scala 1:300.000 del PPR, ha permesso l’individuazione di tutti gli elementi di interesse paesaggisticoambientale di rilevanza regionale presenti nell’area di studio. Alla scala del paesaggio, come area di studio si intende l’”area vasta” comprendente il territorio direttamente interessato dal progetto della Variante alla Tremezzina e le zone circostanti (ricomprese nei territori dei comuni interferiti di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante). Dal 4 febraio 2014 i comuni di Ossuccio, Lenno, Tremezzo e Mezzegra, si sono fusi in unico comune denominato Tremezzina. La sovrapposizione del tracciato progettuale con stralci delle suddette tavole in scala 1:300.000 è riportata su apposito elaborato grafico del SIA. Il documento “Repertori” del PPR ad ogni elemento associa un numero di identificazione, in alcuni casi descrivendone le caratteristiche. Gli elementi individuati nell’area di studio sono: Luoghi dell’identità (tavola B): - Isola Comacina (n.37). Paesaggi agrari tradizionali (tavola B): - Ronchi e terrazzi della Tremezzina (n.29). Siti Unesco – art. 23 Normativa (tavole B,D): - Sacri monti della Lombardia (n.3). Strade panoramiche – art. 26 comma 9 Normativa (tavole B,E): - SS340 Regina (n.39). Tracciati guida paesaggistici-art. 26 comma 10 Normativa (tavole B ,E): - Sentero del Giubileo (n.2); Pagina 20 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO - Antica Strada Regina (n.15, pedonale); - Via Carolingia (n.57). Visuali sensibili-art.27 comma 3 Normativa (tavola E): - Belvedere di S.Martino a Griante (n.30). Punti di osservazione del paesaggio lombardo-art.27 comma 4 Normativa (tavola B): - Paesaggio insubrico-bacino lariano (n.14). Tracciati guida paesaggistici I tracciati guida paesaggistici costituiscono i grandi itinerari percettivi del paesaggio lombardo e posseggono i seguenti fondamentali requisiti: 1. risultano fruibili con mezzi e modalità altamente compatibili con l’ambiente e il paesaggio, vale a dire con mezzi di trasporto ecologici (ferroviari, di navigazione, pedonali, cicloturistici, ippici, canoistici ecc.); 2. privilegiano, ove possibile, il recupero delle infrastrutture territoriali dismesse (ferrovie, strade arginali, percorsi storici ecc.); 3. perseguono la compatibilità e l’integrazione fra diversi utenti; 4. tendono, ovunque sia possibile, alla separazione dalla rete stradale ordinaria per garantire standard di protezione e sicurezza; 5. perseguono l’integrazione con il sistema dei trasporti pubblici locali e con la rete dell’ospitalità diffusa. Si riportano di seguito le descrizioni contenute nel documento “Repertori” e relative ai tracciati guida paesaggistici presenti nell’area di studio. Il sentiero del Giubileo Itinerario escursionistico di lunga percorrenza realizzato dall’ARF Lombardia in occasione del Giubileo dell’anno 2000. Collega in senso nord-sud il Varesotto (Ponte Tresa) – e la Valle Spluga (con una bretella) - con l’Oltrepo’ Pavese (Passo del Penice) offrendo in questo senso un’alternativa al tradizionale percorso della Via Francigena (intersecata all’altezza di Pavia) e un’integrazione alla stessa valorizzando il tracciato ‘romeo’ oltrepadano passante per la Valle Staffora, Bobbio e l’Alto Piacentino. Risulta essere, con il Sentiero E1, una delle poche possibilità di attraversamento della valle del Po su percorsi protetti. È comune in alcuni tratti con il Sentiero E1, l’itinerario del Ticino, la greenway Milano-Varzi. Inoltre a questo sentiero si affiancano, in funzione ciclabile, alcuni tratti della rete ciclabile della Provincia di Varese. In particolare: la ciclabile della Valganna, la ciclabile del Lago di Varese e la connessione Lago di Varese-Parco del Ticino. Punto di partenza: Ponte Tresa – Passo dello Spluga. Punto di arrivo: Passo del Penice – Corte S. Andrea. Lunghezza complessiva: 400 km circa. Tipologie di fruitori: pedoni, in alcuni tratti ciclisti. Tipologia del percorso: sentieri, strade arginali e forestali. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Varese, Como, Pavia. Pagina 21 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Province attraversate: Varese, Milano, Pavia, Sondrio, Como, Lodi. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio insubrico, paesaggio dei rilievi prealpini, paesaggio delle colline moreniche, paesaggio delle valli fluviali escavate, paesaggio della pianura irrigua, paesaggio appenninico. L’antica Strada Regina Riguarda il recupero di una delle più note via di transito storico della Lombardia. In parte già realizzato con percorsi pedonali attrezzati fornisce importanti conoscenze sulla storia del commercio e delle vie di comunicazione utilizzate in epoca romana e ulteriormente incrementate dal Medioevo fino alla fine dell’Età Moderna. L’asse della Regina risale la sponda occidentale del lago di Como e giunge a Chiavenna, da cui si dipartono le due direttrici transalpine verso lo Spluga e verso la Bregaglia (passo del Settimo). Punto di partenza: Como. Punto di arrivo: Chiavenna. Lunghezza complessiva: 120 km. Tipologie di fruitori: pedoni. Tipologia del percorso: sentieri, strade comunali, strade campestri. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Como. Province attraversate: Como, Sondrio. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio insubrico, paesaggio delle valli alpine glaciali. La via Carolingia La via Carolingia evoca il percorso effettuato da Carlo Magno nell’anno 800 per recarsi a Roma per la sua elezione a imperatore. Riconusciuto quale “itinerio culturale” europeo dal Consiglio d’Europa, attraversa il terriorio lombardo da Campione d’Italia fino a Suzzara per poi rientare, per breve tratto, a Sermide. Il percorso riconosciuto segue strade secondarie e minori percorribili in bicicletta. Punto di partenza: Campione d’Italia. Punto di arrivo: Suzzara e Sermide. Lunghezza complessiva: 320 km. Tipologie di fruitori: pedoni, ciclisti. Tipologia del percorso: strade secondarie e minori. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Como, Bergamo e Mantova. Province attraversate: Como, Lecco, Bergamo, Cremona, Brescia, Mantova. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio prealpino e dei laghi insubrici, paesaggi collinari del Canturino, della Brianza e della Bergamasca, paesaggi della pianura Bergamasca e Cremonese, della Bassa Bresciana e del Mantovano, paesaggio fluviale della valle del Po nel Mantovano. Pagina 22 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Punti di osservazione del paesaggio lombardo Di seguito si riportano alcuni stralci della scheda n. 04 “Paesaggio insubrico bacino lariano del documento del PPR “Osservatorio dei Paesaggi lombardi” relativi al punto di osservazione del paesaggio isubrico della sponda occidentale del lago di Como. Tipo di paesaggio: insubrico della sponda occidentale del lago di Como. Punto di ripresa: Santuario della Madonna del Soccorso, comune di Lenno (Como): 401 m. Orientamento :nord-nord-est. Questo paesaggio non è solo uno dei più peculiari della fascia pre-alpina, ma è anche uno dei più significativi e celebrati della Lombardia e d’Italia. Richiama la storia geologica delle Alpi, le vicende climatiche, e con queste le forme di insediamento di periodo storico. I laghi occupano la sezione inferiore dei bacini vallivi che scendono dalle catene interne. Questi invasi sono il risultato di fratture antiche e di modellamenti glaciali pleistocenici. Tutti sono racchiusi dalle dorsali prealpine. La presenza dei laghi condiziona il clima e l’abito vegetale dei luoghi assumendo quella specificità detta insubrica rappresentata da una flora spontanea o di importazione (dai lecci, all’ulivo, al cipresso) propria degli orizzonti mediterranei. Alla presenza delle acque lacustri si devono numerosi altri elementi di singolarità riguardanti l’organizzazione degli spazi (tipo di colture, di insediamento, attività tradizionali come la pesca, interrelazioni per via d’acqua..) e le testimnianze storiche, la percezione e la fruizione del paesaggio come scenario turistico. La fascia spondale è poi sovrastata da fasce altitudinale che si svolgono lungo i versanti in modi non tanto dissimili da quelli della valli proprie. La mancanza di un fondovalle genera una sorta di lenta aggressione edilizia delle pendici (vedi Cernobbio e Moltrasio). A.3.1.4. INDIRIZZI DI TUTELA DEI PAESAGGI DI LAGHI INSUBRICI La seguente tabella riporta stralci del documento del PPR “Indirizzi di tutela” riguardanti gli indirizzi di tutela dei “paesaggi del laghi insubrici”. Paesaggi dei laghi insubrici Indirizzi di tutela La presenza delle acque lacustri condiziona il clima e l'ambiente, formato da versanti di tipo vallivo, assumendo quella specificità detta insubrica - rappresentata da una particolare flora spontanea o di introduzione antropica (dai lecci, agli ulivi, ai cipressi, ecc.) propria dell'area mediterranea o submediterranea. Alla presenza delle acque lacustri si devono numerosi altri elementi di singolarità riguardante l'organizzazione degli spazi (tipo di colture, di insediamento, La tutela va esercitata prioritariamente tramite la difesa ambientale, con verifiche di compatibilità di ogni intervento che possa turbare equilibri locali o sistemici. Difesa, quindi, della naturalità delle sponde, dei corsi d'acqua affluenti, delle condizioni idrologiche che sono alla base della vita biologica del lago (dal colore delle acque alla fauna ittica, ecc.) delle emergenze geomorfologiche. Vanno tutelate e valorizzate, in quanto elementi fondamentali Pagina 23 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO attività tradizionali come la pesca, interrelazioni per vie d'acqua ecc.) e le testimonianze storiche, la percezione e la fruizione del paesaggio come scenario di soggiorno e turismo. di connotazione, le testimonianze del paesaggio antropico: borghi, porti, percorsi, chiese, ville. In particolare una tutela specifica e interventi di risanamento vanno previsti per il sistema delle ville e dei parchi storici. La disciplina di tutela e valorizzazione dei laghi e dei paesaggi che li connotano è dettata dall‟art. 19 della Normativa del PPR. Aspetti particolari Indirizzi di tutela Superficie lacuale: È l'elemento naturale dominante del paesaggio nella regione insubrica. Darsene e porti: Il rapporto storicamente instauratosi tra uomo e lago, come via di comunicazione e risorsa ambientale, ha portato alla costruzione di un sistema di approdi e luoghi per il ricovero delle imbarcazioni, che connota fortemente le sponde lacustri con i suoi manufatti, spesso di notevole interesse architettonico, e i suoi elementi caratterizzanti anche minori. Sponde dei laghi: Le sponde dei laghi sono l'essenza e il fulcro del paesaggio insubrico. La struttura antropica antica e le sue evoluzioni ottocentesche non hanno compromesso l'estetica dei luoghi. La loro compromissione ha assunto caratteri deleteri solo da data relativamente recente. Insediamenti- percorrenze: L'impianto urbanistico dei borghi lacuali assume connotati del tutto particolari, con: andamenti e assi pedonali perpendicolari alla sponda e sistemazioni edilizie gradonate degli insediamenti rivieraschi, da una parte; la concatenazione dei nuclei temporanei di mezza costa, dall'altra. La tendenza ad Va innanzitutto tutelata la risorsa idrica in sé; anche tramite il controllo delle immissioni. Va inoltre disincentivato l'uso di mezzi nautici privati a motore. Va previsto il restauro e il mantenimento dei manufatti esistenti. Eventuali nuovi approdi devono essere previsti in specifici progetti di sistemazione paesaggistica di dettaglio o in piani territoriali regionali di settore, a specifica valenza paesaggistica, relativi alle rive lacustri. Il raggiunto apparato scenografico delle rive lacustri consente esclusivamente inserimenti in scale adeguate all'esistente, con particolare attenzione all'uso di materiali edilizi e tinteggiature confacenti ai luoghi. Eventuali sostituzioni edilizie, migliorative dell'ambiente attuale, dovranno essere previste in specifici progetti di sistemazione paesaggistica di dettaglio. Le proposte di colorazione di edifici devono essere tratte da cartelle colore in uso nelle amministrazioni comunali. L'ammodernamento della rete stradale deve avvenire preferibilmente tramite l'adeguamento di quella esistente, ove compatibile con l'assetto storico e paesistico dei luoghi. Deve essere compiuta una specifica individuazione dei percorsi esistenti al fine di prevedere la valorizzazione dei tracciati pedonali storici e dei loro elementi costitutivi anche mediante l'inserimento nei programmi Pagina 24 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO espandere l'abitato seguendo ed estendendo le ramificazioni della rete stradale, contestuale a quella di fornire ad ogni residenza un proprio accesso veicolare, sta alterando profondamente il carattere della consolidata sistemazione a ripiani e della preziosa concatenazione dei nuclei storici, nonché le caratteristiche proprie dei percorsi. Vegetazione: La rilevantissima funzione termoregolatrice dei laghi esercita benefici influssi sulla vegetazione che si manifesta con scenari unici a queste latitudini. Coltivazioni tipiche di questo ambiente: gli agrumeti, i frutteti, i vigneti, gli uliveti, i castagneti. di azione paesaggistica di cui all'art. 32 della Normativa del PPR. Le nuove eventuali aggiunte edilizie devono rispettare le caratteristiche dell'impianto urbanistico del sistema insediamenti-percorrenze. Vanno previste la protezione e l'incentivazione delle coltivazioni tipiche, delle associazioni vegetali del bosco ceduo di versante e di tutte le sistemazioni agrarie terrazzate delle sponde. Di seguito si riportano anche i contenuti del documento “I paesaggi di Lombardia” relativi agli indirizzi di tutela dei “paesaggi del laghi insubrici”. Paesaggi dei laghi insubrici Al paesaggio dei laghi prealpini il Piano Paesaggistico Regionale deve rivolgere l’attenzione più scrupolosa, per l’importanza che esso riveste nel formare l’immagine della Lombardia. La tutela va esercitata anzitutto nella difesa dell‟ambiente naturale, con verifiche di compatibilità di ogni intervento che possa turbare equilibri locali o di contesto. Difesa quindi della residua naturalità delle sponde, dei corsi d’acqua affluenti a lago, delle condizioni di salute delle acque stesse che sono alla base della vita biologica di questi ecosisterni, difesa delle emergenze geomorfologiche. Dalle rive deve essere assicurata la massima percezione dello specchio lacustre e dei circostanti scenari montuosi. La trasformazione, quando ammessa, deve assoggettarsi oltre che al rispetto delle visuali di cui sopra, anche alla salvaguardia del contesto storico. Gli alti valori di naturalità impongono una tutela assai rigida di tutto ciò che compone la specificità insubrica (dalle associazioni arboree dei versanti alla presenza di sempreverdi “esotici‟ quali olivi, cipressi, palme ... ). Le testimonianze dell’ambiente umano, che spiccano in particolare modo nell’ambito dei laghi (borghi e loro architetture, porti, percorsi, chiese, ville nobiliari...), vanno tutelate e valorizzate. Tutela specifica e interventi di risanamento vanno esercitati sui giardini e i parchi storici (si pensi al solo, esecrabile, caso di abbandono dello storico giardino del Merlo, fra Musso e Dongo), sul paesaggio agrario tradizionale (si pensi agli splendidi ripiani coltivi della Muggiasca o a quelli dei Borai di Predore). Anche i livelli altitudinali posti al di sopra delle sponde lacustri vanno protetti nei loro contenuti e nel loro contesto, nella loro panoramicità, nel loro rapporto armonico con la fascia a lago. Pagina 25 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO L’acqua È l’elemento naturale dominante del paesaggio nella regione insubrica, sia essa distesa nei grandi specchi dei laghi, sia essa tumultuosa e rumoreggiante negli orridi e negli anfratti dei gradini glaciali, sia ancora raccolta e regolata negli alvei dei grandi fiumi. La sua presenza, oltre a stabilire precisi influssi sul microclima e sulla vegetazione, arricchisce lo scenario, attenuando la severità dei rilievi, delineando linee di fuga orizzontali sui divergenti profili dei monti. Va tutelata e rispettata, va disinquinata. Va disincentivato l’uso di mezzi nautici a motore. Se necessari, darsene e porti turistici si devono realizzare secondo criteri localizzativi accurati, con dimensioni contenute e con l’adozione di elementi decorativi che traggano spunto dalla tradizione. Infine, tutta la cultura materiale che ha tratto dalla risorsa acqua un grande bagaglio di tecniche e conoscenze va rispettata e non dimenticata: dalle pratiche di pesca, ai commerci via lago, alle tipologie delle imbarcazioni (basti pensare all’immagine della barca lariana nell’identificazione del paesaggio lariano). Le sponde Le sponde dei laghi sono l‟essenza e il fulcro del paesaggio insubrico. La loro compromissione ha assunto caratteri deleteri solo da data relativamente recente. In passato, specie nell‟Ottocento, la costruzione dei lungolaghi (sebbene criticabile sotto il profilo della conservazione dell’ originaria trama dei borghi lacuali, perpendicolari e non paralleli alla sponda) e l’infoltimento delle ville borghesi aveva assunto caratteri e dimensioni tali da non compromettere l’estetica dei luoghi, anzi aveva generato una sua estetica propria, largamente idealizzata dalla propaganda turistica. La successiva costruzione delle strade litoranee (conclusa solo nella prima metà del XX secolo), la privatizzazione degli arenili, l’edificazione e la sostituzione edilizia negli abitati ha stravolto il delicato equilibrio preesistente. Occorre qui delineare una nuova filosofia che interpreti il senso di ogni ulteriore trasformazione in questi luoghi, riprendendo magari i criteri che accompagnarono le prime realizzazioni urbane, ricche di decoro, stile e misura. Sono particolarmente criticabili tutti gli interventi “fuori scala‟ rispetto al contesto ambientale, così minuto e parcellizzato, l’uso di materiali edilizi impropri, tinteggiature non confacenti. Resterà di monito ai posteri l’incredibile edificio condominiale issato a mezzacosta sul ramo di Lecco, sopra Onno. Le sponde dei laghi non devono essere ulteriormente alterate, ma al contrario si deve esaltarne la residua naturalità. Si deve evitare la costruzione di infrastrutture di grosso peso o si devono mimetizzare con grande efficacia. Tutte le aree di risulta, rese tali dall’ammodernamento della rete viaria (vecchi tracciati stradali dismessi), devono essere recuperate per uso turistico come piste pedonali o ciclabili valorizzando la loro funzione paesaggistica. Un problema particolare è quello della conservazione di parchi e giardini storici, sempre più soggetti a disinvolte operazioni di smembramento e lottizzazione. Vanno rispettati nella loro integrità, anche di Pagina 26 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO sistema, laddove essi si dispongono a cortina lungo interi tratti spondali. In questi luoghi deputati alla bellezza, lunghi spesso decine di chilometri (si pensi al tratto da Borgo Vico di Como fino a Carate Urio e oltre), la cura del patrimonio esistente si deve estendere sia ai manufatti edilizi sia al corredo arboreo che li inviluppa e li impreziosisce. Il clima e la vegetazione La rilevante funzione termoregolatrice dei laghi esercita benefici influssi sulla vegetazione che si manifesta con aspetti assolutamente unici a queste latitudini e a così prossima vicinanza con gli ambienti freddi degli orizzonti alpini. Per questo motivo, la flora insubrica, nella sua consistente varietà di specie, deve essere largamente protetta. Ma la protezione non deve riguardare solo la singola specie, ma in molti casi l’intero scenario naturale che le fa da contorno. Vanno tutelate e incentivate le colture tipiche di questi ambienti: i frutteti, i vigneti, gli uliveti e, a un gradino più in su, i castagneti. In pari tempo vanno governate e mantenute le associazione vegetali del bosco ceduo di versante e le sistemazioni agrarie terrazzate. Vanno censite e governate tutte le essenze esotiche dei parchi e dei giardini storici. Va migliorato il patrimonio boschivo, laddove si segnalino estese rinaturalizzazioni. Gli insediamenti e le percorrenze L’impianto urbanistico del borghi lacuali (Varenna, Bellano, Menaggio ecc.) assume connotati di assoluta unicità con andamenti e assi pedonali perpendicolari alla sponda e sistemazioni edilizie a gradonate. Tale disegno dovrebbe essere mantenuto evitando che le espansioni recenti consegnino una lettura complessiva alterata. Si osserva infatti la comune tendenza ad espandere i nuclei seguendo le sinuose ramificazioni delle strade che dal vecchio nucleo risalgono i versanti secondo una disposizione a schiera di lotti edificabili. Tale criterio comporta un enorme consumo di suolo, su lembi di ben conservato paesaggio agrario, e si rivela l’esatto opposto della consolidata sistemazione edilizia a ripiani sovrapposti e degradanti verso lago. Evidentemente la necessità di fornire a ogni residente un accesso veicolare ha determinato questa scelta. L’impiego di parcheggi collettivi, peraltro condizione obbligata per i residenti nei vecchi nuclei, potrebbe comportare una diversa organizzazione urbanistica delle aree in via di nuova edificazione e un più consono dialogo con le preesistenze. L’ampliamento e la sistemazione dei lungolaghi devono riprendere i caratteri decorativi tradizionali evitando l’eccessivo impiego di elementi standardizzati di arredo urbano. Anche la preziosa concatenazione dei nuclei temporanei di mezza costa (“monti‟ o “alpi‟) va conservata nella sua integrità con l’adozione di criteri riabilitativi congrui con la tradizione. Va disincentivata la costruzione di strade carrozzabili sulle pendici che sporgono a lago, sia per il loro non evitabile impatto, sia per le loro spesso eccessive dimensioni. Si deve propendere invece per tracciati che consentano l’accesso a soli mezzi speciali Pagina 27 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO per i frontisti, mantenendo tipologie costruttive tradizionali (selciati, muri in pietra, pendenze anche sentite che evitino un eccessivo sviluppo planimetrico del tracciato). Si deve evitare la compromissione e l’abbandono dei precedenti tracciati pedonali, anzi se ne deve valorizzare la funzione escursionistica recuperando tutti i loro elementi costitutivi: gradonate, selciati, muri, santelle, fontane, soste ecc. L’ammodernamento dei tracciati stradali principali lungolago deve sottostare a precise indicazioni per il loro perfetto inserimento nel paesaggio. Sotto questo profilo si può affermare che non sempre la soluzione in galleria risulti la più efficace poiché viene a cadere la funzione attiva della strada stessa nella percezione del paesaggio. Inoltre la costruzione di gallerie, specie di quelle solo parzialmente coperte, deve contemplare criteri di mitigazione dell’impatto molto più ricercati di quelli attuali. L’impiego di travature lineari risulta in questo senso sconsigliato e risulta più idonea l’assimilazione di forme a volta, largamente impiegate nel passato, provvedendo sempre al rivestimento in pietra e a intensivi interventi di arredo vegetale. L’idealizzazione Molti luoghi dei laghi hanno assunto nel tempo una precisa identificazione collettiva: le isole (Montisola, Isola Comacina, le isole del Benaco ecc.), le punte e gli scogli (Bellagio, le punte delle Croci sul Sebino, la punta della Cavagnola sul Lario ecc.), le rupi (Caldé, Musso, i „bogn‟ sebini ecc.), golfi e seni (Salò, Laveno ecc.). Dalla loro integrità discende la trasmissibilità dell’immagine paesistica insubrica. Come pure vanno tutelati i belvedere e i punti di osservazione posti sui versanti che sporgono a lago, spesso indicati dalla presenza di santuari o chiese (Lezzeno, San Martino di Tremezzo, Montecastello a Tignale ... ). Deve essere mantenuta la loro accessibilità pedonale. A.3.2 CONFRONTO CON IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Como (PTCP) è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 59/35993 del 2 agosto 2006 successivamente al PPR, ed è vigente dal 20 settembre 2006 (data della pubblicazione della sua approvazione sul BURL). A.3.2.1. VIABILITA’ E SISTEMA FERROVIARIO La sovrapposizione del tracciato di progetto con la tavola B.3.1 “Viabilità e sistema ferroviario” del PTCP è rappresentata nell’apposito elaborato grafico del SIA. Dall’analisi emerge come nella tavola del PTCP sia ancora riportato il vecchio tracciato che prevedeva l’uscita intermedia in Val Perlana e non la soluzione elaborata per il progetto preliminare e successivamente perfezionata nel progetto definitivo. Pagina 28 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.3.2.2. L’UNITA’ DI PAESAGGIO “TREMEZZINA E ISOLA COMACINA” Il PTCP costituisce elemento strategico del Piano del Paesaggio, istituito e definito dal Piano territoriale Paesistico Regionale (oggi compreso ed integrato nel Piano Paesaggistico Regionale.) quale insieme degli atti a specifica valenza paesaggistica. In quanto tale esso assolve ai seguenti compiti: - riconosce i valori e i beni paesaggistici, intesi sia come fenomeni singoli sia come sistemi di relazioni tra fenomeni e come contesti od orizzonti paesaggistici; - assume i suddetti valori e beni quali fattori qualificanti della disciplina dell’uso e delle trasformazioni del territorio e definisce conseguentemente tale disciplina; - dispone le azioni per mantenere e migliorare nel tempo la qualità del paesaggio. Il confronto con il PTCP è stato fatto in particolare analizzando la Tavola A2B “Il paesaggio”. La sovrapposizione del tracciato di progetto con stralcio della tavola A2B in scala 1:25.000 è raffigurata in apposito elaborato grafico del SIA. Dall’analisi, si evince come il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sia interamente ricompreso nell’Unità di paesaggio n. 12 denominata “Tremezzina e Isola Comacina”. La sovrapposizione del tracciato di progetto con stralcio della Tavola A2B “Il paesaggio” in scala 1:25.000 è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. La descrizione dell’unità di paesaggio che verrà di seguito riportata è presa dal documento “Relazione” del PTCP. Il PTCP dettaglia e meglio definisce le “unità tipologiche del paesaggio” già indicate dal previgente PTPR (oggi PPR) , individuando sul territorio provinciale 27 ambiti omogenei per caratteristiche fisico-morfologiche, naturalistiche e culturali denominate “unità tipologiche del paesaggio del PTCP”, e ne definisce i relativi caratteri connotativi. Le “unità tipologiche del paesaggio” del PTCP costituiscono sub articolazioni territoriali di quelle individuate dal PTPR. La definizione delle unità tipologiche di paesaggio (UTP) deriva da una lettura del territorio articolata principalmente, ma non esclusivamente, su basi morfologiche ed ambientali. In linea generale il tracciamento dei confini tra le unità tipologiche di paesaggio ha risposto a criteri di omogeneità dei contesti paesaggistici, con particolare riferimento all’univocità dei contesti descritti e della loro percezione visiva, così come delineata dall’esistenza di vette, crinali, spartiacque ed altri elementi fisico-morfologici agevolmente riconoscibili nelle loro linee costitutive essenziali. Pagina 29 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Tremezzina e Isola Comacina Sintesi dei caratteri tipicizzanti Il versante orientale del Monte di Tremezzo, peculiare sotto l'aspetto geomorfologico per la ricchezza di grotte e forme carsiche, termina in direzione del Lario con la strapiombante parete del Sasso San Martino, che incombe sopra l'abitato di Griante. In questo tratto la riviera lariana offre il meglio del proprio repertorio paesaggistico, ripetutamente immortalato nell'iconografia durante il corso dei secoli. Alla scogliera del San Martino fanno infatti seguito verso sudovest l'ampia Costa della Tremezzina, il boscato Dosso di Lavedo, promontorio più conosciuto con il nome di Punta della Villa Balbianello e tutelato quale patrimonio mondiale dall'UNESCO, e la celebre Isola Comacina, entrambe propaggini del complesso dolomitico che costituisce il Monte di Tremezzo. Di fronte all'isola, l'unica nel Lario, e all'antistante Zoca de l'oli, antica culla della coltura dell'olivo portato sul Lario dai Romani, oltre i nuclei di Spurano, Ossuccio e Lenno si apre la cupa e profonda Val Perlana, largamente nota per la presenza di una Via Crucis che collega monasteri e cappelle di rilevante interesse storico e architettonico l'abbazia dell'Acquafredda, il santuario della Madonna del Soccorso e il complesso monastico di San Benedetto, di origine romanica. L'ampia Costa della Tremezzina, ricca di ville e grandi edifici-albergo, si presenta debolmente inclinata sino alle pendici del Monte di Lenno, del Galbiga e del Crocione, rilievi incisi dal profondo solco del torrente Bolvedro ed allineati a formare un dolce crinale costellato di alpeggi e "bolle". La natura dei versanti è di tipo sedimentario; sopra la piattaforma carbonatica compaiono infatti argilliti, marne, grossi banchi di calcari corallini e calcari dolomitici fossiliferi che costituiscono le inconfondibili falde oblique del Monte di Tremezzo. Di rilevante qualità paesaggistica ed architettonica è l'insediamento di Villa Balbianello, come peraltro anche quello di Villa Carlotta, inserito in un ampio parco storico terrazzato che ospita un famoso giardino botanico. Numerose altre ville signorili, dimore storiche di personaggi illustri, arricchiscono le sponde della Tremezzina nel tratto di strada litorale compreso tra Azzano e Griante. Nell'unità di paesaggio la tipologia dei comparti agricoli è quella a "campi chiusi" di tradizione nord-europea. Fitti terrazzamenti, individuati quali "paesaggi agrari tradizionali" dal PTPR, occupano infatti le primi pendici alle spalle dei declivi abitati, punteggiate da alberi da frutta e olivi, giungendo sino agli insediamenti di mezza costa. Purtroppo il territorio agricolo è oggi sempre più frequentemente ridotto e intaccato rispetto al passato, specialmente negli spazi percepibili dai percorsi principali. Inoltre il progressivo aumento dell'edilizia residenziale e produttiva è giunto a densità tali, in alcune zone, da porre a rischio l'originaria maglia di relazioni tra gli elementi del paesaggio. Testimonianze di origine romana e ruderi di torri di avvistamento sono disseminate in quasi tutti gli insediamenti a lago, a documentare il tracciato dell'Antica Via Regina nelle diverse epoche storiche. Pagina 30 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO La stessa Isola Comacina costituisce una della principali aree nelle quali sono state effettuati rinvenimenti archeologici di grande importanza in provincia di Como. Anche l'architettura romanica è presente con splendidi esempi, quali ad Ossuccio la chiesa dei SS. Giacomo e Filippo e la chiesa di Santa Maria Maddalena, con il noto campanile. Il territorio è straordinariamente ricco di incantevoli vedute panoramiche, tra le quali ci si limita qui a ricordare quelle che si possono godere dalla chiesetta di San Martino, dalla chiesa di Santa Margherita a Pigra e dal Dosso di Lavedo. L'unità tipologica di paesaggio è attraversata in parte dalla Via dei Monti Lariani e per l'intera sua lunghezza dall'Antica Via Regina. Principali elementi di criticità Come principali elementi di criticità sono stati individuati: - Semplificazione del paesaggio determinata dall’abbandono delle pratiche agricole e pastorali; - Perdita del valore del paesaggio per la progressiva e non controllata espansione dell’edificato e l’abbandono di percorsi e manufatti storici; - Locale interruzione dei corridoi ecologici; - Dissesto idrogeologico dei versanti. A.3.2.3. ELEMENTI DI RILEVANZA PAESAGGISTICA PROVINCIALE Il PTCP di Como ha individuato le “rilevanze paesaggistiche”, nel senso di beni irrinunciabili o soggetti a rischio, nonché altri elementi “di riferimento territoriale” (landmarks), nel senso di beni necessari alla conoscenza e alla caratterizzazione delle unità tipologiche di paesaggio. Tali rilevanze sono state individuate sulla base di un’analisi della loro rilevanza quali elementi in grado di caratterizzare il paesaggio della provincia o di sue ripartizioni territoriali. Essi non vanno pertanto confusi, sebbene possano in diversi casi coincidere, con quei beni già oggetto di disposizioni normative in materia paesaggistica che costituiscono il sistema dei vincoli vigenti ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Infatti mentre i primi sono identificati nella carta del paesaggio del PTCP, i secondi trovano rappresentazione nella carta dei vincoli del PTCP, che riporta integralmente l’attuale stato delle conoscenze desumibili dal Sistema Informativo Beni Ambientali (SIBA) della Regione Lombardia. Il PTCP individua gli “elementi di rilevanza paesaggistica” suddividendoli nei 4 sottosistemi: - fisico-morfologico (aree con fenomeni carsici, cascate, isole,..); - naturalistico (alberi monumentali, ambiti e siti di interesse paleontologico,..); - paesaggistico (luoghi dell’identità del PTPR, punti panoramici,..); - storico-culturale (centri storici,elementi di archittettura civile, elementi di architettura religiosa,..). Dal confronto con la Tavola A2 del PTCP “Il paesaggio”, unitamente all’analisi della Relazione e dell’Allegato 1 alla Relazione “Il sistema paesistico ambientale”, sono stati individuati tutti gli “elementi di rilevanza Pagina 31 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO paesaggistica” presenti nell’area di studio, riportati di seguito suddivisi per tipologia. In questo caso come area di studio si intende l’area dell’unità di paesaggio n.12 “Tremezzina e Isola Comacina” ricompresa all’interno dei territori comunali di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante. La sovrapposizione del tracciato progettuale con stralcio della Tavola A2B “Il paesaggio” in scala 1:25.000 è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. Nelle seguenti tabelle per ciascuno degli elementi individuati è indicato: - il codice univoco di riconoscimento; - la tipologia corrispondente; - la denominazione con la quale è generalmente riconosciuto l’elemento di rilevanza paesaggistica od un toponimo ad esso contiguo e riportato sulla Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000; - il comune od i comuni nel cui territorio ricade l’elemento di rilevanza paesaggistica. Elementi areali Fisico-morfologici Codice ID A.3.20 Toponimo Tremezzina Comuni Griante,Tremezzo Isola Comacina Dosso di Lavedo Tipologia Area con fenomeni carsici Isola Promontorio A.6.2 A.12.5 Toponimo Villa Carlotta Tipologia Parco o giardino Comuni Tremezzo Tipologia Parete di valenza paesaggistico Parete di valenza paesaggistica Area con presenza di alpeggi Area con presenza di alpeggi Area con presenza di alpeggi Comuni Griante,Tremezzo Ossuccio Lenno Naturalistici Codice ID A.9.2 Paesaggistici Codice ID A.10.17 A.10.23 Toponimo Sasso di Griante o S.Martino Monte di Tremezzo A.14.21 Alpe di Mezzegra A.14.25 Alpe di Sala A.14.27 Alpe di Colonno Tremezzo Mezzegra Sala Comacina Colonno Pagina 32 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Elementi puntuali Fisico-morfologici Codice ID P.3.13 P.3.14 Toponimo Malgiso Camogge (cascata sulla Via Regina) Tipologia Cascata Cascata Comuni Lenno Colonno Toponimo Torrente Bolvedro Dossone di Nava Prà della Tacca Tipologia Ambito paleontologico Ambito paleontologico Ambito paleontologico Naturalistici Codice ID P.2.7 P.2.8 P.2.9 Comuni Tremezzo Tremezzo Mezzegra Storico culturali Codice ID P.6.4 P.6.8 Toponimo Villa Balbianello Arconati Visconti Villa La QuieteGioconda- Serbelloni Villa Silvestri (Lingeri 1930) Villa Amila (Lingeri 1927) Villa Carlotta P.6.9 Villa Margherita P.6.10 Alberghi e ville stile liberty Palazzo Brentano P.6.5 P.6.6 P.6.7 P.6.14 P.6.15 P.6.16 P.6.17 P.6.19 P.10.28 P.10.29 P.10.30 P.10.31 P.10.32 Palazzo villa Balbiano-GallioDurini Villa Leoni (Lingeri) Villette per (Lingeri) Villa Beccaria artisti Chiesa di S.Stefano e Battistero Abbazia dell’Acquafredda oratorio di San Vincenzo Chiesa di S.Maria Santuario di S.Martino Tipologia Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale storico- Comuni Lenno storico- Tremezzo storico- Tremezzo storico- Tremezzo storico- Tremezzo storico- Griante storico- Griante storico- Mezzegra storico- Ossuccio Edificio storicoculturale Edificio storicoculturale Edificio storicoculturale Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Lenno Luogo di culto Tremezzo Luogo di culto Luogo di culto Tremezzo Griante Ossuccio Sala Comacina Lenno Pagina 33 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO P.10.37 P.10.38 P.10.39 P.10.40 P.10.41 P.10.42 P.10.43 Chiesa e oratorio di S.Abbondio Santuario della Madonna del Soccorso e Via Crucis Chiesa dei SS Giacomo e Filippo Oratorio di S.Maria Maddalena Oratorio di S.Giovanni Basilica e Monastero di S. Benedetto Oratorio di San Giovanni Luogo di culto Mezzegra Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Paesaggistici Codice ID P.9.4 Toponimo Isola Comacina P.15.3 Ronchi e terrazzi della Tremezzina Dosso di Lavedo Lido di Cadenabbia San Martino Monte Cisino Monte di Lenno P.16.54 P.16.55 P.16.56 P.16.63 P.16.64 Tipologia Luogo dell’identità regionale Paesaggio agrario tradizionale Punto panoramico Punto panoramico Punto panoramico Punto panoramico Punto panoramico Comuni Ossuccio Tremezzo Lenno Tremezzo Griante Mezzegra Ossuccio Come landmarks di livello provinciale, per l’unità di paeasaggio “Tremezzina e Isola Comacina” sono stati individuati: - Parete e chiesa del Sasso Martino; - Sistema di ville storiche tra Griante ed Azzano; - Giardino botanico di Villa Carlotta; - Dosso di lavedo e Villa Balbianello; - Isola Comacina e Zoca de l’Oli; - Chiesa di Santa Maria Maddalena ad Ossuccio; - Chiesa dei SS Giacomo e Filippo ad Ossuccio; - Santuari lungo la Via Crucis in Val Perlana. A.3.2.4. RAPPORTI CON LA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE La rete ecologica provinciale costituisce uno dei sistemi territoriali portanti del P.T.C.P., finalizzato da un lato a contenere ed orientare le dinamiche concernenti il consumo di suolo e d’altro lato a garantire la conservazione e l’incremento dei livelli di biodiversità oggi esistenti. Essa si articola in elementi costitutivi omogenei, corrispondenti a porzioni di territorio che svolgono il medesimo ruolo funzionale in ordine ai processi di produzione e veicolazione di organismi viventi. Tra questi ultimi si possono infatti riconoscere: 1. ambiti di massima naturalità Pagina 34 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 2. aree sorgenti di biodiversità di primo e secondo livello 3. corridoi ecologici di primo e secondo livello 4. stepping stones 5. zone di riqualificazione ambientale 6. zone tampone di primo e secondo livello. La rete ecologica provinciale organizza l’intero territorio soggetto a pianificazione paesaggistica provinciale e non incluso negli ambiti già urbanizzati o urbanizzabili degli strumenti urbanistici comunali vigenti alla data di approvazione del P.T.C.P. Nella fattispecie, dal confronto tra il tracciato e la Carta della rete ecologica provinciale emerge quanto segue: 1. la quasi totalità del tracciato proposto ricade entro ambiti della rete ecologica provinciale, risultandone esclusi unicamente il tratto terminale in corrispondenza dell’abitato di Griante ed alcuni lembi marginali localizzati a monte degli abitati di Lenno e Colonno; 2. la gran parte del tracciato interessa aree sorgenti di biodiversità di primo livello, individuate dal P.T.C.P. quali aree “caratterizzate da elevata biodiversità”; 3. una breve porzione di tracciato posta a monte dell’abitato di Tremezzo interessa ambiti di massima naturalità, individuati dal P.T.C.P. quali aree “caratterizzate dai massimi livelli di biodiversità alla scala provinciale”. Le norme di P.T.C.P. prevedono la possibilità di apportare modeste variazioni alla rete ecologica provinciale, previa valutazione della sostenibilità delle previsioni con le esigenze di conservazione della struttura e della funzionalità della rete medesima. I singoli impatti sulla rete ecologica provinciale andranno ovviamente valutati per i tratti in superficie e per gli imbocchi, mentre sono generalmente da considerarsi nulli per i tratti previsti in galleria. La sovrapposizione del tracciato di progetto con stralcio della tavola A4 della Rete Ecologica provinciale in scala 1:25.000 è raffigurata in apposito elaborato grafico del SIA. A.3.3 CONFRONTO CON I PIANI URBANISTICI COMUNALI I comuni interessati dal tracciato di progetto, procedendo da sud verso nord sono: Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante. Con Legge Regionale 30 gennaio 2014 - n. 10 i comuni Lenno, Ossuccio, Tremezzo e Mezzegra sono fusi in unico comune denominato Tremezzina. A.3.3.1. COMUNE DI COLONNO Il confronto con la pianificazione comunale di Colonno, è stato fatto con il Piano di Governo del Territorio (PGT) vigente, adottato con DCC n. 26 del 18/12/2012 ed approvato con DCC n.31 del 05/07/2013. Pagina 35 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO La sovrapposizione del tracciato con la tavola “PR2 Ambiti del tessuto agricolo e ambientale” del Piano delle Regole del PGT è riportata all’interno dell’apposito elaborato grafico del SIA. La Tavola suddetta non riporta il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sulla S.S. 340 Regina. Questo è invece è riportato nella Tavola P.3.2 “Indicazioni progettuali” che riporta il tracciato sviluppato nel progetto preliminare assentito da Anas che dal punto di vista planimetrico è molto simile a quello elaborato per il progetto definitivo. Profondita’ della galleria Comacina Facendo riferimento alle progressive chilometriche ed al profilo longitudinale del tracciato sviluppato nel progetto definitivo, la distanza tra l’estradosso della galleria Comacina ed il piano campagna risulta inferiore ai 20 m e di conseguenza sarà necessario imporre una servitù (vincolo di inedificabilità). A.3.3.2. COMUNE DI SALA COMACINA Il confronto con la pianificazione comunale di Sala Comacina è stato fatto con il Piano di Governo del Territorio vigente adottato con delibera del C.C. n. 6 del 10-02-2011 ed approvato con DCC n. 23 del 22/07/2011. La sovrapposizione del tracciato con la tavola “PR2 Ambiti del tessuto agricolo e ambientale” del Piano delle Regole del PGT è riportata all’interno dell’apposito elaborato grafico del SIA. La Tavola riporta il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sviluppato in fase di progettazione preliminare e che risulta planimetricamente molto simile a quello del progetto definitivo. Fino all’intersezione con la Valle dei Ronchi il tracciato è in galleria (Galleria Comacina). Lungo questo tratto, sopra la galleria, si trovano esclusivamente Ambiti di valore ambientale. Dopo l’attraversamento della Valle dei Ronchi (Viadotto Ronchi)e fino alla Valle Premonte (Viadotto Premonte) posta al confine comunale con Ossuccio, il tracciato esce dalla galleria proseguendo a mezza costa a cielo aperto. Le interferenze avvengono esclusivamente con Ambiti di valore ambientale. Per quanto riguarda il tracciato B, oltre ad Ambiti di valore ambientale sono interferiti anche se in minima parte anche Ambiti agricoli. Di seguito si riportano alcuni stralci degli articoli delle Norme Tecniche di Attuazione relative alle zone direttamente interferite dal tracciato A (Ambito di valore ambientale). Art. 48 Ambito di valore ambientale 1. Con “Ambito di valore ambientale” si intendono le aree e gli elementi naturali destinati alla conservazione e alla valorizzazione delle valenze paesistiche, attraverso interventi finalizzati al recupero delle caratteristiche ambientali originarie, nonché attraverso interventi di piantumazione e difesa idrogeologica del suolo. Pagina 36 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 2. All’interno di tutte le zone e ambiti di cui al presente articolo, le aree risultano totalmente inedificabili. L’esercizio di attività agricole è consentito limitatamente alla coltivazione del suolo. Sono vietati inoltre interventi che alterino i caratteri e gli equilibri naturali di suolo, sottosuolo, acqua, flora e fauna, nonché le preesistenze territoriali storiche. 6. All’interno di quest’ambito sono ricomprese anche le aree boscate ovvero gli ambiti di valorizzazione definiti della L.R. n. 27/04 e successive modifiche. Gli interventi sono finalizzati alla conservazione e ricostruzione della vegetazione in equilibrio con l’ambiente, favorendo la diffusione delle specie tipiche locali. 7.Usi non consentiti Agricolo – A, nelle articolazioni A1, A2 per le voci “impianti e attrezzature per la produzione agricola” e “rimesse”, A3, A4, A5; Industria e artigianato – I; Terziario e commercio – T, Servizi di interesse generale – S; Mobilità – M. Profondità della galleria Comacina Facendo riferimento alle progressive chilometriche ed al profilo longitudinale del tracciato sviluppato nel progetto, la distanza tra l’estradosso della galleria Comacina ed il piano campagna risulta inferiore ai 20 m e di conseguenza sarà necessario imporre una servitù (vincolo di inedificabilità). A.3.3.3. COMUNE DI OSSUCCIO (TREMEZZINA) Il confronto con la pianificazione comunale di Ossuccio è stato fatto con il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) adottato con delibera del C.C. n. 27 del 20 dicembre 2008 ed approvato con delibera del C.C. n.24 del 30/07/2009. La sovrapposizione del tracciato di progetto con la tavola “PR1 Azzonamento del Piano delle Regole del PGT è riportata nell’apposito elaborato del SIA. La Tavola riporta ancora uno dei tracciati di progetto della Variante alla Tremezzina sviluppati nello Studio di Fattibilità dell’opera che non corrisponde esattamente a quello elaborato per progetto definitivo pur non discostandosi di molto. Descrizione delle interferenze Dopo aver attraversato la Valle Premonte mediante viadotto (Viadotto Premonte) il tracciato A prosegue a cielo aperto passando a monte della Torre di Spurano ed interferendo con una Zona di valore ambientale paesaggistico ed ecologico. Poco dopo il passaggio dietro la Torre, il tracciato rientra in galleria (Galleria Perlana 1) fino al viadotto di attraversamento della Val Perlana (Viadotto Perlana) che coincide con il confine comunale con Lenno. Sopra la galleria troviamo Zone di valore ambientale paesaggistico ed ecologico e Zone agricole produttive E. Di seguito si riportano alcuni stralci dell’articolo delle Norme Tecniche di Attuazione relativo alla zona direttamente interferita dal tracciato A. Pagina 37 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Art. 60 Zona di valore ambientale, paesaggistico ed ecologico 1. Con “Zona di valore ambientale, paesaggistico ed ecologico” si intendono le aree e gli elementi naturali destinati alla conservazione e alla valorizzazione delle valenze paesistiche, attraverso interventi finalizzati al recupero delle caratteristiche ambientali originarie, nonché attraverso interventi di piantumazione e difesa idrogeologica del suolo. 2. All’interno di tutte le zone e ambiti di cui al presente articolo, le aree risultano totalmente inedificabili. L’esercizio di attività agricole è consentito limitatamente alla coltivazione del suolo. Sono vietati inoltre interventi che alterino i caratteri e gli equilibri naturali di suolo, sottosuolo, acqua, flora e fauna, nonché le preesistenze territoriali storiche. 4. Le aree comprese in queste zone sono sottoposte a vincolo di carattere ambientale. Esse non sono quindi preordinate all’esproprio per pubblica utilità e l’attuazione delle previsioni di PGT è, in generale di tipo privatistico, eventualmente regolata da convenzioni da stipularsi tra gli operatori privati e l’Amministrazione Comunale, nei casi in cui il PGT individui un’utilizzazione pubblica o una fruizione sociale di una parte delle aree. 5. All’interno di questa zona sono ricomprese anche le aree boscate ovvero gli ambiti di valorizzazione definiti della L.R. n. 27/04 e successive modifiche. Gli interventi sono finalizzati alla conservazione e ricostruzione della vegetazione in equilibrio con l’ambiente, favorendo la diffusione delle specie tipiche locali. 6. Usi non consentiti Agricolo – A, nelle articolazioni A1, A2 per le voci “impianti e attrezzature per la produzione agricola” e “rimesse”, A3, A4, A5; Industria e artigianato – I; Terziario e commercio – T, Servizi di interesse generale – S; Mobilità – M. Profondita’ della galleria Perlana 1 Facendo riferimento alle progressive chilometriche ed al profilo longitudinale del tracciato sviluppato nel progetto preliminare, dal km 3+174,45 (inizio galleria Perlana 1) al km 3+361,53 e dal km 3+727,42 al km 3+755,00 la distanza tra l’estradosso della galleria Perlana 1 ed il piano campagna risulta inferiore ai 20 m e di conseguenza sarà necessario imporre una servitù (vincolo di inedificabilità). A.3.3.4. COMUNE DI LENNO (TREMEZZINA) Il confronto con la pianificazione comunale di Lenno è stato fatto con il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) adottato con delibera del C.C. n. 13 del 24 luglio 2012 ed approvato con delibera del C.C. n.4 del 01/02/2013. La sovrapposizione del tracciato con la tavola 11 del Documento di Piano è riportata nell’apposito elaborato del SIA. La Tavola riporta ancora uno dei tracciati di progetto della Variante alla Tremezzina sviluppati nello Studio di Fattibilità dell’opera che si discosta sensibilmente da quello elaborato per il progetto definitivo. Pagina 38 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Profondita’ della galleria Perlana 2 Facendo riferimento alle progressive chilometriche ed al profilo longitudinale del tracciato sviluppato nel progetto preliminare, dal km 3+832,05 (inizio galleria Perlana 2) al km 3+835,92 la distanza tra l’estradosso della galleria Perlana 2 ed il piano campagna risulta inferiore ai 20 m e di conseguenza sarà necessario imporre una servitù (vincolo di inedificabilità). A.3.3.5. COMUNE DI MEZZEGRA (TREMEZZINA) Il confronto con la pianificazione comunale di Mezzegra è stato fatto con il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) adottato con delibera del C.C. n. 25 del 19 marzo 2009 ed approvato con delibera del C.C. n. 3 del 19/03/2010. La sovrapposizione del tracciato di progetto con la Tavola “R 1.1 Ambiti territoriali omogenei” del Piano delle Regole del PGT è riportata nell’apposito elaborato del SIA. La Tavola riporta ancora uno dei tracciati di progetto della Variante alla Tremezzina sviluppati nello Studio di Fattibilità dell’opera che si discosta sensibilmente da quello elaborato per il progetto definitivo ad eccezione dei tratti a cielo aperto. In ogni caso la Variante del PGT avviata (seconda conferenza VAS del dicembre 2013) ha recepito il progetto preliminare assentito da Anas e messo a punto in fase di progettazione definitiva. Il tracciato entra nel territorio comunale di Mezzegra in galleria (Galleria Perlana 2) e per un breve tratto rimane sotto aree definite come Ambiti di non trasformazione urbanistica e protezione ambientale ed Aree agricoleA.A.C. ambiti agro-colturali. Il tracciato esce a cielo aperto poco prima dell’attraversando del torrente Azzano mediante viadotto (Viadotto Azzano) e vi rimane tale fino al confine con il territorio comunale di Tremezzo in corrispondenza del Torrente Bolvedro, ad eccezione di una breve galleria posta a monte di Bonzanigo. Lungo questo tratto a cielo aperto, sono interferite per la maggior parte Aree agricole-A.A.C. ambiti agro-colturali ed in minima parte Ambiti di non trasformazione e protezione ambientale-R.N.P. Riqualificazione naturale e paesistica. Di seguito si riportano stralci degli articoli delle Norme Tecniche di Attuazione relativi alle zone direttamente interferite dal tracciato A. Art. 20 – Aree agricole Art. 20.1 - A.A.C – Ambiti Agro-colturali di interesse strategico Comprende le parti di territorio comunale destinati alla produzione agricola. Esse sono state individuate ai sensi dell’art. 15 N.T.A. del P.T.C.P. e successivi criteri regolamentativi. Destinazioni Non sono consentiti gli interventi edilizi riconducibili ai soggetti privi dei requisiti di cui all’art. 601 L.R. 12/05, fatto salvo quanto stabilito al paragrafo “Prescrizioni speciali” del presente articolo, nonché la scelta di tipologie costruttive congruenti con il paesaggio rurale, e comunque in Pagina 39 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO conformità con le prescrizioni dettate dall’art. 11, nono comma, N.T.A. del P.T.C.P.. Art. 19 – Ambiti di non traformazione e protezione ambientale Art. 19.2 - R.N.P. – Riqualificazione ambientale e paesistica Comprende il compendio territoriale montano, che dall’isoipsa di mt 400 s.l.m. risale sino alla sommità del monte di Tremezzo e l’incisione valliva fortemente acclive del Torrente Pola. Esso è contraddistinto da un sistema di vaste superfici boscate, radure prative e pascoli in quota dove, ai valori naturalistici e paesistici, è stata storicamente associata una presenza antropica che ha originariamente recitato un ruolo fondamentale di moderatore ambientale, fra esigenze di sopravvivenza economica e di attento approccio allo sfruttamento delle risorse. Scopo di queste norme è quello di fornire un adeguato contributo all’apprestamento di efficaci misure protezionistiche orientate al rilancio di attività umane sostenibili e compatibili con l’impianto naturale e le relative necessità di presidio e di arresto dei fenomeni di degrado e dissesto. Destinazioni e parametri Non è ammesso qualsiasi intervento di alterazione fisica e morfologica dei luoghi se non rivolto alla loro conservazione e valorizzazione ossia finalizzati alla rimozione della vegetazione infestante il prato pascolo ed al ripristino dei manufatti esistenti anche sotto il profilo della sicurezza statico – strutturale, comunque con criteri di rigoroso restauro conservativo e di fruizione, facendo salve le funzioni compatibili (agro allevatorie e forestali, agrituristiche, escursionistiche, ristoro-ricettive di presidio e di protezione, didatticoculturali). Resta esclusa ogni nuova costruzione, salvo ampliamenti di edifici esistenti alla data di adozione del presente P.d.R., secondo la disciplina dettata dal precedente art. 19.1 paragrafo “parametri”. Gli ampliamenti di edifici esistenti alla medesima data e riservati al settore agricolo non possono superare le soglie parametriche assegnate agli ambiti A.A.C. (p.to 20.1 delle presenti norme). Le opere di recupero del patrimonio naturalistico, geologico e antropico esistenti contemplano altresì la riattrezzatura di percorsi esistenti individuando di punti vista panoramici quali luoghi di pubblico accesso, cui affidare la percezione degli scenari paesistici. Tutte le iniziative sopra descritte dovranno attivare ogni accuratezza progettuale e tecnologica per ottimizzare gli effetti di ripristinorestauro, assicurando la massima cura negli interventi, sulla base delle direttive emanate dalla Giunta Regionale con atto 29.02.00 n°. 6/48740 inerente il “Quaderno delle opere tipo di ingegneria naturalistica”, valorizzando le caratteristiche architettoniche ed i materiali propri della tradizione costruttiva locale. La salvaguardia delle alberature “monumentali” e la coltivazione del bosco è regolata dalla L.R. 8/76 e successive integrazioni e modifiche e comunque, secondo le disposizioni dettate dal P.I.F. predisposto dalla Comunità Montana Lario Intelvese. Sopra il breve tratto in galleria (Galleria Bionzanigo) troviamo Ambiti di non trasformazione urbanistica e protezione ambientale- R.N.P Riqualificazione naturale e paesistica. Pagina 40 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Profondita’ della galleria Perlana 2 Facendo riferimento alle progressive chilometriche ed al profilo longitudinale del tracciato sviluppato nel progetto preliminare, dal km 5+662,17 al km 5+840,00, la distanza tra l’estradosso della galleria Perlana 2 ed il piano campagna risulta inferiore ai 20 m e di conseguenza sarà necessario imporre una servitù (vincolo di inedificabilità). Profondita’ della galleria Bonzanigo Facendo riferimento alle progressive chilometriche ed al profilo longitudinale del tracciato sviluppato nel progetto preliminare, dal km 6+345,29 (inizio galleria Bonzanigo) al km 6+451,00 (fine galleria), la distanza tra l’estradosso della galleria Bonzanigo ed il piano campagna risulta inferiore ai 20 m e di conseguenza sarà necessario imporre una servitù (vincolo di inedificabilità). A.3.3.6. COMUNE DI TREMEZZO (TREMEZZINA) Il confronto con la pianificazione comunale di Tremezzo è stato fatto con il Piano di Governo del Territorio vigente adottato con delibera del C.C. n. 7 del 22-02-2011 ed approvato con DCC n. 15 del 06/08/2011. La sovrapposizione del tracciato di progetto con la tavola R1.1 “Ambiti territoriali omogenei” del Piano delle Regole del P.G.T. è riportata all’interno dell’apposito elaborato grafico del SIA. La Tavola suddetta non riporta il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sulla S.S. 340 Regina che invece è riportato nella Tavola P.3.2 “Indicazioni progettuali” : qui il tracciato è uno di quelli sviluppati nello Studio di Fattibilità che si discosta da quello elaborato per il progetto definitivo. Il tracciato entra nel territorio comunale di Tremezzo a cielo aperto, rimanendo tale per un breve tratto in cui si colloca poco più a monte del torrrente Bolvedro che segna il confine con Mezzegra. In questo tratto vengono direttamente interferiti Ambiti di non trasformazione e protezione ambientale-P.A.U. Protezione Ambientale Urbana di cui si riporta di seguito uno stralcio del rispettivo articolo delle Norme Tecniche di Attuazione. Art. 19 – Ambiti di non traformazione e protezione ambientale Art. 19.1 - P.A.U. – Protezione ambientale urbana Comprende ambiti comunali che, per caratteristiche morfologico-ambientali e collocazione territoriale, rappresentano significative dotazioni naturali preposte alla protezione degli agglomerati urbani. Essi fungono da corridoi ecologici, quale sistema del verde di connessione fra il territorio rurale e quello edificato, come riconosciuto nel Piano dei Servizi. Destinazioni Considerata la definizione e le caratteristiche della zona non sono consentite nuove costruzioni ovvero interventi di trasformazione permanente dei suoli, Pagina 41 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO se non connessi alle necessità di manutenzione e conservazione dei luoghi e degli elementi strutturali del paesaggio, compresi impianti colturali tipici (ulivi di cui alle disposizioni legislative vigenti di protezione e conservazione, ecc.), alle attività agricole (professionai-amatoriali) in essere, o comunque alle esigenze di recupero ed ampliamento del patrimonio edilizio esistente. Il tracciato entra poco dopo in galleria (Galleria Tremezzina) e tale vi rimane attraversando tutto il restante territorio comunale. Sopra la galleria si trovano esclusivamente Ambiti di non trasformazione e protezione ambientale-R.N.P. Riqualificazione naturale e paesistica. A.3.3.7. COMUNE DI GRIANTE Il confronto con la pianificazione comunale di Griante è stato fatto con la variante al Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) n. 1 adottato con delibera del C.C. n. 3 del 22 febbario 2013 ed approvato con delibera del C.C. n.10 del 26/02/2014. La sovrapposizione del tracciato con la tavola DP9 del Documento di Piano è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. La Tavola riporta un tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina iconforme con quello sviluppato nella progettazione definitiva. Il tracciato entra nel territorio comunale in galleria (Galleria Tremezzina) rimanendo tale fino all’uscita di Griante. Sopra questo tratto di galleria si trovano Ambiti non soggetti a trasformazione urbanistica (Parco S. Martino) e Ambiti di valore paesaggistico-ambientale ed ecologico. In corrispondenza dello svincolo di uscita di Griante, il tracciato a cielo aperto occupa la stessa Fascia di rispetto stradale della Variante S.S. 340. Di seguito si riporta stralcio del relativo articolo del Corpo Normativo del P.D.R. Art. 31. Fasce di rispetto Le tavole di piano individuano i limiti delle zone di rispetto o di arretramento stradali, cimiteriali e a salvaguardia delle risorse idriche.Le aree ricadenti nelle fasce di rispetto non possono essere edificabili. Quando la fascia ricomprende parti di lotti edificabili individuate graficamente nella tavole di piano, la relativa superficie potrà essere computata ai fini del calcolo delle superfici e dei volumi realizzabili sulla restante parte del lotto. Le fasce di rispetto si articolano in: a) fascia di rispetto stradale ai sensi del D.Lgs. n°285 del 30/04/92 ed s.m.i. e D.P.R. n°495 del 16/12/92 ed s.m.i.; Fascia di rispetto stradale Le aree di cui al presente articolo sono destinate alla realizzazione di nuove strade di interesse comunale o sovracomunale, all'ampliamento e alla rettifica di quelle esistenti, alla realizzazione, all'ampliamento o alla modifica di attrezzature accessorie alla viabilità, quali corsie di servizio, marciapiedi, banchine, percorsi pedonali e ciclopedonali, parcheggi pubblici e spazi di manovra. I soggetti proprietari di tali aree sono tenuti a effettuare interventi Pagina 42 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO di manutenzione, mediante opere di sistemazione compatibili con le norme di sicurezza stradale. Le distanze da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni conseguenti a demolizioni integrali o negli ampliamenti fronteggianti le strade, sono determinati dal nuovo codice della strada di cui decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e successive modifiche ed integrazioni (Codice) e dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 e successive modifiche ed integrazioni (Regolamento); ai fini della applicazione delle norme sopra indicate le strade presenti nel territorio comunale di Griante sono classificate come segue. Tipo A – Autostrada: nessuna Tipo B – Strada extraurbana principale: nessuna Tipo C – Strada extraurbana secondaria: S. S. 340 “Regina” Tipo D – Strada urbana di scorrimento: nessuna Tipo E – strada urbana di quartiere: nessuna Tipo F – strada locale: tutte le altre strade, urbane ed extraurbane, non diversamente classificate. Profondita’ della galleria Tremezzina Facendo riferimento alle progressive chilometriche ed al profilo longitudinale del tracciato sviluppato nel progetto definitivo, la distanza tra l’estradosso della galleria Tremezzina ed il piano campagna risulta inferiore ai 20 m e di conseguenza sarà necessario imporre una servitù (vincolo di inedificabilità). Pagina 43 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.3.4 DESCRIZIONE DEI VINCOLI AMBIENTALI E DELLE AREE PROTETTE CHE INTERESSANO I SITI DI INTERVENTO A.3.4.1. BENI PAESAGGISTICI VINCOLATI AI SENSI DEL D.LGS 42/2004 Per la definizione del quadro dei beni paesaggistici vincolati ai sensi degli artt 136 e 142 del D.Lgs 42/2004 e ss.mm.ii, sono stati analizzati: - il PPR, in particolare le Tavole D1b “ Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici- Lago di Como e Lecco” in scala 1: 75.000 e Ia“ Quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge-articoli 136 e 142 del D.Lgs 42/2004” in scala 1:100.000; - il PTCP di Como, nello specifico la Tavola A9 “I vincoli paesistici e ambientali” in scala 1:75.000. La sovrapposizione del tracciato di progetto con stralcio della Tavola A9 “Vincoli paesistico ambientali” del PTCP in scala 1:75.000 è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. Le suddette tavole, rappresentano cartograficamente gli immobili e le aree sottoposte a vincolo paesaggistico riportando integralmente quello che è lo stato delle conoscenze desumibili dal Sistema Informativo dei Beni Ambientali (SIBA) della Regione Lombardia. Un’ulteriore verifica ed un approfondimento dei vincoli paesaggistici esistenti è stata comunque fatta analizzando anche la cartografia più aggiornata disponibile sul S.I.B.A. della Regione Lombardia. Ai sensi del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed integrazioni “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, altresì noto quale “Codice Urbani”, sono beni paesaggistici e quindi sottoposti a vincolo paesaggistico: - gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico (art. 136); - le aree tutelate per legge (art. 142). Da una prima visione d’insieme del quadro dei vincoli paesaggistici si evince chiaramente come il territorio interessato dal progetto sia caratterizzato dalla presenza di molteplici aree ed immobili vincolati. Come area di studio si intende l’”area vasta” comprendente il territorio direttamente interessato dal progetto della Variante alla Tremezzina e le zone circostanti (ricomprese nei territori dei comuni interferiti di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante). Un’analisi di maggior dettaglio ha permesso l’individuazione delle aree e degli immobili tutelati suddivisi per tipologia. A.3.4.2. AREE TUTELATE PER LEGGE Si riporta di seguito l’elenco e la denominazione delle aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del D. Lgs 42/2004 presenti nell’area di studio. Pagina 44 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Territori contermini ai laghi Si tratta dei territori contermini ai laghi compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi tutelati ai sensi dell’art. 142 comma 1 lett. b. del D.Lgs 42/2004. Tutta la fascia costiera del lago ricompresa tra Colonno (a sud ) e Griante (a nord) è vincolata in tal senso. Fiumi, torrenti, corsi d’acqua Si tratta dei fiumi, torrenti, corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna tutelati ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera c) del D.Lgs 42/2004. Dal punto di vista esclusivamente planimetrico (compresi quindi i tratti in galleria) da sud a nord il tracciato di progetto attraversa: - Torrente Camoggia (Colonno); - Valle di Sala (Colonno-Sala Comacina); - Valle di Ossuccio o Valle Premonte) (Sala Comacina-Ossuccio) - Torrente Perlana (Ossuccio-Lenno); - Torrente Val Lenno (Lenno); - Torrente Pola (Lenno-Mezzegra); - Torrente Azzano (Mezzegra); - Torrente Bolvedro (Mezzegra-Tremezzo); - Valle di Mainena e Val Guarina (Tremezzo); - Torrente dei Ronconi (Griante) L’interferenza diretta con le aree di rispetto dei corsi d’acqua vincolati si manifesta nei tratti di attraversamento del progetto mediante i seguenti viadotti: - viadotto sul torrente Premonte; - viadotto sul torrente Perlana; - viadotto sul torrente Azzano; - viadotto sul torrente Bolvedro. Territori coperti da foreste e da boschi Si tratta dei territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi e danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento…tutelati ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera g del D.Lgs 42/2004. Questo tipo di aree non sono cartografate né dal PTR né dal PTCP in quanto in continuo divenire e molto diffuse nella provincia di Como. Si rimanda pertanto la trattazione dei boschi al capitolo relativo alla vegetazione. Pagina 45 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.3.4.3. IMMOBILI ED AREE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO Si riporta di seguito l’elenco e la denominazione degli immobili e delle aree di notevole interesse pubblico vincolate ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 42/2004. Bellezze panoramiche Si tratta delle bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze vincolate ai sensi dell’art. 136 comma 1 lettera d del D.Lgs 42/2004: - la fascia costiera compresa tra il lago e la strada Regina nei territori comunali di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Tremezzo, Griante. - parte del territorio comunale di Ossuccio; - l’intero territorio comunale di Lenno; - l’intero territorio comunale di Mezzegra; - l’intero territorio comunale di Tremezzo; - l’intero territorio comunale di Griante. A.3.4.4. RAPPORTI CON IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE Il territorio interessato dal tracciato di progetto non è connotato dalla presenza di parchi regionali, riserve naturali, monumenti naturali e/o parchi locali di interesse sovracomunale inclusi nel sistema delle aree protette regionali ai sensi della L.R. 86/1983, né peraltro vi si riscontra la presenza di siti di importanza comunitaria o zone di protezione speciale per l’avifauna tutelate ai sensi della Direttiva Habitat e della Direttiva Uccelli. Solo per un breve tratto, a monte dell’abitato di Tremezzo, il tracciato interferisce con la Zona di Rilevanza Ambientale del Monte Galbiga; tale tipologia di istituto, menzionata nella L.R. 85/83, non è peraltro caratterizzata dalla presenza di specifiche normative di tutela. Pagina 46 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO A.3.4.5. ELABORATI GRAFICI T 00 IA 00 AMB CT 01 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON PTR STRALCI TAVOLE A, B, C, D, E, F, DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR) T 00 IA 00 AMB CT 02 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON PTR LEGENDE TAVOLE A, B, C, D, E, F, DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR) T 00 IA 00 AMB CT 03 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON PTR STRALCIO TAVOLA D1B QUADRO DI RIFERIMENTO DELLE TUTELE DEI LAGHI INSUBRICI T T T 00 00 00 IA IA IA 00 00 00 AMB AMB AMB CT CT CT 04 05 06 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON IL PTCP STRALCIO TAVOLA A2b: IL PAESAGGIO A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON IL PTCP STRALCIO TAVOLA A3: LE AREE PROTETTE A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON IL PTCP STRALCIO TAVOLA A4: LA RETE ECOLOGICA T 00 IA 00 AMB CT 07 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON IL PTCP STRALCIO TAVOLA A9: VINCOLI PAESISTICO-AMBIENTALI T 00 IA 00 AMB CT 08 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON IL PTCP STRALCIO TAVOLA B3.1: VIABILITA' E SISTEMA FERROVIARIO T 00 IA 00 AMB CT 09 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI COLONNO – DOCUMENTO DI PIANO TAVOLA A3q T 00 IA 00 AMB CT 10 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI COLONNO – PIANO DELLE REGOLE TAVOLA R1.1 T 00 IA 00 AMB CT 11 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI SALA COMACINA – DOCUMENTO DI PIANO TAVOLA DP3 T 00 IA 00 AMB CT 12 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI SALA COMACINA – PIANO DELLE REGOLE TAVOLA PR2 T 00 IA 00 AMB CT 13 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI OSSUCCIO – DOCUMENTO DI PIANO TAVOLA DP2 T 00 IA 00 AMB CT 14 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI OSSUCCIO – PIANO DELLE REGOLE TAVOLA PR1 T 00 IA 00 AMB CT 15 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI LENNO – DOCUMENTO DI PIANO TAVOLA 11 Pagina 47 di 48 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO T 00 IA 00 AMB CT 16 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI LENNO – PIANO DELLE REGOLE TAVOLA 1b T 00 IA 00 AMB CT 17 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI MEZZEGRA – DOCUMENTO DI PIANO TAVOLA A3 T 00 IA 00 AMB CT 18 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI MEZZEGRA – PIANO DELLE REGOLE TAVOLA R1.1 T 00 IA 00 AMB CT 19 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI TREMEZZO – DOCUMENTO DI PIANO TAVOLA A3 T 00 IA 00 AMB CT 20 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI TREMEZZO – PIANO DELLE REGOLE TAVOLA R1.1 T 00 IA 00 AMB CT 21 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI GRIANTE – DOCUMENTO DI PIANO TAVOLA DP9 T 00 IA 00 AMB CT 22 A SOVRAPPOSIZIONE DEL TRACCIATO CON GLI STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI COMUNE DI GRIANTE – PIANO DELLE REGOLE TAVOLA PR2 Pagina 48 di 48 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE INDICE B. B.1. B.1.1 B.1.2 B.2. B.2.1 B.2.2 B.2.3 B.2.4 B.2.5 B.2.6 B.3. B.4. B.4.1 B.4.2 Quadro di riferimento progettuale ......................................... 3 Premesse................................................................................. 3 Introduzione.......................................................................... 3 Lo studio di fattibilità .............................................................. 5 La scelta del tracciato nel progetto preliminare ............................. 8 Deroga per gli imbocchi .......................................................... 9 Geologia idrologia e idraulica ................................................... 9 Traffico ................................................................................12 Studio Impatto Ambientale ....................................................14 Archeologia ..........................................................................14 Aziende a rischio rilevante .....................................................15 Il progetto definitivo ................................................................15 Fattibilità dell’opera .................................................................21 Disponibilità delle aree ..........................................................22 Cronoprogramma delle fasi attuative .......................................23 Pagina 1 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Pagina 2 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE B. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE B.1. PREMESSE B.1.1 INTRODUZIONE Lungo la riva occidentale del Lario si snoda la famosa Strada Regina; famosa per i luoghi che collega, per le ville ed i parchi che la fiancheggiano, per le visuali panoramiche che mostra a chi la percorre. L’importanza di questa arteria, dal punto di vista dei collegamenti, è dovuta al fatto che da rappresenta un itinerario di primario interesse anche per le relazioni internazionali verso la Svizzerae quelle nazionali verso Valtellina e Val Chiavenna.. All’altezza di Argegno le due provinciali per la Valle Intelvi (SP13 e SP15), nel comune di Menaggio si dipartono il collegamento per Porlezza e la Svizzera attraverso il valico di Oria Val Solda (costituito dalla stessa SS340) e la diramazione dalla SS 340 per il Pian di Spagna da dove è possibile proseguire per la Valtellina o per la Val Chiavenna e il confine Svizzero. Già in origine la SS 340 attraversava molti centri abitati, naturalmente con consistenza del traffico ben più modesta di oggi e soprattutto con percentuali di mezzi pesanti e dimensioni notevolmente inferiori. La Strada Regina oggi purtroppo è diventata famosa anche per l’estrema difficoltà di transito, stante l’angustia della sede stradale soparattutto all’interno dei centri abitati posti tra Argegno e Menaggio. In alcuni tratti, l’infrastruttura stradale è pressoché al collasso, sia relativamente alle caratteristiche strutturali di portanza - per le quali è vicina al limite della percorribilità in quanto si snoda per gran parte ai piedi di versanti prealpini instabili - sia per quanto concerne la capacità di smaltimento del flusso veicolare, a causa, come detto, delle numerose strozzature che determinano una notevole riduzione di tale capacità. L’urbanizzazione sviluppatasi enormemente lungo le sponde del lago, l’incremento del traffico in particolare commerciale e turistico, hanno inoltre reso l’arteria per lunghi tratti non più sufficiente a garantire le sue funzioni di relazione viaria e sopratutto la sicurezza per pedoni e ciclisti. Situazioni di massima criticità sono ascrivibili alla presenza di strettoie e incroci a raso nonché alla presenza di numerosissimi accessi privati molto Pagina 3 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE spesso pericolosi per le ridotte possibilità di avere garanzie in ordine alla distanza di visibilità per l’arresto. In particolare si rilevano strettoie in tutti gli abitati attraversati; in alcuni si è dovuto installare semafori “intelligenti” che permettono il transito a senso unico alternato in presenza di mezzi pesanti. Negli ultimi anni si è dato il via alla risoluzione di alcune situazione critiche, ma restano ancora tratti altrettanto impegnativi sui quali da anni sono state prospettate delle soluzioni finora non attuate. Il progetto definitivo di cui si tratta in questa relazione riguarda la variante agli abitati di Colonno, Sala Comacina, Tremezzina (ex Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo), Griante, più conosciuta come la Variante della SS340 “alla Tremezzina”, una delle zone turistiche più rinomate del lago di Como. Si tratta di un intervento che risolverebbe tutte le problematiche oggi presenti sull’asse Como - Menaggio caratterizzato da: lunghi tempi di percorrenza, dovuti all’attraversamento dei centri abitati sopra menzionati; mancanza di sicurezza in particolare per i pedoni e per i veicoli a due ruote; ripercussione sui collegamenti per la Svizzera (Maloja – Saint Moritz), per la Valtellina e la Val Chiavenna sia economici che turistici; degrado ambientale per tutti i centri attraversati (gli elevati flussi veicolari generano infatti all’interno dei centri attraversati problematiche quali l’inquinamento acustico e atmosferico, nonché innesco di fenomeni vibrazionali); decadimento della qualità della vita dei residenti e della qualità di fruizione turistica della fascia a lago; precaria stabilità di alcune strutture stradali continuamente sollecitate dai carichi legati ai transiti e sottoposte a fenomeni di subsidenza, in particolare nel tratto in comune di Tremezzina. Partendo da queste cogenti esigenze, la spinta impressa dalla Provincia di Como, dai Comuni interessati e dalla Camera di Commercio di Como, ha fatto si che si stipulasse in data 26 giugno 2006 un accordo di programma per promuovere tutte le necessarie attività e sinergie volte alla realizzazione dell’opera di cui al presente progetto definitivo. Successivamente, in data 30 luglio 2007, è stata sottoscritta tra Ministero delle Infrastrutture, Regione Lombardia, Provincia di Como, ANAS s.p.a. e Camera di Commercio della Provincia di Como una convenzione atta a regolare le attività di progettazione e promuovere il finanziamento e la realizzazione della Variante. Il 21 settembre del 2009 è stato sottoscritto tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Lombardia, ANAS s.p.a., Provincia di Como e Camera di Commercio Industria e Artigianato di Como, un atto aggiuntivo alla convenzione del 30/07/2007, con il quale la Provincia di Como si impegnava: a redigere la progettazione preliminare della ”Variante alla Tremezzina” lungo la Strada Statale N° 340 ”Regina” in un unico lotto da Pagina 4 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Colonno a Griante, in sostituzione dei previsti due lotti: n. 1 da Colonno a Ossuccio e n. 2 da Lenno a Griante; ad assumersi gli oneri per la redazione del progetto preliminare e per l’ottenimento dei pareri di Legge, richiesti dal progetto medesimo; a valutare in modo approfondito, all’interno del progetto preliminare, la possibilità di inserire uno svincolo intermedio così come richiesto da Anas s.p.a. con nota N° CDG-0018714-P in data 04/02/2008, per l’eventuale esecuzione dell’opera in lotti. Tale valutazione dovrà tener conto di tutti gli aspetti tecnico – economici in gioco sulla base di specifiche indagini sul traffico, sugli aspetti geologici, idrogeologici, geotecnici - sugli aspetti ambientali e paesaggistici; a sviluppare la progettazione preliminare, in accordo con gli Uffici ANAS, individuando le sub-procedure ottimali nel pieno rispetto della normativa vigente; a concludere la progettazione preliminare entro dieci mesi dalla sottoscrizione dell’atto aggiuntivo del 21 settembre 2009. In data 8 febbraio 2013 è stato sottoscritto tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Lombardia, ANAS s.p.a., Provincia di Como e Camera di Commercio Industria e Artigianato di Como un secondo atto aggiuntivo con il quale la Provincia di Como si impegnava: a redigere, entro 15 mesi dalla sottoscrizione, la progettazione definitiva per appalto integrato della “variante alla Tremezzina” , comprensive dello Studio di Impatto Ambientale, di tutti gli studi, prove, sondaggi, rilievi necessari alla progettazione completa sotto ogni aspetto; a trasmettere il progetto definitivo ad Anas s.p.a. e a tutti i soggetti cofinanzia tori della progettazione definitiva; a sviluppare detta progettazione definitiva secondo i criteri di economicità e di efficacia, individuando procedure ottimali, nel rispetto della normativa vigente. B.1.2 LO STUDIO DI FATTIBILITÀ L’Ufficio Tecnico della Provincia di Como aveva predisposto un primo studio di fattibilità che prendeva spunto da una soluzione proposta dall’ANAS, risalente agli anni ottanta. Tale ipotesi progettuale proponeva un tracciato in sede nuova con inizio lato Como prima della strettoia di Colonno, uscita intermedia in Val Perlana e termine della variante in Comune di Griante. La previsione di un’uscita in Val Perlana avrebbe permesso la realizzazione dell’opera in due adiacenti lotti funzionali. La Provincia, aggiornando tale studio e fermo restando l’uscita in Val Perlana, analizzava tre possibili alternative (denominate 1A, 1B, 1C). Inoltre venivano prospettati altri due tracciati completamente nuovi senza uscite intermedie: uno misto con tratti all’aperto e tratti in galleria ed uno completamente in galleria (rispettivamente denominati 2 e 3). Pagina 5 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Tutte le proposte l’ingresso prevedevano le medesime attestazioni sull’attuale tracciato: A sud, ingresso in galleria subito a Nord del cimitero di Colonno, al fine di bypassare la cascate delle Camogge: infatti spesso questo corso d’acqua a carattere torrentizio causa blocchi al flusso veicolare lungo la statale per il notevole trasporto solido durante gli eventi di pioggia particolarmente intensi: (l’alveo ripidissimo fa si che il materiale trasportato dal torrente venga riversato direttamente sulla piattaforma stradale). A Nord, l’uscita è prevista dopo l’abitato di Griante essendo ormai vincolata a Nord dalla presenza degli svincoli della nuova variante di Menaggio, a Est dal lago e da zone di particolare pregio paesaggistico a Sud Ovest. Partendo dalle ipotesi di tracciato, si è proceduto ad analizzare le soluzioni, in modo da individuare quella che ottimizzasse il rapporto costi/benefici. In particolare sono stati confrontati i seguenti aspetti: Accessibilità; Disponibilità aree; Ambiente e paesaggio; Archeologia; Rispetto delle vigenti normative in materia di progettazione stradale e delle linee guida Anas per la sicurezza in galleria; Costo dell’opera ; Costo impianti; Costo di gestione; Interferenza con zone di pregio ambientale, Interferenza con zone a rischio geologico e idrogeologico; Interferenze con viabilità esistente, falde acquifere, corsi d'acqua, impianti, ecc. Tali temi sono stati trattati nei punti più rappresentativi dei pro e contro delle soluzioni proposte, nell’ottica dell’individuazione del tracciato migliore anche nella scelta di base di realizzare l’infrastruttura in due lotti funzionali o un singolo lotto. Tracciati 1A, 1B, 1C: due lotti con uscita in Val Perlana Fermo restando l’uscita in val Perlana (di cui si dirà più avanti), il corridoio prospettato negli anni ’80 dall’Anas non è più percorribile in quanto ampiamente urbanizzato. Inoltre tale tracciato prevedeva inoltre l’attraversamento di diversi valletti e torrenti con viadotti visivamente molto impattanti. La necessità di spostarsi verso monte per evitare le aree urbanizzate obbligava in tutti e tre i casi la realizzazione del secondo lotto totalmente in galleria per una lunghezza superiore a 5 Km; ciò in quanto la quota di uscita in val Perlana è tale da non consentire più di riguadagnare quota e uscire all’aperto nel tratto successivo verso Griante, considerando che la pendenza massima ammissibile in galleria non dovrebbe superare il 4,5%. Pagina 6 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Altro elemento di grande criticità è la mancanza di spazi per l’uscita in val Perlana: la zona risulta infatti ampiamente urbanizzata, in particolare l’unica fascia adatta alla realizzazione del viadotto è attualmente occupata da un capannone industriale, da una cabina Enel e da altre attività interferenti nelle vicinanze. Sulle due sponde sono poi visibili segni di dissesto con instabilità dei pendii con presenza di insediamenti urbani, per salvaguardare uno dei quali (Malgisio) sono stati realizzati interventi di consolidamento; inoltre gli imbocchi delle gallerie che hanno inizio dalla valle presenterebbero zone di copertura molto ridotti, nell’ordine dii 10-15 m. Si avrebbero infine problematiche di impatto paesaggistico e idrogeologico dovute alla presenza di viadotti e rampe su pile in alveo per la realizzazione delle rampe di collegamento tra la variante e l’attuale sede della statale, lunghe oltre 400 metri. Tracciato 2: mista, parte in galleria e parte all’aperto Non prevede svincoli intermedi e ha due tratti a cielo aperto al di sopra degli abitati di Sala Comacina e di Ossuccio (a Sud) e di Mezzegra (a Nord). Le zone di maggior pregio ambientale, panoramico o architettonico vengono attraversate in galleria (es. Santuario della Madonna del Soccorso). Questa soluzione ha il costo medio al metro più basso. Ha inoltre i minori costi di gestione e rispetto alle altre soluzioni e presenta minori difficoltà costruttive. Di contro i tratti all’aperto interessano zone delicate dal punto di vista paesaggistico, ma possono essere mascherati con efficace progettazione degli elementi di mitigazione, anche in relazione alla distanza dal lago ed alla quota a cui è stato impostato il tracciato. Tale soluzione presenta inoltre i seguenti positività elementi favorevoli: gallerie complessivamente più corte; minori tempi complessivi di costruzione; costi di gestione inferiori rispetto alle altre soluzioni. Tracciato 3: galleria unica Prevede la galleria unica Colonno – Griante. Si tratta indubbiamente della soluzione paesaggistica meno impattante, ma presentando una lunghezza di oltre 9 Km (per confronto, la galleria del Monte Bianco è di 11,3 Km) emergono le seguenti criticità: Elevatissimo costo di costruzione, anche in relazione alla gestione della sicurezza; Elevatissimi costi di manutenzione e gestione. - Insostenibilità economico-finanziaria delle opere. Risulta evidente che la soluzione n. 3 non può essere presa in considerazione. Pagina 7 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE B.2. LA SCELTA DEL TRACCIATO NEL PROGETTO PRELIMINARE In conclusione, escluso il tracciato 3, le altre due ipotesi differiscono in modo sostanziale: la seconda, che prevede di realizzare l’opera in un unico lotto, non permette di collegare il tracciato alla viabilità esistente se non ai due imbocchi, quella in due lotti prevede uno svincolo in corrispondenza della parte bassa della Val Perlana (unica area che permette il collegamento con l’attuale sede della S.S. 340) . Per maggior chiarezza espositiva nel progetto preliminare il Tracciato 2 (unico lotto) è stato indicato con la lettera A mentre il tracciato 1 (due lotti) stato indicato con la lettera B Tracciato A Si sviluppa alternativamente in galleria e a cielo aperto svincolandosi dalla S.S.340 in prossimità del cimitero di Colonno per poi reimmetersi sulla statale a nord di Griante, in località Cà Bianca. Le due gallerie di testa permettono di guadagnare quota al fine di uscire a cielo aperto a monte degli ambiti urbanizzati; i tratti a cielo aperto sono caratterizzati dalla presenza di corsie di arrampicamento volte a permettere il sorpasso dei veicoli più lenti, migliorando così il livello di servizio della nuova strada. Entrambi gli svincoli con l’attuale viabilità sono previsti a livelli differenziati per mezzo della realizzazione di intersezioni del tipo “a salto di montone”. Tracciato B La soluzione B prevede anch’essa che la variante si attesti sulla S.S. 340 nelle medesime posizioni e con le medesime caratteristiche previste dal Tracciato A. Il nuovo asse viene diviso in due lotti con uno svincolo centrale in corrispondenza della Val Perlana (al confine tra gli abitati di Ossuccio e Lenno) che, tramite un viadotto lungo circa 400 metri, viene collegato alla esistente attuale S.S.340 . Il primo lotto è composto da una prima galleria, il seguente breve tratto a cielo aperto e da una seconda galleria che conduce alla Val Perlana, in corrispondenza dello svincolo centrale; il secondo lotto è costituito da un’unica galleria della lunghezza di oltre 5 km. A causa della ridotta lunghezza dell’unico tratto a cielo aperto non è possibile prevedere la realizzazione di corsie di arrampicamento. A seguito della valutazione comparata di tutti gli aspetti progettuali (compreso quanto risulta dallo Studio di Prefattibilità Ambientale) è stata individuata quale soluzione migliore quella a “Lotto Unico” (tracciato A), approfondita nel progetto definitivo. Pagina 8 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE B.2.1 DEROGA PER GLI IMBOCCHI In data 29 febbraio 2012 è stata presentata al Provveditorato Interregionale OO.PP. della Lombardia e Liguria una richiesta di parere preventivo di deroga alle norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade (D.M. 6792 del 5/11/2001) relativamente alla attestazione delle corsie che, provenendo dagli abitati bypassati dalla nuova strada, si innestano in corrispondenza dei nuovi svincoli. Infatti, in considerazione della complessa situazione geomorfologica del contesto in cui insiste il tracciato, emergono grandi difficoltà a rispettare, in corrispondenza dei due svincoli tra l’attuale strada e la nuova viabilità, le norme contenute nel succitato decreto. Entrambi gli svincoli si sviluppano in una fascia ristretta territoriale compresa tra la parete rocciosa a monte ed il lago a valle. In tale ambito non è possibile realizzare i rami in attestazione sulla nuova viabilità con l’inclinazione prevista dalle norme, pena il mancato rispetto della distanza di visibilità per l’arresto, ed è stato pertanto previsto di realizzare una corsia di attestazione parallela all’asse principale. Tale tipologia di attestazione è peraltro già stata realizzata, per le medesime problematiche, in diverse altre intersezioni lungo la stessa SS340, risultando geometricamente efficace e non dando luogo ad alcun aumento della sinistrosità stradale. Con nota in data 5 marzo 2012 il Provveditorato, esaminata la documentazione presentata, ha ritenuto in via preliminare che la deroga potesse essere accordata, rimandando l’autorizzazione alla presentazione del progetto definitivo dell’opera. B.2.2 GEOLOGIA IDROLOGIA E IDRAULICA Il territorio interessato dalla variante in oggetto e compreso geologicamente nei livelli del ‘Sudalpino’, cioè al di sotto della linea Insubrica, in un contesto prevalentemente costituito da rocce stratificate di origine carbonatica, classicamente raggruppate con il termine generico di ‘Coperture sedimentarie’ che comprende tutte le unità geologiche sedimentate dal Triassico (235 milioni di anni) al Cretacico (65 milioni di anni) e direttamente coinvolte nella sola formazione delle Alpi. In particolare nella nostra area sono presenti alcune formazioni rocciose molto diffuse, note e studiate nel territorio lombardo, anche se non specificamente nei siti in oggetto, appartenenti al Triassico superiore ÷ Giurassico inferiore. Nel corso delle diverse fasi di studio pregresse (studi di fattibilità per la scelta del tracciato, rilievi per la progettazione delle indagini geognostiche, studi integrativi per la variante progettuale alle indagini, direzione lavori alle indagini geognostiche, ecc..) e soprattutto specificamente per questa fase progettuale sono stati effettuati numerosi sopralluoghi e rilievi (si veda la relazione geologica di progetto). A seguito dei rilievi effettuati, è stato possibile predisporre una suddivisione delle aree di interesse secondo caratteristiche di “omogeneità comportamentali” e dei rischi, sulla base di criteri di classificazione noti ed universalmente diffusi. Pagina 9 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Dopo aver eseguito uno studio generale dell’area è stata predisposta una analisi geologico tecnica relativamente alle due diverse ipotesi di tracciato, con previsione, in base agli affioramenti, delle sezioni geologiche attraversate dai tracciati oltre ad una carta geologica ed una dei dissesti. Dall’analisi sui due tracciati individuati, si può vedere come il tracciato migliore sia sempre quello individuato con la lettera A, sul quale è stata eseguita la campagna delle indagini posta all’interno del progetto preliminare e quella integrativa del progetto definitivo. A supporto del Progetto Definitivo è stata eseguita una campagna di rilievi ad integrazione dei rilievi già eseguiti per il Progetto Preliminare, in particolare sono stati eseguiti: 1. 27 rilievi geomeccanici di dettaglio; 2. 7 rilievi idrologici-idrogeologici; 3. 5 rilievi morfologici; 4. rilievi preliminari stato consistenza edifici nelle immediate vicinanze del tracciato 1 Rilievi geomeccanici di dettaglio Integrano quelli già eseguiti per il progetto preliminare, al fine di definire meglio il contesto geologico-strutturale in particolar modo in corrispondenza delle aree di viadotto e ponti, dove viene valutata la stabilità dell’ammasso roccioso. 3 Rilievi morfologici Utili nel valutare le caratteristiche idrologiche ed idrogeologiche dei principali bacini idrici interessati dal progetto, al fine di poter valutare le possibili interazioni tra il progetto previsto e la circolazioni idrica superficiale e sotterranea. Sono state individuate ed evidenziate le principali venute idriche, sorgenti (captate e non captate) al fine di implementare il modello idrogeologico locale e supportare un monitoraggio ambientale (misure di portata e di livello idrico, analisi chimiche) da effettuarsi sia prima che durante le fasi di scavo. 4 Rilievi preliminari stato di fatto edifici Eseguita una valutazione sullo stato di fatto degli edifici presenti in corrispondenza o nelle vicinanze del tracciato previsto. Tale rilievo è puramente indicativo, eseguito al fine di dare un’idea generale, e non nel dettaglio, della consistenza degli edifici presenti nell’area. Inoltre ad integrazione delle indagini eseguite a supporto del Progetto Preliminare, sono state eseguite le seguenti indagini: 27 sismiche a rifrazione tomografica, di 115 m di lunghezza ciascuna; 9 sondaggi a carotaggio continuo con prove in foro e prelievo campioni; In relazione ai dati ottenuti: Pagina 10 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE è stato definito l’assetto geologico, strutturale ed idrogeologico del territorio interessato dal tracciato, con particolare attenzione alle zone ritenute maggiormente critiche; sono state definite le caratteristiche geologiche e geomeccaniche in corrispondenza degli imbocchi e dei viadotti; è stato eseguito uno studio di dettaglio per il rischio caduta massi in corrispondenza dei tratti all’aperto o in trincea, valutando i possibili interventi di messa in sicurezza.; sono stati proposti, in via preliminare da approfondirsi e valutarsi nel Progetto Esecutivo, protocolli in caso di incidenti quali sversamenti accidentali o in caso di cavità carsiche individuate in fase realizzativa; è stato definito un piano di monitoraggio ambientale per la risorsa idrica locale (torrenti, sorgenti e pozzi/piezometri) e un Piano di Monitoraggio per le vibrazioni indotte dalla realizzazione del tracciato. Inquadramento idrologico e morfologico Per l’inquadramento idrologico e morfologico dell’area interessata dall’intervento in progetto, ci si è basati sulla cartografia tecnica regionale, sugli Studi del Reticolo Idrico minore, predisposti dai comuni interessati dall’intervento, oltre che sulla osservazione diretta del territorio mediante sopralluoghi, con individuazione dei corsi d’acqua esistenti ed interferenti con le opere in progetto: 1. Torrente Valle dei Ronchi; 2. Torrente Premonte; 3. Torrente Perlana; 4. Torrente Azzano; 5. Torrente Bolvedro. Essi sono evidenziati, insieme ai loro bacini tributari pertinenti alle sezioni di verifica, negli allegati elaborati. Il fattore di pericolosità principale, legato a tali corsi d’acqua, è la possibilità di trascinamento a valle del materiale detritico in alveo, accumulatosi soprattutto nella parte più alta, meno acclive, e conseguente potenziale ostruzione delle luci di ponti e tombini, nonché l’azione erosiva e di scalzamento delle correnti sulle opere di fondazione degli stessi ponti e tombini ed altri manufatti di pertinenza del corpo stradale. In generale, per tutti corsi d’acqua esaminati, si vede come un tirante idraulico dell’ordine del metro, sia in grado di realizzare una portata compatibile con quella calcolata e prevista con un tempo di ritorno di 200 anni: si ritiene pertanto adeguato un franco idraulico (distanza minima tra il pelo libero della corrente in condizione di massima piena e l’intradosso delle opere di attraversamento stradali) almeno pari a 3 metri, per evitare l’ostruzione della sezione dell’alveo a causa di eventuali materiali flottanti trasportati dalla corrente, trattenuti dall’impalcato del ponte. Per quanto riguarda le indagini geologiche e idrogeologiche effettuate a supporto della progettazione definitiva si rimanda alla relazione geologica che contiene il dettaglio degli approfondimenti e dei piani ipotizzati. Pagina 11 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE B.2.3 TRAFFICO Come già evidenziato, per le sue particolari caratteristiche ed il suo collocamento geografico, la Statale 340 “Regina” e la sua diramazione che da Menaggio si diparte verso Nord fino ad innestarsi sulla S.S. 36 “del Lago di Como e dello Spluga”, rappresentano un itinerario obbligato e senza alternative viabilistiche lungo la sponda occidentale del Lago di Como. Dal punto di vista paesaggistico e turistico, la Statale 340 rappresenta una delle strade più importanti della rete nazionale italiana. Lungo il suo percorso vengono poste in relazione località di richiamo internazionale quali Como, Cernobbio, Menaggio, Porlezza, Dongo, per citarne alcune. Inoltre, la SS 340 pone in collegamento l’Italia con la Confederazione Elvetica (Lugano) e, con la sua diramazione, Saint Moritz (CH) e la Valtellina. Lungo la sponda occidentale del Lago di Como, insistono strutture ricettive e private di interesse mondiale (residenze Napoleoniche e ville del XVII e XVIII secolo) ed un “sistema” di edifici storici e di culto di primaria importanza. Col passare degli anni, l’aumento del volume di traffico e la progressiva urbanizzazione della fascia costiera del lago e dei rilievi retrostanti, hanno generato una situazione insostenibile sia per chi circola sulla statale che per le popolazioni che vivono lungo di essa, con il conseguente decadimento delle condizioni di vivibilità e di relazioni sociali delle popolazioni coinvolte. Tutte le varianti realizzate lungo questa arteria a partire dagli anni ’50 in poi, prima dalla Provincia di Como e successivamente dall’ ANAS, sono state finalizzate alla ricerca di tracciati alternativi, realizzando interventi puntuali (varianti agli abitati) allo scopo di risolvere situazioni di pericolosità stradale e rallentamenti del traffico legati soprattutto al calibro della carreggiata. In una pubblicazione estratta da “La rivista della strada” risalente all’anno 1965, il Prof. Aimone Jelmoni, - considerato il padre dell’Autostrada del Sole - illustra il progetto dell’ Autostrada Lariana motivando la necessità della realizzazione di un collegamento di tipo autostradale Como-MenaggioChiavenna, all’interno di un progetto preliminare da lui predisposto e finanziato dalla Camera di Commercio di Como. Il Prof. Jelmoni nella sua relazione metteva in evidenza che l’intervento doveva essere volto alla realizzazione di una strada “chiusa” in modo da evitare l’aggressione edilizia del territorio, considerate le caratteristiche paesaggistiche incomparabili del territorio. Il Prof. Jelmoni asseriva che per il traffico di breve distanza e per quello vicinale “…rimarrà la strada esistente,…” la quale “.. potrà rispondere ancora soddisfacentemente bene, una volta che venga sollevata dal passaggio del grande traffico” ed inoltre che la strada esistente avrebbe potuto ospitare il “… traffico turistico che possiamo definire contemplativo e pensoso e che ama percorrere strade lente e tranquille ….”. Anche la realizzazione del presente intervento si colloca chiaramente nella medesima ottica, andando a confermare l’importanza una variante “chiusa”, distante dalla zona ormai urbanizzata senza soluzione di continuità lungo tutto il tratto interessato dalla variante, senza creare interconnessioni con altra viabilità esistente. Pagina 12 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Non esistendo in tale tratto viabilità alternativa alla S.S. 340, è evidente che il traffico che interesserà la variante sarà il medesimo che percorre attualmente la Statale “Regina”, ad eccezione di quello locale che continuerà ad utilizzare la sede esistente; occorre però considerare che la nuova variante, garantendo un collegamento più veloce e sicuro, attrarrà un parte di quel traffico che oggi utilizza itinerari differenti. La sezione stradale adottata (C2 prevista dal D.M. 6792 del 5.11.2001) è omogenea agli interventi di nuova realizzazione eseguiti a monte e a valle dell’opera in progetto, nonché al calibro massimo del tratto di strada che va a sostituire. Si evidenzia, infine, che la morfologia del territorio è tale da non permettere soluzioni alternative a quelle proposte in via preliminare in quanto la Statale si snoda lungo il limite inferiore del versante occidentale prealpino tipico del Lago di Como. In altri termini, sul lato occidentale è presente un versante con elevata acclività verso il Lago e la strada “Regina” si colloca lungo il ciglio a lago, nell’unico punto ove i sedimenti di varia origine ne hanno consentito la costruzione. Per tale ragione, in più punti, si registrano consistenti cedimenti verso il lago della strada esistente, la cui fragilità rappresenta un’altra delle problematiche urgenti che hanno determinato la necessità di provvedere alla progettazione di una viabilità alternativa. Con queste premesse appare irrilevante predisporre una analisi costi-benefici in quanto gli aspetti paesaggistici, storici, turistici, strutturali sono prevalenti rispetto al parametro economico che non è rappresentativo ai fini della giustificazione della realizzazione dell’opera. Quantunque ciò sia vero, vengono di seguito fatte alcune valutazioni in merito ai benefici, esclusivamente economici, sul trasporto, legati alla realizzazione dell’opera. Tali valutazioni vengono condotte su un veicolo leggero, con a bordo il solo conducente. Il costo orario, che viene attribuito alla sola classe di veicoli leggeri - ritenendo trascurabile l’incidenza del 5% di veicoli pesanti - è di 25 €/h. Il volume di traffico che si prevede interesserà la variante è pari a circa 9.500 veic/giorno. Il tempo impiegato a percorrere la strada esistente è: ta = 9,5 km/30 km/h = 0,31 h pari a 19 minuti (per viamichelin è pari a 22 min) Il tempo impiegato a percorrere la variante è: tf = 9,5 km/70 km/ora = 0,13 h pari a 8,15 minuti La differenza è pari a 10,85 minuti. Il risparmio temporale giornaliero è pari a: 10,85 min x 9.500 veic/g =103.075 min x veic/g In ore: 103.075 / 60 = 1.718 h La differenza del costo del trasporto è quindi pari a: 1.718 h x 25 €/h = 42.950 €/g In un anno (si può considerare 365 giorni in quanto il traffico festivo è assimilabile al feriale): Pagina 13 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE 42.950 x 365 = € 15.600.000 € In 30 anni si potrebbe conseguire un risparmio per la collettività pari a € 460 mil€ B.2.4 STUDIO IMPATTO AMBIENTALE In applicazione della vigente normativa, il progetto definitivo è corredato dallo Studio di Impatto Ambientale (SIA) progetto che analizza le ripercussioni sul territorio generate dalla realizzazione della variante. Dopo una prima analisi delle caratteristiche tecniche e geometriche dell’opera viene sviluppato un quadro di riferimento programmatico, nel quale si procede ad una verifica di compatibilità dell’intervento con il sistema delle aree regionali protette, la rete ecologica provinciale, il paesaggio ed il sistema dei vincoli paesaggistici. Successivamente lo studio prende in considerazione ed analizza tutti gli aspetti che generano ricadute sul territorio attraversato: Atmosfera Suolo, sottosuolo e circolazione idrica sotterranea Acque superficiali Vegetazione e flora Fauna Ecosistemi Paesaggio e patrimonio storico e culturale Rumore Data la delicatezza delle aree in cui il nuovo intervento si sviluppa, lo studio affronta ed approfondisce in maniera importante ciascuna delle sopraccitate tematiche, prevedere prevedendo peraltro quelle opere compensative e di mitigazione ambientale che permettano di contenere quanto più possibile l’impatto che la realizzazione della variante avrà sul territorio attraversato e circostante ad essa. B.2.5 ARCHEOLOGIA Lo studio, attraverso ricerche bibliografiche e d’archivio nonché indagine territoriale costituita da rilievi di superficie ed interpretazione di fotografie aeree, delinea il quadro archeologico dell’area interessata dall’opera in ordine ad entrambe le soluzioni progettuali proposte. I controlli d’archivio e territoriali hanno evidenziato l’esistenza di 26 “contesti archeologici” che sono stati trattati ciascuno con una scheda dedicata. Di detti contesti quello maggiormente significativo è rappresentato dalla Torre di Spurano, posto nelle immediate vicinanze del tracciato nel tratto a cielo aperto in comune di Tremezzina (loc. Ossuccio). In corrispondenza della Torre di Spurano il progetto prevede la costruzione di una galleria artificiale con la quale è possibile “riconnettere funzionalmente e paesaggisticamente” il territorio retrostante . Pagina 14 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Prima della costruzione della galleria artificiale occorrerà il supporto dell’assistenza archeologica durante le operazioni di scavo per l’impostazione delle fondazioni (larea della Torre di Spurano è ad elevato rischio di ritrovamenti archeologici) B.2.6 AZIENDE A RISCHIO RILEVANTE Dalla documentazione presente agli atti, le A.R.I.R. non risultano ubicate in prossimità dell’infrastruttura. In particolare non sono presenti A.R.I.R. nei territori dei Comuni attraversati dall’infrastruttura, in quelli immediatamente confinanti o comunque sufficientemente vicini. Le A.R.I.R. presenti sul territorio provinciale sono collocate a distanze tali che l’effetto di un incidente verosimile non può ritenersi significativo per l’infrastruttura in progetto. In base a quanto sopra esposto e meglio esplicitato nella relazione specifica, non si rileva la presenza di A.R.I.R. che possano ragionevolmente interferire con l’infrastruttura in progetto. B.3. IL PROGETTO DEFINITIVO I criteri che hanno guidato le scelte progettuali possono essere riassunti nei seguenti: 1. sostenibilità ambientale e paesaggistica; 2. efficacia trasportistica dell’opera; 3. sostenibilità economica in relazione ai costi di costruzione ed ai costi di manutenzione dell’opera. Per quanto riguarda i materiali da utilizzare nella costruzione dell’infrastruttura si rimanda alle relazioni e agli elaborati grafici specialistici presenti all’interno del progetto. Relativamente alle criticità paesaggistico/ambientali da superare si è già detto nei precedenti capitoli. Si rimarca in questa sede l’estrema complessità nella ricerca di soluzioni progettuali meno impattanti in ordine all’inserimento delle opere in una zona morfologicamente diversificata e caratterizzata da forti acclività verso lago, in un territorio che presenta caratteristiche paesaggistiche di straordinaria bellezza. Per quanto riguarda il materiale proveniente dagli scavi si rimanda al Piano di Utilizzo delle terre e delle rocce da scavo. In estrema sintesi, si sottolinea che, tolta la parte relativa al riutilizzo diretto del materiale in cantiere, la parte rimanente ha la seguente consistenza volumetrica: 1) dal portale Sud (Colonno) circa 475.000 m3; 2) dal portale Nord (Griante) circa 850.000 m3; per un volume complessivo da allontanare pari a circa 1.325.000 m3. Le restanti quantità di materiale, pari a circa 235.000,00 m3, verranno trasferite, in conformità al piano di utilizzo, per la realizzazione di sottofondi e massicciate stradali, rinterri, rilevati e rimodellazioni, rivestimenti di opere Pagina 15 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE strutturali (muri e fabbricati impiantistici) o nel processo produttivo dei calcestruzzi necessari all’opera, in sostituzione del materiale di cava Differenze tra progetto preliminare e definitivo Il presente livello di progettazione ricalca in modo pressoché invariato il tracciato previsto nel precedente livello progettuale, apportando importanti modifiche migliorative rispetto al precedente preliminare. Tra le differenze apportate importante spicca quella dell’allontanamento del tracciato dal Santuario della Beata Vergine del Soccorso in termini altimetrici (abbassamento in corrispondenza della valle Perlana di oltre 12 metri); tale modifica altimetrica si riverbera sul tracciato consentendo l’abbassamento di oltre 2 m della piattaforma stradale in corrispondenza della Torre di Spurano. Un’altra novità introdotta consiste nella realizzazione di una galleria artificiale che, in corrispondenza della Torre di Spurano, si sviluppa per una lunghezza pari a m 125 (come descritto nel precedente capitolo 2.4). Ulteriore importante variazione apportata è quella relativa all’incremento del diametro della galleria di emergenza, che passa da 3,90 m a 5,30 m interni. Tale variazione permette di evitare la costruzione delle due piste provvisorie di cantiere previste dall’ipotesi di cantierizzazione preliminare. Le due piste infatti sarebbero state difficilmente mascherabili da un punto di vista del paesaggio, in quanto avrebbero comportato la costruzione di muri alti e tornanti, pur prevedendo di adottare pendenze nell’ordine del 30% al fine di raggiungere, dalla SS 340 esistente, la quota di scorrimento della variante in progetto. Con l’aumento dimensionale della galleria di emergenza si può utilizzare la stessa per le operazioni di cantierizzazione ai fronti opposti della galleria principale evitando così di realizzare piste provvisorie di cantiere che comunque avrebbero dovuto rimanere in esercizio non meno di 6 anni con evidenti ripercussioni negative e probabilmente permanenti in relazione agli aspetti ambientali. Altro elemento di novità rispetto al progetto preliminare è la previsione di disporre barriere di protezione laterale dalla caduta massi lungo i tratti di strada a cielo aperto. Le barriere si sono rese necessarie in seguito all’approfondimento dello studio geologico e geomorfologico dell’area interessata dalle opere. Alte 5 metri, saranno del tipo ad assorbimento di energia, in grado di assorbire impatti fino a 3000 KJ e verranno disposte a protezione dei tratti a cielo aperto. Infine, rispetto al progetto preliminare è stato incrementata la sezione del salto di montone “inverso” in Comune di Colonno, portandolo da monodirezionale a bidirezionale. Tale modifica è legata alla cantierizzazione dell’opera, non essendo assolutamente sostenibile ipotizzare per la durata del cantiere (circa 6 anni) chiusure o limitazioni all’attuale traffico veicolare. Questa modifica, permettendo di deviare nel salto di montone entrambi i sensi di marcia del traffico scorrente lungo la SS 340, consentirà una più agevole e sicura gestione del cantiere garantendo maggiori spazi di lavoro in un ambito altrimenti troppo ristretto. Pagina 16 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Il tracciato stradale Il tracciato stradale principale presenta una lunghezza totale di circa 9.800,00 m, con innesto lato sud, in prossimità del cimitero di Colonno e sbocco Nord in Comune di Griante, località “Cà Bianca”. La carreggiata prevista è la C2 con corsie da 3.5 m e banchina da 1.25 m, per una larghezza complessiva di carreggiata di 9,5 m, che viene portata a 13,00 m nei tratti in cui è prevista la realizzazione della corsia di arrampicamento. Dove necessario inoltre si prevede la realizzazione dei necessari allargamenti per la visibilità; l’asse stradale è stato progettato per l’intervallo di velocità 60-100 km/h, che risulta essere verificato su tutta la variante. Nei tratti in galleria oltre alla piattaforma stradale è previsto un ulteriore allargamento di 1,05 metri per ciascun lato, necessari al posizionamento dell’elemento redirettivo ed all’alloggiamento degli impianti della segnaletica e della dotazione impiantistica della galleria. Il primo tratto, a cielo aperto, prevede la realizzazione degli svincoli di connessione con l’attuale tracciato della S.S. 340, poi alla progressiva 230,00 il nuovo asse entra in galleria (Comacina) con una pendenza longitudinale del 4.58% ed una lunghezza totale di 2.095,00 m. La galleria “Comacina” permette di guadagnare quota in modo da uscire all’aperto alle spalle dei centri abitati di Sala Comacina e Ossuccio in una zona distante dal lago e non ancora urbanizzata. L’imbocco sud è costituito da tre gallerie: • la galleria principale della variante che presenta una piattaforma pari a m 11,00 (9,50 m + 1,50 m per allargamento di visibilità) e larghezza massima interna di m 13,10, compresi elementi redirettivi e spazi destinati alla dotazione impiantistica; • il cunicolo di emergenza posto a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti; • la galleria del “salto di montone inverso”, che presenta una piattaforma pari a m 9,50 e larghezza totale di 10,40 (inverso in quanto la strada secondaria passa sotto quella principale). Il salto di montone, lungo circa 225 metri e interamente in galleria,costituisce la connessione tra la viabilità esistente e quella in progetto; in particolare riconnette la corsia di marcia verso Sud da Colonno verso Argegno. La corsia in direzione Nord invece viene realizzata all’esterno, lato lago, ed è l’unica piattaforma stradale dell’imbocco Sud che non si snoda in galleria. Nella zona di imbocco sono inoltre presenti i manufatti per l’alloggiamento degli impianti tecnologici a servizio delle gallerie, nonché la sala soffianti che alimenta la sovrappressione della galleria di emergenza. L’imbocco Nord della galleria “Comacina” si sviluppa in prossimità della Valle dei Ronchi. E’ costituito da un portale con due gallerie: • la galleria principale della variante che presenta una piattaforma pari a m 12,00 e larghezza massima interna pari a m 14,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti; Pagina 17 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Data la immediata prossimità della valle con l’imbocco, il portale della galleria di emergenza è stato collocato sopra la volta della galleria principale. Ciò consente di non interferire con l’alveo della Valle dei Ronchi, situato a ridosso del portale, e rende possibile la realizzazione contestuale del manufatto di scavalco della valle stessa con un ponte a struttura mista acciaio/calcestruzzo avente luce pari a m 21,00. L’imbocco è completato dalle costruzioni per gli impianti tecnologici delle gallerie e dalle vasche per gli impianti antincendio. Si procede quindi all’aperto per un tratto di 820 m circa posto a monte degli abitati di Sala Comacina ed Ossuccio, che si prevede a tre corsie: una, in discesa, in direzione Sud, due invece, in salita, in direzione Nord per permettere il superamento dei mezzi più lenti; in questo tratto è presente la galleria artificiale “Spurano”, lunga m 125 ed anch’essa a tre corsie, posta in corrispondenza della omonima Torre. Il tratto all’aperto prevede inoltre, appena a Sud della galleria artificiale, lo scavalco del torrente Premonte con ponte di luce pari a m 25,00 m previsto a struttura mista acciaio/calcestruzzo. Si incontrano poi altre due gallerie con pendenze longitudinali modeste dello 0,4% (Perlana 1 e Perlana 2) rispettivamente lunghe 625,00 m e 2.050,00 m, separate da un breve tratto all’aperto per superare la Val Perlana. Ciò avviene con un ponte a campata unica di luce pari a m 25,00 previsto anch’esso in struttura mista acciaio/calcestruzzo. L’impalcato, vista la valle morfologia dei luoghi (la valle è molto incisa) e la distanza dal lago, risulta poco visibile e quindi poco percepibile dal punto di vista paesaggistico. Per quanto riguarda il contenimento del rumore, è prevista la realizzazione di barriere fonoassorbenti sul lato di valle del ponte. L’imbocco Sud della galleria “Perlana 1” presenta un portale con la sola galleria principale (larghezza totale 13,40 m) in quanto la lunghezza relativamente modesta della galleria non rende necessaria la realizzazione in affiancamento galleria del cunicolo di emergenza. Lo stesso dicasi per l’imbocco Nord, avente larghezza totale di m 12,10. Anche in corrispondenza dell’imbocco Sud della galleria “Perlana 1” sono presenti i manufatti relativi agli impianti tecnici a servizio delle gallerie, che ricomprendono anche le vasche antincendio. L’imbocco Sud della galleria “Perlana 2” è costituito da un portale con due gallerie: • la galleria principale che presenta una piattaforma pari a m 10,00 compreso allargamento di visibilità pari a 0,50 m – e larghezza totale interna pari a m 12,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti; All’imbocco Nord della galleria “Perlana 2” con sboccano le medesime due gallerie: • la galleria principale che presenta una piattaforma pari a m 9,50 – quindi senza allargamento della piattaforma – e interno larghezza totale interna pari a m 11,60; Pagina 18 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale. Anche in questo imbocco è prevista la realizzazione delle costruzione per alloggiare gli impianti tecnologici: impianti elettrici per la galleria principale, sala soffianti per la galleria di emergenza e vasche antincendio. Dalla sbocco Nord della galleria Perlana 2, si ripassa a cielo aperto per un tratto di altri 910 m, anche in questo caso in una zona non urbanizzata e distante dal cono di visibilità diretto dalla sponda del lago, nel territorio di Mezzegra. A circa metà di questo tratto è presente una breve galleria (Bonzanigo), lunga 125,00 m, necessaria per superare una importante piega tettonica in un ammasso sedimentario di “calcare di Zu”. Anche questo tratto a cielo aperto è a tre corsie: una, in discesa in direzione Nord, due, in salita, in direzione Sud che assolvono la medesima funzione di fluidificazione del traffico di quelle descritte in precedenza. S’imbocca quindi l’ultima nonché la più lunga galleria (Tremezzina) che, con una lunghezza totale di 2.730,00 m e una pendenza costante del 4.35%, permette di riportarsi a quota lago in corrispondenza dello svincolo con la S.S. 340 in comune di Griante; per permettere un corretto approccio alla galleria sarà necessaria la realizzazione di un manufatto parzialmente a sbalzo in fregio al torrente Bolvedro, che in quel tratto corre parallelamente al tracciato. L’imbocco Sud della galleria “Tremezzina” è costituito da un portale con due gallerie: • la galleria principale che presenta una piattaforma pari a m 10,00 – con allargamento della piattaforma pari a m 0,50 – e interno larghezza totale interna pari a m 12,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale che presenta un diametro di m 5,30 netti. Anche in questo ambito saranno realizzati i manufatti per gli impianti tecnologici: impianti elettrici per la galleria principale, sala soffianti per la galleria di emergenza e vasche antincendio. Nell’imbocco Nord di questa galleria costituito sono presenti tre gallerie: • la galleria principale della variante che presenta una piattaforma pari a m 11,00 - con allargamento della piattaforma pari a 1,50 m - e dimensione max trasversale interna pari m 13,10; • la galleria di emergenza posta a monte della galleria principale. • la galleria del “salto di montone”, lunga 100 m e con una piattaforma pari a m 6,50, che provenendo da Nord, scavalca il portale della galleria principale e successivamente scende a cielo aperto verso l’abitato di Griante ed il lungolago della Tremezzina. Il salto di montone costituisce la connessione tra la viabilità esistente e quella in progetto; infatti, come sopra descritto, riconnette la corsia di marcia verso Sud da Menaggio a Tremezzo. La corsia verso Nord invece viene realizzata a cielo aperto, lato lago. Anche in questo imbocco sono presenti i medesimi impianto previsti nel portale Sud della galleria. Pagina 19 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE A 230 metri di distanza dal portale termina la variante e la nuova viabilità si innesta su quella esistente, appena a valle del portale Sud della Variante di Menaggio, recentemente realizzata. Il tratto iniziale di tutte le gallerie e dei cunicoli di emergenza, nei tratti a copertura ridotta, è costituito da portali artificiali aventi lunghezza variabile tra i 5 ed i 35 metri. Nelle aree esterne della zona degli imbocchi è prevista la realizzazione dei piazzali, di dimensioni variabili, su cui realizzare i fabbricati destinati ad alloggiare i servizi tecnologici; tali aree saranno dimensionate al fine di consentire l’accesso dei mezzi necessari alla posa ed alla futura manutenzione degli impianti, che prevedono la presenza di macchinari aventi ingombri e pesi notevoli, quali trasformatori, quadri, pompe e soffianti. I tratti a cielo aperto correranno, come anticipato, perlopiù a mezza costa e ciò implica la necessità di realizzare muri sia di sostegno che di controriva che in alcuni tratti avranno altezze anche superiori a 10 metri; in alcuni ambiti invece la strada correrà in trincea mentre brevi tratti, localizzati in prossimità dello scavalco dei corsi d’acqua, saranno in rilevato, tra muri. Ove possibile, in ordine alle caratteristiche geomeccaniche degli ammassi rocciosi attraversati, le pareti a monte saranno profilate in modo da consentire la possibilità di mitigazioni ambientali e messe in sicurezza tramite l’esecuzione di consolidamenti e posa di reti paramassi appoggiate. Tutti i manufatti (muri, portali artificiali e manufatti impiantistici) saranno realizzati in cemento armato e rivestiti con la pietra del luogo recuperata dallo scavo delle gallerie; in particolare dallo scavo del primo tratto della galleria Comacina si ricaveranno ingenti quantitativi di calcari di Moltrasio, pietra particolarmente adatto allo scopo e storicamente utilizzata come principale materiale da costruzione lungo le sponde del lago di Como. Per le gallerie Comacina, Perlana 2 e Tremezzina si prevede, come detto, la realizzazione di un cunicolo di sicurezza parallelo alla galleria principale nonché la predisposizione di piazzole di emergenza ogni 300 metri, disposte alternativamente sui due lati. Le due gallerie sono interconnesse da passaggi di sicurezza, opportunamente sezionati con zone filtro, ad interdistanza costante di 150 m. Questa scelta progettuale, fortemente innovativa e che caratterizza in modo importante la nuova opera, ha permesso di ottenere: la semplificazione dell’impianto di ventilazione, che è possibile realizzare con una tipologia di ventilazione longitudinale anziché semitrasversale; l’eliminazione di costose è impattanti centrali di ventilazione nonché dei camini di ventilazione lungo l’asse delle gallerie; un sensibile aumento degli standard di sicurezza per gli utenti della nuova infrastruttura; la diminuzione importante dei costi di realizzazione e successiva gestione dell’opera. Altro aspetto fondamentale a favore del cunicolo laterale è che, prevedendone la realizzazione mediante l’utilizzo di macchine TBM (Tunnel Boring Machine) in una fase precedente a quella costruzione dello scavo Pagina 20 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE della galleria principale, esso può essere utilizzato come prospezione geologica in avanzamento, garantendo la possibilità di evidenziare fin da subito eventuali sorprese geologiche che dovessero palesarsi lungo il tracciato. Inoltre la realizzazione anticipata del cunicolo rappresenterebbe un importante elemento in ordine alla sicurezza in fase di lavorazione, potendo rappresentare una via d’esodo qualora fosse collegata alla galleria principale contestualmente all’avanzamento di quest’ultima. Dal punto di vista ambientale sono state esperite tutta una serie di indagini indispensabili: idrologico, idraulico, geologiche, idrogeologiche, geotecnico, archeologico, paesaggistico, per i cui contenuti si rimanda alle relative relazioni. B.4. FATTIBILITÀ DELL’OPERA Dal punto di vista ingegneristico l’opera presenta difficoltà esecutive legate alla realizzazione del tracciato all’aperto che si snoda per la quasi totalità a “mezza costa”. Ciò presuppone l’esecuzione di scavi a monte e riempimenti a valle che, data la notevole acclività dei terreni, risultano operativamente impegnativi. Si tratta di una infrastruttura complessa che prevede opere importanti sia dal punto di vista strutturale che impiantistico, anche in funzione dell’interazione tra questi due aspetti. La cantierizzazione dovrà svilupparsi tenendo conto dei fattori che influenzano la realizzabilità dell’opera e che sono costituiti essenzialmente dalla ristrettezza degli spazi disponibili per il cantiere e dalla movimentazione delle notevoli quantità di materie provenienti dagli scavi. Tali difficoltà vengono accentuate dal paesaggio esistente - descritto ampiamente nei testi di letteratura italiana e straniera - ed impongono la massima delicatezza dell’approccio esecutivo delle opere soprattutto con riferimento all’inserimento delle stesse nel paesaggio esistente. La notevole distanza delle aree in grado di ricevere i consistenti volumi derivanti dallo scavo delle gallerie, la difficoltà di reperire aree di cantiere ed in particolare aree per lo stoccaggio e la lavorazione dei materiali, nonché la difficoltà di accesso alle varie zone di cantiere rappresentano una delle principali tematiche progettuali dell’intera opera e hanno profondamente condizionato le scelte progettuali. I limiti geometrici e strutturali della strada attuale rendono insostenibile la possibilità di utilizzarla per il transito dei mezzi di cantiere e determinano la necessità di considerare i due imbocchi Nord e Sud (Griante e Colonno) come due cantieri separati e distinti. In ordine a questa necessità ed allo scopo di evitare quanto più possibile lo spostamento dei materiali di scavo, si è previsto di individuare quanto più vicino al cantiere due aree in cui procedere al trattamento ed alla trasformazione dei materiali al fine del riutilizzo nel cantiere. Pagina 21 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Sono state perciò destinate a tale scopo due siti come centrali di vagliatura e betonaggio: uno in Comune di Grandola e Uniti per il portale Nord ed uno in comune di Castiglione Intelvi per quello Sud. Inoltre si sono stabilite due diverse modalità per allontanare i materiali in eccesso dagli imbocchi di Colonno e Griante. Per quanto riguarda lo smarino dal lato sud (Colonno), si prevede l’allontanamento di circa 475.000,00 mc di materiale eccedente, su strada fino alla destinazione finale, posta a Sud di Como. Diversa scelta invece è stata necessaria per quanto attiene il portale nord (Griante), dal quale è previsto l’allontanamento di circa 850.000,00 mc, la cui destinazione finale è posta a 100 km di distanza, a sud di Lecco. Non essendo sostenibile né economicamente né ambientalmente lo spostamento su gomma, è stata prevista la realizzazione di due approdi (uno in corrispondenza del nuovo portale di Griante, l’altro in comune di Mandello del Lario, località Moregallo) che permetteranno di movimentare il materiale via lago mediante l’utilizzo di chiatte, ricorrendo allo spostamento su strada soltanto per gli ultimi chilometri del percorso. B.4.1 DISPONIBILITÀ DELLE AREE Il progetto è stato condiviso da tutti i comuni attraversati e con gli stessi sono state individuate le aree necessarie alla realizzazione del tracciato inserendo l’infrastruttura nei relativi strumenti urbanistici. Sono interessati dai lavori aree di soggetti privati, di proprietà di enti territoriali (Comuni e Provincia)e demaniali; si prevede l’abbattimento di due piccoli rustici montani posti lungo il tracciato. Per la maggior parte di essi è prevista l’occupazione definitiva, che riguarderà sia le aree necessarie alla realizzazione del corpo stradale e delle relative pertinenze che quelle da destinare alle opere di mitigazione ambientale; si procederà inoltre a costituzione di servitù per le aree poste sopra le gallerie dove la copertura è ridotta ed alla occupazione temporanea delle aree da utilizzare ai fini della cantierizzazione. Per tutti gli immobili sono state individuate le consistenze e i relativi parametri espropriativi per i quali si rimanda agli specifici elaborati. Il nuovo tracciato correrà molto a monte degli abitati, in una zona tipicamente semimontana, non intercettando strade, ma soltanto mulattiere e sentieri in grado di essere percorsi da mezzi di piccole dimensioni; infatti, dipartendosi da antichi nuclei abitati caratterizzati da strade particolarmente strette, la viabilità interferita non può essere percorsa che da mezzi non più larghi di 1,,60-1,70 m ed in grado di affrontare pendenze impegnative, nell’ordine anche del 25-30 %. Sentieri e mulattiere interferite verranno comunque tutte riconnessi tramite la realizzazione di sottopassi oppure deviati sui portali delle gallerie, al fine di evitare di intercludere le porzioni di territorio poste a monte della variante. Pagina 22 di 23 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE B.4.2 CRONOPROGRAMMA DELLE FASI ATTUATIVE La durata dei lavori è prevista in sei anni a partire dalla data di consegna dei lavori. Per quanto riguarda invece la fase di approvazione del progetto e di appalto delle opere, si può ipotizzare la seguente tempistica: • Inizio consegna progetto definito per appalto integrato ad ANAS in data 30.09.2014; • Verifica del progetto definitivo da parte di ANAS entro il 10 novembre 2014; • Richiesta pareri ai vari Enti/Ministeri interessati - VIA e indizione Conferenza dei Servizi entro il 10 marzo 2015; • Eventuali integrazioni del progetto a seguito di prescrizioni entro il 10 maggio 2015; • Validazione progetto definitivo entro il 30 giugno 2015 ; • Approvazione Progetto definitivo e dichiarazione di pubblica utilità; acquisizione aree entro il 30 giugno 2015; • Pubblicazione bando di gara entro luglio 2015; Pagina 23 di 23 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE INDICE C. Stato ambientale di riferimento ............................................. 6 C.1. Stato del clima e dell’atmosfera .................................................. 6 C.1.1 Dati meteorologici .................................................................. 6 C.1.1.1. Analisi dei dati anemologici ............................................. 8 C.1.1.2. stabilità atmosferica ......................................................11 C.1.2 Qualità dell’aria ....................................................................12 C.1.2.1. analisi dei dati di NO2 ....................................................15 C.1.2.2. analisi dei dati di SO2 ....................................................17 C.1.2.3. analisi dei dati di CO .....................................................17 C.1.2.4. analisi dei dati di PM10 ..................................................19 C.1.2.5. analisi dei dati di O3 ......................................................22 C.1.2.6. analisi dei dati di benzene..............................................24 C.2. Stato ambientale per rumore e vibrazioni ...................................26 C.3. Stato del suolo e del sottosuolo .................................................27 C.3.1 Destinazione d’uso del suolo ...................................................28 C.3.2 Elementi di geomorfologia ......................................................30 C.3.3 Elementi di tettonica .............................................................31 C.3.4 Elementi litologico stratigrafici ................................................31 C.3.4.1. Substrato roccioso ........................................................32 C.3.4.2. Depositi superficiali .......................................................36 C.4. Stato delle acque sotterranee ....................................................39 C.4.1 Inquadramento idrogeologico .................................................40 C.4.1.1. Vulnerabilita delle acque sotterrane ................................41 C.5. Stato delle acque superficiali .....................................................52 C.5.1 Lago di Como .......................................................................52 C.5.1.1. Caratteristiche limnologiche del lago ...............................52 C.5.1.2. Qualità fisico-chimica ....................................................53 C.5.1.3. Vegetazione acquatica ...................................................54 C.5.1.4. Fauna macrobentonica ..................................................54 C.5.1.5. Zooplancton .................................................................56 C.5.1.6. Fitoplancton .................................................................57 C.5.2 Corsi d’acqua .......................................................................58 C.5.2.2. Metodologie di indagine .................................................63 C.5.3 Stato di fatto: Torrente Perlana ..............................................71 C.5.3.1. Parametri chimico-fisici .................................................71 C.5.3.2. Indice LIMeco...............................................................73 C.5.3.3. Comunità macrobentonica .............................................74 C.5.3.4. Indice STAR_ICMi .........................................................76 C.5.4 Stato di fatto: torrenti minori e temporanei ..............................79 C.5.4.1. Torrente Valle dei Ronchi ...............................................79 C.5.4.2. Torrente Premonte........................................................81 C.5.4.3. Torrente Azzano ...........................................................84 C.5.4.4. Torrente Bolvedro .........................................................87 Pagina 1 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5.5 Considerazioni conclusive sulla qualità della componente idrobiologica ................................................................................... 88 C.5.6 Individuazione delle aree sensibili .......................................... 89 C.5.7 Fonti bibliografiche utilizzate .................................................. 90 C.6. Stato della vegetazione e della flora .......................................... 92 C.6.1 Metodo di rilievo floristico della vegetazione ............................ 92 C.6.2 Descrizione generale dell’area ................................................ 93 C.6.3 Fitoclima e vegetazione potenziale ......................................... 93 C.6.4 Analisi delle formazioni vegetali ............................................. 95 C.6.5 Specie floristiche di interesse comunitario e/o nazionale.......... 105 C.6.5.1. Habitat Natura2000.................................................... 105 C.6.5.2. Specie endemiche e di interesse naturalistico ................ 109 C.6.6 Naturalità e sensibilità delle formazioni ................................. 110 C.6.7 Individuazione delle aree sensibili ........................................ 111 C.6.8 Fonti bibliografiche utilizzate ................................................ 112 C.7. Stato della fauna .................................................................. 113 C.7.1 Fauna a priorità di conservazione ......................................... 113 C.7.2 Caratterizzazione della fauna locale ...................................... 116 C.7.2.1. Invertebrati............................................................... 116 C.7.2.2. Pesci ........................................................................ 117 C.7.2.3. Rettili e Anfibi ............................................................ 130 C.7.2.4. Uccelli ...................................................................... 135 C.7.2.5. Mammiferi ................................................................ 143 C.7.3 Considerazioni conclusive sulla componente faunistica ............ 146 C.7.4 Individuazione delle aree sensibili ........................................ 147 C.7.5 Fonti bibliografiche utilizzate ................................................ 149 C.8. Stato degli ecosistemi ............................................................ 150 C.8.1 Individuazione degli ecosistemi presenti nel territorio ............. 150 C.8.1.1. Rete Ecologica Regionale (RER) ................................... 150 C.8.1.2. Rete Ecologica Provinciale (REP) .................................. 154 C.8.1.3. Definizione degli ecosistemi......................................... 156 C.8.2 Caratterizzazione delle componenti biotiche (specie animali e vegetali) e abiotiche (sostanze non viventi) dell’ambiente e delle condizioni chimico-fisiche presenti nelle singole unità ecosistemiche ................... 158 C.8.2.1. Boschi submontani ..................................................... 158 C.8.2.2. Arbusteti montani e submontani .................................. 160 C.8.2.3. Prati magri e pingui .................................................... 160 C.8.2.4. Grotte ...................................................................... 161 C.8.2.5. Torrenti montani e ambienti di forra ............................. 162 C.8.2.6. Ambiente lacustre ...................................................... 167 C.8.3 Rapporto tra il tracciato e le reti ecologiche ........................... 168 C.8.3.1. Il tracciato e la RER .................................................... 168 C.8.3.2. Il tracciato e la REP .................................................... 168 C.8.4 Fonti bibliografiche utilizzate ................................................ 170 C.8.5 Elaborati grafici .................................................................. 171 C.8.5.1. Quadro sinottico delle aree sensibili.............................. 171 C.9. Stato del paesaggio e del patrimonio storico-culturale ............... 173 Pagina 2 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.9.1 Inquadramento paesaggistico ............................................... 173 C.9.1.1. Metodologia di analisi .................................................. 173 C.9.1.2. L’ambito geografico del “Lario comasco” ........................ 175 C.9.1.3. L’unità tipologica di paesaggio “dei Laghi insubrici” ......... 178 C.9.1.4. L’unita’ di paesaggio “Tremezzina e Isola Comacina” ....... 179 C.9.1.5. Elementi di rilevanza paesaggistica regionale ................. 181 C.9.1.6. Elementi di rilevanza paesaggistica provinciale ............... 184 C.9.1.7. Indirizzi di tutela dei paesaggi dei laghi insubrici ............ 188 C.9.1.8. Beni paesaggistici vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004 .... 193 C.9.1.9. Immobili ed aree di notevole interesse pubblico ............. 194 C.9.1.10. Fonti bibliografiche utilizzate ..................................... 200 C.9.1.11. Elaborati grafici di supporto....................................... 200 C.9.2 Il paesaggio come “sistema di ecosistemi” ............................. 201 C.9.2.1. Le caratteristiche del paesaggio vegetale ....................... 201 C.9.2.2. Definizione delle unita’ di paesaggio .............................. 204 C.9.2.3. Descrizione delle unita’ di paesaggio ............................. 206 C.9.2.4. Individuazione delle unita’ di paesaggio lungo il tracciato . 218 C.9.2.5. Elaborati grafici di supporto ......................................... 220 C.10. Stato di salute della popolazione ........................................... 221 D. Impatti ambientali ............................................................. 222 D.1. Scelta dell’alternativa di tracciato ............................................ 222 D.1.1 Atmosfera .......................................................................... 222 D.1.2 Rumore ............................................................................. 223 D.1.3 Acque sotterranee ............................................................... 224 D.1.4 Acque superficiali ................................................................ 224 D.1.5 Vegetazione e flora ............................................................. 225 D.1.6 Fauna ................................................................................ 225 D.1.7 Ecosistemi ......................................................................... 227 D.1.8 Paesaggio .......................................................................... 233 D.2. Impatti per atmosfera e clima ................................................. 234 D.2.1 Impatti in fase di cantiere .................................................... 234 D.2.1.1. Aree cantiere e logistica............................................ 235 D.2.1.2. Allontanamento inerti ............................................... 237 D.2.1.3. Bilancio emissioni .................................................... 239 D.2.1.4. Emissioni all’interno dei cantieri ................................. 243 D.2.1.5. Simulazione modellistica cantiere di griante ................ 247 D.2.2 Impatti in fase di esercizio ................................................... 250 D.2.2.1. Scenari di simulazione .............................................. 250 D.2.2.2. Dati di Traffico Giornaliero Medio (TGM) ..................... 252 D.2.2.3. Profilo orario dei veicoli ............................................ 256 D.2.2.4. fattori di emissione dei mezzi circolanti ....................... 256 D.2.2.5. Il modello CAL3QHC dell’US-EPA ................................ 257 D.2.2.6. Il modello GRAL ....................................................... 258 D.2.2.7. Definizione del dominio di calcolo adottato nelle simulazioni 259 D.2.2.8. Output delle simulazioni modellistiche ........................ 260 Pagina 3 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.2.2.9. Risultati delle simulazioni ......................................... D.2.2.10. Confronto dei risultati con i Valori Limite di legge ........ D.2.2.11. Analisi dei recettori sensibili ..................................... D.3. Impatti per rumore e vibrazioni .............................................. D.4. Impatti per suolo e sottosuolo ................................................ D.5. Impatti per acque sotterranee ................................................ D.5.1. Impatti in fase di cantiere ..................................................... D.5.2. Impatti in fase di esercizio .................................................... D.5.2.1 Protocollo in caso di sversamento ................................... D.5.2.2 Protocollo in caso di cavità carsiche ................................ D.6. Impatti per acque superficiali ................................................. D.6.1 Impatti in fase di cantiere ................................................... D.6.2 Impatti in fase di esercizio................................................... D.7. Impatti per vegetazione e flora ............................................... D.7.1 Impatti in fase di cantiere ................................................... D.7.2 Impatti in fase di esercizio................................................... D.8. Impatti per la fauna .............................................................. D.8.1 Impatti in fase di cantiere ................................................... D.8.2 Impatti in fase di esercizio................................................... D.9. Impatti per gli ecosistemi ....................................................... D.9.1 Impatti in fase di cantiere ................................................... D.9.2 Impatti in fase di esercizio................................................... D.10. Impatti per il paesaggio ed il patrimonio storico culturale ........ D.10.1 Impatti in fase di esercizio ................................................ D.10.1.1. Metodologia di indagine ........................................... D.10.1.2. Quadro di riferimento dell’esame paesistico ................ D.10.1.3. Suddivisione del progetto in tratti omogenei ............... D.10.1.4. Classe di sensibilita’ paesistica del sito ....................... D.10.1.5. Grado di incidenza paesistica del progetto .................. D.10.1.6. Determinazione del livello di impatto paesistico progetto 353 D.10.1.7. Prospetto riassuntivo dell’impatto paesistico ............... D.11. Impatti per la salute pubblica .............................................. E. E.1. E.1.1 E.1.2 E.2. E.3. E.3.1 E.3.2 E.4. E.4.1 E.4.2 E.5. E.5.1 261 265 267 275 276 278 278 278 278 279 280 280 280 281 281 282 286 286 293 299 299 299 301 301 301 305 306 311 333 del 360 361 Interventi di mitigazione e compensazione ambientale ..... 362 Interventi mitigativi per atmosfera e clima ............................... 362 Fase di cantiere ................................................................. 362 Fase di esercizio ................................................................. 363 Interventi mitigativi per rumore e vibrazioni ............................. 364 Interventi mitigativi per suolo e sottosuolo ............................... 365 Fase di cantiere ................................................................. 365 Fase di esercizio ................................................................. 366 Interventi mitigativi per le acque superficiali ............................ 367 Fase di cantiere ................................................................. 367 Fase di esercizio ................................................................. 367 Interventi mitigativi e compensativi per la flora e la vegetazione . 368 Fase di cantiere ................................................................. 368 Pagina 4 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.5.2 Fase di esercizio ................................................................. 369 E.5.3 Realizzazione delle aree di ripristino ...................................... 369 E.6. Interventi mitigativi e compensativi per la fauna ....................... 372 E.7. Interventi mitigativi e compensativi per gli ecosistemi ................ 383 E.7.1 Fase di cantiere .................................................................. 383 E.7.2 Fase di esercizio ................................................................. 384 E.8. Interventi mitigativi e compensativi per il paesaggio .................. 385 E.8.1 Opere di mitigazione ........................................................... 385 E.8.1.1. Tipologie vegetazionali ................................................ 385 E.8.2 Opere di compensazione ...................................................... 390 E.8.2.1. Progetto di compensazione paesaggistica n.1 ................. 391 E.8.2.2. Progetto di compensazione paesaggistica n.2 ................. 392 E.8.3 Prospetto riassuntivo delle aree di mitigazione e compensazione ambientale .................................................................................... 394 E.8.4 Elaborati grafici .................................................................. 403 E.9. Interventi mitigativi per la salute pubblica ................................ 406 Pagina 5 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C. STATO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO C.1. STATO DEL CLIMA E DELL’ATMOSFERA C.1.1 DATI METEOROLOGICI Per la caratterizzazione meteorologica dell’area oggetto dello studio modellistico sono presenti nell’area di indagine due stazioni appartenenti alla rete gestita da Arpa Lombardia. Le stazioni sono localizzate a Como (Villa Gallia) e a Tremezzo. La stazione di Tremezzo, benché prossima al sito di studio, non rileva direzione e velocità del vento necessari alla costruzione dell’input al modello di simulazione. I dati anemologici sono invece acquisiti dalla stazione di Como. Data la distanza della stazione di Como e le caratteristiche microclimatiche e orografiche del sito di realizzazione del progetto si è preferito reperire i dati anemologici rappresentativi dell’area di studio effettuando una campagna di misura sito-specifica. A tal fine è stato installato un anemometro ultrasonico triassiale nel Comune di Mezzegra (Figura C-1). Il sito è in prossimità del futuro tracciato che attraversa l’area a cielo aperto a nord del punto di misura, ad una distanza di circa 300 m. Pagina 6 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE VARIANTE Meteo Mezzegra FIGURA C-1 LOCALIZZAZIONE DELLA STAZIONE DI MEZZEGRA CON ANEMOMETRO ULTRASONICO Oltre alla direzione e alla velocità del vento, l’anemometro ultrasonico rileva anche la temperatura sonica, la lunghezza di Monin-Obukhov (L), la velocità di frizione (Ustar), il flusso di calore sensibile (H0) ed altri parametri derivati da quelli misurati direttamente. La stazione quindi, oltre a fornire i dati anemologici locali, permette di misurare la turbolenza atmosferica attraverso parametri misurati direttamente dalla strumentazione. I dati orari necessari all’input al modello di simulazione sono stati rilevati dal 16/10/13 al 28/07/14. Pagina 7 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.1.1.1. ANALISI DEI DATI ANEMOLOGICI I dati di direzione e velocità del vento del periodo di riferimento sono stati elaborati per costruire la “rosa dei venti” che descrive la frequenza di provenienza del vento dalle diverse direzioni, includendo anche l’informazione relativa alla velocità. La Figura C-2 riporta la rosa dei venti complessiva ottenuta dai dati orari acquisiti dalla stazione di Mezzegra dal 16/10/13 al 28/07/14. N N-NW N-NE NW NE W-NW E-NE W E 0% 4% 8% 12% 16% W-SW 20% E-SE SW SE S-SW S-SE S FIGURA C-2 ROSA DEI VENTI COMPLESSIVA DELLA STAZIONE DI MEZZEGRA La rosa complessiva evidenzia che i venti si dispongono essenzialmente lungo la direttrice NW-SE. La componente principale da NW verso SE raggiunge una frequenza abbastanza alta rispetto alle altre direttrici, soprattutto rispetto a quelle disposte lungo l’asse N-S. I dati utilizzati per la costruzione della rosa complessiva sono riportati anche in formato tabellare (Tabella C-1). L’attività anemologica del sito di Mezzegra è abbastanza ridotta. Alle componenti provenienti dai quadranti NW e SE sono associati nella quasi totalità delle ore venti deboli, con velocità che non supera i 2 m/s. Gli episodi di vento più marcato con velocità superiori a 2-3 m/s sono associati alle componenti che provengono dai quadranti N e NE. Pagina 8 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nel complesso, il 62% delle 6’864 ore del periodo di riferimento è caratterizzato da modeste velocità del vento, inferiori a 1 m/s (Tabella C-2). Solo in circa l’1% delle ore totali si sono monitorate velocità superiori a 3 m/s. Direzione N N-NE NE E-NE E E-SE SE S-SE S S-SW SW W-SW W W-NW NW N-NW Totale Velocità del vento (m/s) <=0.5 27 26 23 18 41 84 138 87 58 53 72 87 152 207 210 77 0.5-1.0 9 5 5 5 8 125 281 106 60 44 62 98 248 923 869 49 1.0-2.0 22 26 36 29 5 268 501 111 69 45 37 23 36 475 622 48 2.0-3.0 17 28 30 7 2 5 21 15 15 13 1 0 0 0 8 38 3.0-4.0 13 10 10 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 13 >4 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 1360 2897 2353 200 46 8 Totale 90 95 104 59 56 482 941 319 202 155 172 208 436 1’605 1’709 231 6’864 TABELLA C-1 DATI ANEMOLOGICI ACQUISITI DALLA STAZIONE DI MEZZEGRA Velocità del vento m/s <=0.5 0.5-1.0 1.0-2.0 2.0-3.0 3.0-4.0 >4 Totale Numero ore 1’360 2’897 2’353 200 46 8 6’864 % 19.8 42.2 34.3 2.9 0.7 0.1 100 TABELLA C-2 RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLE CLASSI DI VELOCITÀ DEL VENTO Pagina 9 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE I dati anemologici sono stati elaborati per costruire le rose dei venti nelle situazioni diurne (800-1900) e notturne (2000-700). N N-NW N-NE NW NE W-NW E-NE W E 0% 10% 20% 30% W-SW E-SE SW SE S-SW S-SE S FIGURA C-3 ROSA DEI VENTI DELLE SITUAZIONI DIURNE (MEZZEGRA) N N-NW N-NE NW NE W-NW E-NE W E 0% 10% 20% 30% W-SW E-SE SW SE S-SW S-SE S FIGURA C-4 ROSA DEI VENTI DELLE SITUAZIONI NOTTURNE (MEZZEGRA) Pagina 10 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Le due rose annuali evidenziano come le ore notturne e diurne siano caratterizzate da regimi anemologici differenti. Nelle ore diurne (Figura C-3) i venti si distribuiscono lungo l’asse NW-SE con prevalenza delle componenti da SE. Le ore notturne (Figura C-4) sono caratterizzate nella quasi totalità dei casi dai venti provenienti dai quadranti NW. C.1.1.2. STABILITÀ ATMOSFERICA Le classi di stabilità sono un parametro utilizzato per descrivere lo stato di turbolenza dell’atmosfera dando un’indicazione della capacità di dispersione degli inquinanti. Le classi di stabilità sono un parametro che entra nell’input meteorologico del modello di simulazione. Per il calcolo delle classi di stabilità è stato utilizzato un algoritmo dell’US-EPA che utilizza come dati di ingresso la velocità di frizione (Ustar) e il flusso turbolento di calore sensibile (H0). Tali parametri derivano dai dati acquisiti dall’anemometro ultrasonico della stazione di Mezzegra. In Tabella C-3 è riportato il conteggio, per il periodo di riferimento, delle ore appartenenti alle diverse classi di stabilità. Le situazioni convettive sono caratterizzate dalle classi A, B, C, le situazioni neutre dalla classe D e le situazioni stabili da quelle E, F. Classi di stabilità Occorrenze nel periodo n. ore A B C D E F Totale % 376 555 625 2’055 1’028 2’225 6’864 5.5 8.1 9.1 29.9 15.0 32.4 100 TABELLA C-3 NUMERO DI ORE APPARTENENTI ALLE DIVERSE CLASSI DI STABILITÀ In termini di percentuali, i tre tipi di situazioni hanno frequenze come indicate in Tabella C-4. Tipo situazioni Frequenza (%) Convettive (A+B+C) 22.7 Neutre (D) 29.9 Stabili (E+F) 47.4 Totale 100 TABELLA C-4 RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLE CLASSI DI STABILITÀ Pagina 11 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Dall’elaborazione dei dati relativi alle classi di stabilità emerge che le situazioni di stabilità atmosferica sono prevalenti rispetto alle situazioni neutre e convettive. Le situazioni convettive, ovvero di maggiore turbolenza dell’atmosfera, rappresentano le situazioni in cui è maggiormente favorita la dispersione degli inquinanti. I dati meteorologici descritti sono stati elaborati da Servizi Territorio per la costruzione dell’input al modello Cal3QHC (Caline) per le sorgenti stradali. C.1.2 QUALITÀ DELL’ARIA In base al D.Lgs. 155/10 per la gestione della qualità dell’aria, la Regione Lombardia, tramite il D.G.R. n° 2605 del 30/11/11, ha individuato la nuova zonizzazione del territorio regionale (Figura C-5). FIGURA C-5 ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO REGIONALE (FONTE: ARPA LOMBARDIA) Per la valutazione dei livelli di ozono la Zona C viene suddivisa in C1 (Prealpi e Appennino) e C2 (Montagna). In base alla zonizzazione del territorio regionale, l’area Tremezzina rientra nella Zona C (C1 per l’ozono). Pagina 12 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La Zona di Montagna è definita come area con minori emissioni di PM10 primario, NOx, COV, NH3 e una situazione meteorologica più favorevole alla dispersione di inquinanti. Per quanto riguarda l’ozono, la Zona C1 è più esposta al trasporto di inquinanti provenienti dalla pianura. Per la valutazione dei livelli di inquinanti nell’area di indagine sono stati utilizzati i dati delle stazioni di monitoraggio appartenenti alla rete di Arpa Lombardia. La stazione più vicina all’area di indagine è quella di Como (V.le Cattaneo) che ha caratteristiche urbane ed è idonea al monitoraggio degli inquinanti da traffico, ovvero è una stazione molto influenzata dalle emissioni autoveicolari. I dati della stazione di Como sono messi a confronto con quelli delle altre stazioni Arpa provinciali. Inoltre, sulla sponda Est del lago di Como, in corrispondenza dell’area di studio è in funzione dal 01/09/2010 la stazione di Perledo in provincia di Lecco. Come riferimento per la valutazione dei livelli di inquinanti rilevati a Perledo sono stati inseriti nell’analisi i dati delle due stazioni localizzate a Lecco. La Tabella C-5 riporta le caratteristiche delle stazioni considerate secondo la classificazione indicata dalla normativa nazionale sulla qualità dell’aria (D.Lgs. 155/10). Stazione Tipo di zona Tipo di stazione D.Lgs. 155/10 D.Lgs. 155/10 Como Centro Urbana Traffico Erba Urbana Fondo Suburbana Fondo Fino Mornasco Urbana Traffico Mariano Comense Urbana Traffico Suburbana Fondo Urbana Traffico Suburbana Fondo Cantù Perledo (LC) Lecco (Via Amendola) Lecco (Via Sora) TABELLA C-5 TIPOLOGIA DELLE STAZIONI CONSIDERATE. FONTE: RAPPORTO SULLA QUALITÀ DELL’ARIA DELLA PROVINCIA DI COMO E LECCO – ARPA LOMBARDIA Per la descrizione della qualità dell’aria sono stati considerati i dati degli ultimi cinque anni, dal 2009 al 2013, riportando i valori degli indicatori statistici definiti dal D.Lgs. 155/10 per la verifica del rispetto dei limiti per la qualità dell’aria. Le statistiche ottenute dai dati orari su base annua acquisiti dal 2009 al 2012 sono state dedotte dai Rapporti annuali sulla Qualità dell’Aria della provincia di Como e Lecco redatti da Arpa Lombardia. Non essendo disponibile al momento della redazione del presente studio il Rapporto relativo al 2013, i relativi indicatori statistici sono stati elaborati da Pagina 13 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Servizi Territorio utilizzando i dati orari degli inquinanti acquisiti dal sito Web di Arpa (www.arpa.lombardia.it). La Tabella C-6 mostra le stazioni considerate, il tipo di inquinante monitorato in ciascuna stazione e il periodo disponibile per l’elaborazione degli indicatori statistici. Stazione NO2 SO2 CO PM10 O3 Benzene Como V.le Cattaneo 2009-2013 2009-2013 2009-2013 2009-2013 2009-2013 2009-2013 Erba 2009-2013 2009-2013 2009-2013 2009-2013 2009-2013 ---- Cantù 2009-2013 ---- 2009-2013 2009-2013 2009-2013 ---- Fino Mornasco 2009-2013 ---- 2009-2011 ---- ---- ---- Mariano Comense 2009-2013 ---- 2009-2011 ---- ---- ---- Perledo (LC) 2011-2013 ---- ---- ---- 2011-2013 ---- ---- 2009-2013 Lecco (Via Amendola) 2009-2013 2009-2013 2009-2013 2009-2013 Lecco (Via Sora) 2009-2013 ---- ---- 2009-2013 2009-2013 ---- TABELLA C-6 INQUINANTI MONITORATI NELLE STAZIONI FISSE E PERIODO DISPONIBILE PER L’ELABORAZIONE DEI DATI. La stazione più vicina all’area tremezzina è quella urbana di Como. Al fine quindi di valutare in via preliminare la qualità dell’aria nell’area Tremezzina sono state effettuate misure con strumentazione automatica installata su unità mobili e con campionatori passivi. La campagna con unità mobili è stata effettuata dal 30/08/13 al 13/09/13 in due siti contemporaneamente. Il primo sito è stato individuato nel comune di Sala Comacina lungo il tracciato della SS340. Il secondo sito è stato individuato a nord della SS340 nel comune di Mezzegra al fine di rappresentare lo stato di qualità dell’aria di una zona il più possibile prossima al tracciato della variante in progetto. Gli inquinanti monitorati durante le campagne sperimentali sono stati: NO, NO2, NOx, CO, BTX, O3, PM10, IPA. I campionatori passivi (Radiello®) sono stati esposti in sei siti di misura lungo la SS340 dal 30/08/13 al 30/09/13 (tre campagne di misura consecutive di dieci giorni ciascuna). Gli inquinanti monitorati sono stati: NO2, O3 e BTX. I dettagli metodologici e i risultati integrali sono riportati nella relazione redatta da Servizi Territorio (Prot. SEA-RT 09/13) contenuta nell’allegato alla presente relazione denominato “Valutazione di impatto atmosferico”. Pagina 14 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.1.2.1. ANALISI DEI DATI DI NO2 In Tabella C-7 è riportato il rendimento percentuale delle stazioni che misurano gli ossidi di azoto. In Tabella C-8 è riportato per ogni stazione e anno considerato il numero di superi della media oraria di 200 µg/m3. La stazione di Como ha fatto registrare superi solo nel 2009 e 2011, il numero è comunque inferiore a quello consentito dal limite normativo. Il numero di superi è più basso di quello registrato nelle stazioni della Zona di Pianura di Fino Mornasco e Mariano Comense. La stazione di Perledo, disponibile dal 2011, non ha fatto registrare superi. In Tabella C-9 sono riportati i valori della media annua. Si sono osservati superi del valore limite a Como, Cantù, Fino M., Mariano C. e Lecco (Via Amendola). Nelle altre stazioni, tutte classificate come “Fondo”, le medie annue sono inferiori al valore limite. Nella stazione di Perledo si osservano i valori medi più bassi. Anno Como (V.le Cattaneo) Erba Cantù Fino Mornasco Mariano Comense Perledo Lecco (Via Amendola) Lecco (Via Sora) 2009 2010 2011 2012 2013 97 98 98 98 99 61 97 92 100 100 98 98 97 98 98 94 98 98 99 96 98 95 97 96 91 -- -- 97 94 93 94 99 93 96 96 94 98 94 99 96 TABELLA C-7 PERCENTUALE DI DATI ORARI DISPONIBILI PER CIASCUNA STAZIONE Numero di superi della media oraria di 200 µg/m3 Valore limite: 18 superi per anno Como (V.le Cattaneo) Erba Cantù Fino Mornasco Mariano Comense Perledo Lecco (Via Amendola) Lecco (Via Sora) 2009 2010 2011 2012 2013 5 0 6 0 0 -- 0 2 0 0 2 6 1 0 0 38 9 26 19 10 17 0 1 25 3 -- -- 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 0 0 TABELLA C-8. NUMERO DI SUPERI DEL LIMITE DI 200 µg/m 3 DI NO2 Pagina 15 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Media annua (µg/m3) Valore limite: 40 µg/m3 dal 1-1-2010 Como (V.le Cattaneo) Erba Cantù Fino Mornasco Mariano Comense Perledo Lecco (Via Amendola) Lecco (Via Sora) 2009 2010 2011 2012 2013 59 55 58 50 44 -- 35 34 30 27 62 49 41 37 42 63 57 60 55 51 49 47 51 48 43 -- -- 25 20 23 56 54 56 40 50 33 29 30 24 29 TABELLA C-9 VALORI DELLA MEDIA ANNUA DI NO2 In Tabella C-10 sono riportate le principali statistiche calcolate dai dati orari di NO2 rilevati dal 30/08/13 al 13/09/13 durante la campagna sperimentale con mezzo mobile nei siti di Sala C. e Mezzegra. I dati sono messi a confronto con quelli rilevati nel medesimo periodo dalla postazione Arpa di Como (V.le Cattaneo). Biossido di azoto Media periodo Minimo 1h Massimo 1h Dev.standard Range SALA COMACINA MEZZEGRA COMO µg/m3 µg/m3 µg/m3 36.3 19.1 105.1 19.2 86.0 38.4 15.3 135.6 18.2 120.3 37.7 4.0 103.0 18.8 99.0 TABELLA C-10 PARAMETRI STATISTICI RELATIVI AL BIOSSIDO DI AZOTO (NO2). La concentrazione media di periodo di NO2 è leggermente più elevata a Mezzegra rispetto a Sala. Entrambi i siti di misura hanno comunque valori medi paragonabili a quello calcolato per la postazione di Como. Questa relativa somiglianza tra i siti di misura, benché su breve periodo, può essere in parte giustificata dal carattere per lo più secondario di questo inquinante. Nel periodo di misura non si sono osservati superi del limite normativo orario pari a 200 µg/m3. Pagina 16 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.1.2.2. ANALISI DEI DATI DI SO2 Nella Tabella C-11 e Tabella C-12 sono riportati i dati relativi alle stazioni nelle quali vengono acquisiti i dati di SO2. I livelli di questo inquinante non rappresentano criticità. I valori medi sono sempre inferiori al limite normativo e non si registrano superi dei limiti orari e giornalieri per la protezione della salute umana. Anno 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 97 98 99 91 98 Erba 62 99 98 100 98 Lecco (Via Amendola) 91 99 98 99 99 TABELLA C-11 PERCENTUALE DI DATI ORARI DISPONIBILI PER CIASCUNA STAZIONE Media annua (µg/m3) Valore limite per la protezione della vegetazione: 20 µg/m3 Como (V.le Cattaneo) Erba Lecco (Via Amendola) 2009 2010 2011 2012 2013 3.1 3.0 3.4 3.0 1.0 -- 2.9 3.4 4.0 2.0 5.0 5.0 5.0 3.0 1.8 TABELLA C-12 VALORI DELLA MEDIA ANNUA DI SO2 C.1.2.3. ANALISI DEI DATI DI CO Nella Tabella C-13 è riportato il rendimento percentuale di ciascuna stazione. Dal 2013, nella provincia di Como, il CO è monitorato solo nelle stazioni di Como e Cantù. Il limite di 10 mg/m3 come massimo giornaliero della media mobile di CO non è mai superato (Tabella C-14). I valori registrati a Como negli ultimi quattro anni sono inferiori alla metà del limite normativo. Anno 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 95 97 99 98 98 Erba 60 97 97 100 -- Cantù 96 99 99 100 100 Fino Mornasco 99 99 97 -- -- Mariano Comense 99 97 99 -- -- Lecco (Via Amendola) 98 98 97 99 98 TABELLA C-13 PERCENTUALE DI DATI ORARI DISPONIBILI PER CIASCUNA STAZIONE Pagina 17 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Massimo giornaliero della media mobile su 8 ore (mg/m3) Valore limite: 10 mg/m3 dal 1-1-2005 2009 2010 2011 2012 2013 5.4 4.7 3.9 4.0 4.1 -- 3.5 2.9 3.5 -- Cantù 2.3 2.4 2.6 2.8 2.4 Fino Mornasco 6.2 3.4 3.3 -- -- Mariano Comense 4.7 3.7 4.1 -- -- Lecco (Via Amendola) 2.3 2.4 2.5 2.7 2.2 Como (V.le Cattaneo) Erba TABELLA C-14 MASSIMO DELLA MEDIA MOBILE SU 8 ORE DI CO In Tabella C-15 sono riportate le principali statistiche calcolate dai dati orari di CO rilevati dal 30/08/13 al 13/09/13 durante la campagna sperimentale con mezzo mobile nei siti di Sala C. e Mezzegra. Anche per questo inquinante è stato inserito il confronto con i dati rilevati dalla postazione di Como nel medesimo arco temporale. Monossido di carbonio Media periodo Minimo 1 h Massimo 1h Max Media 8h Dev.standard Range SALA COMACINA MEZZEGRA COMO mg/m3 mg/m3 mg/m3 0.14 0.00 0.31 0.26 0.06 0.31 0.22 0.12 0.93 0.83 0.15 0.81 0.64 0.20 1.50 0.97 0.21 1.30 TABELLA C-15 PARAMETRI STATISTICI RELATIVI AL MONOSSIDO DI CARBONIO (CO). Le concentrazioni durante il periodo di misura sono molto contenute. La concentrazione media di periodo risulta leggermente più alta a Mezzegra. Occorre sottolineare che a Sala il mezzo mobile è stato localizzato in posizione leggermente sopraelevata rispetto al sedime stradale della SS340. Entrambi i siti di misura hanno tuttavia valori inferiori rispetto alla media calcolata per la stazione di Como. Dal punto di vista della normativa, i valori monitorati non superano i limiti di legge imposti. Pagina 18 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.1.2.4. ANALISI DEI DATI DI PM10 Nella Tabella C-16 è riportato il rendimento percentuale di ciascuna stazione. Il numero di superi del limite giornaliero di 50 µg/m3 (Tabella C-17) è sempre superiore al valore consentito, ad eccezione della stazione di Erba (Urbana-Fondo) e della stazione di Lecco (Suburbana-Fondo) nel 2009 e 2013. I valori di Como sono tra i più alti registrati. Il limite a lungo termine rappresentato dalla media annua (Tabella C-18) è invece sempre rispettato, con valori decrescenti negli ultimi due anni rispetto ai precedenti. Nella stazione di Erba sono stati registrati i valori più bassi. Nella stazione di Como si osservano medie annue comparabili con quelle di Lecco (Via Amendola) e di Cantù. Anno 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 97 97 99 97 95 Erba 60 99 98 99 99 Cantù 98 97 99 96 95 Lecco (Via Amendola) 97 96 94 97 95 Lecco (Via Sora) 97 97 95 96 92 TABELLA C-16. PERCENTUALE DI DATI GIORNALIERI DISPONIBILI PER CIASCUNA STAZIONE Numero di superi della media giornaliera di 50 µg/m3 Valore limite: 35 giorni in un anno 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 67 42 76 58 53 Erba -- 22 32 18 10 Cantù 53 39 71 64 50 Lecco (Via Amendola) 44 36 63 46 47 Lecco (Via Sora) 31 40 53 40 22 TABELLA C-17 NUMERO DI SUPERI DEL LIMITE GIORNALIERO DI 50 µg/m 3 DI PM10 Media annua (µg/m3) Valore limite: 40 µg/m3 dal 1-1-2005 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 35 31 35 32 29 Erba -- 23 26 23 19 Cantù 31 25 32 31 27 Lecco (Via Amendola) 30 28 34 29 28 Lecco (Via Sora) 25 25 31 27 22 TABELLA C-18 VALORI DELLA MEDIA ANNUA DI PM10 Pagina 19 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Dal 23/09/2011 nella stazione di Como vengono monitorate le concentrazioni di PM2.5. La prima media annuale valida per la verifica del rispetto del limite normativo è quella del 2012 che è risultata pari a 23 µg/m 3. Questo valore rispetta il limite di 25 µg/m3 (in vigore dal 2015 senza margine di tolleranza). Anche nel 2013 la media annua di 21 µg/m3 è inferiore al valore limite. In Tabella C-19 sono riportate le principali statistiche calcolate dai dati orari di PM10 rilevati dal 30/08/13 al 13/09/13 durante la campagna sperimentale con mezzo mobile nei siti di Sala C. e Mezzegra. Anche per questo inquinante è stato inserito il confronto con i dati rilevati dalla postazione di Como nel medesimo arco temporale. PM10 Media periodo Minimo Massimo Dev.standard Range SALA COMACINA MEZZEGRA COMO µg/m3 µg/m3 µg/m3 19 10 29 5.9 19 14 10 22 3.5 12 20 10 33 8.3 23 TABELLA C-19 PARAMETRI STATISTICI RELATIVI AL PM10. Il valore medio calcolato sull’intero periodo a Sala e a Como è paragonabile, mentre a Mezzegra le concentrazioni monitorate sono inferiori. Osservando i dati giornalieri (Figura C-6), si nota che nella maggior parte dei casi i livelli di PM10 sono più elevati a Como rispetto ai siti dell’area tremezzina. Fanno eccezione la giornata del 30/08 e le ultime tre giornate di misura dove i valori di PM10 monitorati a Sala superano quelli di Como; durante queste giornate il valore medio giornaliero di Como è addirittura inferiore a quello di Mezzegra. Pagina 20 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE FIGURA C-6 CONCENTRAZIONI MEDIE GIORNALIERE DI PM10 IN RAPPORTO A QUELLE RILEVATE A COMO. Nel periodo di misura non si sono osservati superi della media giornaliera di 50 µg/m3, sia a Como che nell’area tremezzina. La campagna di misura è stata tuttavia svolta nel periodo estivo che generalmente non è caratterizzato da superi del limite giornaliero. Non si può escludere che nei mesi invernali anche nell’area tremezzina si verifichino superi del limite giornaliero. A conferma di questa possibilità vi sono i dati rilevati a Lenno da Arpa Lombardia durante una campagna con mezzo mobile effettuata dal 20/12/2005 al 30/01/2006. In questo limitato arco temporale sono stati osservati 24 superi della media giornaliera di 50 µg/m3. Pagina 21 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.1.2.5. ANALISI DEI DATI DI O3 Nella Tabella C-20 è riportato il rendimento percentuale di ciascuna stazione di monitoraggio dell’ozono. I dati di Tabella C-21 evidenziano una situazione di criticità per questo inquinante secondario. Infatti in tutte le stazione non viene rispettato il limite normativo. I superi della concentrazione di 120 µg/m3 come media giornaliera su 8 ore si verificano nella stagione primaverile-estiva favorevole alla formazione di questo inquinante. Anno 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 95 98 99 98 99 Erba 62 99 97 100 100 Cantù 97 100 99 97 99 Perledo -- -- 95 96 95 Lecco (Via Sora) 97 98 96 97 98 TABELLA C-20 PERCENTUALE DI DATI ORARI DISPONIBILI PER CIASCUNA STAZIONE Numero superi della media su otto ore di 120 µg/m3 Valore limite: 25 giorni in un anno 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 49 39 35 53 40 Erba -- 49 101 89 73 Cantù 50 48 58 73 59 Perledo -- -- 78 73 50 Lecco (Via Sora) 98 81 94 76 73 TABELLA C-21 NUMERO DI SUPERI DEL LIMITE GIORNALIERO DI 120 µg/m 3 DI O3 Pagina 22 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE In Tabella C-21 sono riportate le principali statistiche calcolate dai dati orari di O3 rilevati dal 30/08/13 al 13/09/13 durante la campagna sperimentale con mezzo mobile nei siti di Sala C. e Mezzegra. Nell’ultima colonna sono riportati i dati ottenuti dalla postazione di Como nel medesimo arco temporale. Ozono Media periodo Minimo 1h Massimo 1h Max Media 8h Dev.standard Range SALA COMACINA MEZZEGRA COMO µg/m3 µg/m3 µg/m3 63.5 14.0 170.0 149.0 33.6 156.0 72.3 10.0 194.0 165.3 34.9 184.0 58.7 4.0 165.0 163.0 37.1 161.0 TABELLA C-22 PARAMETRI STATISTICI RELATIVI ALL’OZONO (O3). Le concentrazioni medie calcolate sull’intero periodo di monitoraggio evidenziano che i valori delle tre postazioni sono del medesimo ordine di grandezza; tuttavia nel sito di Mezzegra le concentrazioni sono state leggermente più elevate sia come media che come picco orario. Essendo l’ozono un inquinante secondario che si forma durante il trasporto dei suoi precursori può essere presente in concentrazioni maggiori nei siti lontano dalle aree di emissione degli inquinanti primari. Il valore obiettivo pari a 120 µg/m3 come media su 8 ore è stato superato in 3 giorni a Como e a Sala e in 4 giorni a Mezzegra. Analogamente a quanto emerso dai dati su base annua delle postazioni fisse, è probabile che l’ozono rappresenti una criticità, durante il periodo estivo, anche per l’area tremezzina Pagina 23 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.1.2.6. ANALISI DEI DATI DI BENZENE In Tabella C-23 e Tabella C-24 sono riportati i dati relativi al rendimento delle stazioni e alla media annua per le stazioni di Como e Lecco idonee al monitoraggio degli inquinanti da traffico. Le medie annue sono inferiori al limite normativo in entrambe le stazioni. Nel peggiore dei casi la concentrazione monitorata è pari alla metà del valore limite. Anno 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 93 89 96 96 94 Lecco (Via Amendola) 87 86 95 99 97 TABELLA C-23 PERCENTUALE DI DATI ORARI DISPONIBILI Media annua (µg/m3) Valore limite: 5 µg/m3 dal 1-1-2010 2009 2010 2011 2012 2013 Como (V.le Cattaneo) 2.5 2.4 2.5 2.0 2.4 Lecco (Via Amendola) 2.0 2.0 1.2 1.1 0.7 TABELLA C-24 VALORI DELLA MEDIA ANNUA DI BENZENE In Tabella C-25 sono riportate le principali statistiche calcolate dai dati orari di benzene rilevati dal 30/08/13 al 13/09/13 durante la campagna sperimentale con mezzo mobile nei siti di Sala C. e Mezzegra. Nell’ultima colonna sono riportati i dati ottenuti dalla postazione di Como nel medesimo arco temporale. Benzene Media periodo Minimo 1h Massimo 1h Dev.standard Range SALA COMACINA MEZZEGRA COMO µg/m3 µg/m3 µg/m3 3.5 0.0 15.6 3.7 15.6 0.9 0.0 3.9 0.9 3.9 1.7 0.1 5.6 1.1 5.5 TABELLA C-25 PARAMETRI STATISTICI RELATIVI AL BENZENE. Pagina 24 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Le concentrazioni medie calcolate durante il periodo di monitoraggio evidenziano che a Sala sono state monitorate le concentrazioni più alte anche rispetto alla postazione di Como. A Mezzegra il valore della media di periodo è invece pari a circa la metà di quella osservata a Como. Anche il valore massimo della concentrazione oraria registrato a Sala nel periodo di misura è superiore a quello monitorato a Como. Il mezzo mobile di Sala è stato collocato in un sito dove la larghezza del tracciato della SS340 si riduce e forma una strettoia, situazione frequente lungo questa strada. Le concentrazioni di benzene, inquinante primario, potrebbero risentire della geometria della strada unitamente al maggiore flusso di traffico rispetto al sito di Mezzegra. Pagina 25 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.2. STATO AMBIENTALE PER RUMORE E VIBRAZIONI Per le analisi relative alla componente rumore e vibrazioni si rimanda all’allegato alla presente relazione denominato “Valutazione di impatto acustico”. Pagina 26 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.3. STATO DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO Quanto di seguito riportato in sintesi è tratto dalle relazioni Geologiche redatta da: - Dott. Geologo Francesco Serra a livello di progettazione preliminare - Studio Geologico tecnico Lecchese a supporto della presente progettazione definitiva - Studi geologici a supproto dei PGT Comunali A.A. vari - Studi e approfondimenti interni alla Provincia di Como - Settore Opere pubbliche di viabilità. a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti inerenti all’argomento. Inoltre si ricorda che nell’ambito della progettazione definitiva è stata eseguita una campagna di indagini geotecniche e geofisiche così articolata: - N. 9 sondaggi a carotaggio continuo, con prove in foro; - N. 27 esecuzione di linee sismiche a rifrazione; - N. 27 rilievi geomeccanici di dettaglio; - N. 7 rilievi idrogeologici; - N. 5 rilievi morfologici. che andavano ad integrare le indagini geotecniche e geofisiche eseguite in fase preliminare. Il territorio in esame ricade nel Sudalpino o settore delle Alpi Meridionali, ambito in cui l’assetto strutturale è il risultato delle deformazioni conseguenti al processo di raccorciamento crostale, che in più fasi ha caratterizzato lo sviluppo dell’orogenesi alpina. Tale settore è caratterizzato dalla presenza di substrato roccioso di origine sedimentaria, in un intervallo geocronologico compreso tra il Triassico e il Giurassico. Le caratteristiche geologiche risentono quindi dell’evoluzione tettonica durante l’orogenesi alpina, con la formazione di pieghe e faglie, e successivamente dall’alternarsi di fasi glaciali (periodi freddi) ed interglaciali (periodi caldi). In particolare durante l’ultima espansione glaciale del Wurm il territorio era quasi completamente coperto dai ghiacciai provenienti dalla Valtellina e dalla Valchiavenna, che hanno modellato il territorio e deposto depositi di origine morenica. A seguito dello scioglimento dei ghiacciai, parte del materiale precedentemente deposto è stato eroso. La natura delle rocce prevalentemente calcaree nonché la tettonica dell’area, ha favorito l’istaurarsi di un sistema di grotte carsiche, talora molto sviluppato, in particolare lungo le linee di faglia principali o maggiormente evidenti. Pagina 27 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.3.1 DESTINAZIONE D’USO DEL SUOLO Per definire la destinazione d’uso dei suoli sono stati analizzati i Piani di Governo del territorio, redatti in ottemperanza alla L.R. 12/05 o, ove i suddetti PGT non ancora adottati, i Piani Regolatori Generali di tutti i territori comunali interessati dal tracciato. Per maggiori dettagli si rimanda alla consultazione del Piano di Utilizzo dei materiali di scavo (Cap. 2 Inquadramento urbanistico e territoriale). Comune di Colonno La variante inizia con l’attacco sulla Strada Regina esistente in corrispondenza del cimitero di Colonno, entrando subito in galleria a nord di questo attraversando poi tutto il territorio comunale rimanendo sempre in galleria (Galleria Comacina). Sopra la galleria troviamo le seguenti zone, di cui si riportano stralci degli articoli delle Norme Tecniche di Attuazione: Zona E1/b boschiva (art. 23 NTA Zona omogenea E) Zona S aree per attrezzature al servizio degli insediamenti residenziali (art. 24 NTA S1=Aree per attrezzature al servizio degli insediamenti residenziali). Zona E2/b attività colturali (art. 23 NTA Zona omogenea E) Zona E2/a prato e pascolo (art. 23 NTA Zona omogenea E) Comune di Sala Comacina Fino all’intersezione con la Valle dei Ronchi il tracciato è in galleria (Galleria Comacina). Lungo questo tratto, sopra la galleria, si trovano esclusivamente Ambiti di valore ambientale. Dopo l’attraversamento della Valle dei Ronchi (Viadotto Ronchi)e fino alla Valle Premonte (Viadotto Premonte) posta al confine comunale con Ossuccio, il tracciato esce dalla galleria proseguendo a mezza costa a cielo aperto. In questo settore le interferenze avvengono esclusivamente ancore con Ambiti di valore ambientale. Comune di Ossuccio (oggi comune di Tremezzina) La sovrapposizione del tracciato con la tavola “PR1 Azzonamento” modificata a seguito osservazioni e prescrizioni provinciali” del Piano delle Regole del PGT è riportata nell’elaborato 08.06.B1. Dopo aver attraversato la Valle Premonte mediante viadotto (Viadotto Premonte) il tracciato prosegue a cielo aperto passando a monte della Torre di Spurano ed interferendo con una Zona di valore ambientale paesaggistico ed ecologico. Pagina 28 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Poco dopo il passaggio dietro la Torre, il tracciato rientra in galleria (Galleria Perlana 1) fino al viadotto di attraversamento della Val Perlana (Viadotto Perlana) che coincide con il confine comunale con Lenno. Sopra la galleria troviamo Zone di valore ambientale paesaggistico ed ecologico e Zone agricole produttive E. Comune di Lenno (oggi comune di Tremezzina) Il confronto con la pianificazione comunale di Lenno è stato fatto con la Variante al P.R.G. (art. 25 LR 12/2005, artt 2, secondo comma, e 3 LR 23/97). La sovrapposizione del tracciato con la tavola 2.2-V* ”Azzonamento” in scala 1:2.000 della è riportata nell’elaborato 08.07.-1. La Tavola non riporta il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sulla S.S. 340 Regina. Dopo l’attraversamento della Val Perlana tramite un breve viadotto al confine con Ossuccio, il tracciato A, che ormai ha preso una direzione completamente diversa rispetto al tracciato B rimanendo molto più a monte rispetto al lago, rientra subito in galleria (Galleria Perlana 2) rimanendovi per tutto il resto del territorio comunale. Sopra la galleria si trovano esclusivamente Zone E1 agricole e boschive. Anche l’attraversamento del torrente Pola, al confine con Mezzegra, avviene in galleria. Comune di Mezzegra (oggi comune di Tremezzina) Il tracciato entra nel territorio comunale di Mezzegra in galleria (Galleria Perlana 2) e per un breve tratto rimane sotto aree definite come Ambiti di non trasformazione urbanistica e protezione ambientale ed Aree agricole-A.A.C. ambiti agro-colturali. Il tracciato esce a cielo aperto poco prima dell’attraversando del torrente Azzano mediante viadotto (Viadotto Azzano) e vi rimane tale fino al confine con il territorio comunale di Tremezzo in corrispondenza del Torrente Bolvedro, ad eccezione di una breve galleria posta a monte di Bonzanigo. Lungo questo tratto a cielo aperto, sono interferite per la maggior parte Aree agricole-A.A.C. ambiti agro-colturali ed in minima parte Ambiti di non trasformazione e protezione ambientale-R.N.P. Riqualificazione naturale e paesistica. Comune di Tremezzo (oggi comune di Tremezzina) Il confronto con il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) adottato è stato fatto mediante la La Tavola non riporta il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sulla S.S. 340 Regina. Il tracciato entra nel territorio comunale di Tremezzo a cielo aperto, rimanendo tale per un breve tratto in cui si colloca poco più a monte del torrente Bolvedro che segna il confine con Mezzegra. Pagina 29 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE In questo tratto vengono direttamente interferiti Ambiti di non trasformazione e protezione ambientale-P.A.U. Protezione Ambientale Urbana di cui si riporta di seguito uno stralcio del rispettivo articolo delle Norme Tecniche di Attuazione. Comune di Griante Il confronto con la pianificazione comunale di Griante è stato fatto con il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.). La sovrapposizione del tracciato con la tavola “PR2 Planimetria sintetica aerofotogrammetrico” in scala 1:2.000 del Piano delle Regole del PGT è riportata nell’elaborato 08.10.B1. La Tavola riporta il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sulla S.S. 340 Regina che nel tratto terminale comprendente lo svincolo di Griante risulta in linea quello di entrambe le soluzioni progettuali. Il tracciato entra nel territorio comunale in galleria (Galleria Tremezzina) rimanendo tale fino all’uscita di Griante. Sopra questo tratto di galleria si trovano Ambiti non soggetti a trasformazione urbanistica (Parco S. Martino) e Ambiti di valore paesaggistico - ambientale ed ecologico. In corrispondenza dello svincolo di uscita di Griante, il tracciato a cielo aperto occupa la stessa Fascia di rispetto stradale della Variante S.S. 340. Di seguito si riporta l’ articolo del Corpo Normativo del P.d.R. Art. 31. Fasce di rispetto C.3.2 ELEMENTI DI GEOMORFOLOGIA (progettatazione preliminare F. Serra) Sulla base della foto interpretazione eseguita, dei rilievi in sito e partendo dalle carte dei dissesti redatte per i vari comuni sulla base delle legende Pai, come previsto dalla normativa vigente (L12/05 e collegate) si sono anche presi in considerazione i principali elementi geomorfologici e di geodinamica presenti sul territorio. Alcuni degli elementi sono stati riportati sulla carta geologica (elaborato 02.05) mentre, per facilitare la lettura dell’elaborato cartografico, tutti gli altri elementi sono stati riportati su una apposita tavola (Carta geomorfologica generale con indicazione dei dissesti e della geodinamica, in scala 1:10.000, elaborato 02.07), entrambe allegate la prgoetto preliminare, a cui si rimanda la consultazione. Buona parte dei dissesti sono superficiali ed interessano il tracciato solo per quanto riguarda gli elementi più superficiali o come prima indicazione logistica per eventuali aree di cantiere, tracce e piste di accesso, interazioni con manufatti ed opere secondarie, ecc.. Pagina 30 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Per quanto riguarda il tracciato vero e proprio gli elementi di maggiore criticità relativa riguardano da una parte le parti di tracciato esposte a possibili cadute di massi dalle pareti subverticali di Dolomia a Conchodon (zona di Ossuccio) dall’altra dalla zona sopra Mezzegra che precede l’ultima galleria dove la presenza di depositi superficiali e di un substrato roccioso argillitico e più plastico rende necessarie più precauzioni in sede di esecuzione delle opere ed egli imbocchi per evitare di innescare processi geodinamici negativi. C.3.3 ELEMENTI DI TETTONICA (progettatazione preliminare F. Serra) Dal punto di vista tettonico si sono evidenziati nelle ricerche e nei rilievi eseguiti una situazione che, pur nella sua complessità, presenta dei tratti abbastanza facilmente riconoscibili. Si ha in particolare una successione monoclinale di strati ed unità per buona parte del tracciato con immersioni verso nord-nordovest ed immersioni medie (35°÷50°); questa successione è dislocata da alcune famiglie di discontinuità la più importante delle quali ha una direzione media nordovestsudest con andamento sub verticale (su cui si impostano le principali valli, come vedremo) ed altre famiglie con andamento nordest-sudovest (parallelo grossomodo alle linee di costa), più una serie di discontinuità minori. Dal punto di vista generale gli elementi strutturali di interesse sono due: - la piega faglia ubicata nel primo tratto della variante nel territorio di Colonno ben visibile soprattutto osservando l’andamento degli affioramenti di Dolomia a Conchodon che in questa area si chiude con una successione di strati verticalizzati e fratturati. - la dislocazione tettonica con sovrapposizione che interessa la Dolomia Principale nella parte terminale del tracciato di variante (val Guadina) e che segnala una importante variazione dell’assetto tettonico strutturale generale (basta osservare la variazione repentina della linea di costa del lago e, più in generale, le forme dei laghi Maggiore, di Lugano e di Como). Questi due elementi sono evidentemente importanti ai fini del progetto in oggetto; si tratta sicuramente di zone di notevoli sollecitazioni geostatiche e di variazioni litologiche ed idrogeologiche da comprendere adeguatamente. Allo stato delle conoscenze non è possibile definirne con precisione posizioni e caratteristiche in profondità di questi elementi. In particolare la dislocazione della val Guadina, anche per il comportamento fortemente plastico della contigua formazione delle Argilliti di Riva di Solto contigua alla Dolomia principale. C.3.4 ELEMENTI LITOLOGICO STRATIGRAFICI (progetto definitivo SGTL) Pagina 31 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Di seguito si riporta la stratigrafia (dal più recente al più antico) riscontrata nell’area in esame e il relativo schema stratigrafico: C.3.4.1. SUBSTRATO ROCCIOSO Calcare di Moltrasio Appartenente al Gruppo del Domaro è tipicamente costituito da una successione di calcari marnosi grigio scuri o neri, con noduli e liste di selce, a stratificazione media, piano parallela, con frequenti intercalazioni marnose. Lo spessore della formazione è di parecchie centinaia di metri. Affiora nei settori meridionali e sommitali dell’area di studio. E’ una formazione che presenta variazioni laterali e verticali legate alla posizione delle diverse porzioni di affioramenti nel bacino di sedimentazione; generalmente si ha l’associazione di strati calcareo marnosi piano paralleli di natura torbiditica Pagina 32 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ma sono segnalati (Val Pola) brecce e megabrecce, ma anche calciruditi e paraconglomerati (Lias). Affiora estesamente nella parte centro-occidentale dell’area, solo in parte ricoperto da depositi di versante e depositi morenici, di limitato spessore. Interessa il primo tratto del tracciato, in corrispondenza dell’ingresso sud di Colonno, con pareti sub-verticali e nella parte centrale del tracciato. Strati da centimetrici a decimetrici del Calcare di Moltrasio nella Valle Sala Dolomia a Conchodon È una unità che per le sue caratteristiche di rigidezza e bassa erodibilità è morfologicamente ben riconoscibile nel settore in esame per le sue pareti sub verticali ed i limiti netti con le unita sottostanti e sovrastanti; l’unità è quasi esclusivamente carbonatica e di colore tipicamente grigio-nocciola chiaro, massivo o in banche e/o strati saldati: i calcari sono oolitici nella parte basale. Lo spessore di questa formazione è costante e generalmente superiore ai 100 metri. Le porzioni dolomitizzate sono sporadiche. Il suo affioramento si segue con continuità su tutto il versante della Tremezzina con giacitura monoclinale fino alla chiusura in una vistosa piega faglia ubicata all’altezza dell’abitato di Colonno. È individuabile, in particolare, in corrispondenza delle pareti rocciose, subverticali, a monte degli abitati di Sala Comacina e Ossuccio; il distacco di blocchi rocciosi eterometrici produce una fascia di estesi depositi di versante, talora colonizzati alla base di tali pareti. Pagina 33 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Dolomia a Conchodon a stratificazione massiccia, metrica, in località Abbazia dell’Acqua Fredda nel comune di Lenno Calcare di Zu Si tratta di una formazione costituita tipicamente da calcari micritici e bioclastici, calcari marnosi da grigi a nerastri, in strati decimetrici piano paralleli talvolta saldati in banchi; subordinate intercalazioni di marne e, più raramente, di argilliti marnose nerastre di spessore metrico, presenti soprattutto alla base ed alla sommità dell’unità. È una formazione a marcata ciclicità; tipica è la presenza di un membro carbonatico duro e ricco di fossili (fra cui i citati Conchodon) nel terzo superiore dalla formazione; nella parte superiore sono presenti una ventina di metri almeno di calcari scuri sottilmente stratificati e localmente con noduli di selce; un altro episodio di calcari fossiliferi duri è presente all’incirca a metà dell’unità (Banco a Coralli). Questa formazione, molto diffusa nell’area specifica del tracciato, con uno spessore mediamente valutabile in alcune centinaia di metri, ha un limite netto con la sovrastante Dolomia a Conchodon, ed ha un limite transizionale con la sottostante formazione argillitica che peraltro presenta litologie simili, ma con forte aumento della frazione argillitica rispetto a quella carbonatica. Morfologicamente le zone più carbonatiche e dure si riconoscono per i pendi più verticali ed aspri con rocce affioranti, rispetto alle zone delle argilliti che sono più dolci e con pochi affioramenti visibili (Retico ). Nella parte meridionale dell’area affiora solo sporadicamente, in particolare in corrispondenza delle incisioni vallive; nel settore settentrionale affiora più diffusamente in corrispondenza delle pareti dei Monti Brenta fino alle bocchette di Nava . Pagina 34 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Calcare di Zu a stratificazione decimetrica con interstrati maggiormente sottili, affioranti nella Valle dei Ronchi, comune di Sala Comacina Argillite di Riva di Solto È una unità transizionale con la sovrastante dove variano soprattutto le percentuali dei diversi tipi di rocce più che le loro caratteristiche; per questo, nella parte alta, al di sotto del calcare di Zu si osservano delle alternanze cicliche di litotipi argilloso marnosi e litotipi carbonatici stratificati; procedendo verso il basso della serie (cioè verso il lago) si ha un membro prevalentemente argilloso costituito da argilliti ed argilliti marnose fogliettate, spesso con laminazioni parallele, ricche di materie organiche con livelli di marne e calcari marnosi neri subordinati. Data l’estrema plasticità ed erodibilità di questo litotipo è molto difficile valutarne lo spessore e prevederne l’andamento in profondità, soprattutto in concomitanza dei principali accidenti tettonici: la morfologia molto blanda e la generale rarità degli affioramenti è proprio da collegarsi a questa caratteristica di erodibilità (Retico). Affiorano solo nella parte nord dell’area, indicativamente lungo la Valle Guadina Dolomia Principale In contatto netto con la soprastante argillite da cui si staglia anche morfologicamente per le sue caratteristiche di roccia decisamente più dura e competente. Il suo limite inferiore non è osservabile: il suo spessore non è valutabile, anche a causa delle dislocazioni tettoniche; è una unità che si presenta in diverse facies, da massiva con dolomie di colorazione da grigio chiare a scure con la presenza di brecce dolomitiche a dolomie chiare in grossi banchi a facies a stratificazione più regolare e frequente; nella parte al contatto con le Argilliti di Riva di Solto è presente un membro transizionale, con alternanze cicliche di calcari grigio scuri con Argilliti fossilifere che testimoniano una situazione eteropica verso le litologie del Calcare di Zorzino, che affiora nella stessa posizione più a nord, verso Menaggio. Pagina 35 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Affiorano nel settore più settentrionale del tracciato oltre che alla Punta di Lavedo e all’Isola Comacina con un evidente risalto morfologico dovuto alla minor erodibilità rispetto alle soprastanti argilliti (Norico). Affiora diffusamente nella parte settentrionale dell’area, lungo le pareti rocciose orientali dei Monti Nava. Dolomia Principale in pareti sub-verticali lungo i versanti Monti di Nava C.3.4.2. DEPOSITI SUPERFICIALI Depositi di versante Sono detriti di falda, talvolta coalescenti con depositi eluvio-colluviali di versante; generalmente costituiti da blocchi, ciottoli, ghiaia alimentati dai versanti rocciosi carbonatici retrostanti e spesso interessati da fenomeni di ricementazione. Come già accennato si riscontrano in particolare alla base delle pareti rocciose a monte dei centri abitati di Sala Comacina e Ossuccio e derivano dal distacco di blocchi dalle stesse; in questo caso, in particolare, sono quindi rimobilitabili e solo parzialmente colonizzati e stabilizzati dalla vegetazione. In altri casi possono essere invece parzialmente cementati. Pagina 36 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Detrito di falda, attivo anche se parzialmente colonizzato, a monte della Torre del Soccorso, nel comune di Sala Comacina Depositi fluvioglaciali e depositi conoidali fluviali Si tratta di depositi abbastanza diffusi e costituiti da livelli pseudo stratificati di ciottoli ghiaie e sabbie in matrice prevalentemente sabbioso limose con alternanze di livelli o lenti più fini o più grossolani a secondo della posizione distale o prossimale di osservazione ; anche in questi depositi sia assiste frequentemente a fenomeni di ricementazione a causa della ricchezza in carbonati disciolti delle acque circolanti. Sono presenti allo sbocco delle principali valli, dalla tipica forma a ventaglio e derivano dalla deposizione di materiale in carico alle acque torrentizie. Rappresentano, come nel caso di Ossuccio, un ottimo serbatoio idrico, captato a scopo idropotabile. Depositi lacustri Sono depositi derivanti dalla sedimentazione di depositi fini lacuali, costituiti da limi e limi argillosi di colore grigio o giallognolo con screziature grigie; localmente la percentuale di materiale sabbioso aumenta. Presenti ai margini del lago, sono stati individuati nei sondaggi effettuati, in particolar modo dal sondaggio S10D. Depositi di origine glaciale Generalmente sono costituiti da lembi morenici laterali, terrazzati lungo i pendii che discendono verso il lago , spesso coalescenti con i depositi precedenti; nella loro facies tipica sono costituiti da blocchi e ciottoli immersi in abbondanti matrici limose più o meno sabbiose e/o argillose. Talvolta segnalati depositi di copertura fini rimaneggiati, riporti o depositi di sedimentazione lacustre o di decantazione con limi e/o argille con disposizione irregolare: presenza di massi erratici anche di dimensioni considerevoli. Sono estesamente diffusi lungo tutto il versante, spesso con spessore ridotto; talora presentano livelli cementati e compatti. Pagina 37 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Pareti sub verticali costituiti da depositi addensati morenici, sabbie limose con ciottoli sub-arrotondati immersi nella matrice, nel comune di Mezzegra Pagina 38 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.4. STATO DELLE ACQUE SOTTERRANEE Lo studio geologico redatto in fase preliminare (geologo F. Serra) definiva le unità idrogeologiche generali le cui caratteristiche possono essere considerate omogenee alla scala di progetto mentre, naturalmente, potranno essere eterogenee a scale minori e puntuali. Depositi Quaternari (permeabilità primaria) 1. Depositi Morenici e fluvio glaciali : terreni a permeabilità da bassa a media. Coperture di origine glaciale, moreniche e fluvioglaciali, recenti ed antiche, e depositi di natura detritica. Possibile modesta circolazione idrica soprattutto al contatto con il substrato roccioso integro. In un contesto più permeabile i livelli più limosi si comportano come acquicludo. 2. Depositi Fluvioglaciali e di conoide : terreni a permeabilità da media ad alta. Depositi di conoide e depositi. Possibile decremento di permeabilità in alcune zone coalescenti con accumuli colluviali o a granulometria più fine. Circolazione idrica molto probabile con forti influssi di carattere stagionale. 3. Depositi sciolti di versante, detriti di falda : terreni a permeabilità da alta ad elevata. E' possibile riscontrare la presenza di piccole falde sospese temporanee, a carattere stagionale. 4. Depositi lacustri-palustri, frammisti a terreni eluviali e colluviali, a prevalente granulometria fine: terreni a permeabilità bassa: Scarsa possibilità di circolazione idrica, vulnerabilità bassa. Comportamento da acquicludo Substrato Roccioso (permeabilità secondaria) 1. Calcare di Moltrasio : rocce a permeabilità variabile, anche elevata per fratturazione. Ammassi rocciosi prevalentemente carbonatici con permeabilità secondaria anche notevole, in presenza di faglie o fratture , segnalate in diversi punti nel settore in esame. Possibilità di venute d’acqua soprattutto concentrate in determinati punti 2. Dolomia a Conchodon: rocce a permeabilità variabile, da media a bassa soprattutto per fratturazione; data al componente massiva della roccia spesso non si registra presenza d’acqua ad eccezione dei punti fratturati o nella zona di piega; segnalate anche evidenze di cavità per dissoluzione della roccia con fenomeni iniziali di carsismo 3. Calcare di Zu : rocce a permeabilità eterogenea, da elevata a nulla, per fratturazione; trattandosi di una unità con alternanze cicliche fra elementi carbonatici ed elementi argillitico marnosi con una diversa distribuzione all’interno dell’unità, si osservano comportamenti differenti che si possono riassumere in una discreta circolazione idrica nella parte sommitale della formazione (dove sono presenti consistenti livelli carbonatici), e nella zona intermedia dove è significativa la presenza di livelli carbonatici fossiliferi (Conchodon o coralli) e di un sostanziale comportamento impermeabile (acquicludo nelle altre porzioni ed in particolare a partire dal secondo terzo dell’unità e nella parte inferiore. Pagina 39 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 4. Argilliti di Riva di Solto : rocce a permeabilità nulla; fatto salvo limitati livelli superficiali molto alterati questa formazione costituita da argilliti più o meno marnose si comporta come livello impermeabile (acquicludo) 5. Dolomia Principale : rocce a permeabilità eterogenea, da elevata per carsismo e/o fratturazione a nulla; a secondo della facies si hanno comportamenti diversi di questa formazione; in particolare la possibilità di circolazione idrica è probabile nelle parti più stratificate e tettonizzate (parte superiore dell’unità e parte terminale del tracciato) e nelle zone dove le condizioni geostrutturale favoriscono l’instaurarsi di una qualche circolazione carsica. C.4.1 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO (progetto definitivo SGTL) Per quanto riguarda la circolazione idrica sotterranea, possono essere distinte due tipologie differenti: in corrispondenza dei depositi sciolti in particolare di conoide (Ossuccio) all’interno dell’ammasso roccioso, dovuta alla permeabilità secondaria per fratturazione e dissoluzione (circolazione carsica o pseudo carsica); ciascuna Formazione o litotipo presenta caratteristiche idrogeologiche differenti. Le infiltrazioni idriche sono quindi più sviluppate in corrispondenza delle zone maggiormente cataclasate e fagliate, ben visibili anche in superficie in quanto è in corrispondenza di esse che si sviluppano gli impluvi principali. In corrispondenza dei condotti e dei sistemi carsici la circolazione idrica potrebbe essere di entità rilevante, ma di difficile quantificazione con sopralluoghi o indagini geognostiche. La Formazione della Dolomia Principale è la formazione che è maggiormente interessata da tali fenomeni di dissoluzione. La falda idrica contenuta nei depositi a granulometria più grossolana di conoide, è attualmente sfruttata da pozzi idrici anche a scopo idropotabile; presenta una soggiacenza variabile tra pochi metri, in corrispondenza del lago, a decine di metri, più a monte, con una direzione di deflusso prevalentemente NW-SE. Nel secondo caso le formazioni carbonatiche (Moltrasio, Conchodon Dolomia Principale) più solubili, possono presentare una circolazione idrica sviluppata; le rocce e le formazioni più marnose e argillitiche, meno permeabili se non per fratturazione, sono povere di acqua e fungono da acquicludo. La massima concentrazione idrica sotterranea sarà osservabile al passaggio tra questi tipi di formazioni, in particolare dove la formazione poco permeabile funge da base alla formazione più carsificabile, ad esempio nel tratto centrale del tracciato, dove si ha il membro argillitico del Calcare di Zu alla base e Moltrasio-Conchodon sovrastanti. Pagina 40 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La disposizione delle sorgenti presenti nell’area, la maggior parte compresa tra 500 e 650 m s.l.m. sottolinea tale considerazione. Di particolare importanza risultano essere le sorgenti dell’Acquafredda, un gruppo di piccole-medie sorgenti, ubicate nel comune di Lenno, la maggior parte delle quali presenta portate medie < 5 l/s, alcune con portate medie comprese tra 10 e 25 l/s (dati tratti dallo Studio Geologico a supporto del PGT di Lenno); sono ubicate grossomodo in corrispondenza di un netto cambio di pendio, a monte con inclinazioni maggiori l’area è caratterizzata da substrato roccioso affiorante o sub-affiorante, a valle depositi morenici con pendenze minori. Il flusso di acqua sotterranea è favorito anche dalla tettonica locale, con la presenza di allineamenti strutturali, pieghe e faglie. C.4.1.1. VULNERABILITA DELLE ACQUE SOTTERRANE (da PGT - A.A. vari) Dal punto di vista idrogeologico, il territorio in esame è costituito in netta prevalenza da terreni a porosità fissurale. Nella zona, considerato secondario il ruolo svolto dalle sottili coltri eluviali e dai limitati lembi di depositi glaciali, le modalità di circolazione idrica sotterranea sono determinate essenzialmente dalla distribuzione e dalle caratteristiche delle discontinuità (fratture, piani di strato), che possono conferire al substrato roccioso, di per sé contraddistinto da una permeabilità primaria molto bassa, una permeabilità secondaria da buona ad elevata (fino a 10 -10-2 cm/s). Tenuto conto che l'ammasso lapideo fratturato è di natura prevalentemente calcarea, un altro importante elemento da considerare è l'azione erosiva e corrosiva esercitata dall'acqua stessa. I fenomeni di dissoluzione, condizionati dalla concentrazione di CO2 e dal pH dell'acqua, si manifestano infatti con maggiore intensità proprio in corrispondenza dei piani di discontinuità, allargando sensibilmente i vuoti e portando alla formazione di un sistema carsico all'interno del massiccio carbonatico. Il territorio oggetto di studio, in particolare, è caratterizzato globalmente da una gerarchizzazione dei condotti carsici piuttosto contenuta, con vuoti concentrati in corrispondenza delle maggiori dislocazioni ("carsismo concentrato"). I condotti, che convogliano in prevalenza le acque in profondità, in alcuni punti, intersecando la superficie topografica, danno luogo a modeste emergenze idriche . Queste ultime, però dato il particolare assetto della zona, sottendono a bacini idrogeologici di estensione ridotta e, conseguentemente, sono contraddistinte da portate medie assai esigue e da un regime estremamente irregolare, rivelando una elevata sensibilità alle variazioni climatiche ed all'andamento delle precipitazioni meteoriche. Pagina 41 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE In ragione delle caratteristiche idrogeologiche sin qui illustrate, il territorio in esame presenta nella sua globalità una vulnerabilità mediamente elevata rispetto a possibili fenomeni di contaminazione delle acque sotterranee. Sulla base della Carta Idrogeologica (SGTL) di cui sopra è stata eseguita una elaborazione finalizzata ad evidenziare la Vulnerabilità degli acquiferi sotterranei nell’intorno dell’area di cantiere. La definizione delle tre classi di vulnerabilità si è ispirata alle unità idrogeologiche riconosciute da SGTL precisando che per l’unità A (depositi di versante, depositi di falda, depositi morenici ecc.), avente un grado di permeabilità da basso ad elevato, si è optato di attribuirgli, a titolo cautelativo, la classe di vulnerabilità elevata anche in considerazione del fatto che tutti i tratti a cielo aperto, con le problematiche di cantierizzazione ad essi connesse, interessano direttamente questo tipo di depositi. Vulnerabilità idrogeologica bassa Vulnerabilità idrogeologica media Vulnerabilità idrogeologica alta Pagina 42 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Pagina 43 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Pagina 44 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Pagina 45 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Pagina 46 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Infine titolo esemplificativo si riporta del materiale, tratto dallo Studio Geologico a supporto dei Comuni della Tremezzina - Comune di Lenno, circa la qualità delle acque destinate al consumo umano: La qualità delle acque sotterranee nel territorio di Lenno è stata desunta dai dati analitici recenti resi disponibili dal Comune di Lenno, riferiti ai punti di controllo della rete dell’acquedotto. Parametri chico-fisici delle acque – punti rete Il quadro sovraesposto attesta la conformità delle acque in rete ai limiti di potabilità fissati dal D.lgs. 152/06. Di seguito si riporta ulteriormente la tabella riassuntiva dei principali parametri chimico fisici e sostanze tossiche relativi al pozzo pubblico n. 16 (pozzo Val Perlana) in comune di Ossuccio, captante l’acquifero contenuto nei depositi di conoide analogamente al pozzo S. Andrea di Lenno, desunti dalle ultime analisi disponibili (anno 2007): Parametri chimico-fisici delle acque – pozzo Ossuccio La classificazione dello stato chimico di base delle acque sotterranee fa riferimento alle specifiche indicate dal D.M. 19 agosto 2003 (Scheda n. 10 “Caratterizzazione delle acque sotterranee”, al punto d2 “Classificazione” indica che la classificazione dello stato qualitativo va definita secondo i criteri Pagina 47 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE di cui all’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99, punto 4.4), che considera le concentrazioni di 7 parametri di base (conducibilità elettrica, cloruri, solfati, nitrati, ferro, manganese, ammoniaca) e di una serie di parametri addizionali, quali inquinanti organici ed inorganici. Tale classificazione individua quattro classi chimiche, che esprimono una valutazione dell’impatto antropico sulle acque sotterranee e ne definisce le caratteristiche idrochimiche, secondo il seguente schema: Se gli inquinanti organici e inorganici (cfr. Tab. 21 del citato All. 1 - D.Lgs. 152/99) sono assenti o la loro presenza è al di sotto della soglia di rilevabilità, la classificazione idrochimica si basa sui parametri di base secondo lo schema riportato; la presenza di inquinanti organici o inorganici con concentrazioni superiori ai limiti previsti determina una classificazione in classe 4. Lo stato idrochimico generale delle acque dell’acquifero captato dal pozzo di Ossuccio è desumibile dal grafico relativo alla qualità di base di seguito illustrato. Pagina 48 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Stato chimico delle acque sotterranee – pozzo Val Perlana di Ossuccio Pagina 49 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Il grafico evidenzia che lo stato chimico delle acque del pozzo 16 ricade in classe 2, ad indicare un impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo, con buone caratteristiche idrochimiche. Il parametro che determina l’attribuzione alla classe 2 delle acque del pozzo 16 si riferisce ai nitrati presenti con concentrazioni comunque non superiori a 15 mg/l; la serie storica, infatti, evidenzia il superamento di tale valore solo per l’anno 2002. Gli altri parametri chimico-fisici rientrano in classe 1 (impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche). In particolare, il valore di conducibilità elettrica indica un grado di mineralizzazione medio, i solfati presentano una concentrazione inferiore al V.G. (25 mg/l), i cloruri registrano generalmente concentrazioni nettamente inferiori a 10 mg/l (V.G. di 25 mg/l). Si rammenta infine che nell’ambito della Progettazione definitiva di quanto in oggetto è prevista una campagna di monitoraggio chimico fisico delle acque, sia sotterranee sia superficiali, lungo tutto il tracciato di progetto. Si procederà al campionamento di acqua, al fine di avere una lettura “0” dello stato delle acque: • dai piezometri di nuova realizzazione; • da quelli già eseguiti per il Progetto Preliminare (S1 e S6); • dalle sorgenti captate e non • dai corsi d’acqua superficiali Per quanto riguarda le analisi chimiche di acqua si analizzeranno i seguenti elementi: metalli pesanti (Cd, Crtot, CrVI, Fe, Mn, Ni, Pb, Cu, Zn, Co, As, Se, Hg) idrocarburi totali cloruri e solfati - nitrati e nitriti - azoto ammoniacale fosforo totale - analisi batteriologiche - misura del ph Il numero di campioni da raccogliere è stato stimato sulla base dell’importanza dell’emergenza idrica, dalla sua posizione rispetto all’urbanizzato e/o dell’influenza eventuale dell’opera sulla circolazione idrica. Pagina 50 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE POSIZIONE (DA SUD VERSO NORD) CAMPIONAMENTO ACQUA S1 (DA PIEZOMETRO) VALLE SALA (DA TORRENTE) SORGENTE VALLE PREMONTE (DA SORGENTE) S1D (DA PIEZOMETRO) LAVATOIO VIA CASTELLI (DA SORGENTE) VALLE PERLANA (DA TORRENTE) VALLE AZZANO (DA TORRENTE) SORGENTE ACQUAFREDDA (DA SORGENTE) S6 (DA PIEZOMETRO) FONTANA LOC. BONZANICO (DA SORGENTE) S4D (DA PIEZOMETRO) TORRENTE BOLVEDRO (DA TORRENTE) VALLE GUADINA (DA TORRENTE) S5D (DA PIEZOMETRO) VALLE RONCONI S6D (DA PIEZOMETRO) TOTALE 1 1 1 1 1 2 1 2 1 1 1 1 2 1 2 1 20 Pagina 51 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5. STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI Il progetto in esame interesserà sia alcuni torrenti della sponda destra idrografica del Lago di Como, sia il lago stesso, limitatamente alle aree litorali; queste ultime saranno oggetto di interventi per la realizzazione di aree di cantiere e per l’attracco delle chiatte utilizzate per la movimentazione dello smarino. Tali aree sono site nei Comuni di Griante e Mandello al Lario ed interesseranno la fascia del litorale lacustre fino alla profondità di circa 5 m, necessaria per consentire l’attracco delle imbarcazioni da trasporto. In particolare, in comune di Griante la conformazione del fondo determinarà la necessità di creare un piazzale che si estenderà fino a circa 70 m dall’attuale linea di costa. C.5.1 LAGO DI COMO Il quadro ambientale di riferimento qui descritto è stato fondamentale per la raccolta di informazioni necessarie a compiere le prime valutazioni a supporto degli interventi in progetto e alla programmazione delle indagini relative alle fasi di progettazione definitiva. In fase di progettazione definitiva dovranno comunque essere definiti ulteriori indagini e approfondimenti in relazione alle aree di deposizione del materiale, in particolare per evitare o limitare la presenza di impatti negativi sulle componenti biologiche del lago. C.5.1.1. CARATTERISTICHE LIMNOLOGICHE DEL LAGO Il Lago di Como, o Lario, è un lago subalpino di origine fluvio-glaciale. Il lago si divide in due rami che si staccano dall’asse principale in posizione mediana: uno ospita l’emissario (bacino di Lecco) mentre l’altro (bacino di Como) è chiuso ed è sede del punto di massima profondità. Il livello del lago è regolato dalla diga di Olginate posta lungo il fiume Adda, a valle dell’incile del Lario e del Lago di Garlate. Lo specchio lacustre copre una superficie totale di 145 km2 e un perimetro di 170 km ed ha un volume di circa 23’000 Mm3. Lo zero idrometrico è posto a 197.37 metri s.l.m. Il lago è di tipo oligomittico, monomittico caldo, con una circolazione invernale e una stratificazione estiva. Ha caratteristiche termiche olooligomittiche, poiché presenta solo periodici rimescolamenti completi delle acque nel punto di massima profondità; i rimescolamenti parziali interessano lo strato compreso tra la superficie e circa 150-200 m di profondità. L’andamento pluriennale delle concentrazioni dei nutrienti nel lago, in particolare del fosforo, lo collocano in una condizione di mesotrofia, con il bacino di Como in stato di eutrofia (Osservatorio dei Laghi Lombardi “Qualità delle acque lacustri in Lombardia - 1° Rapporto OLL 2004”). Pagina 52 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5.1.2. QUALITÀ FISICO-CHIMICA La qualità fisico-chimica del Lago di Como viene monitorata regolarmente da ARPA Lombardia ed i risultati vengono riassunti nel documento: Stato delle Acque Superficiali Bacino dell’Adda e Lago di Como (ARPA Lombardia, Marzo 2014). Di seguito viene presentato l’elenco dei parametri chimico-fisici e chimici e sostanze dell’elenco di priorità ricercate nel bacino del lago di Como. pH Fluorantene Esaclorocicloesano Solidi sospesi Benzene Glifosate Temperatura Xilene (orto- meta- para-) Metolachlor Conducibilità 1,2 Dicloroetano Molinate Durezza 1,1,1 Tricloroetano Oxadiazon Azoto totale 1,1,2,2 Tetracloroetano Simazina Azoto ammoniacale Dibromoclorometano Terbutilazina Azoto nitrico Diclorobromometano Terbutilazina desetil Ossigeno disciolto Diclorometano BOD5 Esaclorobutadiene COD Tetracloroetilene Ortofosfato Tetraclorometano Fosforo totale Tribromometano Cloruri Tricloroetilene Solfati Triclorometano Escherichia coli Pentaclorofenolo Alcalinità Pentaclorobenzene Arsenico Cloroalcani Cromo Pentabromodifeniletere bromurato Cadmio Para-terz-ottilfenolo Mercurio 4-Nonilfenolo ramificato Nichel AMPA Piombo Atrazina Rame Atrazina desetil Zinco Atrazina desisopropil Tributilstagno (composti) Bromacil Idrocarburi policiclici aromatici totali Diclorobenzammide 2,6 I risultati ottenuti, relativi al triennio 2009-2011, presentati nel documento “Stato delle acque superficiali, Bacino dell’Adda e Lago di Como” (ARPA Lombardia , Marzo 2014), sono riassunti nella seguente tabella, tratta dal sopraccitato documento. Stazione di indagine L. di Como - Argegno L. di Como – Abbadia Lariana Qualità biologica fitoplancton SUFFICIENTE SUFFICIENTE Qualitàchimica LTLeco Stato chimico SUFFICIENTE SUFFICIENTE NON BUONO NON BUONO Pagina 53 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Le stazioni di monitoraggio sul lago di Como hanno presentato uno stato ecologico sufficiente nel triennio 2009-2011; fitoplancton e LTLeco contribuiscono a tale risultato. Il monitoraggio del fitoplancton e i valori di LTLeco relativi al 2012 confermano lo stato sufficiente per tutte le stazioni. Lo stato ecologico risultante dal monitoraggio svolto nel triennio 2009-2011 è sufficiente per entrambi i corpi idrici, giudizio confermato dai risultati raccolti nel 2012 e relativi al fitoplancton e agli elementi fisico-chimici a sostegno (LTLeco). Lo stato chimico per i due bacini del lago di Como risulta non buono sia nel triennio 2009-2011 che nel 2012 a causa di superamenti dello standard di qualità ambientale stabilito per il mercurio. C.5.1.3. VEGETAZIONE ACQUATICA I dati relativi alla comunità macrofitica sono stati desunti dal Rapporto sulla qualità delle acque lacustri (OLL, 2005). I dati, relativi a una lista floristica del 1985, si riferiscono a tutto il bacino lacustre e consistono in un elenco di specie che comprende Ceratophyllum demersum, Elodea densa, Helodea canadensis, Myriophyllum spicatum, Najas marina, Potamogeton crispus, Potamogeton gramineus, Potamogeton lucens, Potamogeton perfoliatus, Potamogeton pusillus, Ranunculus circinatus, Ranunculus trichophyllus, Vallisneria spiralis. Ulteriori indagini sono state effettuate da ARPA Lombardia nel 2008 nell’ambito della valutazione dello stato ecologico del lago. Il dettaglio dei dati non è, al momento, disponibile, tuttavia, l’indagine della comunità macrofitica relativa al bacino ovest (ramo comasco) indica uno stato ecologico per l’indicatore in una classe 3-4 (valore di EQR – moderate/poor). Le specie rinvenute durante i campionamenti riferiti all’intero sottobacino comasco del lago sono state, in ordine di abbondanza: Myriophyllum spicatum, Vallisneria spiralis, Elodea densa, Potamogeton perfoliatus, Ranunculus trichophyllus, Potamogeton gramineus, Ceratophyllum demersum, Najas marina, Ranunculus fluitans. Ad eccezione di Potamogeton gramineus specie ritrovata unicamente nelle stazioni di Bellagio e Lezzeno, e sulla base dei dati disponibili si ritiene opportuno considerare come potenzialmente presenti tutte le specie citate. C.5.1.4. FAUNA MACROBENTONICA I dati sul benthos riportati si riferiscono al biennio 1971-1972 e sono ripresi dal Rapporto sulla qualità delle acque lacustri (OLL, 2005). Nel documento si riporta un elenco di specie che, vista l’assenza di dati più recenti devono essere considerate tutte potenziali per il bacino (Tabella C.26). Pagina 54 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.26 – Specie appartenenti al macrobenthos del lago di Como come rilevato nel biennio 1971-9172 (OLL, 2005) Phylum Classe Famiglia SottoSpecie famiglia Pisidium casertanum Pisidium conventus Bivalvia Sphaeriidae Mollusca Pisidium milium Pisidium personatum Gastropoda Lymnaeidae Lymnaea peregra Chironomus gr.anthracinus Chironomus gr.plumosus Demicryptochironomus sp. Chironominae Dicrotendipes sp. Paracladopelma sp. Insecta Chironomidae Paratendipes sp. Arthropoda Polypedilum sp. Tanytarsus gr.inerm.greg. Orthocladiinae Psectrocladius sp. Macropelopia sp. Tanypodinae Procladius sp. Prodiamesinae Prodiamesa sp. Asellidae Asellus aquaticus Crostacea Gammaridae Niphargus sp. Bichaeta sanguinea Lumbriculidae Stylodrilus lemani Aulodrilus pluriseta Embolocephalus velutinus Limnodrilus hoffmeisteri Limnodrilus Anellida Clitellata Oligochaeta profundicula Tubificidae Potamothrix bedoti Potamothrix hammoniensis Psammoryctides barbatus Spirosperma ferox Tubifex tubifex Platyhelmintes Turbellaria Planariidae Dendrocoelum sp. Pagina 55 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5.1.5. ZOOPLANCTON Il monitoraggio della componente riferito al periodo 1991-1992, come desunto dal Rapporto sulla qualità delle acque lacustri (OLL, 2005) indica la netta dominanza di rotiferi nel 1991 (con la specie Keratella cochlearis in tutte le stazioni); nel febbraio 1992 i copepodi (con Eudiaptomus padanus nelle stazioni di Colico e Menaggio) e i rotiferi (con Conochilus unicornis nelle stazioni di Como e Lecco); a marzo dello stesso anno i rotiferi (con Keratella quadrata nelle stazioni di Colico, Lecco e Menaggio, e con Conochilus unicornis nella stazione di Como); nel maggio 1992 i cladoceri (con Daphnia hyalina nelle stazioni di Como e Menaggio ed Eubosmina coregoni in quella di Lecco) e i copepodi (con Eudiaptomus padanus nelle acque antistanti Colico); a luglio i rotiferi (con Conochilus unicornis in tutte le stazioni); infine nel settembre 1992 i copepodi (con Eudiaptomus padanus nelle stazioni di Colico e Menaggio) e i cladoceri (con Diaphanosoma brachyurum e Eubosmina coregoni rispettivamente nelle stazioni di Lecco e Como). Ulteriori dati relativi al popolamento zooplanctonico si riferiscono alla campagna limnologica effettuata da ARPA Lombardia tra il 2003 e il 2004 (Progetto Plinius, 2006). La composizione in specie della comunità zooplanctonica è risultata pressoché identica in tutto il lago. La successione stagionale dei popolamenti zooplanctonici a Como nel 2004 è iniziata nel mese di gennaio con una presenza significativa di copepoditi di Eudiaptomus padanus e di rotiferi appartenenti alla specie Polyarthra euryptera. Il resto dell’inverno è stato caratterizzato da bassi valori per tutti i gruppi. Tra i copepodi ciclopoidi, in questo periodo Cyclops abissorum è stata l’unica specie presente. Lo sviluppo primaverile ad aprile ha visto un picco di densità dei copepodi nel mese di maggio con Eudiaptomus padanus che raggiunge una concentrazione di adulti pari 3130 ind m-3. Tra i Rotiferi Keratella cochlearis e Kellicotia longispina hanno picchi di concentrazione a giugno come anche il cladocero appartenente al gruppo Daphnia hyalina/galeata con 6380 ind m-3. In estate e tarda estate compaiono i cladoceri Diaphanosoma brachiurum e i grossi predatori Bytotrephes longimanus e Leptodora kindtii. Tra i copepodi Mesocyclops leuckartii, una specie stenoterma calda, fa la sua apparizione nella comunità. Nel mese di lugliosi ha una vera e propria esplosione demografica del rotifero Conochilus hippocrepis che raggiunge una densità pari a 50800 ind m-3. A tarda estate e inizio autunno Eubosmina coregoni è stato il cladocero dominante. Proprio nel periodo autunnale ha inizio il declino dei popolamenti zooplanctonici che culmina con i valori minimi di densità nella stagione invernale. Questi bassi valori di concentrazione di zooplancton condizionano lo sviluppo demografico di alcune specie ittiche zooplanctofaghe presenti nel lago. Rispetto agli anni precedenti, nel 2004 si è registrata una diminuzione dei valori dei cladoceri. A Como si è passati da una media di cladoceri di 11360 ind. m-3 nel 1991-92 a una di 2780 ind. m-3. Anche i valori di picco di densità di Daphnia hyalina sono passati da 15440 a 7620 ind. m-3. La diminuzione dei cladoceri, gli erbivori più efficienti negli ambienti caratterizzati da biomasse algali maggiori, costituisce un segnale positivo e Pagina 56 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE sottolinea il progressivo miglioramento dello stato di trofia avvenuto in questo ultimo decennio. C.5.1.6. FITOPLANCTON I dati relativi all’analisi della comunità fitoplanctonica riportati nel documento dell’OLL (2005), si riferiscono a indagini condotte tra settembre 1997 e agosto 1999. Questa è caratterizzata dalla prevalenza delle diatomee, in particolare Asterionella formosa e Fragilaria crotonensis. Ben rappresentati sono anche i cianobatteri, con Planktothrix rubescens come specie dominante. Sono elevati i valori volumetrici massimi di Mougeotia sp. (coniugatoficee) e di Ceratium hirundinella (dinoficee). Ulteriori dati relativamente al popolamento fitoplanctonico si riferiscono alla campagna limnologica effettuata da ARPA Lombardia tra il 2003 e il 2004 (Progetto Plinius, 2006). La dinamica dei popolamenti è stata studiata nello strato integrato 0-20 metri in tutti i sottobacini. La classe algale più rappresentata è stata quella delle clorophyceae seguita da quella dei cianobatteri. La stazione di Como risulta la più produttiva in termini di biovolumi fitoplanctonici, confermando la tendenza registrata negli studi effettuati in passato. I rapporti di dominanza all’interno delle comunità algali sono valutati, dal punto di vista ecologico, in termini di biovolume delle singole specie. Nel bacino di Como le specie più significative nel periodo primaverile sono state le diatomee Stephanodiscus minutulus, Fragilaria crotonensis, Asterionella formosa e Aulacoseira islandica. Il periodo estivo è stato caratterizzato dal dominio delle clorophyceae, coniugatophyceae e dinoficee. Il periodo invernale ha visto una significativa presenza di Rhodomonas minuta associata a Ceratium hirundinella e Staurastrum paradoxum. Il peso dei cianobatteri dal punto di vista del biovolume è evidente solo nei periodi estivi e autunnali del 2004 mentre dal punto di vista della densità cellulare diventano molto più importanti anche in altri periodi; Aphanothece nidulans, Snowella lacustris e Microcystis aeruginosa, quest’ultima a dicembre 2004, sono state le specie di cianobatteri che hanno raggiunto le densità più elevate. Il risultato delle analisi evidenzia come la composizione in specie fra il bacino orientale e occidentale sia omogenea, mentre le differenze si riscontrano a livello dei rapporti di dominanza all’interno delle comunità algali e sul biovolume medio annuo. Il bacino di Como presenta specie associate a un elevato stato di trofia e una maggiore densità di cianobatteri tossici. Il rapporto sullo stato dell’ambiente, pubblicato in marzo 2014 presenta uno stato sufficiente per questo indicatore in entrambi i punti di campionamento (Argegno e Abbadia Lariana). Stazione di indagine L. di Como - Argegno L. di Como – Abbadia Lariana Qualità biologica fitoplancton SUFFICIENTE SUFFICIENTE Pagina 57 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Per il lago di Como sono stati segnalati fenomeni di fioriture algali nei mesi di luglio e settembre 2012 ad opera di specie appartenenti al gruppo dei cianobatteri (Anabaena lemmermannii e Microcystis aeruginosa), organismi potenzialmente in grado di produrre tossine di vario genere con possibili effetti sull’ecosistema e sull’uomo. C.5.2 CORSI D’ACQUA Tenuto conto del tracciato stradale in progetto, parzialmente in galleria che quindi non interferisce su alcuni torrenti, i corsi d’acqua da prendere in considerazione, ai fini delle successive verifiche idrauliche, sono i seguenti, procedendo da sud verso nord: Torrente Valle dei Ronchi; Torrente Premonte; Torrente Perlana; Torrente Azzano; Torrente Bolvedro. Sono evidenziati, insieme ai loro bacini tributari pertinenti alle sezioni di chiusura con l’intersezione al tracciato, nella seguente figura (Figura C.7) tratta dagli allegati cartografici allo studio di prefattibilità (“Planimetria idraulica”). Come desumibile da tale rappresentazione, l’area in esame, da un punto di vista morfologico-idrologico, è caratterizzata da versanti abbastanza acclivi, con altezze fino a circa 1600 metri s.l.m., costituiti da un substrato roccioso calcareo-dolomitico, affiorante in corrispondenza di taluni costoni (Monte Galbiga), ma perlopiù ricoperto da formazioni moreniche e depositi detritici nella fascia intermedia e, più in basso, in prossimità degli abitati di Isola, Campo e Lenno, da coni di deiezione, tra cui si distingue quello originato dal torrente Perlana, che ha congiunto alla terraferma l’ex isolotto di Lenno (Dosso di Lavedo). Tutti i corsi d’acqua sono a carattere torrentizio, talvolta con cascate (Camoggia), che hanno inciso la copertura ed anche, benché in misura minore, il substrato roccioso; essi hanno dato origine a canaloni nella parte più alta e, in vicinanza dei loro recapiti nel lago, a coni di deiezione in ghiaie e ciottoli calcarei. Il regime idraulico è essenzialmente pluviale, come desumibile dall’osservazione delle esigue portate di magra, mentre il contributo di origine sorgiva appare trascurabile, nel contesto delle portate di massima piena. Il fattore di pericolosità principale, legato a tali corsi d’acqua, è la possibilità di trascinamento a valle del materiale detritico di cui sono cosparsi i loro alvei, accumulatosi soprattutto nella parte più alta, meno acclive, nonché l’azione erosiva. Il rischio di tracimazione delle correnti idriche dai loro alvei appare invece più limitato nella fascia territoriale interessata dal tracciato Pagina 58 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE stradale (mentre potrebbe essere più importante a valle), dato il loro confinamento entro ripidi canaloni. I bacini di alimentazione dei corsi d’acqua segnalati hanno tutti un orientamento prevalente in direzione perpendicolare alla linea di costa lacustre ed uno sviluppo abbastanza regolare intorno alla loro asta principale; la loro quota media è relativamente elevata (intorno a 900÷1000 metri s.l.m.), e la loro superficie topografica variabile tra 0,5 km2 ad oltre 8 km2. Tra essi prevale nettamente per estensione quello del torrente Perlana, che scorre in una valle abbastanza ampia nel tratto centrale del tracciato stradale. Nel complesso, la rete idrografica appare abbastanza regolare, con una distribuzione uniforme dei vari ordini degli affluenti, e punti singolari solo in prossimità di elementi vincolanti del substrato roccioso. Come già osservato, il regime di tali corsi d’acqua è essenzialmente pluviale. Inoltre, per quanto riguarda le acque superficiali, le acque meteoriche raccolte dai sistemi di drenaggio stradale (fossi di guardia, cunette, condotte e tubazioni) dovranno essere prese in considerazione per quanto riguarda l’interazione con i corsi d’acqua naturali, in termini quantitativi, e con gli altri corpi idrici tutelati (falde acquifere ad uso idropotabile), in termini qualitativi. Pagina 59 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE T. Perlana T. Bolvedro T. Azzano T. Premonte T. Valle dei Ronchi Figura C.7: bacini dei torrenti interferenti con il tracciato, chiusi al punto di intersezione con il tracciato Di seguito vengono presentati i dati relativi ai torrenti interferiti dall’opera, con riferimento alla sezione di chiusura del bacino idrografico in corrispondenza dell’intersezione con il tracciato, tratti dagli elaborati del Progetto Preliminare, Tracciato Socuzione A. Torrente Valle dei Ronchi Superficie bacino (Kmq) Lunghezza asta (Km) Media quota del bacino (m s.l.m.) Quota sezione di chiusura (m s.l.m.) Quota massima asta (m s.l.m.) Pendenza media asta 0.673 1.7 905 320 1250 54.7% I dati identificano un corso d’acqua di modesta entità, con bacino molto modesto e asta di lunghezza minima. La quota massima dell’asta, poco elevata, indica un origine prealpina mentre si evidenzia una notevole pendenza del corso d’acqua. Pagina 60 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Il torrente è poco significativo, inoltre il regime temporaneo e tipicamente pluviale rende poco indicative indagini sul corso d’acqua. Torrente Premonte Superficie bacino (Kmq) Lunghezza asta (Km) Media quota del bacino (m s.l.m.) Quota sezione di chiusura (m s.l.m.) Quota massima asta (m s.l.m.) Pendenza media asta 0.6226 1.75 879 320 1250 53.1% I dati identificano un corso d’acqua di modesta entità, con bacino molto modesto e asta di lunghezza minima. La quota massima dell’asta, poco elevata, indica un origine prealpina mentre si evidenzia una notevole pendenza del corso d’acqua. Il torrente è poco significativo, inoltre il regime temporaneo e tipicamente pluviale rende poco indicative indagini sul corso d’acqua. Torrente Perlana Superficie bacino (Kmq) Lunghezza asta (Km) Media quota del bacino (m s.l.m.) Quota sezione di chiusura (m s.l.m.) Pendenza media asta 8.643 4.25 1058 330 30.4% Il torrente Perlana è sicuramente il più importante tra i corsi d’acqua interferiti; nasce nell'omonima valle delimitata dalla catena che dal Monte Duaria (1447 m s.l.m.), passando per il Monte di Lenno (1547 m s.l.m.) e per il Monte Galbiga (1698 m s.l.m.), giunge al Monte di Tremezzo (1700 m s.l.m.). Il corso del torrente, diretto da nord ovest a sud est, è lungo circa 5 km e termina nel Lario tra i paesi di Ossuccio e di Lenno; quest’ultimo sorge sulla piana alluvionale originata dal Perlana stesso. Il dislivello è di 1100 m. Il torrente scorre in profonde gole sia a monte sia a valle della chiesa di Santa Maria del Soccorso; entro queste è presente un piccolo acquedotto. Il tratto terminale del Perlana, invece, presenta pendenza minore e numerose briglie. Il bacino idrografico del Perlana è scavato nella massa di calcari selciferi e marnosi liassici; poco sopra il livello del lago, tra Ossuccio e Lenno, vi è una formazione deltizia emersa poggiante su argille lacustri interglaciali e coperta da materiale di origine morenica. La parte sinistra della piana alluvionale su cui sorge l'abitato di Lenno, ha permesso il congiungimento alla terraferma della vecchia isola (di dolomia norica) del Dosso di Lavedo (332 m s.l.m.), ora Punta Balbianello. I versanti risultano essere terrazzati e coltivati, essenzialmente ad ulivi, a quote inferiori ai 500 m s.l.m. circa, mentre estesi sono i boschi di latifoglie miste fin quasi alla Pagina 61 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE cresta dove la vegetazione è più rada ed essenzialmente erbacea. L'intervento antropico sul corso d'acqua non è rilevante se non nel tratto terminale dello stesso, dove il torrente attraversa il centro abitato e passa sotto il livello stradale tra sponde artificiali. Per gran parte del suo corso il torrente funge da confine tra i comuni di Ossuccio e di Lenno. Viene di seguito presentato un riassunto degli elementi peculiari del corso d’acqua, sulla base dei documenti di Piano di Governo del Territorio dei comuni interessati. Classificazione territoriale Tratto di interesse provinciale Caratterizzazione di pregio Acqua di pregio ittico Interconnessioni significative Nessuna Altre acque appartenenti al sistema idrico interconnesso Nessuna Ruolo ai sensi del D.Lgs 152/99 Copro idrico non significativo Reticolo idrografico di appartenenza Reticolo Idrografico Minore Soggetto competente in materia di polizia idraulica Comune di Tremezzina Vocazione ittica attuale Salmonidi, Composizione in specie della comunità ittica Trota fario Specie di interesse ittico estinte in epoca recente Nessuna Fattori di alterazione ambientale: apporti inquinanti Totale assenza di apporti inquinanti Fattori di alterazione ambientale: prelievi idrici Presenza di una derivazione permanente a scopo piscicolo che non ha impatti significativi sull’ecosistema acquatico Fattori di alterazione ambientale: artificializzazione regime idrologico Regime idrologico non alterato artificialmente Fattori di alterazione ambientale: modificazioni dell’alveo e delle sponde Alveo e sponde in condizioni di assoluta naturalità, con l’esclusione di un breve tratto terminale, che, tra l’altro è in asciutta totale per diversi mesi all’anno Fattori di alterazione ambientale: interruzione continuità biologica La risalita di fauna ittica lacustre è sostanzialmente nulla. Il tratto terminale del corso d’acqua presenta infatti un alveo molto permeabile ed è in asciutta totale per diversi mesi all’anno. Nel resto del reticolo idrografico la mobilità della fauna ittica è limitata esclusivamente da ostacoli naturali. Altri elementi interferenti con la fauna ittica Presenza diffusa e costante degli uccelli ittiofagi (airone cenerino) Azioni di salvaguardia o di ripristino dell’habitat dei pesci previste da altri strumenti di pianificazione ambientale Nessuna Azioni passibili di generare interferenze con la gestione degli habitat dei pesci previste da altre programmazioni settoriali Nessuna Pagina 62 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Torrente Azzano Superficie bacino (Kmq) Lunghezza asta (Km) Media quota del bacino (m s.l.m.) Quota sezione di chiusura (m s.l.m.) Pendenza media asta 0.5386 1.45 982 300 83.1% I dati identificano un corso d’acqua di modesta entità, con bacino molto modesto e asta di lunghezza minima. La quota massima dell’asta, poco elevata, indica un’origine prealpina, mentre si evidenzia una notevole pendenza del corso d’acqua. Il torrente è poco significativo, inoltre il regime temporaneo e tipicamente pluviale rende poco indicative indagini sul corso d’acqua. Torrente Bolvedro Superficie bacino (Kmq) Lunghezza asta (Km) Media quota del bacino (m s.l.m.) Quota sezione di chiusura (m s.l.m.) Pendenza media asta 1.8422 2.25 1159 365 55.8% I dati identificano un corso d’acqua di modesta entità, con bacino modesto e asta di lunghezza minima. L’analisi dei dati lo identifica come il secondo torrente per importanza tra quelli interferiti, dopo il Perlana. La quota massima dell’asta, poco elevata, indica un’origine prealpina mentre si evidenzia una notevole pendenza del corso d’acqua. Il torrente è poco significativo, inoltre il regime temporaneo e tipicamente pluviale rende poco indicative indagini sul corso d’acqua. C.5.2.2. METODOLOGIE DI INDAGINE Le attività di caratterizzazione dei torrenti sopra citati ha previsto una prima analisi bibliografica e da fonti locali per evidenziare la presenza di corsi d’acqua di natura temporanea o comunque non significativi. Questa prima fase di analisi ha portato alla conclusione che, tra i 5 torrenti citati, solo il T. Perlana ha una popolazione ittica stabile e portate perenni che hanno permesso una caratterizzazione delle principali componenti ecologiche di un corso d’acqua. I torrenti Valle dei Ronchi, Premonte, Azzano e Bolvedro hanno invece sempre portate esigue e presentano acque scorrenti solo in periodi particolarmente ricchi d’acqua, come il disgelo primaverile. Pagina 63 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Queste caratteristiche rendono possibile soltanto una descrizione di tipo qualitativo del corso d’acqua, oltre ad una opportuna documentazione fotografica del tratto in esame. In questi piccoli torrenti è stata inoltra valutata la potenzialità di ospitare siti riproduttivi di anfibi, in ragione dell’assenza di fauna ittica predatrice e della presenza di piccole pozze d’acqua con corrente modesta. L’attività di caratterizzazione condotta ha previsto una campagna di raccolta dati in regime di morbida primaverile (12 marzo 2014) su di una stazione sita immediatamente a valle del previsto attraversamento del progetto sul corso d’acqua. La caratterizzazione è volta a valutare la condizione ante operam delle principali componenti idrobiologiche, quali habitat, caratteristiche chimico-fisiche, macrobenthos e pesci, anche attraverso l’applicazione di alcuni indici di valutazione ambientale descritti nel DM Ambiente 8 novembre 2010, n. 260 “Criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali - Modifica norme tecniche D.lgs 152/2006” (di seguito DM 260/2010), quali il LIMeco (stato ecologico sulla base della qualità chimico-fisica), l’indice Star_ICMi (stato ecologico sulla base della comunità macrobentonica) e l’indice ISECI (stato ecologico sulla base della comunità ittica). Nell’ambito del recepimento della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (Water Framework Directive, WFD), il suddetto DM introduce i criteri aggiornati per il monitoraggio e la classificazione dei corpi idrici superficiali e sotterranei, sostituendo integralmente l'allegato I alla parte III del D.Lgs 152/2006, rendendo le modalità di valutazione della qualità ecologica dei corpi idrici conformi agli obblighi comunitari. Nell’ambito del presente studio di valutazione, l’attività di caratterizzazione idrobiologica del Torrente Perlana ha quindi previsto: - Studio dell’habitat attraverso l’applicazione dell’Indice Funzionalità Fluviale – IFF al tratto oggetto di elettropesca. - Misura dei parametri macrodescrittori previsti dal DM 260/2010 per la classificazione dello stato ecologico del corpo idrico attraverso il calcolo del LIMeco (Percentuale di saturazione dell’ossigeno, Azoto ammoniacale, Azoto nitrico, Fosforo totale). - Misura di alcuni parametri chimico-fisici aggiuntivi: Temperatura, pH, Ossigeno disciolto, con sonda da campo, utili per meglio caratterizzare la stazione. - Analisi della comunità macrobentonica, per la classificazione dello stato ecologico del corpo idrico attraverso il calcolo dell’Indice STAR_ICMi a seguito di un campionamento quantitativo secondo il protocollo A.P.A.T., che ha sostituito la metodica IBE, in applicazione del DM 260/2010. - Analisi della comunità ittica, per la classificazione dello stato ecologico del corpo idrico attraverso il calcolo dell’Indice ISECI, in applicazione del DM 260/2010. Pagina 64 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Parametri chimico-fisici Ai sensi del DM 260/2010, per calcolare il LIMeco - Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico è necessario valutare 4 macrodescrittori: - % di saturazione dell’Ossigeno disciolto: è definito come %sat = (concentrazione misurata / concentrazione alla saturazione)*100 e varia in funzione dell’altitudine e della temperatura dell’acqua. Percentuali dell'ordine del 100-110% sono quelle ideali; valori inferiori all'80% costituiscono una soglia critica (sottosaturazione), ma anche valori troppo alti, oltre il 140% (sovrassaturazione) testimoniano una presenza eccessiva di alghe, che, con la fotosintesi diurna, fanno innalzare i valori di ossigeno disciolto, ma di notte, provocano stati di grave anossia. - Azoto ammoniacale (mg/l di N-NH4+): deriva dalla degradazione di composti organici azotati e quindi viene considerato indice di inquinamento recente di origine civile. In corsi d'acqua ben ossigenati esso risulta assente o presente in tracce poiché viene rapidamente utilizzata da alghe e piante acquatiche e ossidato velocemente ad azoto nitrico, attraverso il processo di nitrificazione ad opera di batteri aerobi. In soluzione acquosa, l’ammoniaca (NH3) si trasforma in ione ammonio (NH4+), secondo un equilibrio dipendente dal pH: a pH molto alcalino quasi tutto l'azoto ammoniacale è presente come NH3, tossica, mentre a pH più neutri/acidi è presente quasi completamente come ione ammonio NH4+, forma assai meno tossica. L’azoto ammoniacale, infatti, si trova solo in acque ricche di materia organica in decomposizione, quando il tenore di ossigeno è insufficiente per assicurare la sua immediata trasformazione in nitrati o in prossimità di uno scarico sia civile che industriale. La sua presenza, del tutto anomala in ambienti ben ossigenati e a basso carico inquinante, è da considerarsi, quindi, indice di inquinamenti recenti. - Azoto nitrico (mg/l di N-NO3-): il nitrato NO3- si forma dalla completa ossidazione dell'azoto ammoniacale (processo di nitrificazione) ad opera della flora batterica aerobica presente nelle acque, attraverso un prodotto intermedio costituito dai nitriti (NO 2-). La presenza di nitrati è dovuta a scarichi urbani, allevamenti zootecnici, scarichi industriali o acque provenienti dal dilavamento dei terreni trattati con fertilizzanti, e pertanto aumenta spesso in seguito a forti piogge. Un’elevata concentrazione di nitrati, associata alla presenza abbondante di fosfati, e in condizioni favorevoli di temperatura, determina il fenomeno dell’eutrofizzazione ma non risulta tossica per la fauna ittica. - Fosforo totale tot): è un parametro generale che riunisce i composti organici e inorganici del fosforo che sono, come i nitrati, nutrienti eutrofizzanti. La maggior parte del fosforo presente nelle acque di scarico consiste in soluzioni inorganiche, mentre solo una piccola parte si presenta in forma organica (disciolto o non disciolto). Pagina 65 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La loro presenza nelle acque è legata a scarichi urbani, allevamenti zootecnici, acque provenienti dal dilavamento dei terreni fertilizzati e a scarichi industriali. Per un giudizio più approfondito sono stati misurati anche i seguenti parametri: - Temperatura (°C): è un parametro fisico di fondamentale importanza, in quanto influenza sia la solubilità dell'ossigeno in acqua, sia tutti i processi del metabolismo, la durata, l'andamento, la velocità della crescita e la composizione delle biocenosi. - Ossigeno disciolto (mg/l OD): in ambiente acquoso è uno dei principali parametri che caratterizzano la salute dell’ecosistema, e quindi delle sue biocenosi. Relativamente alla gestione dell’inquinamento organico in ambiente fluviale, infatti, il principale danno da esso provocato è l’anossia delle acque, ossia l’impoverimento di ossigeno, con tutte le ripercussioni sulla componente biologica ad esso collegato. In presenza di un eccessivo inquinamento organico, l’aumento di concentrazione della sostanza organica morta nell’acqua favorisce lo sviluppo dei microrganismi saprofiti, in numero talmente elevato che ad essi può essere totalmente imputato il consumo biologico dell’ossigeno. Il vecchio D.Lgs 152/2006 e smi (Tab. 1/b All. 2 parte III) individuava come valore guida per la vita dei Salmonidi una concentrazione di ossigeno 7 mg/l e come valore guida per la vita dei Ciprinidi 5 mg/l (misura con elettrometria). - pH: è una scala di misura dell'acidità o della basicità di una soluzione. Nelle acque naturali è in genere compreso tra 6,6 e 7,8, ma a seguito dell’attività fotosintetica diurna, nei fiumi lenti, si possono registrare incrementi consistenti di pH. Temperatura, pH, Ossigeno disciolto e % di saturazione dell’ossigeno sono stati misurati direttamente in campo tramite sonda “Hydrolab Quanta”. Per il campionamento, il trasporto e la conservazione dei campioni di acqua, sono state osservate le indicazioni metodologiche presenti nel documento APAT/IRSA-CNR, 2003 e APAT, 2007. I campioni di acqua sono stati raccolti in bottiglie di polietilene, trattate con acido cloridrico, conservati in frigorifero e sottoposti ad analisi entro 24h dal campionamento. Le analisi sono state eseguite con spettrofotometro marca HACH-LANGHE modello DR3800, con kit di analisi dedicati preconfezionati in cuvette “test in tube”. Tabella C.27 - Metodi di determinazione dei parametri tramite spettrofotometro Parametro Azoto ammoniacale Azoto nitrico Fosforo totale Metodiche ufficiali IRSA 4030 (APAT-IRSA/CNR, 2003) met. A1 IRSA 4110 (APAT-IRSA/CNR, 2003) met. A2 Limite inferiore Limite superiore 0,015 mg/l 2 mg/l 0,23 mg/l 13,5 mg/l 0,01 mg/l 0,5 mg/l Pagina 66 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.8. Spettrofotometro Hach Lange DR3800 Ai sensi della WFD, i nutrienti e l’ossigeno disciolto, ai fini della classificazione, vengono integrati in un unico descrittore, denominato appunto LIMeco, utilizzato per derivare la classe di qualità. La procedura prevede che sia calcolato un punteggio sulla base della concentrazione, osservata nel sito in esame, dei macrodescrittori N-NH4, N-NO3, Fosforo totale e Ossigeno disciolto (100 - % sat. O2) secondo le soglie di concentrazione indicate nella Tabella 4.1.2/a dell’Allegato 1 al DM 260/2010 (Tabella C.28). Il LIMeco di ciascun campionamento viene derivato come media tra i punteggi attributi ai singoli parametri, come da Tabella 4.1.2/b dell’Allegato 1 al DM 260/2010 (Tabella C.29). Tabella C.28 - Soglie per l’assegnazione dei punteggi ai singoli parametri per ottenere il punteggio LIMeco (Tab. 4.1.2/a DM 260/2010-All 1) Parametro 100-O2 % sat N-NH4 (mg/l) N-NO3 (mg/l) Ptot (microg/l) Punteggio Livello 1 1 Livello 2 0,5 Livello 3 0,25 Livello 4 0,125 Livello 5 0 10 20 40 80 > 80 < 0,03 0,06 0,12 0,24 > 0,24 < 0,6 1,2 2,4 4,8 > 4,8 < 50 100 200 400 > 400 Soglie Tabella C.29 - Classificazione di qualità secondo i valori di LIMeco (Tab. 4.1.2/b DM 260/2010-All 1) Stato Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo LIMeco (media dei punteggi dei macrodescrittori come da Tab. 4.1.2/a All. 1 DM 260/2012) 0,66 0,50 0,33 0,17 < 0,17 Pagina 67 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Comunità macrobentonica Oltre ai parametri chimico-fisici e microbiologici, è stata indagata la comunità dei macroinvertebrati bentonici in corrispondenza delle stazioni sopra elencate. L’attività di monitoraggio di questo parametro biologico è stata effettuata secondo quanto previsto dalle metodiche di indagine delle acque correnti messe a punto e pubblicate a cura di APAT e consultabili sul sito http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manualilineeguida/metodi-biologici-acque/. Il protocollo prevede un campionamento quantitativo, poiché la rete da usarsi per il campionamento consente una misura della superficie, sulla quale il prelievo del campione viene effettuato proporzionalmente alla presenza percentuale dei diversi microhabitat presenti nel fiume. Il campionamento quantitativo si esegue tramite retino Surber, come da norme internazionali (UNI-EN 28265), con cono di rete lungo dai 60 agli 80 cm e maglia di 500 m, dotata di bicchiere di raccolta terminale che permette di raccogliere gli organismi presenti in un’area delimitata da una cornice metallica rettangolare e quindi di dimensioni note, in modo da poterne successivamente determinare la densità per unità di superficie. Per evitare disturbi nel substrato da campionare è necessario stare a valle del retino effettuando le repliche risalendo verso monte. In corsi d’acqua come quello in esame, il campionamento viene effettuato su una superficie complessiva di 1 m2, derivante dalla raccolta di 10 unità di campionamento ciascuna di area pari a 0,1 m2; l’allocazione delle unità di campionamento viene effettuata in modo proporzionale in un generico tratto rappresentativo. Per la conservazione, gli organismi raccolti sono dapprima posti in una bacinella con acqua pulita per la separazione dal detrito. Gli individui campionati vengono infine posti in contenitori e fissati con formalina al 4% o alcol etilico al 75%, al fine di prevenire eventuali fenomeni di decomposizione o di predazione tra esemplari nel periodo intercorrente tra la raccolta del campione e la sua analisi in laboratorio. Il livello tassonomico minimo richiesto per la classificazione degli organismi catturati in toto è riportato nella tabella seguente. Pagina 68 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Gruppi tassonomici Plecotteri Efemerotteri Tricotteri Coleotteri Odonati Ditteri Eterotteri Crostacei Gasteropodi Bivalvi Tricladi Irudinei Oligocheti Livelli di determinazione tassonomica per le “Unità sistematiche” genere genere genere famiglia genere famiglia famiglia famiglia famiglia famiglia genere genere famiglia Tabella C.30. -Limiti per la definizione delle “Unità Sistematiche” Figura C.9. - Campionamento macrobenthos con retino immanicato nel tratto in esame Criteri per la classificazione dello stato ecologico sulla base dei macroinvertebrati bentonici: l’indice STAR_ICMi Il metodo ufficialmente utilizzato in Italia fino al recepimento della normativa comunitaria è stato l’Indice Biotico Esteso - IBE (Ghetti, 1997). La normativa attuale (D.lgs 152/2006) è stata aggiornata al fine di recepire la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/EC, la quale fornisce specifiche indicazioni sulla strategia di raccolta dei dati e sulla stessa messa a punto del sistema di valutazione del monitoraggio biologico. In risposta alle richieste della Direttiva, nasce dunque in Italia la proposta di un nuovo sistema di classificazione dei fiumi MacrOper (Buffagni et al, 2008), che consente di derivare una classe di qualità per gli organismi macrobentonici, utile per la definizione dello Stato Ecologico. Esso è basato sul calcolo dell’Indice multimetrico STAR di Intercalibrazione denominato STAR_ICMi. A partire dai dati di abbondanza raccolti in termini di n° individui/m2, vengono calcolate 6 metriche (Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.), le quali forniscono informazioni in merito ai principali aspetti che Pagina 69 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE la Direttiva Quadro chiede di considerare per gli organismi macrobentonici, raggruppandole in tre categorie sulla base dell’informazione fornita: Tolleranza, Abbondanza/Habitat e Ricchezza/Diversità. Ad ogni singola metrica viene attribuito un peso diverso. Tabella C.31 - Metriche che compongono lo Star_ICMi e peso loro attribuito nel calcolo (da BUFFAGNI e ERBA, 2007c, modificato) Rif: 1: Armitage et al, 1983. 2: Buffagni et al, 2004. 3: Buffagni e Erba, 2004. 4: Pinto et al, 2004 5: Ofenböck et al., 2004. 6: Böhmer et al, 2004. 7: Hering et al, 2004. Tipo di informazione Tolleranza Abbondanza/ Habitat Ricchezza/ Diversità Tipo di metrica Indice Nome della Metrica ASPT(1) Taxa considerati nella metrica Peso Intera comunità (livello di famiglia) Log10 (somma di Heptageniidae, Ephemeridae, Leptophlebiidae, Brachycentridae, Goeridae, Log (sel_EPTD+1) Polycentropodidae, Limnephilidae, Abbondanza (2; 3)10 Odontoceridae, Dolichopodidae, Stratyomidae, Dixidae, Empididae, Athericidae e Nemouridae +1) 1- (Abbondanza relativa di Gastropoda, (4) Abbondanza 1-GOLD Oligochaeta e Diptera) N° taxa N° Tot Famiglie(5) Somma di tutte le famiglie presenti delle famiglie di Ephemeroptera, (5; 6) Somma N° taxa N° Famiglie EPT Plecoptera e Trichoptera Indice Shannon-Wiener(6; 7) diversità 0,33 0,27 0,07 0,17 0,08 0,08 Una volta calcolate, le metriche devono essere normalizzate, cioè il valore osservato deve essere diviso per il valore della metrica che rappresenta la condizione di riferimento. La normalizzazione garantisce la comparabilità dei risultati ottenuti in aree diverse, dato che la composizione faunistica, e quindi il valore assoluto delle singole metriche, possono risultare molto diversi tra idroecoregioni e tra tipi fluviali differenti. L’indice Multimetrico finale (Star_ICMi) è ottenuto dalla somma delle sei metriche normalizzate, ciascuna delle quali è moltiplicata per il proprio peso. I valori di riferimento (Tabella C.32 e Tabella C.33) utilizzati per il T. Perlana, desunti dal D.M.260/2010 “Tabella 1b. Valori di riferimento per le metriche componenti e per lo STAR_ICMi nei tipi fluviali dell’Italia settentrionale inclusi nel sistema MacrOper”, sono quelli relativi all’idroecoregione 02 Prealpi-Dolomiti e al Macrotipo fluviale A1, nella quale ricade il corso d’acqua in esame sulla base della “Tabella 1a. Elenco dei tipi fluviali presenti in Italia settentrionale e inclusi nel sistema MacrOper” e della “Tabella 4.1/a - Macrotipi fluviali e rapporto tra tipi fluviali per Macroinvertebrati e Diatomee” del suddetto decreto. Pagina 70 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.32 - Valori di riferimento delle metriche sulla base del tipo fluviale Indice ASPT 6,732 N° famiglie 27.5 Indice EPT 14,00 Indice GOLD 0,835 Indice di Shannon 2,523 Indice EPTD 2,995 Star_ICMi 1,010 Tabella C.33 - Limiti di classe dello STAR_ICMi per i corsi d’acqua come il T. Perlana Stato Elevato/Buono Buono Sufficiente Scarso Cattivo Punteggio Star_ICMi > 0,95 0,71 - 0,949 0,48 - 0,709 0,24 - 0,479 < 0,240 C.5.3 STATO DI FATTO: TORRENTE PERLANA Vengono di seguito presentati i dati relativi allo stato di fatto del T. Perlana, esaminato in marzo 2014. C.5.3.1. PARAMETRI CHIMICO-FISICI Per l’indagine dello stato qualitativo dell’acqua del T. Perlana, dal punto di vista chimico - fisico sono stati misurati i seguenti parametri: - Temperatura dell’acqua in °C (codice in tabella: Tacq); - pH (codice in tabella: pH); - Ossigeno disciolto in mg/l (codice in tabella: OD); - Saturazione dell’ossigeno in % (codice in tabella: satO2); - Azoto ammoniacale in mg/l (codice in tabella: NH4); - Azoto nitrico in mg/l (codice in tabella: NO3); - Fosforo totale in g/l (codice in tabella: Ptot). Nella tabella seguente si riportano i risultati delle misurazioni e delle analisi effettuate in corrispondenza delle due stazioni di monitoraggio in data 12/03/2014. Pagina 71 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.34 - Valori dei parametri chimico-fisici misurati in data 12/03/2014 Parametro Data Ora Condizioni Meteo T aria Tacq pH Conducibilità OD mg/l Saturazione O2 % Unità di misura Limite strumentale Perlana 12/03/2014 10.30 Sereno °C °C µS/cm mg/l % - NH4+ - N mg/l 0,015 NO3- -N PO43- - P (TP) mg/l mg/l 0,23 0.005 12 7.05 8.53 243 10.5 97.8 <limite strumentale 0.966 0.014 Osservando i risultati si possono dedurre le seguenti osservazioni: - Temperatura: la temperatura dell’acqua presenta in entrambe le stazioni un valore compatibile con la stagione, l’orario e la quota in cui è stato effettuato il campionamento. - pH: presenta un valore tendenzialmente basico, comunque nella norma e compatibile con l’area di campionamento, che presenta un bacino calcareo. - Livello di ossigenazione: il grado di ossigenazione risulta pressoché ottimale in entrambe le stazioni, con concentrazioni intorno a 10 mg/l e percentuali di saturazione ideali, poiché intorno al 100%. L’ossigenazione è certamente favorita dalla bassa temperatura dell’acqua e dal flusso turbolento, che garantisce continui scambi di ossigeno all’interfaccia acqua-aria. - Azoto ammoniacale (NH4): la concentrazione rilevata nella stazione di monte è molto bassa, al di sotto del limite strumentale, indicando l’assenza di evidenti fenomeni recenti di inquinamento. - Azoto nitrico (NO3): i valori registrati durante il monitoraggio sono risultati bassi ma comunque apprezzabili, pari a0,966 mg/l, corrispondenti ad un secondo livello nell’indice LIMeco. Si tratta di una anomalia o criticità relativamente modesta e può significare limitati fenomeni vecchi di inquinamento organico. - Fosforo totale (Ptot): la concentrazione di questo parametro è risultata modesta nella stazione di indagine più a valle, pari a 0,014 mg/l, evidenziando l’assenza di fattori perturbativi. Considerata l’assenza nel territorio di aree coltivate, da cui potrebbero dilavare fertilizzanti, di scarichi organici o di scarichi industriali, la presenza a valle, peraltro modesta, di questo nutriente potrebbe essere legata all’azione di solubilizzazione delle rocce. Pagina 72 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5.3.2. INDICE LIMECO Come descritto nel capitolo relative alle metodologie impiegate, l’azoto ammoniacale N-NH4 e nitrico N-NO3, il fosforo totale Ptot e l’ossigeno disciolto (100 - % di saturazione O2), ai fini della classificazione, vengono integrati in un unico descrittore, il LIMeco (Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico), utilizzato in normativa per derivare la classe di qualità dell’acqua sulla base dei parametri chimici. La procedura prevede che sia calcolato un punteggio per ognuno dei macrodescrittori, sulla base della concentrazione osservata in confronto con le soglie di concentrazione indicate nella Tabella 4.1.2/a dell’Allegato 1 al DM 260/2010, e che dalla media dei punteggi ottenuti venga derivato il LIMeco. In Tabella C.35 sono riportati i risultati delle misurazioni dei 4 macrodescrittori effettuate, con specificati i relativi “livelli”, i punteggi del LIMeco e la classe di qualità risultante. Come si può osservare in tabella, la qualità complessiva dell’acqua risulta elevata (LIMeco 0,66) in entrambe le stazioni di monitoraggio, con elevati livelli di ossigenazione, escludendo fenomeni inquinanti sia ripetuti e protratti nel tempo sia recenti. Solo l’azoto nitrico, segno di possibili inquinamenti non recenti risulta in II classe di qualità, non compromettendo comunque il risultatofinale. Tabella C.35 - Valori dei macrodescrittori misurati in data 21/10/2013 nelle stazioni di valle e monte e relativi livelli di qualità Parametri % sat O2 N-NH4 N-NO3 Ptot Classificazione Valore 99.4 % Livello 1 Punteggio 1 Valore <limite strumentale Livello 1 Punteggio 1 Valore 0.966 Livello 2 Punteggio 0.5 Valore 0.014 mg/l Livello 1 Punteggio 1 0,88 LIMeco punteggio Elevato LIMeco giudizio Pagina 73 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5.3.3. COMUNITÀ MACROBENTONICA La stretta relazione che esiste tra la comunità di macroinvertebrati e le caratteristiche chimico-fisiche, morfologiche e idrauliche del tratto di corso d’acqua in cui vive, implica che una perturbazione di tali caratteristiche produce una modificazione della comunità macrobentonica sia in termini qualitativi che quantitativi; da questo presupposto nasce l’idea di utilizzare i macroinvertebrati come bioindicatori per monitorare lo stato di un corso d’acqua attraverso degli appositi indici di qualità, grazie anche alle loro seguenti caratteristiche: - sensibilità alle modificazioni ambientali, cui reagiscono con prontezza; - capacità di essere buoni indicatori di condizioni localizzate, poiché si spostano molto poco; - abbondante presenza dei macroinvertebrati nella quasi totalità dei corsi d’acqua; - ciclo vitale sufficientemente lungo per dare la possibilità di rappresentare un “integrale” degli avvenimenti della storia recente del fiume. Seguendo i protocolli ufficiali, il campionamento di macrobenthos è stato effettuato in un’area caratterizzata dalle tipologie di microhabitat riportate in Tabella C.36. Tabella C.36 - Tipologie di microhabitat rinvenuti (* le dimensioni si riferiscono all’asse intermedio) Microhabitat Megalithal Macrolithal Mesolithal Microlithal Codice MGL MAC MES MIC Definizione substrato massi che superano i 40 cm* massi compresi tra 20 e 40 cm* ciottoli compresi tra 6 e 20 cm* ghiaia compresi tra 2 e 6 cm* Perlana 30% → 3 repliche 10%→ 1 repliche 40%→ 4 repliche 20%→ 2 repliche La comunità macrobentonica è risultata composta dai taxa riportati in Tabella C.37. Pagina 74 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.37 - Densità (n°/m2) del macrobenthos nella stazione di monitoraggio Taxa Plecoptera Plecoptera Plecoptera Plecoptera Plecoptera Ephemeroptera Ephemeroptera Ephemeroptera Trichoptera Trichoptera Trichoptera Trichoptera Trichoptera Trichoptera Trichoptera Coleoptera Coleoptera Diptera Diptera Diptera Diptera Diptera Oligochaeta Oligochaeta Oligochaeta Hydrachnidia TOTALE Famiglia Genere Leuctridae Nemouridae Nemouridae Nemouridae Taeniopterygida e Baetidae Heptageniidae Heptageniidae Glossosomatida e Hydropsychidae Lepidostomatid ae Limnephilidae Philopotamidae Rhyacophilidae Sericostomatida e Elmidae Scirtidae Athericidae Chironomidae Limoniidae Simuliidae Tipulidae Lumbricidae Lumbriculidae Naididae Hydracarina Leuctra Amphinemura Nemoura Protonemura Brachyptera Baetis Ecdyonurus Epeorus Stazione 1 VALLE n/m2 8 92 12 15 10 29 8 2 - 2 8 - 3 13 1 1 - 1 4 2 66 34 2 3 2 10 2 2 7 339 Nel sito di monitoraggio indagato, il campione è risultato costituito principalmente da Plecotteri (soprattutto Nemouridae), che rappresentano oltre circa il 40% dei soggetti e Ditteri (soprattutto Athericidae), che rappresentano un ulteriore 30% circa del campione. Pagina 75 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Plecoptera Ephemeroptera Trichoptera Coleoptera 150 200 Diptera Oligochaeta Hydrachnidia T. Perlana 0 50 100 250 300 350 400 Densità (numero individui / m2) Plecoptera Ephemeroptera Trichoptera Coleoptera Diptera Oligochaeta Hydrachnidia T. Perlana 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Composizione percentuale (%) Figura C.10 - Composizione % e densità dei vari taxa macrobentonici nella stazione di monitoraggio C.5.3.4. INDICE STAR_ICMI Con i dati raccolti in termini di densità/m2 sono state calcolate le sei metriche che compongono l’indice STAR_ICMi, riportate in Tabella C.38 e confrontate con i valori di riferimento riportati in normativa (Figura C.12). Rispetto ai valori di riferimento, le metriche che si discostano maggiormente sono i valori EPTD e GOLD, relativi alla presenza di unità sistematiche di riferimento. La comunità in ogni caso presenta valori di richezza e diversificazione buoni e caratterizzata principalmente da famiglie appartenenti a taxa sensibili. L’indice Multimetrico finale Star_ICMi è stato ottenuto dalla somma delle sei metriche normalizzate, ciascuna delle quali moltiplicata per il proprio peso. I risultati evidenziano una qualità BUONA, con uno STAR_ICMi ricadente in 2 a classe. Pagina 76 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.38 - Limiti di classe dello STAR_ICMi per i corsi d’acqua come il T. Perlana Indice Indice ASPT Indice EPTD Indice GOLD N° famiglie utili x calcolo indice Indice EPT Indice di Shannon STAR_ICMI punteggio STAR_ICMI giudizio Valore di riferimento 6,732 2,995 0,835 27,5 14 2,523 1,003 - T Perlana 6,53 2,32 0,64 23 12 2,19 0,86 buono Figura C.11 - Risultati dell’applicazione dello STAR_ICMi Pagina 77 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Pagina 78 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.12 - Valori delle metriche in corrispondenza delle stazioni di valle e di monte, confrontate con i valori di riferimento riportati in normativa C.5.4 STATO DI FATTO: TORRENTI MINORI E TEMPORANEI In considerazione del fatto che il tracciato stradale interseca alcuni pioccoli corsi d’acqua, caratterizzati da un regime idrologico principalmente pluviale e temporaneo, in occasione del sopralluogo effettuato in marzo 2014 è stato effettuato un report fotografico volto a caratterizzare in modo descrittivo il contesto di inserimento del tracciato stradale in corrispondenza dell’intersezione con i corsi d’acqua. Alcuni torrenti, come il Bolvedro, presentano flussi superficiali apprezzabili, anche se sono note condizioni di subalveo e asciutte complete. Le caratteristiche morfologiche dei luoghi, con elevate pendenze dei versanti, li rendono impercorribili. C.5.4.1. TORRENTE VALLE DEI RONCHI Il torrente scorre in un contesto dominato da popolamenti vegetali agricoli (uliveti) e fitti boschi di latifoglie con abbondante sottobosco. In periodo primaverile, generalmente caratterizzato da disgelo e abbondanti portate, il torrente si presentava in completa asciutta. Probabilmente si Pagina 79 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE registrano portate scorrenti in alveo solo al momento di precipitazioni intense. Figura C.13 - Contesto di inserimento del tracciato stradale, lungo un versante con coltivazioni a uliveto Figura C.14 - Stato dell'alveo in completa asciutta in marzo 2014, a testimonianza delle portate discontinue del torrente Pagina 80 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.15 - Alveo in completa asciutta C.5.4.2. TORRENTE PREMONTE In occasione del rilievo primaverile effettuato in marzo 2014 il torrente presentava modeste portate in corrispondenza della prevista intersezione con il tracciato stradale. Il tratto terminale del torrente si presentava in asciutta per subalveo del flusso idrico. Si è rilevata la presenza di larve ed adulti di salamandra pezzata (Salamandra salamandra) nelle pozze. Pagina 81 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.16 - Larva di salamandra pezzata prossima alla metamorfosi individuata sul fondo di una pozza Figura C.17 - Alveo del torrente. Si notano le portate minime tra dislivelli di roccia Pagina 82 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.18 - Alveo del torrente in cui si notano le basse portate e la presenza di substrato mobile Figura C.19 - Alveo in contesto boschivo con fitta vegetazione Pagina 83 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5.4.3. TORRENTE AZZANO Il torrente si presentava caratterizzato da portate minime, che permettevano unicamente la presenza di pozze d’acqua separate tra loro. L’habitat è particolarmente idoneo al popolamento di fauna anfibia. Sono stati rinvenuti esemplari di salamandra pezzata allo stadio larvale. Figura C.20 - Alveo del torrente, in ambiente boschivo, tra massi e con notevole pendenza Pagina 84 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.21 - Pozza isolata in un tratto caratterizzato dalla presenza di grandi massi Figura C.22 - Stato dell'alveo in aree a minore pendenza, si nota il substrato permeabile che determina il subalveo Pagina 85 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.23 - Esemplare di salamandra pezzata allo stadio larvale individuata nelle pozze Figura C.24 - Tratto ripido tra massi. L'alveo permeabile crea condizioni di subalveo Pagina 86 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.5.4.4. TORRENTE BOLVEDRO Al momento del rilievo in marzo 2014 si evidenziano portate buone, che determinano uno scorrimento superficiale sufficiente. Il torrente presenta alveo con substrato grossolano e pendenza elevata. Anche per questo torrente sono noti fenomeni di subalveo, specie nella porzione terminale. Figura C.25 - Alveo del torrente al momento del rilievo in marzo 2014 Figura C.26 - Torrente in contesto boscato, con fitta vegetazione spondale Pagina 87 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.27 - Pozza a valle di una cascata lungo l’alveo molto ripido del T. Bolvedro C.5.5 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SULLA QUALITÀ DELLA COMPONENTE IDROBIOLOGICA Complessivamente, l’ambiente idrico superficiale si presenta in uno stato buono di naturalità per quanto concerne i diversi aspetti di funzionalità morfo-edafica, di qualità chimico-fisica dell’acqua e di qualità biologica. La morfologia del T. Perlana è quella tipica di un corso d’acqua alpino, nel quale gli spazi vitali per lo sviluppo delle componenti biologiche (in particolar modo dei pesci) risultano fortemente condizionati dalla pendenza e dalla corrente, che danno origine ad una serie di rapide, cascate e stramazzi naturali alternati a pools anche profonde. Ne risultano habitat modellati dalla corrente che hanno un’importanza fondamentale per i pesci come aree di sosta o di rifugio. Per quanto concerne la funzionalità fluviale e dunque il mantenimento della connettività trasversale tra corso d’acqua e ambiente circostante, si registra una qualità ottimale. Per quanto concerne la qualità chimico-fisica, i dati raccolti sperimentalmente indicano una qualità pressoché ottimale e tipica di un corso d’acqua alpino, di cui presenta le caratteristiche idraulico-morfologiche e idrologiche, non gravato da significativi elementi di perturbazione. Per quanto riguarda la qualità biologica, il T. Perlana conferma uno stato buono; le indagini realizzate sulla fauna macrobentonica consentono di rilevare, nel tratto interessato dal progetto, la presenza di una comunità Pagina 88 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE macrobentonica tipica degli ambienti alpini torrentizi dell’area geografica in esame, dominata dai gruppi più sensibili (Plecotteri Efemerotteri Tricotteri). La comunità ittica del Perlana è risultata composta dalla solo trota fario, con densità inferiori all’atteso, riconducibili sia ad una condizione naturale (presenza di discontinuità nel corso d’acqua) sia per la pressione di pesca. Per quanto riguarda i torrenti minori e temporanei (T. Valle dei Ronchi, Premonte, Azzano, Bolvedro) si registrano, in periodo primaverile, solitamente caratterizzato da elevate portate, portate fluenti solo per i torrenti Bolvedro e Premonte. In ogni caso i tratti terminali, recapitanti a lago, si presentavano in asciutta. I torrenti si presentano inoltre particolarmente ripidi e incassati in strette valli poco percorribili. La qualità delle acque di questi torrenti non si presta ad essere indagata in ragione della natura temporanea degli stessi. Interessante sarà invece il monitoraggio della fauna anfibia, che trova in alcuni di questi corsi d’acqua condizioni ottimali per la riproduzione. Per quanto riguarda l’ambiente lacustre, si evidenzia che la qualità lacustre, specie per quanto riguarda il ramo di Como non risulta ottimale, con condizioni di stato chimico non buono, per il triennio 2009-2011 e condizioni di qualità chimica e biologica soltanto sufficienti, per il medesimo periodo. L’analisi dello zooplancton vede comunque alcuni segnali di miglioramento dello stato qualitativo nell’ultimo decennio. C.5.6 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SENSIBILI In merito alla necessità di individuare le aree maggiormente sensibili per quanto riguarda l’interferenza con corpi idrici, si deve considerare in che modo la realizzazione del progetto potrà interferire con gli ambienti acquatici. Per quanto riguarda gli ecosistemi torrentizi, la realizzazione dell’opera comporterà un’interferenza in occasione delle operazioni di cantiere in prossimità delle sponde. Inoltre si prevede che i drenaggi delle gallerie recapiteranno in corrispondenza del primo impluvio a valle dell’uscita dalla galleria. Analizzando il progetto saranno soprattutto i torrenti Perlana e Azzano a ricevere recapiti di drenaggio, che potranno potenzialmente modificare le condizioni attuali, soprattutto per il T. Azzano, che presenta portate minime e discontinue. Questo tipo di interferenza potrà inoltre determinare effetti sulle fasce spondali lacustri. Per quanto riguarda l’ecosistema lacustre, le due aree sensibili principali corrispondono alle aree di realizzazione degli attracchi per le chiatte di Pagina 89 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE trasporto dello smarino, che comporteranno necessariamente la distruzione di una porzione di ambiente costiero, oltre che possibilità di inquinamento durante le fasi di cantiere in corrispondenza di queste aree. Sulla base delle considerazioni sopra esposte e degli ambienti idrici analizzati, si individuano le seguenti aree sensibili, riportate nella seguente tabella. Le foci dei corsi d’acqua non sono state contemplate, in ragione del fatto che si ritengono aree sensibili, da monitorare, i torrenti. L’ambiente di foce è invece fortemente condizionato dal tratto di torrente in prossimità della foce e dagli eventi di piena. Ambiente N 1 2 Torrenti 3 4 5 6 Bacino lacustre Aree sensibili viadotto di superamento del torrente Valle dei Ronchi in comune di Sala Comacina viadotto di superamento del torrente Premonte in comune di Sala Comacina viadotto di superamento del torrente Perlana (tra galleria Perlana 1 e Perlana 2) viadotto di superamento del torrente Azzano in Località Mezzegra tratto a cielo aperto a ridosso del torrente Bolvedro Località Mezzegra area di attracco per movimentazione smarino area di attracco per movimentazione smarino Localizzazione km 2350 km 2700-2760 km 3775-3825 km 6050-6100 km 6700-6800 Comune di Griante Comune di Mandello del Lario C.5.7 FONTI BIBLIOGRAFICHE UTILIZZATE S.S 340 “Regina” Variante alla Tremezzina -Progetto preliminare. PGT Comuni di Lenno, Ossuccio, Mezzegra, Sala Comacina DM Ambiente 8 novembre 2010, n. 260 Criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali - Modifica norme tecniche D.lgs 152/2006 AA. VV., 2007. I.F.F. 2007 - Indice di Funzionalità Fluviale. Nuova versione del metodo revisionata e aggiornata. MANUALE APAT 2007, 336 pp. APAT-IRSA/CNR, 2003. Metodologie analitiche per il controllo della qualità delle acque. Manuali e linee guida - 29/2003. Le metodiche utilizzate sono scaricabili dal sito: http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manualilineeguida/metodi-biologici-acque/ Pagina 90 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Buffagni A., Erba S. & Pagnotta R., 2008. Definizione dello stato ecologico dei fiumi sulla base dei macroinvertebrati bentonci per la 2000/60/EC (WFD): il sistema di classificazione MacrOper. Notiziario dei Metodi Analitici numero speciale (2008) , CNR-IRSA, Brugherio (MI). Buffagni A., Erba S., Aquilano G., Armanini D.G., Beccari C., Casalegno C., Cazzola M., Demartini D., Gavazzi N., Kemp J.L., Mirolo N., Rusconi, 2007. “Macroinvertebrati acquatici e direttiva 2000/60/EC (WFD) - Parte B. Descrizione degli habitat fluviali a supporto del campionamento biologico” Notiziario dei Metodi Analitici n.1 (2007) , CNRIRSA, Brugherio (MI). Buffagni A., Erba S., Aste F., Mignuoli C., Scanu G., Sollazzo C. & Pagnotta R., 2008. Criteri per la selezione di siti di riferimento fluviali per la Direttiva 2000/60/EC.. Notiziario dei Metodi Analitici numero speciale (2008) , CNR-IRSA, Brugherio (MI). Hayslip G., 1993. EPA Region 10 In-stream biological Monitoring Handbook. U.S. Environmental Protection Agency - Region 10 Environmental Services Division. EPA 910/9-92-013. 75 pp. Humprey J.H., Hunn R.C. & Bradfrod Shea G., 1985. Hydraulic Characteristics of Steep Mountain Streams During Low and High Flow Conditions, and Implications for Fisheries Habitat. 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STATO DELLA VEGETAZIONE E DELLA FLORA C.6.1 METODO DI RILIEVO FLORISTICO DELLA VEGETAZIONE La vegetazione presente è stata caratterizzata attraverso un approccio di tipo floristico, allo scopo di individuare e descrivere la diversità floristica e di evidenziare le dinamiche vegetazionali in atto. Con riferimento alla cartografia tematica esistente (carta dell’uso del suolo della Regione Lombardia, carta forestale del PIF valle Intelvi), verificata e convalidata nelle uscite effettuate, si è prodotta una cartografia fisionomica della vegetazione. Infine utilizzando le ortofotografie disponibili degli anni 2006 e 2012 (portale cartografico nazionale), si è prodotta la cartografia finale della vegetazione, comprendente i tematismi dell’uso del suolo, delle fisionomie vegetazionali e degli habitat di interesse comunitario. Per la parte relativa al rilevamento floristico della vegetazione si è seguita la metodologia proposta da J. Braun-Blanquet (scuola Zurigo-Montpellier), che prevede osservazioni condotte su aree campione, ritenute omogenee dal punto di vista ecologico. In queste aree sono state censite tutte le specie vegetali presenti, di cui si è stimata la copertura, ovvero la superficie di suolo occupata, seguendo una scala quali-quantitativa a 7 valori, proposta da Pignatti: Tabella 3: indici di Scala qualiquantitativa 5 4 3 2 1 + r copertura secondo Pignatti Grado di copertura copertura 80-100% copertura 60-80% copertura 40-60% copertura 20-40% copertura 1-20% copertura < 1% specie rara Raggruppando i rilievi così effettuati in funzione della loro similarità si possono riconoscere delle associazioni, che rappresentano il livello di base di una sistematica fitosociologica con quattro livelli gerarchici (classe, ordine, alleanza, associazione) corrispondenti a livelli di affinità floristica crescente. Questo tipo di classificazione gerarchica si propone inoltre di rispettare le affinità ecologiche esistenti tra le diverse tipologie. L’identificazione delle associazioni assume un significato ecologico, in quanto si presuppone che i gruppi identificati siano omogenei non solo nelle variabili rilevate (in questo caso le specie), ma anche nell’ecologia delle comunità. Pagina 92 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Per quanto riguarda la nomenclatura floristica si è seguita la Flora d'Italia di Pignatti (1982). C.6.2 DESCRIZIONE GENERALE DELL’AREA Dal punto di vista fitogeografico il territorio è localizzato nella Provincia alpina, Distretto insubrico-euganeo, un’area nota per la particolare ricchezza floristica. Gli elementi corologici presenti fanno capo principalmente ad un contingente submediterraneo presente nelle aree più calde, ad un contingente medioeuropeo-atlantico ed a un contingente endemico. Quest’ultimo caso è di particolare interesse in quanto rappresenta l’elemento corologico più pregiato dell’area. La flora endemica alpina è rappresentata principalmente da specie montane sopravvissute alle fluttuazioni climatiche del quaternario. Sulle Alpi si identificano tre zone principali in cui si registra una presenza elevata di questi elementi, parti di aree mountuose che hanno avuto la funzione di ambienti di rifugio nel corso delle glaciazioni. L‘area oggetto di indagine si trova presso il margine occidentale di una queste zone, delimitata ad est dal Lago di Garda ed a ovest da quello di Como. I fattori naturali fondamentali che influenzano la vegetazione sono rappresentati dal clima, dal substrato e dalla morfologia. I fattori climatici rappresentano una componente fondamentale, ad esempio il gradiente termico causato dall’orografia determina la formazione di fasce vegetazionali lungo i versanti montuosi. Il suolo, determinando uno specifico ambiente chimico nella rizosfera, è in grado di selezionare la flora presente, determinando la prevalenza di specie basifile nell’area. Infine la morfologia determina la presenza di ambienti peculiari che ospitano vegetazioni specializzate, quale la vegetazione delle rocce o dei ghiaioni, ovvero ambienti in cui fattori limitanti quali la pendenza o la superficialità del suolo determinano direttamente la vegetazione presente. Le superfici boschive rappresentano la vegetazione prevalente nell’area. Sono caratterizzate da boschi cedui a carpino e roverella, abbondanti lungo i versanti più ripidi ad esposizione meridionale. Alla base dei versanti, con pendenze minori e suoli più profondi, sono presenti lembi di castagneta cedua o da frutto, generalmente in stato di abbandono colturale. Salendo in quota sono presenti formazioni forestali a faggio, che tendono ad essere meno diffuse sui versanti secchi ad esposizione meridionale. C.6.3 FITOCLIMA E VEGETAZIONE POTENZIALE Lungo i versanti montuosi si susseguono più orizzonti vegetazionali. Alla base dei versanti si può osservare il limite superiore della fascia submediterranea (delle sclerofille), presente grazie all’azione di mitigazione climatica svolta dal lago. Le essenze che si possono osservare in questa fascia sono date da molti elementi termofili, come il corbezzolo e la ruta, mentre tra le specie coltivate Pagina 93 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE si ha la presenza dell’olivo. Altri elementi termofili sono dati dall’alloro e l’albero di giuda, che si rinvengono come specie naturalizzate. Nella fascia submontana (delle latifoglie eliofile) la vegetazione più caratteristica è data dai castagneti, che si presentano in vari gradi di abbandono e spesso in via di evoluzione verso boschi di latifoglie mesofile. Salendo ulteriormente verso l’altro si incontrano la fascia montana inferiore (delle latifoglie sciafile), dove la formazione vegetale più caratteristica è data dai boschi di faggio. Nella parte superiore dei versanti si arriva nella fascia montana superiore (delle aghifoglie), nell’area spesso sostituita da pascoli sommitali ottenuti tramite deforestazione. La vegetazione potenziale dell’area è rappresentata da formazioni forestali, che in mancanza di fattori limitanti e di disturbo coprirebbero interamente il fondovalle ed i versanti montuosi. In dettaglio la vegetazione potenziale della fascia collinare, oggi occupata dalle aree maggiormente antropizzate ed urbanizzate, è data da quercocarpineti di fondovalle o di basso versante appartenenti al Carpinion betuli. La specie guida principale è la farnia (Quercus robur), eventualmente associata a rovere (Quercus petraea), con rilevante partecipazione di carpino bianco (Carpinus betulus) e, nello strato erbaceo, di regola, un ricco corredo di geofite a fioritura precoce. Nella fascia montana la vegetazione potenziale è caratterizzata da faggete mesofile e di quota. Le comunità afferenti sono incluse nella alleanza Fagion sylvaticae, con associazioni rappresentative quali l’asperulo-faggeto, che alle quote più alte viene sostituito dalla faggeta con acero. Specie caratteristiche sono date da Fagus sylvatica, Abies alba, Anemone nemorosa, Lamiastrum galeobdolon, Galium odoratum, Melica uniflora, Dentaria spp., mentre alle quote superiori divengono importanti Acer pseudoplatanus e Rumex arifolius. Elementi di vegetazione azonale si possono rinvenire soprattutto in relazione agli ambienti acquatici, rappresentati ad esempio da boschi igrofili ad ontani o canneti a Phragmites. La vegetazione reale che oggi si può osservare permette di riconoscere questo schema ecologico fondamentale, da cui le comunità vegetali presenti si discostano principalmente in funzione degli interventi antropici, evidenti ad esempio nelle aree di pascolo sommitali. Questi pascoli sono attivamente utilizzati nelle aree più produttive, dove nelle aree maggiormente sfruttate sono caratterizzati da una flora nitrofila sinantropica, mentre nelle aree attualmente in fase di abbandono sono presenti specie tipiche di situazioni a maggiore naturalità, che tendono ad evolversi spontaneamente verso le formazioni forestali originarie. Pagina 94 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.28 - Carta della vegetazione potenziale dei comuni interessati dagli interventi C.6.4 ANALISI DELLE FORMAZIONI VEGETALI Nell’ambito dei rilievi e delle indagi effettute si possono riconoscere le seguenti formazioni vegetali: 1 2 3 4 5 6 7 8 Vegetazione delle rupi calcaree (Potentillo-Hieracietum humilis, Potentillion caulescentis) Aree detritiche con copertura vegetale discontinua (Stipetum calamagrostidis Praterie mesofile a bromo (Mesobromion, Festuco -Brometalia) Prati e prato-pascoli (Arrhenatherion elatioris, Arrhenatherion elatioris / Berberidion) Arbusteti radi xerofili (arbusteti ad Amelanchier - Orno-Ostryon Arbusteti basifili misti dell'orizzonte montano (Berberidion) Vegetazione di forra (Adianthetea) Boschi radi a carpino nero ed orniello (Orno-Ostryon) Pagina 95 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 9 10 11 12 13 14 Boschi misti con presenza di castagno (Quercion pubescenti-petraeae / Orno-Ostryon) Boschi a carpino nero (Orno-Ostryon) Acero-frassineti (Tilio-Acerion) Formazioni a betulla e nocciolo (Pruno-Rubion, Calluno-Sarothamnetum) Faggete (Fagetalia sylvaticae) Formazioni a robinia (Carpinion betuli) Di cui si riporta una breve descrizione di seguito. Vegetazione delle rupi calcaree (Potentillo-Hieracietum humilis, Potentillion caulescentis) Popolamenti discontinui, con le piante che si insediano nelle fessure o negli anfratti presenti. Assume notevole importanza l'esposizione della rupe, la sua pendenza e la disponibilità di acqua. Specie caratteristiche sono Potentilla caulescens, Primula auricola, Telekia speciosissima, quest'ultima rappresentante del contingente di specie endemiche insubriche che sono frequenti negli ambienti rocciosi dell’area. Dal punto di vista tassonomico questa vegetazione generalmente corrisponde al Potentillo-Hieracietum humilis, che trova la sua maggiore espressione nell’orizzonte montano e subalpino delle prealpi calcaree, mentre a quote inferiori è presente con aspetti meno tipici. Figura C.29 - Vegetazione rupestre (habitat 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica) Pagina 96 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.30 - Ambienti rupestri carsificati, con presenza di grotte Aree detritiche con copertura vegetale discontinua (Stipetum calamagrostidis) La vegetazione più caratteristica dei ghiaioni inconsolidati del piano montano fa riferimento alle associazioni a Calamagrostis. A livello fisionomico questa graminacea si presenta dominante, ed è accompagnata generalmente da poche altre specie. Tipicamente questa formazione è di tipo pioniero, e colonizza rapidamente le aree detritiche a clasti di dimensioni medio-fini, non soggette a forte instabilità. Pagina 97 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.31 - Detriti di falda (habitat 8130 Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili) Praterie mesofile a bromo (Mesobromion, Festuco -Brometalia) Praterie che trovano la massima espressione nel piano collinare e submontano, in modo particolare nelle posizioni di espluvio dei versanti esposti verso sud. Si insediano in situazioni di suolo sottile, che non consente lo sviluppo di formazioni forestali, o sono presenti come fasi fisionomiche durature, derivanti dalla degradazione di tipologie vegetazionali più complesse. Pagina 98 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.32 - Prato arido (habitat 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo) Prati e prato-pascoli (Arrhenatherion elatioris, Arrhenatherion elatioris / Berberidion) Generalmente i prati da fieno sono caratterizzati da buone foraggere, quali Arrhenatherum elatior (avena maggiore) e da un insieme floristico selezionato dalle pratiche di sfalcio e concimazione. Le aree attualmente non coltivate ed in via di inarbustimento presentano essenze arbustive rientranti nell’ambito degli arbusteti montani a Berberis. Arbusteti radi xerofili (arbusteti ad Amelanchier - Orno-Ostryon) I boschi a carpino più radi, in cui anche il carpino nero e la roverella presentano portamento arbustivo, sono classificabili come arbusteti a Pero corvino e Citiso. Rappresentano formazioni termoxerofile in cui la composizione dello strato erbaceo è comune a quella degli altri ostrieti, ma con una particolare abbondanza di specie esigenti dal punto di vista termico. Arbusteti basifili misti dell'orizzonte montano (Berberidion) Queste formazioni sono presenti generalmente come aspetti degradati di formazioni forestali eccessivamente sfruttate o come fasi di ricolonizzazione di prati e pascoli abbandonati. Fisionomicamente hanno l’aspetto di formazioni arbustive con sparsi alberi ed uno strato erbaceo ben sviluppato, caratterizzato da specie termo-xerofile. Pagina 99 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.33 - Aspetti generali della vegetazione: coltivazioni di olivo, boschi di carpino e orniello, ambienti rupestri Vegetazione di forra (Adianthetea) Si tratta di vegetazione che colonizza valli e impluvi caratterizzati da pareti ripide e incisioni profonde, che solcano i versanti montuosi o formano convalli laterali. Questa vegetazione è adattata a condizioni di bassa luminosità, temperature inferiori rispetto alle aree circostanti e buona o elevata umidità ambientale. Tipicamente in queste situazioni sono molto abbondanti le pteridofite, in particolare sono state rilevate Adiantum capillus-veneris e Phyllitis scolopendrium, accompagnate da altre specie sciafile. Pur non trattandosi di specie particolarmente rare, le stazioni di crescita sono limitate a questo habitat particolare e nel caso del capelvenere, sono di tipo puntiforme. Inoltre lungo le pareti rocciose che spesso formano i versanti vallivi si possono osservare le specie pregiate degli ambienti rocciosi e specie ipsofile caratteristiche di quote maggiori. Pagina 100 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.34 - Stazione di capelvenere (Adiantum capillus-veneris) Figura C.35 - Vegetazione di forra Boschi radi a carpino nero ed orniello (Orno-Ostryon) Si tratta di formazioni boschive rade, tendenzialmente xerofile, interpretabili come boschi di colonizzazione, che rappresentano le fasi precoci di evoluzione delle formazioni a carpino nero. In queste situazioni lo strato arbustivo è particolarmente ricco, e può essere composto anche da specie Pagina 101 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE arboree con portamento arbustivo. Nello strato arbustivo sono frequenti Amelanchier ovalis, Cytisus sessilifolius e Corylus avellana. Lo strato erbaceo è formato da specie quali Carex flacca, Anthericum ramosum, Brachypodium pinnatum e Geranium sanguineum, mentre si nota l'ingresso di specie nemorali non presenti nelle praterie aperte. Figura C.36 - Bosco ceduo di carpino e orniello (orno-ostrieto) Boschi misti con presenza di castagno (Quercion pubescenti-petraeae / Orno-Ostryon) Date le esigenze ecologiche del castagno ed il chimismo di base delle rocce, i boschi di castagno sono presenti solamente nelle aree dove lo sviluppo dei processi pedogenetici consente la presenza di suoli relativamente decarbonatati. Queste formazioni boschive di impianto sono generalmente in condizioni di abbandono colturale, in via di lenta trasformazione verso le formazioni forestali originarie. Questa dinamica è testimoniata dalla presenza di specie arboree quali Ostrya carpinifolia e di uno strato arbustivo sviluppato, che veniva rimosso nelle selve castanili da frutto in produzione. Localmente si possono rinvenire querceti mesofili a rovere (Quercus petraea), che sono generalmente assegnati al Carici umbrosae-Quercetum petraeae. Tra le specie erbacee vanno segnalate Lamium orvala, Carex umbrosa, Hierochloe australis, Teucrium scorodonia. Spesso la ceduazione ha favorito le specie a maggiore capacità pollonante e la presenza di specie erbacee eliofile, grazie alla rarefazione dello strato arboreo, quale ad esempio la molinia. Pagina 102 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.37 - Castagneto da frutto in fase di abbandono (habitat 9260 Foreste di Castanea sativa) Boschi a carpino nero (Orno-Ostryon) Le formazioni in cui la specie dominante è rappresentata dal carpino nero, si possono suddividere in tre categorie principali, principalmente in funzione delle morfologie caratteristiche delle montagne calcaree. Gli orno-ostreti tipici sono diffusi nella fascia pedemontana e submontana, generalmente su suoli poco sviluppati con buon drenaggio. Nello strato erbaceo Sesleria varia può essere la specie dominante, accompagnata da Carex alba. Gli ostrieti di forra si rinvengono sui versanti ripidi che caratterizzano le forre scavate nelle rocce calcaree. In condizioni di roccia subverticale, con suolo limitato a poche tasche, si rinviene l'ostrieto di rupe, caratterizzato da esemplari di carpino nero di altezza non elevata, accompagnato da specie xerofile e anche da specie schiettamente rupestri. Lungo le forre può essere abbondante l’alloro, essenza naturalizzata con ogni probabilità sfuggita alle coltivazioni. Le formazioni forestali chiuse di carpino nero possono essere presenti anche come cenosi rarefatte a causa della ceduazione o degli incendi. In queste formazioni Il carpino nero si trova generalmente associato a roverella, orniello e sorbo montano, mentre al limite superiore altitudinale si può rinvenire associato al faggio, a formare ostrio-faggeti di transizione verso i boschi mesofili a faggio. Acero-frassineti (Tilio-Acerion) Boschi di latifoglie rinvenibili a quote variabili fra i 500 e i 1200 m, localizzandosi soprattutto nei medio-bassi versanti e negli impluvi. Si tratta di formazioni forestali miste, legate a condizioni di buona disponibilità idrica Pagina 103 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE sia a livello edafico che atmosferico. Localmente possono essere presenti formazioni giovanili derivanti dalla ricolonizzazione di terreni in fase di abbandono agricolo, tipicamente prati falciati non più coltivati. Nei siti più strutturati lo strato arboreo vede la presenza di più essenze, con frassino maggiore, acero di monte e tiglio che costituiscono la parte principale della biomassa. lo strato arbustivo può essere particolarmente sviluppato, soprattutto in condizioni di copertura arborea rarefatta. Formazioni a betulla e nocciolo (Pruno-Rubion, Calluno-Sarothamnetum) Queste formazioni sono date da boschi di colonizzazione fisionomicamente dominati da betulla. Dal punto di vista vegetazionale si possono distinguere situazioni derivate da ricolonizzazione di ambienti aperti, generalmente pascoli abbandonati, caratterizzate da individui arborei giovanili e da un’elevata dinamica evolutiva, da quelle caratterizzanti i versanti ripidi a suolo sottile, che probabilmente rappresentano stadi evolutivi duraturi, essendo bloccata da cause edafiche l’ulteriore evoluzione verso situazioni forestali più chiuse. Queste ultime situazioni sono generalmente caratterizzate da individui maturi ed uno strato arboreo particolarmente diversificato. Alla betulla si accompagna quasi sempre in modo subordinato il pioppo tremolo, che ha simili caratteristiche ecologiche, ed il nocciolo, specie legnosa a portamento arbustivo. Nelle situazioni migliori per invecchiamento tendono ad evolvere verso gli acero-frassineti. Faggete (Fagetalia sylvaticae) Le faggete rappresentano la formazione forestale prevalente nel piano montano delle aree prealpine. Il faggio è l’essenza arborea dominante e può presentarsi solo od associato a latifoglie e conifere, in funzione dell'ecologia della stazione. Si possono distinguere faggete mesofile (sotto-alleanza EuFagenion), faggete termofile (sotto-alleanza Cephalanthero-Fagenion) e faggete ad acero (associazione Aceri-Fagetum). Rispetto agli orno ostrieti si nota una notevole riduzione nella presenza di specie arbustive ed una notevole rarefazione dello strato erbaceo. Formazioni a robinia (Carpinion betuli) I cedui di robinia, sono generalmente floristicamente impoveriti, e non consentono un agevole inquadramento sistematico. Le aree a maggiore diffusione di questa tipologia sono rappresentate dalle superfici a pendenza non troppo elevata, con suoli mediamente profondi o profondi. Lo strato arboreo, quando non è monospecifico, presenta elementi quali Quercus robur, Ulmus minor, Ulmus laevis, Celtis australis, che possono contribuire a dare un'idea della vegetazione forestale preesistente alla robinia. Nello stato arbustivo generalmente dominano Corylus avellana e Acer campestre. Lo strato erbaceo è rappresentato principalmente da elementi mesofili, quali Anemone nemorosa, Primula vulgaris, Carex sylvatica, Galeopsis pubescens, Polygonatum multiflorum. Pagina 104 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Gli aspetti più maturi possono essere caratterizzati dalla comparsa di Euonimus europaeus e Sambucus nigra, che tendono ad impedire il rinnovamento della robinia. Generalmente gli elementi floristici presenti, perlomeno nelle situazioni più comuni, inducono ad apparentare questi rilievi nell’alleanza del Carpinion betuli. Figura C.38 - Vegetazione infestante ad ailanto C.6.5 SPECIE FLORISTICHE DI INTERESSE COMUNITARIO E/O NAZIONALE C.6.5.1. HABITAT NATURA2000 A completamento del quadro, sono stati individuati i seguenti habitat di interesse comunitario: 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Specie vegetali caratteristiche le comunità idrofitiche sono spesso paucispecifiche e vedono la forte dominanza di 1-2 specie, accompagnate da poche sporadiche compagne. Tra le entità indicate nel Manuale EUR/27, possono essere ricordate per l’Italia: Lemna spp., Spirodela spp., Wolffia spp., Hydrocharis morsus-ranae, Utricularia australis, U. vulgaris, Potamogeton lucens, P. praelongus, P. perfoliatus, Azolla spp., Riccia spp., Ricciocarpus spp., #Aldrovanda vesiculosa, Stratiotes aloides (va aggiunto però che quest'ultima specie ha valore diagnostico solo nei casi in cui la sua presenza sia certamente autoctona). A queste possono essere aggiunte Pagina 105 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Salvinia natans, Potamogeton alpinus, P. berchtoldii, P. coloratus, P. crispus, P. filiformis, P. gramineus, P. natans, P. nodosus, P. pectinatus, P. pusillus, P. trichoides, Persicaria amphibia, Trapa natans, Nymphoides peltata, Nuphar lutea, Nymphaea alba, Ceratophyllum demersum, C. submersum, Myriophyllum spicatum, M. verticillatum, Najas marina, N. minor, Hippuris vulgaris, Hottonia palustris, Vallisneria spiralis, Zannichellia palustris, Z. obtusifolia. 3270 : Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p. Specie vegetali caratteristiche: Chenopodium rubrum, C. botrys, C. album, Bidens frondosa, B. cernua, B. tripartita, Xanthium sp., Polygonum lapathifolium, P. persicaria, Persicaria dubia, P. hydropiper, P. minor, Rumex sanguineus, Echinochloa crus-galli, Alopecurus aequalis, Lepidium virginicum, Alisma plantago-aquatica, Mentha aquatica, Lycopus europaeus, Cyperus fuscus, C. glomeratus, C. flavescens, C. michelanius. Riferimento sintassonomico: Le cenosi terofitiche nitrofile che colonizzano i suoli più fini e con maggiore inerzia idrica sono incluse nell’alleanza Bidention tripartitae Nordhagen 1940 em. Tüxen in Poli & J. Tüxen 1960, mentre quelle presenti su suoli con granulometria più grossolana e soggetti a più rapido disseccamento rientrano nell’alleanza Chenopodion rubri (Tüxen ex Poli & J. Tüxen 1960) Kopecký 1969. Entrambe queste alleanze rientrano nell’ordine Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. & Tüxen ex Klika & Hadač 1944 e nella classe Bidentetea tripartitae Tüxen, Lohmeyer & Preising ex von Rochow 1951. 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco - Brometalia) (* notevole fioritura di orchidee) Specie vegetali caratteristiche: il contingente floristico è generalmente molto ricco, attestandosi intorno a una media di circa 30-35 specie per stazione. La variabilità floristica è altrettanto elevata: si possono, quindi, avere prati con prevalenza di Bromus erectus, prati con prevalenza di Brachypodium pinnatum, prati con prevalenza di Artemisia alba, prati con prevalenza di specie del genere Festuca, prati con prevalenza di specie del genere Sesleria, prati con prevalenza di Genista radiata, prati con prevalenza di Stipa pennata, ecc. A queste si accompagnano le specie caratteristiche o differenziali della classe Festuco-Brometea, quali ad esempio, Allium sphaerocephalon, Asperula cynanchica, Briza media, Carex caryophyllea, Carex humilis, Centaurea scabiosa, Dianthus carthusianorum, Dianthus sylvestris, Eryngium campestre, Euphorbia cyparissias, E. seguieriana, Galium verum, Genista pilosa, Hypericum perforatum, Koeleria macrantha, K. pyramidata, Medicago falcata, Ononis spinosa, Orlaya grandiflora, Phleum phleoides, Pimpinella saxifraga, Salvia pratensis, Scabiosa columbaria, Teucrium chamaedrys. Pagina 106 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Possono accompagnarsi a tali specie anche Convolvolus cantabrica, Helianthemum nummularium, Sanguisorba minor, Dactylis glomerata, Anthoxanthum odoratum, Odontites lutea, Petrorhagia saxifraga, Silene otites, Scabiosa gramuntia, Festuca valesiaca, Carex liparocarpos, Tragopogon dubius, Thymus serphyllum, Thymus oenipontanus, Thymus pulegioides. Infine, possono essere presenti diverse specie di orchidee, quali Anacamptis pyramidalis, Epipactis atropurpurea, Serapias vomeracea, Orchis coriophora, O. mascula, O. morio, O. militaris, O. pallens, O. provincialis, O. tridentata, O. ustulata, Gymnadenia conopsea, Ophrys apifera, O. bertolonii, O. holoserica, O. insectifera, O. sphegodes. 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis). Specie vegetali caratteristiche: Arrhenatherium elatius, Trisetum flavescens, Anthoxanthum odoratum, Poa pratensis, P. trivialis, Holcus mollis, Bromus hordeaceus, Phleum pratense, Alopecurus pratensis, Cynosurus cristatus, Festuca pratensis, Centaurea jacea, Pastinaca sativa, Leucanthemum vulgare, Leontodon hispidus, Taraxacum officinale, Tragopogon pratensis, Pimpinella major, Plantago lanceolata, Prunella vulgaris, Trifolium pratense, Silene vulgaris, Ranunculus acris; e in stazioni umide anche: Lychnis floscuculi, Cardamine pratensis, Deschampsia caespitosa, Sanguisorba officinalis, Colchicum autumnale Si tratta di comunità erbacee presenti nell'orizzonte collinare e submontano, conservate dalle pratiche colturali del taglio e della concimazione. Se abbandonate in montagna sono invase da piante legnose arbustive seguite da alberi dei boschi di latifoglie circostanti (Tilio-Acerion, Carpinion, Alnion glutinoso-incanae). 6520: Praterie montane da fieno Specie vegetali caratteristiche: Trisetum flavescens, Heracleum sphondylium, Viola cornuta, Astrantia major, Carum carvi, Crepis mollis, C. pyrenaica, Bistorta major (Polygonum bistorta), Silene dioica, S. vulgaris, Campanula glomerata, Salvia pratensis, Centaurea nemoralis, Anthoxanthum odoratum, Crocus albiflorus, Geranium phaeum, G. sylvaticum, Narcissus poeticus (=N. radiiflorus), Malva moschata, Valeriana repens, Trollius europaeus, Pimpinella major (subsp. rubra), Muscari botryoides, Lilium bulbiferum, Thlaspi caerulescens, Viola tricolor ssp. subalpina, Phyteuma halleri, P. orbiculare, Primula elatior, Chaerophyllum hirsutum, Alchemilla spp., Cirsium heterophyllum. Praterie mesofile, più o meno pingui, montano-subalpine, ricche di specie. Di norma falciate, ma talvolta anche pascolate in modo non intensivo. Prevalgono elementi di Poo-Trisetetalia ai quali si associano, talvolta, componenti di Nardetalia, Seslerietalia e/o Festuco-Brometea. Pagina 107 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 8130: Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili Specie vegetali caratteristiche: Achnatherum calamagrostis, Galeopsis angustifolia, Gymnocarpium robertianum, Leontodon hyoseroides, Linaria supina, Globularia cordifolia, Athamanta vestina, Teucrium montanum, Scrophularia juratensis, Calamintha nepeta, Epilobium dodonaei, Asplenium fissum, Festuca spectabilis, Aethionema saxatile. Riferimento sintassonomico per le Alpi: Stipion calamagrostis Jenny in Br.Bl- et ali 1952 (Stipetalia calamagrostis Oberd. et Seibert in Oberd. 1977, classe Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948). 8210: Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica Specie vegetali caratteristiche: Potentilla caulescens, Arabis bellidifolia ssp. stellulata, Bupleurum petraeum, Campanula carnica, Carex mucronata, Globularia repens, Paederota bonarota, Primula marginata, Rhamnus pumilus, Saxifraga crustata, Silene saxifraga, Helianthemum lunulatum, Saxifraga cochlearis, Moehringia lebrunii, M. sedoides, Androsace pubescens, Saxifraga valdensis, Cystopteris fragilis, Cystopteris alpina, Asplenium viride, A. trichomanes, Silene pusilla, Carex brachystachys, Dryopteris villarii, Alyssum argenteum, Cheilanthes marantae, Alyssoides utriculata, Campanula bertolae. Comunità casmofitiche delle rocce carbonatiche, dal livello del mare nelle regioni mediterranee a quello cacuminale nell’arco alpino. 9130: Faggeti dell’Asperulo-Fagetum Specie vegetali caratteristiche: Fagus sylvatica, Abies alba, Picea abies, Anemone nemorosa, Lamiastrum (Lamium) galeobdolon, Galium odoratum, Melica uniflora, Dentaria spp. (Dentaria enneaphyllos, D. pentaphyllos, D. heptaphyllos, D. bulbifera). Faggete, pure o miste con abete rosso e bianco (questi localmente anche prevalenti), delle regioni alpine, da submontane ad altimontane, tendenzialmente neutrofile e meso-eutrofiche, con ricco strato erbaceo. 9260: Boschi di Castanea sativa Specie vegetali caratteristiche: Castanea sativa, Quercus petraea, Q. cerris, Q. pubescens, Tilia cordata, Vaccinium myrtillus, A. campestre, A. pseudoplatanus, Betula pendula, Carpinus betulus, Corylus avellana, Fagus sylvatica, Frangula alnus, Fraxinus excelsior, F. ornus, Ostrya carpinifolia, Populus tremula, Prunus avium, Sorbus aria, Rubus hirtus, Anemone nemorosa, Aruncus dioicus. Boschi acidofili ed oligotrofici dominati da castagno. L’habitat include i boschi misti con abbondante castagno e i castagneti d’impianto (da frutto e da legno) con sottobosco caratterizzato da una certa naturalità (sono quindi esclusi gli impianti da frutto produttivi in attualità d'uso che coincidono con il codice Corine 83.12 - impianti da frutto Chestnut groves e come tali privi di un sottobosco naturale caratteristico) dei piani bioclimatici mesotemperato (o anche submediterraneo) e supratemperato su substrati da neutri ad acidi (ricchi in silice e silicati), profondi e freschi e talvolta su suoli di matrice Pagina 108 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE carbonatica e decarbonatati per effetto delle precipitazioni. Si rinvengono sia lungo la catena alpina e prealpina sia lungo l’Appennino. C.6.5.2. SPECIE ENDEMICHE E DI INTERESSE NATURALISTICO Come citato in precedenza gli elementi floristici più interessanti sono rappresentati dalle specie endemiche, che spesso sono sopravvissute sulle Alpi ai vari cicli climatici glaciali e interglaciali. L’area compresa tra il lago di Garda e il Lago di Como è nota per la particolare ricchezza di questi elementi, che colonizzano principalmente ambienti rupestri, detritici ed erbacei. Nella zona della tremezzina sono segnalate queste specie endemiche: - Aquilegia einseleana Campanula elatinoides Campanula raineri Carex austroalpina Carex baldensis Centaurea rhaetica Cytisus emeriflorus Euphorbia variabilis Festuca spectabilis Galium rubrum Globularia cordifolia Knautia transalpina Laserpitium nitidum Laserpitium peucedanoides Leontodon tenuiflorus Pedicularis acaulis Pedicularis gyroflexa Physoplexis comosa Primula glaucescens Scabiosa vestina Telekia speciosissima Di queste specie nel corso dei sopralluoghi è stata verificata la presenza delle seguenti endemiche: - Campanula elatinoides Centaurea rhaetica Galium rubrum Globularia cordifolia Laserpitium peucedanoides Altre specie di interesse conservazionistico comprendono le orchidacee, e le specie comprese negli elenchi delle convenzioni internazionali o della flora Pagina 109 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE protetta. Le specie individuate nel corso dei rilievi sono indicate nella tabella seguente. Tabella C.39 specie comprese nelle liste rosse, convenzioni internazionali o negli elenchi di flora protetta Lista Flora rossa Lista rossa protetta regionale nazionale LR 10/08 CITES DIR 43/92 Genere Specie Campanula elatinoides Rhamnus saxatilis Adiantum capillus-veneris Cyclamen purpurascens Ruscus aculeatus Dianthus seguieri Dianthus carthusianorum LR LR LR LR a b 2 5 b b C.6.6 NATURALITÀ E SENSIBILITÀ DELLE FORMAZIONI Il progetto della Variante alla Tremezzina è inserito in un ambito vegetazionale prevalentemente di tipo naturale, con boschi che coprono buona parte dei versanti, da cui sono stati ricavati i prati sfalciati e i coltivi presenti intorno ai centri abitati perilacuali. In questo contesto il tracciato, nella parte esterna, rappresenta un punto di discontinuità vegetazionale oltre che paesaggistica. Essendo l’intervento di asportazione del materiale distruttivo rispetto alla vegetazione, l’individuazione degli impatti in questa situazione prevede una valutazione delle tipologie vegetazionali coinvolte nelle varie fasi dei lavori e l’identificazione di eventuali punti critici. Per quanto riguarda gli aspetti vegetazionali, le situazioni a maggiore valore sono rappresentate da Vegetazioni di forra, Ghiaioni e Pareti rocciose, che rappresentano ambienti ad elevata naturalità ed elevata sensibilità. Le formazioni forestali a carpino e orniello (orno-ostrieti) rappresentano formazioni forestali generalmente ben conservate, ma con una buona possibilità di resilienza rispetto ai disturbi, per cui sono classificabili come ambienti a media sensibilità. Infine per quanto riguarda le vegetazioni più direttamente influenzate dall’uomo, si può considerare che abbiano valori di naturalità e sensibilità medi nel caso di castagneto, oliveto e prato e pascolo, o basso nei casi in cui rappresentavano vegetazioni degradate o comunque fortemente alterate. Quindi sono da considerare di bassa naturalità e sensibilità formazioni quali i robinieti e le vegetazioni in fase di colonizzazione da parte dell’ailanto, spesso poste in vicinanza dei centri abitati. Altro tipo vegetazionale di bassa qualità è rappresentato dai rimboschimenti, che sono da ritenere estranei al contesto vegetazionale locale. Pagina 110 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.6.7 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SENSIBILI Per la vegetazione le aree sensibili sono costituite sostanzialmente dalle vegetazioni interessate da opere di sbancamento per la realizzazione del sedime stradale, per gli accessi ai cantieri e le zone di cantierizzazione. I principali ambienti interessati dalle opere sono i seguenti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Vegetazione di forra Boschi radi a carpino nero ed orniello (Orno-Ostryon) Oliveti Prati e prato-pascoli (habitat “6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine”) Aree detritiche con copertura vegetale discontinua (habitat “8130 Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili”). Vegetazioni delle rupi calcaree Formazioni a robinia Boschi misti con presenza di castagno Verde urbano e suburbano Tra questi, i primi sei sono gli ambienti maggiormente sensibili, anche per la loro naturalità, che potranno subire quindi gli impatti più consistenti. In via preliminare è stata elaborata una tabella degli indici di naturalità e sensibilità delli principali formazioni vegetali individuate. I valori vanno da 1 a 3, con il valore minore che indica situazioni a bassa naturalità e sensibilità, mentre il valore maggiore indica situazioni di pregio, facilmente alterabili e difficilmente ripristinabili, che quindi sono state considerate di elevata naturalità e sensibilità. Tabella C.40 - Indici di naturalità e sensibilità dei principali habitat individuati. In rosso gli ambienti di maggior pregio (maggiore indice di naturalità e sensibilità). Tipo vegetazione Codice Habitat Boschi misti con presenza di 9260 castagno Formazioni a robinia Aree detritiche con copertura 8130 vegetale discontinua Oliveti Boschi radi a carpino nero ed orniello Vegetazione delle rupi 8210 calcaree Prati e prato-pascoli 6510 Verde urbano e suburbano Vegetazione di forra Indice naturalità 2 Indice sensibilità 2 1 3 1 3 2 3 2 2 3 3 2 1 3 2 1 3 Pagina 111 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.6.8 FONTI BIBLIOGRAFICHE UTILIZZATE Braun-Blanquet J., 1948-1950. Uebersicht der Pflanzengesellschaften Raetiens. Vegetatio, vol. 1-2 Biondi E., Blasi C., et al. 2009. Manuale Italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE Comolli R., Tosi L., 1997. Carta ecogeografica della lombardia a fini selvicolturali. ARF. Milano Consonni G., 1997. La flora Insubrica. C. M. Lario Orientale - Tip. Ed. C. Nani. Lipomo Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1992. Lista Rossa delle Piante d'Italia. S.B.I. e WWF Italia. Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997. Liste Rosse Regionali delle Piante d'Italia. Dipartimento di Botanica ed Ecologia, Università di Camerino, Camerino. 139 pp. European Commission, 2007. Interpretation manual of European Union habitats. EUR 27. European Commission DG Environment Ministero Ambiente, 2013. Repertorio della flora italiana protetta. http://www.minambiente.it/pagina/repertorio-della-flora-italiana-protetta Oberdorfer, E., 1978. Sueddeutsche Pflanzengesellschaften. Ed G. Fischer, Jena Pignatti S., Menegoni P., Giacanelli V., 2001. Liste rosse e blu della flora italiana. ANPA. Roma Pignatti S., 1982. Flora d´Italia - Voll. 1-3, Edagricole, Bologna. Sartori F., 1998. Bioindicatori ambientali. Fondazione Lombardia per l´Ambiente. Milano Sartori F., Pirola A,. Bracco F., 2005. Gli habitat della Regione Lombardia: stato di conservazione e loro mappatura sul territorio. Regione Lombardia, Milano. Pagina 112 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.7. STATO DELLA FAUNA C.7.1 FAUNA A PRIORITÀ DI CONSERVAZIONE In termini di priorità di conservazione, per un'analisi mirata del quadro faunistico dell'area interessata dal progetto, è opportuno considerare innanzitutto la normativa comunitaria, ed in particolare la direttiva sulla conservazione degli uccelli selvatici (Dir CEE 2009/147) e quella sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Dir CEE 92/43, denominata Direttiva “Habitat”). La Direttiva Uccelli concerne la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato; si prefigge la protezione, la gestione e la regolazione di tali specie e ne disciplina lo sfruttamento. Per le specie elencate nell'allegato I della Direttiva sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l'habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzione. A tal fine si tiene conto delle specie minacciate di sparizione, delle specie che possono essere danneggiate da talune modifiche del loro habitat, delle specie considerate rare in quanto la loro popolazione è scarsa o la loro ripartizione locale è limitata, e di altre specie che richiedono una particolare attenzione per la specificità del loro habitat. Gli Stati membri adottano misure idonee a prevenire, nelle zone di protezione, l'inquinamento o il deterioramento degli habitat, nonché le perturbazioni dannose agli uccelli che abbiano conseguenze significative; cercheranno inoltre di prevenire l'inquinamento o il deterioramento degli habitat al di fuori di tali zone di protezione. Gli Stati membri adottano le misure necessarie per instaurare un regime generale di protezione di tutte le specie di uccelli selvatici, che comprenda in particolare il divieto: a) di ucciderli o di catturarli deliberatamente con qualsiasi metodo; b) di distruggere o di danneggiare deliberatamente i nidi e le uova e di asportare i nidi; c) di raccogliere le uova nell'ambiente naturale e di detenerle anche vuote; d) di disturbarli deliberatamente in particolare durante il periodo di riproduzione e di dipendenza quando ciò abbia conseguenze significative in considerazione degli obiettivi della presente direttiva; e) di detenere le specie di cui sono vietate la caccia e la cattura. Gli Stati membri possono ammettere nel loro territorio, per le specie elencate nell'allegato III/2, la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione per la vendita nonché l'offerta in vendita degli uccelli vivi e degli uccelli morti, nonché di qualsiasi parte o prodotto ottenuto dall'uccello, facilmente riconoscibili, e prevedere limitazioni al riguardo, purché gli uccelli siano stati in modo lecito uccisi o catturati o altrimenti legittimamente acquistati. Per le specie di cui all'allegato III/3, la Commissione compie Pagina 113 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE degli studi sul loro status biologico e sulle ripercussioni della commercializzazione su tale status. In funzione del loro livello di popolazione, della distribuzione geografica e del tasso di riproduzione in tutta la Comunità le specie elencate nell'allegato II possono essere oggetto di atti di caccia nel quadro della legislazione nazionale; gli Stati membri faranno in modo che la caccia di queste specie non pregiudichi le azioni di conservazione intraprese nella loro area di distribuzione. Le specie dell'allegato II/1 possono essere cacciate nella zona geografica marittima e terrestre in cui si applica la presente direttiva; le specie dell'allegato II/2 possono invece essere cacciate soltanto negli Stati membri per i quali esse sono menzionate. La Direttiva Habitat, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, ha quale scopo la salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo; le misure adottate a norma della direttiva sono intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario, intese quali specie che: sono in pericolo, tranne quelle la cui area di ripartizione naturale si estende in modo marginale su tale territorio e che non sono in pericolo né vulnerabili nell'area del paleartico occidentale sono vulnerabili, vale a dire che il loro passaggio nella categoria delle specie in pericolo è ritenuto probabile in un prossimo futuro, qualora persistano i fattori alla base di tale rischio sono rare, vale a dire che le popolazioni sono di piccole dimensioni e che, pur non essendo attualmente in pericolo né vulnerabili, rischiano di diventarlo. Tali specie sono localizzate in aree geografiche ristrette o sparpagliate su una superficie più ampia sono endemiche e richiedono particolare attenzione, data la specificità del loro habitat e/o le incidenze potenziali del loro sfruttamento sul loro stato di conservazione. Gli Stati membri adottano i provvedimenti necessari atti ad istituire un regime di rigorosa tutela delle specie animali di cui all'allegato IV nella loro area di ripartizione naturale, con il divieto di qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata di esemplari di tali specie nell'ambiente naturale, perturbare deliberatamente tali specie, segnatamente durante il periodo di riproduzione, di allevamento, di ibernazione e di migrazione, distruggere o raccogliere deliberatamente le uova nell'ambiente naturale, deterioramento o distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo. Per dette specie gli Stati membri vietano il possesso, il trasporto, la commercializzazione ovvero lo scambio e l'offerta a scopi commerciali o di scambio di esemplari presi dall'ambiente naturale, salvo quelli legalmente raccolti prima della messa in applicazione della direttiva. Gli Stati membri instaurano un sistema di sorveglianza continua delle catture o uccisioni accidentali delle specie faunistiche elencate nell'allegato IV; in base alle informazioni raccolte, gli Pagina 114 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Stati membri intraprendono le ulteriori ricerche o misure di conservazione necessarie per assicurare che le catture o uccisioni accidentali non abbiano un impatto negativo significativo sulle specie in questione. Gli Stati membri, qualora lo ritengano necessario, adottano misure affinché il prelievo nell'ambiente naturale di esemplari delle specie della fauna e della flora selvatiche di cui all'allegato V, nonché il loro sfruttamento, siano compatibili con il loro mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente. In sintesi, relativamente alla Direttiva Habitat: l'Allegato II riporta l'elenco delle “Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione”; l'Allegato IV riporta l'elenco delle “Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”; l'Allegato V riporta l'elenco delle “Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione”. Anche le categorie stabilite dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature) nella “Red List of Threatened Species”, basata su un approccio scientifico largamente riconosciuto come il più globale ed oggettivo per valutare lo stato di conservazione delle specie, forniscono un utilissimo indice sintetico dello“Stato di minaccia” di ogni singola specie e meritano di essere prese in considerazione. Secondo i criteri IUCN, le diverse specie animali e vegetali possono essere attribuite ad una delle seguenti categorie: Rischio minimo (LC) specie con ampio areale e popolazione numerosa, che non soddisfano i criteri per l'inclusione in nessuna delle categorie a rischio; Prossimo alla minaccia (NT) specie prossime ad essere considerate a rischio o che potrebbero diventarlo nel futuro prossimo; Vulnerabile (VU) specie considerate a rischio di estinzione in natura; In pericolo (EN) specie considerate ad alto rischio di estinzione in natura; Critico (CR) specie considerate a rischio estremamente alto di estinzione in natura; Estinto in natura (EW) specie che sopravvivono solo in coltivazione o in cattività, o con popolazioni naturalizzate in località lontane dal luogo di origine; Estinto (EX) ci sono ragionevoli motivi per ritenere che l'ultimo individuo della specie si sia estinto; Dati insufficienti (DD) specie per le quali le informazioni disponibili sono insufficienti per dare una diretta o indiretta valutazione del rischio di estinzione; Pagina 115 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Non valutato (NE) specie non ancora valutate dalla IUCN. Sulla base di questi criteri diversi Stati hanno stilato Liste Rosse Nazionali: in Italia sono presenti, ad esempio, la Lista Rossa dei Vertebrati Italiani (Rondinini et al., 2013) e il Libro Rosso degli Invertebrati d’Italia (Cerfolli et al., 2002). Merita inoltre di essere considerata anche l'importante iniziativa intrapresa da Regione Lombardia, con la DGR 20 Aprile 2001 - N 7/4345, Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia. Tale programma è composto da una serie di elenchi, riferiti al territorio lombardo, contenenti le indicazioni relative allo stato di conservazione delle singole specie animali, alle priorità, alle strategie di conservazione ed alle specifiche tipologie degli interventi da intraprendere per ciascuna specie. In particolare l'elenco II, Specie Prioritarie di Fauna Vertebrata, è utile in questa sede in quanto fornisce un indice sintetico della priorità di conservazione delle singole specie (Priorità Complessiva), che tiene conto dell'interazione tra il livello di priorità generale e quello di priorità regionale. La scala dei valori che esprimono la Priorità Complessiva (P) varia tra 1 e 14 e le specie prioritarie di vertebrati presentano valori superiori o uguali a 8. C.7.2 CARATTERIZZAZIONE DELLA FAUNA LOCALE La caratterizzazione della fauna locale è stata effettuata a partire da un'analisi dei dati faunistici a disposizione per l’area di interessata dal progetto della Variante alla Tremezzina (database del Settore Territorio della Provincia di Como) e da sopralluoghi mirati ad approfondire alcune componenti che possono presentare maggiore sensibilità. Si riporta di seguito l’analisi delle specie presenti per ciascuna componente, unitamente ad una valutazione sulla sensibilità di ciascuna relativamente agli interventi previsti dal progetto. C.7.2.1. INVERTEBRATI Le informazioni distributive relative agli invertebrati per il territorio di interesse sono piuttosto scarse: per la parte relativa agli invertebrati acquatici (macrobenthos e zooplancton) si rimanda al capitolo sullo stato delle acque superficiali, mentre per gli invertebrati terrestri sono disponibili informazioni, perlopiù storiche, sulla presenza di Lepidotteri in comune di Griante (AA.VV, 2008), riportate nella seguente tabella (Tabella C.41). Pagina 116 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.41 – Specie di insetti segnalate in comune di Griante Nome scientifico Normativa europea Dir CEE 92/43 IUCN Europeo Pyrgus armoricanus LC Pieris mannii LC Phengaris arion All. IV EN Polyommatus dorylas NT Polyommatus icarus LC Melitaea didyma LC Melitaea phoebe LC Hipparchia fagi NT Coenonympha oedippus All. II EN La maggior parte delle specie rilevate sono comuni e non presentano particolari problemi di conservazione, mentre 3 (Phengaris arion, Polyommatus dorylas e Coenoympha oedippus) sono rare sul territorio. Phengaris arion è legata a praterie montane con zone arbustive o radure boschive e la sua pianta alimentare è il timo (Thymus sp.). Polyommatus dorylas vive, alle quote più basse, in prati con cespugli e in conche riparate su pendii erbosi ad alta quota. La pianta alimentare è la vulneraria (Anthyllis vulneraria). Coenonympha oedippus è associata a prati umidi e zone limitrofe ed è invariabilmente associata a laghi o fiumi; come pianta alimentare sceglie Poa pratensis, Poa palustris o P. annua. Le problematiche associate alla realizzazione del tracciato della Tremezzina riguardano la sottrazione di habitat idoneo, ma in comune di Griante il tracciato prevede un lungo tratto in galleria e un breve tratto a cielo aperto, che però non interseca aree prative. Essendo le specie più a rischio estremamente localizzate non ci sono informazioni che possono far supporre impatti nelle aree prative tagliate dal tracciato localizzate al di fuori del comune di Griante. C.7.2.2. PESCI La fauna ittica è una componente faunistica particolarmente sensibile a interventi antropici o lavorazioni in prossimità di corsi d’acqua in quanto, in caso di impatto (sversamenti, interferenza con le portate) i pesci non hanno possibilità di allontanarsi, subendone completamente l’effetto. Inoltre ulteriori potenziali effetti negativi avvengono nel caso sia interessata la fase riproduttiva al momento degli impatti. Per quanto riguarda la fauna ittica lacustre l’effetto di eventuali interferenze con il corpo idrico è mitigata dalla vastità dell’ambiente e dalle possibilità della fauna ittica di spostarsi all’interno del bacino. Le eventuali fasi riproduttive localizzate in prossimità di una potenziale area impattata verrebbero invece direttamente interessate anche in ambiente lacustre. Pagina 117 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Fauna ittica dei corsi d’acqua L’unico corso d’acqua significativo per la fauna ittica è il Torrente Perlana, appositamente indagato anche per questa componente in occasione della campagna di caratterizzazione della qualità delle acque di questo torrente, effettuata in marzo 2014. Metodo di rilevo della fauna ittica La raccolta dei dati di campo sulla fauna ittica è stata svolta mediante pesca elettrica. Si tratta del metodo di cattura più efficace nei corsi d’acqua di piccole e medie dimensioni, oltre ad essere innocuo per i pesci, che possono così essere rimessi in libertà, una volta effettuate le analisi necessarie. Questo sistema di pesca si basa sull’effetto che un campo elettrico produce sul pesce: mediante un elettrostorditore alimentato da un motore a scoppio viene generato un campo elettrico tra due elettrodi, lancia (anodo) e massa (catodo), tra i quali si stabilisce una corrente elettrica nell’acqua. Nell’ambito della presente campagna di indagine, è stato utilizzato un elettrostorditore spallabile con motore a scoppio. Il campionamento è stato eseguito in un tratto accessibile a monte del Santuario di Madonna del Soccorso, a valle del tratto in forra, impercorribile, dove sarà realizzato il viadotto. Il tratto indagato è di lunghezza di circa 80 m. Figura C.39 - Tratto campionato Pagina 118 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Per la classificazione dello stato ecologico sulla base dei pesci è stato poi consioderato l’indice ISECI. Individuato nel DM 260/2010, è un metodo di indagine in corso di affinamento che è già stato oggetto di alcune modifiche rispetto alla sua versione originale, ed oggi si pone come possibile strumento per il monitoraggio dei fiumi italiani in grado di soddisfare quanto richiesto dalla Direttiva Quadro sulle Acque per l’Elemento di Qualità Biologica (EQB) fauna ittica. Esso valuta composizione e abbondanza della fauna ittica e individua come condizione di riferimento, corrispondente allo stato ecologico elevato, una “comunità ittica attesa”. Tale comunità ittica deve essere costituita dalla contemporanea presenza di tutte le popolazioni attese, che devono essere in buone condizioni ecologiche, quindi ben strutturate in classi di età, capaci di riprodursi naturalmente e con buona o sufficiente consistenza demografica. La comunità attesa si sceglie in base alle 9 combinazioni che derivano dall’attribuzione dell’Ecoregione (Padana, Italico-Peninsulare, Isole) e della Zona ittica (Salmonidi, Ciprinidi a deposizione litofila, Ciprinidi a deposizione fitofila). L’area di progetto rientra nella zona dei salmonidi della regione padana. Si tratta di comunità teoriche, che secondo l’articolo di Zerunian (2009) devono essere integrate con informazioni bibliografiche su fauna ittica e habitat storicamente presenti, facendo riferimento alla condizione idromorfologica teorica per il tratto fluviale e non a quella reale, in caso di scostamento. La bozza del Decreto Ministeriale non prevede, invece, l’adattamento delle liste di specie delle comunità attese, che possono essere riviste solo su suggerimento delle regioni. Il DM precisa che le specie non contemplate dalla comunità attesa non rientrino nel calcolo dell’ISECI. Come approccio generale, mediante l’ISECI la valutazione dello stato di una determinata comunità di pesci di un corso d’acqua viene effettuata sulla base di due criteri principali: 1) la naturalità della comunità, intesa come la ricchezza determinata dalla presenza di specie indigene attese in relazione al quadro zoogeografico ed ecologico; 2) la condizione biologica delle popolazioni indigene, in termini di capacità di autoriprodursi ed avere normali dinamiche ecologico-evolutive. Oltre che di questi criteri principali, l’indice tiene conto anche di altri tre elementi di valutazione aggiuntivi, quali il disturbo dovuto alla presenza di specie aliene, la presenza di specie endemiche e l’eventuale presenza di ibridi. La comunità ittica attesa nella Zona dei Salmonidi della Regione Padana è riportata in Tabella C.42. Pagina 119 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.42 - Comunità ittica di riferimento della Zona dei Salmonidi della Regione Padana Nome scientifico Nome comune Cottus gobio Phoxinus phoxinus Salmo (trutta) marmoratus Salmo (trutta) trutta (ceppo mediterraneo) Thymallus thymallus Scazzone Sanguinerola Trota marmorata Specie indigena di maggiore Indigena Endemica importanza ecologico funzionale SI NO NO SI NO NO SI SI SI Trota fario SI NO SI Temolo SI NO SI La matrice di calcolo dell'ISECI prevede la valutazione di 5 indicatori principali: - f1-Presenza di specie indigene: sono considerate due possibilità, rispetto alla lista di specie attese: - presenza di specie indigene di maggiore importanza ecologica, ovvero Salmonidi, Esocidi e Percidi (rapporto tra n° spp osservate e attese, peso 0,6); - presenza di altre specie indigene (rapporto tra n° spp osservate e attese, peso 0,4); - il valore dell’indicatore è dato dalla somma pesata dei due sottoindicatori. Per questo indicatore conta la presenza/assenza della specie. Peso dell’indicatore: 0,3. - f2-Condizione biologica delle popolazioni indigene: ogni specie indigena viene valutata sulla base di consistenza demografica (abbondanza) e struttura in classi di età. La valutazione si esprime in termini relativi rispetto alle conoscenze teoriche sull’ecologia della specie, con un punteggio che può essere pari a 0 (destrutturata – scarsa abbondanza), 0,5 (struttura intermedia – abbondanza intermedia) o 1 (ben strutturata – abbondanza pari a quella attesa); la struttura in classi di età è ritenuta più importante e ha un peso di 0,6, mentre l’abbondanza ha un peso di 0,4, la somma delle due valutazioni pesate fornisce il punteggio della condizione biologica per la popolazione di una determinata specie. Il punteggio totale è dato dalla somma dei singoli punteggi divisa per il numero di specie presenti. Peso dell’indicatore: 0,3. - f3-Presenza di ibridi: può essere solo SI o NO; SI indica la presenza di ibridi dei generi Salmo, Thymallus, Esox e Rutilus tra specie Pagina 120 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE indigene e specie alloctone. NO è la condizione di riferimento, cioè assenza di ibridazione. Peso dell’indicatore: 0,1. - f4-Presenza di specie aliene: L’indicatore si basa sulla presenza di specie aliene, sul loro grado di pericolosità (valutato in “elevato” – lista 1, “medio” – lista 2, “moderato” – lista 3 delle Tabella II in Zerunian et al., 2009) e sulla percentuale tra specie aliene e specie totali osservate. Si possono ottenere 7 valori, con 5 differenti punteggi tra 0 e 1. La struttura di popolazione è valutata (almeno esplicitamente) solo per le specie della lista 1, per discriminare i primi due valori dell’indicatore. La percentuale di specie aliene superiore o inferiore al 50% delle specie totali si valuta invece in caso di presenza di specie della lista 2 o della lista 3. Peso dell’indicatore: 0,2. - f5-Presenza di specie endemiche: Valuta la presenza di specie endemiche osservate rispetto a quelle attese. Peso dell’indicatore: 0,1. Nell’applicazione dell’ISECI si procede nel modo seguente. Per ciascuna stazione di campionamento si individua in via teorica la comunità ittica attesa, tenendo conto dei seguenti elementi: distribuzione delle specie (in relazione al quadro zoogeografico nazionale di tutti i taxa presenti nelle acque interne italiane); ecologia delle specie; periodo del campionamento (in relazione alla possibile presenza degli stadi adulti di specie migratrici o, in alternativa, dei relativi stadi larvali o giovanili). Il valore dell’ISECI (F) si calcola come somma pesata delle funzioni valore (ovvero dei valori “normalizzati”) degli indicatori precedentemente descritti. Si procede quindi alla conversione dei valori dell’ISECI in classi, da I a V, corrispondenti a giudizi sintetici che vanno da elevato a cattivo (Tabella C.43). Tabella C.43 - Conversione dei valori dell’ISECI in livelli di stato ecologico (Zerunian, 2004) Classe I II III Punteggio ISECI (F) 0,8 < F ≤ 1 0,6 < F ≤ 0,8 0,4 < F ≤ 0,6 Giudizio sintetico Giudizio esteso sullo stato ecologico delle comunità ittiche Elevato Composizione e abbondanza delle specie che corrispondono totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Presenza di tutte le specie indigene comprese quelle “sensibili”. Strutture di età e fenotipi delle popolazioni indigene che presentano solo eventuali segni minimi di alterazioni antropiche ed indicano la capacità di riprodursi e svilupparsi autonomamente. Buono Lievi variazioni della composizione e abbondanza delle specie rispetto alla comunità attesa. Presenza della maggior parte delle specie indigene comprese quelle “sensibili”. Struttura di età e fenotipi delle popolazioni indigene che presentano moderati segni di alterazioni attribuibili a impatti antropici e che, solo in alcuni casi, indicano l’incapacità a riprodursi o a svilupparsi autonomamente. Sufficiente Composizione e abbondanza delle specie che si discostano moderatamente dalla comunità attesa. Presenza della maggior parte delle specie indigene comprese quelle “sensibili”. Struttura di età e fenotipi delle popolazioni indigene che presentano segni rilevanti di alterazioni che provocano l’assenza, o la presenza sostenuta Pagina 121 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Classe Punteggio ISECI (F) Giudizio sintetico Giudizio esteso sullo stato ecologico delle comunità ittiche artificialmente popolazioni. (mediante ripopolamento), di una parte delle IV 0,2 < F ≤ 0,4 Scarso Evidenti variazioni della composizione e abbondanza delle specie rispetto alla comunità attesa. Struttura di età e fenotipi delle popolazioni indigene che presentano consistenti segni di alterazioni. V 0 < F ≤ 0,2 Cattivo Profonde variazioni della composizione e abbondanza delle specie rispetto alla comunità attesa. Struttura di età e fenotipi delle popolazioni indigene che presentano gravi segni di alterazione. Descrizione e stato della fauna ittica Il campionamento ittico è stato condotto mediante la tecnica del passaggio singolo con lo storditore, in tratti omogenei corrispondenti alle stazioni di monitoraggio, lunghi circa 80 m, al fine di condurre un’indagine di tipo qualitativo, con espressione dei risultati in termini di indici di abbondanza. Le informazioni sono state raccolte al fine di ottenere dati su biodiversità, composizione e caratterizzazione della comunità ittica, sull'abbondanza e sulla struttura di popolazione (per specie e per classi di età), al fine di applicare l’indice ISECI, come descritto nel capitolo metodologico. Le caratteristiche dei tratti campionati sono riportati nella tabella seguente. Tabella C.44 - Caratteristiche dei tratti campionati Parametro Lunghezza tratto Larghezza alveo bagnato Tipologia di campionamento Catturabilità (0-5) Velocità media corrente (05) Ombreggiatura (0-5) Torbidità (0-5) Profondità media Granulometria in alveo massi che superano i 40 cm massi compresi tra 20 e 40 cm ciottoli compresi tra 6 e 20 cm ghiaia compresi tra 2 e 6 cm Vegetazione riparia Stazione 1 di valle 80 m 5-10 m 100% sponda sx, 100% sponda dx 4 3 4 0 60-70 cm 30% 10% 40% 20% Boscosa Il numero di soggetti catturati è specificato nella tabella seguente. Tabella C.45 - Numero di soggetti catturati nelle due stazioni di monitoraggio Specie Trota fario Stazione di monitoraggio 16 Pagina 122 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.40 - Esemplari di trota fario catturati in marzo 2014 Presso la stazione di campionamento sul T. Perlana i risultati hanno evidenziato la presenza di una popolazione di trota fario poco numerosa e non adeguatamente strutturata. Sono stati catturati solo 3 esemplari sopra i 20 cm di lunghezza mentre non sono presenti esemplari al di sotto dei 12 cm. La scarsità di avannotti (< 9 cm) fa supporre una non piena efficacia della riproduzione naturale in tali aree. Nelle figure seguenti, sono rappresentate le distribuzioni in classi di lunghezza degli esemplari catturati nelle due stazioni di campionamento, in termini assoluti (Figura C.41) e percentuali (Figura C.42). Figura C.41 - Struttura di popolazione della trota fario in termini di numero di individui nelle due stazioni Pagina 123 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.42 - Struttura di popolazione della trota fario in termini percentuali nelle due stazioni Indice ISECI Il T. Perlana appartiene alla zona ittica della “trota fario” e la comunità ittica attesa è specificata nella tabella seguente. Tabella C.46 - Comunità ittica attesa per la zona ittica della “trota fario” Nome scientifico Nome comune Cottus gobio Phoxinus phoxinus Salmo (trutta) marmoratus Salmo (trutta) trutta (ceppo mediterraneo) Thymallus thymallus Scazzone Sanguinerola Trota marmorata SI SI SI NO NO SI Specie indigena di maggiore importanza ecologico - funzionale NO NO SI Trota fario SI NO SI Temolo SI NO SI Indigena Endemica Nelle tabelle seguenti si riportano i valori degli indicatori utilizzati per il calcolo dell’ISECI nonché il punteggio finale dell’indice stesso. La stazione ricade in IV classe, corrispondente ad un giudizio “scarso” di qualità, ovvero “Evidenti variazioni della composizione e abbondanza delle specie rispetto alla comunità attesa. Struttura di età e fenotipi delle popolazioni indigene che presentano consistenti segni di alterazioni” (Zerunian, 2004). Pagina 124 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Il punteggio ISECI risulta scarso in relazione principalmente al fatto che la comunità ittica è risultata composta esclusivamente da una specie, la trota fario. Inoltre la popolazione è sicuramente ibridata da esemplari di ceppo atlantico Considerate la morfologia e l’idrologia del corso d’acqua, tuttavia, una comunità ittica così composta risulta assolutamente frequente (anche se spesso accompagnata dallo scazzone) in un corso d’acqua alpino, caratterizzato da forti dislivelli, salti naturali, elevata velocità di corrente, clima rigido, portate massime tra maggio e giugno e minime in inverno, a cui la trota fario è in grado di adattarsi perfettamente. La trota fario di ceppo mediterraneo è inoltre sempre più spesso ibridata da esemplari di ceppo atlantico la cui presenza è normalmente dovuta alle immissioni. Non si segnalano problemi riguardo allo stato sanitario degli individui catturati. Tabella C.47 - Valutazione dell’indicatore f1 per la stazione di campionamento sul T. Perlana f1 Presenza di specie indigene f11 Presenza specie indigene (Salmonidi, Esocidi e Percidi) f12 Presenza specie indigene, esclusi Salmonidi, Esocidi e Percidi Riferimento 3 T. Perlana 1 2 0 Tabella C.48 - Valutazione dell’indicatore f2 per la stazione di campionamento sul T. Perlana f2 Condizione biologica specie indigene presenti STAZIONE 1 Sanguinerola Scazzone Temolo Trota fario mediterranea Trota marmorata Presenz a Struttur a Consisten za Punteggio pesato Endemic a Importanz a 0 0 0 1 0 0 0 0 0,5 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0,7 0 NO NO NO NO SI NO NO SI SI SI Tabella C.49 - Valutazione degli indicatori f3, f4 e f5 per la stazione di campionamento sul T. Perlana f3 Presenza di ibridi f4 Presenza di specie aliene f5 Presenza di specie endemiche Valore di riferimento NO Valore di riferimento G Valore di riferimento 1 T. Perlana SI Valore misurato G Valore misurato 0 Tabella C.50 - Calcolo dell’indice ISECI per le due stazioni di monitoraggio Pagina 125 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE MATRICE DI CALCOLO DELL'ISECI Peso f1 Presenza di specie indigene f2 Condizione biologica popolazioni indigene f3 Presenza di ibridi 0,3 T. Perlana Punteggio Punteggio parziale pesato 0,20 0,06 0,3 0,70 0,15 0,1 1 0,00 f4 Presenza di specie aliene 0,2 1 0,15 f5 Presenza di specie endemiche 0,1 0 0,00 PUNTEGGIO TOTALE CLASSE ISECI GIUDIZIO SINTETICO 0,36 IV scarso In conclusione si evidenzia un popolamento monospecifico particolarmente influenzato dalle immissioni effettuate per fini alieutici. La popolazione rinvenuta è comunque sicuramente in grado di automantenersi. La sensibilità di questa specie all’inquinamento rende particolarmente importante la prevenzione di qualunque interazione del cantiere con il corso d’acqua. Fauna ittica lacustre Il Lago di Como mostra una vocazionalità a Salmonidi, ospitando, oltre a numerose specie di Ciprinidi, pregiate specie Salmonicole, come la trota lacustre, la trota fario, il salmerino, il lavarello e la bondella. La comunità ittica pare tendenzialmente stabile, con qualche specie addirittura in aumento. Abbondanti risultano l’agone e i coregoni tra le specie pelagiche, il cavedano, la bottatrice e il pesce persico tra le specie litorali. Nella fascia litorale profonda, il salmerino alpino mostra un leggero incremento nella consistenza e anche la bottatrice presenta un trend positivo. La zona pelagica è largamente dominata dai coregoni (con netta prevalenza della bondella (Coregonus oxyrhynchus) sul lavarello (Coregonus lavaretus)), e dall’agone (Alosa agone). La trota lacustre (Salmo trutta) presenta una buona consistenza, dopo un lungo periodo di contrazione, mentre l’alborella è soggetta a forti oscillazioni; dopo un notevole declino, la sua popolazione appariva in recupero, grazie anche gli interventi di tutela e sostegno messi in atto, ma le informazioni più recenti indicano un nuovo e preoccupante calo, che ha reso necessaria una nuova chiusura della pesca a tale specie. Per quanto riguarda la componente lacustre potenzialmente interessata dal progetto, il popolamento litorale presenta potenzialmente un numero elevato di specie. Le più abbondanti nella fascia poco profonda sono il pesce persico (Perca fluviatilis) e, tra i Ciprinidi, il pigo (Rutilus pigus), il cavedano (Squalius squalus) e la scardola (Scardinius hesperidicus), tutti con una Pagina 126 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE tendenza all’incremento; è inoltre presente anche la cagnetta (Salaria fluviatilis), anch’essa in aumento. Sono presenti anche numerose specie alloctone come il persico sole (Lepomis gibbosus), il persico trota (Micropterus salmoides), il lucioperca (Sander lucioperca), il siluro (Silurus glanis), il carassio (Carassius carassius) e il gardon (Rutilus rutilus), tutte tendenzialmente in crescita o stabili. La cagnetta, la cui presenza non era segnalata negli anni ’90, appare in incremento, rispetto alle indicazioni del 2010. Si segnala inoltre che le fasce spondali sono un’importante ed insostituibile area riproduttiva per le specie pelagiche come l’agone Nella fascia litorale profonda, il salmerino alpino (Salvelinus alpinus) mostra un leggero incremento nella consistenza e anche la bottatrice (Lota lota) presenta un trend positivo. Tra i fattori di alterazione a danno del patrimonio ittico vi è l’ampia artificializzazione delle sponde che limita le porzioni di spiagge disponibili per la deposizione delle uova delle specie a riproduzione litorale. Inoltre, idrologicamente il Lario è regolato dalla presenza dello sbarramento di Olginate, governato dal Consorzio dell’Adda che regola e influenza il livello idrometrico delle acque; per questo motivo si verificano ampie escursioni di livello che interferiscono fortemente sulle specie ittiche a riproduzione litorale. Sul lago è presente una intensa navigazione a motore sia per imbarcazioni di linea che da diporto, che provoca un intenso moto ondoso con interferenza sulla riproduzione delle specie ittiche che depongono le uova sulle rive. Inoltre la predazione da parte degli uccelli ittiofagi rappresenta un ulteriore fattore di mortalità naturale di uova, larve e pesci. I dati di seguito riportati sono tratti dalla caratterizzazione popolamenti ittici nell’ambito del Progetto “Valorizzazione sostenibile dei prodotti ittici tradizionali ed innovativi dei laghi insubrici” (GRAIA srl, 2011). I dati sono integrati con le informazioni desunte dai Piani Regionali per la pesca e Acquacoltura (2009-2011 e aggiornamento 2012-2014). Pagina 127 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Famiglia Specie Acipenseridi Storione cobice Anguillidi Anguilla blennidi Cagnetta Persico sole Centrarchidi Persico trota Alborella Barbo comune Carassio Carpa Cavedano Gardon Gobione Pigo Ciprinidi Pseudorasbora Rodeo amaro Sanguinerola Savetta Scardola Tinca Triotto Vairone Clupeidi Agone Cobitidi Cobite comune Cottidi Scazzone Nome scientifico Acipenser naccarii Anguilla anguilla Salaria fluviatilis Lepomis gibbosus Micropterus salmoides Alburnus alborella Barbus plebejus Carassius carassius Cyprinus carpio Squalius squalus Rutilus rutilus Gobio benacensis Rutilus pigus Pseudorasbora parva Rhodeus sericeus Phoxinus phoxinus Chondrostoma soetta Scardinius hesperidicus Tinca tinca Rutilus aula Telestes muticellus Alosa agone Cobitis bilineata Cottus gobio Origine A A A E E A A E E A E A A E E A A A A A A A A A Normativa europea IUCN Nazionale Dir CEE 92/43 All. II e V All IIe V All. II e V ALL. II All. II All II All. II Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 CR CR DD (LC) 13 3 6 NT VU 5 4 LC 2 EN EN 4 11 LC EN LC LC LC LC LC LC LC 4 10 2 3 5 7 6 10 Presenza / Abbondanza 1993 2008 2010 2012 Sì Sì Occas. Sì Sì Occas. Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì x x x x x x x x xx x xx x x x xx x xx x x xx x x x x x xx xx xx x xx xx xxx xx x xxx x x xxx xx x x xxx x x xx xxx xx xx xx xx xx xx xxx xx n.d xxx x x x xx xxx xx x xx xxx x x Pagina 128 di 406 trend n.d. ↑ ↑ ↑ ↔ ↑ ↑ ↔ ↔ ↑ ↔ n.d. ↑ ↔ ↔ ↔ ↔ ↔ ↔ ↔ ↑ ↔ ↔ ↔ Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina SIA-RELAZIONE GENERALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Famiglia Specie Nome scientifico Esocidi Gadidi Gobidi Ictaluridi Luccio Bottatrice Ghiozzo padano Pesce gatto Lucioperca Pesce persico* Coregone bondella Coregone lavarello Salmerino alpino Salmerino di fonte Temolo Trota fario** Trota iridea Trota lacustre Trota marmorata Siluro Esox cisalpinus Lota lota Padogobius bonelli Ameiurus melas Sander lucioperca Perca fluviatilis Coregonus macrophtalmus Coregonus lavaretus Salvelinus alpinus Salvelinus fontinalis Thymallus thymallus Salmo trutta Oncorhynchus mykiss Salmo trutta vr lacustris Salmo marmoratus Silurus glanis Percidi Salmonidi Siluridi Origine A A A E E A E E E E A A E A A E Normativa europea IUCN Nazionale Dir CEE 92/43 All.II Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 DD DD LC 5 8 5 NA 4 DD 11 LC NA 10 7 CR 13 12 Presenza / Abbondanza 1993 2008 2010 2012 Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Occas. Sì Sì Sì - x xx x x x x xxx x x x x ? x xx xxx x x xx xxx xxx xxx xx x x x xxx x xx xx xxx xxx x xxx xxx xxx xxx xxx x xxx xx trend ↔ ↔ ↑ ↔ ↑ ↔ ↔ ↔ ↑ n.d. n.d. ↔ n.d. ↑ n.d. ↔ Legenda: Origine: A- Autoctona: E- Esotica. IUCN: CR- In pericolo critico, EN – In pericolo, VU – Vulnerabile, NT – quasi minacciata, LC – Minor preoccupazione, DD – Carente di dati, NA – Non Applicabile, NE – Non valutata Normativa Regionale: le specie prioritarie presentano valori maggiori o ugulai a 8 Abbondanza: x – presente, xx – comune, xxx – abbondante, n.d. – non determinabile * il persico reale viene identificato come introdotto nella lista rossa nazionale. In realtà si tratta di una specie forse introdotta durante il medioevo dal bacino danubiano (Bianco, 1987). ** il ceppo degli esemplari di trota fario rinvenuti è sicuramente influenzato dalle immissioni. Si tratta quindi di esemplari ibridi con forte presenza di morfotipo atlantico. Pagina 129 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.7.2.3. RETTILI E ANFIBI Sulla base delle ricerche bibliografiche effettuate, il quadro delle informazioni disponibili sulla presenza di erpetofauna all’interno dell’area di interesse è piuttosto lacunoso, pertanto attualmente risultano essere presenti solo 2 specie di anfibi e 3 di rettili (Tabella C.51). Nella stessa tabella si riportano inoltre alcune specie di presenza potenziale in base agli habitat rilevati, evidenziate in grigio. Tabella C.51 – Checklist delle specie di Rettili e Anfibi presenti e potenziali (in grigio) nell’area di interesse. Specie Nome scientifico Normativa europea IUCN Nazionale Dir CEE 92/43 Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 Salamandra pezzata Salamandra salamandra - LC 8 Rospo comune Bufo bufo - VU 8 Lucertola muraiola Podarcis muralis All. IV LC 4 Biacco Hierophis viridiflavus All. IV LC 8 Natrice dal collare Natrix natrix - LC 8 Orbettino Anguis fragilis - -- 8 Ramarro Lacerta viridis Hab IV LC 8 Colubro liscio Coronella austriaca Hab IV -- 9 Saettone Elaphe longissima Hab IV -- 10 Vipera comune Vipera aspis - LC 9 In marzo 2014 sono stati effettuati opportuni sopralluoghi al fine di individuare aree umide idonee allo stazionamento e alla riproduzione della fauna anfibia popolante il versante. Il metodo di rilevamento utilizzato è stato quello di ricerca attiva di habitat idonei e osservazione diretta. La presenza di microhabitat umidi, di anfibi e di zone di riproduzione è stata monitorata mediante esplorazione dell’area di interesse. Successivamente le osservazioni sono state cartografate, mediante rilievo GPS o riferimenti certi delle posizioni dei microhabitat umidi o degli avvistamenti, in modo da ottenere una rappresentazione più facilmente fruibile delle are più interessanti. Le condizioni più idonee sono state rinvenute negli impluvi dei torrenti temporanei, come ad esempio il T. Azzano e Premonte, in cui sono stati rinvenuti popolamenti di salamandra pezzata (Salamandra salamandra). In prossimità del T. Azzano sono stati rinvenuti alcune vasche dismesse, alimentate dall’impluvio, in cui sono strati rinvenuti esemplari di salamandra pezzata allo stadio larvale. Pagina 130 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Queste raccolte d’acqua, seppur artificiali, sono molto importanti per le popolazioni di anfibi, in quanto costituiscono perfette nursery. Figura C.43 – Aree umide in cui è stata rilevata la presenza di anfibi. Pagina 131 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.44 - vasche dismesse, alimentate dalle acque dell'impluvio, in cui sono state rinvenuti alcuni esemplari di Salamandra pezzata Anche i torrenti Perlana e Bolvedro sono potenzialmente idonei ad ospitare comunità anfibie. In questi però l’elevata turbolenza delle acque e la presenza di fauna ittica nel T. Perlana limitano le presenze agli ambienti marginali. In occasione dei sopralluoghi effettuati in marzo non sono stati rinvenuti esemplari o siti di riproduzione. Per quanto riguarda la sensibilità delle specie di anfibi segnalate per l’area di progetto è opportuno distinguere gli ambienti riproduttivi da quelli di rifugio e di foraggiamento. In particolare, la salamandra pezzata, che sembra essere l’unico anfibio a riprodursi nei torrenti intercettati dall’opera, può essere sensibile all’alterazione del flusso idrico e all’apporto di sostanze inquinanti nei torrenti determinati dalle attività di cantiere, che potrebbero compromettere il buon esito della riproduzione. Durante i sopralluoghi effettuati sono state inoltre rinvenute, proprio nell’area del futuro tracciato, delle vasche di abbeverata che potrebbero rappresentare un ulteriore ambiente di riproduzione per la salamandra (Figura C.45). Ovviamente la distruzione di queste strutture rappresenterebbe una sottrazione di habitat idoneo nella fase vitale più vulnerabile. Pagina 132 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.45 – Vasche di abbeverata potenzialmente idonee per la salamandra rinvenute lungo il futuro tracciato a cielo aperto nei pressi di Spurano. Per quanto riguarda invece il rospo comune, nell’area interessata dal progetto non esistono raccolte d’acqua idonee alla riproduzione della specie (acque ferme, dimensioni medio-grandi e presenza di abbondante vegetazione acquatica). Nell’area sono invece presenti ambienti idonei come aree di rifugio e foraggiamento, rappresentati dai boschi di latifoglie. Tali ambienti, oltre che per il rospo comune, sono idonei per lo stesso scopo anche per la salamandra. Per entrambe le specie, che si spostano in particolar modo durante la primavera per raggiungere i siti riproduttivi, un ulteriore fattore di minaccia è rappresentato dagli investimenti stradali causati dapprima dai mezzi di cantiere e, in fase di esercizio, dai mezzi che transiteranno lungo la futura variante stradale. Il rospo comune è sicuramente la specie più sensibile a questo tipo di minaccia, poiché compie delle vere e proprie migrazioni di massa. In fase ante operam sarà necessario monitorare la presenza delle specie anche al fine di individuarne puntualmente le rotte di spostamento. Passando invece alle specie di rettili segnalati, sicuramente la specie meno sensibile alle alterazioni derivanti dalle attività di cantiere è la comunissima lucertola muraiola, specie ormai strettamente adattata alla convivenza con l’uomo in situazioni fortemente antropizzate e di degrado. Pagina 133 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Maggiormente sensibili sono invece le altre due specie di ofidi, il biacco e la natrice dal collare. Il biacco, pur essendo anch’esso abbastanza diffuso in ambienti antropizzati, come tutti i serpenti è particolarmente sensibile alla presenza di infrastrutture viarie. Le attività di cantiere, con l’andirivieni di mezzi motorizzati, potrebbero causare l’uccisione diretta per investimento. Anche in questo caso, come per gli anfibi, la costruzione di appositi tunnel per la microfauna potrebbe diminuire tale impatto negativo. La natrice dal collare, invece, è una specie maggiormente legata all’ambiente acquatico, pertanto anch’essa può essere considerata sensibile alle alterazioni menzionate per la salamandra e secondariamente al problema degli investimenti. Un altro ambiente particolarmente idoneo per tutti i rettili presenti nell’area che è stato rilevato durante i sopralluoghi di campo, è rappresentato dai muretti a secco situati lungo il futuro tratto a cielo aperto nei pressi di Spurano (Figura C.46), che possono fungere sia da rifugio, che da area di foraggiamento o di deposizione delle uova. Figura C.46 – Muretti a secco lungo il futuro tracciato a cielo aperto nei pressi di Spurano. La distruzione di questa tipologia ambientale potrebbe costituire il maggiore impatto negativo diretto sulle specie, sia per la possibile uccisione di individui, sia per la sottrazione di habitat idoneo. Infine, per quanto riguarda sia anfibi che rettili, eventuali altre situazioni di criticità legate all’esecuzione delle opere previste potranno essere segnalate Pagina 134 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE durante i monitoraggi ante operam, soprattutto qualora venissero rilevate ulteriori specie che attualmente non risultano presenti nell’area. C.7.2.4. UCCELLI La caratterizzazione della componente avifaunistica locale è stata effettuata in primo luogo a partire da un'analisi dei dati a disposizione per l’area interessata dal progetto della Variante alla Tremezzina. In prima istanza è stata valutata la presenza nell'area interessata dal tracciato delle 92 specie guida utilizzate nel Modello di Valutazione Ambientale del PTCP (Provincia di Como, 2006); le specie la cui presenza nell'area di interesse è stata accertata tramite le segnalazioni reperite all'interno del database messo a disposizione dal Settore Territorio della Provincia di Como sono riportate di seguito e segnalate da un asterisco (*). Tali segnalazioni si riferiscono alla presenza delle specie nei quadrati di due km di lato della griglia di riferimento utilizzata dal Modello di Valutazione Ambientale del PTCP intersecati dal tracciato. All’inizio di luglio 2014, al fine di raccogliere dati puntuali di presenza di specie di avifauna in corrispondenza delle aree in cui il tracciato prevede il passaggio in superficie dell’opera, sono stati realizzati sopralluoghi e indagini mirate. In particolare sono stati realizzati rilievi diurni dell’avifauna nidificante e un rilievo notturno specificatamente per succiacapre e rapaci notturni. Metodo di rilevo dell’avifauna I rilievi diurni sono stati realizzati combinando le metodologie dei point counts (censimenti puntiformi per punti d’ascolto) e line transects (transetti campione su percorso lineare). La metodologia consiste nell’effettuare il rilievo delle specie presenti mediante avvistamento diretto degli individui e rilevamento acustico delle vocalizzazioni, condotti lungo transetti campione e in corrispondenza di punti d’ascolto (Bibby et al., 1992). La localizzazione del percorso lineare e dei punti d’ascolto è stata individuata sulla base di un sopralluogo preliminare, in modo tale da coprire tutte le diverse porzioni dell’area di indagine aventi differenti caratteristiche fisionomico strutturali (fisionomia vegetale, copertura e stratificazione della vegetazione), che presumibilmente si traducono in una diversa composizione potenziale dell’ornitocenosi. Le due metodologie di studio sopra citate (censimenti puntiformi e transetti lineari) sono state utilizzate contemporaneamente nel corso del rilevamento, alternando in successione l’osservazione diretta degli animali (percorrendo il transetto) all’ascolto dei canti (durante i punti d’ascolto), con l’obiettivo primario di individuare la composizione specifica complessiva dell’avifauna presente, senza effettuare stime quantitative sul numero di coppie presenti per specie di avifauna. La metodologia descritta risulta particolarmente adatta nel periodo riproduttivo (nidificazione), in cui le specie di avifauna sono strettamente legate ai territori di riproduzione e Pagina 135 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE l’attività di canto è più accentuata, permettendo, di conseguenza, una maggiore contattabilità degli individui presenti. I transetti sono stati realizzati durante le prime ore del mattino (dall’alba alle 10:00 circa), evitando le ore più calde della giornata, in cui le attività canora e di movimento dell’avifauna risultano particolarmente ridotte. Durante il sopralluogo preliminare e i rilievi mediante transetto è stata posta particolare attenzione all’individuazione di eventuali segni di presenza di alcune specie di avifauna (in particolare picchi e rapaci), che possono lasciare sul territorio utilizzato segni chiari della loro presenza. Il rilievo finalizzato all’individuazione di succiacapre e rapaci notturni è stato realizzato nelle ore crepuscolari e notturne, mediante l’impiego della tecnica del richiamo acustico o playback, in corrispondenza delle aree considerate idonee alla presenza di tali specie. Questo tipo di rilievo consiste nello stimolare una risposta territoriale delle specie oggetto del rilievo, mediante la riproduzione del canto registrato. Descrizione e stato dell’avifauna Le specie rilevate direttamente nel corso dei rilievi realizzati sono indicate nella seguente tabella con un doppio asterisco (**). L'analisi critica delle fonti bibliografiche disponibili e una valutazione delle potenzialità dell’area per le specie di avifauna non segnalate ha inoltre permesso di indicare come eventualmente possibile la presenza, nell'area di interesse, delle specie riportate di seguito, ma prive di asterisco. Tabella C.52 – Specie di Uccelli rilevate (evidenziate in grigio) e specie ritenute potenialmente presenti nell’area di interesse di cui si necessita una verifica di presenza in fase ante-operam. Specie Nome scientifico Normativa europea Dir CEE 2009/147 IUCN Nazionale Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 Falco pecchiaiolo Pernis apivorus All. I LC 11 Nibbio bruno** Milvus migrans All. I NT 10 Biancone Circaetus gallicus All. I VU 12 Sparviero Accipiter nisus - LC 9 Poiana** Buteo buteo - LC 8 Gheppio** Falco tinnunculus - LC 5 Falco pellegrino* Falco peregrinus All. I LC 13 Beccaccia Scolopax rusticola All. II/1 e III/2 DD 9 Gabbiano reale* Larus michahellis - LC 9 Tortora Streptopelia turtur All. II/2 LC 4 Cuculo** Cuculus canorus - LC 4 Pagina 136 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Specie Nome scientifico Normativa europea Dir CEE 2009/147 IUCN Nazionale Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 Barbagianni Tyto alba - LC 6 Civetta Athene noctua - LC 5 Allocco** Strix aluco - LC 9 Gufo comune Asio otus - LC 8 Succiacapre Caprimulgus europaeus All. I LC 8 Rondone alpino* Apus melba - LC 9 Rondine montana Ptyonoprogne rupestris - LC 9 Upupa Upupa epops - LC 6 Torcicollo Jynx torquilla - EN 6 Picchio verde** Picus viridis - LC 9 Picchio rosso maggiore** Dendrocopos major - LC 8 Balestruccio** Delichon urbicum - NT 1 Ballerina gialla Motacilla cinerea - LC 4 Merlo acquaiolo Cinclus cinclus - LC 11 Scricciolo* Troglodytes troglodytes - LC 2 Pettirosso* Erithacus rubecula - LC 4 Codirosso comune** Phoenicurus phoenicurus - LC 8 Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochrurus - LC 4 Merlo** Turdus merula All. II/2 LC 2 Cesena Turdus pilaris All. II/2 LC 7 Luì verde Phylloscopus sibilatrix - LC 8 Capinera** Sylvia atricapilla - LC 2 Beccafico Sylvia borin - LC 7 Sterpazzola Sylvia communis - LC 5 Luì bianco Phylloscopus bonelli - LC 8 Luì piccolo** Phylloscopus collybita - LC 3 Pigliamosche Muscicapa striata - LC 4 Codibugnolo** Aegithalos caudatus - LC 2 Cinciarella** Cyanistes caeruleus - LC 6 Cinciallegra** Parus major - LC 1 Cincia bigia** Parus palustris - LC 8 Picchio muratore** Sitta europaea - LC 8 Picchio muraiolo* Tichodroma muraria - LC 12 Rampichino comune** Certhia brachydactyla - LC 9 Pagina 137 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Specie Nome scientifico Averla piccola Lanius collurio Ghiandaia** Normativa europea Dir CEE 2009/147 IUCN Nazionale Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 All. I VU 8 Garrulus glandarius All. II/2 LC 7 Gazza** Pica pica All. II/2 LC 3 Cornacchia grigia** Corvus cornix All. II/2 LC 1 Corvo imperiale Corvus corax - LC 4 Zigolo muciatto Emberiza cia - LC 8 Fringuello** Fringilla coelebs - LC 2 Verzellino** Serinus serinus - LC 4 Cardellino Carduelis carduelis - NT 1 Zigolo muciatto* Emberiza cia - LC 8 Oltre alle specie elencate, secondo quanto riportato dalla RER (Rete Ecologica Regionale) per il Settore 48 “Lario sud-occidentale e Val d'Intelvi”, riguardo gli aspetti faunistici, nell'area risulterebbe inoltre potenzialmente presente il gufo reale (Bubo bubo), specie inserita in All. I Dir. Uccelli. Tuttavia, i rilievi realizzati finalizzati all’individuazione della specie non hanno fornito risultati positivi. I monitoraggi che saranno pianificati e realizzati in fase ante operam permetteranno di fornire un quadro di maggior dettaglio delle presenze faunistiche e di verificare la presenza delle specie attualmente considerare potenzialmente presenti (specie non contrassegnate da asterisco). In riferimento ai dati di presenza certa di avifauna (primari e secondari, esclusi i dati di sola potenzialità) raccolti nell’area di interesse, non vengono al momento messe in evidenza situazioni puntuali di particolare criticità. L’opera tuttavia interferisce con ambienti naturali e seminaturali, già individuati come sensibili dal punto di vista vegetazionale e floristico, di particolare valenza anche come potenziali habitat di specie. Gli ambienti di maggiore interesse da questo punto di vista sono risultati: - ghiaioni termofili: si tratta di aree aperte localizzate a monte di Spurano, in cui si alternano al macereto formazioni vegetali che vanno dalle specie erbacee ai cespuglieti. Si tratta di aree di transizione localizzate tra le sovrastanti pareti calcaree e i boschi presenti più a valle. Tali aree di margine possono essere colonizzate da numerose specie di avifauna, in particolare quelle legate agli ambienti maggiormente termofili (tra le specie considerate potenzialmente presenti: beccafico, sterpazzola, averla piccola, zigolo muciatto, zigolo giallo), oltre che rappresentare aree trofiche per succiacapre e rapaci diurni e notturni. Pagina 138 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.31 – Area a ghiaioni. Si notano le pareti che sovrastano l’area a monte. Il tracciato interseca marginalmente, nella porzione più a valle, questa tipologia di ambiente. Il tipo di interferenza dell’opera con le specie potenzialmente presenti in tale tipologia ambientale riguarda parzialmente una diretta sottrazione di habitat idoneo alle specie e una più diffusa perturbazione legata al disturbo nella fase di cantiere. - pareti rocciose calcaree: rappresentano l’ambiente di elezione per la nidificazione di numerose specie di avifauna rupicola, in particolare i rapaci diurni (nibbio bruno, poiana, gheppio, pellegrino); le pareti potrebbero inoltre ospitare individui di picchio muraiolo nel periodo invernale (la specie è stata segnalata in corrispondenza delle pareti della Val Perlana). Nel Pagina 139 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE corso dei rilievi effettuati sono stati osservati diversi individui di nibbio bruno, poiana e gheppio. Non è stata invece riscontrata la presenza di gufo reale. Le pareti rocciose caratterizzano tutte le aree del tracciato a cielo aperto che sono state sottoposte a indagine, rimanendo a una certa distanza, a monte del tracciato, nel tratto da Sala Comacina a Spurano e da Mezzegra a Bonzanigo, e interessando i due lati della valle del torrente Perlana. Figura C.32 – Pareti rocciose localizzate nel tratto Mezzegra-Bonzanigo. Pagina 140 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.33 – Pareti rocciose localizzate in Val Perlana. Pur non essendoci una sottrazione diretta di tale tipologia di ambiente, si ritiene che la principale intereferenza dell’opera con le specie potenzialmente presenti possa riguardare le perturbazioni in termini di emissioni (rumori e vibrazioni), che si possono propagare durante la fase di cantiere anche a notevole distanza dal tracciato. - uliveti e muretti a secco: nel tratto a cielo aperto nei pressi di Spurano si trovano terrazzamenti realizzati con muretti a secco per la coltivazione dell’ulivo; si tratta di ambienti di origine antropica di particolare interesse: gli ulivi ormai maturi presentano cavità naturali che possono essere utilizzate come siti di nidificazione e di rifugio per diverse specie di avifauna (upupa, torcicollo, picchio muratore, rampichino, diverse specie di cince e di picchi, allocco). Anche i muretti a secco rappresentano elementi interessanti per la possibilità di nidificazione e rifugio per molte specie (upupa, scricciolo, pettirosso, diverse specie di cince). Per la costruzione di questi manufatti i massi, di forma diversa e irregolare, vengono accatastati gli uni sugli altri, con terra di riempimento per le cavità più consistenti, ma senza ulteriori materiali riempitivi. Questa situazione crea un notevole numero di interstizi, più o meno grandi, all’interno dei quali possono rifugiarsi le specie. L’esposizione diretta al sole, inoltre, scalda le Pagina 141 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE pietre e crea un microclima all’interno delle cavità capace di generare particolari condizioni termiche. Figura C.34 – Terrazzamenti per la coltivazione dell’ulivo formati da muretti a secco. Pagina 142 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.35 – Esemplare di ulivo maturo utilizzato da Picidi per scavi alimentari. Il tipo di interferenza dell’opera con tale ambiente è da intendersi sia come diretto e permanente, nella forma di sottrazione di habitat idoneo alle specie di avifauna presenti, sia di tipo temporaneo, in relazione alla fase di cantiere, per quanto concerne le perturbazioni in termini di emissioni (immissione a scala locale di inquinanti, sollevamento di polveri, disturbo legato a rumori e vibrazioni). C.7.2.5. MAMMIFERI Le specie di Mammiferi accertate sul territorio in esame sono 5, di cui 3 chirotteri e 2 ungulati (Tabella C.53). I dati di presenza sono stati ottenuti dall’analisi del database messo a disposizione dal Settore Territorio della Provincia di Como, dalle segnalazioni recenti presenti nel database sui chirotteri dell’Università degli Studi dell’Insubria (Insubria DataBat, 2014) e da rilievi diretti sul territorio. Le specie così rilevate sono indicate nella seguente tabella. Tabella C.53 – Checklist delle specie di Mammiferi presenti nell’area di riferimento. Pagina 143 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nome scientifico Normativa europea Rinolofo maggiore Rhinolophus ferrumequinum Hab II e IV VU 10 Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii Hab II e IV EN 13 Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Hab II e IV NT 11 Cinghiale Sus scrofa - LC 4 Cervo Cervus elaphus - LC 6 Specie IUCN Nazionale Dir CEE 92/43 Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 In particolare, per quanto riguarda i chirotteri, in comune di Tremezzina è presente una cavità ipogea, denominata “Bucone di Tremezzo”, che ospita una grande colonia di svernamento di Myotis capaccinii (vespertilio di Capaccini) e qualche esemplare di Rhinolophus ferrumequinum (rinolofo maggiore). La colonia è stata oggetto di rilevamento nel mese di ottobre 2013, nell’ambito dei lavori svolti per il progetto Life GESTIRE, quando sono stati conteggiati, mediante analisi di fotogrammi e conteggi diretti, circa 500 individui di Myotis capaccinii e 6 di Rhinolophus ferrumequinum (Spada 2013, comm. pers.). Per l’identificazione certa del vespertilio di Capaccini è stata effettuata una cattura con reti mist net posizionate all’ingresso della cavità. Questa colonia di svernamento ha grande importanza nel contesto lombardo, sia per la sua consistenza che per la rarità della specie presente. In tutto il territorio regionale è nota solo un’altra piccola colonia di svernamento in provincia di Varese, che comprende una decina di esemplari e segnalazioni sporadiche sono riferite alla grotta “Buco del Frate” di Prevalle (BS). A circa 30 km dal Bucone di Tremezzo, in comune di Lierna (LC), trova invece rifugio una colonia riproduttiva (nursery) formata da circa 1000 femmine adulte di Myotis capaccinii e Myotis daubentonii, di cui M. capaccinii costituisce la frazione maggiore. È possibile quindi supporre che molti degli animali rilevati a Tremezzo facciano parte di questa nursery e che gli animali compiano annuali spostamenti da un rifugio all’altro, ma non vi sono al momento prove certe a supporto di questa teoria. Il Bucone di Tremezzo, la cavità più grande dell’area carsica della Tremezzina, è formata da due rami paralleli in leggera salita, di oltre 400 metri ciascuno di sviluppo, e si trova a circa 350 m dal tracciato (Figura C.47). Gli animali trovano rifugio in una sala situata a circa 50 metri dall’ingresso del ramo orientale. Un potenziale fattore di disturbo per gli animali in periodo di svernamento (ottobre-marzo) è costituto da vibrazioni di una certa intensità. Pagina 144 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.47 – Localizzazione della grotta “Bucone di Tremezzo” in relazione al tracciato. In rosso il tratto a galleria naturale e in verde i tratti a cielo aperto. Altri ambienti importanti per i chirotteri sono rappresentati dalle aree boschive più mature, con alberi vetusti e ricchi di cavità e un rado sottobosco, che possono essere utilizzati per il rifugio delle specie fitofile (legate agli ambienti boschivi): in particolare sono quindi da citare gli uliveti e i castagneti. Queste aree, unitamente alle praterie e alle zone umide, sono inoltre potenziali zone di caccia. La frammentazione e la perdita di parte di questi ambienti (sia di caccia, sia di rifugio) rappresentano quindi un potenziale impatto. Per quanto riguarda gli ungulati, le problematiche che possono sorgere con la presenza di nuova viabilità a cielo aperto in aree a bassa antropizzazione sono connesse agli incidenti stradali, che possono causare notevoli danni anche ai mezzi di trasporto coinvolti. È quindi necessario attuare misure volte a impedire l’accesso alla sede stradale nelle aree a cielo aperto da parte di questi animali. Pagina 145 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE In base all’analisi degli habitat e degli ecosistemi presenti si considerano inoltre potenziali le seguenti specie (Tabella C.54). Tabella C.54 – Specie di mammiferi considerati potenziali nel territorio in esame. Specie Nome scientifico Normativa europea IUCN Nazionale Dir CEE 92/43 Riccio europeo occidentale Talpa cieca Talpa europea Toporagno comune Toporagno alpino Crocidura ventre bianco Crocidura minore Lepre comune Scoiattolo rosso Ghiro Moscardino Arvicola rossastra Arvicola di fatio Topo selvatico Topo selvatico collo giallo Volpe Faina Donnola Tasso Capriolo Pipistrello nano Pipistrello albolimbato Normativa regionale Dgr Lomb. 7/4345 del 20/04/2001 Erinaceus europaeus - LC 4 Talpa caeca Talpa europaea Sorex antinorii Sorex alpinus Crocidura leucodon Crocidura suaveolens Lepus europaeus Sciurus vulgaris Glis glis Muscardinus avellanarius Myodes glareolus Microtus multiplex Apodemus sylvaticus Apodemus flavicollis - DD LC DD LC LC LC 11 7 12 6 8 Hab. IV LC LC LC LC 4 8 8 9 - LC LC LC LC 5 7 3 4 Hab. IV LC LC LC LC LC LC 3 6 7 6 6 6 Hab. IV LC 6 Vulpes vulpes Martes foina Mustela nivalis Meles meles Capreolus capreolus Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus kuhlii C.7.3 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SULLA COMPONENTE FAUNISTICA L’analisi effettuata sulla componente faunistica evidenzia come siano presenti diverse lacune nelle conoscenze distributive per tutti i gruppi considerati, ad eccezione forse della componente ittica, che dovranno essere colmate con le indagini ante operam. Gli ambienti più interessanti dal punto di vista faunistico sono: i ghiaioni mediterranei, che possono essere colonizzati da numerose specie di avifauna, in particolare quelle legate agli ambienti più termofili, oltre che rappresentare aree di caccia per specie di interesse comunitario come il succiacapre e rapaci diurni e notturni; Pagina 146 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE le pareti rocciose calcaree, che rappresentano l’ambiente di elezione per la nidificazione dei rapaci diurni; i muretti a secco, che rappresentano un importante ambiente di rifugio per rettili, piccoli uccelli e mammiferi; gli uliveti, che possono essere utilizzati per il rifugio di picidi, cince, strigiformi e chirotteri; torrenti e raccolte d’acqua, siti riproduttivi per gli anfibi presenti; grotte, dove sono presenti specie di pipistrelli di rilevante interesse conservazionistico. C.7.4 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SENSIBILI Nell'intento di individuare le aree maggiormente sensibili sotto il profilo faunistico, innanzitutto va evidenziato che le zone potenzialmente più esposte ad un disturbo legato alla realizzazione del progetto di variante sono indubbiamente quelle interessate dai tratti a cielo aperto del tracciato. Essi intersecano ambienti riconducibili essenzialmente alle categorie ambientali di seguito identificate quali “Prati magri e pingui”, “Boschi submontani”, “Oliveti”, “Arbusteti montani e submontani” e “Torrenti montani e ambienti di forra”. La potenziale perturbazione di quest'ultima tipologia ambientale, in realtà, comporta un effetto a cascata anche sulla fascia litorale dell'ambiente lacustre, in relazione alla stretta connessione di questo ambiente con le acque del lago. Anche i siti di imbocco delle gallerie sono siti che saranno perturbati ed oltre alle categorie ambientali di cui sopra, essi si localizzano anche in prossimità di aree della categoria ambientale “Ambiente lacustre”, rendendone potenzialmente perturbabile l'integrità, soprattutto della porzione litorale. Sulla base delle specie faunistiche sopra illustrate e dei relativi indici di valore conservazionistico, le aree sensibili vengono riportate nella seguente tabella. ID Ambiente N 1 2 A AMBIENTI ACQUATICI (torrenti, bacino lacustre) 3 4 5 Aree sensibili punto di imbocco della Galleria Comacina, a sudovest del torrente Camoggia viadotto di superamento del torrente Valle dei Ronchi all’uscita della Galleria Comacina viadotto di superamento del torrente Premonte in comune di Sala Comacina viadotto di superamento del torrente Perlana (tra galleria Perlana 1 e Perlana 2) viadotto di superamento del torrente Azzano in Località Localizzazione km 0,200-0,250 km 2325-2375 km 2700-2760 km 3775-3825 km 6050-6100 Pagina 147 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ID Ambiente N Localizzazione 2 Aree sensibili Mezzegra tratto a cielo aperto a ridosso del torrente Bolvedro in Località Mezzegra punto di raccordo tra l'uscita della Galleria Tremezzina e la viabilità esistente area di attracco per movimentazione smarino area di attracco per movimentazione smarino tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Sala Comacina tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto nei pressi dell'attraversamento del torrente Perlana tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Mezzegra tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Mezzegra a monte dell’abitato di Sala Comacina a monte dell’abitato di Mezzegra Valle Perlana Bucone di Tremezzo in località Tremezzina vasche per abbeverata, sopra Spurano e Mezzegra muretti a secco, sopra Spurano 3 impianti di ulivo, sopra Spurano km 3900-2100 1 area Lavedo srl, zona di betonaggio e deposito temporaneo Comune di Grandola ed Uniti 6 7 8 9 1 B AMBIENTI BOSCATI (boschi ed arbusteti submontani) 2 3 4 C AREE APERTE (praterie magre da fieno a bassa altitudine, ghiaioni mediterranei) 1 2 3 1 D E F G PARETI ROCCIOSE GROTTE AMBIENTI ARTIFICIALI (vasche per abbeverata, muretti a secco, impianti di olivo,) AREE DI DEPOSITO MATERIALE 2 3 1 1 km 6700-6800 km 9600-9900 Comune di Griante Comune di Mandello del Lario km 2325-2800 km 3000-3175 km 3755-3832 km 5850-6000 km 6080-6120 km 2800-3000 km 3900-2100 km km km km 6000-6080 6120-6345 2750-3000 3100-3600 km 5800-6800 km 3775-3825 Sud del km 8400 km 2700-3200 km 6000-6125 km 3900-2100 Pagina 148 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.7.5 FONTI BIBLIOGRAFICHE UTILIZZATE AA.VV, 2008. Atlante degli invertebrati lombardi - Carabidi, Cerambicidi, Colevidi, Lepidotteri, Ropaloceri, Odonati, Ragni. Quaderni della Biodiversità CFA Parco Monte Barro. CD-ROM Bernini F., Bonini L., Ferri V., Gentilli A., Razzetti E., Scali S., 2004. Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia. “Monografie di Pianura” n. 5, Provincia di Cremona, Cremona. Bibby, C.J., Burgess N.D., Hill D.A., 1992. Bird Census Techniques. London: Academic Press. Insubria DataBat, 2014. DataBase chirotteri dell’Università degli Studi dell’Insubria. Provincia di Como, Settore Territorio, Trasporti e Grande Viabilità, 2006. PTCP, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Relazione e Norme Tecniche di Attuazione. Rondinini C., Battistoni, A., Peronace, V., Teofili, C. (compilatori). 2013. Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma. Vigorita V., Cucè L., 2008. La fauna selvatica in Lombardia. Rapporto 2008 su distribuzione, abbondanza e stato di conservazione di uccelli e mammiferi. Regione Lombardia. Pagina 149 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.8. STATO DEGLI ECOSISTEMI C.8.1 INDIVIDUAZIONE DEGLI ECOSISTEMI PRESENTI NEL TERRITORIO L'individuazione degli ecosistemi presenti non può prescindere dall'analisi di due elementi fondamentali previsti dagli strumenti pianificatori di livello regionale e provinciale, le Reti Ecologiche Regionale e Provinciale. C.8.1.1. RETE ECOLOGICA REGIONALE (RER) Considerazioni generali La Rete Ecologica Regionale (RER) rientra tra le modalità per il raggiungimento delle finalità previste in materia di biodiversità e servizi ecosistemici in Lombardia, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (2006) e dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica. Si compone di elementi raggruppabili in due livelli: I. Elementi primari II. Elementi di secondo livello. Gli Elementi primari costituiscono la RER di primo livello e comprendono: le Aree prioritarie per la biodiversità individuate secondo il metodo expert-based, basato sulla consultazione di esperti che avessero una visione specialistica di taxon o habitat e che al contempo mostrassero una conoscenza per vasti settori dell’area di studio; i Parchi Nazionali e Regionali; i Siti della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS). Si compongono di: Elementi di primo livello: a) compresi nelle Aree prioritarie per la biodiversità b) Altri Elementi di primo livello: numero ridotto di Elementi di primo livello, esterni alle Aree prioritarie per la biodiversità, individuati secondo i seguenti criteri: facendo riferimento a Elementi di primo livello presenti nelle Reti Ecologiche Provinciali, nei casi in cui la loro individuazione fosse chiaramente basata su elementi di naturalità esistenti e il cui valore in termini naturalistici, ecologici e di connettività risultasse preminente anche su scala regionale e non solo su scala provinciale; utilizzando le “Aree importanti per la biodiversità” , per lo più per connettere tra loro Elementi di primo livello altrimenti isolati; tali Aree, generalmente incluse in Elementi di secondo livello, sono state annesse agli Elementi di primo livello nel caso in cui fossero associate a valori elevati di biodiversità, sulla base di quanto segnalato dai diversi gruppi tematici; Pagina 150 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Gangli (solo per il Settore Pianura Padana lombarda e Oltrepò Pavese) Corridoi regionali primari: a) ad alta antropizzazione b) a bassa o moderata antropizzazione Varchi a) da mantenere c) da deframmentare d) da mantenere e deframmentare Gli Elementi di secondo livello svolgono una funzione di completamento del disegno di rete e di raccordo e connessione ecologica tra gli Elementi primari e comprendono: a) Aree importanti per la biodiversità non ricomprese nelle Aree prioritarie; b) Elementi di secondo livello delle Reti Ecologiche Provinciali, quando individuati secondo criteri naturalistici/ecologici e ritenuti funzionali alla connessione tra Elementi di primo e/o secondo livello. La Variante alla Tremezzina e la RER Gli aspetti faunistici e vegetazionali del territorio interessato dalla “Variante alla Tremezzina” sono considerati e descritti nella RER, in quanto l'area risulta compresa nel Settore 48, Lario sud-occidentale e Val d'Intelvi. Descrizione generale Il settore 48 comprende la metà settentrionale del ramo occidentale del Lago di Como, una parte di Lago di Lugano, il settore nord-occidentale del Triangolo Lariano e un ampio tratto di Prealpi Comasche, che include la Val d’Intelvi, il Monte di Lenno (1589 m) e il Monte Generoso (1701 m, ZPS e Foresta Demaniale gestita da ERSAF). La Costiera del Lario sud-occidentale e il Triangolo Lariano (Aree prioritarie per la biodiversità) sono caratterizzate da boschi di latifoglie, aree prative, pareti rocciose, torrenti in buono stato di conservazione, con presenza di gambero di fiume, scazzone, trota fario. Le aree sono importanti soprattutto per la presenza di rapaci diurni e notturni rupicoli, nidificanti (nibbio bruno, pellegrino, gufo reale). Per quanto concerne il Lago di Como, gli ambienti più significativi sono rappresentati dalle acque profonde, nei quali si sviluppano interessanti cenosi ricche nei vari livelli trofici, e da pareti rocciose, forre e zone umide prospicienti il lago. La Val d’Intelvi risulta di grande interesse per i miceti (tra le specie più rare si segnalano Amanita virosa, Russula integra, Cortinarius orellanoides, Leucopaxillus macrocephalus, Cantharellus melanoxeros, Hygrophorus queletiii) e in particolare l’area del Monte Generoso è importante per la presenza di vasti ambienti prativi e di faggete di interesse naturalistico, con presenza di invertebrati di pregio (Tanythrix edurus, Abax arerae, Carabus cancellatus, Parnassius apollo, Abax oblongus). Pagina 151 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Elementi di Tutela ZPS – Zone di Protezione Speciale: IT20203023 Monte Generoso; Aree di Rilevanza Ambientale: ARA “Monte Galbiga” Elementi della Rete Ecologica I. Elementi primari Elementi di primo livello compresi nelle Aree prioritarie per la biodiversità (vedi D.G.R. 30 dicembre 2009 – n. 8/10962): - 63 Triangolo Lariano; - 65 Costiera del Lario sudoccidentale; - 71 Lago di Como; - 73 Lago di Lugano; Altri elementi di primo livello: - Monte di Tremezzo (ARA Monte Galbiga); - Dorsale da Monte Generoso a Sasso Gordona; II. Elementi di secondo livello Altri elementi di secondo livello: - vi è compreso tutto il restante territorio compreso nel settore, con esclusione delle aree urbane. Indicazioni per l'attuazione della Rete Ecologica Regionale Indicazioni generali: Evitare l’inserimento di strutture lineari capaci di alterare sensibilmente lo stato di continuità territoriale ed ecologica che non siano dotate di adeguate misure di deframmentazione. Il reticolo idrografico dei torrenti deve considerarsi elemento fondamentale al mantenimento della connettività ecologica. Favorire interventi di messa in sicurezza di cavi aerei a favore dell’avifauna, ad esempio tramite: interramento dei cavi; apposizione di elementi che rendono i cavi maggiormente visibili all’avifauna (boe, spirali, bid-flight diverters). Elementi primari (I): 63 Triangolo Lariano; 65 Costiera del Lario sud-occidentale; Monte di Tremezzo (ARA Monte Galbiga); Dorsale da Monte Generoso a Sasso Gordona Definizione di un coefficiente naturalistico del DMV per tutti i corpi idrici soggetti e prelievo, con particolare attenzione alla regolazione del rilascio delle acque nei periodi di magra; mantenimento della disetaneità del bosco; mantenimento delle piante vetuste; creazione di cataste di legna; conservazione della lettiera; prevenzione degli incendi; conversione a fustaia; conservazione di grandi alberi; decespugliamento di pascoli soggetti a inarbustimento; incentivazione e attivazione di pascolo bovino ed equino gestito e regolamentato a favore del mantenimento di ambienti prativi; studio e monitoraggio di Pagina 152 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE avifauna nidificante ed entomofauna; incentivazione delle pratiche agricole tradizionali; 71 Lago di Como 73 Lago di Lugano; Conservazione e miglioramento delle vegetazioni perilacuali residue; gestione dei livelli idrici del lago con regolamentazione delle captazioni idriche ad evitare eccessivi sbalzi del livello idrico; monitoraggio della qualità delle acque; favorire la connettività trasversale della rete minore; creazione di piccole zone umide perimetrali per anfibi e insetti acquatici; mantenimento dei siti riproduttivi dei pesci e degli anfibi; contrastare l’immissione e eseguire interventi di contenimento ed eradicazione delle specie ittiche alloctone; studio e monitoraggio di specie ittiche di interesse conservazionistico e problematiche (alloctone invasive); mantenimento di fasce per la cattura degli inquinanti; collettamento degli scarichi fognari non collettati; mantenimento/miglioramento della funzionalità ecologica e naturalistica; controllo degli scarichi abusivi; Aree urbane Mantenimento dei siti riproduttivi, nursery e rifugi di chirotteri; adozione di misure di attenzione alla fauna selvatica nelle attività di restauro e manutenzione di edifici, soprattutto di edifici storici. Elementi di secondo livello (II): Definizione di un coefficiente naturalistico del DMV per tutti i corpi idrici soggetti e prelievo, con particolare attenzione alla regolazione del rilascio delle acque nei periodi di magra; mantenimento della disetaneità del bosco; mantenimento delle piante vetuste; creazione di cataste di legna; conservazione della lettiera; conversione a fustaia; conservazione di grandi alberi; decespugliamento di pascoli soggetti a inarbustimento; incentivazione e attivazione di pascolo bovino ed equino gestito e regolamentato a favore del mantenimento di ambienti prativi; studio e monitoraggio di flora, avifauna nidificante, entomofauna e teriofauna; incentivazione delle pratiche agricole tradizionali; Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologica: Superfici urbanizzate: favorire interventi di deframmentazione; mantenere i varchi di connessione attivi; migliorare i varchi in condizioni critiche; evitare la dispersione urbana. Infrastrutture lineari: prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Criticità Infrastrutture lineari: S.P. 340; cavi aerei sospesi; Urbanizzato: presenza di numerosi nuclei urbani lungo il fondovalle della Val d’Intelvi e soprattutto lungo le sponde del Lago di Como e di Lugano; Pagina 153 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Cave, discariche e altre aree degradate: nel settore sono presenti alcune cave. Necessario il ripristino della vegetazione naturale al termine del periodo di escavazione. Le ex cave possono svolgere un significativo ruolo di stepping stone qualora oggetto di oculati interventi di rinaturalizzazione. C.8.1.2. RETE ECOLOGICA PROVINCIALE (REP) Considerazioni generali Gli aspetti faunistici e vegetazionali del territorio della provincia di Como sono ben compendiati nella Rete Ecologica Provinciale (REP), elaborata all'interno del PTCP. Essa si compone di unità ecologiche o ecosistemiche naturali o paranaturali tra loro interconnesse sotto gli aspetti spaziale e funzionale; la sua funzione ultima è quella di consentire il flusso riproduttivo tra le popolazioni di organismi viventi che abitano un determinato territorio, ostacolando in tal modo i processi di estinzione locale, l'impoverimento degli ecomosaici e la riduzione della biodiversità. La REP rappresenta pertanto indiscutibilmente il primo e principale elemento di confronto da utilizzare al fine di esprimere, anche a questo livello preliminare di analisi, delle considerazioni in merito alla sostenibilità ambientale. La rete ecologica provinciale infatti è stata realizzata basandosi su un Modello di valutazione ambientale volto a quantificare, tramite scale indicizzate, il “contenuto di informazione biologica” di singole unità di rilevamento permettendo l’attribuzione del valore biologico e del significato funzionale alle singole unità della REP. Essa si articola quindi in elementi costitutivi omogenei, corrispondenti a porzioni di territorio che svolgono il medesimo ruolo funzionale in ordine ai processi di produzione e veicolazione di organismi viventi. Si compone pertanto di “elementi costitutivi fondamentali”, che comprendono le seguenti unità ecologiche diffuse sul territorio: - Ambiti di massima naturalità Aree di più elevata integrità ambientale del territorio provinciale montano. - Sorgenti di biodiversità di primo livello (Core Areas) Aree generalmente ampie, caratterizzate da elevati livelli di biodiversità e da ecomosaici continui; fungono da nuclei primari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi. Da tutelare con attenzione. Sono aree ove prioritariamente promuovere e sostenere iniziative di istituzione/ampliamento di aree protette. - Sorgenti di biodiversità di secondo livello (Core Areas) Aree più o meno ampie, caratterizzate da valori medi di biodiversità e da ecomosaici continui; fungono da nuclei secondari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi. Da tutelare con attenzione. Sono aree ove prioritariamente promuovere e sostenere iniziative di istituzione/ampliamento di aree protette. Pagina 154 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE - Corridoi ecologici (Ecological Corridors) Strutture generalmente lineari caratterizzate da continuità ecologica, in grado di connettere le sorgenti di biodiversità mantenendo i flussi riproduttivi tra le popolazioni di organismi viventi. Sono anch'essi categorizzati in due livelli in relazione all'importanza delle aree che essi connettono. Da tutelare con attenzione attraverso corrette strategie di conservazione degli ecosistemi e del paesaggio. Sono aree ove prioritariamente promuovere e sostenere iniziative di istituzione/ampliamento di aree protette. - Elementi areali di appoggio alla rete ecologica (Stepping Zones) Aree di modeste dimensioni che fungono da supporto funzionale alla rete in assenza di corridoi ecologici continui. Da tutelare con attenzione attraverso corrette strategie di conservazione degli ecosistemi e del paesaggio. - Zone di riqualificazione ambientale Aree ove attuare progetti di ricostruzione e ricucitura della rete ecologica. Da gestire mediante progetti di ricucitura e de-frammentazione della rete ecologica; si compone inoltre di “zone tampone”, con funzioni di preservazione e salvaguardia della REP, nonché di cerniera ecologica e paesaggistica con i contesti insediativi, a loro volta suddivise in: - Zone tampone di primo livello (Buffer Zones) Aree con funzione di interposizione (cuscinetto) tra aree naturali o paranaturali ed aree antropizzate, caratterizzate da ecomosaici sufficientemente continui e mediamente diversificati. Da gestire con attenzione in aderenza ai principi dello sviluppo sostenibile, allo scopo di consolidare ed integrare la rete ecologica. - Zone tampone di secondo livello (Buffer Zones) Aree con funzione di interposizione (cuscinetto) tra aree naturali o paranaturali ed aree antropizzate, caratterizzate da ecomosaici discontinui e poco diversificati. Da gestire in aderenza ai principi dello sviluppo sostenibile, attivando politiche locali polivalenti. La Variante alla Tremezzina e la REP È stata effettuata un'analisi del progetto della Tremezzina in relazione agli ambiti di REP che vengono intercettati; le due tipologie di ambiti di rete intercettati sono (Figura C.50): - Ambiti di massima naturalità, definite nel PTCP quali aree di più elevata integrità ambientale del territorio provinciale montano; - Sorgenti di biodiversità di secondo livello (Core Areas), definite quali aree caratterizzate da valori medi di biodiversità e da ecomosaici continui; fungono da nuclei secondari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi elevati livelli di biodiversità e da ecomosaici continui. Pagina 155 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Si tratta di due “elementi costitutivi fondamentali” della REP, caratterizzati da livelli elevati di valore biologico e ruolo funzionale. Gli Ambiti di massima naturalità interessati sono di fatto però attraversati dal solo ultimo tratto in galleria naturale (Galleria Tremezzina), evitando pertanto la creazione di barriere artificiali e preservando gli ecosistemi dalla frammentazione. Gli ambiti Sorgenti di biodiversità di secondo livello (Core Areas) sono invece interessati in misura decisamente superiore, sia con tratti in galleria, sia con tratti a cielo aperto, sia con ponti e viadotti in corrispondenza dei corsi d'acqua intercettati. C.8.1.3. DEFINIZIONE DEGLI ECOSISTEMI Al fine di identificare con maggiore dettaglio gli ecosistemi presenti nel territorio interessato dal tracciato, è stata consultata come base di indagine la cartografia regionale relativa all'uso del suolo disponibile per l'area in oggetto, nello specifico la carta di uso del suolo DUSAF 4.0. Dalla sovrapposizione del tracciato alla carta DUSAF (Carta dell’uso del suolo) emerge che le categorie di uso del suolo interessate dal tracciato sono: Tessuto residenziale sparso (cod 1123) Sono così classificati gli spazi caratterizzati dalla presenza significativa di edifici. Gli edifici, la viabilità e le superfici a copertura artificiale coesistono con superfici coperte da vegetazione e con suolo nudo, che occupano in maniera discontinua aree non trascurabili. Gli edifici, la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente coprono dal 10% all’80%. Reti stradali e spazi accessori (cod 1221) In questa classe rientrano le aree della rete stradale rappresentate sulla CTR nonché le loro superfici accessorie (aree di servizio, stazioni, parcheggi, scarpate, sistemazioni a verde, ecc…). La larghezza minima considerata è pari a 20 m. Parchi e giardini (cod 1411) In questa classe rientrano gli spazi ricoperti da vegetazione interni al tessuto urbano. Sono esclusi gli spazi accessori a costruzioni rientranti in altre classi. Oliveti (cod 223) In questa classe rientrano gli impianti di ulivi destinati alla produzione di olive. Prati permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive (cod 2311 Prati permanenti con presenza di specie arboree ed arbustive sparse (cod 2312) In queste classi rientrano le aree con coltivazioni foraggere erbacee polifite fuori avvicendamento il cui prodotto viene di norma raccolto più volte nel corso dell’annata agraria previa falciatura. Boschi di latifoglie a densità media e alta (cod 31111) Pagina 156 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE In questa classe rientrano i boschi costituiti da piante di latifoglie, destinate ad essere allevate ad alto fusto o sottoposte a tagli periodici più o meno frequenti (cedui semplici e cedui composti). Appartengono a questa sottoclasse anche i boschi di latifoglie in cui non è riconoscibile una forma di governo (fustaia - ceduo) prevalente. Boschi misti a densità media e alta (cod 31311) In questa classe rientrano le superfici con presenza di consociazioni di piante di specie diverse, appartenenti alle conifere ed alle latifoglie ed in cui non è riconoscibile o definibile una prevalenza dei tipi che li costituiscono. Le piante possono essere governate sia a ceduo che allevate ad alto fusto. Praterie naturali d'alta quota con presenza di specie arboree ed arbustive sparse (cod 3212) In questa classe rientrano le aree con presenza di vegetazione prevalentemente di tipo erbaceo o basso-arbustivo, poste generalmente al di sopra del limite del bosco. Cespuglieti con presenza significativa di specie arbustive alte ed arboree (cod 3241) Cespuglieti in aree agricole abbandonate (cod 3242) In queste classi rientrano le aree caratterizzate dalla presenza di vegetazione arbustiva o erbacea con alberi sparsi. Queste formazioni possono derivare dalla degradazione della foresta o dalla rinnovazione della stessa dovuta alla ricolonizzazione di aree non forestali o in adiacenza ad aree forestali. Le categorie maggiormente rappresentate nell'area interessata dai tracciati sono peraltro le sole tre categorie: Boschi di latifoglie a densità media e alta (cod 31111) Prati permanenti con presenza di specie arboree ed arbustive sparse (cod 2312) Prati permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive (cod 2311) Grazie alla collaborazione della Comunità Montana Lario Intelvese, è stato possibile integrare le informazioni desunte dal DUSAF con quanto in corso di elaborazione per la redazione del PIF Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana stessa; le categorie di uso del suolo e le tipologie di copertura forestale interessate dall'area dei tracciati risultano essere le seguenti: Orno-ostrieto con funzione protettiva, produttiva o turistico/produttiva Castagneto con funzione protettiva o produttiva Prato e pascolo Urbanizzato con netta predominanza delle due sole categorie “orno-ostrieto” e “prato pascolo”. La sovrapposizione del tracciato con il PIF della Comunità Montana è raffigurata nella “Carta delle tipologie forestali”. Altri ambienti, non compresi nella cartografia DUSAF ma di grande importanza, sono i torrenti che sono attraversati dalla variante e gli annessi Pagina 157 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ambienti di forra, oltre agli ambienti di grotta che si sviluppano nelle aree a Dolomia Principale. Non da ultimo è fondamentale considerare l’ambiente lacustre, specialmente quello litorale, che sarà interessato sia direttamente (realizzazione di pontile di attracco per trasporto di smarino), che indirettamente, per connessione con i torrenti attraversati dal tracciato. Da queste analisi di base emerge, al netto delle aree a vario titolo antropizzate, che gli ecosistemi presenti nel territorio interessato dall’infrastruttura possono essere riconducibili, se si considera l'intero sviluppo del tracciato, ai seguenti: Boschi submontani Arbusteti montani e submontani Prati magri e pingui Grotte Torrenti montani e ambienti di forra Ambiente lacustre C.8.2 CARATTERIZZAZIONE DELLE COMPONENTI BIOTICHE (SPECIE ANIMALI E VEGETALI) E ABIOTICHE (SOSTANZE NON VIVENTI) DELL’AMBIENTE E DELLE CONDIZIONI CHIMICO-FISICHE PRESENTI NELLE SINGOLE UNITÀ ECOSISTEMICHE Sulla base di quanto desunto nel paragrafo precedente, si procede ora ad una caratterizzazione delle componenti presenti nelle singole unità ecosistemiche. C.8.2.1. BOSCHI SUBMONTANI Benché da un punto di vista bioclimatico e fitosociologico sia giustificato attribuire alle querce il ruolo più significativo all'interno delle cenosi forestali submontane, nella realtà del territorio comasco solo raramente si incontrano boschi in cui le querce siano veramente dominanti; generalmente esse sono infatti largamente sostituite dal Castagno (Castanea sativa) o dal Carpino nero (Ostrya carpinifolia). La diffusione nei boschi naturali originari di queste due specie, data per certa la loro autoctonia nel territorio, risulterebbe probabilmente assai inferiore a quella attuale se non fosse intervenuto l'uomo a favorirle. Il fenomeno della sostituzione della copertura arborea è in effetti così spinto che il Castagno è oggi la specie arborea dominante sui terreni acidi, mentre il Carpino nero è quella più frequente su quelli calcarei, anche se non domina quasi mai in modo esclusivo. In generale, i boschi submontani sono ambienti più aperti e luminosi rispetto a quelli montani, con un sottobosco di regola più rigoglioso e ricco di specie. Se si esclude il caso particolare dei castagneti da frutto, vengono quasi esclusivamente governati a ceduo: d'altra parte querce, Castagno, Frassino, aceri, tigli e carpini hanno, chi più chi meno, un'elevata capacità pollonifera. Sui substrati pedogenetici ricchi di carbonati, l'essenza più frequente è il Carpino nero; è un albero di modeste dimensioni, talvolta soltanto un arbusto, termofilo ma non decisamente xerofilo, dotato di elevata capacità pollonifera e rapida crescita; il legno è ottimo da ardere. Sui terreni calcarei Pagina 158 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE più superficiali, aridi, piuttosto ripidi, con esposizioni soleggiate, sino a circa 900 m, il Carpino nero partecipa alla formazione degli ostrieti xero-termofili. Si tratta delle cenosi forestali più termofile del territorio comasco, le quali più evidentemente manifestano relazioni con la vegetazione e la flora mediterranee; sono frequenti ovunque affiorano i substrati calcarei o dolomitici. Nello strato arboreo si associano al Carpino nero la Roverella (Quercus pubescens) la più xerofila e termofila tra le querce caducifoglie, l'Orniello (Fraxinus ornus) e il Maggiociondolo (Laburnum anagyroides). La copertura non è mai molto fitta, anzi sovente lascia ampi spazi liberi, per cui il sottobosco è luminoso, molto ricco di arbusti e cespugli, tra i quali ricordiamo in particolare la Lentaggine (Viburnum lantana), il Ligustro (Ligustrum vulgare), il Pero corvino (Amelanchier ovalis), il Corniolo (Cornus mas); anche il Nocciolo (Corylus avellana), specie assolutamente ubiquitaria, è frequente. Lo strato erbaceo annovera specie termofile e basifile in parte provenienti dai consorzi di prati magri collegati all'ostrieto da relazioni dinamiche, il cui spettro corologico mostra un'importante frazione di provenienze mediterranee o comunque dell'Europa meridionale, molto rare o del tutto assenti a nord della catena alpina. Molte di esse sono pregevoli dal punto di vista estetico e protette con divieto assoluto di raccolta; ricordiamo la Rosa di natale (Helleborus niger), l'Erba perla (Buglossoides purpurocaerulea), il Dittamo (Dictamnus albus), il Pungitopo (Ruscus aculeatus), l'Asparago selvatico (Asparagus tenuifolius), la Carice bianca (Carex alba)e la Carice umile (Carex humilis). La fauna di questi ambienti sfuma in quella dei prati aridi insubrici che spesso li delimitano o che vi sono inclusi, sia per quanto riguarda l'entomofauna, sia l'erpetofauna. Nelle boscaglie termofile, soprattutto lungo la fascia ecotonale, fa spesso la sua comparsa la Vipera comune (Vipera aspis), rettile abbastanza diffuso lungo i contrafforti meridionali delle Prealpi comasche. L'altro grosso rettile presente in questi ambienti è il Colubro di Esculapio, detto anche Saettone (Zamenis longissimus), un grosso serpente perfettamente in grado di arrampicarsi sulle piante, ove talvolta preda anche giovani nidiacei, pur nutrendosi principalmente di roditori. Sui versanti più soleggiati e secchi gravitano numerosi predatori attirati dall'abbondanza degli insetti e dei piccoli vertebrati di cui si nutrono, quali il Biancone (Circaetus gallicus), che si nutre quasi esclusivamente di serpenti, e il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) specializzato nello scovare nidi di vespe nel terreno, o piciformi come il Torcicollo (Jynx torquilla), razziatore di formicai, oltre che diversi passeriformi insettivori come il Luì bianco (Philloscopus bonelli). L'ampia disponibilità di frutti quali ghiande o castagne favorisce inoltre l'insediamento del Cinghiale (Sus scrofa); sono inoltre presenti anche Cervo (Cervus elaphus) e Capriolo (Capreolus capreolus), il primo legato all'ambiente boschivo in misura maggiore rispetto al secondo. Pagina 159 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.8.2.2. ARBUSTETI MONTANI E SUBMONTANI Gli arbusteti possono essere cenosi a carattere transitorio oppure permanente. Nel primo caso si tratta di uno stadio dinamico della vegetazione che può evolversi in tempi più o meno rapidi (dell'ordine di qualche decennio) verso le cenosi più complesse di foresta; nel secondo caso esistono fattori ecologici (povertà del suolo, erosione, incendi) che impediscono l'ulteriore evoluzione della copertura vegetale verso cenosi boschive, mantenendola in permanenza in uno stadio pioniero. La Ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) è piuttosto diffusa nell'orizzonte montano sui substrati silicei, dove colonizza le radure dei boschi acidofili, ma soprattutto è attiva nella riconquista dei pascoli abbandonati (soprattutto dei nardeti). Tipicamente ad essa si accompagnano altra due specie pioniere: il Brugo (Calluna vulgaris) e la Felce aquilina (Pteridium aquilinum), che talvolta può formare estesi popolamenti quasi puri. La Ginestra, come tutte le leguminose, è specie miglioratrice del suolo, che arricchisce di azoto, favorendo l'insediamento delle specie arboree più eliofile, quali il Pioppo tremulo (Populus tremula) il Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e la Betulla (Betula pendula). Un'altra specie che spesso costituisce arbusteti estesi è il Nocciolo (Corylus avellana), su suoli più fertili e non acidi, anche su rocce calcaree. La Capinera (Sylvia atricapilla) è il principale abitante di questo ecosistema: nonostante sia pressoché ubiquitaria, essa mostra infatti una spiccata preferenza per gli ambienti ricchi di arbusti, sia quelli boschivi sia quelli della campagna coltivata. Gli arbusteti submontani possono poi essere occupati da diverse specie di uccelli: il Beccafico (Sylvia borin) e la Sterpazzola (Sylvia communis), amanti degli ecotoni tra arbusteti e zone aperte, lo Zigolo muciatto (Emberiza cia), che abita i radi cespugli su pendii erbosi ricchi di affioramenti rocciosi e lo Zigolo giallo (Emberiza citrinella). Tra gli animali dall'aspetto più simpatico che occupano questi ambienti c'è sicuramente il Quercino (Eliomys quercinus), il più terricolo tra i gliridi, ma sono presenti anche mammiferi di dimensioni decisamente superiori, quali il Tasso (Meles meles), che scava la tana nelle aree più periferiche dei complessi forestali con fitto sottobosco, nelle vicinanze di aree aperte, arbusteti, fiumi e zone coltivate, e la Volpe (Vulpes vulpes). I giovani boschi governati a ceduo, gli arbusteti e i prati abbandonati e ricolonizzati dalla vegetazione arborea ospitano il capriolo (Capreolus capreolus), la cui dieta è basata soprattutto su vegetali semilegnosi, quali rovi, lamponi, edera e teneri polloni di alberi. C.8.2.3. PRATI MAGRI E PINGUI Le praterie degli ambienti montano e submontano sono formazioni vegetali create e mantenute, direttamente o indirettamente, dall'attività umana. Le specie che le compongono sono però normalmente spontanee, possono dunque essere definite biocenosi semi-naturali. Senza l'intervento antropico, queste biocenosi verrebbero rapidamente invase dalla vegetazione Pagina 160 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE arbustiva, seguita poi da quella forestale. A seconda dell'intensità dell'intervento umano si usa distinguere tra “prati magri” e “prati pingui”, con una serie di situazioni intermedie. I prati magri furono certamente i primi tipi di prateria utilizzati dall'uomo, il cui intervento si limitò dapprima alla semplice rimozione del bosco e a un utilizzo molto estensivo delle cotiche erbose tramite il pascolo brado. Solo in tempi relativamente recenti la conduzione di molte di queste superfici divenne via via più intensiva, con lo sfalcio regolare e la concimazione, pratiche che le fecero evolvere in prati pingui, fisionomicamente e soprattutto floristicamente ben distinti da quelli magri. Sui substrati calcarei e dolomitici le praterie sono rappresentate dai seslerieti e dai brometi, caratterizzati dalla presenza della Sesleria (Sesleria varia) e della endemica Carice insubrica (Carex austroalpina). I prati magri per eccellenza sono i brometi, biocenosi derivate perlopiù dalla rimozione di boschi a Roverella e Carpino nero, che devono il nome alla graminacea Bromus erectus, la specie generalmente dominante. Si tratta di cenosi di grande interesse naturalistico, in assoluto tra le più ricche di specie di tutto il territorio comasco, tra cui una serie di magnifiche orchidee. I principali fattori antropici determinanti nella conservazione di queste vegetazioni (pascolo e sfalcio occasionale) sono in generale regresso in tutto il territorio, per cui i brometi vanno riducendo la loro estensione. Oltre ad ospitare un'entomofauna particolarmente ricca, soprattutto in riferimento alla lepidotterofauna, questi ambienti ed in particolare i prati magri sono i biotopi di elezione di quasi tutti i rettili conosciuti in provincia di Como: l'Orbettino (Anguis fragilis) ed il Colubro liscio (Coronella austriaca), entrambi particolarmente schivi, ma anche il Biacco (Hierophis viridiflavus) ed il Ramarro (Lacerta viridis). I prati pingui sono particolarmente apprezzati dalla Cesena (Turdus pilaris), che nidifica ai margini dei boschi, e sono popolati da numerose specie di piccoli mammiferi, che costituiscono la preda principale di rapaci quali il Gheppio (Falco tinnunculus) e la Poiana (Buteo buteo); tra essi la Talpa (Talpa europaea), l'Arvicola campestre (Microtus arvalis), l'Arvicola di Fatio (Microtus multiplex) e le crocidure: la Crocidura minore (Crocidura suaveolens) e la Crocidura ventrebianco (Crocidura leucodon). C.8.2.4. GROTTE Le grotte non sembrano a prima vista ambienti accoglienti né compatibili con la vita, ciononostante esistono diverse specie animali che si sono adattati a vivere in quest’ambiente estremo, o che lo frequentano durante il loro ciclo vitale, in particolare tra gli invertebrati, ma anche tra i mammiferi. Le grotte rappresentano infatti l'indispensabile sito di svernamento e rifugio per numerose specie di pipistrelli e nell’area carsica della Tremezzina è presente una grotta che ne ospita due: rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) e vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii). Pagina 161 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Occasionalmente anche alcuni piccoli roditori (Ghiro - Glis glis, Moscardino Muscardinus avellanarius) utilizzano le grotte come rifugio e alcuni carnivori (Donnola - Mustela nivalis e Faina - Martes foina) possono frequentarle anche per alimentarsi. C.8.2.5. TORRENTI MONTANI E AMBIENTI DI FORRA I torrenti ed gli impluvii che dai monti del Comasco scendono a valle verso il Lario costituiscono un ambiente molto peculiare, in quanto ricchi di forme di vita molto specializzate, a partire dai numerosi invertebrati che li abitano, tra i quali sono presenti alcune specie assai rare. Gli ambienti torrentizi sono caratterizzati da rapide e imponenti escursioni di portata, i cui valori medi sono molto variabili; nascono dai rilievi prealpini che incorniciano il lago e vi confluiscono con pendenze molto accentuate. Ciò determina velocità di corrente molto elevate, che esercita una violenta azione erosiva sull'intera sezione dell'alveo che risulta dunque costituita in prevalenza da materiali grossolani, caratterizzati da forte mobilità. La vocazionalità di questi torrenti è a salmonidi, e la specie ittica dominante è la Trota fario; possono essere presenti alcune specie di accompagnamento quali lo Scazzone, il Vairone e la Sanguinerola. Anche le sponde ed il greto di questi ambienti, se intatti e non deturpati da manufatti legati a sistemazioni idraulico-forestali degli alvei talvolta inutili, sono popolate da specie particolari, soprattutto insetti ed araneidi, con notevoli particolarità tra i coleotteri ed i lepidotteri. Un anfibio strettamente legato alle acque correnti è la Salamandra pezzata (Salamandra salamandra), che in primavera partorisce decine di piccole larve nei tratti montani e pedemontani dei corsi d'acqua. Le larve, durante il loro stadio acquatico, possono essere preda dei giovani di Natrice dal collare (Natrix natrix) o di trote. Lungo i torrenti con acque ben ossigenate e ricche di fauna invertebrata vivono il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), provvisto di adattamenti che lo rendono in grado di cacciare sott'acqua, e la Ballerina gialla (Motacilla cinerea). Tra le boscaglie igrofile ed i boschi di ripa lungo tutto il corso, attratti dalla disponibilità di cibo, si nascondono il Pettirosso (Erithacus rubecula), il Luì piccolo (Phylloscopus collybita), lo Scricciolo (Troglodytes troglodytes) e, nel periodo di passo, la Beccaccia (Scolopax rusticola). Mentre molti grandi mammiferi si avvicinano ai corsi d'acqua montani principalmente per l'abbeverata, diversi piccoli mammiferi ci vivono più o meno stabilmente; tra questi ci sono il Toporagno alpino (Sorex alpinus), che occupa in prevalenza boschi ripariali ombroso-umidi, zone umide e ruscelli, ed il Toporagno d'acqua (Neomys fodiens), più adattato alla vita acquatica, che caccia le prede nuotando con destrezza. Nell'ambito della provincia di Como i torrenti si inseriscono spesso in ambienti di forra; la peculiarità geomorfologica di questi ambienti, incisioni strette e profonde, si riflette sulla loro composizione biologica. In questi ambienti le comunità vegetali si manifestano con aspetti notevolmente diversi rispetto al territorio circostante; molte specie che compaiono come Pagina 162 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE essenze sporadiche nei boschi montani e submontani diventano qui le principali, come ad esempio l'Acero di monte (Acer pseudoplatanus), l'Olmo montano (Ulmus glabra), il Tiglio nostrano (Tilia platyphillos), il Frassino (Fraxinus excelsior) e l'Ontano bianco (Alnus incana). Lo strato erbaceo è caratterizzato da specie esigenti, indicatrici di suoli freschi e ricchi di nutrienti; le forre a più bassa quota, tipicamente ubicate nei pressi del lago, ove la temperatura è particolarmente mite, ospitano anche specie termofile come l'Agrifoglio (Ilex aquifolium) e il Tasso (Taxus baccata). I torrenti interferiti dal tracciato stradale, precedentemente descritti dal punto di vista fisico e della qualità delle acque nel capitolo dedicato, sono di natura temporanea e mal si prestano ad essere indagati dal punto di vista degli ecosistemi in quanto questi saranno per definizione instabili. Solo il T. Perlana è stato indagato mediante l’Indice di Funzionalità Fluviale, che permette di indicizzare e quindi di attribuire un punteggio allo stato di qualità del corso d’acqua. Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) Lo studio dell’habitat fluviale è stato svolto mediante l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale – IFF nella sua ultima versione del 2007 (AA.VV., 2007). Esso valuta le caratteristiche dell’habitat fluviale e ripario ed è stato concepito per esprimere la qualità dell’ecosistema fluviale in termini di livello di “funzionalità idrobiologica” del corso d’acqua, ossia delle sue capacità di riutilizzare la materia organica al suo interno. Infatti, quanto più tale processo sarà efficiente, tanto più abbondante e diversificata potrà essere la biocenosi fluviale ospitata. Un elevato livello di funzionalità fluviale implica, inoltre, una forte capacità di autodepurazione delle acque e quindi di resistenza all’inquinamento organico. La scheda di valutazione dell’IFF (Tabella C.55) si compone di 14 domande (2 delle quali con due alternative a seconda della tipologia fluviale indagata) che consentono di indagare tutte le principali componenti dell’ecosistema fluviale, sia abiotiche che biotiche, per ciascuna delle quali vengono fornite 4 possibili risposte cui sono associati altrettanti punteggi. Dalla somma dei singoli punteggi attribuiti si otterrà il punteggio finale per ciascuna sponda, al quale corrisponderà un livello di funzionalità fluviale e un relativo giudizio (Tabella C.56). La compilazione della scheda deve essere riservata ad operatori di provata esperienza nel campo dell’ecologia fluviale: infatti, benché sia apparentemente di facile applicazione, il metodo presuppone adeguata preparazione scientifica, nonché capacità di osservazione e di ragionamento da parte del rilevatore. Tabella C.55 - Scheda IFF Domanda 1- Stato del territorio circostante Assenza di antropizzazione Compresenza di aree naturali e usi antropici del territorio Sponda dx sx 25 20 25 20 Pagina 163 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Sponda Domanda Colture stagionali e/o permanenti; urbanizzazione rada Aree urbanizzate 2- Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria Compresenza di formazioni riparie complementari funzionali Presenza di una sola o di una serie semplificata di formazioni riparie Assenza di formazioni riparie ma presenza di formazioni comunque funzionali Assenza di formazioni a funzionalità significativa 2bis- Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria Compresenza di formazioni riparie complementari funzionali Presenza di una sola o di una serie semplificata di formazioni riparie Assenza di formazioni riparie ma presenza di formazioni comunque funzionali Assenza di formazioni a funzionalità significativa 3- Ampiezza delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale Ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali maggiore di 30 m Ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 30 e 10 m Ampiezza cumulativa delle formazioni funzionali compresa tra 10 e 2 m Assenza di formazioni funzionali 4- Continuità delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale Sviluppo delle formazioni funzionali senza interruzioni Sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni Sviluppo delle formazioni funzionali con interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata o solo arbusteti a dominanza di esotiche e infestanti Suolo nudo, popolamenti vegetali radi 5- Condizioni idriche dell’alveo Regime perenne con portate indisturbate e larghezza dell’alveo > 1/3 dell’alveo di morbida Fluttuazioni di portata indotte di lungo periodo con ampiezza dell’alveo bagnato < 1/3 dell’alveo di morbida o variazione del solo tirante idraulico Disturbi di portata frequenti o secche naturali stagionali non prolungate o portate costanti indotte Disturbi di portata intensi, molto frequenti o improvvisi o secche prolungate indotte per azione antropica 6- Efficienza di esondazione Tratto non arginato, alveo di piena ordinaria superiore al triplo dell’alveo di morbida Alveo di piena ordinaria largo tra 2 e 3 volte l’alveo di morbida (o, se arginato, superiore al triplo) Alveo di piena ordinaria largo tra 1 e 2 volte l’alveo di morbida (o, se arginato, largo 2 – 3 volte) Tratti di valle a V con forte acclività dei versanti e tratti arginati con alveo di piena ordinaria < di 2 volte l’alveo di morbida 7- Strutture di ritenzione degli apporti trofici Alveo con massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati (o presenza di fasce di canneto o idrofite) Massi e/o rami con depositi di materia organica (o canneto o idrofite rade e poco estese) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene (o assenza di canneto e idrofite) Alveo di sedimenti sabbiosi o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 8- Erosione delle rive Poco evidente e non rilevante o solamente nelle curve Presente sui rettilinei e/o modesta incisione verticale Frequente con scavo delle rive e delle radici e/o evidente incisione verticale Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 9- Sezione trasversale Alveo integro con alta diversità morfologica Presenza di lievi interventi artificiali ma con discreta diversità morfologica Presenza di interventi artificiali o con scarsa diversità morfologica Artificiale o diversità morfologica quasi nulla 10- Idoneità ittica Elevata Buona o discreta Poco sufficiente Assente o scarsa 11- Idromorfologia Elementi idromorfologici distinti con successione regolare Elementi idromorfologici distinti con successione irregolare Elementi idromorfologici indistinti o preponderanza di un solo tipo Elementi idromorfologici non distinguibili 12- Componente vegetale in alveo bagnato Periphyton sottile scarsa copertura di macrofite tolleranti Film perifitico tridimensionale apprezzabile e scarsa copertura di macrofite tolleranti Periphyton discreto o (se con significativa copertura di macrofite tolleranti) da assente a discreto Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 13- Detrito Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi Frammenti vegetali fibrosi e polposi dx 5 1 sx 5 1 40 25 10 1 40 25 10 1 20 10 5 1 20 10 5 1 15 10 5 1 15 10 5 1 15 10 15 10 5 5 1 1 20 10 5 1 25 15 5 1 25 15 5 1 20 15 5 1 20 15 5 1 20 15 5 1 25 20 5 1 20 15 5 1 15 10 5 1 15 10 Pagina 164 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Sponda Domanda dx Frammenti polposi Detrito anaerobico 14- Comunità macrobentonica Ben struttura e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale Sufficientemente diversificata, ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento Assenza di una comunità strutturata; pochi taxa, tutti piuttosto tolleranti all’inquinamento sx 5 1 20 10 5 1 Tabella C.56 - Livelli di funzionalità dell’IFF Valore di IFF 261-300 251-260 201-250 181-200 121-180 101-120 61-100 51-60 14-50 Livello di funzionalità I I-II II II-III III III-IV IV IV-V V Giudizio di funzionalità Elevato Elevato - buono Buono Buono - mediocre Mediocre Mediocre – scadente Scadente Scadente – pessimo Pessimo Colore Descrizione dell’ecosistema “torrente montano” mediante l’IFF Figura C.48 - Stazione di indagine a monte del Santuario della Madonna del Soccorso I risultati dell’applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale in corrispondenza del tratto omogeneo individuato in sovrapposizione all’attraversamento del tracciato stradale è riportato nella tabella seguente. Pagina 165 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella C.57. Risultati dell’applicazione dell’Indice IFF nel tratto omogeneo in corrispondenza del previsto viadotto stradale Indice IFF – Stazione di valle 1-Stato del territorio circostante 2-Vegetazione zona perifluviale primaria 3-Ampiezza zona perifluviale primaria 4-Continuità delle formazioni funzionali presenti in fascia perifluviale 5-Condizioni idriche dell’alveo 6-Efficienza di esondazione 7-Strutture ritenzione apporti trofici 8-Erosione delle rive 9-Sezione trasversale 10-Idoneità ittica 11-Idromorfologia 12-Componente vegetale in alveo bagnato 13-Detrito 14-Comunità macrobentonica Punteggio totale Classe Giudizio Sponda destra 20 40 15 15 Sponda sinistra 20 40 15 15 20 1 25 15 15 20 25 20 10 15 20 261 I ottimo 261 I ottimo Il tratto indagato ricade in una classe I, corrispondente ad un giudizio di funzionalità ottimo per entrambe le sponde, con un punteggio di 261 su un possibile totale di 300. Il leggero scadimento della qualità dell’habitat fluviale è legato unicamente ad una modesta presenza antropica nel territorio circostante, alla scarse efficienza di esondazione naturalmente presente per l’alveo (a causa della naturale morfologia a V della valle) e alla presenza di moderata erosione delle sponde. Presente inoltre un periphyton apprezzabile segno di una discreta produttività del torrente. Queste caratteristiche non incidono comunque sull’ottimo giudizio finale del torrente. Per quanto riguarda la morfologia fluviale il substrato è costituito prevalentemente da massi, anche di notevoli dimensioni, tuttavia il fondale è spesso costituito da ghiaie. Il substrato risulta quindi idoneo in molti tratti alla riproduzione della fauna ittica, in particolare dei Salmonidi, che prediligono come sito di deposizione delle uova le code delle pools, generalmente caratterizzate da substrato ghiaioso. Grazie alla presenza di una valle stretta e inforrata, nonché alla fitta vegetazione, il corso d’acqua è ben ombreggiato. Il corso d’acqua, dunque, non presenta elementi di alterazione e artificializzazione nel tratto omogeneo indagato. Dalle valutazioni effettuate si evince la presenza di un habitat ottimale per biocenosi acquatiche tipiche di ambienti alpini, come le comunità ittiche dominate da Salmonidi, ed in particolare, visto l’ambiente torrentizio a prevalente step and pool, dalla trota fario. In definitiva, l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale al corso d’acqua nel tratto di interesse per il progetto ha fatto rilevare per entrambe le rive una qualità ottima, senza alcuna interruzione della connettività Pagina 166 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE trasversale utile al mantenimento della funzionalità ecologica di scambio di energia e materia tra il corso d’acqua e l’ambiente ripario. C.8.2.6. AMBIENTE LACUSTRE Il fulcro del territorio della provincia di Como è indubbiamente il Lario, intorno al quale si dispone un fitto reticolo di corsi d'acqua. In un lago è possibile individuare due zone ben distinte: una superficiale, raggiunta dai raggi luminosi, che viene detta eufotica, l'altra, buia e profonda, detta afotica. Tutti gli organismi che richiedono presenza di luce (tutte le forme vegetali e la maggior parte dei pesci) si concentrano pertanto nella zona eufotica. Sempre basandosi sulla distribuzione della luce, è possibile in un lago individuare altre due zone ben distinte: quella litorale, in cui le radiazioni luminose riescono a raggiungere il substrato di fondo, e quella pelagica, in cui il fondale è a profondità maggiore e non può essere raggiunto dalla luce. I popolamenti animali e vegetali che abitano le due zone sono fondamentalmente diversi, infatti mentre gli organismi tipici della zona litorale tendono ad avere uno stretto contatto con il fondo, le specie pelagiche vivono gran parte della loro esistenza, talvolta tutta, sospesi nell'acqua. Sotto il profilo del popolamento ittico, nella zona pelagica è presente un numero di specie molto ridotto in relazione alla notevole uniformità dell'habitat (alborella, trote, coregoni, agone), mentre nella zona litorale la grande varietà di ambienti (rocce ghiaia, sabbia, limo, piante sommerse) ospita un numero di specie decisamente superiore (triotto, pigo, scardola, savetta, cavedano, carpa, tinca, barbo, vairone, persico, luccioperca, persico sole, persico trota, luccio, ghiozzo, pesce gatto, anguilla, bottatrice). Nel Lario la zona pelagica è di gran lunga prevalente; la notevole ripidità delle rive infatti fa sì che la zona litorale sia confinata in un'area molto ristretta, in prossimità delle sponde. Ne consegue che il popolamento ittico è in gran parte costituito da specie pelagiche, quali i coregoni, presenti con le due specie Lavarello (Coregonus spp.) e Bondella (Coregonus macrophtalmus), l'Agone (Alosa fallax lacustris), e l'Alborella (Alburnus alburnus alborella). Ad eccezione di quest'ultima, che si spinge nella zona litorale anche per motivi alimentari, queste specie trascorrono gran parte della loro esistenza lontano dalla riva, dove la loro presenza è avvertibile invece nel solo periodo riproduttivo, quando gli esemplari maturi si portano sui bassi fondali per la deposizione delle uova. Le specie ittiche più legate all'ambiente litorale, pur raggiungendo localmente densità molto elevate, costituiscono una componente minoritaria dell'ittiofauna lacustre. In ragione di quanto sopra esposto si conviene che l’ecosistema litorale risulta molto importante riportato all’intero ecosistema lacustre, a causa della sua limitata estensione e notevole importanza strategica per le specie presenti. Gli interventi previsti per la cantierizzazione a lago (attracchi ed aree cantiere), ed eventuali sversamenti che, attraverso i corsi d’acqua, possono Pagina 167 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE raggiungere il lago, possono influenzare direttamente l’ecosistema litorale. Di conseguenza verrà fatta particolare attenzione ad individuare le aree di litorale che verranno influenzate dalla cantierizzazione, allo scopo di fornire un adeguato piano di monitoraggio alle stesse. C.8.3 RAPPORTO TRA IL TRACCIATO E LE RETI ECOLOGICHE C.8.3.1. IL TRACCIATO E LA RER La figura seguente illustra gli ambiti della RER interessati dal tracciato, che coinvolge sia elementi di primo, che di secondo livello della rete ecologica. Figura C.49 – Elementi di primo e secondo livello della RER interessati dal tracciato C.8.3.2. IL TRACCIATO E LA REP Il tracciato, lungo il suo svolgimento, intercetta due tipologie di ambiti di rete ecologica provinciale: - Ambiti di massima naturalità, definiti nel PTCP quali aree di più elevata integrità ambientale del territorio provinciale montano; Pagina 168 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Sorgenti di biodiversità di primo livello (Core Areas), definiti quali aree caratterizzate da elevati livelli di biodiversità e da ecomosaici continui; nuclei primari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi. Si tratta di due “elementi costitutivi fondamentali” della REP, caratterizzati dai livelli più elevati di valore biologico e ruolo funzionale. - Figura C.50 - – In blu il tracciato della variante Tremezzina, in verde gli ambiti della Rete Ecologica Provinciale. In dettaglio, il tracciato interessa un ambito “Sorgente di biodiversità di secondo livello” lungo quasi tutto il suo svolgimento nei comuni di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno e Mezzegra. In comune di Colonno il tracciato ricade quasi completamente nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello” e si svolge per lo più in galleria, il che, in linea ipotetica, preserva dalla frammentazione degli ecosistemi e dalla creazione di barriere artificiali; l’impatto maggiore potrebbe quindi derivare non tanto dalla fase di esercizio, per la quale si possono prevedere opportune mitigazioni, quanto dalla fase di cantiere che, per quanto temporanea, comporta notevole disturbo sia sotto il profilo del rumore e delle polveri generate dai mezzi di cantiere, sia del trasporto e del deposito del materiale di escavazione. La prima porzione del tratto in comune di Sala Comacina, pur ricadendo nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello”, è previsto in Pagina 169 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE galleria: anche in questo caso non dovrebbe quindi comportare frammentazione degli ecosistemi e creazione di barriere artificiali. La seconda porzione del tratto in comune di Sala Comacina ricade nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello”, ed è costituito da un tratto di strada a cielo aperto, compreso tra la Valle dei Ronchi e la Valle Premonte. La Valle dei Ronchi è attraversata tramite un ponte mentre la Valle Premonte con un viadotto. Entrambi i manufatti possiedono le caratteristiche per essere permeabili alla fauna. Il tratto compreso in Località Ossuccio (comune Tremezzina) si sviluppa interamente all'interno nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello” ed è previsto in parte a cielo aperto (in continuazione con il tratto prima del viadotto sulla Valle Premonte) ed in parte in galleria (a partire da sopra la frazione di Spurano, con la Galleria Perlana 1). Il tratto a cielo aperto costituisce una barriera artificiale alla connettività ecosistemica, mitigata dalla costruzione di un ecodotto di grandi dimensioni in corrispondenza dell’abitato di Spurano. Il tracciato prosegue in galleria fino al viadotto sulla Val Perlana, posta al confine tra Ossuccio e Lenno, per poi continuare fino al viadotto sul torrente Pola, al confine tra Lenno e Mezzegra. Queste due valli sono elementi delicati, in termini di possibile interruzione della continuità ecosistemica. Il tracciato prosegue quindi interamente all'interno dell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello” attraversando tutto il tratto in Località Mezzegra con un primo tratto in galleria seguito da un tratto a cielo aperto di circa 1 km di lunghezza, intervallato da un viadotto sul torrente Azzano e da una breve galleria artificiale (Galleria Bonzanigo). Il tratto a cielo aperto termina poi all'altezza del torrente Bolvedro, dove inizia il tratto in galleria più lungo dell'intero tracciato proposto (Galleria Tremezzina). Il lungo tratto in galleria si sviluppa per una lunghezza di circa 2,8 km attraverso i comuni di Tremezzo e Griante. Nella sua prima porzione il tracciato interessa l'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello” quindi, superata la valle del torrente Bolvedro, interessa invece la tipologia di ambito di REP caratterizzata dal massimo valore biologico ed ecologico, “Ambito di massima naturalità”. L'ultima porzione di tracciato in galleria, compresa nel comune di Griante, interessa per il primo tratto un ambito di REP “Sorgente di biodiversità di secondo livello”, mentre nella sua ultima porzione interessa quasi esclusivamente un'area non ricadente in rete, in quanto già antropizzata. C.8.4 FONTI BIBLIOGRAFICHE UTILIZZATE Bogliani G., Bergero V., Brambilla M., Casale F., Crovetto G.M., Falco R., Siccardi P., 2009. Rete Ecologica Regionale. Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Regione Lombardia, Milano. Pagina 170 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Provincia di Como, Settore Territorio, Trasporti e Grande Viabilità, 2006. PTCP, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Relazione e Norme Tecniche di Attuazione. Regione Lombardia, 2007. DUSAF - Uso del suolo in Regione Lombardia. Comunità Montana Lario Intelvese, in corso di redazione. PIF Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana Lario Intelvese. Maio G. (a cura di), 1995. Il territorio lariano e il suo ambiente naturale, NodoLibri. C.8.5 ELABORATI GRAFICI T T T T T T 00 00 00 00 00 00 IA IA IA IA IA IA 00 00 00 00 00 00 AMB AMB AMB AMB AMB AMB CT CT CT CT CT CT 24 25 26 27 28 29 A A A A A A CARTA DELL'USO DEL SUOLO CARTA DELLE TIPOLOGIE FORESTALI CARTA DELLA FISIONOMIA DELLA VEGETAZIONE CARTA DEGLI HABITAT CARTA DEGLI ECOSISTEMI CARTA DELLE AREE PROTETTE C.8.5.1. QUADRO SINOTTICO DELLE AREE SENSIBILI L’analisi della componete Vegetazione, della componete Fauna e della componete Ecosistemi ha permesso di individuare le aree maggiormente sensibili al tracciato della variante alla Tremezzina. Le tre componenti, per loro stessa natura, analizzano un contesto ambientale partendo dai medesimi principi ecologici e biologici, pertanto è possibile evidenziare dei parallelismi che, a titolo informativo, si riportano nella tabella che segue (). Tabella C.58 – Quadro sinottico delle aree sensibili per le componenti fauna, vegetazione ed ecosistemi. Aree sensibili individuate dalla componente Ecosistemi 1. Boschi submontani 2. Arbusteti montani e submontani 3. Prati magri e pingui 4. Grotte 5. Torrenti montani e ambienti di forra 6. Ambiente lacustre - Aree sensibili individuate dalla componente Vegetazione 8. Boschi misti con presenza di B. AMBIENTI BOSCATI (boschi ed castagno arbusteti submontani) 2. Boschi radi a carpino nero ed orniello C. AREE APERTE (praterie magre da fieno a bassa altitudine, 4. Prati e prato-pascoli ghiaioni mediterranei) E. CAVITA’ E GROTTE Aree sensibili individuate dalla componente Fauna A. AMBIENTI ACQUATICI (torrenti, bacino lacustre) C. AREE APERTE (praterie magre da fieno a bassa altitudine, ghiaioni mediterranei) F. AMBIENTI ARTIFICIALI (vasche per abbeverata, muretti a secco, impianti di olivo,) 1. Vegetazione di forra 5. Aree detritiche con copertura vegetale discontinua 3. Oliveti Pagina 171 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE - D. PARETI ROCCIOSE G. AREE DI DEPOSITO MATERIALE 6. Vegetazione delle rupi calcaree - Pagina 172 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.9. STATO DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO STORICOCULTURALE C.9.1 INQUADRAMENTO PAESAGGISTICO C.9.1.1. METODOLOGIA DI ANALISI Per la definizione dello stato del paesaggio e del patrimonio storico-culturale dell’area interessata dal progetto della SS 340 “Regina” Variante alla Tremezzina, sono state prese in considerazione: - le analisi effettuate dal Piano Paesaggistico Regionale (PPR, elaborato del Piano Territoriale Regionale PTR) della Lombardia; - le analisi effettuate dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Como (PTCP). Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con DCR n. 951 del 19 gennaio 2010, ha acquistato efficacia per effetto della pubblicazione dell’avviso di avvenuta approvazione sul BURL n. 7, serie “Inserzioni e Concorsi” del 17 febbraio 2010. Il Consiglio Regionale della Lombardia, con DCR n. 56 del 28 settembre 2010 ha successivamente approvato alcune modifiche ed integrazioni. Inoltre, come previsto dall’articolo 22 della L.R. 12/2005 il PTR è stato poi aggiornato annualmente mediante il programma regionale di sviluppo, ovvero mediante il documento strategico annuale. Il PTR, in applicazione dell’art. 19 comma 1 della L.R. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (D.Lgs.n.42/2004), e pertanto: - individua le misure generali di tutela paesaggistica da perseguire nelle diverse parti del territorio regionale (art. 76 comma 1 L.R. 12/2005); - contiene prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle province, delle aree protette e immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione (art. 76 comma 2). Il PPR in tal senso recepisce consolida ed aggiorna il previgente Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) del 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela. Il PPR diviene così sezione specifica del PTR e disciplina paesaggistica dello stesso mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità. Pagina 173 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Il confronto con il PPR è stato fatto in particolare analizzando la seguente cartografia: - Tavola A “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio”; - Tavola B “Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico”; - Tavola C ”Istituzioni per la tutela della natura”; - Tavola D “Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica”; - Tavola E “Viabilità di rilevanza regionale”; - Tavola F “Riqualificazione paesistica: ambiti ed aree di attenzione regionale. Le sovrapposizioni del tracciato progettuale con stralci delle Tavole A,B,C,D,E,F del PPR in scala 1:300.000 sono raffigurate nell’apposito elaborato grafico. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Como (PTCP) è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 59/35993 del 2 agosto 2006 successivamente al PPR, ed è vigente dal 20 settembre 2006 (data della pubblicazione della sua approvazione sul BURL). Il PTCP costituisce elemento strategico del Piano del Paesaggio, istituito e definito dal Piano territoriale Paesistico Regionale (oggi compreso ed integrato nel Piano Paesaggistico Regionale.) quale insieme degli atti a specifica valenza paesaggistica. In quanto tale esso assolve ai seguenti compiti: - riconosce i valori e i beni paesaggistici, intesi sia come fenomeni singoli sia come sistemi di relazioni tra fenomeni e come contesti od orizzonti paesaggistici; - assume i suddetti valori e beni quali fattori qualificanti della disciplina dell’uso e delle trasformazioni del territorio e definisce conseguentemente tale disciplina; - dispone le azioni per mantenere e migliorare nel tempo la qualità del paesaggio. Il confronto con il PTCP è stato fatto in particolare analizzando la Tavola A2B “Il paesaggio”. La sovrapposizione del tracciato di progetto con stralcio della tavola A2B in scala 1:25.000 è raffigurata nell’apposito elaborato grafico del SIA. Così come indicato alla pag.10 della “Relazione finale” della “Fase di consultazione per la definizione di contenuti dello Studio di Impatto Ambientale” della Regione Lombardia: - sono stati presi in considerazione anche gli indirizzi di tutela e di salvaguardia dettati dal PPR, necessari per la corretta progettazione degli interventi di mitigazione e compensazione di tipo paesaggisticoambientale. - sono stati individuati i beni paesaggistici vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004 interferiti dal progetto, per i quali si rende necessaria, unitamente alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, la procedura di autorizzazione paesaggistica. Come allegato allo SIA è stata predisposta la Relazione Paesaggistica, sviluppata secondo i contenuti dell’Appendice A della DGR del 22 dicembre 2011 n. IX/2727. Pagina 174 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.9.1.2. L’AMBITO GEOGRAFICO DEL “LARIO COMASCO” Dal confronto con la Tavola A “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio” del PPR si evince come il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sia interamente ricompreso nell’Ambito geografico “Lario Comasco”. La sovrapposizione del tracciato progettuale con lo stralcio della Tavola A in scala 1:300.000 è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. Gli ambiti geografici possono essere considerati come territori organici, di riconosciuta identità geografica. Essi si distinguono sia per le componenti morfologiche, sia per le nozioni storico-culturali che li qualificano: si delineano, da un lato, attraverso un esame minuto del territorio, delle sue forme, della sua struttura, delle sue relazioni, dall’altro attraverso la percezione che ne hanno i suoi abitanti o attraverso la costruzione figurativa e letteraria che è servita a introdurli nel linguaggio d’uso corrente. In questo caso l’appartenenza a una determinata area geografica, i cui confini sono molto spesso indefiniti, significa riconoscere in essi un palinsesto generativo fatto di comuni identità culturali, di dialetto, di vicende amministrative, di tradizione, di fatti insediativi tipici ecc. La descrizione dell’ambito geografico di seguito riportata è tratta dal documento del PPR “Paesaggi della Lombardia”. Lo stesso documento, oltre alla descrizione dell’ambito geografico, ha individuato gli elementi che ne compongono il paesaggio locale e che ne danno il senso e l’identità, la sua componente percettiva, il suo contenuto culturale. Il Lario Comasco La regione lariana, marcata dal lungo solco bipartito del lago, racchiude in sé paesaggi fra i più celebrati, descritti e raffigurati della regione. In un certo senso l’anima del paesaggio lombardo, l’idea stessa di paesaggio è scaturita nell’Ottocento su queste sponde, tra un affiato romantico ed un primo accenno di turismo da “bell’époque‟. Ma l’apprezzamento estetico di questi luoghi, sintesi della forma naturale di acque e terra, attraversa a ritroso i secoli, passa per Stendhal, Manzoni, Porta, Giusti e arriva probabilmente a Plinio il Giovane, primo estimatore del Lario, a Cassiodoro, a Ennodio. La peculiarità che ha così variamente ispirato tanti autori si fonda sul profondo e quasi naturale intreccio di componenti ambientali e antropiche. Il lago è un efficace moderatore del clima e ciò favorisce l’abito vegetale delle sue sponde, estremamente diversificato per specie e per combinazioni: dalle essenze esotiche dei parchi alle colture tipiche della regione mediterranea, quali olivo e vite. La giacitura del lago, così addentro nelle Prealpi, ha poi facilitato i transiti verso i valichi alpini, sia per via d’acqua sia per via di terra e, di conseguenza, la stessa influenza civile e religiosa di Como su un territorio oggi molto ridimensionato rispetto alla sua estensione originaria. Infine attività quali la pesca, il commercio e poi il turismo, sono servite ai lariani per integrare forme di vita tradizionalmente legate alla selvicoltura e all’agricoltura di montagna. Il dipanarsi dell’attività umana su un “piano Pagina 175 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE inclinato‟ unidirezionale, come quello che corre dalla sponda del lago alla cima del suo versante, ha composto un paesaggio per così dire molto più compresso e strutturato che altrove. In pratica quello che si ritrova in un fondovalle, qui, nel solco del Lario, lo ritroviamo letteralmente aggrappato fra la sponde e la montagna, vale a dire gli abitati, il loro contorno di coltivi terrazzati o “roncati‟, la prima fascia boschiva castanile, il maggengo ovvero il “monte‟, la seconda fascia boschiva di transizione fra ceduo e aghifoglie, l’alpeggio. A conferma di ciò il fatto che i limiti amministrativi dei comuni si sviluppano più in verticale che in orizzontale. Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale Componenti del paesaggio fisico Crinali (sistema dei crinali prealpini: Bisbino, San Bernardo, Colma di Schignano; Costone, Monte di Tremezzo; Costone del Bregagno; Boletto, Bolettone, Palanzone, Monte San Primo), versanti, orridi (Nesso, Osteno), trovanti (Pietra Pendula, Pietra Lentina, Pietra Luna) e altri fenomeni legati al glacialismo; piramidi di terra di Rezzago; valli sospese (valli del Telo); dossi di Lavedo; Isola Comacina; cavita carsiche (Buco del Piombo); lago di Piano; grotte di Rescia. Componenti del paesaggio naturale Aree naturalistiche e faunistiche (Monti Lariani: alte vallate dell’Albano, del Livo e del Liro; parco del Galbiga e del San Martino a Tremezzo); ambiti forestali (foresta di resinose dell’alta Val Sanagra, foresta regionale della Valsolda). Componenti del paesaggio agrario Ambiti del paesaggio agrario particolarmente connotati (ronchi a uliveti della Tremezzina, ripiani roncati di Lezzeno, terrazzi a vigneto di Rezzonico, Cremia e Pianello, coltivi del Dosso di Lavedo, prati del Pian delle Noci, prati del lago di Piano); dimore rurali “a lòbia” del Lario occidentale; dimore rurali dette “masòn” e “tegiàd” in Val Cavargna e Valle Albano, “sostr”‟, “barek” e “nevère” (alpe di Mezzedo, di Ossuccio, di Carate), “bolle”, “tèc” delle prealpi comasche, “pojatt” o carbonaie, “mutate” della Val Cavargna; insediamenti temporanei di mezza costa (“munt” e “cassine” di Madrona, di Liscione, di Urio, di Lenno, di Carate, Baggio di Livo) e di alta quota (“alp”: alpe Piella, alpe Pesciò, alpe di Lenno, alpe Livea, alpe Stabiello, alpe Darengo, alpe Vincino, alpe Camedo ... ); percorrenze tradizionali lago-monte con relative strutture: selciati, ponti, edicole, gradonate, cippi ecc.; equipaggiamenti collettivi “minori”: lavatoi, acquedotti, “riai” montani, fontane; zone dei “crotti” in val Menaggio, dintorni di Musso e Dongo. Componenti del paesaggio urbano Centri storici (Gravedona, Sorico, Domaso, Gera Lario, Careno, Bellagio, Nesso, Menaggio, Varenna, Colonno, Ossuccio, Lenno, Sala Comacina, Pagina 176 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Colonno, Argegno, Laglio, Torno, Pognana, Nesso, Lezzeno, Castiglione d.Intelvi, Pellio superiore, Molzano, Porlezza, Albonico, Osteno, Claino, Ramponio, Laino, San Fedele d.Intelvi, Castiglione d.Intelvi. .. ); centri turistici di tradizione storica con relativi equipaggiamenti (Tremezzo, Menaggio, Bellagio, Cernobbio, Cadenabbia, Lanzo d’Intelvi); nuclei rivieraschi a impianto urbanistico longitudinale (Musso, Dongo, Careno, Brienno ... ); nuclei montani di terrazzo (“piana”) o di pendio (Palanzo, Lemna, Molina, Zelbio, Pigra, Ponna, Garzeno, Germasino, Stazzona, Semurano, Veleso ... ); nuclei, edifici e apparati decorativi murali delle valli del Liro e del Livo (Dosso del Liro, Garzeno, Consiglio di Rumo, Peglio, Livo, Montemezzo, Trezzone, Bugiallo, Caino ... ); nuclei storici della Valsolda e della Val Cavargna (Albogasio, Castello, Cima, Loggio, San Mamete, Cavargna, San Nazaro, San Bartolomeo, Cusino). Componenti del paesaggio storico-culturale Tracciati storici (in genere i percorsi di crinale, Strada Regina e percorrenze parallele alternative, mulattiere e strade militari della Linea Cadorna, sentieri degli spalloni., strada del San Jorio e del Camedo, sentiero della Bocchetta del Cannone a Livo, “oghe boschive”); molini e folle (Cerano d’Intelvi, S. Pietro Sovera di Porlezza); recinti fortificati (Castello di Carlazzo, Santa Maria Rezzonico) e altri presidi difensivi; ville, parchi e giardini storici (villa Olmo, villa Carlotta a Cadenabbia, villa Pliniana a Torno, sponde lariane fra Torno e Blevio e fra Como e Cernobbio, giardino del Merlo a Musso, palazzo Gallio a Gravedona, villa del Balbianello, villa Beccaria a Sala Comacina, villa Sola Cabiati a Tremezzo, villa Taverna di Blevio, ville Serbelloni e Melzi a Bellagio, villa Vigoni a Loveno ... ); sistema dei porti lacustri, imbarcaderi e loro attrezzature (Cernobbio ... ), lungolago; architettura religiosa romanica del Lario (Santa Maria del Tiglio, Santo Stefano di Lenno, San Benedetto di Val Perlana, San Vincenzo di Sorico ... ); edifici religiosi d’impianto quattrocentesco dell.Alto Lario (Santa Maria delle Grazie di Gravedona, San Vincenzo di Gera Lario ... ); architettura religiosa barocca della Val d’Intelvi; conventi e monasteri (Acquafredda); monumenti isolati, edifici sacri di particolare evidenza paesaggistica (santuario del Bisbino, San Martino di Griante, santuario della Madonna del Soccorso a Ossuccio, oratorio di San Maurizio a Porlezza, Santa Margherita sul dosso di Musso, San Lucio in Val Cavargna, San Fedelino sul lago di Novate Mezzola; santuari, sacrari e altri luoghi commemorativi (Sacro Monte di Ossuccio, chiesa della Madonna del Ghisallo); espressioni minori della religiosita popolare: gesuoli, croci, vie Crucis, eremi, pilastrelli votivi per la peste; luoghi sacrali e rituali (Isola Comacina, Bosco Sacro di Cavargna); infrastrutture storiche di trasporto (funicolare di Brunate, ex-funicolare di Santa Margherita Valsolda, servizio della navigazione sul lago); siti archeologici (Isola Comacina, Santa Maria Rezzonico, Casle di Ramponio, Buco del Piombo, Buco dell’Orso); siti estrattivi storici (cave della pietra di Moltrasio e del marmo di Musso.; miniere di ferro della Val Dongana), fucine e forni fusori; archeologia industriale (filande e filatoi a Cremia, Pianello). Pagina 177 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Componenti e caratteri percettivi del paesaggio Visuali paesistiche tramandate nell’iconografia regionale: immagini “Biedermaier” e “Artaria”; luoghi letterari (Valsolda di Fogazzaro, Tremezzina e Cadenabbia nelle descrizioni di viaggio del XIX secolo); panorami, belvedere (Bisbino, San Primo, Boletto, Brunate, Sighignola, Generoso, Madonna del Ghisallo, punta di Bellagio, belvedere di San Martino a Tremezzo); luoghi dell’identita locale (Centro lago e Tremezzina, Isola Comacina, Santa Maria del Tiglio a Gravedona, Madonna dei Ghirli a Campione d’Italia, villa Carlotta a Cadenabbia, “orridi” del lago di Como). C.9.1.3. L’UNITÀ TIPOLOGICA DI PAESAGGIO “DEI LAGHI INSUBRICI” Dal confronto con la Tavola A “Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio” in scala 1:300.000 del PPR si evince come il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sia interamente ricompreso nell’Unità tipologica di paesaggio appartenente alla Fascia prealpina e denominata “Paesaggi dei Laghi Insubrici”. La descrizione di tale unità di paesaggio che verrà di seguito riportata è tratta dal documento del PPR “Paesaggi della Lombardia”. Con il termine “unità di paesaggio‟, si vorrebbe far corrispondere a una omogeneità percettiva, fondata sulla ripetitività dei motivi, un’organicità e un’unità di contenuti. Queste condizioni si verificano solo in parte negli ambiti geografici sopra definiti. In essi si trovano piuttosto modulazioni di paesaggio, cioè variazioni dovute al mutare, brusco o progressivo, delle situazioni naturali e antropiche. Si tratta di variazioni di “stile‟, intendendo con ciò il prodotto visibile della combinazione di fattori naturali e di elementi storico-culturali. Tali variazioni stilistiche si manifestano secondo regole definite, in quanto quello stile, quella combinazione di elementi, quelle peculiarità territoriali possono ricorrere anche in ambiti geografici diversi. Ma esse entrano in modo organico e integrato a definirli uno per uno. Alla loro identificazione concorrono elementi diversi, alcuni dei quali però assumono significato basilare nella combinazione di fatti naturali e di fatti antropici. La struttura del paesaggio ha le sue modulazioni estreme passando dalle alte quote alpine, dove l’azione antropica è limitata o assente, alle aree di pianura in cui il segno umano è invece forte e dominante. Paesaggi del laghi insubrici Questo paesaggio non è solo uno dei più peculiari della fascia prealpina, ma è anche uno dei più significativi e celebrati della Lombardia e d’Italia. Esso richiama la storia geologica della formazione delle Alpi, le vicende climatiche, e con queste, anche le morfologie e le forme di insediamento di periodo storico. I laghi occupano la sezione inferiore dei bacini vallivi che scendono dalle catene più interne. Questi invasi sono il risultato di fratture antiche e di modellamenti glaciali pleistocenici. Tutti sono racchiusi dalle dorsali prealpine. La presenza dei laghi condiziona fortemente il clima e l’abito Pagina 178 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE vegetale dei luoghi assumendo quella specificità - detta insubrica rappresentata da una flora spontanea o di importazione (dai lecci, all’ulivo, al cipresso) propria degli orizzonti mediterranei. Ma alla presenza delle acque lacustri si devono numerosi altri elementi di singolarità riguardanti l’organizzazione degli spazi (tipo di colture, di insediamento, attività tradizionali come la pesca, interrelazioni per via d’acqua ) e le testimonianze storiche, la percezione e la fruizione del paesaggio come scenario di soggiorno e turismo. Al richiamo del paesaggio lacustre si collega la formazione dell’immagine romantica e pittorica dei luoghi, delle ville e dei giardini, vero e proprio “paesaggio estetico”, declamato nella letteratura classica (Manzoni, Stendhal, Fogazzaro) e di viaggio, raffigurato nel vedutismo e nella pittura di genere. La fascia spondale, così caratterizzata, è poi sovrastata da fasce altitudinali che si svolgono lungo i versanti in modi tradizionalmente non tanto dissimili da quelli delle valli proprie. La mancanza di un fondovalle genera però una sorta di lenta aggressione edilizia delle pendici che, seppur connotata da basse densità volumetriche, impone comunque una riflessione su un così alto consumo di suolo. paesaggisticamente pregiato (e forse, proprio per questo, così ambìto). C.9.1.4. L’UNITA’ DI PAESAGGIO “TREMEZZINA E ISOLA COMACINA” Dal confronto con la Tavola A2 del PTCP “Il paesaggio”, si evince come il tracciato di progetto della Variante alla Tremezzina sia interamente ricompreso nell’Unità di paesaggio n. 12 denominata “Tremezzina e Isola Comacina”. La sovrapposizione del tracciato di progetto con stralcio della Tavola A2B “Il paesaggio” in scala 1:25.000 è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. La descrizione dell’unità di paesaggio che verrà di seguito riportata è presa dal documento “Relazione” del PTCP. Il PTCP dettaglia e meglio definisce le “unità tipologiche del paesaggio” già indicate dal previgente PTPR (oggi PPR) , individuando sul territorio provinciale 27 ambiti omogenei per caratteristiche fisico-morfologiche, naturalistiche e culturali denominate “unità tipologiche del paesaggio del PTCP”, e ne definisce i relativi caratteri connotativi. Le “unità tipologiche del paesaggio” del PTCP costituiscono sub articolazioni territoriali di quelle individuate dal PTPR. La definizione delle unità tipologiche di paesaggio (UTP) deriva da una lettura del territorio articolata principalmente, ma non esclusivamente, su basi morfologiche ed ambientali. In linea generale il tracciamento dei confini tra le unità tipologiche di paesaggio ha risposto a criteri di omogeneità dei contesti paesaggistici, con particolare riferimento all’univocità dei contesti descritti e della loro percezione visiva, così come delineata dall’esistenza di vette, crinali, spartiacque ed altri elementi fisico-morfologici agevolmente riconoscibili nelle loro linee costitutive essenziali. Pagina 179 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tremezzina e Isola Comacina Sintesi dei caratteri tipicizzanti Il versante orientale del Monte di Tremezzo, peculiare sotto l'aspetto geomorfologico per la ricchezza di grotte e forme carsiche, termina in direzione del Lario con la strapiombante parete del Sasso San Martino, che incombe sopra l'abitato di Griante. In questo tratto la riviera lariana offre il meglio del proprio repertorio paesaggistico, ripetutamente immortalato nell'iconografia durante il corso dei secoli. Alla scogliera del San Martino fanno infatti seguito verso sudovest l'ampia Costa della Tremezzina, il boscato Dosso di Lavedo, promontorio più conosciuto con il nome di Punta della Villa Balbianello e tutelato quale patrimonio mondiale dall'UNESCO, e la celebre Isola Comacina, entrambe propaggini del complesso dolomitico che costituisce il Monte di Tremezzo. Di fronte all'isola, l'unica nel Lario, e all'antistante Zoca de l'oli, antica culla della coltura dell'olivo portato sul Lario dai Romani, oltre i nuclei di Spurano, Ossuccio e Lenno si apre la cupa e profonda Val Perlana, largamente nota per la presenza di una Via Crucis che collega monasteri e cappelle di rilevante interesse storico e architettonico l'abbazia dell'Acquafredda, il santuario della Madonna del Soccorso e il complesso monastico di San Benedetto, di origine romanica. L'ampia Costa della Tremezzina, ricca di ville e grandi edifici-albergo, si presenta debolmente inclinata sino alle pendici del Monte di Lenno, del Galbiga e del Crocione, rilievi incisi dal profondo solco del torrente Bolvedro ed allineati a formare un dolce crinale costellato di alpeggi e "bolle". La natura dei versanti è di tipo sedimentario; sopra la piattaforma carbonatica compaiono infatti argilliti, marne, grossi banchi di calcari corallini e calcari dolomitici fossiliferi che costituiscono le inconfondibili falde oblique del Monte di Tremezzo. Di rilevante qualità paesaggistica ed architettonica è l'insediamento di Villa Balbianello, come peraltro anche quello di Villa Carlotta, inserito in un ampio parco storico terrazzato che ospita un famoso giardino botanico. Numerose altre ville signorili, dimore storiche di personaggi illustri, arricchiscono le sponde della Tremezzina nel tratto di strada litorale compreso tra Azzano e Griante. Nell'unità di paesaggio la tipologia dei comparti agricoli è quella a "campi chiusi" di tradizione nord-europea. Fitti terrazzamenti, individuati quali "paesaggi agrari tradizionali" dal PTPR, occupano infatti le primi pendici alle spalle dei declivi abitati, punteggiate da alberi da frutta e olivi, giungendo sino agli insediamenti di mezza costa. Purtroppo il territorio agricolo è oggi sempre più frequentemente ridotto e intaccato rispetto al passato, specialmente negli spazi percepibili dai percorsi principali. Inoltre il progressivo aumento dell'edilizia residenziale e produttiva è giunto a densità tali, in alcune zone, da porre a rischio l'originaria maglia di relazioni tra gli elementi del paesaggio. Testimonianze di origine romana e ruderi di torri di avvistamento sono disseminate in quasi tutti gli insediamenti a lago, a documentare il tracciato dell'Antica Via Regina nelle diverse epoche storiche. Pagina 180 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La stessa Isola Comacina costituisce una della principali aree nelle quali sono state effettuati rinvenimenti archeologici di grande importanza in provincia di Como. Anche l'architettura romanica è presente con splendidi esempi, quali ad Ossuccio la chiesa dei SS. Giacomo e Filippo e la chiesa di Santa Maria Maddalena, con il noto campanile. Il territorio è straordinariamente ricco di incantevoli vedute panoramiche, tra le quali ci si limita qui a ricordare quelle che si possono godere dalla chiesetta di San Martino, dalla chiesa di Santa Margherita a Pigra e dal Dosso di Lavedo. L'unità tipologica di paesaggio è attraversata in parte dalla Via dei Monti Lariani e per l'intera sua lunghezza dall'Antica Via Regina. Principali elementi di criticità Come principali elementi di criticità sono stati individuati: - Semplificazione del paesaggio determinata dall’abbandono delle pratiche agricole e pastorali; - Perdita del valore del paesaggio per la progressiva e non controllata espansione dell’edificato e l’abbandono di percorsi e manufatti storici; - Locale interruzione dei corridoi ecologici; - Dissesto idrogeologico dei versanti. C.9.1.5. ELEMENTI DI RILEVANZA PAESAGGISTICA REGIONALE Il confronto con le tavole B “Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico”, D “quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale ed E “Viabilità di rilevanza regionale” in scala 1:300.000 del PPR, ha permesso l’individuazione di tutti gli elementi di interesse paesaggisticoambientale di rilevanza regionale presenti nell’area di studio. Alla scala del paesaggio, come area di studio si intende l’”area vasta” comprendente il territorio direttamente interessato dal progetto della Variante alla Tremezzina e le zone circostanti (ricomprese nei territori dei comuni interferiti di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante). Dal 4 febraio 2014 i comuni di Ossuccio, Lenno, Tremezzo e Mezzegra, si sono fusi in unico comune denominato Tremezzina. La sovrapposizione del tracciato progettuale con stralci delle suddette tavole in scala 1:300.000 è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. Il documento “Repertori” del PPR ad ogni elemento associa un numero di identificazione, in alcuni casi descrivendone le caratteristiche. Gli elementi individuati nell’area di studio sono: Luoghi dell’identità (tavola B): - Isola Comacina (n.37). Paesaggi agrari tradizionali (tavola B): - Ronchi e terrazzi della Tremezzina (n.29). Siti Unesco – art. 23 Normativa (tavole B,D): - Sacri monti della Lombardia (n.3). Strade panoramiche – art. 26 comma 9 Normativa (tavole B,E): - SS340 Regina (n.39). Pagina 181 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tracciati guida paesaggistici-art. 26 comma 10 Normativa (tavole B ,E): - Sentero del Giubileo (n.2); - Antica Strada Regina (n.15, pedonale); - Via Carolingia (n.57). Visuali sensibili-art.27 comma 3 Normativa (tavola E): - Belvedere di S.Martino a Griante (n.30). Punti di osservazione del paesaggio lombardo-art.27 comma 4 Normativa (tavola B): - Paesaggio insubrico-bacino lariano (n.14). Tracciati guida paesaggistici I tracciati guida paesaggistici costituiscono i grandi itinerari percettivi del paesaggio lombardo e posseggono i seguenti fondamentali requisiti: 1. risultano fruibili con mezzi e modalità altamente compatibili con l’ambiente e il paesaggio, vale a dire con mezzi di trasporto ecologici (ferroviari, di navigazione, pedonali, cicloturistici, ippici, canoistici ecc.); 2. privilegiano, ove possibile, il recupero delle infrastrutture territoriali dismesse (ferrovie, strade arginali, percorsi storici ecc.); 3. perseguono la compatibilità e l’integrazione fra diversi utenti; 4. tendono, ovunque sia possibile, alla separazione dalla rete stradale ordinaria per garantire standard di protezione e sicurezza; 5. perseguono l’integrazione con il sistema dei trasporti pubblici locali e con la rete dell’ospitalità diffusa. Si riportano di seguito le descrizioni contenute nel documento “Repertori” e relative ai tracciati guida paesaggistici presenti nell’area di studio. Il sentiero del Giubileo Itinerario escursionistico di lunga percorrenza realizzato dall’ARF Lombardia in occasione del Giubileo dell’anno 2000. Collega in senso nord-sud il Varesotto (Ponte Tresa) – e la Valle Spluga (con una bretella) - con l’Oltrepo’ Pavese (Passo del Penice) offrendo in questo senso un’alternativa al tradizionale percorso della Via Francigena (intersecata all’altezza di Pavia) e un’integrazione alla stessa valorizzando il tracciato ‘romeo’ oltrepadano passante per la Valle Staffora, Bobbio e l’Alto Piacentino. Risulta essere, con il Sentiero E1, una delle poche possibilità di attraversamento della valle del Po su percorsi protetti. È comune in alcuni tratti con il Sentiero E1, l’itinerario del Ticino, la greenway Milano-Varzi. Inoltre a questo sentiero si affiancano, in funzione ciclabile, alcuni tratti della rete ciclabile della Provincia di Varese. In particolare: la ciclabile della Valganna, la ciclabile del Lago di Varese e la connessione Lago di Varese-Parco del Ticino. Punto di partenza: Ponte Tresa – Passo dello Spluga. Punto di arrivo: Passo del Penice – Corte S. Andrea. Lunghezza complessiva: 400 km circa. Tipologie di fruitori: pedoni, in alcuni tratti ciclisti. Pagina 182 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tipologia del percorso: sentieri, strade arginali e forestali. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Varese, Como, Pavia. Province attraversate: Varese, Milano, Pavia, Sondrio, Como, Lodi. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio insubrico, paesaggio dei rilievi prealpini, paesaggio delle colline moreniche, paesaggio delle valli fluviali escavate, paesaggio della pianura irrigua, paesaggio appenninico. L’antica Strada Regina Riguarda il recupero di una delle più note via di transito storico della Lombardia. In parte già realizzato con percorsi pedonali attrezzati fornisce importanti conoscenze sulla storia del commercio e delle vie di comunicazione utilizzate in epoca romana e ulteriormente incrementate dal Medioevo fino alla fine dell’Età Moderna. L’asse della Regina risale la sponda occidentale del lago di Como e giunge a Chiavenna, da cui si dipartono le due direttrici transalpine verso lo Spluga e verso la Bregaglia (passo del Settimo). Punto di partenza: Como. Punto di arrivo: Chiavenna. Lunghezza complessiva: 120 km. Tipologie di fruitori: pedoni. Tipologia del percorso: sentieri, strade comunali, strade campestri. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Como. Province attraversate: Como, Sondrio. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio insubrico, paesaggio delle valli alpine glaciali. La via Carolingia La via Carolingia evoca il percorso effettuato da Carlo Magno nell’anno 800 per recarsi a Roma per la sua elezione a imperatore. Riconusciuto quale “itinerio culturale” europeo dal Consiglio d’Europa, attraversa il terriorio lombardo da Campione d’Italia fino a Suzzara per poi rientare, per breve tratto, a Sermide. Il percorso riconosciuto segue strade secondarie e minori percorribili in bicicletta. Punto di partenza: Campione d’Italia. Punto di arrivo: Suzzara e Sermide. Lunghezza complessiva: 320 km. Tipologie di fruitori: pedoni, ciclisti. Tipologia del percorso: strade secondarie e minori. Capoluoghi di provincia interessati dal percorso: Como, Bergamo e Mantova. Province attraversate: Como, Lecco, Bergamo, Cremona, Brescia, Mantova. Tipologie di paesaggio lungo l’itinerario: paesaggio prealpino e dei laghi insubrici, paesaggi collinari del Canturino, della Brianza e della Bergamasca, paesaggi della pianura Bergamasca e Cremonese, della Bassa Bresciana e del Mantovano, paesaggio fluviale della valle del Po nel Mantovano. Pagina 183 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Punti di osservazione del paesaggio lombardo Di seguito si riportano alcuni stralci della scheda n. 04 “Paesaggio insubrico bacino lariano del documento del PPR “Osservatorio dei Paesaggi lombardi” relativi al punto di osservazione del paesaggio isubrico della sponda occidentale del lago di Como. Tipo di paesaggio: insubrico della sponda occidentale del lago di Como. Punto di ripresa: Santuario della Madonna del Soccorso, comune di Lenno (Como): 401 m. Orientamento :nord-nord-est. Questo paesaggio non è solo uno dei più peculiari della fascia pre-alpina, ma è anche uno dei più significativi e celebrati della Lombardia e d’Italia. Richiama la storia geologica delle Alpi, le vicende climatiche, e con queste le forme di insediamento di periodo storico. I laghi occupano la sezione inferiore dei bacini vallivi che scendono dalle catene interne. Questi invasi sono il risultato di fratture antiche e di modellamenti glaciali pleistocenici. Tutti sono racchiusi dalle dorsali prealpine. La presenza dei laghi condiziona il clima e l’abito vegetale dei luoghi assumendo quella specificità detta insubrica rappresentata da una flora spontanea o di importazione (dai lecci, all’ulivo, al cipresso) propria degli orizzonti mediterranei. Alla presenza delle acque lacustri si devono numerosi altri elementi di singolarità riguardanti l’organizzazione degli spazi (tipo di colture, di insediamento, attività tradizionali come la pesca, interrelazioni per via d’acqua..) e le testimnianze storiche, la percezione e la fruizione del paesaggio come scenario turistico. La fascia spondale è poi sovrastata da fasce altitudinale che si svolgono lungo i versanti in modi non tanto dissimili da quelli della valli proprie. La mancanza di un fondovalle genera una sorta di lenta aggressione edilizia delle pendici (vedi Cernobbio e Moltrasio) C.9.1.6. ELEMENTI DI RILEVANZA PAESAGGISTICA PROVINCIALE Il PTCP di Como ha individuato le “rilevanze paesaggistiche”, nel senso di beni irrinunciabili o soggetti a rischio, nonché altri elementi “di riferimento territoriale” (landmarks), nel senso di beni necessari alla conoscenza e alla caratterizzazione delle unità tipologiche di paesaggio. Tali rilevanze sono state individuate sulla base di un’analisi della loro rilevanza quali elementi in grado di caratterizzare il paesaggio della provincia o di sue ripartizioni territoriali. Essi non vanno pertanto confusi, sebbene possano in diversi casi coincidere, con quei beni già oggetto di disposizioni normative in materia paesaggistica che costituiscono il sistema dei vincoli vigenti ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Infatti mentre i primi sono identificati nella carta del paesaggio del PTCP, i secondi trovano rappresentazione nella carta dei vincoli del PTCP, che riporta integralmente l’attuale stato delle conoscenze desumibili dal Sistema Informativo Beni Ambientali (SIBA) della Regione Lombardia. Il PTCP individua gli “elementi di rilevanza paesaggistica” suddividendoli nei 4 sottosistemi: - fisico-morfologico (aree con fenomeni carsici, cascate, isole,..); Pagina 184 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE naturalistico (alberi monumentali, ambiti e siti di interesse paleontologico,..); - paesaggistico (luoghi dell’identità del PTPR, punti panoramici,..); - storico-culturale (centri storici,elementi di archittettura civile, elementi di architettura religiosa,..). Dal confronto con la Tavola A2 del PTCP “Il paesaggio”, unitamente all’analisi della Relazione e dell’Allegato 1 alla Relazione “Il sistema paesistico ambientale”, sono stati individuati tutti gli “elementi di rilevanza paesaggistica” presenti nell’area di studio, riportati di seguito suddivisi per tipologia. In questo caso come area di studio si intende l’area dell’unità di paesaggio n.12 “Tremezzina e Isola Comacina” ricompresa all’interno dei territori comunali di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante. La sovrapposizione del tracciato progettuale con stralcio della Tavola A2B “Il paesaggio” in scala 1:25.000 è riportata nell’apposito elaborato graficodel SIA. Nelle seguenti tabelle per ciascuno degli elementi individuati è indicato: - il codice univoco di riconoscimento; - la tipologia corrispondente; - la denominazione con la quale è generalmente riconosciuto l’elemento di rilevanza paesaggistica od un toponimo ad esso contiguo e riportato sulla Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000; - il comune od i comuni nel cui territorio ricade l’elemento di rilevanza paesaggistica. - Elementi areali Fisico-morfologici Codice ID A.3.20 Toponimo Tremezzina Comuni Griante,Tremezzo Isola Comacina Dosso di Lavedo Tipologia Area con fenomeni carsici Isola Promontorio A.6.2 A.12.5 Toponimo Villa Carlotta Tipologia Parco o giardino Comuni Tremezzo Ossuccio Lenno Naturalistici Codice ID A.9.2 Pagina 185 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Paesaggistici Codice ID A.10.17 A.10.23 Toponimo Sasso di Griante o S.Martino Monte di Tremezzo A.14.21 Alpe di Mezzegra A.14.25 Alpe di Sala A.14.27 Alpe di Colonno Tipologia Parete di valenza paesaggistico Parete di valenza paesaggistica Area con presenza di alpeggi Area con presenza di alpeggi Area con presenza di alpeggi Comuni Griante,Tremezzo Tremezzo Mezzegra Sala Comacina Colonno Elementi puntuali Fisico-morfologici Codice ID P.3.13 P.3.14 Toponimo Malgiso Camogge (cascata sulla Via Regina) Tipologia Cascata Cascata Comuni Lenno Colonno Toponimo Torrente Bolvedro Dossone di Nava Prà della Tacca Tipologia Ambito paleontologico Ambito paleontologico Ambito paleontologico Naturalistici Codice ID P.2.7 P.2.8 P.2.9 Comuni Tremezzo Tremezzo Mezzegra Storico culturali Codice ID P.6.4 P.6.8 Toponimo Villa Balbianello Arconati Visconti Villa La QuieteGioconda- Serbelloni Villa Silvestri (Lingeri 1930) Villa Amila (Lingeri 1927) Villa Carlotta P.6.9 Villa Margherita P.6.10 Alberghi e ville stile liberty Palazzo Brentano P.6.5 P.6.6 P.6.7 P.6.14 P.6.15 P.6.16 Palazzo villa Balbiano-GallioDurini Villa Leoni (Lingeri) Tipologia Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale Edificio culturale storico- Comuni Lenno storico- Tremezzo storico- Tremezzo storico- Tremezzo storico- Tremezzo storico- Griante storico- Griante storico- Mezzegra storico- Ossuccio storico- Ossuccio Pagina 186 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE P.6.17 P.6.19 P.10.28 P.10.29 P.10.30 P.10.31 P.10.32 P.10.37 P.10.38 P.10.39 P.10.40 P.10.41 P.10.42 P.10.43 Villette per (Lingeri) Villa Beccaria artisti Chiesa di S.Stefano e Battistero Abbazia dell’Acquafredda oratorio di San Vincenzo Chiesa di S.Maria Santuario di S.Martino Chiesa e oratorio di S.Abbondio Santuario della Madonna del Soccorso e Via Crucis Chiesa dei SS Giacomo e Filippo Oratorio di S.Maria Maddalena Oratorio di S.Giovanni Basilica e Monastero di S. Benedetto Oratorio di San Giovanni Edificio storicoculturale Edificio storicoculturale Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Lenno Luogo di culto Tremezzo Luogo di culto Luogo di culto Tremezzo Griante Luogo di culto Mezzegra Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Luogo di culto Ossuccio Sala Comacina Lenno Paesaggistici Codice ID P.9.4 Toponimo Isola Comacina P.15.3 Ronchi e terrazzi della Tremezzina Dosso di Lavedo Lido di Cadenabbia San Martino Monte Cisino Monte di Lenno P.16.54 P.16.55 P.16.56 P.16.63 P.16.64 Tipologia Luogo dell’identità regionale Paesaggio agrario tradizionale Punto panoramico Punto panoramico Punto panoramico Punto panoramico Punto panoramico Comuni Ossuccio Tremezzo Lenno Tremezzo Griante Mezzegra Ossuccio Come landmarks di livello provinciale, per l’unità di paeasaggio “Tremezzina e Isola Comacina” sono stati individuati: - Parete e chiesa del Sasso Martino; - Sistema di ville storiche tra Griante ed Azzano; - Giardino botanico di Villa Carlotta; - Dosso di lavedo e Villa Balbianello; - Isola Comacina e Zoca de l’Oli; - Chiesa di Santa Maria Maddalena ad Ossuccio; - Chiesa dei SS Giacomo e Filippo ad Ossuccio; - Santuari lungo la Via Crucis in Val Perlana. Pagina 187 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.9.1.7. INDIRIZZI DI TUTELA DEI PAESAGGI DEI LAGHI INSUBRICI La seguente tabella riporta stralci del documento del PPR “Indirizzi di tutela” riguardanti gli indirizzi di tutela dei “paesaggi del laghi insubrici”. Paesaggi dei laghi insubrici Indirizzi di tutela La presenza delle acque lacustri condiziona il clima e l'ambiente, formato da versanti di tipo vallivo, assumendo quella specificità detta insubrica - rappresentata da una particolare flora spontanea o di introduzione antropica (dai lecci, agli ulivi, ai cipressi, ecc.) propria dell'area mediterranea o submediterranea. Alla presenza delle acque lacustri si devono numerosi altri elementi di singolarità riguardante l'organizzazione degli spazi (tipo di colture, di insediamento, attività tradizionali come la pesca, interrelazioni per vie d'acqua ecc.) e le testimonianze storiche, la percezione e la fruizione del paesaggio come scenario di soggiorno e turismo. La tutela va esercitata prioritariamente tramite la difesa ambientale, con verifiche di compatibilità di ogni intervento che possa turbare equilibri locali o sistemici. Difesa, quindi, della naturalità delle sponde, dei corsi d'acqua affluenti, delle condizioni idrologiche che sono alla base della vita biologica del lago (dal colore delle acque alla fauna ittica, ecc.) delle emergenze geomorfologiche. Vanno tutelate e valorizzate, in quanto elementi fondamentali di connotazione, le testimonianze del paesaggio antropico: borghi, porti, percorsi, chiese, ville. In particolare una tutela specifica e interventi di risanamento vanno previsti per il sistema delle ville e dei parchi storici. La disciplina di tutela e valorizzazione dei laghi e dei paesaggi che li connotano è dettata dall‟art. 19 della Normativa del PPR. Aspetti particolari Indirizzi di tutela Superficie lacuale: È l'elemento naturale dominante del paesaggio nella regione insubrica. Darsene e porti: Il rapporto storicamente instauratosi tra uomo e lago, come via di comunicazione e risorsa ambientale, ha portato alla costruzione di un sistema di approdi e luoghi per il ricovero delle imbarcazioni, che connota fortemente le sponde lacustri con i suoi manufatti, spesso di notevole interesse architettonico, e i suoi elementi caratterizzanti anche minori. Sponde dei laghi: Va innanzitutto tutelata la risorsa idrica in sé; anche tramite il controllo delle immissioni. Va inoltre disincentivato l'uso di mezzi nautici privati a motore. Va previsto il restauro e il mantenimento dei manufatti esistenti. Eventuali nuovi approdi devono essere previsti in specifici progetti di sistemazione paesaggistica di dettaglio o in piani territoriali regionali di settore, a specifica valenza paesaggistica, relativi alle rive lacustri. Il raggiunto apparato scenografico delle rive lacustri consente esclusivamente inserimenti in scale adeguate all'esistente, con Pagina 188 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Le sponde dei laghi sono l'essenza e il fulcro del paesaggio insubrico. La struttura antropica antica e le sue evoluzioni ottocentesche non hanno compromesso l'estetica dei luoghi. La loro compromissione ha assunto caratteri deleteri solo da data relativamente recente. Insediamenti- percorrenze: L'impianto urbanistico dei borghi lacuali assume connotati del tutto particolari, con: andamenti e assi pedonali perpendicolari alla sponda e sistemazioni edilizie gradonate degli insediamenti rivieraschi, da una parte; la concatenazione dei nuclei temporanei di mezza costa, dall'altra. La tendenza ad espandere l'abitato seguendo ed estendendo le ramificazioni della rete stradale, contestuale a quella di fornire ad ogni residenza un proprio accesso veicolare, sta alterando profondamente il carattere della consolidata sistemazione a ripiani e della preziosa concatenazione dei nuclei storici, nonché le caratteristiche proprie dei percorsi. Vegetazione: La rilevantissima funzione termoregolatrice dei laghi esercita benefici influssi sulla vegetazione che si manifesta con scenari unici a queste latitudini. Coltivazioni tipiche di questo ambiente: gli agrumeti, i frutteti, i vigneti, gli uliveti, i castagneti. particolare attenzione all'uso di materiali edilizi e tinteggiature confacenti ai luoghi. Eventuali sostituzioni edilizie, migliorative dell'ambiente attuale, dovranno essere previste in specifici progetti di sistemazione paesaggistica di dettaglio. Le proposte di colorazione di edifici devono essere tratte da cartelle colore in uso nelle amministrazioni comunali. L'ammodernamento della rete stradale deve avvenire preferibilmente tramite l'adeguamento di quella esistente, ove compatibile con l'assetto storico e paesistico dei luoghi. Deve essere compiuta una specifica individuazione dei percorsi esistenti al fine di prevedere la valorizzazione dei tracciati pedonali storici e dei loro elementi costitutivi anche mediante l'inserimento nei programmi di azione paesaggistica di cui all'art. 32 della Normativa del PPR. Le nuove eventuali aggiunte edilizie devono rispettare le caratteristiche dell'impianto urbanistico del sistema insediamenti-percorrenze. Vanno previste la protezione e l'incentivazione delle coltivazioni tipiche, delle associazioni vegetali del bosco ceduo di versante e di tutte le sistemazioni agrarie terrazzate delle sponde. Di seguito si riportano anche i contenuti del documento “I paesaggi di Lombardia” relativi agli indirizzi di tutela dei “paesaggi del laghi insubrici”. Paesaggi dei laghi insubrici Al paesaggio dei laghi prealpini il Piano Paesaggistico Regionale deve rivolgere l’attenzione più scrupolosa, per l’importanza che esso riveste nel formare l’immagine della Lombardia. La tutela va esercitata anzitutto nella difesa dell‟ambiente naturale, con verifiche di compatibilità di ogni intervento che possa turbare equilibri locali o di contesto. Difesa quindi della residua naturalità delle sponde, dei corsi d’acqua affluenti a lago, delle condizioni di salute delle acque stesse che sono alla base della vita biologica di questi ecosisterni, difesa delle emergenze geomorfologiche. Dalle rive deve essere assicurata la massima percezione dello specchio lacustre e dei Pagina 189 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE circostanti scenari montuosi. La trasformazione, quando ammessa, deve assoggettarsi oltre che al rispetto delle visuali di cui sopra, anche alla salvaguardia del contesto storico. Gli alti valori di naturalità impongono una tutela assai rigida di tutto ciò che compone la specificità insubrica (dalle associazioni arboree dei versanti alla presenza di sempreverdi “esotici‟ quali olivi, cipressi, palme ... ). Le testimonianze dell’ambiente umano, che spiccano in particolare modo nell’ambito dei laghi (borghi e loro architetture, porti, percorsi, chiese, ville nobiliari...), vanno tutelate e valorizzate. Tutela specifica e interventi di risanamento vanno esercitati sui giardini e i parchi storici (si pensi al solo, esecrabile, caso di abbandono dello storico giardino del Merlo, fra Musso e Dongo), sul paesaggio agrario tradizionale (si pensi agli splendidi ripiani coltivi della Muggiasca o a quelli dei Borai di Predore). Anche i livelli altitudinali posti al di sopra delle sponde lacustri vanno protetti nei loro contenuti e nel loro contesto, nella loro panoramicità, nel loro rapporto armonico con la fascia a lago. L’acqua È l’elemento naturale dominante del paesaggio nella regione insubrica, sia essa distesa nei grandi specchi dei laghi, sia essa tumultuosa e rumoreggiante negli orridi e negli anfratti dei gradini glaciali, sia ancora raccolta e regolata negli alvei dei grandi fiumi. La sua presenza, oltre a stabilire precisi influssi sul microclima e sulla vegetazione, arricchisce lo scenario, attenuando la severità dei rilievi, delineando linee di fuga orizzontali sui divergenti profili dei monti. Va tutelata e rispettata, va disinquinata. Va disincentivato l’uso di mezzi nautici a motore. Se necessari, darsene e porti turistici si devono realizzare secondo criteri localizzativi accurati, con dimensioni contenute e con l’adozione di elementi decorativi che traggano spunto dalla tradizione. Infine, tutta la cultura materiale che ha tratto dalla risorsa acqua un grande bagaglio di tecniche e conoscenze va rispettata e non dimenticata: dalle pratiche di pesca, ai commerci via lago, alle tipologie delle imbarcazioni (basti pensare all’immagine della barca lariana nell’identificazione del paesaggio lariano). Le sponde Le sponde dei laghi sono l‟essenza e il fulcro del paesaggio insubrico. La loro compromissione ha assunto caratteri deleteri solo da data relativamente recente. In passato, specie nell‟Ottocento, la costruzione dei lungolaghi (sebbene criticabile sotto il profilo della conservazione dell’ originaria trama dei borghi lacuali, perpendicolari e non paralleli alla sponda) e l’infoltimento delle ville borghesi aveva assunto caratteri e dimensioni tali da non compromettere l’estetica dei luoghi, anzi aveva generato una sua estetica propria, largamente idealizzata dalla propaganda turistica. La successiva costruzione delle strade litoranee (conclusa solo nella prima metà del XX secolo), la privatizzazione degli arenili, l’edificazione e la sostituzione edilizia negli abitati ha stravolto il delicato equilibrio preesistente. Occorre qui Pagina 190 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE delineare una nuova filosofia che interpreti il senso di ogni ulteriore trasformazione in questi luoghi, riprendendo magari i criteri che accompagnarono le prime realizzazioni urbane, ricche di decoro, stile e misura. Sono particolarmente criticabili tutti gli interventi “fuori scala‟ rispetto al contesto ambientale, così minuto e parcellizzato, l’uso di materiali edilizi impropri, tinteggiature non confacenti. Resterà di monito ai posteri l’incredibile edificio condominiale issato a mezzacosta sul ramo di Lecco, sopra Onno. Le sponde dei laghi non devono essere ulteriormente alterate, ma al contrario si deve esaltarne la residua naturalità. Si deve evitare la costruzione di infrastrutture di grosso peso o si devono mimetizzare con grande efficacia. Tutte le aree di risulta, rese tali dall’ammodernamento della rete viaria (vecchi tracciati stradali dismessi), devono essere recuperate per uso turistico come piste pedonali o ciclabili valorizzando la loro funzione paesaggistica. Un problema particolare è quello della conservazione di parchi e giardini storici, sempre più soggetti a disinvolte operazioni di smembramento e lottizzazione. Vanno rispettati nella loro integrità, anche di sistema, laddove essi si dispongono a cortina lungo interi tratti spondali. In questi luoghi deputati alla bellezza, lunghi spesso decine di chilometri (si pensi al tratto da Borgo Vico di Como fino a Carate Urio e oltre), la cura del patrimonio esistente si deve estendere sia ai manufatti edilizi sia al corredo arboreo che li inviluppa e li impreziosisce. Il clima e la vegetazione La rilevante funzione termoregolatrice dei laghi esercita benefici influssi sulla vegetazione che si manifesta con aspetti assolutamente unici a queste latitudini e a così prossima vicinanza con gli ambienti freddi degli orizzonti alpini. Per questo motivo, la flora insubrica, nella sua consistente varietà di specie, deve essere largamente protetta. Ma la protezione non deve riguardare solo la singola specie, ma in molti casi l’intero scenario naturale che le fa da contorno. Vanno tutelate e incentivate le colture tipiche di questi ambienti: i frutteti, i vigneti, gli uliveti e, a un gradino più in su, i castagneti. In pari tempo vanno governate e mantenute le associazione vegetali del bosco ceduo di versante e le sistemazioni agrarie terrazzate. Vanno censite e governate tutte le essenze esotiche dei parchi e dei giardini storici. Va migliorato il patrimonio boschivo, laddove si segnalino estese rinaturalizzazioni. Gli insediamenti e le percorrenze L’impianto urbanistico del borghi lacuali (Varenna, Bellano, Menaggio ecc.) assume connotati di assoluta unicità con andamenti e assi pedonali perpendicolari alla sponda e sistemazioni edilizie a gradonate. Tale disegno dovrebbe essere mantenuto evitando che le espansioni recenti consegnino una lettura complessiva alterata. Si osserva infatti la comune tendenza ad espandere i nuclei seguendo le sinuose ramificazioni delle strade che dal vecchio nucleo risalgono i versanti secondo una disposizione a schiera di lotti Pagina 191 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE edificabili. Tale criterio comporta un enorme consumo di suolo, su lembi di ben conservato paesaggio agrario, e si rivela l’esatto opposto della consolidata sistemazione edilizia a ripiani sovrapposti e degradanti verso lago. Evidentemente la necessità di fornire a ogni residente un accesso veicolare ha determinato questa scelta. L’impiego di parcheggi collettivi, peraltro condizione obbligata per i residenti nei vecchi nuclei, potrebbe comportare una diversa organizzazione urbanistica delle aree in via di nuova edificazione e un più consono dialogo con le preesistenze. L’ampliamento e la sistemazione dei lungolaghi devono riprendere i caratteri decorativi tradizionali evitando l’eccessivo impiego di elementi standardizzati di arredo urbano. Anche la preziosa concatenazione dei nuclei temporanei di mezza costa (“monti‟ o “alpi‟) va conservata nella sua integrità con l’adozione di criteri riabilitativi congrui con la tradizione. Va disincentivata la costruzione di strade carrozzabili sulle pendici che sporgono a lago, sia per il loro non evitabile impatto, sia per le loro spesso eccessive dimensioni. Si deve propendere invece per tracciati che consentano l’accesso a soli mezzi speciali per i frontisti, mantenendo tipologie costruttive tradizionali (selciati, muri in pietra, pendenze anche sentite che evitino un eccessivo sviluppo planimetrico del tracciato). Si deve evitare la compromissione e l’abbandono dei precedenti tracciati pedonali, anzi se ne deve valorizzare la funzione escursionistica recuperando tutti i loro elementi costitutivi: gradonate, selciati, muri, santelle, fontane, soste ecc. L’ammodernamento dei tracciati stradali principali lungolago deve sottostare a precise indicazioni per il loro perfetto inserimento nel paesaggio. Sotto questo profilo si può affermare che non sempre la soluzione in galleria risulti la più efficace poiché viene a cadere la funzione attiva della strada stessa nella percezione del paesaggio. Inoltre la costruzione di gallerie, specie di quelle solo parzialmente coperte, deve contemplare criteri di mitigazione dell’impatto molto più ricercati di quelli attuali. L’impiego di travature lineari risulta in questo senso sconsigliato e risulta più idonea l’assimilazione di forme a volta, largamente impiegate nel passato, provvedendo sempre al rivestimento in pietra e a intensivi interventi di arredo vegetale. L’idealizzazione Molti luoghi dei laghi hanno assunto nel tempo una precisa identificazione collettiva: le isole (Montisola, Isola Comacina, le isole del Benaco ecc.), le punte e gli scogli (Bellagio, le punte delle Croci sul Sebino, la punta della Cavagnola sul Lario ecc.), le rupi (Caldé, Musso, i „bogn‟ sebini ecc.), golfi e seni (Salò, Laveno ecc.). Dalla loro integrità discende la trasmissibilità dell’immagine paesistica insubrica. Come pure vanno tutelati i belvedere e i punti di osservazione posti sui versanti che sporgono a lago, spesso indicati dalla presenza di santuari o chiese (Lezzeno, San Martino di Tremezzo, Montecastello a Tignale ... ). Deve essere mantenuta la loro accessibilità pedonale. Pagina 192 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.9.1.8. BENI PAESAGGISTICI VINCOLATI AI SENSI DEL D.LGS 42/2004 Per la definizione del quadro dei beni paesaggistici vincolati ai sensi degli artt 136 e 142 del D.Lgs 42/2004 e ss.mm.ii, sono stati analizzati: - il PPR, in particolare le Tavole D1b “ Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici- Lago di Como e Lecco” in scala 1: 75.000 e Ia“ Quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge-articoli 136 e 142 del D.Lgs 42/2004” in scala 1:100.000; - il PTCP di Como, nello specifico la Tavola A9 “I vincoli paesistici e ambientali” in scala 1:75.000. La sovrapposizione del tracciato di progetto con stralcio della Tavola A9 “Vincoli paesistico ambientali” del PTCP in scala 1:75.000 è riportata nell’apposito elaborato grafico del SIA. Le suddette tavole, rappresentano cartograficamente gli immobili e le aree sottoposte a vincolo paesaggistico riportando integralmente quello che è lo stato delle conoscenze desumibili dal Sistema Informativo dei Beni Ambientali (SIBA) della Regione Lombardia. Un’ulteriore verifica ed un approfondimento dei vincoli paesaggistici esistenti è stata comunque fatta analizzando anche la cartografia più aggiornata disponibile sul S.I.B.A. della Regione Lombardia. Ai sensi del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed integrazioni “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, altresì noto quale “Codice Urbani”, sono beni paesaggistici e quindi sottoposti a vincolo paesaggistico: - gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico (art. 136); - le aree tutelate per legge (art. 142). Da una prima visione d’insieme del quadro dei vincoli paesaggistici si evince chiaramente come il territorio interessato dal progetto sia caratterizzato dalla presenza di molteplici aree ed immobili vincolati. Come area di studio si intende l’”area vasta” comprendente il territorio direttamente interessato dal progetto della Variante alla Tremezzina e le zone circostanti (ricomprese nei territori dei comuni interferiti di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante). Un’analisi di maggior dettaglio ha permesso l’individuazione delle aree e degli immobili tutelati suddivisi per tipologia. Aree tutelate per legge Si riporta di seguito l’elenco e la denominazione delle aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del D. Lgs 42/2004 presenti nell’area di studio. Territori contermini ai laghi Si tratta dei territori contermini ai laghi compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi tutelati ai sensi dell’art. 142 comma 1 lett. b. del D.Lgs 42/2004. Pagina 193 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tutta la fascia costiera del lago ricompresa tra Colonno (a sud ) e Griante (a nord) è vincolata in tal senso. Fiumi, torrenti, corsi d’acqua Si tratta dei fiumi, torrenti, corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna tutelati ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera c) del D.Lgs 42/2004. Dal punto di vista esclusivamente planimetrico (compresi quindi i tratti in galleria) da sud a nord il tracciato di progetto attraversa: - Torrente Camoggia (Colonno); - Valle di Sala (Colonno-Sala Comacina); - Valle di Ossuccio o Valle Premonte) (Sala Comacina-Ossuccio) - Torrente Perlana (Ossuccio-Lenno); - Torrente Val Lenno (Lenno); - Torrente Pola (Lenno-Mezzegra); - Torrente Azzano (Mezzegra); - Torrente Bolvedro (Mezzegra-Tremezzo); - Valle di Mainena e Val Guarina (Tremezzo); - Torrente dei Ronconi (Griante) L’interferenza diretta con le aree di rispetto dei corsi d’acqua vincolati si manifesta nei tratti di attraversamento del progetto mediante i seguenti viadotti: - viadotto sul torrente Premonte; - viadotto sul torrente Perlana; - viadotto sul torrente Azzano; - viadotto sul torrente Bolvedro. Territori coperti da foreste e da boschi Si tratta dei territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi e danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento…tutelati ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera g del D.Lgs 42/2004. Questo tipo di aree non sono cartografate né dal PTR né dal PTCP in quanto in continuo divenire e molto diffuse nella provincia di Como. Si rimanda pertanto la trattazione dei boschi al capitolo relativo alla vegetazione. C.9.1.9. IMMOBILI ED AREE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO Si riporta di seguito l’elenco e la denominazione degli immobili e delle aree di notevole interesse pubblico vincolate ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 42/2004. Pagina 194 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Bellezze panoramiche Si tratta delle bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze vincolate ai sensi dell’art. 136 comma 1 lettera d del D.Lgs 42/2004: - la fascia costiera compresa tra il lago e la strada Regina nei territori comunali di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Tremezzo, Griante. - Parte del territorio comunale di Ossuccio; - l’intero territorio comunale di Lenno; - l’intero territorio comunale di Mezzegra; - l’intero territorio comunale di Tremezzo; - l’intero territorio comunale di Griante. Di seguito si riportano alcuni stralci dei decreti ministeriali che hanno vincolato i territori sopra elencati. Decreto Ministeriale 16 agosto 1955: fascia costiera da Colonno a Griante Il ministero per la pubblica istruzione …CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI COMO PER LA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELLA ADUNANZA DEL 29 MAGGIO 1953, INCLUDEVA NELL'ELENCO DELLE COSE DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA, COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, LA FASCIA COSTIERA DEL LAGO DI COMO, SITA NELL'AMBITO DEI COMUNI DI COMO, CERNOBBIO, MOLTRASIO, CARATE URIO, LAGLIO, BRIENNO, ARGEGNO, COLONNO, SALA COMACINA, OSSUCCIO, LENNO, TREMEZZO, GRIANTE, MENAGGIO, SANTA MARIA REZZONICO, CREMIA, PIANELLO LARIO, MUSSO, DONGO, GRAVEDONA, DAMASO E GERA…. ….RICONOSCIUTO CHE LA FASCIA COSTIERA PREDETTA, OLTRE A FORMARE UN QUADRO NATURALE DI SINGOLARE BELLEZZA PANORAMICA, OFFRE DEI PUNTI DI VISTA ACCESSIBILI AL PUBBLICO DAI QUALI SI PUO' GODERE LO SPLENDIDO SCENARIO DEL LAGO DI COMO, DEI PAESI DELLA SPONDA OPPOSTA, DEI COLLI DELLE PREALPI E DELLE ALPI DECRETA: LA FASCIA COSTIERA DEL LAGO DI COMO, COMPRESA FRA IL LAGO E LA STRADA PROVINCIALE REGINA, SITA NEL TERRITORIO DEI COMUNI DI COMO, CERNOBBIO, MOLTRASIO, CARATE URIO, LAGLIO, BRIENNO, ARGEGNO, COLONNO, SALA COMACINA, OSSUCCIO, LENNO, TREMEZZO, GRIANTE, MENAGGIO, SANTA MARIA REZZONICO, CREMIA, PIANELLO LARIO, MUSSO, DONGO, GRAVEDONA, DAMASO E GERA, HA NOTEVOLE Pagina 195 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, NUMERO 1497, ED E', QUINDI SOTTOPOSTA A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. Decreto Ministeriale 23 ottobre 1961: parte del territorio comunale di Ossuccio Il ministero per la pubblica istruzione …CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI COMO PER LA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELLA ADUNANZA DEL 5 MARZO 1960 HA INCLUSO NELL'ELENCO DELLE COSE DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, LA ZONA AI LATI DELLA STRADA PER IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL SOCCORSO, SITA NELL'AMBITO DEL COMUNE DI OSSUCCIO… …RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE' OLTRE A FORMARE UN QUADRO NATURALE DI NON COMUNE BELLEZZA, AVENTE ANCHE VALORE ESTETICO E TRADIZIONALE, OFFRE DEI PUNTI DI VISTA ACCESSIBILI AL PUBBLICO DAI QUALI SI PUO' GODERE LA MAGNIFICA VISUALE DEL LAGO DI COMO DECRETA: LA ZONA AI LATI DELLA STRADA PER IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL SOCCORSO, SITA NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI OSSUCCIO (COMO), COMPRENDENTE UNA FASCIA DI TERRENO PARALLELA ALLA STRADA DELLA PROFONDITA' DI METRI 100 (CENTO) MISURATI DAI DUE BORDI DELLA STRADA STESSA; HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497, ED E' QUINDI SOTTOPOSTA A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. Decreto Ministeriale 29 settembre 1970: intero territorio comunale di Lenno …CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI COMO PER LA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELL'ADUNANZA DEL 6 GIUGNO 1967, HA INCLUSO NELL'ELENCO DELLE LOCALITA' DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI LENNO… ..RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE' FA PARTE DELLA ZONA PIU' SUGGESTIVA ED IMPORTANTE DEL CENTRO-LAGO, CARATTERIZZATA DALLO SPLENDIDO PROMONTORIO DI BALBIANELLO DALL'ABITATO DI LENNO IN UNA SELLA, CHE SALE POI DOLCEMENTE VERSO NORD-OVEST FINO ALLA FRAZIONE DI Pagina 196 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ERA; PER SALIRE POI MOLTO PIU' RIPIDAMENTE CON TRATTI DI VEGETAZIONE OMBROSA INTERVALLATI DA SCHIARITE DI PRATI VERDISSIMI, MAGNIFICO FONDALE ALLA VEDUTA GODIBILE DALLE STRADE E DAI PUBBLICI SPAZI COMPRESI NEL TERRITORIO COMUNALE E QUINDI NEL VINCOLO PROPOSTO, DAI NATANTI DEI PUBBLICI SERVIZI CHE PERCORRONO IL LAGO, E ANCHE DALLA SPONDA DI FRONTE, VALE A DIRE DA BELLAGIO, TERRITORIO ANCHE ESSO VINCOLATO AI SENSI DELLA STESSA LEGGE. IL TERRITORIO STESSO E' ALTRESI' PUNTEGGIATO DA MISURATI INSEDIAMENTI GENERALMENTE PROPORZIONATI CHE COMPONGONO COI TERRENI UN COMPLESSO DI IMMOBILI AVENTI CARATTERISTICO ASPETTO E VALORE ESTETICO E TRADIZIONALE, MOSTRANTE UNA FUSIONE VIVA FRA L'ESPRESSIONE DELLA NATURA E QUELLA DEL LAVORO UMANO. DECRETA: L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI LENNO HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497 , ED E', QUINDI, SOTTOPOSTO A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. LA ZONA E' DELIMITATA NEL MODO SEGUENTE: A NORDOVEST DAL COMUNE DI PORLEZZA, A NORD DAL CONFINE DEL COMUNE DI BENE LARIO E CENSUARIO DI GRONA, A EST DAL CONFINE COL COMUNE DI MEZZEGRA E INDI DI TREMEZZO, PER SEGUIRE POI LA SPONDA DEL LAGO ATTORNO ALLA PUNTA DI BALBIANELLO, FINO AD INCONTRARE IL TERRITORIO DEL COMUNE DI OSSUCCIO COL QUALE CONFINA PER TUTTA LA PARTE A SUD-OVEST. Decreto Ministeriale 22 luglio 1968: intero territorio comunale di Mezzegra ..CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI COMO PER LA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELL'ADUNANZA DEL 19 GIUGNO 1967, HA INCLUSO NELL'ELENCO DELLE LOCALITA' DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA, COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI MEZZEGRA… …RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE' FA PARTE DELL'IMPONENTE SCENARIO DEL CENTRO DEL LAGO DI COMO DELLA ZONA, CIOE', PIU' SUGGESTIVA DEL LAGO STESSO, GODIBILE SIA DAI PUNTI DI ACCESSO PUBBLICO COME STRADE E PIAZZE, SIA DAI NATANTI DEL SERVIZIO PUBBLICO DI NAVIGAZIONE DEL LAGO; SIA, INFINE, DAI PUNTI DI VISTA DELLA SPONDA DI FRONTE. INOLTRE E' CARATTERIZZATO DA UNA SPLENDIDA VEGETAZIONE E DAL DOLCE ANDAMENTO DELLA PARTE SUD CHE POI SI ELEVA IN UNA SUCCESSIONE DI BOSCHI E DI PASCOLI A FORMARE UN IMPONENTE SCENARIO: E' CARATTERIZZATO ANCHE DA MISURATI INSEDIAMENTI CHE COMPONGONO UN INSIEME AVENTE VALORE ESTETICO E TRADIZIONALE Pagina 197 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE DECRETA: L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI MEZZEGRA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497, ED E' QUINDI SOTTOPOSTA A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. TALE ZONA E' DELIMITATA NEL MODO SEGUENTE: A NORDOVEST DAL CONFINE COL CENSUARIO DI GRONA: A NORD-EST, A EST, E SUD-EST DAL TERRITORIO DEL COMUNE DI TREMEZZO, A OVEST DAL TERRITORIO DEL COMUNE DI LENNO. Decreto Ministeriale 13 febbraio 1961: territorio comunale di Tremezzo a monte della Strada Regina …CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI COMO PER LA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELLA ADUNANZA DEL 23 LUGLIO 1959 HA INCLUSO NELL'ELENCO DELLE COSE DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA, COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, LA ZONA A MONTE DELLA STRADA REGINA, SITA NELL'AMBITO DEL COMUNE DI TREMEZZO… …RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE' OLTRE A FORMARE, CON LE SUE MOLTE VILLE, GIARDINI E PARCHI, UN QUADRO NATURALE DI NON COMUNE BELLEZZA PAESISTICA, OFFRE NUMEROSI PUNTI DI VISTA ACCESSIBILI AL PUBBLICO DAI QUALI SI PUO' GODERE LA MAGNIFICA VISUALE DEL LAGO DI COMO E DEI CARATTERISTICI PAESI SPARSI SULLA SPONDA OPPOSTA; DECRETA: LA ZONA A MONTE DELLA STRADA REGINA, SITA NELL'AMBITO DEL COMUNE DI TREMEZZO (COMO), COMPRENDENTE UNA FASCIA DI TERRENO, PERCORRENTE TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE DELLA PROFONDITA' DI METRI 100 (CENTO) A PARTIRE DALLA STRADA REGINA E AD ESSA PARALLELA, HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497 ED E' QUINDI SOTTOPOSTA A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. Decreto Ministeriale 20 giugno 1968: intero territorio comunale di Tremezzo …CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI COMO PER LA PROTEZIONE DELLE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELL'ADUNANZA DEL 19 GIUGNO 1967, HA INCLUSO NELL'ELENCO DELLE LOCALITA' DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI TREMEZZO… Pagina 198 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE', CARATTERIZZATA DA UNA SPLENDIDA VEGETAZIONE DI PIANTE DI ALTO FUSTO CENTENARIE NELLA PARTE RIVIERASCA, SALE POI RIPIDAMENTE VERSO LA MONTAGNA CON UN ALTERNARSI DI BOSCHI E DI PRATI VERDI (E CON SINGOLARITA' GEOLOGICHE COME ROCCE CON LE FRATTURE A PICCO VERTICALE SCOPERTE, PARTICOLARMENTE CARATTERISTICHE) FA PARTE DEL CENTRO DEL LAGO DI COMO, VALE A DIRE DELLA PARTE PIU' SUGGESTIVA E IMPORTANTE GODIBILE DALLE STRADE E DAI LUOGHI DI ACCESSO PUBBLICI, DAI NATANTI DEL SERVIZIO PUBBLICO E, INFINE, DALLA SPONDA OPPOSTA, VALE A DIRE BELLAGGIO, NE COSTITUISCE LA PARTE PIU' NOTEVOLE PER LA PRESENZA DELLA MAGNIFICA VEGETAZIONE CHE NE FA, NEL SUO INSIEME, UN QUADRO NATURALE PANORAMICO, TUTTAVIA PUNTEGGIATO DA IMPORTANTI, SEBBENE MISURATI, INSERIMENTI CHE COMPONGONO UN CARATTERISTICO ASPETTO DI VALORE ESTETICO E TRADIZIONALE PER LA FUSIONE DELL'OPERA DELL'UOMO DECRETA: L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI TREMEZZO HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497, ED E' QUINDI SOTTOPOSTA A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. TALE ZONA E' DELIMITATA NEL MODO SEGUENTE: A SUD-OVEST PER UN BREVISSIMO TRATTO CON IL CONFINE DEL COMUNE DI LENNO, A SUD-EST COL LAGO DI COMO, A NORD-EST COL TERRITORIO COMUNALE DI GRIANTE, A NORD COL CENSUARIO DI CROCE E DI GRONA E, INFINE, A OVEST DAL TERRITORIO DEL COMUNE DI MEZZEGRA. Decreto Ministeriale 20 giugno 1968: intero territorio comunale di Griante ..CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI COMO PER LA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELL'ADUNANZA DEL 19 GIUGNO 1967 HA INCLUSO NELL'ELENCO DELLE LOCALITA' DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA, COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI GRIANTE.. RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE' FA PARTE DEL CENTRO-LAGO DI COMO, VALE A DIRE DEL PIU' CARATTERISTICO ASPETTO DEL LAGO STESSO, GODIBILE DAI PUNTI DI VISTA ACCESSIBILI AL PUBBLICO, DAI NATANTI DEL SERVIZIO DI NAVIGAZIONE SUL LAGO E DALLA SPONDA OPPOSTA, VALE A DIRE DA BELLAGIO. IL TERRITORIO DEL COMUNE DI GRIANTE E' CARATTERIZZATO Pagina 199 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE NELLA PARTE BASSA DA UNA BELLA VEGETAZIONE E NELLA PARTE ALTA DALLA SINGOLARITA' GEOLOGICA, SPOGLIA, ALTISSIMA DEL SASSO S. MARTINO CHE COMINCIA A CAMBIARE L'ASPETTO DEL CENTRO-LAGO VERSO NORD IN UNA ESPRESSIONE PIU' SELVAGGIA. IL TERRITORIO, INFINE, E' COSPARSO DI MISURATI INSEDIAMENTI CHE COMPONGONO UN CARATTERISTICO ASSETTO DI COSE AVENTI VALORE ESTETICO E TRADIZIONALE, CON PERFETTA CONCORDANZA FRA L'OPERA DELL'UOMO E LA NATURA; DECRETA: L'INTERO TERRITORIO DEL COMUNE DI GRIANTE HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497, ED E' QUINDI SOTTOPOSTO A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. TALE ZONA E' DELIMITATA NEL MODO SEGUENTE: A EST DAL LAGO DI COMO, A NORD DAL COMUNE DI MENAGGIO E DAL CENSUARIO DI CROCE, A OVEST E SUD-OVEST DAL TERRITORIO COMUNALE DI TREMEZZO. Ville, giardini, parchi Si tratta delle ville, giardini e parchi, non tutelati dalla Parte seconda del decreto, che si distinguono per la loro non comune bellezza tutelati ai sensi dell’art. 136 comma 1 lett. b. L’unico immobile individuato nell’area di studio, in comune di Tremezzo, non interferito dal progetto è rappresentato dal Parco-giardino Mayer. C.9.1.10. FONTI BIBLIOGRAFICHE UTILIZZATE Regione Lombardia, 2010. PPR-Piano Paesaggistico Regionale (elaborato del PTR): Relazione; I paesaggi di Lombardia: ambiti e caratteri tipologici; Repertori; Osservatorio Paesaggi Lombardi; Abaco volume 1 “Appartenenza ad ambiti di rilievo paesaggistico regionale”; Abaco volume 2 “Presenza di elementi connotativi rilevanti”. Regione Lombardia. SIBA: Sistema Informativo Beni e Ambiti Paesaggistici. Provincia di Como, Settore Territorio, Trasporti e Grande Viabilità, 2006. PTCP- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Relazione; Norme Tecniche di Attuazione; Allegati. C.9.1.11. ELABORATI GRAFICI DI SUPPORTO Sovrapposizione tracciato progettuale con PTR, stralcio tavole A,B.C,D,E,F Piano Paesaggistico Regionale, in scala 1:300.000 Sovrapposizione tracciato progettuale con PTR, legenda tavole A,B.C,D,E,F Piano Paesaggistico Regionale Sovrapposizione tracciato progettuale con PTCP, tavola A2 “Il paesaggio” in scala 1:25.000 Pagina 200 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Sovrapposizione tracciato progettuale con PTCP, tavola A9 “Vincoli paesistico-ambientali”, in scala 1:75.000 C.9.2 IL PAESAGGIO COME “SISTEMA DI ECOSISTEMI” L’ecologia del paesaggio definisce il paesaggio come un “sistema complesso di ecosistemi” in cui si integrano gli eventi della natura e le azioni della cultura umana. Nel presente paragrafo si vuole descrivere il paesaggio attraverso la definizione delle unità ecosistemiche (d’ora in avanti unità di paesaggio) presenti nell’area di studio, tenendo conto anche di quanto già analizzato nei capitoli relativi alle componenti biotiche “vegetazione”, “fauna” ed “ecosistemi”. Per poter definire le unità di paesaggio è stato necessario dapprima caratterizzare la vegetazione esistente. C.9.2.1. LE CARATTERISTICHE DEL PAESAGGIO VEGETALE La vegetazione esistente Il progetto della Variante alla Tremezzina è inserito in un ambito vegetazionale prevalentemente di tipo naturale, con boschi che coprono buona parte dei versanti, da cui sono poi stati ricavati i prati sfalciati e i coltivi presenti intorno ai centri abitati perilacuali. Le superfici boschive rappresentano la vegetazione prevalente nell’area interferita: esse sono caratterizzate da boschi cedui a carpino e roverella, abbondanti lungo i versanti più ripidi ad esposizione meridionale; alla base dei versanti, con pendenze minori e suoli più profondi, sono presenti lembi di castagneta cedua o da frutto, generalmente in stato di abbandono colturale; salendo in quota sono presenti formazioni forestali a faggio, che tendono ad essere meno diffuse sui versanti secchi ad esposizione meridionale. La particolare morfologia determina inoltre la presenza di ambienti peculiari che ospitano vegetazioni specializzate, quale la vegetazione di forra, la vegetazione delle rocce o dei ghiaioni, ovvero ambienti in cui fattori limitanti quali la pendenza o la superficialità del suolo determinano direttamente la vegetazione presente. Le situazioni di maggiore valore sono rappresentate da vegetazioni di forra, ghiaioni e pareti rocciose, che rappresentano ambienti ad elevata naturalità ed elevata sensibilità anche di tipo paesaggistico. Le formazioni forestali a carpino e orniello (orno-ostrieti) rappresentano formazioni forestali generalmente ben conservate, ma con una buona possibilità di resilienza rispetto ai disturbi, per cui sono classificabili come ambienti a media sensibilità. Infine per quanto riguarda le vegetazioni più direttamente influenzate dall’uomo, si può considerare che abbiano valori di naturalità e sensibilità medi nel caso di castagneto, oliveto e prato e pascolo, o basso nei casi di vegetazioni degradate o comunque fortemente alterate. Pagina 201 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Quindi sono da considerare di bassa naturalità e sensibilità formazioni quali i robinieti e le vegetazioni in fase di colonizzazione da parte dell’ailanto, spesso poste in vicinanza dei centri abitati. Altro tipo vegetazionale di bassa qualità è rappresentato dai rimboschimenti, che sono da ritenere estranei al contesto vegetazionale locale. Figura C.1 - Aspetti generali della vegetazione: coltivazioni di olivo, boschi di carpino e orniello, ambienti rupestri La vegetazione potenziale Ai fini di una corretta progettazione degli interventi di mitigazione e compensazione di tipo vegetazionale (opere a verde) che hanno anche una valenza paesaggistica, è necessario conoscere oltre allo stato di fatto della vegetazione anche la vegetazione potenziale dell’area indagata, ovvero quella che dovrebbe esserci in assenza di attività antropica. Lungo i versanti montuosi si susseguono più orizzonti vegetazionali. Alla base dei versanti si può osservare il limite superiore della fascia submediterranea, presente grazie all’azione di mitigazione climatica svolta dal lago. Le essenze che si possono osservare in questa fascia sono date da molti elementi termofili, come il corbezzolo e la ruta, mentre tra le specie coltivate si ha la presenza dell’olivo. Altri elementi termofili sono dati dall’alloro e l’albero di giuda, che si rinvengono come specie naturalizzate. Nella fascia submontana la vegetazione più caratteristica è data dai castagneti, che si presentano in vari gradi di abbandono e spesso in via di evoluzione verso boschi di latifoglie mesofile. Salendo ulteriormente verso l’altro si incontrano la fascia montana inferiore, dove la formazione vegetale più caratteristica è data dai boschi di faggio. Pagina 202 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nella parte superiore dei versanti si arriva nella fascia montana superiore (delle aghifoglie), nell’area spesso sostituita da pascoli sommitali ottenuti tramite deforestazione. La vegetazione potenziale dell’area è rappresentata da formazioni forestali, che in mancanza di fattori limitanti e di disturbo coprirebbero interamente il fondovalle ed i versanti montuosi. In dettaglio la vegetazione potenziale della fascia collinare, oggi occupata dalle aree maggiormente antropizzate ed urbanizzate, è data da quercocarpineti di fondovalle o di basso versante.La specie guida principale è la farnia (Quercus robur), eventualmente associata a rovere (Quercus petraea), con rilevante partecipazione di carpino bianco (Carpinus betulus). Nella fascia montana la vegetazione potenziale è caratterizzata da faggete mesofile e di quota. Specie caratteristiche sono date da Fagus sylvatica, Abies alba mentre alle quote superiori diventa importante Acer pseudoplatanus Elementi di vegetazione azonale si possono rinvenire soprattutto in relazione agli ambienti acquatici, rappresentati ad esempio da boschi igrofili ad ontani o canneti a Phragmites.La vegetazione reale che oggi si può osservare permette di riconoscere questo schema ecologico fondamentale, da cui le comunità vegetali presenti si discostano principalmente in funzione degli interventi antropici, evidenti ad esempio nelle aree di pascolo sommitali. Questi pascoli sono attivamente utilizzati nelle aree più produttive, dove nelle aree maggiormente sfruttate sono caratterizzati da una flora nitrofila sinantropica, mentre nelle aree attualmente in fase di abbandono sono presenti specie tipiche di situazioni a maggiore naturalità, che tendono ad evolversi spontaneamente verso le formazioni forestali originarie. Pagina 203 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.2 – Carta della vegetazione potenziale dei comuni interessati dagli interventi C.9.2.2. DEFINIZIONE DELLE UNITA’ DI PAESAGGIO Per la definizione delle unità di paesaggio presenti nel territorio interessato dal tracciato,riprendendo quanto fatto per la definizione delle unità ecosistemiche nel capitolo relativo alla componente “ecosistemi” è stata consultata come base di indagine la cartografia regionale relativa all'uso del suolo (DUSAF). Dalla sovrapposizione del tracciato con la carta DUSAF (Carta dell’uso del suolo) emerge che le categorie di uso del suolo interessate dal tracciato sono: Tessuto residenziale sparso (cod 1123) Sono così classificati gli spazi caratterizzati dalla presenza significativa di edifici. Gli edifici, la viabilità e le superfici a copertura artificiale coesistono con superfici coperte da vegetazione e con suolo nudo, che occupano in maniera discontinua aree non trascurabili. Gli edifici, la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente coprono dal 10% all’80%. Reti stradali e spazi accessori (cod 1221) Pagina 204 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE In questa classe rientrano le aree della rete stradale rappresentate sulla CTR nonché le loro superfici accessorie (aree di servizio, stazioni, parcheggi, scarpate, sistemazioni a verde, ecc…). La larghezza minima considerata è pari a 20 m. Parchi e giardini (cod 1411) In questa classe rientrano gli spazi ricoperti da vegetazione interni al tessuto urbano. Sono esclusi gli spazi accessori a costruzioni rientranti in altre classi. Oliveti (cod 223) In questa classe rientrano gli impianti di ulivi destinati alla produzione di olive. Prati permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive (cod 2311 Prati permanenti con presenza di specie arboree ed arbustive sparse (cod 2312) In queste classi rientrano le aree con coltivazioni foraggere erbacee polifite fuori avvicendamento il cui prodotto viene di norma raccolto più volte nel corso dell’annata agraria previa falciatura. Boschi di latifoglie a densità media e alta (cod 31111) In questa classe rientrano i boschi costituiti da piante di latifoglie, destinate ad essere allevate ad alto fusto o sottoposte a tagli periodici più o meno frequenti (cedui semplici e cedui composti). Appartengono a questa sottoclasse anche i boschi di latifoglie in cui non è riconoscibile una forma di governo (fustaia - ceduo) prevalente. Boschi misti a densità media e alta (cod 31311) In questa classe rientrano le superfici con presenza di consociazioni di piante di specie diverse, appartenenti alle conifere ed alle latifoglie ed in cui non è riconoscibile o definibile una prevalenza dei tipi che li costituiscono. Le piante possono essere governate sia a ceduo che allevate ad alto fusto. Praterie naturali d'alta quota con presenza di specie arboree ed arbustive sparse (cod 3212) In questa classe rientrano le aree con presenza di vegetazione prevalentemente di tipo erbaceo o basso-arbustivo, poste generalmente al di sopra del limite del bosco. Cespuglieti con presenza significativa di specie arbustive alte ed arboree (cod 3241) Cespuglieti in aree agricole abbandonate (cod 3242) In queste classi rientrano le aree caratterizzate dalla presenza di vegetazione arbustiva o erbacea con alberi sparsi. Queste formazioni possono derivare dalla degradazione della foresta o dalla rinnovazione della stessa dovuta alla ricolonizzazione di aree non forestali o in adiacenza ad aree forestali. Le categorie maggiormente rappresentate nell'area interessata dal tracciato sono peraltro le sole tre categorie: Boschi di latifoglie a densità media e alta (cod 31111); Prati permanenti con presenza di specie arboree ed arbustive sparse (cod 2312); Pagina 205 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Prati permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive (cod 2311) Integrando le informazioni desunte dal DUSAF con il PIF Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana del Lario Intelvese ; le principali categorie di uso del suolo e le tipologie di copertura forestale interessate dall'area del tracciato risultano essere le seguenti: Orno-ostrieto con funzione protettiva, produttiva o turistico/produttiva; Castagneto con funzione protettiva o produttiva; Prato e pascolo; Urbanizzato con netta predominanza delle due sole categorie “orno-ostrieto” e “prato pascolo”. La sovrapposizione del tracciato con il PIF della Comunità Montana è raffigurata nella “Carta delle tipologie forestali”. Altri ambienti, non compresi nella cartografia DUSAF e del PIF ma di grande importanza , sono: - i torrenti attraversati dalla variante e gli annessi ambienti di forra; - i ghiaioni termolfili; - le pareti rocciose calcaree. Queste ultime due tipologie, seppur non direttamente interferite dal tracciato connotano il paesaggio circostante. C.9.2.3. DESCRIZIONE DELLE UNITA’ DI PAESAGGIO Dalle analisi sopra descritte emerge che , escludendo le aree urbanizzate, le unità di paesaggio presenti nel territorio interessato dall’infrastruttura sono riconducibili, se si considera l'intero sviluppo del tracciato, alle seguenti: Boschi submontani; Arbusteti montani e submontani; Prati magri e pingui; Torrenti montani e ambienti di forra; Ghiaioni termofili; Pareti rocciose calcaree; Uliveti e muretti a secco. Nei seguenti paragrafi si descrivono le unità di paesaggio con particolare riferimento alle caratteristiche vegetazionali determinanti per la caratterizzazione del paesaggio. Boschi submontani Benché da un punto di vista bioclimatico e fitosociologico sia giustificato attribuire alle querce il ruolo più significativo all'interno delle cenosi forestali submontane, nella realtà del territorio comasco solo raramente si incontrano boschi in cui le querce siano veramente dominanti; generalmente esse sono infatti largamente sostituite dal Castagno (Castanea sativa) o dal Carpino nero (Ostrya carpinifolia). La diffusione nei boschi naturali originari di queste Pagina 206 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE due specie, data per certa la loro autoctonia nel territorio, risulterebbe probabilmente assai inferiore a quella attuale se non fosse intervenuto l'uomo a favorirle. Il fenomeno della sostituzione della copertura arborea è in effetti così spinto che il Castagno è oggi la specie arborea dominante sui terreni acidi, mentre il Carpino nero è quella più frequente su quelli calcarei, anche se non domina quasi mai in modo esclusivo. In generale, i boschi submontani sono ambienti più aperti e luminosi rispetto a quelli montani, con un sottobosco di regola più rigoglioso e ricco di specie. Se si esclude il caso particolare dei castagneti da frutto, vengono quasi esclusivamente governati a ceduo: d'altra parte querce, Castagno, Frassino, aceri, tigli e carpini hanno, chi più chi meno, un'elevata capacità pollonifera. Sui substrati pedogenetici ricchi di carbonati, l'essenza più frequente è il Carpino nero; è un albero di modeste dimensioni, talvolta soltanto un arbusto, termofilo ma non decisamente xerofilo, dotato di elevata capacità pollonifera e rapida crescita; il legno è ottimo da ardere. Sui terreni calcarei più superficiali, aridi, piuttosto ripidi, con esposizioni soleggiate, sino a circa 900 m, il Carpino nero partecipa alla formazione degli ostrieti xero-termofili. Si tratta delle cenosi forestali più termofile del territorio comasco, le quali più evidentemente manifestano relazioni con la vegetazione e la flora mediterranee; sono frequenti ovunque affiorano i substrati calcarei o dolomitici. Nello strato arboreo si associano al Carpino nero la Roverella (Quercus pubescens) la più xerofila e termofila tra le querce caducifoglie, l'Orniello (Fraxinus ornus) e il Maggiociondolo (Laburnum anagyroides). La copertura non è mai molto fitta, anzi sovente lascia ampi spazi liberi, per cui il sottobosco è luminoso, molto ricco di arbusti e cespugli, tra i quali ricordiamo in particolare la Lentaggine (Viburnum lantana), il Ligustro (Ligustrum vulgare), il Pero corvino (Amelanchier ovalis), il Corniolo (Cornus mas); anche il Nocciolo (Corylus avellana), specie assolutamente ubiquitaria, è frequente. Boschi radi a carpino nero ed orniello Si tratta di formazioni boschive rade, tendenzialmente xerofile ovvero adatte a vivere in condizioni di carenza d’acqua, interpretabili come boschi di colonizzazione, che rappresentano le fasi precoci di evoluzione delle formazioni a carpino nero (Ostrya carpinifoila). In queste situazioni lo strato arbustivo è particolarmente ricco, e può essere composto anche da specie arboree con portamento arbustivo. Nello strato arbustivo è molto frequante il nocciolo (Corylus avellana). Pagina 207 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.3 Bosco ceduo di carpino e orniello (orno-ostrieto) Boschi misti con presenza di castagno Date le esigenze ecologiche del castagno ed il chimismo di base delle rocce, i boschi di castagno sono presenti solamente nelle aree dove lo sviluppo dei processi pedogenetici consente la presenza di suoli relativamente decarbonatati. Queste formazioni boschive di impianto sono generalmente in condizioni di abbandono colturale, in via di lenta trasformazione verso le formazioni forestali originarie. Questa dinamica è testimoniata dalla presenza di specie arboree quali il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e di uno strato arbustivo sviluppato, che veniva rimosso nelle selve castanili da frutto in produzione. Localmente si possono rinvenire querceti mesofili a rovere (Quercus petraea). Questi boschi sono identificati anche come habitat di interesse comunitario denominato “9260 Foreste di Castanea sativa”. Pagina 208 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.4 Castagneto da frutto in fase di abbandono Arbusteti montani e submontani Gli arbusteti possono essere cenosi a carattere transitorio oppure permanente. Nel primo caso si tratta di uno stadio dinamico della vegetazione che può evolversi in tempi più o meno rapidi (dell'ordine di qualche decennio) verso le cenosi più complesse di foresta; nel secondo caso esistono fattori ecologici (povertà del suolo, erosione, incendi) che impediscono l'ulteriore evoluzione della copertura vegetale verso cenosi boschive, mantenendola in permanenza in uno stadio pioniero. La Ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) è piuttosto diffusa nell'orizzonte montano sui substrati silicei, dove colonizza le radure dei boschi acidofili, ma soprattutto è attiva nella riconquista dei pascoli abbandonati (soprattutto dei nardeti). Tipicamente ad essa si accompagnano altra due specie pioniere: il Brugo (Calluna vulgaris) e la Felce aquilina (Pteridium aquilinum), che talvolta può formare estesi popolamenti quasi puri. La Ginestra, come tutte le leguminose, è specie miglioratrice del suolo, che arricchisce di azoto, favorendo l'insediamento delle specie arboree più eliofile, quali il Pioppo tremulo (Populus tremula) il Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e la Betulla (Betula pendula). Un'altra specie che spesso costituisce arbusteti estesi è il Nocciolo (Corylus avellana), su suoli più fertili e non acidi, anche su rocce calcaree. Arbusteti radi xerofili I boschi a carpino più radi, in cui anche il carpino nero e la roverella presentano portamento arbustivo, sono classificabili come arbusteti a Pero Pagina 209 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE corvino e Citiso. Rappresentano formazioni termoxerofile in cui la composizione dello strato erbaceo è comune a quella degli altri ostrieti, ma con una particolare abbondanza di specie esigenti dal punto di vista termico. Arbusteti basifili misti dell'orizzonte montano Queste formazioni sono presenti generalmente come aspetti degradati di formazioni forestali eccessivamente sfruttate o come fasi di ricolonizzazione di prati e pascoli abbandonati. Fisionomicamente hanno l’aspetto di formazioni arbustive con sparsi alberi ed uno strato erbaceo ben sviluppato, caratterizzato da specie termo-xerofile. Prati magri e pingui Le praterie degli ambienti montano e submontano sono formazioni vegetali create e mantenute, direttamente o indirettamente, dall'attività umana. Le specie che le compongono sono però normalmente spontanee, possono dunque essere definite biocenosi semi-naturali. Senza l'intervento antropico, queste biocenosi verrebbero rapidamente invase dalla vegetazione arbustiva, seguita poi da quella forestale. A seconda dell'intensità dell'intervento umano si usa distinguere tra “prati magri” e “prati pingui”, con una serie di situazioni intermedie. I prati magri furono certamente i primi tipi di prateria utilizzati dall'uomo, il cui intervento si limitò dapprima alla semplice rimozione del bosco e a un utilizzo molto estensivo delle cotiche erbose tramite il pascolo brado. Solo in tempi relativamente recenti la conduzione di molte di queste superfici divenne via via più intensiva, con lo sfalcio regolare e la concimazione, pratiche che le fecero evolvere in prati pingui, fisionomicamente e soprattutto floristicamente ben distinti da quelli magri. Sui substrati calcarei e dolomitici le praterie sono rappresentate dai seslerieti e dai brometi, caratterizzati dalla presenza della Sesleria (Sesleria varia) e della endemica Carice insubrica (Carex austroalpina). I prati magri per eccellenza sono i brometi, biocenosi derivate perlopiù dalla rimozione di boschi a Roverella e Carpino nero, che devono il nome alla graminacea Bromus erectus, la specie generalmente dominante. Si tratta di cenosi di grande interesse naturalistico, in assoluto tra le più ricche di specie di tutto il territorio comasco, tra cui una serie di magnifiche orchidee. I principali fattori antropici determinanti nella conservazione di queste vegetazioni (pascolo e sfalcio occasionale) sono in generale regresso in tutto il territorio, per cui i brometi vanno riducendo la loro estensione. Praterie mesofile a bromo Praterie che trovano la massima espressione nel piano collinare e submontano, in modo particolare nelle posizioni di espluvio dei versanti esposti verso sud. Si insediano in situazioni di suolo sottile, che non consente lo sviluppo di formazioni forestali, o sono presenti come fasi fisionomiche durature, derivanti dalla degradazione di tipologie vegetazionali Pagina 210 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE più complesse.Tali praterie sono riconosciute anche come habitat di interesse comunitario denominato “6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo”. Figura C.5 - Prato arido Prati e prato-pascoli Generalmente i prati da fieno sono caratterizzati da buone foraggere, quali Arrhenatherum elatior (avena maggiore) e da un insieme floristico selezionato dalle pratiche di sfalcio e concimazione. Le aree attualmente non coltivate ed in via di inarbustimento presentano essenze arbustive rientranti nell’ambito degli arbusteti montani a Berberis. Torrenti montani e ambienti di forra I torrenti ed gli impluvii che dai monti del Comasco scendono a valle verso il Lario costituiscono un ambiente molto peculiare, in quanto ricchi di forme di vita molto specializzate. Gli ambienti torrentizi sono caratterizzati da rapide e imponenti escursioni di portata, i cui valori medi sono molto variabili; nascono dai rilievi prealpini che incorniciano il lago e vi confluiscono con pendenze molto accentuate. Ciò determina velocità di corrente molto elevate, che esercita una violenta azione erosiva sull'intera sezione dell'alveo che risulta dunque costituita in prevalenza da materiali grossolani, caratterizzati da forte mobilità. Anche le sponde ed il greto di questi ambienti, se intatti e non deturpati da manufatti legati a sistemazioni idraulico-forestali degli alvei talvolta inutili, sono popolate da specie particolari. Pagina 211 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nell'ambito della provincia di Como i torrenti si inseriscono spesso in ambienti di forra; la peculiarità geomorfologica di questi ambienti, incisioni strette e profonde, si riflette sulla loro composizione biologica. In questi ambienti le comunità vegetali si manifestano con aspetti notevolmente diversi rispetto al territorio circostante; molte specie che compaiono come essenze sporadiche nei boschi montani e submontani diventano qui le principali, come ad esempio l'Acero di monte (Acer pseudoplatanus), l'Olmo montano (Ulmus glabra), il Tiglio nostrano (Tilia platyphillos), il Frassino (Fraxinus excelsior) e l'Ontano bianco (Alnus incana). Lo strato erbaceo è caratterizzato da specie esigenti, indicatrici di suoli freschi e ricchi di nutrienti; le forre a più bassa quota, tipicamente ubicate nei pressi del lago, ove la temperatura è particolarmente mite, ospitano anche specie termofile come l'Agrifoglio (Ilex aquifolium) e il Tasso (Taxus baccata). Figura C.6 Vegetazione di forra Ghiaioni mediterranei termofili Si tratta delle aree aperte localizzate a monte di Spurano, ovvero aree detritiche con copertura vegetale discontinua di transizione localizzate tra le sovrastanti pareti calcaree e i boschi presenti più a valle. La vegetazione più caratteristica dei ghiaioni inconsolidati del piano montano fa riferimento alle associazioni a Calamagrostis. A livello fisionomico questa graminacea si presenta dominante, ed è accompagnata generalmente da poche altre specie. Tipicamente questa formazione è di tipo pioniero, e colonizza rapidamente le aree detritiche a clasti di dimensioni medio-fini, non soggette a forte instabilità. Pagina 212 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Questo particolare ambiente è riconoscito anche come habitat di interesse comunitario con la denominazione “habitat “8130 Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili”. Figura C.7 - Area a ghiaioni con pareti rocciose sovrastanti Pareti rocciose calcaree Le pareti rocciose caratterizzano tutte le aree del tracciato a cielo aperto che sono state sottoposte a indagine, pur rimanendo ad una certa distanza (non vi sono interferenze dirette), a monte del tracciato, nel tratto da Sala Comacina a Spurano e da Mezzegra a Bonzanigo, e interessando i due lati della valle del torrente Perlana. La vegetazione è caratterizzata da popolamenti discontinui, con le piante che si insediano nelle fessure o negli anfratti presenti. Assume notevole importanza l'esposizione della rupe, la sua pendenza e la disponibilità di acqua. Specie caratteristiche sono Potentilla caulescens, Primula auricola, Telekia speciosissima, quest'ultima rappresentante del contingente di specie endemiche insubriche che sono frequenti negli ambienti rocciosi dell’area. Dal punto di vista tassonomico questa vegetazione generalmente corrisponde al Potentillo-Hieracietum humilis, che trova la sua maggiore espressione nell’orizzonte montano e subalpino delle prealpi calcaree, mentre a quote inferiori è presente con aspetti meno tipici. Questo tipo di ambiente è riconosciuto anche come habitat di interesse comunitario denominato “8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”. Pagina 213 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.8 – Pareti rocciose (tratto Mezzegra-Bonzanigo) Pagina 214 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C9 – Pareti rocciose (Val Perlana) Pagina 215 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.10 - Vegetazione rupestre Figura C.11 - Ambienti rupestri carsificati, con presenza di grotte Pagina 216 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Uliveti e muretti a secco Nel tratto a cielo aperto nei pressi di Spurano si trovano terrazzamenti realizzati con muretti a secco per la coltivazione dell’ulivo; si tratta di ambienti di origine antropica di particolare interesse anche dal punto di vista storico-paesaggistico. Per la costruzione di questi manufatti i massi, di forma diversa e irregolare, vengono accatastati gli uni sugli altri, con terra di riempimento per le cavità più consistenti, ma senza ulteriori materiali riempitivi. Il tipo di interferenza dell’opera con tale ambiente è da intendersi diretto e permanente. Figura C.34 – Terrazzamenti per la coltivazione dell’ulivo formati da muretti a secco Pagina 217 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Figura C.34 Muretti a secco lungo il futuro tracciato a cielo aperto nei pressi di Spurano C.9.2.4. INDIVIDUAZIONE DELLE UNITA’ DI PAESAGGIO LUNGO IL TRACCIATO Nell'intento di individuare le unità di paesaggiopresenti lungo il tracciato di progetto, innanzitutto va evidenziato che le zone potenzialmente più esposte ad un disturbo legato alla realizzazione del progetto di variante sono indubbiamente quelle interessate dai tratti a cielo aperto del tracciato. Essi intersecano ambienti riconducibili essenzialmente alle unità ecosistemiche quali “Prati magri e pingui”, “Boschi submontani”, “Oliveti”, “Arbusteti montani e submontani” e “Torrenti montani e ambienti di forra”. La tabella seguente indica per ciascuna unità la sua posizione lungo il tracciato. Pagina 218 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ID A Ambiente TORRENTI MONTANIAMBIENTI FORRA N 1 DI 2 3 4 5 1 B AMBIENTI BOSCHI ED ARBUSTETI SUBMONTANI 2 3 4 C PRATERIE MAGRE DA FIENO A BASSA ALTITUDINE, GHIAIONI MEDITERRANEI 1 2 3 1 D PARETI ROCCIOSE 2 3 F ULIVETI E MURETTI A SECCO 1 Aree sensibili viadotto di superamento del torrente Valle dei Ronchi all’uscita della Galleria Comacina viadotto di superamento del torrente Premonte in comune di Sala Comacina viadotto di superamento del torrente Perlana (tra galleria Perlana 1 e Perlana 2) viadotto di superamento del torrente Azzano in Località Mezzegra tratto a cielo aperto a ridosso del torrente Bolvedro in Località Mezzegra tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Sala Comacina tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto nei pressi dell'attraversamento del torrente Perlana tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Mezzegra tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Mezzegra a monte dell’abitato di Sala Comacina a monte dell’abitato di Mezzegra Valle Perlana muretti a secco e impianti di ulivo, sopra Spurano Localizzazione km 2325-2375 km 2700-2760 km 3775-3825 km 6050-6100 km 6700-6800 km 2325-2800 km 3000-3175 km 3755-3832 km 5850-6000 km 6080-6120 km 2800-3000 km 3900-2100 km km km km 6000-6080 6120-6345 2750-3000 3100-3600 km 5800-6800 km 3775-3825 km 3900-2100 Tabella C.1 – Distribuzione delle unità di paesaggio lungo il tracciato nei tratti a cielo aperto Pagina 219 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.9.2.5. ELABORATI GRAFICI DI SUPPORTO Carta Carta Carta Carta dell’uso del suolo in scala 1:25.000; degli habitat in scala 1:25.000; degli ecosistemi in scala 1:25.000; delle aree protette in scala 1:50.000. Pagina 220 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE C.10. STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE Per le analisi relative alla componente salute pubblica si rimanda all’allegato alla presente relazione denominato “Componente salute pubblica”. Pagina 221 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D. IMPATTI AMBIENTALI D.1. SCELTA DELL’ALTERNATIVA DI TRACCIATO In questo capitolo si mettono a confronto, per le due alternative progettuali (tracciato A e tracciato B) le analisi degli impatti sull’ambiente, riportando una sintesi di quanto già analizzato in fase di progettazione prleiminare nello studio di prefattibilità ambientale. L’analisi ed il confronto degli impatti sono stati effettuati studiando l’area direttamente interessata dalle due ipotesi progettuali alla scala del sito, in modo da individuare le principali interferenze con le diverse componenti. La valutazione dell’intensità degli impatti è stata fatta tenendo in considerazione sia la sensibilità dell’ambiente interferito che le caratteristiche dei progetti ed attribuendo un grado di impatto per ciascuna componente articolato in 6 livelli: impatto negativo alto; impatto negativo medio; impatto negativo basso; impatto negativo molto basso; impatto nullo; impatto positivo. Le componenti ambientali indagate hanno riguardato sia il sistema naturale biotico (Vegetazione e flora, Fauna, Ecosistemi) sia quello abiotico (acque superficiali e acque sotterranee) sia quello antropico (Paesaggio, Atmosfera, Rumore). D.1.1ATMOSFERA La valutazione dell’alternativa di tracciato è stata effettuata nello studio di prefattibilità ambientale. Le possibili alternative sono due: i tracciati A e B. L’alternativa di tracciato A presenta una minore velocità di percorrenza (70 km/h) e l’assenza di interconnessioni intermedie, con uno sviluppo di circa 9.3 km in gran parte in galleria (circa 7.5 km). L’alternativa B presenta una doppia galleria che copre la quasi totale lunghezza del tracciato e maggiore velocità di percorrenza (90 km/h), con Pagina 222 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE una interconnessione intermedia tra la variante e la SS340. Il tracciato B ha una lunghezza di circa 11.2 km. La comparazione si è svolta con l’analisi del bilancio emissivo nelle due alternative. L’area d’influenza dell’opera è stata distinta in due ambiti: quello ampio dell’area di studio (comprendente quasi 1'250 km di strade) e quello più ristretto dell’area d’intervento, identificato dai 7 comuni interessati dall’opera in progetto. Relativamente all’area d’intervento l’alternativa A attrae meno mezzi rispetto all’alternativa B e questo si ripercuote in una minore incidenza in termini di pressioni sull’area di intervento, effetto rafforzato dalla lunghezza inferiore del tracciato A. Il tracciato B si colloca in posizione più prossima al lago ma il tracciato è per quasi la sua totalità in galleria; i recettori coinvolti nel progetto saranno in numero inferiore rispetto al tracciato A anche se sarà importante valutare l’effetto degli sbocchi, in quanto si concentreranno grossi quantitativi di inquinanti accumulatisi all’interno delle gallerie. Il tracciato A, avendo tratti maggiori a cielo aperto, coinvolgerà un maggiore numero di recettori, per contro, gallerie più brevi avranno effetti minori ai portali. In entrambi i casi l’effetto di riduzione della pressione di inquinanti sui centri abitati, attraversati dalla SS340, sarà comunque maggiore degli impatti causati nei tratti a cielo aperto in zone poco densamente abitate. Si riporta il giudizio in fase di studio di prefattibilità ambientale per la componente atmosfera: - Tracciato A impatto basso; - Tracciato B impatto molto basso. D.1.2RUMORE Nell’ambito dello studio di prefattibilità ambientale, si evidenzia come per entrambe le ipotesi progettuali (TRACCIATO A E TRACCIATO B) la maggior parte del traffico che passa attraverso i centri abitati lungo la costa del lago verrebbe spostato all’esterno, con un sensibile abbassamento sia dei ricettori interessati che dei livelli sonori. Complessivamente quindi, l’impatto sulla componente rumore avrebbe sostanzialmente un effetto positivo per entrambe i tracciati. Analizzando i tracciati più nel dettaglio (a livello locale per quanto concerne i tratti a cielo aperto) si può desumere che, il tracciato A , avente tratti a cileo aperto con maggior lunghezza, interferirebbe con un numero maggiore di ricettori rispetto al tracciato B che invece ha un percorso prevalentemente in galleria. In virtù di queste considerazioni si valuta l’impatto basso per quanto riguarda il tracciato A e molto basso per quanto concerne il tracciato B. Pagina 223 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.1.3ACQUE SOTTERRANEE Il principale potenziale impatto sulla componente acque sotterranee per le infrastrutture lineari di questo tipo (che prevedono lunghi tratti in galleria) è dato dall’ inquinamento delle acque di falda conseguente alla realizzazione delle gallerie e delle fondazioni indirette (pali e diaframmi) dei principali manufatti quali, nel caso specifico, i viadotti per sorpassare i corsi d’acqua. Il territorio interferito da entrambe le ipotesi progettuali è caratterizzato da una particolare sensibilità crescente in funzione della permeabilità della roccia attraversata (Zone di vulnerabilità intrinseca alta, elevata ed estremamente elevata dell’acquifero superficiale). In considerazione del fatto che non ci sono differenze dal punto di vista della vulnerabilità della falda del territorio interferito dalle due ipotesi progettuali, la valutazione comparativa di questo tipo di impatto è stata fatta pertanto attraverso una quantificazione della lunghezza dei tratti in galleria e del numero delle opere d’arte. TRACCIATO A Numero complessivo viadotti: n. 3 (Premonte, Perlana, Azzano) Lunghezza dei tratti in galleria Km. 7,825. L’impatto potenziale è da considerarsi negativo di media entità. TRACCIATO B Numero complessivo viadotti: n. 3 (Ronchi, Perlana-attraversamento della valle, Perlana- riconnessione con la viabilità esistente). Lunghezza dei tratti in galleria Km. 8,891 L’impatto potenziale è da considerarsi negativo alto. D.1.4ACQUE SUPERFICIALI I due tracciati ipotizzati si differenziano essenzialmente per la diversa estensione dei tratti in galleria, che si riflettono nella necessità di considerare i pro e contro della presenza di gallerie. SOLUZIONE A Nell’ipotesi A si prevede l’attraversamento su viadotto di 5 corsi d’acqua (seppur per lo più a natura temporanea o con portate esigue che rendono agevole la costruzione di viadotti): torrenti Valle dei Ronchi, Premonte, Perlana Azzano e Bolvedro. La maggiore estensione di tracciato stradale esposto dovrà essere inoltre considerato per gli scarichi delle acque di prima pioggia dovute al dilavamento stradale, sia in fase di cantiere che di esercizio. L’impatto complessivo è da considerarsi negativo e permanente di media entità. SOLUZIONE B Nel caso dell’ipotesi B i viadotti sono soltanto 3 (Valle di Ronchi, T. Premonte e Perlana), peraltro con maggiore interessamento delle sponde del T. Perlana per la realizzazione dello svincolo di uscita in Val Perlana. Pagina 224 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La minore estensione di tracciato esposto comporterà l’assenza di impatti dovuti al dilavamento stradale in corrispondenza del reticolo idrico interferito dall’ipotesi A. L’impatto complessivo è da considerarsi negativo e permanente di modesta entità. D.1.5VEGETAZIONE E FLORA Per quanto riguarda gli aspetti vegetazionali non si osserva una sostanziale differenziazione qualitativa rispetto alle due ipotesi A e B di progetto in quanto gli ambienti interessati sono simili. L’unica differenza significativa è lo svincolo posto in Val Perlana, previsto solo da uno dei progetti (soluzione B), che compromette la vegetazione ripariale posta nel tratto terminale del torrente. Tra i due progetti si osserva principalmente una differenza a livello quantitativo, in quanto il progetto attualmente in corso di progettazione definitiva vede un tratto maggiore di strada scoperta rispetto al tracciato alternativo. Questa differenza è parzialmente compensata dalla mancanza dello svincolo intermedio in Val Perlana. Un ulteriore parametro di valutazione per il confronto delle alternative è stato il “consumo di suolo”, indicatore sintetico fortemente utilizzato per monitorare gli impatti provocati dall’espansione urbanistica e dall’infrastrutturazione del territorio lombardo. SOLUZIONE A Consumo di suolo calcolato (superficie tratti a cielo aperto): ca. 55.000 mq. Il consumo di suolo definitivo del progetto, comprensivo delle aree utilizzate per la cantieristica e per le opere di mitigazione e compensazione è: • bosco ceduo 79.910 mq; • prato 29.194 mq; • uliveto 860 mq; • parco privato 8.890 mq. L’impatto complessivo è da considerarsi negativo di entità media. Vengono interessati habitat di interesse comunitario, al di fuori di aree protette e della rete Natura 2000. SOLUZIONE B Consumo di suolo calcolato (superficie tratti a cielo aperto) 14.069 mq. L’impatto complessivo è da considerarsi negativo di entità bassa. Vengono interessati habitat di interesse comunitario, al di fuori di aree protette e della rete Natura 2000, ma le superfici sottratte sono inferiori rispetto al caso precedente. D.1.6FAUNA I tracciati relativi alle due soluzioni A e B considerate non si differenziano in maniera sostanziale sotto l'aspetto degli ambienti interessati, pertanto anche gli eventuali impatti si potrebbero ripercuotere in modo analogo sulle specie Pagina 225 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE precedentemente illustrate. È possibile evidenziare che gli impatti più considerevoli potrebbero ripercuotersi su specie ornitiche appartenenti al gruppo dei rapaci diurni e notturni, sui chirotteri e su specie di anfibi e rettili, estremamente vulnerabili alle fasi di cantiere. Sottrazione diretta di habitat faunistici Per le cenosi faunistiche, la sottrazione di superficie e della corrispondente copertura vegetale rappresenta un impatto primario dal carattere permanente. Anche in questo caso, la valutazione dell’impatto è stata fatta attraverso la quantificazione del consumo di suolo da parte del sedime stradale dei tratti a cielo aperto, che corrisponde in linea di massima alla sottrazione di superficie vegetata e quindi di habitat faunistici. SOLUZIONE A Consumo di suolo calcolato (superficie tratti a cielo aperto): ca. 55.000 mq. L’impatto complessivo è da considerarsi negativo di bassa entità. SOLUZIONE B Consumo di suolo calcolato (superficie tratti a cielo aperto) 14.069 mq L’impatto complessivo è da considerarsi negativo di entità molto bassa. Interferenze con gli spostamenti della fauna e rischio di mortalità per collisioni La frammentazione dell’ambiente causata dall’ostacolo del nuovo sedime stradale nei tratti a cielo aperto coinvolge soprattutto le specie terrestri come mammiferi, anfibi, rettili e parzialmente anche la fauna acquatica (fauna bentica in corrispondenza dei corsi d’acqua attraversati). Tutte le specie terrestri possono inoltre rimanere vittime del traffico durante l’attraversamento della strada. Per la classe degli uccelli, l’evento è sovente collegato a condizioni particolari: animali giovani e condizioni meteorologiche che riducono la visibilità. Entrambe le soluzioni si posizionano all’interno di un’area prevalentemente agricola e quindi in parte già antropizzata, in cui si spostano mammiferi di piccola-media taglia legati all’ambiente rurale. La vicinanza di aree di maggior pregio naturalistico e valenza ecologica (aree boscate e vegetazione di forra nelle valli) aumenta la sensibilità faunistica della zona. Per la valutazione di questo tipo di impatto si è utilizzato come parametro di confronto la lunghezza dei due tracciati nei tratti a cielo aperto, partendo dal presupposto che nel contesto omogeneo oggetto dello studio, al di là della larghezza dell’ingombro stradale, un tracciato più lungo comporta maggiori interferenze ai movimenti della fauna. SOLUZIONE A Lunghezza dei tratti a cielo aperto: Km 2,5 L’impatto complessivo è da considerarsi negativo di bassa entità. SOLUZIONE B Pagina 226 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Lunghezza dei tratti a cielo aperto: Km 1,734 L’impatto complessivo è da considerarsi negativo di entità molto bassa. D.1.7ECOSISTEMI CONFRONTO CON LA RER La figura seguente illustra gli ambiti della RER interessati dai due tracciati proposti in cui non emergono sostanziali differenze relativamente alle possibili interazioni delle due Soluzioni con gli ambiti intercettati, dal momento che in entrambi i casi sono ampiamente coinvolti elementi di primo e di secondo livello della RER. Figura C.1 - In blu il tracciato della variante relativa alla Soluzione A, in rosso il tracciato della variante relativa alla Soluzione B con uscita intermedia in Val Perlana; in arancio e in giallo gli ambiti della Rete Ecologica Regionale. CONFRONTO CON LA REP Si ritiene pertanto opportuno effettuare un approfondimento di maggior dettaglio nell’ambito dell’interazione dei singoli tracciati con la Rete Ecologica provinciale (REP). Pagina 227 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Soluzione A Il tracciato relativo alla Soluzione A, proposta dalla Provincia di Como, lungo il suo svolgimento intercetta due tipologie di ambiti di rete ecologica: Ambiti di massima naturalità, definite nel PTCP quali aree di più elevata integrità ambientale del territorio provinciale montano; Sorgenti di biodiversità di secondo livello (Core Areas), definite quali aree caratterizzate da valori medi di biodiversità e da ecomosaici continui; fungono da nuclei secondari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi elevati livelli di biodiversità e da ecomosaici continui. Si tratta di due “elementi costitutivi fondamentali” della REP, caratterizzati dai livelli più elevati di valore biologico e ruolo funzionale. Figura 4.6.2 - Soluzione A. In blu il tracciato della variante, in verde gli ambiti della Rete Ecologica Provinciale. In dettaglio, il tracciato interessa un ambito “Sorgente di biodiversità di secondo livello” lungo quasi tutto il suo svolgimento nei comuni di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno e Mezzegra. In comune di Colonno il tracciato ricade quasi completamente nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello” e si svolge per lo più in galleria, il che in linea ipotetica preserva dalla frammentazione degli ecosistemi e dalla creazione di barriere artificiali; l’impatto maggiore potrebbe quindi derivare non tanto dalla fase di esercizio, per la quale si possono prevedere opportune mitigazioni, quanto dalla fase di cantiere che, Pagina 228 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE per quanto temporanea, comporta notevole disturbo sia sotto il profilo del rumore e delle polveri generate dai mezzi di cantiere, sia del trasporto e del deposito del materiale di escavazione. La prima porzione del tratto in comune di Sala Comacina, pur ricadendo nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello”, è previsto in galleria: anche in questo caso non dovrebbe quindi comportare frammentazione degli ecosistemi e creazione di barriere artificiali. La seconda porzione del tratto in comune di Sala Comacina ricade nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello”, ed è costituito da un tratto di strada a cielo aperto, compreso tra la Valle dei Ronchi e la Valle Premonte. La Valle dei Ronchi è attraversata tramite un ponte mentre la Valle Premonte con un viadotto, manufatti che consentono di mitigare la frammentazione della Il tratto compreso in Località Ossuccio si sviluppa interamente all'interno dell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di secondo livello” ed è previsto in parte a cielo aperto (in continuazione con il tratto prima del viadotto sulla Valle Premonte) ed in parte in galleria (a partire da sopra la frazione di Spurano). Il tratto a cielo aperto costituisce una barriera artificiale alla connettività ecosistemica, e si dovranno pertanto prevedere opportune misure di mitigazione. Il tracciato prosegue in galleria fino al viadotto sulla Val Perlana, posta al confine tra Ossuccio e Lenno, per poi continuare fino al viadotto sul torrente Pola, al confine tra Lenno e Mezzegra. Queste due valli sono elementi delicati, in termini di possibile interruzione della continuità ecosistemica. Il tracciato prosegue quindi interamente all'interno dell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di primo livello” attraversando la Località Mezzegra con un primo tratto in galleria seguito da un tratto a cielo aperto di circa 1 km di lunghezza, intervallato da un viadotto sul torrente Azzano e da una breve galleria artificiale. Il tratto a cielo aperto termina poi all'altezza del torrente Bolvedro, dove inizia il tratto in galleria più lungo dell'intero tracciato proposto. Il lungo tratto in galleria previsto dalla Soluzione A si sviluppa per una lunghezza di circa 2,7 km attraverso i comuni di Tremezzo e Griante. Nella sua prima porzione il tracciato interessa l'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di primo livello” quindi, superata la valle del torrente Bolvedro, interessa invece la tipologia di ambito di REP caratterizzata dal massimo valore biologico ed ecologico, “Ambito di massima naturalità”. L'ultima porzione di tracciato in galleria, compresa nel comune di Griante, ha uno svolgimento molto simile e quello previsto dalla Soluzione B, interessando per il primo tratto un ambito di REP “Sorgente di biodiversità di primo livello”, mentre nella sua ultima porzione interessa quasi esclusivamente un'area non ricadente in rete, in quanto già antropizzata. Pagina 229 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Soluzione B Il tracciato relativo alla Soluzione B, proposta da ANAS, lungo il suo svolgimento intercetta le stesse due tipologie di ambiti di rete interferite dalla soluzione A: Ambiti di massima naturalità, definite nel PTCP quali aree di più elevata integrità ambientale del territorio provinciale montano; Sorgenti di biodiversità di secondo livello (Core Areas), definite quali aree caratterizzate da valori medi di biodiversità e da ecomosaici continui; fungono da nuclei secondari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi elevati livelli di biodiversità e da ecomosaici continui. Si tratta di due “elementi costitutivi fondamentali” della REP, caratterizzati dai livelli più elevati di valore biologico e ruolo funzionale. Figura C.2 - Soluzione B. In rosso il tracciato della variante, in verde gli ambiti della Rete Ecologica Provinciale. In dettaglio, il tracciato interessa un ambito “Sorgente di biodiversità di primo livello” nella prima porzione, che comprende i tratti ricadenti nei comuni di Colonno, Sala Comacina e parte del tratto ricadente in Località di Ossuccio. In comune di Colonno il tracciato ricade quasi completamente nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di primo livello” e si svolge per lo più in Pagina 230 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE galleria, il che in linea ipotetica preserva dalla frammentazione degli ecosistemi e dalla creazione di barriere artificiali; l’impatto maggiore potrebbe quindi derivare non tanto dalla fase di esercizio, per la quale si possono prevedere opportune mitigazioni, quanto dalla fase di cantiere che, per quanto temporanea, comporta notevole disturbo sia sotto il profilo del rumore e delle polveri generate dai mezzi di cantiere, sia del trasporto e del deposito del materiale di escavazione. La prima porzione del tratto a monte dell'abitato di Sala Comacina, pur ricadendo nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di primo livello”, è previsto in galleria, anche in questo caso non dovrebbe quindi comportare frammentazione degli ecosistemi e creazione di barriere artificiali. La seconda porzione del tratto a monte dell'abitato di Sala Comacina ricade anch'esso nell'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di primo livello”, ed è costituito da un viadotto sulla Valle dei Ronchi seguito da un tratto di strada a cielo aperto, nuovamente seguito da un viadotto sulla Valle Premonte. Questi elementi costituiscono barriere artificiali alla connettività ecosistemica, e dovranno pertanto prevedere essere opportune misure di mitigazione. Il tratto compreso in Località Ossuccio si sviluppa in gran parte in galleria, senza quindi comportare in fase di esercizio particolari problematicità in termini di frammentazione ecosistemica. Il tracciato interessa l'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di primo livello” solo nella sua prima porzione, mentre nella seconda interessa una porzione di territorio non ricadente in rete ecologica in quanto già notevolmente antropizzata. In comune di Tremezzina, in corrispondenza della Val Perlana, la Soluzione B prevede uno svincolo sulla scarpata del torrente Perlana, costituito principalmente da tratti su viadotto ed a cielo aperto, ma con anche una breve porzione in galleria. Lo svincolo confluirebbe sulla strada statale 340 Regina (SS 340) a ridosso dei nuclei di Isola e di Campo. La porzione di tracciato che interessa i comuni di Lenno, Mezzegra e Tremezzo è interamente prevista in galleria, senza soluzione di continuità fino al termine del tracciato, nel comune di Griante, per una lunghezza di più di 5 km. La prima porzione di galleria si sviluppa in Località Lenno, e non interessa ambiti di rete in quanto interseca un'area notevolmente antropizzata ed edificata; il tratto di galleria che attraversa la Val Pola sviluppandosi poi in Località Mezzegra interessa invece l'ambito di rete “Sorgente di biodiversità di primo livello”. Il tracciato in galleria che attraversa la valle del Torrente Bolvedro e si sviluppa successivamente in Località Tremezzo, interessa invece la tipologia di ambito di REP caratterizzata dal massimo valore biologico ed ecologico, “Ambito di massima naturalità”. L'ultima porzione di tracciato in galleria, compresa nel comune di Griante, interessa invece per il primo tratto un ambito di REP “Sorgente di biodiversità di primo livello”, mentre nella sua ultima porzione interessa Pagina 231 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE quasi esclusivamente un'area non ricadente in rete, in quanto già antropizzata. Il tracciato proposto si conclude infine con un breve tratto di strada a cielo aperto, che si riconnette sull'asse della strada statale 340 Regina (SS 340). Considerazioni finali Dalle analisi effettuate, sotto l'aspetto della Rete Ecologica Provinciale, la soluzione A ed il tracciato che prevede un'uscita intermedia in Val Perlana (soluzione B), lungo il loro svolgimento intercettano le medesime due tipologie di ambiti di rete: Ambiti di massima naturalità, definite nel PTCP quali aree di più elevata integrità ambientale del territorio provinciale montano; Sorgenti di biodiversità di primo livello (Core Areas), definite quali aree caratterizzate da elevati livelli di biodiversità e da ecomosaici continui; nuclei primari di diffusione delle popolazioni di organismi viventi. Si tratta di due “elementi costitutivi fondamentali” della REP, caratterizzati dai livelli più elevati di valore biologico e ruolo funzionale. Gli Ambiti di massima naturalità interessati sono di fatto però attraversati esclusivamente da tratti in galleria, evitando pertanto la creazione di barriere artificiali e preservando gli ecosistemi dalla frammentazione. Gli ambiti Sorgenti di biodiversità di primo livello (Core Areas) sono invece interessati in misura decisamente superiore in entrambi i tracciati considerati, sia con tratti in galleria, sia con tratti a cielo aperto, sia con ponti e/o viadotti in corrispondenza dei corsi d'acqua intercettati. L'unico elemento che differenzia in misura sostanziale il tracciato che prevede lo sbocco in Val Perlana da quello che non lo prevede, consiste nel tratto in comune di Tremezzina in corrispondenza della Val Perlana, laddove la seconda soluzione prevede uno svincolo sulla scarpata del torrente Perlana, costituito principalmente da tratti su viadotto ed a cielo aperto, con anche una breve porzione in galleria. Lo svincolo confluirebbe sulla strada statale 340 Regina (SS 340), a ridosso dei nuclei di Isola e di Campo. Per quanto riguarda questo tratto, la soluzione relativa al tracciato A sembra rispondere meglio alle istanze naturalistiche, in quanto si sviluppa quasi interamente in galleria mentre l'ipotesi di realizzazione di uno svincolo, principalmente su viadotto, avrebbe certamente un impatto non indifferente sul torrente Perlana e sulle scarpate degli argini del torrente stesso; la presenza dell'uscita intermedia in Val Perlana, con il conseguente allaccio alla viabilità corrente determinerebbe inoltre, anche in fase di esercizio, fattori di pressione legati al disturbo ed al rumore. Il tratto compreso tra lo svincolo e l'allacciamento con la viabilità esistente, inoltre, coinciderebbe con l'ultimo tratto dell'asta del torrente Perlana, interferendo direttamente quindi con porzioni riconducibili agli ecosistemi “Boschi submontani”, “Prati magri e pingui”, “Torrenti montani e ambienti di forra” e “Ambiente lacustre”, comportando rilevanti difficoltà anche in termini di individuazione e realizzazione di misure di mitigazione e compensazione. Pagina 232 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.1.8PAESAGGIO In base alle analisi effettuate secondo il metodo predisposto dalle «Linee guida per l’esame paesistico dei progetti» contenute nella DGR n. VII/11045 del 8 novembre 2002, il confronto tra le due ipotesi di tracciato mette in evidenza che: - Il tracciato A è da ritenersi ad impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ma sempre sotto la soglia di tolleranza. - Il tracciato B è da ritenersi ad impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ad eccezione del tratto di attraversamento della Val Perlana in cui risulta sopra la soglia di tolleranza. Il superamento della soglia di rilevanza rende in ogni caso necessario l’inserimento di opere di mitigazione e compensazione ambientale mirate al riequilibrio ecologico del territorio interferito ed all’inserimento paesaggistico dell’opera. In virtù di quando sopra esposto: - si valuta l’impatto relativo al TRACCIATO A complessivamente come negativo alto; - si valuta l’impatto relativo al TRACCIATO B complessivamente come negativo molto alto. Pagina 233 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.2. IMPATTI PER ATMOSFERA E CLIMA D.2.1IMPATTI IN FASE DI CANTIERE L’attività di realizzazione dell’opera interesserà un periodo di circa 6 anni. L’opera principale sarà la realizzazione delle gallerie la cui lunghezza coprirà gran parte del tracciato. Verranno realizzate 5 gallerie: - Galleria Comacina, 2.1 km; - Galleria Perlana 1, 0.6 km; - Galleria Perlana 2, 2.0 km; - Galleria Bonzanigo, 0.1 km; - Galleria Tremezzina, 2.7 km. La lunghezza delle 4 gallerie principali (tre delle quali di lunghezza superiore a 2 km) richiederà una notevole movimentazione di materiale di scavo. Considerando l’assetto della rete viaria dell’area di progetto, dove la strada Regina SS340 è in pratica l’unico asse viario di collegamento tra i comuni dell’area tremezzina, e che quindi ogni aumento di traffico pesante avrebbe causato notevoli difficoltà, si è scelto di segmentare l’attività di scavo in due fronti contrapposti tra di loro: - Il portale Nord a Griante; - Il portale Sud a Colonno. Questa scelta esclude ogni possibile utilizzo della viabilità interposta. Di conseguenza è emersa la necessità di prevedere due sistemi di movimentazione di materiale di scavo distinti ed indipendenti tra loro. L’imbocco nord è connesso all’area di cantiere e logistica nel comune di Grandola e Uniti e alla centrale di betonaggio e deposito temporaneo dell’area Lavedo srl sempre nello stesso comune. Il percorso in direzione nord-ovest si estende per circa 7.9 km. L’imbocco sud è connesso all’area di cantiere e logistica nel comune di Castiglione Intelvi (percorso 8.9 km). Il conferimento scavi sarà gestito in maniera differente nei due portali. Il portale sud si collegherà, sempre attraverso percorsi stradali, a tre aree di conferimento scavi: - Cava Sinergia Uno – Gruppo Foti nel comune di Bulgarograsso, percorso di 36.2 km; - Cava Gruppo Foti, nel comune di Cascina Rizzardi, percorso di 34.5 km; - Cava Italcave 2000 srl, nel comune di Cucciago, percorso di 40.7 km. Il portale nord conferirà il materiale al sito di deposito temporaneo di Cava Spandri nel sito di Mandello del Lario attraverso una chiatta che attraverserà il lago, con un percorso di 18.5 km. Il materiale troverà la sua ultima sistemazione nella cava Rio Gambaione di proprietà Holcim nel comune di Cassago Brianza con un trasporto via strada di 20.9 km. Pagina 234 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.2.1.1. AREE CANTIERE E LOGISTICA L’imbocco nord del cantiere della variante è connesso all’area di cantiere e logistica nel comune di Grandola e Uniti e alla centrale di betonaggio e deposito temporaneo dell’area Lavedo srl sempre nello stesso comune. Dai depositi partono i mezzi che forniscono il materiale necessario alle attività di cantiere. Si stima che le attività si protraggano per 1'800 giorni. Per la stima dei transiti si è partiti dai quantitativi di materiale necessari suddividendoli su camion di portata di 15 m3. La stima dei camion/giorno e dei transiti totali è indicata in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.. Tratto Portale Nord (Griante) – Grandola e Uniti spostamento smarino quantitativo 70'000 m3 giorni lavorativi 1'800 g portata autocarro 15 m3/camion autocarri 3 camion/giorno fornitura sabbia per cls quantitativo 200 m3/settimana portata autocarro 15 m3/camion autocarri 3 camion/giorno fornitura cemento per cls quantitativo 1'500 q/settimana portata autocarro 300 q/camion autocarri 1 camion/giorno Betoniere per getto e rivestimento gallerie materiale 60'000 m3 giorni lavorativi 1'800 g fabbisogno giornaliero 33 m3/giorno portata betoniera 10 m3/camion Betoniere 3 camion/giorno riempimento arco rovescio portata 15 m3/camion autocarri 2 camion/giorno approvvigionamento materiali vari portata 15 m3/camion autocarri 3 camion/giorno TOTALE autocarri 15 camion/giorno TGM 29 Transiti/giorno Pagina 235 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TABELLA D-1 TRAFFICO GENERATO SULLA DIRETTRICE PORTALE NORD – GRANDOLA Il materiale al portale Sud di Colonno proviene invece dall’area di cantiere e logistica nel comune di Castiglione Intelvi. Il materiale utilizzato è, in quantitativi, analogo al fabbisogno del portale nord, si deve tener conto che la fase di cantiere in questa parte avrà una durata inferiore, pari a 1'200 giorni. La stima dei camion/giorno e dei transiti totali è indicata in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.. Tratto Portale Sud (Colonno) - Castiglione Intelvi spostamento smarino quantitativo 70'000 m3 giorni lavorativi 1'200 g portata autocarro 15 m3/camion autocarri 4 camion/giorno fornitura sabbia per cls quantitativo 200 m3/settimana portata autocarro 15 m3/camion autocarri 3 camion/giorno fornitura cemento per cls quantitativo 1'500 q/settimana portata autocarro 300 q/camion autocarri 1 camion/giorno Betoniere per getto e rivestimento gallerie materiale 60'000 m3 giorni lavorativi 1'200 g fabbisogno giornaliero 50 m3/giorno portata betoniera 10 m3/camion Betoniere 5 betoniere/giorno riempimento arco rovescio portata 15 m3/camion autocarri 2 camion/giorno approvvigionamento materiali vari portata 15 m3/camion autocarri 3 camion/giorno TOTALE autocarri 18 camion/giorno TGM 35 transiti/giorno TABELLA D-2 TRAFFICO GENERATO SULLA DIRETTRICE PORTALE SUD – CASTIGLIONE INTELVI Pagina 236 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.2.1.2. ALLONTANAMENTO INERTI Il materiale di scavo sarà utilizzato per il recupero ambientale di ex-cave. Dal portale nord verrà estratto lo smarino delle gallerie Perlana2, Bonzanigo e Tremezzina. Il materiale è stimato in circa 850'000 m3 e sarà utilizzato per la cava Rio Gambaione nel comune di Cassago Brianza. Lo smarino sarà conferito in un’area di deposito costituita da una piattaforma a lago in prossimità dell’imbocco della galleria Tremezzina nel comune di Griante. Il materiale verrà quindi trasferito con una chiatta al sito di deposito temporaneo di Cava Spandri nel comune di Mandello del Lario sulla sponda lecchese del lago. Infine il materiale troverà la sua ultima sistemazione nella cava Rio Gambaione nel comune di Cassago Brianza. I quantitativi di materiale e i transiti che interessano la direttrice dal portale di Griante a Cassago Brianza sono riportati in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.. Tratto Portale Griante – Cassago Brianza Spostamento smarino quantitativi 850'000 m3 giorni lavorativi 1'800 g quantitativi giornalieri 472 m3/giorno portata autocarro 16 m3 autocarri 30 camion/giorno mezzi per forniture 5 camion/giorno portata chiatta 250 m3/viaggio chiatte 2 chiatte/giorno TOTALE autocarri 35 camion/giorno TGM 70 transiti/giorno chiatte 2 chiatte/giorno VIAGGI 4 viaggi/giorno TABELLA D-3 TRAFFICO GENERATO SULLA DIRETTRICE PORTALE NORD – CASSAGO BRIANZA Il portale sud estrarrà lo smarino delle gallerie Comacina e Perlana1, il materiale complessivo è stimato in circa 475'000 m3. Il materiale sarà utilizzato per il recupero ambientale di 3 ex-cave della zona sud di Como. I quantitativi di materiale e i transiti che interessano la direttrice dal portale di Colonno alla zona sud di Como sono riportati in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.. Pagina 237 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tratto Portale Colonno – Zona sud Como (Bulgarograsso – Cassina Rizzardi – Cucciago) Spostamento smarino quantitativi 475'000 m3 giorni lavorativi 1'200 g quantitativi giornalieri 400 m3/giorno portata autocarro 16 m3 autocarri 25 camion/giorno mezzi per forniture 5 camion/giorno Totale autocarri 30 camion/giorno TGM 60 transiti/giorno TABELLA D-4 TRAFFICO GENERATO SULLA DIRETTRICE PORTALE SUD – ZONA SUD COMO Per capire l’incidenza dei transiti stimati sul traffico esistente si sono confrontati i carichi di traffico con il traffico esistente. Per il portale nord (Tabella D-5) si è confrontato il TGM generato dal cantiere di Grandola e Uniti (36 transiti/giorno) sulla strada Regina in prossimità del cantiere (dato da analisi del traffico, scenario attuale al 2012) e di Grandola (dati Provincia di Como). Portale nord 30 camion/giorno SS340 Portale Nord 5'617 TGM leggeri 355 TGM pesanti 5'972 TGM totale 385 6'002 8.5 0.5 Con cantiere TGM pesanti TGM totale % TGM pesanti % TGM totale 30 camion/giorno SS340 Grandola 8'473 TGM leggeri 391 TGM pesanti 8'864 TGM totale 421 8'894 7.7 0.3 Con cantiere TGM pesanti TGM totale % TGM pesanti % TGM totale TABELLA D-5 INCIDENZA DEL TRAFFICO DI CANTIERE, PORTALE NORD Per il portale sud si è confrontato il traffico totale (cantiere e allontanamento inerti) sul tratto di Regina prossimo al cantiere (dato da analisi del traffico, scenario attuale al 2012). Inoltre si è confrontato il traffico generato dal cantiere sulla strada SP13 in direzione Castiglione d’Intelvi (dati Provincia di Como) e l’allontanamento inerti sulla SS340 in direzione Como (tratto Brienno-Como). Pagina 238 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Portale sud 96 camion/giorno 60 camion/giorno 36 camion/giorno SS340 Portale Sud SS340 Brienno-Como SP13 Castiglione d'Intelvi 7'200 TGM leggeri 434 TGM pesanti 7'634 TGM 11'163 TGM leggeri 654 TGM pesanti 11'817 TGM Con cantiere 530 7'730 22.1 1.3 TGM pesanti TGM % TGM pesanti % TGM 2'863 TGM leggeri 154 TGM pesanti 3'017 TGM Con cantiere 714 11'877 9.2 0.5 TGM pesanti TGM % TGM pesanti % TGM Con cantiere 190 3'053 23.4 1.2 TGM pesanti TGM % TGM pesanti % TGM TABELLA D-6 INCIDENZA DEL TRAFFICO DI CANTIERE, PORTALE SUD L’incidenza dei transiti generati dalle fasi di cantierizzazione sul traffico esistente (anno 2012) è dell’ordine del 1% in tutti i tratti analizzati. Questi valori non giustificano analisi modellistiche sul traffico, relative alla fase temporanea di cantiere, e saranno quantificate attraverso il bilancio emissivo presentato nel paragrafo seguente. D.2.1.3. BILANCIO EMISSIONI Nelle successive tabelle vengono riportati i dati necessari al calcolo del bilancio emissivo delle attività di trasporto dei materiali dai due portali alle destinazioni finali. Al numero di km totali percorsi in un anno dai camion, considerando l’andata e il ritorno, è stato associato il fattore di emissione specifico per inquinante. I fattori di emissione dei mezzi pesanti, associati ad una velocità media di 50 km/h, sono gli stessi utilizzati per le simulazioni modellistiche illustrate nel capitolo seguente. Sono state considerate le emissioni di NOx, polveri totali (PTS), CO e benzene (BEN) in quanto tipici inquinanti del traffico veicolare. Da questo calcolo si ottiene la quantità totale di inquinanti emessi per le attività di trasporto. In Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. è riportato il bilancio delle emissioni per il percorso dal portale Nord di Griante all’area di cantiere e logistica nel comune di Grandola e Uniti e viceversa. Tratto Portale Nord (Griante) – Grandola e Uniti autocarri 15 camion/giorno TGM 30 Transiti/giorno percorso 8 km 237 km/giorno 300 giorni/anno Pagina 239 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE percorso annuo NOx PTS CO BEN NOx PTS CO BEN 71'100 km/anno fattori di emissione 6.51 g/km 0.19 g/km 1.31 g/km 0.0002 g/km Emissioni annue 0.463 t/a 0.014 t/a 0.093 t/a 0.014 kg/a TABELLA D-7 BILANCIO DELLE EMISSIONI PER IL TRASPORTO LUNGO LA DIRETTRICE PORTALE NORD – GRANDOLA Analogamente in Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. è riportato il bilancio delle emissioni per il percorso di A/R dal portale sud di Colonno all’area di cantiere e logistica nel comune di Castiglione Intelvi. Tratto Portale Sud (Colonno) - Castiglione Intelvi autocarri 18 camion/giorno TGM 36 transiti/giorno percorso 9 km 320 km/giorno 300 giorni/anno percorso annuo 96'120 km/anno fattori di emissione NOx 6.51 g/km PTS 0.19 g/km CO 1.31 g/km BEN 0.0002 g/km Emissioni annue NOx 0.626 t/a PTS 0.018 t/a CO 0.126 t/a BEN 0.019 kg/a TABELLA D-8 BILANCIO DELLE EMISSIONI PER IL TRASPORTO LUNGO LA DIRETTRICE PORTALE SUD – CASTIGLIONE INTELVI Analogo lavoro è stato svolto per il materiale di escavo, destinato alla riqualificazione ambientale di cave (Tabella D-9, Tabella D-10, Tabella D-11). Pagina 240 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Per quanto riguarda il portale nord, parte del viaggio verrà effettuato attraverso una chiatta (con portata di 250 m3, che con 2 viaggi giorno smaltirà i 470 m3/giorno di materiale). La scelta dell’utilizzo di una chiatta (con una portata paragonabile a quella di 15 camion) permette di ridurre in termini di km il tragitto, sostituendo un tracciato di circa 90 km con uno di 19 km (su chiatta) + 21 km su camion. Il fattore di emissione della chiatta è stato ricavato da EPA 1, e, se confrontato con le emissioni dei camion (g/s) è circa 3 volte quello di un camion per gli NOx e 2-3 volte per le polveri. Un confronto tra le emissioni mostra, con la scelta della chiatta, una riduzione delle emissioni di circa il 60%. Tratto Portale Griante – Cassago Brianza Spostamento smarino autocarri 35 camion/giorno TGM 70 transiti/giorno percorso 21 km 1'463 km/giorno 300 giorni/anno percorso annuo 438'900 km/anno fattori di emissione NOx 6.51 g/km PTS 0.19 g/km CO 1.31 g/km BEN 0.0002 g/km Emissioni annue NOx 2.857 t/a PTS 0.083 t/a CO 0.575 t/a BEN 0.088 kg/a TABELLA D-9 BILANCIO DELLE EMISSIONI PER IL TRASPORTO LUNGO LA DIRETTRICE PORTALE NORD – CAVA CASSAGO BRIANZA Tratto Tratto Chiatta Spostamento smarino chiatte 2 chiatte/giorno VIAGGI 4 viaggi/giorno potenza chiatta 700 cv 515 kw durata viaggio 3 h viaggi anno 1200 viaggi/anno fattori di emissione 1 Transportation and Air Quality – Nonroad Engines – Ocean Vessels and Large ships - Tier 4 Standards - Commercial Category 1 Engines Pagina 241 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE NOx PTS CO NOx PTS CO 1.80 g/kw h 0.04 g/kw h 4.06 g/kw h Emissioni annue 3.270 t/a 0.073 t/a 7.379 t/a TABELLA D-10 BILANCIO DELLE EMISSIONI PER IL TRASPORTO CON CHIATTA LUNGO LA DIRETTRICE PORTALE NORD – CAVA CASSAGO BRIANZA Tratto Portale Colonno – Zona sud Como (Bulgarograsso – Cassina Rizzardi – Cucciago) Spostamento smarino autocarri 30 camion/giorno TGM 60 transiti/giorno percorso medio 37 km 2'228 km/giorno 300 giorni/anno percorso annuo 668'400 km/anno fattori di emissione NOx 6.51 g/km PTS 0.19 g/km CO 1.31 g/km BEN 0.0002 g/km Emissioni annue NOx 4.351 t/a PTS 0.127 t/a CO 0.876 t/a BEN 0.134 kg/a TABELLA D-11 BILANCIO DELLE EMISSIONI PER IL TRASPORTO LUNGO LA DIRETTRICE PORTALE SUD – CAVE SUD COMO Si possono infine confrontare le emissioni imputabili al trasporto del materiale escavato dai portali fino al conferimento finale ai quantitativi di materiale trattato: - Portale nord: 43.3 g NOx/m3 di materiale escavato e 1.1 g PTS/m3; - Portale sud: 36.6 g NOx/m3 di materiale escavato e 1.1 g PTS/m3. Il bilancio emissivo annuo, relativo ai trasporti (considerati i viaggi di andata e ritorno), valido per i primi 4 anni nei quali si lavorerà in entrambi i cantieri Pagina 242 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE (le lavorazioni nel portale nord si protrarranno per ulteriori 2 anni) è riportato in Tabella D-12. NOx PTS CO2 Bilancio emissivo annuo 11.6 0.3 1.7 t/a t/a t/a TABELLA D-12 BILANCIO EMISSIVO ANNUO RELATIVO AI TRASPORTI D.2.1.4. EMISSIONI ALL’INTERNO DEI CANTIERI Le principali sorgenti di emissione in atmosfera presenti all’interno dei cantieri operativi fissi sono rappresentate dall’impianto di produzione di conglomerati bituminosi, dall’impianto di produzione di conglomerati cementizi; inoltre, come altre possibili fonti di emissione di polveri si segnalano: - mezzi di movimentazione dei materiali: pala meccanica, autocarri, pulmini personale; - autobetoniere; - compressore; - stoccaggio inerti. Per la valutazione del potenziale impatto associato a tale fase si è scelto di considerare, a titolo cautelativo, lo scenario maggiormente critico, della massima produttività degli impianti e del funzionamento in continuo sul turno lavorativo. In riferimento alla tipologia di impianti considerati si è ritenuto esaustivo considerare il PM10 come parametro inquinante rappresentativo del potenziale impatto indotto sulla qualità dell’aria ambiente. Di seguito si riportano i fattori di emissione medi stimati per ogni sorgente considerata, ricordando che l’obiettivo è quello di fornire un ordine di grandezza delle dimensioni del problema studiato al fine di individuare gli aspetti di maggiore criticità ed i possibili e più efficaci interventi di mitigazione. Stoccaggio inerti – attività di carico e scarico Nell’area di cantiere di Griante (cantiere nord) verrà allestita una banchina (30x70 m) dove verranno stoccati i riporti dallo scavo delle gallerie (470 m3/giorno), accumulati e poi caricati sulle chiatte (Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). 2 Non è conteggiato il contributo di CO del trasporto su chiatta. Pagina 243 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE FIGURA D-1 Layout del portale nord di Griante La dispersione delle polveri da cumuli è legata sia ad operazioni di movimentazione del materiale sia all’azione erosiva del vento in corrispondenza di eventi sufficientemente intensi e clima secco (in particolare velocità del vento > 5.0 m/s). Per una stima delle emissioni in riferimento alla dispersione delle polveri nelle fasi di movimentazione (carico e scarico), si è fatto riferimento al capitolo 13 del Volume I dell’AP-42 “Miscellaneous Sources”; in particolare la sezione 13.2.4 “Aggregate Handling and Storage Piles” e la sezione 13.2.5 “Industrial Wind Erosion”. La quantità di polveri aerodisperse per kg di materiale movimentato è funzione della velocità del vento (range 0.6-6.7 m/s) e del contenuto percentuale di umidità del materiale (range 0.25-4.8) ed è valida nei range di valori indicati. In dettaglio, per il calcolo dei fattori di emissione si considera la formula di seguito riportata, valida per le PTS. In relazione al taglio dimensionale delle particelle sono assunti i seguenti coefficienti moltiplicativi k. < 30 m 74% Aerodynamic Particle Size Multiplier (k) < 15 m < 10 m (PM10) < 5 m 48% 35% 20% < 2,5 m 11% TABELLA D-13 PARAMETRI MOLTIPLICATIVI IN FUNZIONE DELLA GRANULOMETRIA DEL PARTICOLATO Pagina 244 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE I risultati dell’applicazione della relazione sopra riportata, adottando il taglio relativo al PM10 (k=0.35), sono riportati in Tabella D-14. Velocità vento (m/s) Grado di umidità (%) M\U 0.25 0.5 1 2 3 4 1 0.00369 0.00140 0.00053 0.00020 0.00011 0.00008 2 0.00909 0.00345 0.00131 0.00049 0.00028 0.00019 3 0.01540 0.00584 0.00221 0.00084 0.00048 0.00032 4 0.02239 0.00848 0.00321 0.00122 0.00069 0.00046 5 0.02992 0.01134 0.00430 0.00163 0.00092 0.00062 6 0.03793 0.01437 0.00545 0.00206 0.00117 0.00078 4.8 0.00006 0.00015 0.00025 0.00036 0.00048 0.00061 TABELLA D-14 FATTORI DI EMISSIONE RELATIVI ALLA MOVIMENTAZIONE DEGLI INERTI NELLE AREE DI STOCCAGGIO [KG PM10/ TONNELLATA DI MATERIALE MOVIMENTATO] Il risollevamento massimo si ha con un grado di umidità basso e forti velocità del vento (Tabella D-14). Si consideri che le velocità del vento superiori a 6 m/s rappresentano una percentuale inferiore al 3% delle ore simulate (meteo Arpa di Como Villa Gallia), mentre le ore superiori a 4 m/s sono il 7.5%. Il valore di risollevamento nel caso peggiore è di circa 3.5 kg/h che si riduce di quasi 2 ordini di grandezza aumentando il grado di umidità e di un ordine di grandezza riducendone la velocità del vento. Nella fascia di velocità del vento di 2-3 m/s (la velocità media annua è inferiore a 2 m/s) con una umidità dello 0.5%, le polveri (PM10) risollevate sono circa 300 g/h (0.09 g/s). Stoccaggio inerti – erosione del vento Il manuale delle stime delle emissioni di NPi3, basandosi sull’AP-42 sezione 13.2.5 “Industrial Wind Erosion” analizza le possibili emissioni di un cumulo di materiale legate all’azione erosiva del vento. In dettaglio, per il calcolo del fattore di emissione, si considera la formula di seguito riportata, valida per le PTS. Ap-42 stima che il 50% delle polveri emesse sia della frazione del PM10. 3 National Pollution inventory (version 3.1, January 2012), Australian Government Pagina 245 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Dai dati meteorologici (meteo Arpa di Como Villa Gallia, per la pioggia Tremezzo) si sono ricavati i giorni di pioggia (> 0.25 mm/giorno) e gli episodi di vento con velocità maggiore di 5 m/s. S (%) P f (%) 15.0 116.0 4.3 % % contenuto in limo giorni / anno con pioggia > 0.25 mm frequenza % di ore con vento > 5 m/s TABELLA D-15 PARAMETRI UTILIZZATI NELLA STIMA DELL’EROSIONE DA VENTO Con i dati riportati in Tabella D-15 si è stimato una erosione di circa 1’060 kg/ha/anno che adattati al caso in esame corrispondono a 25 g/h di PM10 ossia ad una emissione di 0.0071 g/s nelle ore dell’anno con vento superiore a 5 m/s. L’area sarà pavimentata per evitare il risollevamento delle terre dovuto al movimento dei mezzi nell’area di carico/scarico. Si raccomanda ancora una volta la bagnatura dell’area e il lavaggio delle gomme dei camion in entrata/uscita dall’impianto (l’area di lavaggio ruote è già stata prevista in fase di progetto). L'effetto sulla polverosità della movimentazione dei mezzi pesanti può essere ulteriormente mitigata agendo sulla velocità dei mezzi in circolazione; la velocità dei mezzi, infatti, agisce in modo direttamente proporzionale sul risollevamento di polveri. Una regolamentazione sistematica della velocità di transito all'interno delle aree di cantiere potrà dunque essere adottata. Mezzi operativi Per tale stima si è fatto riferimento al rapporto ’Atmospheric Emission Inventory Guidebook, Third Edition EMEP/CORINAIR October 2002’ (e successivi aggiornamenti), ed in particolare al capitolo B.8.10. All’interno del rapporto è possibile reperire i dati relativi alle emissioni dei principali macchinari impiegati in un cantiere, tra cui autocarri, autobetoniere, bulldozer, compressori, ecc. Per il calcolo delle emissioni dei singoli macchinari si può fare riferimento alla metodologia semplificata oppure alla metodologia dettagliata. La seconda, che genera risultati più affidabili, è basata sostanzialmente sul metodo USEPA per stimare le emissioni dei veicoli off-road, ed usa la seguente formula E = HP x LF x EFi dove: E = emissione in massa dell’inquinante i [g/h] HP = potenza massima del motore [kW] LF = load factor (fattore di carico) EFi = fattore di emissione dell’inquinante i [g/kWh] Pagina 246 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Il load factor è determinato sulla base dei fattori indicati in corrispondenza dei cicli standard ISO DP 8178; nel caso specifico è stato adottato un valore pari a 0.15, tipico della categoria di riferimento (C1 – Diesel powered off road industrial equipment). I fattori di emissione dipendono dalla potenza del motore del veicolo e dal combustibile usato; la potenza del motore quindi è un parametro significativo per quantificare l’emissione di inquinanti del macchinario, comparendo nella formula e nel calcolo del fattore di emissione. In Tabella D-16 sono riassunti i fattori di emissione di PM dei principali macchinari impiegati nella fase di cantiere. Per quanto riguarda la dimensione delle polveri emesse dai motori diesel, è possibile individuare in bibliografia nell’ipotesi cautelativa che il 100% del particolato sia della frazione PM10. Sorgente Potenza (kW) Autocarro 250 Pala meccanica 110 Compressore 130 Pulmini 42 TABELLA D-16 FATTORI DI EMISSIONE RELATIVI ALLA [KG PM10/ TONNELLATA DI MATERIALE MOVIMENTATO] E (g/h) 50.0 22.0 26.0 8.4 E (g/s) 0.014 0.006 0.007 0.002 MOVIMENTAZIONE DEGLI INERTI NELLE AREE DI STOCCAGGIO D.2.1.5. SIMULAZIONE MODELLISTICA CANTIERE DI GRIANTE Il cantiere di Griante, per quanto descritto nei paragrafi precedenti, risulta avere una configurazione più complessa (vedi Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). Nel portale nord verrà installata una piattaforma (40x70 m, 2'800 m 2) dove verrà accumulato lo smarino ed effettuato il carico sulla chiatta. Considerando che le operazioni di cantiere si protrarranno per un lungo periodo (1'800 giorni nel cantiere Nord, 1'200 in quello Sud) si è predisposta la simulazione col modello Calpuff4 dell’area dei cantiere per valutare gli impatti a lungo termine delle ricadute di inquinanti, in particolare sono state valutate le polveri (trattate come PM10) come tracciante delle attività di cantiere. 4 Calpuff, modello di dispersione non stazionario, con approccio lagrangiano a puff, realizzato dalla Earth Tech Inc. per conto del California Air Resource Board e dell’US EPA. E’ uno dei “preferred models – recommended for regulatory use” adottati ufficialmente dall’US EPA (Guideline on Air Quality Models, Federal Register – Appendix W N. 72, April 15, 2003/Rules and Regulations). Pagina 247 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La simulazione è stata effettuata su un anno intero considerando il cantiere funzionante 10 ore/giorno mentre per l’input meteorologico si sono utilizzati i dati ARPA di Como Villa Gallia (più idonei a descrivere il regime costiero). Le sorgenti emissive sono state considerate tutte di tipo areale. Per i mezzi operanti in cantiere si sono distribuiti sull’intera area delle operazioni i mezzi sotto elencati (Tabella D-17) le cui emissioni sono state distribuite sull’area operativa (2'800 m2). I fattori di emissione sono quelli riportati in Tabella D-16 nell’ipotesi di funzionamento continuo nelle 10 ore di operatività del cantiere. Tipologia autocarro pala meccanica compressore Emissione totale Emiss. Specifica Quantità 1 1 1 0.027 g PM10/s 9.72E-06 g PM10/s/m2 TABELLA D-17 EMISSIONI PROPRIE DEI MEZZI OPERANTI Per le operazioni di carico e scarico del materiale si è considerato un fattore di emissione (Tabella D-14) rappresentativo del vento medio dell’area (inferiore a 2 m/s) e con un basso contenuto di umidità (Tabella D-14). Le operazioni si considerano continue nelle ore di operatività del cantiere e sono state distribuite sull’intera area della piattaforma (Tabella D-18). m3 materiale/giorno ore cantiere/giorno PS smarino Peso materiale Emissione totale Emissione specifica 470 10 2 940 m3 h t/m3 t 0.00131 kg/t 0.034 g PM10/s 2 1.22E-05 g PM10/s/m TABELLA D-18 EMISSIONI DOVUTE AL CARICO/SCARICO DEL MATERIALE Si è poi considerato l’erosione del vento del cumulo di materiale in attesa di essere riposto sulla chiatta. Nelle ipotesi fatte in Tabella D-15 ipotizzando che il cumulo abbia una forma conica (con diametro di base di circa 10 m, ipotesi necessaria a stimare la superficie esposta all’erosione) si sono stimate le emissioni in occasione di venti superiori a 5 m/s per ogni ora dell’anno (Tabella D-19). Pagina 248 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Erosione Frequenza % ore > 5 m/s Emissione PM10 Area esposta Emissione totale Emissione specifica 1'060 4.3 0.280 91.5 0.0071 0.00007 kg/ha/anno % g/m2/h m2 g PM10/s g PM10/s/m2 TABELLA D-19 EMISSIONI DOVUTE ALL’EROSIONE DEL VENTO La sovrapposizione degli effetti ha prodotto la mappa di Figura D-2 dove sono stati sovrapposti alla cartografia i risultati delle simulazioni modellistiche. Nella figura è riportata la media annua delle concentrazioni delle polveri (PM10) sul territorio. L’area evidenziata, con concentrazioni di 5 µg/m3 si colloca nella zona circostante la piattaforma operativa ad una distanza di circa 100 m da essa, concentrazioni superiori si ritrovano a ridosso dell’area operativa. Questi risultati possono essere utili alla valutazione della fase di cantiere nelle altre aree di cantiere, tenendo in considerazione che le attività maggiormente impattanti sono state considerate e sovrapposte in questa simulazione. 3 FIGURA D-2 MAPPA DI CONCENTRAZIONE DELLA MEDIA ANNUA (µg/M ) DELLE POLVERI (PM10) Pagina 249 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Le concentrazioni al suolo di PM10 stimati come contributo delle attività di cantiere simulate possono essere rapportati al Valore Limite per la qualità dell’aria pari a 40 µg/m3 come media annua di PM10 (D.Lgs. 155/10). D.2.2IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO Per gli elaborati grafici si rimanda all’allegato alla relazione “Valutazione di impatto atmosferico”. D.2.2.1. SCENARI DI SIMULAZIONE Gli impatti sulla componente atmosfera delle ricadute di inquinanti dovute al traffico stradale circolante sulla strada SS340 “Regina” e sulla variante in progetto sono stati stimati mediante simulazione modellistica. La strada SS340 “Regina” costeggia il lago di Como sulla sponda occidentale del ramo comasco. Il tratto interessato dalle simulazioni si sviluppa tra i comuni di Colonno e Griante. La variante Tremezzina alla SS340 si sviluppa all’interno tra Colonno e Griante, per circa 9.5 km in tratti a cielo aperto e in gran parte in galleria. Il quadro complessivo della viabilità è descritto nella Figura D-3. FIGURA D-3 VIABILITÀ DOPO LA REALIZZAZIONE DELLA VARIANTE Pagina 250 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Lo studio di traffico5 descrive l’evoluzione dei transiti dallo stato attuale (2012, data più recente dei rilievi di traffico) all’anno 2022 (breve periodo) e 2032 (medio-lungo periodo). Rispetto all’anno 2022 lo scenario 2032 denota una situazione più stabile con effetti attesi a lungo termine di riduzione sia sulla vecchia Regina che sulla variante in progetto. Per le simulazioni modellistiche della qualità dell’aria l’anno preso a riferimento è il 2022 in quanto è lo scenario con i carichi maggiori di traffico. Per la stima dell’impatto della nuova variante in progetto sono stati confrontati due scenari di simulazione: - Scenario di riferimento: considera l’evoluzione del traffico sulla strada SS340 “Regina” al 2022 (anno di realizzazione della variante); - Scenario di progetto: considera il traffico sulla nuova variante al 2022 (anno di realizzazione dell’opera) e l’evoluzione del traffico sulla strada SS340 “Regina” in presenza della variante (al 2022). Le simulazioni vengono quindi effettuate in presenza o meno della variante e confrontati i risultati ottenuti a parità di anno (2022). Il dominio di simulazione è rappresentato in Figura D-4, suddiviso in due sottodomini per agevolare le simulazioni modellistiche, in verde sono indicati i tratti della strada Regina e in blu quelli della variante. Le simulazioni necessitano come input dati inerenti la meteo e dati che caratterizzano i flussi di traffico circolante sui tratti stradali considerati che verranno descritti nei paragrafi successivi. 5 “SS340 “Regina” – Aggiornamento dello studio di traffico. Rapporto finale Versione 1.2” (Studio META, Febbraio 2014). Pagina 251 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE FIGURA D-4 DOMINIO DI SIMULAZIONE SUDDIVISO IN 2 SOTTODOMINI D.2.2.2. DATI DI TRAFFICO GIORNALIERO MEDIO (TGM) Il modello di simulazione richiede come dato di ingresso il valore di Traffico Giornaliero Medio (TGM) su ogni tratto stradale percorso, ovvero la quantità di veicoli che, mediamente, percorre la strada considerata nell’arco delle 24 ore. Per il calcolo del TGM sui diversi tracciati ci si è basati sui dati di transito riportati nella relazione dello Studio META5. I dati di TGM sono stati calcolati per i percorsi di andata e ritorno (a/r) sia dei mezzi Leggeri che dei mezzi Pesanti. Ad ogni tratto stradale simulato è stato quindi assegnato un nome convenzionale e il relativo valore di TGM. La Tabella D-20 riporta i dati di TGM per lo Scenario di Riferimento e la Tabella D-21 quelli dello Scenario di Progetto. L’ultima colonna di entrambe le tabelle riporta il TGM totale calcolato per ciascun tratto stradale. Pagina 252 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nome Tr_1 Tr_2 Tr_3 Tr_4 Tr_5 Tr_6 Tr_7 Tr_8 Tr_9 Tr_10 Tr_11 Tr_12 Tr_13 Tr_14 Tr_15 Tr_16 Tr_17 Leggeri_a Leggeri_r 3'727 3'849 3'727 3'849 3'727 3'849 3'627 3'749 3'665 3'787 3'421 3'543 3'940 4'062 3'491 3'626 3'859 3'737 3'313 3'192 3'807 3'685 4'429 4'385 4'429 4'385 4'429 4'385 4'429 4'385 1'375 1'388 2'997 3'053 Scenario di riferimento (2022) Leggeri_TOT Pesanti_a Pesanti_r Pesanti_TOT TGM_TOT 7'576 227 233 460 8'036 7'576 227 233 460 8'036 7'576 227 233 460 8'036 7'376 219 224 443 7'819 7'452 219 224 443 7'895 6'964 204 207 411 7'375 8'002 222 227 449 8'451 7'117 207 212 419 7'536 7'596 222 217 439 8'035 6'505 198 196 394 6'899 7'492 222 217 439 7'931 8'814 258 268 526 9'340 8'814 258 268 526 9'340 8'814 258 268 526 9'340 8'814 258 268 526 9'340 2'763 67 67 134 2'897 6'050 201 191 392 6'442 TABELLA D-20 TRATTI STRADALI DELLO SCENARIO DI RIFERIMENTO E TGM ASSOCIATO Nome Tr_1 Tr_2 Tr_3 Tr_4 Tr_5 Tr_6 Tr_7 Tr_8 Tr_9 Tr_10 Tr_11 Tr_12 Tr_13 Tr_14 Tr_15 Tr_16 Tr_17 Var_1 Var_2 Var_3 Leggeri_a Leggeri_r 5'404 5'390 1'584 --1'584 1'581 1'347 1'345 1'271 1'269 1'035 1'033 1'564 1'562 1'118 1'130 1'366 1'368 838 850 1'359 1'361 2'215 2'162 2'215 --6'300 4'074 5'993 5'951 1'402 1'421 4'530 4'591 4'085 4'074 --1'581 --2'162 Scenario di progetto (2022) Leggeri_TOT Pesanti_a Pesanti_r Pesanti_TOT TGM_TOT 10'794 390 368 758 11'552 1'584 84 --84 1'668 3'165 84 91 175 3'340 2'692 68 75 143 2'835 2'540 61 68 129 2'669 2'068 46 52 98 2'166 3'126 65 73 138 3'264 2'248 51 58 109 2'357 2'734 68 61 129 2'863 1'688 46 41 87 1'775 2'720 70 63 133 2'853 4'377 127 126 253 4'630 2'215 127 --127 2'342 10'374 450 293 743 11'117 11'944 391 420 811 12'755 2'823 67 69 136 2'959 9'121 352 324 676 9'797 8'159 323 293 616 8'775 1'581 --91 91 1'672 2'162 --126 126 2'288 TABELLA D-21 TRATTI STRADALI DELLO SCENARIO DI PROGETTO E TGM ASSOCIATO Pagina 253 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE L’intera rete stradale considerata con i nomi attribuiti a ciascun tratto sono riportati in Figura D-5 per il sottodominio D1 e in Figura D-6 per il sottodominio D2. Oltre all’informazione relativa al TGM, a ciascun tratto stradale è stata assegnata una velocità media di percorrenza dei veicoli e una geometria come segue: Strada SS340 “Regina”: strada a doppio senso di marcia con una corsia, velocità media di percorrenza 50 km/h. Variante: strada a doppio senso di marcia con una corsia. In alcuni tratti è presente la corsia di arrampicamento simulata con una corsia aggiuntiva. Sulla strada principale la velocità di percorrenza media è di 70 km/h. Sulle rampe (a unica corsia e senso di marcia) la velocità media è stata mantenuta a 50 km/h. I manufatti come viadotti e tombotti sono stati trattati modellisticamente attraverso differenti caratteristiche geometriche dei tratti. Gli imbocchi e sbocchi delle gallerie presenti sul tracciato della Variante sono stati trattati con un modello specifico per questo tipo di sorgenti e sovrapposti ora per ora alle simulazioni modellistiche dei tratti lineari. Pagina 254 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE FIGURA D-5 TRATTI STRADALI APPARTENENTI AL SOTTODOMINIO D1 FIGURA D-6 TRATTI STRADALI APPARTENENTI AL SOTTODOMINIO D2 Pagina 255 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.2.2.3. PROFILO ORARIO DEI VEICOLI La costruzione dell’input al modello necessita che al dato di TGM venga associato il profilo orario che indica come il numero complessivo di veicoli si distribuisce nell’arco delle 24 ore. Il profilo di traffico è stato dedotto dalla campagna di rilievi effettuata dalla Provincia di Como nel periodo 7-14 Novembre 2013. In particolare, ai veicoli è stato attribuito un profilo medio per i giorni feriali e un profilo per i giorni prefestivi e festivi. Il profilo orario è differente per i veicoli leggeri e pesanti. In Figura D-7 è rappresentato il profilo complessivo risultante. FIGURA D-7 PROFILO ORARIO GIORNALIERO DEI MEZZI CIRCOLANTI D.2.2.4. FATTORI DI EMISSIONE DEI MEZZI CIRCOLANTI Per calcolare le emissioni di inquinanti dei veicoli che transitano sui tratti stradali sono stati utilizzati specifici fattori di emissione espressi in g di sostanza inquinante/km/veicolo. Tali fattori sono stati dedotti dall’Inventario delle Emissioni in Atmosfera EMEP/CORINAIR (COPERT IV) che individua un fattore di emissione per ogni categoria di veicolo circolante. Con categoria si intende ad esempio la ripartizione tra auto a benzina e auto diesel, oppure quella in base al peso per i mezzi pesanti. Inoltre è necessario conoscere la ripartizione tra le categorie Euro di appartenenza. Per ottenere queste informazioni sulla composizione del parco circolante, ci si è basati sui dati più recenti, al momento dello studio, messi a disposizione dall’ACI per la regione Lombardia (www.aci.it - Autoritratto 2013). Pagina 256 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Infine, i fattori di emissione variano in funzione della velocità di transito. Sono state impostate 2 diverse velocità in base alle caratteristiche dei tratti stradali percorsi: 50 e 70 km/h. In particolare, sui tratti della strada “Regina” è stata impostata una velocità di percorrenza di 50 km/h, mentre sui tratti appartenenti alla variante è stata associata un velocità di 70 km/h ad eccezione delle rampe di accesso che rimangono a 50 km/h. I fattori di emissione calcolati per NOx, CO, PTS e benzene sono riportati in Tabella D-22. Categorie mezzi Motociclette e ciclomotori Autoveicoli benzina (<1400cc) Autoveicoli (tra 1400 e 2000cc) Autoveicoli (oltre 2000cc) Autoveicoli diesel Veicoli commerciali leggeri Veicoli commerciali pesanti Autobus NOx CO PTS Benzene ACI 2013 (g/km veic) (g/km veic) (g/km veic) (g/km veic) % 50 km/h 70 km/h 50 km/h 70 km/h 50 km/h 70 km/h 50 km/h 70 km/h 13.20 0.17 0.22 8.24 9.03 0.035 0.035 0.1228 0.1159 33.44 0.24 0.26 1.07 0.88 0.004 0.003 0.0084 0.0062 14.19 0.26 0.3 0.95 0.75 0.004 0.002 0.0079 0.0058 1.20 28.59 8.05 1.18 0.15 0.63 0.53 0.84 6.51 7.18 0.71 0.5 0.77 5.92 6.15 2.11 0.09 0.53 1.31 1.37 1.56 0.05 0.43 1.14 1.04 0.008 0.032 0.056 0.19 0.176 0.006 0.03 0.063 0.165 0.142 0.0196 0.0002 0.0025 0.0002 0.0002 0.0142 0.0002 0.0016 0.0002 0.0002 TABELLA D-22 FATTORI DI EMISSIONE (EF g/KM/VEICOLO) RELATIVI A NOX, CO, PTS E BENZENE (METODOLOGIA COPERT IV). D.2.2.5. IL MODELLO CAL3QHC DELL’US-EPA Il modello CAL3QHC è un modello inserito nella serie dei "Regulatory Models" dell'US-EPA, e proviene da un aggiornamento del modello CALINE 3. La base fisica impiegata da questo modello è la soluzione stazionaria gaussiana dell'equazione del trasporto e della dispersione di un inquinante emesso da una sorgente linea di lunghezza infinita. Questo semplice modello, che rappresenta solo in prima approssimazione la situazione di un segmento stradale che emette inquinanti, è stato ulteriormente completato tenendo conto, in maniera semi-empirica, della dimensione trasversale del segmento stradale (che per una sorgente lineare ideale sarebbe nulla) e della zona di "rimescolamento" generata dal continuo muoversi degli autoveicoli lungo la strada. Come ogni modello gaussiano, anche CAL3QHC impiega per la descrizione della dispersione verticale e trasversale dell'inquinante i parametri di dispersioni costituiti dalla deviazione standard in senso verticale e trasversale. Tali parametri sono stati ottenuti sperimentalmente in un vasto range di condizioni micrometeorologiche dalla Stanford University e dalla General Motors in esperimenti di calibrazione effettuati in corrispondenza di strade di grande percorrenza negli USA e tengono conto non solo del normale effetto disperdente dell'atmosfera, ma anche della presenza della Pagina 257 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE zona di rimescolamento e degli altri effetti indotti dalla turbolenza meccanica indotta dal traffico autoveicolare e dall'immissione di calore locale derivante dalla combustione dei motori degli autoveicoli. Il modello è liberamente disponibile, insieme al manuale e ad alcuni casi di input già predisposti, presso il sito web dell'US-EPA (http://www.epa.gov) all'interno della categoria denominata Regulatory Models. D.2.2.6. IL MODELLO GRAL La simulazione dei portali di imbocco delle gallerie è stata svolta attraverso il modello a miscroscala lagrangiano GRAL6. Questo modello è stato utilizzato come integrazione del modello CALINE dell’US-EPA che invece permette la simulazione dei tratti stradali in campo aperto (incluse le situazioni di tracciato in trincea o in rilevato). La simulazione finale è costituita dalla somma degli effetti, punto per punto, dei risultati dei due modelli diversamente specializzati. Il modello GRAL citato è stato sviluppato per studiare la dispersione di inquinanti chimici non reattivi in corrispondenza dei portali dei tunnel. Il modello considera gli effetti di galleggiamento causati dalla differenza di temperatura tra la galleria e l’aria ambiente, l’effetto di rimescolamento dovuto alla velocità di uscita dell’aria del tunnel e tiene conto dell’influenza della direzione e della velocità del vento in relazione all’intensità del flusso d’aria in uscita dalla galleria. Si sono utilizzati come valori dei parametri di simulazione quelli consigliati dal modello GARL per simulazioni con scopi di controllo e verifica dei risultati (si tratta di dati ottenuti anche dalla validazione attraverso campagne di monitoraggio e confronto tra risultati simulati e misurati). Nel caso in esame, sul tracciato della variante sono presenti 5 gallerie (bidirezionali) e 2 svincoli (unidirezionali). Per il calcolo dell’emissione oraria si traducono le emissioni dei mezzi transitanti in galleria in un’ora (di massimo traffico) ai portali (in due portali se bidirezionale, in un unico portale se monodirezionale), come è riassunto nella Tabella D-23. Emissione Emissione totale portale km kg/h kg/h Galleria Comacina 2.11 1.38 0.69 Lunghezza 6 Graz Lagrangian Model Version 3.5, Graz University of Technology, Austria – Institute for Internal Combustion Engines and Thermodynamics Pagina 258 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Galleria Perlana 1 0.58 0.38 0.19 Galleria Perlana 2 2.01 1.31 0.66 Galleria Bonzanigo 0.11 0.07 0.03 Galleria Tremezzina 2.71 1.77 0.89 Svincolo Colonno (unica direzione) 0.25 0.03 0.03 Svincolo Griante (unica direzione) 0.10 0.01 0.01 TABELLA D-23 LUNGHEZZA E EMISSIONI DELLE GALLERIE Il valore di emissione è stato ricavato con i dati di un’ora di punta del profilo orario (sia per i mezzi leggeri che pesanti), tale valore è stato poi considerato costante nelle simulazioni, sovrastimando in questo modo i transiti soprattutto nelle ore di morbida. Si tratta dunque di una simulazione chiaramente cautelativa, resasi necessaria per limitare la complessità del modello che non prevede nella sua formulazione una facile applicazione su base oraria e su un intero anno. La posizione ravvicinata di alcune gallerie ha richiesto un’attenta analisi dei portali per la sovrapposizione degli effetti. Si è valutato opportuno nel caso dei portali delle gallerie Perlana e Bolzanigo di valutare modellisticamente l’effetto congiunto dei portali. Le simulazioni con il modello GRAL sono state svolte per tutte le ore del periodo annuale (con gli stessi dati meteo già utilizzati dal modello Caline). I risultati delle simulazioni di tutti i portali sono stati al loro volta sommati, ora per ora e punto per punto della griglia di calcolo, alle omologhe simulazioni dello scenario di progetto effettuate parallelamente con il modello Caline. La somma degli effetti ottenuta dalla sovrapposizione dei due modelli ha portato alla produzione delle mappe delle ricadute inquinanti dello scenario di Progetto. D.2.2.7. DEFINIZIONE DEL DOMINIO DI CALCOLO ADOTTATO NELLE SIMULAZIONI Il dominio territoriale preso a riferimento per la simulazione del traffico veicolare ha una dimensione totale di 10 km in direzione est-ovest e di 7 km in direzione nord-sud. Il dominio, per agevolare le simulazioni modellistiche, è stato suddiviso in 2 sottodomini, le cui coordinate sono riportate in Tabella Pagina 259 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D-24 e sono riferite al sistema UTM ED50 come richiesto dal modello CAL3QHC. D1 EST - OVEST NORD – SUD Min (m) 509'260 5'088'300 Max (m) 515'260 5'092'300 D2 EST - OVEST NORD – SUD Min (m) 514'540 5'089'900 Max (m) 519'540 5'095'500 TABELLA D-24 COORDINATE DEI SOTTODOMINI DI SIMULAZIONE Al dominio è stata sovrapposta una griglia regolare cartesiana composta da 258 punti nella direzione x e 181 punti nella direzione y, per un totale di oltre 40’000 punti recettori. Il passo della griglia è di 40 m in entrambe le direzioni. Su questo stesso dominio territoriale sono stati sovrapposti i risultati delle simulazioni rappresentati mediante curve di isoconcentrazione. La base cartografica utilizzata per la costruzione dell’input al modello è stata ricavata dalle mappe satellitari del programma Google Earth™ 7. D.2.2.8. OUTPUT DELLE SIMULAZIONI MODELLISTICHE I dati di input descritti, inerenti la meteorologia e le sorgenti di emissione, vengono acquisiti dal modello matematico CAL3QHC, che simula per ogni ora dell’anno e per tutti i punti della griglia di calcolo la dispersione in atmosfera delle sostanze inquinanti emesse dai mezzi circolanti sui tratti stradali considerati. I dati in uscita dalle simulazioni modellistiche vengono rielaborati per calcolare su base annuale i parametri statistici indicati dalla normativa italiana (D.Lgs. 155/10) per la descrizione della qualità dell’aria In sintesi si calcola: 7 il 99.8-mo percentile orario della concentrazione di NOx; la media annua della concentrazione di NOx; il 100-mo percentile della media su 8 ore della concentrazione di CO; il 90.4-mo percentile delle medie giornaliere della concentrazione di polveri; la media annua della concentrazione di polveri. GOOGLE è un marchio di Google Inc. Pagina 260 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Ognuno dei parametri calcolato per stimare l’impatto delle sorgenti simulate è rappresentato mediante una mappa di isoconcentrazione delle ricadute al suolo sovrapposte alla cartografia territoriale che rappresenta il dominio di simulazione. D.2.2.9. RISULTATI DELLE SIMULAZIONI I risultati delle simulazioni vengono presentati suddivisi per situazione e per inquinante. Gli scenari messi a confronto sono i seguenti: a) Scenario di Riferimento previsto al 2022: rappresenta la situazione dell’impatto sulla qualità dell’aria a scala locale dei flussi di traffico previsti al 2022 in assenza della variate in progetto. b) Scenario di Progetto al 2002: rappresenta la situazione dell’impatto analogo attribuibile ai livelli di traffico previsti al 2022 con la realizzazione della variante, ovvero del traffico residuo sulla strada statale e del traffico che percorre la variante in progetto. Le simulazioni modellistiche hanno riguardato i principali inquinanti caratteristici emessi dagli autoveicoli. Per ogni inquinante considerato le simulazioni sono state effettuate su base oraria per un anno intero e quindi sintetizzate nelle mappe che riportano la distribuzione dei parametri statistici calcolati in ogni punto della griglia di calcolo. Nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. seguente sono elencate le tavole allegate che riportano i risultati sopra richiamati. La numerazione delle Tavole sotto citate si riferisce alla simulazione di riferimento. Tutte le tavole sono raccolte nell’Allegato “Valutazioni modellistiche di impatto atmosferico”. Per quanto riguarda l’entità delle ricadute al suolo degli inquinanti emessi dai mezzi circolanti, si sottolinea che i punti in cui si stimano le massime concentrazioni al suolo sono localizzati in corrispondenza degli assi stradali. Tali concentrazioni decrescono rapidamente allontanandosi dal sedime stradale. I livelli di concentrazione riportati nelle tavole descritte nel seguito sono quelli che interessano i recettori posti all’esterno degli assi stradali e che quindi rappresentano i livelli di impatto attesi sull’ambiente limitrofo. TAVOLA INQUINANTE E PARAMETRO SITUAZIONE R-1 R-2 R-3 R-4 Scenario Scenario Scenario Scenario 99.8-mo percentile orario delle concentrazioni di NOx Media annua delle concentrazioni di NOx 100-mo percentile della media su 8 ore di CO 90.4-mo percentile giornaliero delle concentrazioni di PTS Riferimento Riferimento Riferimento Riferimento 2022 2022 2022 2022 Pagina 261 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE R-5 R-6 P-1 P-2 P-3 P-4 P-5 P-6 D-1 D-2 Media annua delle concentrazioni di PTS Media annua delle concentrazioni di benzene 99.8-mo percentile orario delle concentrazioni di NOx Media annua delle concentrazioni di NOx 100-mo percentile della media su 8 ore di CO 90.4-mo percentile giornaliero delle concentrazioni di PTS Media annua delle concentrazioni di PTS Media annua delle concentrazioni di benzene 99.8-mo percentile orario delle concentrazioni di NOx Media annua delle concentrazioni di NOx Scenario Riferimento 2022 Scenario Riferimento 2022 Scenario di Progetto 2022 Scenario di Progetto 2022 Scenario di Progetto 2022 Scenario di Progetto 2022 Scenario di Progetto 2022 Scenario di Progetto 2022 Mappa delle variazioni Mappa delle variazioni TABELLA D-25 ELENCO TAVOLE ALLEGATE Risultati per gli ossidi di azoto Mappe del 99.8-mo percentile di NOx Le Tavole R-1, P-1, D-1 riportano le curve di isoconcentrazione che rappresentano il 99.8-mo percentile orario delle concentrazioni orarie di NOx rispettivamente per i due scenari a confronto e per quella che rappresenta la differenza calcolata punto per punto tra i due scenari. Questi livelli rappresentano in pratica le massime concentrazioni orarie previste (più correttamente, le concentrazioni massime che possono essere superate solo dallo 0.2% delle ore in un anno, ovvero per 18 ore in un anno). Analizzando la mappa della simulazione R-1, relativa allo Scenario di riferimento al 2022, si può notare come i livelli di ricaduta degli inquinanti interessano in modo significativo una fascia ai lati della statale SS340. Le punte di concentrazione massime attese possono arrivare a valori di 100150 µg/m3. Ad una distanza di circa 200 metri dalla sede stradale le concentrazioni massime orarie scendono a valori di circa 40 µg/m3. La mappa omologa che riporta la simulazione P-1 del 99.8-mo percentile di NOx relativa allo Scenario di Progetto al 2022, mostra come prevedibile una distribuzione delle ricadute di inquinanti che porta a una diminuzione degli impatti attorno alla strada SS340 con un incremento nei punti interessati al tracciato della variante, in particolare in quelli in cui il tracciato corre in esterno. In questo caso le massime concentrazioni del 99.8-mo percentile di NOx sono collocate in corrispondenza dei punti di sbocco delle diverse gallerie in cui si sommano le emissioni dirette dei mezzi in transito con quelle che si sono accumulate all’interno delle gallerie. Si può notare che i valori massimi di questo parametro sono sostanzialmente analoghi a quelli già attesi nella situazione di riferimento, salvo una loro diversa collocazione sul territorio, con peggioramenti in corrispondenza dei punti di sbocco delle gallerie e della viabilità di accesso alla variante e al contempo notevoli Pagina 262 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE miglioramenti in corrispondenza della Statale SS340 (come della diminuzione del traffico di attraversamento). conseguenza Confrontando i due scenari in termini differenziali, ovvero sottraendo allo scenario di progetto quello di riferimento al 2022 si ottengono le mappe delle differenze per il 99.8-mo percentile. La mappa delle differenze è costituita a sua volta da curve di isolivello in cui le zone che prevedono una minore concentrazione sono colorate in verde (aree di miglioramento) mentre quello che vedono un aumento dei livelli di inquinamento sono disegnate in rosso (aree di peggioramento). Questa mappa permette di ottenere una immediata interpretazione degli effetti attesi sul territorio, migliorativi o peggiorativi, a seguito della realizzazione del progetto. Mappe della media annua di NOx La mappa della simulazione R-2 riporta l’elaborazione delle simulazioni dello Scenario di Riferimento al 2022 per la media annua di NOx. Questa simulazione porta a stimare valori massimi attesi a ridosso del sedime stradale di 20 µg/m3 che diminuiscono con la distanza dalla sede stradale fino a raggiungere valori di 2 µg/m3 a circa 200 metri di distanza. In termini omologhi, la mappa della simulazione P-2, relativa alla media annua di NOx per lo Scenario di Progetto, mostra ancora una stima dei livelli di concentrazione che per gli stessi motivi diminuiscono in corrispondenza del Tracciato della SS340 e aumentano in corrispondenza dei punti più esposti del tracciato di Progetto della variante. I valori massimi riscontrati sono gli stessi di quelli attesi per lo Scenario di Riferimento (circa 20 µg/m3 a ridosso della sede stradale), ma anche in questo caso collocati all’esterno delle zone più densamente abitate. La Mappa delle Differenze D-2 descrive in modo immediatamente interpretabile la distribuzione territoriale delle variazioni. Risultati per il CO Mappe della massima media su 8 ore di CO La simulazione delle medie orarie di CO vengono aggregate preventivamente come media di 8 ore consecutive. Quindi, dalle medie così ottenute si ottiene la distribuzione dei valori massimi ottenuti (100-mo percentile). Si ottengono così le mappe delle simulazioni R-3 e P-3 rispettivamente per lo Scenario di Riferimento e per lo Scenario di Progetto. Come si può notare analizzando le due mappe, le massime concentrazioni a ridosso della viabilità, sia di riferimento che di progetto, sono sempre al di sotto di 1 mg/m3 con valori che diventano molto contenuti nello scenario di progetto nelle zone più densamente abitate. Trattandosi di valori nettamente inferiori ai Limiti normativi (come si ribadirà anche in seguito) anche per questo inquinante viene omessa (per brevità) la mappa delle differenze. Pagina 263 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Risultati per il Particolato Totale Sospeso (PTS) Mappe del 90.4-mo percentile delle medie giornaliere E’ necessario richiamare il fatto che le simulazione relative al particolato sono riferite al cosiddetto particolato primario, ovvero il particolato emesso direttamente dai mezzi in transito. Si tratta in questo caso di un contributo aggiuntivo a quello che rappresenta il Particolato Secondario (PM10) che proviene dai processi del chimismo atmosferico a cui contribuisce in modo importante il livello di NOx presente in atmosfera. Le particelle emesse dagli automezzi (in misura pari ai dati dei “fattori di emissione” adottati e descritti in precedenza) vengono citate come particolato senza precisarne la granulometria. In questo studio, a titolo cautelativo, si assume che il particolato emesso sia tutto attribuibile alla classe dimensionale PM10 (inferiore a 10 µm). Le ricadute attese nello Scenario di Riferimento sono ottenute calcolando la media giornaliera per tutti i giorni dell’anno di simulazione. Da queste si ottiene e si riporta nella Mappa della simulazione R-4 il parametro del 90.4mo percentile delle medie giornaliere stesse (rappresentativo delle massime medie giornaliere attese). Analogamente la mappa P-4 riportata la distribuzione dello stesso parametro statistico per lo Scenario di Progetto. In entrambi gli scenari, i livelli di concentrazione media giornaliera massima a ridosso della sede stradale è attesa al di sotto di 3 µg/m3, con valori che decrescono molto in corrispondenza della zona residenziale e con i precedenti valori massimi (sempre inferiori a 3 µg/m3) che si trasferiscono nei punti di massimo impatto della Variante di Progetto. Trattandosi di valori molto al di sotto dei valori limite normativi di riferimento (come si ribadirà anche in seguito) in questo caso, per brevità, si omette la costruzione esplicita della mappa delle differenze. Mappe della media annua La mappa della simulazione R-5 riporta l’elaborazione delle simulazioni dello Scenario di Riferimento al 2022 per la media annua di PTS. Questa simulazione porta a stimare valori massimi attesi a ridosso del sedime stradale di 3 µg/m3 che diminuiscono con la distanza dalla sede stradale fino a raggiungere valori di 0.1 µg/m3 a circa 250 metri di distanza. In termini omologhi, la mappa della simulazione P-5, relativa alla media annua di PTS per lo Scenario di Progetto, mostra livelli di concentrazione che diminuiscono in corrispondenza del tracciato della SS340 e aumentano in corrispondenza dei punti più esposti del tracciato di Progetto della variante. I valori massimi riscontrati sono paragonabili a quelli attesi per lo Scenario di Riferimento (circa 3 µg/m3 a ridosso della sede stradale) con un lieve Pagina 264 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE incremento puntuale in corrispondenza degli sbocchi delle gallerie. Le zone più densamente abitate sono esposte a concentrazioni inferiori 0.1 µg/m3. Risultati per il Benzene Mappe della media annua Le simulazioni su base oraria per il Benzene vengono aggregate nel valore della media annua che viene riportata per i due scenari a confronto nelle mappe R-6 e P-6, rispettivamente per lo Scenario di Riferimento al 2022 e per lo Scenario di Progetto alla stessa data. Si verifica nel confronto una situazione analoga a quelle già viste in precedenza. Ovvero, i livelli massimi di Benzene attesi nello scenario di riferimento sono inferiori a 1.5 µg/m3 (a ridosso della sede stradale). A distanze di circa 200 metri questi diminuiscono fino a valori di 0.1 µg/m3. Nello scenario di progetto i valori massimi sono stanzialmente gli stessi ma collocati a ridosso dei punti di maggiore impatto (sbocchi delle gallerie e rampe di accesso). Anche in questo caso le variazioni sono immediatamente interpretabili dal confronto delle due mappe e per brevità si omette la produzione della Mappa delle Differenze. Si conferma comunque lo spostamento degli stessi livelli massimi di concentrazione, peraltro molto contenuti, dalle zone più densamente abitate a quelle interessate direttamente dal tracciato di progetto. D.2.2.10. CONFRONTO DEI RISULTATI CON I VALORI LIMITE DI LEGGE Date le finalità dello studio, i risultati delle simulazioni possono essere confrontati con i corrispondenti Valori Limite stabiliti dal D.Lgs. 155/10 per i diversi inquinanti considerati. Le considerazioni che seguono, per ciascun inquinante, si propongono anche di verificare se e in che misura, i risultati ottenuti delle simulazioni, qualora sommati ai Livelli della Qualità dell’Aria riscontrati nella situazione ante operam possano o meno portare a situazione di rischio di superamento dei Valori Limite sopra citati. Per tutti gli inquinanti si cercherà di ricostruire una stima dei livelli di concentrazione ante operam, per lo più basati sui dati riportati dalla postazione ARPA di Como confrontati, pur con i loro limiti temporali (15 giorni), dai dati della campagna sperimentale effettuata nelle due postazioni di Sala e Mezzegra nel periodo di Agosto/Settembre 2013. Verifica per l’NO2 Pagina 265 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La postazione ARPA di Como riporta per l’NO2 un valore medio annuo (valutato nel periodo 2009-2013) di 53 µg/m3. La postazione ARPA di Como ha le caratteristiche della postazione di monitoraggio di zone urbane ad alto traffico. D’altro lato, il valore della media annua di NOx ottenuta dalla simulazione dello scenario di riferimento (al 2022) è pari a circa 20 µg/m 3. Assumendo, cautelativamente, che l’NOx sia composto dal solo NO2, un possibile valore di fondo per l’NO2 potrebbe essere ottenuto sottraendo al dato di 53 µg/m3 di Como quello massimo ottenuto dalla simulazione dello Scenario di Riferimento al 2022. Dunque un valore di fondo per l’NO2 può essere assunto pari a circa 30-33 µg/m3. Il valore limite di questo inquinante (D.Lgs. 155/10) è pari a 40 µg/m3. Dunque la situazione che potrebbe verificarsi in seguito alla realizzazione del Progetto è la seguente: a) Nelle aree attraversate dalla SS340, che vedono un netto calo dei livelli di NOx, la situazione della qualità dell’aria potrebbe rientrare, contrariamente a quanto si verifica attualmente, entro i Valori Limite, infatti, i livelli di NOx stimati nello scenario di progetto sono previsti quasi ovunque inferiori a 10 µg/m3 per la media annua di NOx (di cui l’NO2 è solo una frazione). b) Nelle aree interessate dalla nuova Viabilità di Progetto, se assumiamo che ovunque nel territorio in esame il fondo sia quello sopra stimato, potrebbero ritrovarsi livelli di NOx (e quindi tendenzialmente di NO2) paragonabili a quelli attesi nello scenario di Riferimento lungo la Regina. Una situazione di possibile tendenziale supero dei Valori Limite che però è dovuto in massima parte ai valori di fondo importati a scala vasta più che inquinamento prodotto a livello locale. Una verifica ulteriore di questa situazione potrà essere effettuata quando saranno disponibili dati di NO/NO2 rilevati localmente (e confrontati con quelli rilavati da ARPA a Como) anche nella stagione invernale. Verifica per il CO Per il CO il problema della stima dei valori massimi sovrapposti ai valori di fondo attuali non si pone in modo negativo in quanto anche considerando i valori rilevati a Como (media dei valori massimi della media mobile su 8 ore nel periodo 2009-2013) che sono pari a 4 mg/m3, e sommando il massimo possibile contributo a livello locale che è ovunque inferiore a 1 mg/m 3 (anche nei punti di massimo impatto dello scenario di Progetto) rimarrebbe ampiamente al di sotto del Valore Limite di 10 mg/m3. Verifica per il PM10 Per il PM10 si ha una situazione paragonabile a quella dell’NO2 in quanto trattasi di un inquinante piuttosto ubiquitario. Questo si nota anche dal confronto tra i dati di Como e quelli della campagna di 15 giorni a Sala Comacina e Mezzegra che mostravano nello stesso periodo valori in media paragonabili entro i 15-20 µg/m3. Pagina 266 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Poiché a livello della media annua il PM10 registrato nella postazione ARPA di Como è pari a 32 µg/m3 anche la somma del contributo delle emissioni di PM10 primario attribuibili al progetto (pari a max. 3 µg/m3) sulla base di riferimento dei valori di Como rimarrebbe al di sotto del Valore Limite di 40 µg/m3 previsti per il PM10 dal D.Lgs. 155/10. Verifica per il Benzene Il dato della media annua del Benzene rilevato nel periodo 2009-2013 nella postazione ARPA di Como è risultato pari in media a 2.4 µg/m3. Il valore riscontrato dalle simulazioni di entrambi gli scenari è risultato, nel punto di massimo impatto, inferiore a 1.5 µg/m3. Si può dunque assumere che il Valore Limite per il Benzene previsto dal D.Lgs. 155/10 sarebbe comunque rispettato anche nel punto di massimo impatto, con livelli peraltro tendenzialmente migliorativi nelle aree a destinazione residenziale. D.2.2.11. ANALISI DEI RECETTORI SENSIBILI All’interno dell’area di indagine interessata dal progetto della variante sono stati identificati 2'501 recettori sensibili sia per la componente atmosfera che per la componente rumore. I recettori sono distribuiti all’interno dei 7 comuni dell’area tremezzina e includono in maggior numero edifici residenziali. Per l’analisi degli impatti e la valutazione delle concentrazioni a cui sono esposti nello scenario di riferimento e in quello di progetto, i recettori sono stati geograficamente raggruppati in base alla distanza rispetto ai tracciati della SS340 “Regina” e della variante in progetto. In particolare sono stati identificati 3 gruppi di recettori denominati: Regina: recettori localizzati in corrispondenza della SS340; Variante: recettori localizzati in prossimità della variante in progetto; Centrale: recettori localizzati nella fascia intermedia tra la SS340 e la variante. Considerando l’intera area tremezzina costituita dall’insieme dei 7 comuni, si conteggiano 865 recettori appartenenti alla fascia “Regina” (35%), 52 recettori alla fascia “Variante” (2%) e i rimanenti 1'584 (63%) alla fascia compresa tra le due strade. Il 77% dei recettori appartenenti alla fascia “Variante” sono localizzati nei comuni di Sala Comacina (25%) e Mezzegra (52%). I risultati delle simulazioni modellistiche descritti nei precedenti paragrafi hanno permesso di stimare i livelli di concentrazione di inquinanti a cui sono esposti i 2'501 recettori nello scenario di riferimento in assenza della variante, e nello scenario di progetto con la variante realizzata. Pagina 267 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Per effettuare l’analisi sono stati definiti, per ogni inquinante, degli intervalli di concentrazione entro i quali contare il numero di recettori che si trova ad essere esposto ad un determinato intervallo in base ai risultati delle simulazioni. Il conteggio è stato effettuato per ogni comune, inquinante e gruppo di recettori, mettendo a confronto lo scenario di riferimento e quello di progetto. I risultati ottenuti dall’analisi effettuata sono riportati nelle tabelle e grafici successivi (1 tabella e 1 grafico per inquinante). Nelle prime tre colonne delle tabelle viene riportato il comune di appartenenza, il gruppo di appartenenza del recettore e il numero di recettori compreso in ciascun gruppo (Variante, Centrale, Regina). Nelle colonne successive è indicata la distribuzione dei recettori di ogni riga nei differenti intervalli di concentrazione, suddivisi nello scenario di riferimento (in verde) e nello scenario di progetto (in arancione). Per avere una sintesi dei risultati ottenuti, nelle ultime quattro righe di ogni tabella è riportato l’analogo conteggio considerando l’intera area Tremezzina, ovvero il numero complessivo di recettori non suddiviso per comune. I grafici rappresentano per ogni scenario il risultato dell’analisi riportato in tabella nell’ultima riga, ma espresso in percentuale sul numero totale di recettori. Tra le elaborazioni disponibili, risultanti dalle simulazioni modellistiche, è stato scelto come indicatore degli impatti a lungo termine il parametro statistico rappresentato dalla media annua di NOx, polveri e benzene. Il CO, che viene espresso come valore massimo della media mobile su 8 ore (D.Lgs 155/10), non viene quindi riportato nell’analisi. Come evidenziato nei risultati delle simulazioni, presenta ricadute contenute che anche sommate ai valori di fondo rimangono sotto i limiti normativi. L’analisi dei recettori effettuata come descritto costituisce la base per lo studio degli impatti sul comparto “salute pubblica”. Ossidi di azoto (NOx) Nella Tabella D-26 viene riportata la distribuzione dei recettori in base all’esposizione alle concentrazioni medie annue di NOx suddivise in intervalli di intensità. Nella Figura D-8 sono riportati i dati dell’ultima riga della Tabella D-26 sono espressi in percentuale sul numero di recettori complessivo (2'501). L’analisi dei recettori effettuata per l’intera area tremezzina evidenzia in primo luogo che nello scenario di Progetto si ha un incremento, rispetto allo scenario di Riferimento, del numero di recettori esposti a concentrazioni pari o inferiori a 1 µg/m3. La percentuale di recettori che rientrano nell’intervallo di esposizione più basso passa dal 9% nel Riferimento al 49% nel Progetto. I recettori che maggiormente beneficiano della realizzazione della Variante sono quelli localizzati in prossimità della “Regina” che nello scenario di Riferimento erano complessivamente esposti a concentrazioni superiori a 2 Pagina 268 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE µg/m3. Il risultato rispecchia quanto già evidenziato dalle mappe delle simulazioni, ovvero il miglioramento della qualità dell’aria in prossimità della SS340 dovuto alla diminuzione del traffico attirato dalla realizzazione della Variante. Le aree che risentono di questo miglioramento sono anche quelle più densamente abitate. Infatti, lo scenario di Progetto conta un numero di recettori inferiore anche nelle fasce più alte di esposizione. I recettori esposti a concentrazioni superiori a 4 µg/m3 passano dal 26% nel Riferimento all’8% nel Progetto. Analizzando invece i 52 recettori direttamente influenzati dalla realizzazione della Variante si osserva che nello Scenario di Progetto 15 recettori si trovano ad essere esposti a concentrazioni superiori a 4 µg/m3, mentre nello scenario di Riferimento erano esposti a concentrazioni inferiori a tale soglia. Di questi 15 recettori 8 sono localizzati nel comune di Mezzegra influenzati dai tratti della variante che scorrono a cielo aperto. L’esposizione, nello scenario di Progetto, di 6 recettori a valori fino a 20 µg/m3 di NOx, come contributo aggiuntivo al valore di fondo stimato in 3033 µg/m3 di NO2 (monitorato a Como), potrebbe portare a situazioni di supero del Valore Limite di qualità dell’aria pari a 40 µg/m 3 di NO2. Si sottolinea, comunque, che i risultati delle simulazioni sono espressi come NOx e non in NO2 che costituisce una frazione degli NOx. Come già riportato il valore di NO2 di Como assunto come probabile “fondo” dovrà essere verificato con il completamento della fase di monitoraggio della qualità dell’aria locale. Comune Area di influenza Numero di recettori Scenario di Riferimento Scenario di Progetto Intervalli di concentrazione di NOx 3 (µg/m ) Intervalli di concentrazione di NOx 3 (µg/m ) 0-1 Colonno Variante Centrale Regina TOTALE 1 13 103 117 0 0 0 0 1 6 0 7 0 7 19 26 0 0 19 19 6-20 0 0 65 65 Sala Comacina Variante Centrale Regina TOTALE 13 16 121 150 0 0 0 0 6 9 0 15 7 7 26 40 0 0 32 32 Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE 5 237 118 360 0 496 186 682 2 24 0 26 0 134 0 134 2 163 0 165 0 292 0 292 1 50 27 78 0 70 68 138 Variante Centrale Regina TOTALE 27 236 96 359 2 9 0 11 25 188 0 213 0 39 35 74 Ossuccio Lenno Mezzegra 1-2 2-4 4-6 0-1 1-2 2-4 4-6 0 4 0 4 1 9 26 36 0 0 43 43 0 0 22 22 6-20 0 0 12 12 0 0 63 63 2 11 0 13 3 5 22 30 5 0 57 62 2 0 36 38 1 0 6 7 0 0 27 27 0 0 56 56 0 0 64 64 0 0 62 62 3 192 0 195 0 484 19 503 1 45 30 76 0 12 111 123 0 0 41 41 0 0 47 47 1 0 34 35 0 0 7 7 0 0 13 13 0 0 2 2 0 0 26 26 0 0 35 35 4 111 0 115 3 54 23 80 12 71 62 145 5 0 6 11 3 0 5 8 Pagina 269 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Comune Area di influenza Numero di recettori Scenario di Riferimento Scenario di Progetto Intervalli di concentrazione di NOx 3 (µg/m ) Intervalli di concentrazione di NOx 3 (µg/m ) 0-1 Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE 5 377 170 552 1 209 71 281 1 56 0 57 0 8 0 8 4 260 0 264 0 151 0 151 0 61 34 95 1 49 7 57 0 0 58 58 0 1 28 29 6-20 0 0 78 78 0 0 36 36 Variante Area Centrale Tremezzina Regina TOTALE 52 1'584 865 2'501 5 231 0 236 38 1'069 0 1'107 9 283 216 508 0 1 246 247 0 0 403 403 Tremezzo Griante 1-2 2-4 4-6 0-1 1-2 2-4 4-6 1 247 0 248 0 159 0 159 0 120 52 172 1 49 11 61 1 10 100 111 0 0 37 37 1 0 11 12 0 1 11 12 6-20 2 0 7 9 0 0 12 12 10 1'208 19 1'237 9 294 275 578 18 81 387 486 9 1 127 137 6 0 57 63 TABELLA D-26 DISTRIBUZIONE DEI RECETTORI IN BASE A FASCE DI CONCENTRAZIONE DI NOX (MEDIA ANNUA) FIGURA D-8 PERCENTUALE DI RECETTORI IN BASE ALLA CONCENTRAZIONE DI NOX Polveri totali (PTS) In Tabella D-27 e in Figura D-9 sono riportati i risultati dell’analisi dei recettori in relazione agli intervalli di esposizione alle PTS. Le considerazioni che emergono sono analoghe a quelle riportate per gli ossidi di azoto. Nello scenario di Progetto aumenta il numero di recettori esposti all’intervallo di concentrazione inferiore. La frequenza di recettori esposti a concentrazioni Pagina 270 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE inferiori a 0.1 µg/m3 passa dal 61% rilevato nello scenario di Riferimento all’84% rilevato nello scenario di Progetto. Nell’intera area Tremezzina anche la frequenza dei recettori esposti all’intervallo massimo di concentrazione passa dal 20% dello scenario di Riferimento al 3% dello scenario di Progetto. Il miglioramento dell’esposizione ai livelli di PTS interessa soprattutto i recettori lungo la SS340 che risentono della diminuzione dei flussi di traffico. Per quanto riguarda i 52 recettori appartenenti al gruppo “Variante” si nota che nello scenario di Riferimento non c’erano recettori esposti alla fascia di concentrazione più significativa di 0.2-3 µg/m3, mentre nello scenario di Progetto 10 recettori rientrano in questo intervallo. Di questi 10 recettori, 6 sono localizzati nel comune di Mezzegra. L’esposizione alla massima ricaduta, come contributo aggiuntivo al valore di fondo stimato in 32 µg/m3 (a Como), non dovrebbe prevedere il supero del Valore Limite di qualità dell’aria pari a 40 µg/m3. Comune Colonno Sala Comacina Ossuccio Lenno Mezzegra Tremezzo Griante Area di influenza Numero di recettori Scenario di Riferimento Scenario di Progetto Intervalli di concentrazione di PTS 3 (µg/m ) Intervalli di concentrazione di PTS 3 (µg/m ) 0-0.05 0.05-0.1 0 1 1 9 0 0 1 10 0.1-0.2 0 3 32 35 0.2-3 0 0 71 71 0-0.05 0.05-0.1 1 0 13 0 1 40 15 40 0.1-0.2 0 0 46 46 0.2-3 Variante Centrale Regina TOTALE 1 13 103 117 0 0 16 16 Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE 13 16 121 150 5 237 118 360 0 3 0 3 2 85 0 87 9 11 0 20 3 132 0 135 4 2 47 53 0 20 43 63 0 0 74 74 0 0 75 75 5 16 7 28 4 230 10 244 3 0 25 28 0 7 38 45 3 0 83 86 1 0 53 54 2 0 6 8 0 0 17 17 Variante Centrale Regina TOTALE 0 496 186 682 0 281 0 281 0 186 1 187 0 29 104 133 0 0 81 81 0 496 82 578 0 0 79 79 0 0 22 22 0 0 3 3 Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE 27 236 96 359 5 377 170 552 22 53 0 75 5 172 0 177 5 176 0 181 0 186 0 186 0 7 57 64 0 19 66 85 0 0 39 39 0 0 104 104 4 133 7 144 1 352 20 373 6 103 59 168 1 25 96 122 11 0 25 36 1 0 46 47 6 0 5 11 2 0 8 10 Variante Centrale Regina TOTALE 1 209 71 281 0 74 0 74 1 106 0 107 0 29 24 53 0 0 47 47 1 195 2 198 0 13 29 42 0 1 26 27 0 0 14 14 Pagina 271 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Area di influenza Comune Numero di recettori Scenario di Riferimento Scenario di Progetto Intervalli di concentrazione di PTS 3 (µg/m ) Intervalli di concentrazione di PTS 3 (µg/m ) 0-0.05 Variante Centrale Area Tremezzina Regina TOTALE 52 1'584 865 2'501 29 669 0 698 0.05-0.1 19 806 1 826 0.1-0.2 4 109 373 486 0.2-3 0 0 491 491 0-0.05 16 1'435 129 1'580 0.05-0.1 10 148 366 524 0.1-0.2 16 1 301 318 0.2-3 10 0 69 79 TABELLA D-27 DISTRIBUZIONE DEI RECETTORI IN BASE A FASCE DI CONCENTRAZIONE DI PTS (MEDIA ANNUA) FIGURA D-9 PERCENTUALE DI RECETTORI IN BASE ALLA CONCENTRAZIONE DI PTS Benzene In Tabella D-28 e Figura D-10 sono riportati i risultati dell’analisi dei recettori in relazione agli intervalli di esposizione al benzene. Analogamente agli altri inquinanti si osserva che i recettori esposti a concentrazioni inferiori a 0.1 µg/m3 passano dal 72% nello scenario di Riferimento al 91% nello scenario di Progetto a seguito della diminuzione delle ricadute di benzene soprattutto nelle aree più densamente abitate lungo che risentono della diminuzione dei flussi di traffico lungo la SS340. Nell’intera area Tremezzina anche la frequenza dei recettori esposti all’intervallo massimo di concentrazione passa dal 12% dello scenario di Riferimento al 1% dello scenario di Progetto. Per quanto riguarda i 52 recettori appartenenti al gruppo “Variante” si nota che nello scenario di Riferimento non c’erano recettori esposti ai due ultimi intervalli di concentrazione, mentre, nello scenario di Progetto, 14 recettori Pagina 272 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE si trovano ad essere esposti a queste concentrazioni. Di questi 14 recettori 7 sono localizzati nel comune di Mezzegra. Ipotizzando un’esposizione alla massima ricaduta di 1.5 µg/m3, come contributo aggiuntivo al valore di fondo stimato in 2.4 µg/m3 (Como), non si prevede il supero del Valore Limite di qualità dell’aria pari a 5 µg/m3. Si sottolinea che il valore di fondo preso come riferimento è riferito ad una postazione urbana, mentre i dati preliminari rilevati a Mezzegra indicano concentrazioni di fondo più contenute rispetto alla postazione di Como. Comune Area di influenza Numero di recettori Scenario di Riferimento Scenario di Progetto Fasce di concentrazione di benzene 3 (µg/m ) Fasce di concentrazione di benzene 3 (µg/m ) 0-0.05 0.05-0.1 1 0 6 7 0 15 7 22 0.1-0.2 0 0 37 37 0.2-1.5 0 0 51 51 0-0.05 0.05-0.1 1 0 13 0 26 36 40 36 0.1-0.2 0 0 34 34 0.2-1.5 0 0 7 7 Variante Centrale Regina TOTALE 1 13 103 117 Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE 13 16 121 150 5 237 118 360 0 496 186 682 6 9 0 15 4 190 0 194 0 425 0 425 7 7 21 35 1 47 22 70 0 71 44 115 0 0 54 54 0 0 39 39 0 0 99 99 0 0 46 46 0 0 57 57 0 0 43 43 5 16 22 43 4 237 34 275 0 496 118 614 5 0 53 58 0 0 36 36 0 0 56 56 2 0 45 47 1 0 47 48 0 0 12 12 1 0 1 2 0 0 1 1 0 0 0 0 Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE Variante Centrale Regina TOTALE 27 236 96 359 5 377 170 552 1 209 71 281 27 193 0 220 5 319 0 324 0 159 0 159 0 43 31 74 0 58 27 85 1 49 5 55 0 0 38 38 0 0 89 89 0 1 38 39 0 0 27 27 0 0 54 54 0 0 28 28 7 207 42 256 1 374 61 436 1 208 8 217 13 29 42 84 1 3 91 95 0 0 37 37 6 0 11 17 2 0 17 19 0 1 17 18 1 0 1 2 1 0 1 2 0 0 9 9 Variante Area Centrale Tremezzina Regina TOTALE 52 1'584 865 2'501 43 1'301 0 1'344 9 282 165 456 0 1 394 395 0 0 306 306 19 1'551 311 1'881 19 32 351 402 11 1 183 195 3 0 20 23 Colonno Sala Comacina Ossuccio Lenno Mezzegra Tremezzo Griante Pagina 273 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TABELLA D-28 DISTRIBUZIONE DEI RECETTORI IN BASE A FASCE DI CONCENTRAZIONE DI BENZENE (MEDIA ANNUA) FIGURA D-10 PERCENTUALE DI RECETTORI IN BASE ALLA CONCENTRAZIONE DI BENZENE Pagina 274 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.3. IMPATTI PER RUMORE E VIBRAZIONI Per le analisi degli impatti relativi alla componente rumore e vibrazioni si rimanda all’allegato alla presente relazione denominato “Valutazione di impatto acustico”. Pagina 275 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.4. IMPATTI PER SUOLO E SOTTOSUOLO In rifermento a questo aspetto, nel contesto del tipo di opere previste ovvero scavo di gallerie o sbancamenti/riporti per sedi stradali a cielo aperto, gli impatti sul suolo o sottosuolo si riducono essenzialmente all’asportazione o rimodellamento del materiale naturale presente in loco. Si ricorda inoltre che per motivi logistici , al fine di ridurne il quantitativo di materiale da conferire in opportuni siti definiti nel Piano di utilizzo, si cercherà di riutilizzare il maggior quantitativo possibile del materiale naturale, sia lapideo sia terrigeno, presente per la realizzazione delle opere in progetto. Tale scelta, oltre a ridurre le volumetrie dei materiali da allontanare, limitirà drasticamente il rischio di “importare” sostanze indesiderate eventualmente presenti in materiali alloctoni. Eventuali focolai di inquinamento, quali sversamenti di idrocarburi o altre sostanze, sia in fase di cantierizzazione sia in fase di esercizio della variante stradale, potranno incidere sia sul suolo sia sul sottosuolo, ma, in maniera più significativa, incideranno sulle acque ipogee trattate nel capitolo seguente. Un ulteriore aspetto potrà venire dall’uso di esplosivi per lo scavo in gallerie con conseguente produzione sia di monossido di carbonio CO sia di ossidi di nitrato NOx nei fumi derivanti dalla detonazione. Autorevoli studi hanno però confermato che le concentrazioni delle suddette sostanze da essi prodotti rispettano i limiti di sicurezza. A titolo esemplificativo si allega certificazione emessa a riguardo. Pagina 276 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Pagina 277 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.5. IMPATTI PER ACQUE SOTTERRANEE Il principale impatto possibile per le acque sotterrane consiste nell’interferenza diretta del cantiere con i corpi idrici ipogei, soprattutto in fase di scavo di gallerie, e quindi con la possibilità di sversamenti diretti, sia in fase di cantiere che per l’infiltrazione in seguito il dilavamento della sede stradale. D.5.1. IMPATTI IN FASE DI CANTIERE La fase di cantiere è la più critica per i potenziali impatti sulle acque sotterranee. Le alterazioni potenzialmente attuabili sul sistema idrografico nel corso dei lavori sono riferibili a due categorie di effetti: modificazione del flusso ipogeo delle acque in seguito all’escavazione e successivo completamento delle gallerie modificazione delle caratteristiche di qualità fisico-chimica dell’acqua provocate dalle attività costruttive e/o dallo scarico accidentale di sostanze inquinanti derivanti dalle lavorazioni di cantiere; Le eventuali alterazioni e impatti possono avere rilevanza a scala locale, in prossimità di una lavorazione puntuale, o a scala più ampia, a causa della propagazione in falda verso valle di eventuali contaminazioni Il progetto prevede diversi tratti scoperti, con conseguente superficie di dilavamento e potenziale rischio di infiltrazione nel sottosuolo. D.5.2. IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO Le sopra riportate considerazioni valgono anche nella fase di esercizio. La corretta manutenzione delle opere di drenaggio e smaltimento delle acque di piattaforma dovrebbero garantire un’adeguata cautela al fine di preservare lo stato qualitativo delle acque sotterranee. Di seguito di riportano due protocolli elaborati dalla Studio Geologico Tecnico lecchese in caso di: D.5.2.1 PROTOCOLLO IN CASO DI SVERSAMENTO In caso di sversamento accidentale di sostanze pericolose e/o inquinanti di una certa entità, durante le fasi di realizzazione delle opere previste, si dovrà adottare un protocollo al fine di contenere, minimizzare il rischio inquinamento. Tali operazioni possono, ad esempio, e in via preliminare, andare dal semplice contenimento con mezzi idonei dello sversamento, in caso di piccole entità, alla rimozione del terreno contaminato, alle analisi delle acque Pagina 278 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE di aggottamento dello scavo, fino ad un controllo più approfondito, con prelievo ed analisi, delle acque di falda e superficiali. Le acque di aggottamento derivate dagli scavi, in ogni caso, dovranno essere periodicamente analizzate ed, eventualmente trattate. D.5.2.2 PROTOCOLLO IN CASO DI CAVITÀ CARSICHE Durante le fasi di avanzamento dello scavo, bisognerà prestare particolare attenzione alla presenza di cavità carsiche, dovute alla dissoluzione chimicofisica delle rocce. Tale rischio è presente in particolar modo in corrispondenza della Dolomia Principale, nei comuni di Tremezzo e Griante. Nel caso di presenza di cavità carsiche, si dovrà valutare immediatamente il rischio di crolli della volta e/o delle pareti rocciose, e nel caso, l’immediato allontanamento delle maestranze. Pagina 279 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.6. IMPATTI PER ACQUE SUPERFICIALI Il principale impatto possibile per le acque superficiali consiste nell’interferenza diretta del cantiere con i corpi idrici e quindi con la possibilità di sversamenti diretti, sia in fase di cantiere che per il dilavamento della sede stradale. D.6.1IMPATTI IN FASE DI CANTIERE La fase di cantiere è la più critica per i potenziali impatti sulle acque superficiali. Le alterazioni potenzialmente attuabili sul sistema idrografico nel corso dei lavori sono riferibili a due categorie di effetti: modificazione delle caratteristiche di qualità fisico-chimica dell’acqua provocate dalle attività costruttive, e/o dallo scarico di sostanze inquinanti derivanti dalle lavorazioni e dagli insediamenti civili di cantiere; modificazioni delle caratteristiche di qualità dell’ambiente fluviale complessivo, a seguito di alterazioni dell’habitat nei comparti idraulico, morfologico, chimico-fisico, biologico, vegetazionale (provocate da attività antropiche quali lavorazioni in alveo con mezzi meccanici, scarico di materiali ecc). Le eventuali alterazioni e impatti possono avere rilevanza a scala locale, in prossimità di una lavorazione puntuale, o a scala più ampia, a causa della propagazione verso valle di eventuali contaminazioni. In questo caso gli effetti sopra descritti possono estendersi dai corsi d’acqua al lago. Il progetto prevede diversi tratti scoperti, con conseguente superficie di dilavamento recapitante nel reticolo superficiale piuttosto estesa (acque di prima pioggia). Inoltre prevede l’attraversamento di 5 corsi d’acqua. D.6.2IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO Le sopra riportate considerazioni valgono anche nella fase di esercizio. In questa fase però dovranno essere considerati come punti di interferenza i punti di recapito dei drenaggi della sede stradale. Pagina 280 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.7. IMPATTI PER VEGETAZIONE E FLORA D.7.1IMPATTI IN FASE DI CANTIERE Gli impatti in questa fase sono di tipo diretto, dovuti alla semplice asportazione della vegetazione, e di tipo indiretto, dovuti agli inquinanti emessi dai cantieri. L’asportazione di vegetazione riguarda principalmente le rampe di accesso ai cantieri, gli accessi alle gallerie e i viadotti, che si aggiungono al tratto superficiale della strada. Gli ambienti più delicati sono quelli individuati nel quadro di riferimento della vegetazione (Capitolo C.6.7“Individuazione delle aree sensibili”). 1 – Vegetazione di forra I viadotti in alcuni casi attraversano forre che ospitano specie localizzate, si segnala in particolare il capelvenere (Adiantum capillus-veneris), specie che solitamente cresce in stazioni puntiformi formate da un numero non elevato di individui. In genere i torrenti interessati dagli interventi sono a carattere temporaneo, attivi solamente durante i periodi piovosi o gli eventi meteorici intensi quali i temporali. Fa eccezione il torrente Perlana che ha portate regolari nel corso dell’anno. Il reticolato idrografico è importante in quanto collega le aree di cantiere con il bacino lacustre, consentendo il trasporto di inquinanti originati dal cantiere e del materiale dilavato nel corso delle piogge. Questo può avere influsso sulle comunità di macrofite lacustri, in particolare i sedimenti fini possono influenzare negativamente lo sviluppo della vegetazione acquatica. 2 – Boschi radi a carpino nero ed orniello I boschi radi a carpino nero ed orniello costituiscono la maggior superficie di vegetazione asportata per le opere di costruzione. Da un lato questa vegetazione non rappresenta un habitat di interesse comunitario, dall'altro è generalmente in buono stato di conservazione e può ospitare specie interessanti, per cui va posta una maggiore attenzione nei ripristini. 3 - Oliveti Gli oliveti rappresentano una coltivazione localizzata di elevato interesse storico e paesaggistico, dato il tipo di coltivazione impiegato negli oliveti si osserva una diversificata flora erbacea, che comprende Dianthus seguieri e Dianthus carthusianorum, due specie protette. Si tratta spesso di ambienti agricoli marginali, la cui conservazione deve essere il più possibile garantita. Pagina 281 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 1. 4 - Prati e prato-pascoli Il tipo vegetazionale principalmente interessato dalle opere è dato dai prati falciati, considerati di interesse comunitario in quanto inclusi nella direttiva Habitat. Si tratta di formazioni il cui pregio è dovuto principalmente alla ricchezza di elementi floristici che però non comprendono specie endemiche e/o rare. In particolare è interessato l’habitat 6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine, si tratta di comunità erbacee presenti nell'orizzonte collinare e submontano, conservate dalle pratiche colturali del taglio e della concimazione. La diminuzione di questo habitat è prevedibile abbia influenze negative anche a livello faunistico. 5 – Aree detritiche con copertura vegetale discontinua Altro ambiente da segnalare in quanto di interesse comunitario è dato dai ghiaioni presenti in prossimità della Torre di Spurano in Località Ossuccio, che costituiscono un ambiente piuttosto sensibile e localizzato, senza possibilità di interventi di mitigazione, per cui bisogna cercare di limitare il più possibile la perdita di questo habitat. La definizione secondo la direttiva è “8130 Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili” e comprende ghiaioni attivi interessati da processi di deposizione e mobilizzazione dei detriti. Le coperture vegetali che vi si insediano hanno carattere marcatamente pioniero, risultano assai discontinue con densità piuttosto limitate e ospitano una flora specializzata. 6 – Vegetazione delle rupi calcaree Le pareti rocciose sono comprese nell’habitat “8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”, non saranno direttamente toccate dalle opere previste. Viceversa le emissioni di inquinanti atmosferici emessi dai mezzi di cantiere ed in seguito dal traffico veicolare potranno avere un impatto negativo a carico di questi ambienti. 7 – Formazioni a robinia e specie esotiche Un cenno particolare va fatto a riguardo delle specie esotiche, che già presenti con elementi quali robinia e ailanto, sono destinate a subire un notevole aumento in relazione agli sbancamenti dei cantieri. Ci si deve aspettare un ingresso di nuove specie esotiche, sia erbacee che legnose, che possono colonizzare rapidamente i terreni denudati. In particolare le specie erbacee hanno un ciclo biologico rapido e possono colonizzare in tempi brevi ampie superfici. D.7.2IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO Nella fase di esercizio gli impatti maggiori sono da attendersi a causa degli inquinanti atmosferici emessi dal traffico veicolare. Le indagini sugli effetti degli inquinanti atmosferici a carico della vegetazione sono iniziate negli anni settanta, a partire dalle osservazioni di deperimenti Pagina 282 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE diffusi nelle aree forestali dell'Europa centrale e del Nord America, inizialmente individuati sugli abeti e sul faggio, ed in seguito rilevati anche a carico di altre specie di conifere e latifoglie. Gi effetti maggiormente visibili riguardano la defogliazione, alterazioni cromatiche delle chiome, fino a casi estremi di morte dell'intero albero. Quando si può escludere che questi effetti derivino da problemi fitosanitari legati ad agenti biotici quali parassiti, erbivori, mancanza di simbionti, o da problemi chimici legati a sbilancio i nutrienti, fenomeni allelopatici, o a puri danni meccanici, si può parlare di danni di nuovo tipo (novel decline). La sensibilità nelle specie vegetali è legata a fattori morfologici delle piante, quali l'elevato rapporto superficie/volume e gli intensi scambi gassosi che si verificano a livello delle foglie. Questi fattori rendono le specie vegetali maggiormente sensibili rispetto alle specie animali, anche in relazione all'entità stessa degli scambi gassosi che possono essere di uno o due ordini di grandezza superiori rispetto agli animali. In conseguenza si verificano alterazioni degli equilibri fisiologici, con alterazione delle funzioni vitali quali la funzione clorofillana, che si riflettono in diminuzione del tasso di crescita, alterazioni dell'apparato fogliare, deperimento generale dell'individuo. Il danno visibile è rilevabile principalmente a livello delle chiome, con diradamenti, fogliazione tardiva, alterazioni nel rapporto tra gemme a fiore e gemme a legno, alterazioni nelle modalità di ramificazione, riduzione dello sviluppo radicale. In particolare gli effetti maggiormente visibili sono alterazioni strutturali delle foglie, con lesioni necrotiche, quali macchie brune e ticchiolature, mutazioni di colore e clorosi. Generalmente le necrosi sono localizzate sulla pagina superiore delle foglie, si presentano con diversi aspetti morfologici in funzione del numero di cellule danneggiate e sono in genere indice di danno acuto a livello del mesofillo fogliare. Le clorosi si verificano per distruzione o diminuzione nella produzione di clorofilla, è ricollegabile generalmente in casi di esposizioni croniche agli inquinanti. Spesso come effetto secondario si verifica una caduta precoce delle foglie, fenomeno noto come filloptosi. In genere non è semplice, soprattutto negli studi sul campo, la separazione tra gli effetti derivanti da fattori naturali quali parassiti, fattori climatici, fattori pedologici, e gli effetti direttamente derivanti dagli inquinanti, sia considerati singolarmente che in modo complessivo, considerando quindi gli effetti additivi dei diversi inquinanti. Inoltre l'effetto può essere di tipo indiretto, quale alterazioni nei rapporti di crescita che si riflettono in alterazioni nelle capacità competitive tra le specie vegetali, che su lungo termine possono portare al alterazioni qualiquantitative delle comunità vegetali. Inoltre un danno causato da parassiti può avere come elemento predisponente o scatenante l'indebolimento fisiologico causato dagli inquinanti, il che rende necessario verificare il danno da parassiti atteso in casi di vegetazioni non compromesse per permettere il confronto con vegetazioni sotto stress. Infine un'acidificazione a livello del suolo può portare ad un'alterazione del ciclo dei nutrienti e alla mobilitazione di metalli fitotossici quali l'alluminio. Pagina 283 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Gi inquinanti maggiormente aggressivi rispetto alle specie vegetali sono rappresentati dai solfuri, dagli ossidi di azoto, da ozono, fluoruri e PAN (perossiacetil nitrato). Il contatto può avvenire per via secca o umida ed il punto di penetrazione è rappresentato dalle aperture stomatiche delle foglie, da cui si possono diffondere in tutti i tessuti vegetali, colpendo organi differenti in funzione della sensibilita individuale delle specie vegetali. La tossicità è influenzata oltre che da parametri quali la concentrazione ed il tempo di esposizione, fa fattori ecofisiologici, quali l'apertura degli stomi, che avviene in funzione di diversi fattori ambientali. In situazioni di chiusura degli stomi l'assorbimento effettivo degli inquinanti è limitato, mentre in condizioni di apertura si ha un'azione molto più intensa dell'inquinante. La localizzazione delle lesioni varia in funzione dell'inquinante coinvolto, il biossido di zolfo origina necrosi alle foglie in accrescimento come esposizione in forma acuta, mentre nelle esposizioni croniche si originano clorosi e senescenza precoce delle foglie, con riduzione della funzione clorofilliana. Per quanto riguarda gli ossidi di azoto la maggiore fitotossicità è data dal biossido, a causa della sua maggiore solubilità in acqua. In genere si osservano danni di tipo cronico di difficile valutazione, in quanto si hanno manifestazioni di tipo aspecifico, quali rallentamento della crescita o deboli segni di clorosi sulle foglie. In presenza di altri fattori inquinanti si può verificare un intenso aumento dell'aggressività degli ossidi di azoto. Inquinante notevolmente aggressivo è l'ozono, a causa della sua notevole attività chimica e della sua solubilità in ambiente acquoso. L'azione principale è quella di tipo ossidativo, con formazione di radicali, demolizione di molecole complesse, che causano alterazioni delle funzioni cellulari. Si verificano danni da esposizioni acute a carico delle foglie in accrescimento, nelle conifere sotto forma di bandeggiamenti trasversali. In caso di esposizione cronica si rilevano principalmente alterazioni del colore delle foglie con clorosi e caduta anticipata, e generale alterazione dei processi di crescita. Per quanto riguarda le polveri si ha un problema di definizione, in quanto gli effetti variano in funzione delle loro caratteristiche chimiche, ed un eventuale contenuto in metalli pesanti rappresenta un fattore particolarmente importante. Gli effetti sono di tipo cronico, e legati all'ostruzione fisica degli stomi e di conseguenza ridotti scambi gassosi, oltre che una diminuzione di luce in arrivo ai cloroplasti, come effetto dell'opacità della deposizione sulla faccia superiore della foglia. Ulteriori danni si possono verificare a causa degli elementi nocivi contenuti. I metalli pesanti presenti nell'ambiente possono arrivare ai vegetali sia per deposizione diretta che attraverso il suolo. Nei fenomeni di deposizione diretta gioca un ruolo essenziale l'acidità della soluzione, in presenza di deposizioni umide, in quanto la solubilità varia con il variare del pH. Per i metalli che raggiungono il suolo la dinamica dipende dall'ambiente chimico che si realizza nel suolo, in particolare dalla presenza di sostanza organica. I metodi di penetrazione dei metalli pesanti all'interno delle cellule non sono ben noti, e probabilmente dipendono dai meccanismi di trasporto dei microelementi. Pagina 284 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Gli effetti di questi inquinanti sono ricollegabili alla competizione con i nutrienti minerali della pianta, determinando squilibri nutrizionali già a basse concentrazioni di metalli pesanti. In ogni caso le modalità attraverso le quali si realizza la fitotossicità di questi inquinanti dipendono da complessi equilibri ecofisiologici, legati anche a meccanismi di difesa attuati in varia misura dai vegetali. Nel caso di assorbimento attraverso l'apparato radicale, un fattore importante è rappresentato dalla simbiosi micorrhizica, molto diffusa nelle specie forestali, in cui probabilmente il micete è in grado di diminuire almeno in alcuni casi, l'assorbimento dei metalli pesanti. In dettaglio gli inquinanti previsti dall'analisi sull'atmosfera sono gli ossidi di azoto (NOx), il monossido di carbonio, il particolato sottile (PM10) ed il benzene. Nel confronto tra gli scenari previsti non vi sono variazioni sostanziali in percentuale (inferiori allo 0.5%), ma vengono evidenziate possibili riduzioni in termini assoluti delle emissioni degli ossidi di azoto emessi dalla rete stradale. Strettamente dal punto di vista della vegetazione si avrà uno spostamento delle emissioni da aree poco vegetate, quali i centri urbani, ad aree con vegetazione naturale ben sviluppata. Quindi sono da aspettarsi aumenti locali degli inquinanti a carico della vegetazione. Il monitoraggio in questo senso sarà importante per verificare l'entità degli effetti negativi a carico della componente vegetale. In particolare il monitoraggio della flora lichenica rappresenta un metodo sensibile per verificare l'impatto locale degli inquinanti atmosferici. Pagina 285 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.8. IMPATTI PER LA FAUNA Gli impatti relativi a questa componente sono stati valutati attraverso l’analisi della composizione faunistica dell’area, come rilevato mediante sopralluoghi e dall’analisi del database faunistico del Settore Territorio della Provincia di Como. Gli impatti sono di seguito descritti per ciascuna delle aree sensibili identificate nel capitolo C.7.4. D.8.1IMPATTI IN FASE DI CANTIERE A - Ambienti acquatici N 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Aree sensibili punto di imbocco della Galleria Comacina, a sudovest del torrente Camoggia viadotto di superamento del torrente Valle dei Ronchi all’uscita della Galleria Comacina viadotto di superamento del torrente Premonte in comune di Sala Comacina viadotto di superamento del torrente Perlana (tra galleria Perlana 1 e Perlana 2) viadotto di superamento del torrente Azzano in Località Mezzegra tratto a cielo aperto a ridosso del torrente Bolvedro in Località Mezzegra punto di raccordo tra l'uscita della Galleria Tremezzina e la viabilità esistente Area di attracco presso Griante Area di attracco presso Mandello del Lario Ambienti soggetti a impatto bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre bacino lacustre Bacino lacustre e torrenti Le attività di realizzazione del progetto si trovano a distanza dall’ecosistema lacustre, insistendo sugli ambienti di versante. Gli unici elementi che collegano direttamente l’area di cantiere all’ecosistema lacustre sono i corsi d’acqua. Di conseguenza i possibili impatti diretti all’ecosistema lacustre sono dovuti all’immissione di inquinanti nel reticolo idrico recapitante a lago. La generazione di torbidità avrà poca influenza sull’ecosistema lacustre in ragione della distanza, che permetterà la sedimentazione di gran parte dei sedimenti immessi. Sarà invece importante evitare di immettere in alveo, anche immediatamente al di fuori del corso d’acqua, di grandi quantità di sedimenti dilavabili ed in questo modo progressivamente recapitati a lago dal corso d’acqua, dove possono interferire con il normale trasporto solido. Pagina 286 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La propagazione di torbidità potrà in ogni caso danneggiare gli ecosistemi fluviali, i popolamenti ittici o di anfibi presenti, per cui in ogni caso sarà opportuno evitare l’incremento di torbidità nei corpi idrici, dovuto a movimentazione dell’alveo o movimentazione del fondale. A questo scopo, in caso di interventi in alveo, sarà necessario che le acque scorrenti bypassino interamente l’area di intervento mediante opportune opere di sbarramento o deviazione. La deposizione di sedimento fine risulta particolarmente dannosa in quanto può interferire con la componente macrobentonica, fondamentale per la funzionalità degli ecosistemi acquatici, oltre che con la presenza di siti idonei alla riproduzione della fauna ittica presente. In caso di consistente copertura di sedimento fine si potrebbero creare inoltre fenomeni di anossia. Menzione a parte deve essere fatta per le ipotesi di realizzazione di aree cantiere al lago, con attracco di chiatte per la movimentazione dello smarino delle gallerie. Questa fase di cantiere comporta la distruzione di una porzione di ambiente di sponda per la realizzazione degli attracchi. La fase di cantiere prevede inoltre la movimentazione di grandi imbarcazioni da trasporto che potranno facilmente disturbare il fondale mediante sommovimento dovuto alla spinta dei motori. Inoltre si dovranno considerare i possibili impatti di natura accidentale dovuti ad eventuali sversamenti di liquidi provenienti dai motori. B - Ambienti boscati (boschi ed arbusteti submontani) N 1 2 3 4 Aree sensibili tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Sala Comacina tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto nei pressi dell'attraversamento del torrente Perlana tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Mezzegra Ambienti soggetti a impatto boschi submontani (orno ostrieti) boschi submontani (orno ostrieti) boschi submontani (orno ostrieti) boschi submontani (orno ostrieti) Boschi submontani (orno ostrieti): Gli impatti sono costituiti dal rumore generato dai mezzi di cantiere, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi, in particolare nidificanti, o gravitanti nell'area coinvolta; è inoltre possibile che si verifichi l'uccisione diretta involontaria di individui di alcune specie di rettili o di mammiferi di piccole dimensioni per schiacciamento ad opera di mezzi meccanici, impegnati nelle attività di cantiere. L'asportazione di porzioni di aree cespugliate o boscate potrebbe inoltre danneggiare la Pagina 287 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE nidificazione di alcune specie di avifauna o la riproduzione di mammiferi arboricoli. Anche il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi meccanici o terra e materiale di escavazione), depositandosi sulle fitocenosi, potrebbe alterare, direttamente o indirettamente, l'equilibrio ecosistemico dell'ambiente. Per quanto concerne in particolare la componente avifaunistica, nella valutazione degli impatti derivanti dalla realizzazione di una infrastruttura antropica è generalmente accettata l’esistenza di una fascia in cui si verifica una diminuzione di densità dell’avifauna, sia come effetto dello spostamento di individui dalle aree direttamente interessate dalle opere, a causa del disturbo complessivamente arrecato, sia come conseguenza di una riduzione delle attività riproduttive e, conseguentemente, del “successo” di tali attività (Groppali, 2003; Rejinen et al., 1995). È noto come gli uccelli siano particolarmente sensibili al rumore; diverse specie demarcano infatti il proprio territorio riproduttivo con il canto, reagiscono a svariati segnali acustici, quali i richiami di contatto o quelli di allarme, e ne fanno uso per l’identificazione dei predatori (Dinetti, 2000; Lindauer, 1992 in Groppali, 2003). Oltre al rumore, anche altre tipologie di interferenza possono influire sulla qualità avifaunistica di un sito; tra queste sono da citare, in modo particolare, gli stimoli visivi estranei all’ambiente solitamente frequentato dalle specie (presenze umane, mezzi, alterazione generale dell’ambiente). In merito alla definizione della profondità della fascia di disturbo, la bibliografia esistente cita fasce di disturbo variabili da 500 m a 800 m dalla fonte, a seconda della diversa sensibilità delle specie presenti, della tipologia degli interventi e della tipologia di ambiente presente. Tale tipologia di disturbo viene quindi considerato un fattore di pressione primario, che può avere ripercussioni su tutte le specie ritenute presenti nell’area. Altre tipologie di perturbazione sono legate alla diminuzione della qualità dell’aria, dovuta all’emissione di inquinanti e alla sedimentazione delle polveri sollevate durante i lavori di realizzazione delle opere, sulle superfici fogliari, sugli apici vegetativi e, in generale, sull’ambiente circostante, andando a costituire, per alcune specie di avifauna un impedimento alle attività di ricerca delle fonti trofiche di sostentamento. L’effetto di allontanamento di specie preda dovuto alle attività di cantiere, inoltre, si può ripercuotere negativamente su alcune specie predatrici. Volendo differenziare tra periodi di maggiore e minore interferenza nell’arco annuale, chiaramente il periodo maggiormente critico è rappresentato da quello della nidificazione, che rappresenta il momento fenologico in cui, nel corso dell’anno, gli uccelli instaurano più stretti vincoli spaziali e funzionali con determinate tipologie di habitat e in cui, di conseguenza, ogni eventuale alterazione delle tipologie ambientali può rappresentare motivo di influenza negativa sulle specie in esame. Specie di avifauna legate all’ambiente boschivo, potenzialmente soggette a impatto, in riferimento alla Tab. C.24: falco pecchiaiolo, biancone, sparviere, poiana, beccaccia, tortora, beccaccia, cuculo, allocco, gufo comune, picchio Pagina 288 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE rosso maggiore, scricciolo, pettirosso, merlo, cesena, capienra, cinciarella, cinciallegra, cincia bigia, picchio muratore, rampichino comune, ghiandaia, fringuello C – Aree aperte (praterie magre da fieno a bassa altitudine, ghiaioni mediterranei) N 1 2 3 Aree sensibili tratto a cielo aperto dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto dell'abitato di Mezzegra a a a Ambienti soggetti a impatto monte praterie magre da fieno a bassa altitudine monte ghiaioni mediterranei monte praterie magre da fieno a bassa altitudine Praterie magre da fieno a bassa altitudine, ghiaioni mediterranei: Gli impatti sono costituiti dal rumore generato dai mezzi di cantiere, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi, in particolare nidificanti, o gravitanti nell'area coinvolta; è inoltre possibile che si verifichi l'uccisione diretta involontaria di individui di alcune specie di rettili o di mammiferi di piccole dimensioni per schiacciamento ad opera di mezzi meccanici, impegnati nelle attività di cantiere. L'asportazione di porzioni di suolo potrebbe inoltre comportare l'uccisione di specie terricole svernanti nel terreno, quali rettili e piccoli mammiferi. Anche il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi meccanici o terra e materiale di escavazione), depositandosi sulle fitocenosi, potrebbe alterare, direttamente o indirettamente, l'equilibrio ecosistemico dell'ambiente. Per quanto concerne in particolare la componente avifaunistica, nella valutazione degli impatti derivanti dalla realizzazione di una infrastruttura antropica è generalmente accettata l’esistenza di una fascia in cui si verifica una diminuzione di densità dell’avifauna, sia come effetto dello spostamento di individui dalle aree direttamente interessate dalle opere, a causa del disturbo complessivamente arrecato, sia come conseguenza di una riduzione delle attività riproduttive e, conseguentemente, del “successo” di tali attività (Groppali, 2003; Rejinen et al., 1995). È noto come gli uccelli siano particolarmente sensibili al rumore; diverse specie demarcano infatti il proprio territorio riproduttivo con il canto, reagiscono a svariati segnali acustici, quali i richiami di contatto o quelli di allarme, e ne fanno uso per l’identificazione dei predatori (Dinetti, 2000; Lindauer, 1992 in Groppali, 2003). Oltre al rumore, anche altre tipologie di interferenza possono influire sulla qualità avifaunistica di un sito; tra queste sono da citare, in modo particolare, gli stimoli visivi estranei all’ambiente solitamente frequentato dalle specie (presenze umane, mezzi, alterazione generale dell’ambiente). In merito alla definizione della profondità della fascia di disturbo, la bibliografia esistente cita fasce di disturbo variabili da 500 m a 800 m dalla Pagina 289 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE fonte, a seconda della diversa sensibilità delle specie presenti, della tipologia degli interventi e della tipologia di ambiente presente (fascia di estensione maggiore per ambienti aperti, come quello caratterizzato dalla presenza di ghiaioni). Tale tipologia di disturbo viene quindi considerato un fattore di pressione primario, che può avere ripercussioni su tutte le specie ritenute presenti nell’area. Altre tipologie di perturbazione sono legate alla diminuzione della qualità dell’aria, dovuta all’emissione di inquinanti e alla sedimentazione delle polveri sollevate durante i lavori di realizzazione delle opere, sulle superfici fogliari, sugli apici vegetativi e, in generale, sull’ambiente circostante, andando a costituire, per alcune specie di avifauna un impedimento alle attività di ricerca delle fonti trofiche di sostentamento. L’effetto di allontanamento di specie preda (in particolare i rapaci diurni) dovuto alle attività di cantiere, inoltre, si può ripercuotere negativamente su alcune specie predatrici. Volendo differenziare tra periodi di maggiore e minore interferenza nell’arco annuale, chiaramente il periodo maggiormente critico è rappresentato da quello della nidificazione, che rappresenta il momento fenologico in cui, nel corso dell’anno, gli uccelli instaurano più stretti vincoli spaziali e funzionali con determinate tipologie di habitat e in cui, di conseguenza, ogni eventuale alterazione delle tipologie ambientali può rappresentare motivo di influenza negativa sulle specie in esame. Specie di avifauna potenzialmente soggette a impatto in praterie magre da fieno a bassa altitudine, in riferimento alla Tab. C.24: upupa, torcicollo, picchio verde, codirosso comune, pigliamosche, averla piccola, cardellino, falco pellegrino, poiana, falco pecchiaiolo. Specie di avifauna potenzialmente soggette a impatto in ghiaioni mediterranei, in riferimento alla Tab. C.24: nibbio bruno, biancone, gheppio, poiana, sterpazzola, averla piccola, zigolo muciatto, succiacapre, rapaci notturni. D - Pareti rocciose N 1 2 3 Aree sensibili a monte dell’abitato di Sala Comacina a monte dell’abitato di Mezzegra Valle Perlana Pareti rocciose Gli impatti sono costituiti dal rumore generato dai mezzi di cantiere, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi, in particolare nidificanti, o gravitanti nell'area coinvolta. Le pareti rocciose presenti in corrispondenza delle aree sensibili indicate rappresentano l’ambiente di elezione per la nidificazione di numerose specie Pagina 290 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE di avifauna rupicola, in particolare i rapaci diurni (nibbio bruno, poiana, gheppio, pellegrino); le pareti potrebbero inoltre ospitare individui di picchio muraiolo in particolare nel periodo invernale. Il distubo arrecato da rumore e da stimoli visivi estranei potrebbe determinare lo spostamento di individui dalle aree direttamente interessate dalle opere, con conseguente diminuzione di densità di specie e riduzione delle attività riproduttive e del relativo “successo” (Groppali, 2003; Rejinen et al., 1995). È noto come gli uccelli siano particolarmente sensibili al rumore e agli stimoli visivi (Dinetti, 2000; Lindauer, 1992 in Groppali, 2003). I periodi maggiormente critici sono da considerare il periodo di nidificazione per i rapaci rupicoli e i mesi invernali nel caso del picchio muraiolo. Specie di avifauna potenzialmente soggette a impatto in corrispondenza di pareti rocciose, in riferimento alla Tab. C.24: nibbio bruno, poiana, gheppio, pellegrino, rondone alpino, picchio muraiolo. E - Cavità e grotte N 1 Aree sensibili Bucone di Tremezzo Tremezzina in località La Grotta Bucone di Tremezzo si trova a circa 350 m in linea d’aria dal tracciato, a sud del km 8400, in comune di Tremezzina. La formazione geologia dell’area è la Dolomia Principale, caratterizzata appunto dalla presenza di cavità carsiche. Il tracciato nella zona è in galleria naturale e il potenziale impatto in fase di cantiere è costituito dalle vibrazioni originate dai lavori di scavo (es. utilizzo di mine) nel periodo in cui la colonia di svernamento di vespertilio di Capaccini (Myotis capaccinii) è presente, ossia tra settembre e aprile. Il periodo più critico è comunque quello tra novembre e febbraio compresi, quando gli animali sono nelle fasi più profonde del letargo. F – Ambienti artificiali (vasche per abbeverata, muretti a secco, impianti di ulivo) N 1 2 3 Aree sensibili tratto a cielo aperto in corrispondenza dell’abitato di Mezzegra e di Spurano tratto a cielo aperto sopra Spurano tratto a cielo aperto sopra Spurano Ambienti soggetti a impatto vasche per abbeverata muretti a secco impianti di ulivo Pagina 291 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Vasche per abbeverata Alcune delle vasche artificiali presenti nell’area del tracciato in corrispondenza dell’abitato di Mezzegra e di Spurano saranno distrutte nel corso dei lavori, mentre altre, poste nelle vicinanze, potranno subire impatti indiretti. Le specie più impattate sono quelle di anfibi, come la salamandra pezzata, rilevata nel corso dei monitoraggi effettuati per la redazione del SIA. L'impatto su tali specie può consistere nell'uccisione diretta di individui in fase di distruzione delle pozze; l'immissione nelle acque di particolato potrebbe portare un’alterazione dell’equilibrio ecosistemico, modificando l'ossigenazione e l'accesso ai raggi luminosi; il rilascio di sostanze di scarico dei mezzi di cantiere, inquinanti e/o tossiche per gli organismi viventi presenti nelle acque, ne potrebbe compromettere inoltre la sopravvivenza nei diversi stadi di sviluppo. Muretti a secco Gli impatti in fase di cantiere sono costituiti dalla distruzione di tali manufatti, che può comportare l’uccisione diretta involontaria degli animali che in essi trovano un ambiente ottimale per il rifugio, il foraggiamento e la riproduzione (rettili, uccelli, micromammiferi), oltre che la sottrazione di habitat idoneo. Specie di avifauna potenzialmente soggette a impatto in corrispondenza dell’area a muretti a secco, in riferimento alla Tab. C.24: upupa, scricciolo, pettirosso, diverse specie di cince, codirosso, codirosso spazzacamino. Impianti di ulivo Gli impatti in fase di cantiere sono costituiti dalla sottrazione degli alberi maturi di ulivo che interferiscono con il tracciato. Gli alberi di ulivo, in particolare se maturi e senescenti, presentano cavità naturali nel tronco che rappresentano rifugi perfetti per diverse specie di avifauna e le specie fitofile di chirotteri che vi possono nidificare all’interno. Specie di avifauna potenzialmente soggette a impatto in corrispondenza degli uliveti, in riferimento alla Tab. C.24: upupa, torcicollo, picchio muratore, rampichino, diverse specie di cince e di picchi, allocco. G – Aree di deposito materiali N 1 Aree sensibili area Lavedo srl, zona di betonaggio e deposito temporaneo Quest’area è un ex impianto di frantumazione di inerti situato in Località La Santa, nel comune di Grandola ed Uniti, che il progetto di realizzazione della variante della Tremezzina individua come area di betonaggio e deposito Pagina 292 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE temporaneo e che il PGT considera come “impianto tecnologico di livello comunale e sovracomunale”. Essendo l’area situata a circa 1 km dal SIC IT2020001 “Lago di Piano”, un suo riutilizzo è stato valutato nello Studio per la Valutazione di Incidenza del PGT comunale, il quale sottolinea la possibilità di immissione di inquinanti nel torrente Bonallo (limitrofo all’area del deposito di inerti), con conseguenze sul bacino imbrifero che confluisce nel sistema idrico del SIC. D.8.2IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO A - Ambienti acquatici N 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Aree sensibili punto di imbocco della Galleria Comacina, a sudovest del torrente Camoggia viadotto di superamento del torrente Valle dei Ronchi all’uscita della Galleria Comacina viadotto di superamento del torrente Premonte in comune di Sala Comacina viadotto di superamento del torrente Perlana (tra galleria Perlana 1 e Perlana 2) viadotto di superamento del torrente Azzano in Località Mezzegra tratto a cielo aperto a ridosso del torrente Bolvedro in Località Mezzegra punto di raccordo tra l'uscita della Galleria Tremezzina e la viabilità esistente area di attracco presso Griante area di attracco presso Mandello del Lario Ambienti soggetti a impatto bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre e torrente bacino lacustre bacino lacustre Bacino lacustre e torrenti Gli impatti sono costituiti dall'immissione, nell'alveo dei torrenti e da qui verso il bacino lacustre delle acque di dilavamento della sede stradale, che contengono particolato ed inquinanti dovuti al traffico veicolare, tossiche per gli organismi viventi presenti nelle acque. Entrambe queste componenti potrebbero infatti essere dilavate, in caso di pioggia, dal manto stradale e confluire nel naturale bacino di raccolta costituito dal displuvio stesso, in particolare in corrispondenza dei viadotti realizzati sui valletti dei torrenti. Pozze di abbeverata: Pagina 293 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Nessun impatto previsto. B - Ambienti boscati (boschi ed arbusteti submontani) N 1 2 3 4 Aree sensibili tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Sala Comacina tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto nei pressi dell'attraversamento del torrente Perlana tratto a cielo aperto a monte dell'abitato di Mezzegra Ambiente soggetto a impatto boschi submontani (orno ostrieti) boschi submontani (orno ostrieti) boschi submontani (orno ostrieti) boschi submontani (orno ostrieti) Boschi submontani – orno ostrieti -: Gli impatti sono costituiti dal rumore generato dai mezzi in transito, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi, in particolare nidificanti, o gravitanti nell'area interessata dal tracciato; è inoltre possibile che si verifichino investimenti di anfibi, di rettili e di mammiferi di piccole, medie ma anche grandi dimensioni, che non solo comporterebbero l'uccisione diretta involontaria di individui di diverse specie tipiche dell'ambiente, ma metterebbero notevolmente a rischio anche l'incolumità dei conducenti dei mezzi. Anche il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi in transito), depositandosi sulle fitocenosi, potrebbe alterare, direttamente o indirettamente, l'equilibrio ecosistemico dell'ambiente. Sotto l'aspetto della frammentazione delle popolazioni, la realizzazione dei tratti a cielo aperto costituisce di fatto un'interruzione della continuità degli habitat e quindi delle popolazioni; la lunghezza contenuta dei tratti a cielo aperto rende però questo elemento di problematicità decisamente meno rilevante; in particolare per gli ambienti boscati, categoria ambientale ampiamente rappresentata sul territorio, sono garantiti molteplici punti di connessione tra le popolazioni a monte e a valle del tracciato. C – Aree aperte (praterie magre da fieno a bassa altitudine, ghiaioni mediterranei) N 1 2 3 Aree sensibili tratto a cielo aperto dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto dell'abitato di Spurano tratto a cielo aperto dell'abitato di Mezzegra a a a Ambiente soggetto a impatto monte praterie magre da fieno a bassa altitudine monte ghiaioni mediterranei monte praterie magre da fieno a bassa altitudine Pagina 294 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Praterie magre da fieno a bassa altitudine e ghiaioni mediterranei: Gli impatti sono costituiti dal rumore generato dai mezzi in transito, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi, in particolare nidificanti, o gravitanti nell'area del tracciato; è inoltre possibile che si verifichino investimenti di rettili e di mammiferi di piccole, medie ma anche grandi dimensioni, che non solo comporterebbero l'uccisione diretta involontaria di individui di diverse specie tipiche dell'ambiente, ma metterebbero notevolmente a rischio anche l'incolumità dei conducenti dei mezzi. Per quanto riguarda i chirotteri, la letteratura riporta un’evidente riduzione nelle capacità di caccia in una fascia di 50-60 m dalle strade (Siemens e Schaub, 2011) e un comportamento di evitamento delle automobili in transito che riduce la capacità degli animali di spostarsi lungo rotte note, se queste intersecano tratti stradali a cielo aperto (Zucker et al., 2010). Anche il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi in transito), depositandosi sulle fitocenosi, potrebbe alterare, direttamente o indirettamente, l'equilibrio ecosistemico dell'ambiente. Sotto l'aspetto della frammentazione delle popolazioni, la realizzazione dei tratti a cielo aperto costituisce di fatto un'interruzione della continuità degli habitat e quindi delle popolazioni; la lunghezza contenuta dei tratti a cielo aperto rende però questo elemento di problematicità decisamente meno rilevante; diversamente da quanto espresso relativamente agli ambienti boscati, però, le aree a prato sono scarsamente rappresentate sul territorio, e la loro soluzione di continuità potrebbe pertanto comportare impatti più rilevanti. D - Pareti rocciose N 1 2 3 Aree sensibili a monte dell’abitato di Sala Comacina a monte dell’abitato di Mezzegra Valle Perlana Gli impatti sono costituiti dal rumore generato dai mezzi in transito, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi, in particolare nidificanti, o gravitanti nell'area del tracciato. L'eventuale presenza nell'area di cavi aerei potrebbe comportare inoltre l'impatto accidentale dei rapaci presenti, determinandone la morte. E - Cavità e grotte N 1 Aree sensibili Bucone di Tremezzo in località Tremezzina Pagina 295 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE In fase di esercizio le vibrazioni originate dai mezzi di trasporto non dovrebbero raggiungere intensità sufficienti a perturbare la colonia di svernamento presente nella grotta “Bucone di Tremezzo”. Essendo il tracciato soprastante la grotta in galleria, non si presuppongono impatti derivati da eventuale perdita di aree di foraggiamento. F – Ambienti artificiali (vasche per abbeverata, muretti a secco, impianti di ulivo) N 1 2 3 Aree sensibili tratto a cielo aperto in corrispondenza dell’abitato di Mezzegra e di Spurano tratto a cielo aperto sopra Spurano tratto a cielo aperto sopra Spurano Ambienti soggetti a impatto vasche per abbeverata muretti a secco impianti di ulivo Pozze di abbeverata Le vasche per abbeverata situate lungo il tracciato saranno distrutte, pertanto in fase di esercizio non è previsto nessun impatto. Se, tuttavia, durante i monitoraggi ante operam fossero rilevati altri manufatti nei pressi del tracciato e qualora fosse previsto come intervento compensativo la costruzione di nuove pozze artificiali, i possibili impatti in fase di esercizio sarebbero rappresentati dal rumore generato dai mezzi in transito, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi; è inoltre possibile che si verifichino investimenti di anfibi diretti verso tali pozze. Anche il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi in transito), depositandosi sul pelo dell’acqua, potrebbe alterare la qualità delle acque e compromettere la fase larvale degli anfibi eventualmente presenti. Muretti a secco I muretti a secco situati lungo il tracciato saranno distrutti, pertanto in fase di esercizio non è previsto nessun impatto. Se tuttavia fosse previsto come intervento compensativo la costruzione di nuove strutture analoghe, i possibili impatti in fase di esercizio potrebbero essere rappresentati dal rumore generato dai mezzi in transito, che comporta un disturbo rilevante nei confronti di tutte le specie animali viventi, in particolare nidificanti, o gravitanti nell'area del tracciato; è inoltre possibile che si verifichino investimenti di rettili e di mammiferi di piccole e medie, che comporterebbero l'uccisione diretta involontaria di individui di diverse specie tipiche dell'ambiente. Impianti di ulivo Gli esemplari di ulivo situati lungo il tracciato saranno asportati, pertanto in fase di esercizio non è previsto nessun impatto. Pagina 296 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Sintesi degli impatti sulla fauna in fase di cantiere ed esercizio Si riporta di seguito una tabella che riassume gli impatti individuati sulla componente faunistica presente negli ambienti più sensibili all’opera (Tabella D.29). Tabella D.29 – Tabella riassuntiva degli impatti previsti in fase di cantiere ed esercizio sulla fauna degli ambienti più sensibili. Ambiente Torrenti A - Ambienti acquatici Bacino lacustre B - Ambienti boscati C – Aree aperte Boschi submontani Praterie magre da fieno e ghiaioni mediterranei Impatto in fase di cantiere immissione di inquinanti nel reticolo idrico recapitante a lago generazione di torbidità deposizione di sedimento fine distruzione di sponda lacuale per costruzione attracchi disturbo del fondale derivato dall’uso delle imbarcazioni per spostamento smarino disturbo da rumore dei mezzi di cantiere, specialmente per specie nidificanti disturbo per stimoli visivi estranei all’ambiente (presenza di uomini e mezzi) uccisione diretta per schiacciamento con mezzi meccanici asportazione di vegetazione utilizzata per la riproduzione diminuzione della qualità dell’aria (inquinamento, particolato) allontanamento di specie preda disturbo da rumore dei mezzi di cantiere, specialmente per specie nidificanti disturbo per stimoli visivi estranei all’ambiente (presenza di uomini e mezzi) Impatto in fase di esercizio immissione delle acque di dilavamento stradale immissione delle acque di dilavamento stradale disturbo da rumore dei mezzi in transito morte per collisione con i mezzi in transito diminuzione della qualità dell’aria (inquinamento, particolato) frammentazione disturbo da rumore dei mezzi in transito morte per collisione con i mezzi in transito Pagina 297 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D - Pareti rocciose E - Cavità e grotte Vasche per abbeverata F – Ambienti artificiali Muretti a secco Impianti di ulivo G - Aree di deposito materiale uccisione diretta per schiacciamento con mezzi meccanici asportazione di vegetazione utilizzata per la riproduzione diminuzione della qualità dell’aria (inquinamento, particolato) allontanamento di specie preda disturbo da rumore dei mezzi di cantiere, specialmente per specie nidificanti, in particolare rapaci diurni disturbo per stimoli visivi estranei all’ambiente (presenza di uomini e mezzi) disturbo sui chirotteri per vibrazioni da scavo galleria Tremezzina nel periodo novembrefebbraio distruzione delle vasche uccisione diretta di individui in fase di distruzione delle vasche alterazione equilibrio ecosistemico per immissione di particolato nelle acque immissione di inquinanti tossici distruzione dei manufatti uccisione diretta di animali all’interno dei muretti in fase di distruzione sottrazione di rifugi per avifauna e chirotteri in conseguenza della distruzione di alberi maturi immissione di inquinanti nel torrente Bonallo diminuzione della qualità dell’aria (inquinamento, particolato) frammentazione disturbo da rumore dei mezzi in transito presenza di cavi aerei nessuno disturbo da rumore dei mezzi in transito morte per collisione con i mezzi in transito alterazione acque per immissione particolato disturbo da rumore dei mezzi in transito morte per collisione con i mezzi in transito nessuno nessuno Pagina 298 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.9. IMPATTI PER GLI ECOSISTEMI D.9.1IMPATTI IN FASE DI CANTIERE Gli ecosistemi considerati come potenzialmente impattati dalla realizzazione del tracciato sono i seguenti (Capitolo C.8 –Stato degli ecosistemi-): 1. Boschi submontani 2. Arbusteti montani e submontani 3. Prati magri e pingui 4. Grotte 5. Torrenti montani e ambienti di forra 6. Ambiente lacustre Gli impatti principali in fase di cantiere per questi ambienti sono costituiti dagli impatti descritti per le componenti flora e vegetazione, fauna e acque superficiali, a carico dei tratti a cielo aperto e in galleria artificiale. Per quanto riguarda le acque superficiali, la funzionalità fluviale potrà essere compromessa da un aumento della torbidità o dall’inquinamento dei torrenti attraversati dal tracciato, che possono avere ripercussioni sul detrito di fondo e la componente macrobentonica. Per quanto concerne invece i tratti in galleria naturale, l’impatto maggiore deriva dal notevole disturbo, seppur limitato nel tempo, sia sotto il profilo del rumore e delle polveri generate dai mezzi di cantiere, sia del trasporto e del deposito del materiale di escavazione. I punti più delicati, a tal proposito, corrispondono agli imbocchi dei tratti in galleria, dove si concentreranno la maggior parte delle attività di cantiere. D.9.2IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO Gli ecosistemi considerati come potenzialmente impattati dalla realizzazione del tracciato sono i seguenti (Capitolo C.8 –Stato degli ecosistemi-): 1. Boschi submontani 2. Arbusteti montani e submontani 3. Prati magri e pingui 4. Grotte 5. Torrenti montani e ambienti di forra 6. Ambiente lacustre Per quanto riguarda gli ultimi tre (grotte, torrenti montani e ambienti di forra, ambiente lacustre), gli impatti principali in fase di esercizio sono quelli riassunti nel capitolo D.9, mentre per gli altri (boschi submontani, arbusteti montani e submontani, prati magri e pingui) l’impatto principale è costituito dalla frammentazione della continuità ecologica. La frammentazione territoriale costituisce per gli ecosistemi l’impatto principale dovuto alla realizzazione di una nuova infrastruttura stradale (in Pagina 299 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE questo caso nei soli tratti a cielo aperto). Questa consiste nella separazione di habitat in aree più piccole ed isolate. La presenza fisica della strada e l’intensità del traffico veicolare creano un effetto barriera che impedisce od ostacola il movimento degli animali e, indirettamente, anche di piante tra aree diverse. Le conseguenze sono la diminuita mobilità degli animali, l’inaccessibilità di talune aree e l’eccessivo isolamento di altre, che non vengono sfruttate poiché il dispendio energetico per raggiungerle ed i rischi di incidenti durante il percorso sono troppo elevati. È noto del resto che gli ambienti più vasti e collegati sostengono più efficacemente la biodiversità rispetto a quelli frammentati e privi di collegamenti. Si può ipotizzare quindi un impatto per le categorie ecosistemiche sopra riportate che vengono intercettate dal tracciato nei tratti previsti a cielo aperto. Questi costituiscono infatti, in fase di esercizio, vere barriere artificiali alla connettività ecosistemica, generandone una frammentazione che deve pertanto essere opportunamente mitigata, ed eventualmente anche compensata. Per la valutazione dell’impatto si è utilizzato come parametro la lunghezza del tracciato nei tratti a cielo aperto, partendo dal presupposto che nel contesto omogeneo oggetto dello studio, al di là della larghezza dell’ingombro stradale, un tracciato più lungo comporta maggiori interferenze ai movimenti della fauna e di conseguenza una maggiore frammentazione ecosistemica. La lunghezza complessiva a cielo aperto è di 2600 m, con un impatto complessivo negativo di bassa entità, considerando che tale lunghezza non si snoda su un unico tratto, ma è suddivisa in 5 segmenti di minori dimensioni. Pagina 300 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.10.IMPATTI PER IL PAESAGGIO ED IL PATRIMONIO STORICO CULTURALE D.10.1 IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO D.10.1.1. METODOLOGIA DI INDAGINE L’individuazione e la stima degli impatti sul paesaggio ad opera ultimata, è stata effettuata mediante la determinazione del livello di impatto paesistico del progetto secondo il metodo previsto dalla DGR 8 novembre 2002 n. 7/11045 “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti previsto dall’art. 30 delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) approvato con DCR 6 marzo 2001 n.43749” (oggi art. 35 Parte IV della Normativa del Piano Paesaggistico Regionale, approvato con DGR VIII/951 del 19 gennaio 2010). Nella valutazione dell’impatto peasistico si tiene conto dell’opera ultimata compreso tutti gli interventi di mitigazione e compensazione ambientale. L’esame paesistico si struttura come una metodologia di valutazione endoprocedimentale che opera su basi differenti dalle autorizzazioni paesaggistiche previste a norma di legge. La valutazione paesistica e conseguentemente la definizione dei livelli di impatto, è da intendersi quindi come una valutazione integrata progettocontesto territoriale, da effettuarsi in relazione alle reciproche interrelazioni. Ciò equivale a dire che l’impatto paesistico di un intervento non dipende né soltanto dalle caratteristiche del sito nel quale si colloca, né soltanto dalle caratteristiche dell’intervento stesso, ma in primo luogo dall’interazione tra le caratteristiche dell’uno e dell’altro. L’entità dell’impatto è l’elemento che suggerisce l’opportunità di un confronto/valutazione delle scelte operate in termini di trasformazione del paesaggio, per arrivare al “giudizio di impatto”, come specificato nelle norme del PPR e nelle “Linee guida”. Qualunque intervento pùò essere interpretato come una perturbazione dello stato di fatto che porta, dopo un periodo di turbolenza, ad un nuovo assetto. Quanto più un luogo in cui si opera risulta contraddistinto da una propria riconoscibile caratterizzazione paesistica, tanto più le perturbazioni risultano avvertibili e le differenze tra prima e dopo evidenti. Il metodo proposto consiste proprio nel considerare innanzitutto la sensibilità del sito di intervento e , quindi, l’incidenza del progetto proposto, cioè il grado di perturbazione prodotto in quel contesto. Dalla combinazione delle due valutazioni deriva quella sul livello di impatto paesistico della trasformazione proposta. L’analisi paesistica è stata realizzata quindi in due fasi, la prima “analitica” ha previsto l’indagine della sensibilità paesistica attraverso la scomposizione (e successiva ricomposizione unitaria) degli elementi caratterizzanti il Pagina 301 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE paesaggio, la seconda “relazionale” ha messo in evidenza le interazioni determinate dall’infrastruttura di progetto con gli elementi del paesaggio e nello specifico con la sensibilità del contesto di inserimento. La relazione paesaggistica Come già evidenziato nel paragrafo C.10.1 della presente relazione, per quanto riguarda l’interferenza con i beni paesaggistici vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004 (paragrafo. C.10.4), così come suggerito alla pag.10 della “Relazione finale” della “Fase di consultazione per la definizione di contenuti dello Studio di Impatto Ambientale” della Regione Lombardia, è stata elaborata ed allegata allo SIA apposita “Relazione paesaggistica” redatta secondo le indicazioni: - del DPCM 12 dicembre 2005 “Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell'articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”; - della DGR n. IX/2727 del 22 dicembre 2011” Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di beni paesaggistici in attuazione alla Legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12 – contestuale revoca della DGR 2121/2006”. L’esame paesistico secondo le norme del PPR Il PPR riconferma la metodologia di esame paesistico precedentemente definita nel PTPR, quale strumento utile sia al miglioramento della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia al potenziamento della sensibilità locale ai valori paesaggistici. La parte IV delle Norme tecniche di Attuazione di cui si riportano stralci per le parti di interesse, disciplina tale procedura di valutazione. Art. 35 Esame dell’impatto paesisitico dei progetti 1. In tutto il territorio regionale i progetti che incidono sull’esteriore aspetto dei luoghi e degli edifici sono soggetti a esame sotto il profilo del loro inserimento nel contesto e devono essere preceduti dall’esame di impatto paesistico. 2.Ai fini dell’esame di cui al comma 1, il progettista, in fase di elaborazione del progetto, considera preliminarmente la sensibilità paesistica del sito e il grado di incidenza del progetto, secondo le modalità di cui agli articoli 36 e 37. 6. Contestualmente all'elaborazione del progetto, il progettista provvede agli adempimenti previsti dalle “Linee guida per l'esame paesistico dei progetti” di cui alla d.g.r. n. 11045 dell”8 novembre 2002, pubblicata sul 2° supplemento straordinario del B.U.R.L. del 21 novembre 2002, con la valutazione dell'impatto paesistico nonché, ove previsto, con l predisposizione di una relazione paesistica. Pagina 302 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Art. 36 Criteri per la determinazione della sensibilità paesistica del sito 1. Si definisce sito l’area complessivamente interessata dalle opere progettate. 2. La sensibilità di ciascun sito è determinata dalle caratteristiche del sito stesso nonchè dai rapporti che esso intrattiene con il contesto paesaggistico con il quale interagisce, secondo quanto stabilito nelle linee guida di cui alla d.g.r. n. 11045 dell’ 8 novembre 2002, pubblicata sul 2° supplemento straordinario del B.U.R.L. del 21 novembre 2002. 3. In prima applicazione, e fino all’approvazione di atti a valenza paesaggistica più definiti, nell’argomentare la sensibilità del sito si fa riferimento agli elaborati costituenti il Quadro di Riferimento Paesaggistico del presente Piano, e in particolare alle tavole A, B, C, D, E allegate, nonché agli Indirizzi di tutela. In particolare, il progettista definisce i valori di sensibilità del sito, argomentando tale definizione sulla base degli atti costituenti il Piano del Paesaggio Lombardo, ciascuno secondo il livello di definizione che gli è proprio, e dei materiali analitici in quel momento disponibili, nonché di eventuali analisi specifiche, secondo quanto stabilito nelle linee guida di cui all'articolo 40. Art. 37 Criteri per la determinazione dell’incidenza paesistica di un progetto 1. Si definisce incidenza paesistica di un progetto l’entità e la natura del condizionamento che il progetto stesso esercita sull’assetto paesaggistico del contesto, in ragione delle dimensioni geometriche di ingombro planimetrico e di altezza, del linguaggio architettonico con il quale si esprime, della natura delle attività che è destinato a ospitare. 3. Il progettista individua motivatamente la classe d’incidenza del progetto secondo quanto stabilito nelle linee guida… Art. 38 Criteri per la determinazione dell’impatto paesistico 1. L’impatto paesistico esprime l’entità dei prevedibili effetti sul paesaggio conseguenti alla realizzazione dell’intervento progettato. 2. Ai fini delle presenti norme, l’impatto paesistico viene valutato in base alla combinazione della sensibilità del sito e della incidenza del progetto, secondo quanto stabilito nelle linee guida….. Art. 39 Giudizio di impatto paesistico 1. Ferma restando la facoltà di verifica da parte dell'amministrazione competente, il progettista, sulla base dei criteri di cui agli articoli 36 e 37, determina l'entità dell'impatto paesistico di cui all'articolo 38. L'impatto potrà risultare inferiore o superiore ad una soglia di rilevanza e ad una soglia di tolleranza come determinate dalle linee guida… Pagina 303 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 2. I progetti il cui impatto non superi la soglia di rilevanza si intendono automaticamente accettabili sotto il profilo paesaggistico e, quindi, possono essere presentati all'amministrazione competente per i necessari atti di assenso o per la denuncia di inizio attività senza obbligo di presentazione della relazione paesistica di cui all'articolo 35, comma 6. 3. I progetti il cui impatto superi la soglia di rilevanza sono soggetti a giudizio di impatto paesistico e pertanto le istanze di autorizzazione o permesso di costruire ovvero della dichiarazione di inizio attività devono essere corredate dalla relazione paesistica di cui all'articolo 35, comma 6; la presentazione di tale relazione costituisce condizione necessaria per il rilascio dei successivi atti di assenso o per l'inizio dei lavori in caso di dichiarazione di inizio attività. 4. Il progettista, qualora constati, in base all'esame paesistico, che il progetto predisposto superi la soglia di rilevanza, di cui al comma 2, può richiedere alla amministrazione comunale, o alle amministrazioni competenti, un parere preventivo, anche finalizzato alla individuazione di opportuni criteri per il migliore inserimento paesistico-ambientale dell'intervento. 5. Il giudizio di impatto paesistico valuta le caratteristiche dell'impatto prodotto dall'opera prevista, facendo riferimento alle seguenti categorie: a) impatto positivo, quando l’intervento progettato contribuisce a conseguire la finalità della pianificazione paesaggistica, ovvero quando migliora il quadro paesaggistico e/o la fruizione paesaggistica del contesto (quindi crea nuovi valori/risorse paesistici); b) impatto neutro, quando l’intervento progettato, pur non essendo migliorativo, non compromette valori/risorse paesaggistici non riproducibili; c) impatto negativo, quando l’intervento progettato compromette valori/risorse paesaggistici non riproducibili e necessita quindi di una riprogettazione e/o di adeguate forme di mitigazione. 6. Il responsabile del procedimento, nell’esprimere il giudizio di impatto paesistico di cui al comma 5, può formulare richieste di modifica del progetto o subordinare l’approvazione dello stesso alla previsione di specifiche opere di mitigazione atte a migliorare l’inserimento nel contesto; il responsabile del procedimento può, altresì, in ogni caso, avvalersi, ai fini dell’espressione del suddetto giudizio, del parere della commissione per il paesaggio, ovvero della commissione edilizia, ove esistenti. 7. Non sono approvabili, salvo quanto disposto dal comma 8, i progetti che superino la soglia critica di tolleranza e il cui impatto paesistico sia stato giudicato negativo, a meno che non siano ricondotti, tramite modifiche progettuali o previsione di specifiche opere di mitigazione paesisticoambientale, ad un impatto paesistico inferiore alla soglia di tolleranza. 8. Nel caso di progetti che superino la soglia di tolleranza, di cui al comma 2, e nel caso di progetti di particolare rilevanza pubblica, l'amministrazione competente può indire una conferenza pubblica tra i soggetti territorialmente interessati, al fine di valutare l'ammissibilità dell'intervento o di individuare possibili alternative o forme di mitigazione; a tale conferenza sono invitate le associazioni riconosciute ai sensi dell'articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. Pagina 304 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 349 (Istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale). D.10.1.2. QUADRO DI RIFERIMENTO DELL’ESAME PAESISTICO Sulla base delle analisi già effettuate nel Captitolo C.9 della presente relazione, tutto il territorio interessato dal progetto della Variante alla Tremezzina inteso come area vasta, è considerato nel suo complesso ad alta valenza paesistica, sia per la sua naturale conformazione geomorfologica (costituito da pendici di rilievi montuosi che si affacciano sul lago di Como con diverse valli, torrentine e punti panoramici) sia per la presenza di numerosi elementi di valore storico-culturale e simbolico (chiese, abbazie,..). E’ altresì vero che, essendo l’intervento di carattere complesso e lineare (lunghezza di circa 10 km), esso coinvolge situazioni territoriali differenti fra loro che non possono essere riassunte all’interno di un unico sistema omogeneo e la cui valutazione analitica deve necessariamente prevedere livelli di approfondimento a scala di maggior dettaglio. Risulta quindi evidente che i caratteri del territorio in cui si sviluppa il percorso non sono perfettamente omogenei, così come non lo sono le modalità di intervento e di conseguenza le caratteristiche di impatto; risulterebbe tuttavia disarticolata la presa in esame di singoli siti. Al fine di indagare la sensibilità paesistica, tutto l’ambito territoriale è stato suddiviso in comparti (sub-aree di analisi) corrispondenti alla suddivisione del tracciato di progetto in tratti omogenei. La suddivisione del territorio è risultata necessaria al solo fine analitico e non influisce sul giudizio di incidenza d'insieme del progetto. La scomposizione del paesaggio in sottoinsiemi unitari è stata ritenuta necessaria e fondamentale sia al fine di individuare a scala locale gli ambiti a maggiore sensibilità paesistica e le peculiarità che li caratterizzano, sia al fine di identificare sulla base dell’analisi paesaggistica gli eventuali spazi critici e conseguentemente far convergere e rafforzare le azioni di mitigazione e/o gli interventi di compensazione. Sulla base di queste considerazioni, si è deciso, a livello metodologico, di suddividere il progetto in porzioni (tratti) dai caratteri analoghi per conformazione del territorio interessato e/o per tipologia di intervento, in modo da poter effettuare la valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi, il grado di incidenza del progetto e l’impatto paesistico del progetto non solo a scala sovralocale ma anche a scala locale, come indicato nella linee guida della DGR 8 novembre 2002 n. 7/11045. Per ogni ambito territoriale sono stati individuati gli elementi di interesse ecologico, naturalistico ed antropico-testimoniale e le potenziali criticità esistenti (puntuali ed areali), la valutazione della funzionalità ecologica e conseguentemente la classificazione della sensibilità paesistica del territorio, dell’incidenza paesistica del progetto e la formulazione di una valutazione sintetica conclusiva dell’impatto paesistico. Pagina 305 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.10.1.3. SUDDIVISIONE DEL PROGETTO IN TRATTI OMOGENEI Data la tipologia dell’infrastruttura in questione, il maggior impatto paesistico generato dall’infrastruttura stradale si verificherà nei tratti a cielo aperto (a mezza costa) e nei tratti di attraversamento delle valli (viadotti, ponti) mentre nei tratti in galleria è limitato ai siti di imbocco. Per questo motivo, la suddivisione del tracciato nei diversi tratti omogenei dal punto di vista progettuale e delle caratteristiche del territorio interferito è stata fatta esclusivamente per i tratti a cielo aperto (a mezza costa). Tutti i viadotti per la loro peculiarità progettuale e di inserimento paesistico sono trattati singolarmente. Breve descrizione del tracciato Procedendo da sud verso nord il tracciato si snoda dipartendosi dalla SS 340 Regina in prossimità del cimitero di Colonno, correndo alternativamente in galleria e a cielo aperto, per poi reimmettersi sulla statale a nord di Griante, in località Ca’ Bianca. Le due gallerie di testa (“Comacina” a nord e Tremezzina” a sud) permettono di guadagnare quota al fine di uscire a cielo aperto a monte degli ambiti urbanizzati, mentre i tratti a cielo aperto sono caratterizzati dalla presenza di corsie di arrampicamento volte a permettere il sorpasso dei veicoli più lenti e migliorare così in maniera sensibile il livello di servizio della nuova strada. Entrambi gli svincoli con l’attuale viabilità (Colonno a sud e Griante a nord) sono previsti a livelli differenziati per mezzo della realizzazione di intersezioni del tipo “a salto di montone”. In sintesi il tracciato è caratterizzato da due tratti a cielo aperto, uno sopra l’abitato di Sala Comacina e l’altro sopra l’abitato di Mezzegra mentre la parte restante, ad eccezione degli svincoli di Colonno e Griante, è tutta in galleria. Tra le gallerie Perlana 1 e 2 si inserisce l’attraversamento della Val Perlana tramite un ponte in acciaio. Energenze paesaggistiche nei tratti a cielo aperto Tratto compreso tra il viadotto dei Ronchi e l’imbocco lato sud della Galleria Perlana 1 Nel primo tratto a cielo aperto compreso tra il viadotto dei Ronchi e l’imbocco del portale della galleria Perlana 1 il territorio interferito è in gran parte ricompreso nella fascia di tutela paesaggistica relativa ai territori contermini ai laghi (Aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera b) del D.Lgs 42/2004 : territori contermini ai laghi compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi). Due sono le valli attraversate dal progetto, la Valle dei Ronchi e la Valle Premonte (Valle di Ossuccio), quest’ultima tutelata paesaggisticamente ai sensi dell’art.142 lett c del D.Lgs 42/2004 (fiumi, torrenti, corsi d’acqua Pagina 306 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE iscritti negli elenchi previsti dal regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna). Assume rilevanza dal punto di vista paesaggistico e anche storico-culturale la Torre di Spurano, una torre in muratura con recinto, identificata all’interno di un contesto archeologico. Dal punto di vista dell’uso del suolo il territorio è caratterizzato dalla presenza di boschi alternati a prati e terrazzi coltivati ad uliveto. Attraversamento della Val Perlana Lo sbocco della Val Perlana è ricompreso all’interno di un’area riconosciuta come area di “Bellezze d’insieme”, e soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi sulla del D.Lgs 42 del 2004 (art. 136 comma 1 lettere c, d). Lo stesso torrente Perlana è vincolato ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera c del D. Lgs 42/2004 (fiumi, torrenti, corsi d’acqua,..). Questa zona acquista rilevanza non solo dal punto di vista paesaggistico ma anche culturale e architettonico, per la presenza di diversi complessi religiosi e di una rete di percorsi pedonali di rilevanza paesaggistica che ad essi conducono. In particolare si distingue per importanza la “Via Crucis”, un sentiero che passando per 14 cappelle conduce al complesso religioso del “Santuario della Madonna del Soccorso”, in comune di Ossuccio. Il Santuario, oltre ad essere soggetto a vincolo monumentale (ex L. 1089/1939 e D. Lgs 42/2004 art.10 lett. f) e ad essere riconosciuto a livello regionale come “Punto di osservazione del paesaggio lombardo”, è tutelato anche come patrimonio mondiale dell’Unesco per il suo valore culturale e ambientale (definito servizio di interesse generale per il culto). Tale percorso è individuato anche dal PTCP di Como come “landmarks di livello provinciale” denominato “Santuari lungo la via Crucis in Val Perlana”. Dal Santuario della Madonna di Soccorso ha inizio un altro percorso pedonale che conduce al Monastero di San Benedetto, situato più in quota, anch’esso soggetto a vincolo monumentale (ex L. 1089/1939 e D. Lgs 42/2004 art.10 lett. f). Tratto compreso tra l’imbocco lato nord della galleria Perlana 2 e l’imbocco lato sud della galleria Tremezzina Nel secondo tratto a cielo aperto, compreso tra l’imbocco lato nord della galleria Perlana 2 e l’imbocco lato sud della galleria Tremezzina, il territorio interferito fa parte di un’area riconosciuta come “Bellezza d’insieme”, soggetta a vincolo paesaggistico sulla base del DLGS 42 del 2004 (art. 136 comma 1 lettere c e d) ed è attraversato dai torrenti Azzano e Bolvedro, corsi d’acqua vincolati ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera c dello stesso decreto. Tale zona inoltre, unitamente all’area sopra Tremezzo, è riconosciuta dal PTCP come “Paesaggio agrario tradizionale” denominato “Ronchi e terrazzi della Tremezzina” caratterizzato da terrazzamenti cotivati ad uliveto. Pagina 307 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Di rilevanza paesaggistica anche il Monte Cisino, collocato sopra l’area in questione, e considerato dal PTCP punto panoramico. Dal punto di vista dell’uso del suolo il territorio interferito è caratterizzato dalla presenza di terrazzi coltivati ad uliveto e lembi di bosco in prossimità delle valli dei torrenti Azzano e Bolvedro. Descrizione dei tratti progettuali Considerando il verso di percorrenza sud (Colonno) - nord (Griante), sono stati individuati i seguenti tratti progettuali e viadotti: 1. Tratto I : svincolo di Colonno (comune di Colonno); 2. Viadotto Valle dei Ronchi (tratto di attraversamento della Valle dei Ronchi, comune di Sala Comacina); 3. Tratto II compreso tra il viadotto della Valle dei Ronchi ed il viadotto della Valle Premonte (comune di Sala Comacina); 4. Viadotto Valle Premonte (confine tra Sala Comacina ed Ossuccio); 5. Tratto III compreso tra il viadotto della Valle Premonte e l’imbocco lato sud della galleria “Perlana 1” (comune di Ossuccio); 6. Viadotto Val Perlana (confine tra Ossuccio e Lenno); 7. Tratto IV compreso tra l’imbocco lato nord della galleria “Perlana 2” ed il viadotto sul torrente Azzano (comune di Mezzegra); 8. Viadotto sul torrente Azzano (comune di Mezzegra); 9. Tratto V compreso tra il viadotto sul torrente Azzano e l’imbocco lato nord della galleria “Bonzanigo” (comune di Mezzegra); 10. Tratto VI compreso tra l’imbocco lato sud della galleria “Bonzanigo” e l’imbocco della gallera “Tremezzina” (comuni di Mezzegra e Tremezzo); 11. Tratto VII: svincolo di Griante (comune di Griante). Tratto I Svincolo di Colonno Viadotto Valle dei Ronchi Tratto di attraversamento della Valle dei Ronchi nel territorio comunale di Sala Comacina. Tratto II compreso tra il viadotto della Valle dei Ronchi ed il viadotto della Valle Premonte Il tratto in esame è quello a mezza costa compreso tra il viadotto sulla Valle dei Ronchi , nel territorio comunale di Sala Comacina ed il viadotto sulla Valle Premonte al confine tra Sala Comacina ed Ossuccio (ex comune di Ossuccio ora comune di Tremezzina Loc. Ossuccio). Pagina 308 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Viadotto Valle Premonte Tratto di attraversamento della Valle del torrente Premonte al confine tra il territorio comunale di Sala Comacina e quello di Ossuccio (ex comune di Ossuccio ora comune di Tremezzina Loc. Ossuccio) Tratto III compreso tra il viadotto della Valle Premonte e l’imbocco lato sud della galleria “Perlana 1” Il tratto in esame è quello a mezza costa compreso tra il viadotto sulla Valle Premonte , al confine tra Sala Comacina ed Ossuccio (ex comune di Ossuccio ora comune di Tremezzina Loc. Ossuccio) e l’imbocco lato sud della galleria Perlana 1 nel comune di Ossuccio (ex comune di Ossuccio ora comune di Tremezzina Loc. Ossuccio). Viadotto Val Perlana Tratto di attraversamento della Val Perlana al confine tra il territorio comunale di Ossuccio (ex comune di Ossuccio ora comune di Tremezzina Loc. Ossuccio) e quello di Lenno (ex comune di Lenno ora comune di Tremezzina Loc. Lenno). Tratto IV compreso tra l’imbocco lato nord della galleria “Perlana 2” ed il viadotto sul torrente Azzano Il tratto in esame è quello a mezza costa compreso tra l’imbocco lato nord della galleria Perlana 2 ed il viadotto sul torrente Azzano nel territorio comunale di Mezzegra (ex comune di Mezzegra ora comune di Tremezzina Loc. Mezzegra). Viadotto sul Torrente Azzano Tratto di attraversamento della valle del torrente Azzano nel territorio comunale di Mezzegra (ex comune di Mezzegra ora comune di Tremezzina Loc. Mezzegra). Tratto V compreso tra il viadotto sul torrente Azzano e l’imbocco lato sud della galleria “Bonzanigo” Il tratto in esame è quello a mezza costa compreso tra il viadotto sul torrente Azzano e l’imbocco lato sud della galleria Bonzanigo nel territorio comunale di Mezzegra (ex comune di Mezzegra ora comune di Tremezzina Loc. Mezzegra). Tratto VI compreso tra l’imbocco lato sud della galleria “Bonzanigo” e l’imbocco lato nord della gallera “Tremezzina” Il tratto in esame è quello a mezza costa compreso l’imbocco lato nord della galleria Bonzanigo nel territorio comunale di Mezzegra (ex comune di Pagina 309 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Mezzegra ora comune di Tremezzina Loc. Mezzegra) e l’imbocco lato sud della galleria Tremezzina nel comune di Tremezzo (ex comune di Tremezzo ora comune di Tremezzina Loc.Tremezzo). Tratto VII: svincolo di Griante Pagina 310 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.10.1.4. CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEL SITO Indicazioni delle linee guida Secondo le indicazioni contenute nella DGR 7/11045 del 2002 “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti” per determinare la classe di sensibilità paesistica del sito si deve inizialmente verificare l’appartenenza dello stesso a paesaggi riconoscibili e leggibili come sistemi strutturali (naturalistici e antropici) fortemente correlati, connotati anche da comuni caratteri linguistico-formali. Trattandosi di paesaggio, si devono inoltre considerare le condizioni di visibilita` piu`o meno ampia, o meglio di co-visibilita` tra il luogo considerato e l’intorno. Diverso e`infatti il caso in cui le qualita` formali sopracitate siano riconoscibili prevalentemente attraverso la cartografia e la visione ravvicinata, oppure si svelino allo sguardo direttamente nella visione panoramica ad ampio raggio. Si devono, infine, considerare aspetti soggettivi, altrettanto importanti, ovvero il ruolo che la societa` attribuisce a quel luogo, in relazione a valori simbolici che ad esso associa. Tipico e`il caso delle celebrazioni letterarie, pittoriche e storiche, ma anche delle leggende locali. In definitiva, il giudizio complessivo circa la sensibilita` di un paesaggio tiene conto di tre differenti modi di valutazione: - morfologico-strutturale; - vedutistico; - simbolico. Un singolo intervento, salvo casi particolari, non incide significativamente sull’immagine complessiva di un“paesaggio” inteso nel senso ampio ora considerato, ma ha in genere influenza piu` marcata entro un raggio ristretto, un “intorno locale” che si misura alla scala delle decine o delle poche centinaia di metri. Pertanto, oltre che al quadro ampio, è a questa scala di maggiore dettaglio che si devono riferire le valutazioni di sensibilità . A questa scala, fermi restando i modi di valutazione, assumono rilevanza gli aspetti piu` particolari, le forme specifiche e le peculiarita`di quel paesaggio. I tre modi di valutazione si articolano quindi in chiavi di lettura ai due livelli sovralocale e locale. Per la valutazione tramite chiavi di lettura a livello locale è stata utilizzata la suddivisione nei vari ambiti interessati dai diversi tratti progettuali omogenei. Nei seguenti paragrafi si riportano stralci della DGR “Linee guida” con le descrizioni dei differenti modi di valutazione della sensibilità paesistica. Pagina 311 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modo di valutazione morfologico-strutturale Questo modo di valutazione considera la sensibilità del sito in quanto appartenente ad uno o più “sistemi” che strutturano l'organizzazione di quel territorio e di quel luogo, assumendo che tale condizione implichi determinate regole o cautele per gli interventi di trasformazione. Chiavi di lettura a livello sovralocale Le chiavi di lettura a livello sovralocale valutano le relazioni del sito di intervento con elementi significativi di un sistema che caratterizza un contesto più ampio di quello di rapporto immediato: - - - - - strutture morfologiche di particolare rilevanza nella configurazione di contesti paesistici: crinali, orli di terrazzi, sponde fluviali e lacuali ...; aree o elementi di rilevanza ambientale che intrattengono uno stretto rapporto relazionale con altri elementi nella composizione di sistemi di maggiore ampiezza: componenti dell'idrografia superficiale, corridoi verdi, aree protette, boschi, fontanili..; componenti proprie dell'organizzazione del paesaggio agrario storico: terrazzamenti, maglie poderali segnate da alberature ed elementi irrigui, nuclei e manufatti rurali distribuiti secondo modalità riconoscibili e riconducibili a modelli culturali che strutturano il territorio agrario ..; elementi fondamentali della struttura insediativa storica: percorsi, canali, manufatti e opere d'arte, nuclei, edifici rilevanti (ville, abbazie, castelli e fortificazioni...); testimonianze della cultura formale e materiale caratterizzanti un determinato ambito storico-geografico (per esempio quella valle o quel tratto di valle): soluzioni stilistiche tipiche e originali, utilizzo di specifici materiali e tecniche costruttive (l'edilizia in pietra o in legno, i muretti a secco ..), il trattamento degli spazi pubblici... Al fine di indagare la sensibilità paesistica, tutto l’ambito territoriale è stato suddiviso in comparti (sub-aree di analisi). Chiavi di lettura a livello locale La chiavi di lettura a livello locale considerano l'appartenenza o contiguità del sito di intervento con elementi propri dei sistemi qualificanti quel luogo specifico: - - segni della morfologia del territorio: dislivello di quota, scarpata morfologica, elementi minori dell'idrografia superficiale..; elementi naturalistico-ambientali significativi per quel luogo: alberature, monumenti naturali, fontanili o zone umide che non si legano a sistemi più ampi, aree verdi che svolgono un ruolo nodale nel sistema del verde locale ... ; componenti del paesaggio agrario storico: filari, elementi della rete irrigua e relativi manufatti (chiuse, ponticelli..), percorsi poderali, nuclei e manufatti rurali..; Pagina 312 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE - - elementi di interesse storico-artistico: centri e nuclei storici, monumenti, chiese e cappelle, mura storiche..” elementi di relazione fondamentali a livello locale: percorsi -anche minori- che collegano edifici storici di rilevanza pubblica, parchi urbani, elementi lineari -verdi o d'acqua- che costituiscono la connessione tra situazioni naturalisticoambientali significative, "porte" del centro o nucleo urbano, stazione ferroviaria ... ; vicinanza o appartenenza ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo linguistico, tipologico e d'immagine, situazione in genere più frequente, nei piccoli nuclei, negli insediamenti montani e rurali e nelle residenze isolate ma che potrebbe riguardare anche piazze o altri particolari luoghi pubblici". Modo di valutazione vedutistica Il modo di valutazione vedutistico si applica la` dove si consideri di particolare valore questo aspetto in quanto si stabilisce tra osservatore e territorio un rapporto di significativa fruizione visiva per ampiezza (panoramicita` ), per qualita` del quadro paesistico percepito, per particolarita` delle relazioni visive tra due o piu` luoghi. Se, quindi, la condizione di covisibilita e` fondamentale essa non e` sufficiente per definire la sensibilita` «vedutistica» di un sito, vale a dire non conta tanto, o perlomeno non solo, quanto si vede ma che cosa si vede e da dove. E` infatti proprio in relazione al cosa si vede e da dove che si puo` verificare il rischio potenziale di alterazione delle relazioni percettive per occlusione, interrompendo relazioni visive o impedendo la percezione di parti significative di una veduta, o per intrusione, includendo in un quadro visivo elementi estranei che ne abbassano la qualita` paesistica. Chiavi di lettura a livello sovralocale Le chiavi di lettura a livello sovralocale valutano le caratteristiche del sito di intervento considerando le relazioni percettive che esso intrattiene con un intorno piu` ampio, dove la maggiore ampiezza puo` variare molto a seconda delle situazioni morfologiche del territorio: - - - - siti collocati in posizioni morfologicamente emergenti e quindi visibili da un ampio ambito territoriale (l’unico rilievo in un paesaggio agrario di pianura, il crinale, l’isola o il promontorio in mezzo al lago...); il sito si trova in contiguita` con percorsi panoramici di spiccato valore, di elevata notorieta` , di intensa fruizione, e si colloca in posizione strategica rispetto alle possibilita` di piena fruizione del panorama (rischio di occlusione); appartenenza del sito ad una «veduta» significativa per integrita` paesistica e/o per notorieta` (la sponda del lago, il versante della montagna, la vista verso le cime...), si verifica in questo caso il rischio di «intrusione»; percepibilita` del sito da tracciati (stradali, ferroviari, di navigazione, funivie) ad elevata percorrenza. Pagina 313 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Chiavi di lettura a livello locale Le chiavi di lettura a livello locale si riferiscono principalmente a relazioni percettive che caratterizzano quel luogo: - - - il sito interferisce con un belvedere o con uno specifico punto panoramico; il sito si colloca lungo un percorso locale di fruizione paesisticoambientale (il percorso-vita nel bosco, la pista ciclabile lungo il fiume, il sentiero naturalistico...); il sito interferisce con le relazioni visuali storicamente consolidate e rispettate tra punti significativi di quel territorio (il cono ottico tra santuario e piazza della chiesa, tra rocca e municipio, tra viale alberato e villa...); adiacenza a tracciati (stradali, ferroviari) ad elevata percorrenza. Con riferimento al secondo aspetto, quello vedutistico, occorre osservare come, essendo il concetto di paesaggio strettamente connesso alla fruizione percettiva dei luoghi, la valutazione della sensibilità debba prendere in stretta considerazione il rapporto che si stabilisce tra osservatore e territorio, ovvero "le condizioni di visibilità più o meno ampia, o meglio di covisibilità tra il luogo considerato e l'intorno". Modo di valutazione simbolica Questo modo di valutazione non considera strutture materiali o le modalita` di percezione, quanto il valore simbolico che le comunita` locali e sovralocali attribuiscono al luogo, ad esempio, in quanto teatro di avvenimenti storici o leggendari, o in quanto oggetto di celebrazioni letterarie, pittoriche o di culto popolare. La valutazione prendera` in considerazione se la capacita` di quel luogo di esprimere e rievocare pienamente i valori simbolici associati possa essere compromessa da interventi di trasformazione che, per forma o funzione, risultino inadeguati allo spirito del luogo. Chiavi di lettura a livello sovralocale Le chiavi di lettura a livello sovralocale considerano i valori assegnati a quel luogo non solo e non tanto dalla popolazione insediata quanto da una collettivita` piu` ampia. Spesso il grado di notorieta` risulta un indicatore significativo: - - siti collocati in ambiti oggetto di celebrazioni letterarie (ambientazioni sedimentate nella memoria culturale, interpretazioni poetiche di paesaggi, diari di viaggio...), o artistiche (pittoriche, fotografiche e cinematografiche...) o storiche (luoghi di celebri battaglie..); siti collocati in ambiti di elevata notorieta` e di forte richiamo turistico per le loro qualita` paesistiche (citazione in guide turistiche). Chiavi di lettura a livello locale Le chiavi di lettura a livello locale considerano quei luoghi che pur non essendo oggetto di (particolari) celebri citazioni rivestono un ruolo rilevante Pagina 314 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE nella definizione e nella consapevolezza dell’identita` locale, possono essere connessi sia a riti religiosi (percorsi processuali, cappelle votive...) sia ad eventi o ad usi civili (luoghi della memoria di avvenimenti locali, luoghi rievocativi di leggende e racconti popolari, luoghi di aggregazione e di riferimento per la popolazione insediata). Utilizzo delle tabelle per la valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi La valutazione qualitativa sintetica della classe di sensibilità paesistica del sito rispetto ai diversi modi di valutazione ed alle diverse chiavi di lettura viene espressa utilizzando la seguente classificazione: - Sensibilità paesistica molto bassa (MB) - Sensibilità paesistica bassa (B) - Sensibilità paesistica media M) - Sensibilità paesistica alta (A) - Sensibilità paesistica molto alta (MA) La classe verrà determinata mediante l’ausilio delle seguenti tabelle contenute nelle linee guida. Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello sovralocale SI NO Partecipazione a sistemi paesistici sovralocali di: - interesse geo-morfologico (leggibilità delle forme naturali e del suolo) - interesse naturalistico (presenza di reti e/o aree di rilevanza ambientale) - interesse storico insediativo (leggibilità dell’organizzazione spaziale e della stratificazione storica degli insediamenti e del paesaggio agrario) 2.Vedutistico 3.Simbolico Partecipazione ad un sistema di testimonianze della cultura formale e materiale (stili, materiali, tecniche costruttive, tradizioni culturali di un particolare ambito geografico) Percepibilità da un ampio ambito territoriale Interferenza con percorsi panoramici di interesse sovralocale Inclusione in una veduta panoramica Appartenenza ad ambiti oggetto di celebrazioni letterarie, artistiche o storiche Appartenenza ad ambiti di elevata notorietà (richiamo turistico) TABELLA TIPO 1A – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI-ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -LIVELLO SOVRALOCALE Pagina 315 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione di 1.Morfologico strutturale Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: X :Valle, torrente e cascata Camogge - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra X X X: Cimitero di Colonno X elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità paesistico-ambientale 3.Simbolico con percorsi di fruizione Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolici della cultura/tradizione locale) X X : visuale da lago X : SS340 Regina, strada panoramica (PPR) X X: Cimitero di Colonno TABELLA TIPO 1A – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI-ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -LIVELLO LOCALE Modi di valutazione Valutazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura a livello sovralocale Valutazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura a livello locale 1.Morfologico-strutturale 2. Vedutistico 3. Simbolico Giudizio sintetico Giudizio complessivo TABELLA TIPO 1B-MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITÀ PAESISTICA DEI LUOGHISINTESI DA COMPILARSI A CURA DEL PROGETTISTA Pagina 316 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La Tabella 1A non è finalizzata ad un’automatica determinazione della classe di sensibilità del sito, ma costituisce il riferimento per la valutazione sintetica che dovrà essere espressa nella Tabella 1B a sostegno delle classi di sensibilità da individuare. La classe di sensibilità della Tabella 1B non è infatti il risultato della media matematica dei “si” e dei “no” della Tabella 1A, ma è determinata dalle analisi e dalle considerazioni esplicate nella presente relazione. Il giudizio complessivo della Tabella 1B tiene conto delle valutazioni effettuate in riferimento ai tre modi ed alle chiavi di lettura considerate esprimendo in modo sintetico il risultato di una valutazione generale sulla sensibilità paesistica complessiva del sito, da definirsi non in modo deterministico ma in base alla rilevanza assegnata ai diversi fattori analizzati. Ai soli fini della compilazione della successiva Tabella 3-Determinazione dell’impatto paesistico dei progetti (paragrafo D.10.2.5) indicata nelle linee guida e che serve per la determinazione del grado di impatto paesistico, la classe di sensibilità paesistica (giudizio complessivo) è espressa in forma numerica secondo la seguente associazione: - 1 = Sensibilità paesistica molto bassa (MB) - 2 = Sensibilità paesistica bassa (B) - 3 = Sensibilità paesistica media (M) - 4 = Sensibilità paesistica alta (A) - 5 = Sensibilità paesistica molto alta (MA) Per quanto riguarda il livello sovralocale, considerando l’area vasta di studio è stata utilizzata una sola tabella di tipo 1A. La tabella completata appositamente per il progetto in questione è la D.10.1. Per quanto riguarda il livello locale, è stata invece predisposta una tabella di tipo 1A per ciascuno degli ambiti (siti) interessati dai tratti omogenei in cui è stato suddiviso il progetto, quindi complessivamente 11 tabelle (da D.10.2 a D.10.12). La tabella di tipo 1B di sintesi (tabella D.10.13) sarà invece una sola e riporterà sia la valutazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura a livello sovralocale che la valutazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura a livello locale per tutti i tratti omogenei. Pagina 317 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella con chiavi di lettura a livello sovralocale Di seguito si riporta la tabella con i modi e le chiavi di lettura a livello sovralocale applicata per la valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi. Accanto ai SI e NO, sono riportati ove necessario, a supporto delle risposte ai quesiti relativi alle chiavi di lettura, gli elementi di interesse geomorfologico, naturalistico, storico, simbolico, vedutistico ecc. presenti nel territorio e già individuati nelle analisi descritte nel capitolo C.10 “Stato del paesaggio e del patrimonio storico-culturale”. Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello sovralocale SI Partecipazione a sistemi paesistici sovralocali di: - interesse geo-morfologico (leggibilità delle forme naturali e del suolo) - interesse naturalistico (presenza di reti e/o aree di rilevanza ambientale) - interesse storico insediativo (leggibilità dell’organizzazione spaziale e della stratificazione storica degli insediamenti e del paesaggio agrario) Partecipazione ad un sistema di testimonianze della cultura formale e materiale (stili, materiali, tecniche costruttive, tradizioni culturali di un particolare ambito geografico) 2.Vedutistico NO Percepibilità da un ampio ambito territoriale Interferenza con percorsi panoramici di interesse sovralocale X: Il compendio territoriale della “Tremezzina Isola Comacina” è caratterizzato da alcune emergenze fisico-morfologiche quali l’Isola Comacina, il Dosso di Lavedo, il Monte di Tremezzo, il sasso di Griante o S. Martino. L’area di Griante-Tremezzo è un’area con fenomeni carsici. X: tutta l’area interessata dal progetto è riconosciuta come “area sorgente della biodiversità di primo livello” dalla Rete ecologica provinciale. X : testimonianze di origine romana e ruderi di torri di avvistamento sono disseminate in quasi tutti gli insediamenti a lago a documentare il tracciato dell’Antica Via Regina nelle diverse epoche storiche. I “Ronchi e terrazzi della Tremezzina” sono riconosciuti a livello regionale (PPR) come paesaggio agrario tradizionale. X: tutto il compendio territoriale della “Tremezzina e Isola Comacina” è ricco di ville e di edifici di rilevante interesse storico-culturale tra cui alcune strutture alberghiere, risalenti ai primi anni del 900. X : Visuale da lago e da sponda opposta. X : nell’area interessata dal progetto sono presenti viabilità e percorsi di interesse paesaggistico regionale (PPR): SS 340 Pagina 318 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Inclusione in una veduta panoramica 3.Simbolico Appartenenza ad ambiti oggetto di celebrazioni letterarie, artistiche o storiche Appartenenza ad ambiti di elevata notorietà (richiamo turistico) Regina (strada panoramica) ; Antica Strada Regina (percorso di interesse paesaggistico), Via ai Monti Lariani. X : tutta la sponda occcidentale interessata dal progetto è inclusa in una visuale da lago. Alcuni aree sono incluse in vedute panporamiche di interesse regionale (PPR): Santuario della Madonna del Soccorso (punto di osservazione del paesaggio lombardo paesaggio insubrico della sponda occidentale del lago di Como); Belvedere di S.Martino (visuali sensibili). X: tutto il compendio territoriale della “Tremezzina e Isola Comacina” è celebrato in numerose opere pittoriche e letterarie. X: tutto il compendio territoriale della “Tremezzina e Isola Comacina” è di forte richiamo turistico, anche internazionale. TAB. D.10.1 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI-ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -LIVELLO SOVRALOCALE Pagina 319 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabelle con chiavi di lettura a livello locale Di seguito si riportano le tabelle con i modi e le chiavi di lettura a livello locale per la valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi applicate per ciascuna porzione di territorio interessata dai tratti omogenei in cui è stato suddiviso il tracciato di progetto. Accanto ai SI e NO, sono riportati ove necessario, a supporto delle risposte ai quesiti relativi alle chiavi di lettura, gli elementi di interesse geomorfologico, naturalistico, storico, simbolico, vedutistico ecc. presenti e individuati in parte nelle analisi descritte nel capitolo C.10 “Stato del paesaggio e del patrimonio storico-culturale” ed in parte mediante ulteriori approfondimenti a scala locale. Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: X :Valle, torrente e cascata Camogge - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra X X X: Cimitero di Colonno X elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità paesistico-ambientale 3.Simbolico con percorsi di fruizione Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolici della cultura/tradizione locale) X X : visuale da lago X : SS340 Regina, strada panoramica (PPR) X X: Cimitero di Colonno TAB. D.10.2 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE TRATTO I: SVINCOLO DI COLONNO (COMUNE DI COLONNO) Pagina 320 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra X :valle dei Ronchi e relativo torrente X : torrente montano e ambiente di forra X X X elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico 3.Simbolico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolici della cultura/tradizione locale) X X : visuale da lago, da Isola Comacina, da Dosso di Lavedo. X X X TAB. D.10.3– MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE VIADOTTO VALLE DEI RONCHI (COMUNE DI SALA COMACINA) Pagina 321 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra X :dislivelli di quota X : habitat di interesse comunitario 6510 “delle praterie magre da fieno a bassa latitudine”. X: terrazzamenti, prati da fieno , pascoli, oliveti. X X :Antica strada Regina elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico 3.Simbolico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolici della cultura/tradizione locale) X X : visuale da lago, da Isola Comacina, da Dosso di Lavedo. X X X TAB. D.10.4– MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE TRATTO II: COMPRESO TRA VIADOTTO VALLE DEI RONCHI E VIADOTTO PREMONTE (COMUNE DI SALA COMACINA) Pagina 322 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra X :valle e torrente Premonte X : torrente montano e ambiente di forra X X X elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico 3.Simbolico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolici della cultura/tradizione locale) X X : visuale da lago, da Isola Comacina, da Dosso di Lavedo. X X X TAB. D.10.5 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI– ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE VIADOTTO VALLE PREMONTE (CONFINE COMUNE DI SALA COMACINA- EX COMUNE DI OSSUCCIO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC.OSSUCCIO) Pagina 323 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità paesistico-ambientale 3.Simbolico NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico SI con percorsi di fruizione Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolici della cultura/tradizione locale) X: dislivelli di quota X : habitat di interesse comunitario 6510 “delle praterie magre da fieno a bassa latitudine”; habitat di interesse comunitario 8130 “dei ghiaioni del mediterraneo occidentale e termofili”. X terrazzamenti, prati da fieno , pascoli, oliveti X: torre medioevale di Spurano e relativo sito archeologico X Antica strada Regina, sentieri. X X (visuale da lago, da Isola Comacina, da Dosso di Lavedo ) X Antica strada Regina, sentieri. X X: torre medioevale di Spurano. TAB. D.10.6 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE TRATTO III: COMPRESO TRA VIADOTTO VALLE PREMONTE E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA PERLANA 1 (EX COMUNE DI OSSUCCIO, ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. OSSUCCIO) Pagina 324 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi di valutazione 1.Morfologico strutturale Chiavi di lettura a livello locale Appartenenza/contiguità locale: a sistemi paesistici di SI - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, linguistico e dei valori di immagine 2.Vedutistico Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesisticoambientale 3.Simbolico NO livello Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolici della cultura/tradizione locale) X: Val Perlana e torrente, dislivelli di quota X: torrente montano e ambiente di forra X X: Santuario della Madonna del Soccorso, e percorso della Via Crucis. X: Percorso della Via Crucis. X: Santuario della Madonna del Soccorso, e percorso della Via Crucis. X: Visuale da lago, dai percorsi di fruizione, dal Santuario della Madonna del Soccorso. X: Percorso della Via Crucis X X: Santuario della Madonna del Soccorso e percoso della Via Crucis. TAB. D.10.7 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE VIADOTTO VAL PERLANA (CONFINE EX COMUNE OSSUCCIO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. OSSUCCIO-EX COMUNE DI LENNO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. LENNO) Pagina 325 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra X: dislivelli di quota X: habitat di interesse comunitario 6510 “delle praterie magre da fieno a bassa latitudine” X: terrazzamenti a balze, prati da fieno, pascoli, oliveti. X (Chiesa e Oratorio di S.Abbondio) X elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico 3.Simbolico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, liguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolci della cultura/tradizione locale) X X visuale da lago, da Chiesa di S. Abbondio X X X: Chiesa e oratorio di S.Abbondio TAB. D.10.8 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE TRATTO IV: COMPRESO TRA IMBOCCO LATO NORD GALLERIA PERLANA 2 E VIADOTTO TORRENTE AZZANO (EX COMUNE DI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. MEZZEGRA) Pagina 326 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: X: Valle e torrente Azzano X torrente montano e ambiente di forra - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra elementi verdi e/o x siti x di X rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico 3.Simbolico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, liguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici X Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolci della cultura/tradizione locale) X X visuale da lago X X TAB. D.10.9 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE VIADOTTO TORRENTE AZZANO (EX COMUNE DI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. MEZZEGRA) Pagina 327 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra elementi verdi e/o siti di X: dislivelli di quota X: ambito paleontologico Prà della Tacca, habitat di interesse comunitario 6510 “delle praterie magre da fieno a bassa latitudine”. X terrazzamenti a balze, prati da fieno, pascoli, oliveti. X nucleo storico Bonzanigo X rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico 3.Simbolico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, liguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici X: nucleo storico Bonzanigo Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolci della cultura/tradizione locale) X X X X: nucleo storico di Bonzanigo TAB. D.10.10– MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE TRATTO V: COMPRESO TRA VIADOTTO TORRENTE AZZANO E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA BONZANIGO (EX COMUNE DI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. MEZZEGRA) Pagina 328 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: X : Valle e torrente e Bolvedro, dislivelli di quota, emergenza rocciosa secondaria. X: ambito paelontologico del torrente Bolvedro, torrente montano e ambiente di forra X: terrazzamenti, pascoli, prati da fieno, oliveti - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra elementi verdi e/o siti x di X: sentieri rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico 3.Simbolico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, liguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici X Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolci della cultura/tradizione locale) X X X X TAB. D.10.11– MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE TRATTO VI: COMPRESO TRA IMBOCCO LATO NORD GALLERIA BONZANIGO E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA TREMEZZINA (EX COMUNE DI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. MEZZEGRA E EX COMUNE DI TREMEZZO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. TREMEZZO) Pagina 329 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Modi valutazione 1.Morfologico strutturale di Chiavi di lettura a livello locale SI NO Appartenenza/contiguità a sistemi paesistici di livello locale: X: area con fenomeni carsici, sasso di Griante o S. Martino. - di interesse geo-morfologico - di interesse naturalistico - di interesse storico agrario - di interesse storico artistico - di relazione (tra elementi storico culturali, tra elementi verdi e/o x x siti X: Santuario di San Martino. di x X rilevanza naturalistica) 2.Vedutistico Appartenenza/contiguità ad un luogo contraddistinto da un elevato livello di coerenza sotto il profilo tipologico, liguistico e dei valori di immagine Interferenza con punti di vista panoramici Interferenza/contiguità paesistico-ambientale 3.Simbolico con percorsi di fruizione Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali (verso la roccia, la chiesa etc,..) Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale (luoghi celebrativi o simbolci della cultura/tradizione locale) X X: visuale da lago X: SS340 Regina, strada panoramica (PPR) X X TAB. D.10.12 – MODI E CHIAVI DI LETTURA PER LA VALUTAZIONE DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA –LIVELLO LOCALE TRATTO VII : SVINCOLO DI GRIANTE (COMUNE DI GRIANTE) Pagina 330 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella di sintesi della valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi La seguente tabella riporta il prospetto riassuntivo delle valutazioni sintetiche della classe di sensibilità dei luoghi in relazione sia alle chiavi di lettura a livello sovralocale sia alle chiavi di lettura a livello locale ovvero per ciascuna delle aree interessate dai diversi tratti omogenei in cui è stato suddiviso il tracciato di progetto. Modi di valutazione Valutazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura a livello sovralocale Valutazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura a livello locale Tratto I 1.Morfologico-strutturale 2. Vedutistico 3. Simbolico Giudizio sintetico Giudizio complessivo Viadotto Ronchi Tratto II Viadotto Premonte Viadotto Tratto III Perlana Tratto IV Viadotto Azzano Tratto V Tratto VI Tratto VII MA M MA A MA MA MA MA M A MA MA MA A A A MA MA MA MA M A MA MA MA M M M A MA MA MA M A A A MA M A A MA MA MA MA M A MA MA Sensibilità paesistica MOLTO ALTA (5) TAB. D.10.13 – PROSPETTO RIASSUNTIVO DELLE VALUTAZIONI SINTETICHE DELLE CLASSE DI SENSIBILITA’ PAESISTICA DEI LUOGHI Pagina 331 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Conclusioni sulla valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi I luoghi interessati dal tracciato di progetto, sono stati valutati nel complesso a SENSIBILITA’ PAESISTICA MOLTO ALTA (espresso in forma numerica con il valore 5). Per quanto riguarda i singoli tratti progettuali: - l’area interessata dal tratto I è stata valutata come A SENSIBILITA’ PAESISTICA MEDIA (3); - l’area interessata dal tratto II è stata valutata come A SENSIBILITA’ PAESISTICA ALTA (4); - l’area interessata dal tratto III è stata valutata come A SENSIBILITA’ PAESISTICA MOLTO ALTA (5); - l’area interessata dal tratto IV è stata valutata come A SENSIBILITA’ PAESISTICA MOLTO ALTA (5); - l’area interessata dal tratto V è stata valutata come A SENSIBILITA’ PAESISTICA ALTA (5); - l’area interessata dal tratto VI è stata valutata come A SENSIBILITA’ PAESISTICA MOLTO ALTA (5); - l’area interessata dal tratto VII è stata valutata come A SENSIBILITA’ PAESISTICA MOLTO ALTA (5). Per quanto concerne le valli interessate dai viadotti: - la valle dei Ronchi è stata valutata a SENSIBILITA’ PAESISTICA ALTA (4); - la valle del torrente Premonte è stata valutata a SENSIBILITA’ PAESISTICA MOLTO ALTA (5); - La val Perlana è stata valutata A SENSIBILITA’ PAESISTICA MOLTO ALTA (5). - la valle del torrente Azzano è stata valutata a SENSIBILITA’ PAESISTICA MEDIA (3). Pagina 332 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.10.1.5. GRADO DI INCIDENZA PAESISTICA DEL PROGETTO Indicazioni delle linee guida Secondo le indicazioni contenute nella DGR 7/11045 del 2002 “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti” l’analisi dell’incidenza del progetto tende ad accertare in primo luogo se questo induca un cambiamento paesisticamente significativo alle due scale sopra locale e sovralocale. Il contesto sovralocale deve essere inteso non soltanto come “veduta” da lontano, ma anche come ambito di congruenza storico-culturale e stilistica, entro il quale sono presenti quei valori di identità e specificità storica, culturale e linguistica. La valutazione del grado di incidenza paesistica del progetto è strettamente correlata a quella relativa alla definizione della classe di sensibilità paesistica del sito. Vi dovrà infatti essere corrispondenza tra gli aspetti che hanno maggiormente concorso alla valutazione della sensibilità del sito (elementi caratterizzanti e di maggiore vulnerabilità) e le considerazioni sviluppate relativamente al controllo dei diversi parametri e criteri di incidenza in fase di definizione progettuale. In sintesi il grado di incidenza paesistica del progetto è determinato sulla base di cinque criteri di valutazione e considerando due scale, una pià ampia o d’insieme (scala sovralocale) ed una relativa all’intorno immediato (scala locale). I cinque criteri sono: - incidenza morfologica e tipologica ; - incidenza linguistica: stile, materiali, colori; - incidenza visiva; - incidenza ambientale; - incidenza simbolica. In riferimento ai criteri ed ai parametri di incidenza morfologica e tipologica viene considerato prioritariamente nel formulare il giudizio sul grado di incidenza del progetto, il fattore “sottrazione di territorio/risorse” e le potenzialità di compromissione morfologica e di perdita di elementi caratterizzanti (riconoscibilità) per ogni sistema descritto in fase analitica. In riferimento ai criteri e parametri di incidenza linguistica viene valutata la realizzazione dell’infrastruttura come intervento di trasformazione del territorio, basandosi principalmente sui concetti di assonanza e dissonanza con gli elementi del territorio locale. Per quanto riguarda i parametri e criteri di incidenza visiva, vengono valutati prioritariamente i punti di osservazione che consentono di apprezzare l’inserimento dell’infrastruttura in funzione del grado di permanenza della continuità di relazioni visive significative, nonché gli eventuali siti panoramici. I parametri e i criteri di incidenza ambientale vengono valutati in relazione alle caratteristiche del progetto che possono compromettere la piena Pagina 333 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE fruizione paesistica del luogo (inquinamento), nonché in relazione ai valori ambientali che subiscono maggiori interferenze. I parametri e i criteri di incidenza simbolica vengono valutati in relazione al rapporto tra progetto e valori simbolici e di immagine così come delineato dall’indagine della fase analitica. Nei seguenti paragrafi si riportano stralci della DGR “Linee guida” con le descrizioni dei differenti modi di valutazione del grado di incidenza paesistica del progetto. Incidenza morfologica e tipologica In riferimento ai criteri e ai parametri di incidenza morfologica e tipologica non va considerato solo quanto si aggiunge (coerenza morfologica e tipologica dei nuovi interventi) ma anche, e in molti casi soprattutto, quanto si toglie. Infatti i rischi di compromissione morfologica sono fortemente connessi alla perdita di riconoscibilita` o alla perdita tout court di elementi caratterizzanti i diversi sistemi territoriali. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori I criteri e parametri di incidenza linguistica sono quelli con i quali si e`piu` abituati ad operare. Sono da valutare con grande attenzione in tutti casi di realizzazione o di trasformazione di manufatti, basandosi principalmente sui concetti di assonanza e dissonanza. E` utile ricordare che in tal senso possono giocare un ruolo rilevante anche le piccole trasformazioni non congruenti e, soprattutto, la sommatoria di queste. Incidenza visiva Per quanto riguarda i parametri e criteri di incidenza visiva,e`necessario assumere uno o piu`punti di osservazione significativi, la scelta dei quali e` ovviamente influente ai fini del giudizio. Sono da privilegiare i punti di osservazione che insistono su spazi pubblici e che consentono di apprezzare l’inserimento del nuovo manufatto o complesso nel contesto, e` poi opportuno verificare il permanere della continuita` di relazioni visive significative. Particolare considerazione verra` assegnata agli interventi che prospettano su spazi pubblici o che interferiscono con punti di vista o percorsi panoramici. Incidenza ambientale I parametri e i criteri di incidenza ambientale permettono di valutare quelle caratteristiche del progetto che possono compromettere la piena fruizione paesistica del luogo. Gli impatti acustici sono sicuramente quelli piu` frequenti e che hanno spesso portato all’abbandono e al degrado di luoghi paesisticamente qualificati, in alcuni casi anche con incidenza rilevante su un ampio intorno. Possono pero` esservi anche interferenze di altra natura, per esempio olfattiva come particolare forma sensibile di inquinamento aereo. Pagina 334 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Incidenza simbolica I parametri e i criteri di incidenza simbolica mirano a valutare il rapporto tra progetto e valori simbolici e di immagine che la collettivita` locale o piu` ampia ha assegnato a quel luogo. In molti casi il contrasto puo`esser legato non tanto alle caratteristiche morfologiche quanto a quelle di uso del manufatto o dell’insieme dei manufatti. Aspetti dimensionali e compositivi Gli aspetti dimensionali e compositivi giocano spesso un ruolo fondamentale ai fini della valutazione dell’incidenza paesistica di un progetto. In generale la capacita` di un intervento di modificare il paesaggio (grado di incidenza) cresce al crescere dell’ingombro dei manufatti previsti. La dimensione che interessa sotto il profilo paesistico non è, però, quella assoluta ma quella relativa, in rapporto sia ad altri edifici o ad altri oggetti presenti nel contesto, sia alla conformazione morfologica dei luoghi. La dimensione percepita dipende anche molto da fattori qualitativi come il colore, l’articolazione dei volumi e delle superfici, il rapporto pieni/vuoti dei prospetti etc.. Se l’opera progettata e`direttamente confrontabile con altri manufatti analoghi tra i quali si inserisce, la valutazione della dimensione sara` ovviamente compiuta in base a tale confronto, in termini relativi. Pagina 335 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Utilizzo delle tabelle per la determinazione del grado di incidenza paesistica del progetto La valutazione qualitativa sintetica del grado di incidenza paesistica del progetto rispetto ai cinque criteri e ai parametri di valutazione considerati viene espressa utilizzando la seguente classificazione: - Incidenza paesistica molto bassa (MB) - Incidenza paesistica bassa (B) - Incidenza paesistica media (M) - Incidenza paesistica alta (A) - Incidenza paesistica molto alta (MA) Il grado di incidenza verrà determinato con l’ausilio delle tabelle contenute nelle linee guida di seguito riportate. Criteri valutazione di 1.Incidenza morfologica e tipologica Rapporto contesto/progetto a scala sovralocale, parametri di valutazione SI NO Incidenza del progetto rispetto: - alle forme naturali del suolo - alla presenza di sistemi/aree di interesse naturalistico - alle regole morfologiche e compositive riscontrate nella organizzazione degli insediamenti e del paesaggio rurale 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come ambito di riferimento storico-culturale: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Contrasto cromatico Alterazione dei profili e dello skyline Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Adeguatezza del progetto rispetto ai valori simbolici e d’immagine celebrativi del luogo TABELLA TIPO 2A - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA-SCALA SOVRALOCALE Pagina 336 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione SI NO Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) TABELLA TIPO. 2A - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA-SCALA LOCALE Criterio di valutazione Valutazione sintetica in relazione ai parametri di valutazione a scala sovralocale Valutazione sintetica in relazione ai parametri di valutazione a scala locale 1.Incidenza morfologica e tipologica 2. Incidenza linguistica: stile, materiale, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5. Incidenza simbolica Giudizio sintetico Giudizio complessivo TABELLA TIPO 2B – CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO- SINTESI Pagina 337 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Come per la determinazione della classe di sensibilità paesistica del sito, la Tabella 2A non è finalizzata ad un’automatica determinazione della classe di incidenza del progetto, ma costituisce il riferimento per la valutazione sintetica che dovrà essere espressa nella seconda Tabella 2B a sostegno delle classi di incidenza da individuare. La classe di sensibilità della tabella 2B non è il risultato della media matematica dei “SI” e dei “NO” della tabella 2A, ma è determinata dalle analisi e dalle considerazioni esplicate nella presente relazione. Il giudizio complessivo tiene conto delle valutazioni effettuate in riferimento ai diversi criteri e parametri di valutazione considerati, esprimendo in modo sintetico una valutazione generale sul grado di incidenza del progetto da definirsi non in modo deterministico ma in base alla rilevanza assegnata ai diversi fattori analizzati. Ai soli fini della compilazione della successiva Tabella 3-Determinzazione dell’impatto paesistico del progetto (paragrafo D.10.2.5) necessaria per la determinazione del grado di impatto paesistico, il grado di incidenza paesistica (giudizio complessivo) è espresso in forma numerica secondo la seguente associazione: 1 = Incidenza paesistica molto bassa (MB) 2 = Incidenza paesistica bassa (B) 3 = Incidenza paesistica media (M) 4 = Incidenza paesistica alta (A) 5 = Incidenza paesistica molto alta (MA) Per quanto riguarda la scala sovralocale è stata completata una sola tabella di tipo 2A (vedi successiva tabella D.10.14) per il tracciato di progetto nel suo complesso. Per quanto riguarda il livello locale, è stata invece predisposta una tabella di tipo 2A (tabelle da D.10.15 a D.10.26) per ciascuno dei tratti in cui è stato suddiviso il tracciato di progetto, quindi complessivamente undici tabelle. La tabella di sintesi di tipo 2B sarà invece una sola (D.10.27) e riporterà sia la valutazione sintetica in relazione ai parametri di valutazione a scala sovralocale sia la valutazione sintetica in relazione ai parametri di valutazione a scala locale per tutti i tratti omogenei. Pagina 338 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella dei criteri e parametri di valutazione a scala sovralocale Di seguito si riporta la tabella con i criteri e i parametri di valutazione a scala sovralocale per determinare il grado di incidenza paesistica del tracciato di progetto. Criteri valutazione di 1.Incidenza morfologica e tipologica Rapporto contesto/progetto a scala sovralocale, parametri di valutazione SI NO Incidenza del progetto rispetto: - alle forme naturali del suolo - alla presenza di X sistemi/aree di interesse X naturalistico - alle regole morfologiche e compositive riscontrate nella organizzazione degli insediamenti e X del paesaggio rurale 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come ambito di riferimento storico-culturale: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Contrasto cromatico Alterazione dei profili e dello skyline Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Adeguatezza del progetto rispetto ai valori simbolici e d’immagine celebrativi del luogo X X X X X X X X TAB. D.10.14 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA-SCALA SOVRALOCALE Pagina 339 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabelle dei criteri e parametri di valutazione a scala locale Di seguito si riportano le tabelle con i criteri e parametri di valutazione a scala locale per determinare il grado di incidenza paesistica del progetto compilate per ciascuno dei diversi tratti omogenei in cui è stato suddiviso il tracciato. Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.15- CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA-SCALA LOCALE TRATTO I: SVINCOLO DI COLONNO (COMUNE DI COLONNO) Pagina 340 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.16 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE VIADOTTO VALLE DEI RONCHI (COMUNE DI SALA COMACINA) Pagina 341 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.17- CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA-SCALA LOCALE TRATTO II: COMPRESO TRA VIADOTTO VALLE DEI RONCHI-E VIADOTTO VALLE PREMONTE (COMUNE DI SALA COMACINA) Pagina 342 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.18 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE VIADOTTO VALLE PREMONTE (CONFINE COMUNE DI SALA COMACINA- EX COMUNE DI OSSUCCIO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. OSSUCCIO) Pagina 343 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.19 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE TRATTO III: COMPRESO TRA VIADOTTO VALLE PREMONTE E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA PERLANA 1 (EX COMUNE DI OSSUCCIO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. OSSUCCIO ) Pagina 344 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.20 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE VIADOTTO VAL PERLANA (CONFINE EX COMUNE DI OSSUCCIO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOCALITÀ OSSUCCIO-EX COMUNE DI LENNO ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. LENNO) Pagina 345 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.21 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE TRATTO IV: COMPRESO TRA IMBOCCO LATO NORD GALLERIA PERLANA 2 E VIADOTTO TORRENTE AZZANO (EX COMUNE DI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. MEZZEGRA) Pagina 346 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.22 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE VIADOTTO TORRENTE AZZANO (EX COMUNE DI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. MEZZEGRA) Pagina 347 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.23 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE TRATTO V: COMPRESO TRA VIADOTTO TORRENTE AZZANO E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA BONZANIGO (EX COMUNE DI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. LENNO) Pagina 348 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.24 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIVA -SCALA LOCALE TRATTO VI: COMPRESO TRA IMBOCCO LATO NORD GALLERIA BONZANIGO E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA TREMEZZINA (EX COMUNEDI MEZZEGRA ORA COMUNE DI TREMEZZINA LOC. LENNO) Pagina 349 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto a scala locale, parametri di valutazione 1.Incidenza morfologica e tipologica Conservazione o alterazione dei caratteri morfologici del luogo: - conservazione - alterazione Adozione di tipologie costruttive più o meno affini a quelle presenti nell’intorno per le medesime destinazioni funzionali Conservazione o alterazione della continuità delle relazioni tra elementi storico-culturali o tra elementi naturalistici 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5.Incidenza simbolica conservazione alterazione SI NO X X X X X Coerenza, contrasto o indifferenza del progetto rispetto ai modi linguistici del contesto, inteso come intorno immediato: - coerenza - contrasto - indifferenza Ingombro visivo Occultamento di visuali rilevanti Prospetto su spazi pubblici Alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) del contesto paesistico ambientale Capacità dell’immagine progettuale di rapportarsi convenientemente con i valori simbolici attribuiti dalla comunità locale al luogo (importanza dei segni e del loro significato) X X X X X X X X TAB. D.10.25 - CRITERI E PARAMETRI PER DETERMINARE IL GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO – ARTICOLAZIONE ESPLICATIA -SCALA LOCALE TRATTO VII : SVINCOLO DI GRIANTE (COMUNE DI GRIANTE) Pagina 350 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella di sintesi della determinazione del grado di incidenza paesistica del progetto La seguente tabella riporta il prospetto riassuntivo delle valutazioni sintetiche del grado di incidenza paesistica del progetto in relazione sia ai parametri di valutazione a scala sovralocale sia ai parametri di valutazione a scala locale ovvero per ciascun tratto omogeneo in cui è stato suddiviso il tracciato (compreso i viadotti). Criterio di valutazione Valutazione sintetica in relazione ai parametri di valutazione a scala sovralocale Valutazione sintetica in relazione ai parametri di valutazione a scala locale Tratto I 1.Incidenza e tipologica morfologica. 2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori 3. Incidenza visiva 4. Incidenza ambientale 5. Incidenza simbolica Giudizio sintetico Giudizio complessivo Viadotto Ronchi Tratto II Viadotto Premonte Viadotto Tratto III Perlana Tratto IV Viadotto Azzano Tratto V Tratto VI Tratto VII B MA A A A A A A M M A A B M M M M M M M B M A M M MA M A M M A M B M M A B A A M A M B M B M M M A MA M M M A A A M M M M M MA M M M M M M B M M M Incidenza paesistica MEDIA (3) TAB. D.10.26 – PROSPETTO RIASSUNTIVO DELLE VALUTAZIONI SINTETICHE DEL GRADO DI INCIDENZA PAESISTICA DEL PROGETTO Pagina 351 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Conclusioni sull’incidenza paesistica del progetto L’incidenza paesistica del progetto è stata valutata nel complesso MEDIA (espresso in forma numerica con il valore 3). Per quanto riguarda i singoli tratti progettuali: - Il tratto I è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); - Il tratto II è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); - Il tratto III è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3). - Il tratto IV è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); - Il tratto V è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); - Il tratto VI è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3). - Il tratto VII è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); - Il viadotto “dei Ronchi” è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); Per quanto riguarda i viadotti: - Il viadotto “Premonte” è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); - Il viadotto “Perlana” è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA MEDIA (3); - Il viadotto “Azzano” è stato valutato ad INCIDENZA PAESISTICA BASSA (3). Pagina 352 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.10.1.6. DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO Essendo questa l’unica parte del metodo proposto che assume un ruolo puramente compilativo, (viene formulato un giudizio numerico sulla base delle valutazioni 1) di sensibilità paesistica del sito, 2) di incidenza paesistica del progetto), il giudizio formulato è da considerarsi puramente indicativo ed è necessariamente da relazionarsi ai contenuti ed alle valutazioni riportate nelle analisi descritte nella presente relazione (sia nella parte di analisi dello stato di fatto sia nella parte di valutazione degli impatti), che rispondono in ogni caso ai contenuti delle linee guida per l’esame paesistico. Sulla base dei “giudizi complessivi”, relativi alla classe di sensibilità paesistica del sito e del grado di incidenza paesistica del progetto , espressi sinteticamente in forma numerica a conclusione delle due rispettive fasi valutative , si determina l’impatto paesistico del progetto. Il livello di impatto paesistico deriva dal prodotto dei due valori numerici attraverso l’ausilio della Tabella 3 delle Linee guida Determinazione dell’impatto paesistico dei progetti. Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 4 5 5 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TABELLA TIPO 3- DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO Soglia di rilevanza: 5. (quando il risultato è inferiore a 5 il progetto è considerato ad impatto paesistico inferiore alla soglia di rilevanza). Soglia di tolleranza: 16: - quando il risultato è compreso tra 5 e 15 il progetto è considerato ad impatto paesistico superiore alla soglia di rilevanza ma inferiore alla soglia di tolleranza; - Quando il risultato è superiore a 15 (16-25) l'impatto paesistico è considerato superiore alla soglia di tolleranza. Pagina 353 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE La Tabella di tipo 3 è stata utilizzata per ciascun tratto in cui è stato suddiviso il tracciato di progetto per un totale di 11 tabelle corrispondenti a 11 determinazioni di impatto paesistico. Di seguito si riportano le tabelle (tipologia Tabella 3 delle “Linee guida”) compilate per la determinazione dell’impatto paesistico dei vari tratti in cui è stato suddiviso il progetto. Tratto I: Svincolo di Colonno Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 4 5 (molto alta) 5 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 (media) 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.27- DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO TRATTO I:SVINCOLO DI COLONNO Viadotto Valle dei Ronchi Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 5 10 15 20 25 4 (alta) 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.28-DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEI PROGETTI VIADOTTO VALLE DEI RONCHI Pagina 354 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tratto II: compreso tra viadotto Valle dei Ronchi e viadotto Premonte Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 5 10 15 20 25 4 (alta) 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.29 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO TRATTO II: COMPRESO TRA VIADOTTO VALLE DEI RONCHI-E VIADOTTO VALLE PREMONTE Viadotto Premonte Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 (molto alta) 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.30 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEI PROGETTI VIADOTTO VALLE PREMONTE Pagina 355 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tratto III: compreso tra viadotto Valle Premonte e imbocco lato sud galleria Perlana 1 Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 (molto alta) 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.31 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO TRATTO III: COMPRESO TRA VIADOTTO VALLE PREMONTE E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA PERLANA 1 Viadotto Val Perlana Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 (molto alta) 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.32 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEI PROGETTI VIADOTTO VAL PERLANA Pagina 356 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tratto IV: compreso tra imbocco lato nord galleria Perlana 2 e viadotto torrente Azzano Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 (molto alta) 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.33 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO TRATTO IV: COMPRESO TRA IMBOCCO LATO NORD GALLERIA PERLANA 2 E VIADOTTO TORRENTE AZZANO Viadotto torrente Azzano Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 (bassa) 3 4 5 5 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 (media) 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.34 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEI PROGETTI VIADOTTO TORRENTE AZZANO Pagina 357 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tratto V: compreso tra viadotto torrente Azzano e imbocco lato sud galleria Bonzanigo Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 5 10 15 20 25 4 (alta) 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.35 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO TRATTO V: COMPRESO TRA VIADOTTO TORRENTE AZZANO E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA BONZANIGO Tratto VI: compreso tra imbocco lato nord galleria Bonzanigo e imbocco lato sud galleria Tremezzina Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 (molto alta) 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.36 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEI PROGETTI TRATTO VI: COMPRESO TRA IMBOCCO LATO NORD GALLERIA BONZANIGO E IMBOCCO LATO SUD GALLERIA TREMEZZINA Pagina 358 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Svincolo di Griante Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito X incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 (media) 4 5 5 (molto alta) 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TAB D.10.37 DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO TRATTO VII: SVINCOLO DI GRIANTE Pagina 359 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.10.1.7. PROSPETTO RIASSUNTIVO DELL’IMPATTO PAESISTICO La seguente tabella riporta un prospetto riassuntivo degli impatti paesistici determinati per ciascun tratto omogeneo in cui è stato suddiviso il tracciato di progetto. Tratto e Descrizione Impatto paesistico dei progetto Impatto paesistico dei progetto Tratto I: Svincolo di Colonno 15 Negativo sopra soglia di rilevanza ma sotto soglia di tolleranza Viadotto Valle dei Ronchi 12 Negativo sopra soglia di rilevanza ma sotto soglia di tolleranza Tratto II: compreso tra il viadotto Valle dei Ronchi e il viadotto Premonte 12 Viadotto Premonte 15 Tratto III: comoreso tra viadotto Valle Premonte e imbocco Galleria Perlana1 15 Viadotto Val Perlana 15 Tratto IV comprso tra lo sbocco della Galleria Perlana 2 ed il viadotto sul torrente Azzano 15 Viadotto torrente Azzano 6 Tratto V: compreso tra il viadotto sul torrente Azzano e l’imbocco della galleria Bonzanigo 12 Negativo sopra soglia di rilevanza ma sotto soglia di tolleranza Negativo sopra soglia rilevanza ma sotto soglia tolleranza Negativo sopra soglia rilevanza ma sotto soglia tolleranza di di Negativo sopra soglia rilevanza ma sotto soglia tolleranza Negativo sopra soglia rilevanza ma sotto soglia tolleranza di di Negativo sopra soglia rilevanza ma sotto soglia tolleranza Negativo sopra soglia rilevanza ma sotto soglia tolleranza di di di di di di di di Negativo sopra soglia di rilevanza ma sotto soglia di tolleranza Tratto VI: compreso tra lo sbocco della galleria Bonzanigo e l’imbocco della galleria “Tremezzina” 15 Svincolo di Griante 15 Negativo sopra soglia di rilevanza ma sotto soglia di tolleranza TAB. D.10.38- PROSPETTO RIASSUNTIVO DELL’IMPATTO PAESISTICO DEI TRATTI OMOGENEI Pagina 360 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.11.IMPATTI PER LA SALUTE PUBBLICA Per l’analisi degli impatti sulla salute pubblica ri rimanda al relativo allegato della relazione. Pagina 361 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E. INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE AMBIENTALE E.1. INTERVENTI MITIGATIVI PER ATMOSFERA E CLIMA E.1.1 FASE DI CANTIERE Interventi sugli impianti fissi di trattamento dei materiali Gli interventi di mitigazione previsti sono costituiti in primo luogo dalla adozione delle migliori tecniche di controllo delle emissioni in fase operativa che saranno predisposti sugli impianti fissi di trattamento dei materiali di lavoro. In questi impianti sono infatti previsti presidi tecnologici che prevengono, mediante sistemi di filtrazione e procedure operative opportune, la minimizzazione delle emissioni dai processi di manipolazione, trasferimento e trattamento dei materiali. Movimentazione mezzi su aree non pavimentate Per le attività che prevedono la movimentazione di mezzi di lavoro su aree non pavimentate (aree sterrate) la mitigazione degli impatti sarà basata sulla adozione di misure preventive quali il mantenimento del livello di umidità del terreno (wet suppression), la limitazione della velocità di transito dei mezzi, misure particolarmente accentuate in condizione di ventosità elevata. Sulla viabilità pavimentata (per esempio i Portali Nord e Sud), sarà prevista una attività periodica di pulizia per evitare accumuli di materiale inerte che possa essere risospeso dai transiti veicolari e trasportato dal vento. Movimentazione e maneggio degli accumuli di materiale di scavo Un problema specifico che si presenta nel caso del cantiere nord (Griante) è quello che deriva dalla necessità di accumulare il materiale di scavo nell’area predisposta sulla piattaforma temporanea prima del caricamento sulla chiatta di trasporto, lungo lago, fino al sito di deposito temporaneo di Cava Spandri nel comune di Mandello del Lario. Pagina 362 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Questo cumulo di materiale può essere causa, come già detto, di emissioni di polveri per effetto della erosione del vento trattandosi di un sito (il fronte lago) soggetto a possibili fenomeni di vento sostenuto. Le misure di mitigazione in questo caso saranno quello di mantenere un elevato grado di umidità delle terre di scavo da accumulare e di utilizzare prodotti filmanti superficiali per gli eventuali periodi di stazionamento dei cumuli in attesa del caricamento sulla chiatta (2 volte al giorno), in particolare quando le previsioni meteorologiche indicano la possibilità di situazioni di forte vento. In caso di previsioni di vento forte, inoltre, è opportuno prevedere procedure che sospendano temporaneamente le movimentazioni delle terre di scavo. Emissioni del motore della chiatta di trasporto del materiale di scavo La chiatta di trasporto dei materiali da Griante a Mandello (circa 20 km) è azionata da un motore diesel. Questo motore produrrà la massima potenza nelle fasi di manovra e inizio della navigazione ovvero il passaggio dalla fase di stazionamento a quella della massima velocità di navigazione. Si tratta di una emissione tuttavia di durata limitata al solo tempo della manovra di partenza. Si raccomanda a questo proposito l’impiego esclusivo di gasolio di buona qualità e basso contenuto di zolfo. I motori di azionamento dovranno essere di nuova generazione puntando a minimizzare sia le emissioni inquinanti che lo stesso rendimento del motore, per limitarne anche i consumi di gasolio. Inoltre, allo scopo anche di limitare le emissioni di gas effetto serra, tale combustibile potrebbe essere costituito da biodiesel. E.1.2 FASE DI ESERCIZIO Se consideriamo i risultati delle simulazioni modellistiche dello scenario di riferimento e di progetto messi a confronto, emerge come il progetto stesso risulti essere di per sé una forma di mitigazione dell’impatto sulla qualità dell’aria del traffico di attraversamento dei Comuni della area Tremezzina. Tuttavia, questa affermazione potrebbe non essere vera per alcuni recettori particolarmente esposti in alcuni punti del tracciato di progetto. Come già si prevede per altri comparti ambientali (rumore, impatto visivo, ecc.) anche per la componente atmosfera possono essere individuati interventi di mitigazione per questi recettori. Una possibili azione mitigativa è quella di dotare gli edifici che presentano esigenze di mitigazione di impianti di Ventilazione Meccanica Controllata. In pratica, per questi edifici, in base a progetti da sviluppare caso per caso, i ricambi d’aria degli ambienti dovranno essere garantiti da una impiantistica che prevede di prelevare l’aria all’esterno in punti meno esposti (e se necessario attraverso una filtrazione meccanica) e distribuita negli ambienti in modo forzato. In questo modo le aperture esistenti (finestre) saranno utilizzate come superfici illuminanti ma non necessariamente aeranti, essendo questa funzione garantita dall’impianto VMC il quale prevederà anche il recupero energetico dell’aria espulsa (mediante scambiatore a flussi incrociati). Pagina 363 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.2. INTERVENTI MITIGATIVI PER RUMORE E VIBRAZIONI Per la definizione degli interventi relativi alla componente rumore e vibrazioni si rimanda all’apposito allegato alla relazione “Valutazione di Impatto Acustico”. Pagina 364 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.3. INTERVENTI MITIGATIVI PER SUOLO E SOTTOSUOLO Il progetto prevede la realizzazione di opere complesse che spaziano dallo scavo in galleria, realizzazione di tratti di strada a mezza costa, viadotti, infrastrutture tecnologiche, opere di regimazione e smaltimento acque. Lo studio geologico redatto dallo Studio Geologico Tecnico lecchese evidenzia che le condizioni geologiche e strutturali dell’area sono alquanto complesse. Il percorso in esame interessa infatti diversi tipi di substrato roccioso, con caratteristiche geologiche e geomeccaniche alquanto differenti, con la presenza di numerose faglie, anche di grande importanza, e fratture che scompongono l’ammasso roccioso. In alcuni tratti, il tracciato interessa, inoltre, i depositi superficiali sciolti, depositi morenici e di versante. Tali condizioni possono comportare diverse problematiche: infiltrazioni idriche, anche di notevole entità concentrate o diffuse, in profondità fino ad interessare il tracciato della galleria prevista; distacchi di blocchi, anche di grandi dimensioni, dalle pareti rocciose; fenomeni di dissoluzione carsica, tipica delle rocce carbonatiche, con la formazione di grotte e/o sistemi carsici E.3.1 FASE DI CANTIERE Nella fase di cantierizzazione dell’opera bisogna distinguere due tipologie fondamentali: 1. lavori in sotterranea (scavi in galleria) 2. lavori a cielo aperto (strade a mezza costa, viadotti, infrastrutture tecnologiche) Premesso che in entrambi i casi norma fondamentale da rispettare nel corso della cantierizzazione è afferente alla Sicurezza sui luoghi di lavoro, subordinatamente seguono tutti quegli accorgimenti al fine di mitigare gli impatti nelle immediate circostanze alle aree di cantiere. In riferimento al punto 1, lavori in sotterranea, fermo restando gli aspetti della sicurezza si dovrà operare per lo più nella tutela delle acque ipogee come dai relativi protocolli enunciati nel capitolo C.5.. Per quanto riguardano invece le opere a cielo aperto (punto 2), sempre nel rispetto della Sicurezza, si dovranno porre in essere accorgimenti tali da non compromettere la stabilità dei versanti circostanti alle aree di cantiere mediante accorgimenti tecnologici adeguati: 1. barriere paramassi; 2. sbatacchiatura dei fronti di scavo; 3. riutilizzo, nei limiti del possibile, dei materiali mobilitati in loco; 4. regimazione e deflusso delle acque meteoriche adeguato affinché non si verifichino fenomeni di erosione concentrata; 5. non intervenire sul regime idraulico dei corsi d’acqua (casistica riferita ai viadotti), Pagina 365 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 6. evitare movimenti terre significative in prossimità dei corsi d’acqua che possono intorbidire le acque stesse; 7. precauzioni contro sversamenti accidentali (c.f.r. cap. D.5.2.1.); E.3.2 FASE DI ESERCIZIO In fase di esercizio gli interventi mitigativi che si possono prevedere principalmente sul suolo e, subordinatamente, sul sottosuolo verteranno essenzialmente: 1. sulla gestione delle acque di piattaforma; 2. sulla manutenzione programmata di tutti quegli interventi atti a prevenire forme di dissesto, anche superficiale, nelle immediate vicinanze dell’opera viaria; 3. sulla cura ed eventuale rimpiazzo delle fallanze relative alle opere di rimboschimento se previste tra le opere di mitigazione Per maggiori dettagli comunque, sia in fase di cantierizzazione sia in fase di esercizio; si rimanda alle procedure di mitigazione indicate nella parte relativa al Paesaggio. Pagina 366 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.4. INTERVENTI MITIGATIVI PER LE ACQUE SUPERFICIALI E.4.1 FASE DI CANTIERE Per minimizzare il rischio di generazione di torbidità e di incremento del trasporto solido e della conseguente sedimentazione di materiale fine, sia nelle acque correnti che nella zona litorale lacustre, sarà opportuno evitare di immettere in alveo il materiale di risulta degli scavi; dovrà anche essere evitato il suo posizionamento presso le sponde, in zone dove potrebbe essere movimentato da eventi di morbida o piena o in aree in cui il dilavamento dovuto alla pioggia finirebbe per trasportarlo ai corsi d’acqua. In caso di lavori che interessino direttamente l’alveo, in cui il sommovimento del fondo andrebbe a generare torbidità, si potrà mitigare il problema lavorando nei periodi di asciutta nel caso dei corpi idrici intermittenti, mentre in quelli perenni dovranno essere realizzate delle opportune opere di bypass; sarà infatti necessario deviare le acque dalle zone direttamente interessate dai lavori (previo eventuale recupero della fauna ittica presente) per impedire che queste ultime trasportino a valle il materiale movimentato. Di conseguenza, oltre alle sopraccitate modalità esecutive, il principale intervento mitigativo applicabile a tutte le aree di cantiere consiste in un adeguato sistema di raccolta delle acque di prima pioggia dalle aree di cantiere, incanalate in appositi depuratori o semplicemente vasche di laminazione. In questo modo è possibile limitare o intervenire in caso di sversamenti accidentali o comunque monitorare in modo semplice ed efficace i dilavamenti delle aree di cantiere. Il sistema dovrà essere realizzato in particolare nelle aree prospicenti il lago ed i corsi d’acqua o gli impluvi presenti. In particolare dovrà essere messo in opera un adeguato sistema per il collettamento e l’isolamento dei piazzali di attracco a lago, in modo da evitare contaminazioni dovute al dilavamento dei piazzali realizzati per lo stoccaggio ed il trasporto dello smarino o a sversamenti accidentali dai mezzi di lavoro. Questi ultimi potranno ulteriormente essere prevenuti effettuando il rifornimento e la lubrificazione dei mezzi in aree appositamente attrezzate e non adiacenti ai corpi idrici. E.4.2 FASE DI ESERCIZIO Le osservazioni effettuate per la fase di cantiere valgono anche per la fase di esercizio. In questo caso la raccolta delle acque dovrà avvenire dalla sede stradale, per evitare l’immissione diretta, nel reticolo idrico, delle acque provenienti dalla sede stradale. Pagina 367 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.5. INTERVENTI MITIGATIVI E COMPENSATIVI PER LA FLORA E LA VEGETAZIONE In riferimento agli impatti valutati nel cap. D.7 in relazione alle 7 tipologie vegetazionali individuate nel cap. C.6 e di seguito elencate, si riportano i possibili interventi di mitigazione/compensazione. 1 2 3 4 5 6 7 – Vegetazione di forra – Boschi radi a carpino nero ed orniello - Oliveti - Prati e prato-pascoli – Aree detritiche con copertura vegetale discontinua – Vegetazione delle rupi calcaree – Formazioni a robinia e specie esotiche E.5.1 FASE DI CANTIERE 1 – Vegetazione di forra Fondamentale importanza ha la gestione delle acque di pioggia provenienti dal cantiere, dovranno essere adottate misure idonee a prevenire l’immissione di inquinanti negli ambienti naturali. Andranno inoltre adottate misure di prevenzione per gli sversamenti accidentali, in particolare per le sostanze oleose. 2 – Boschi radi a carpino nero ed orniello Le polveri possono costituire un problema per le condizioni fitosanitarie dei vegetali soprattutto nel corso dei periodi secchi della stagione vegetativa. Al fine di ridurre il più possibile la produzione di polveri dovranno essere gestite adeguatamente le aree di cantiere, ad esempio con interventi di bagnatura delle piste e dei piazzali. Andranno inoltre adottate misure di prevenzione per gli sversamenti accidentali, in particolare per le sostanze oleose. 4 - Prati e prato-pascoli Le polveri possono costituire un problema per le condizioni fitosanitarie dei vegetali soprattutto nel corso dei periodi secchi della stagione vegetativa. Al fine di ridurre il più possibile la produzione di polveri dovranno essere gestite adeguatamente le aree di cantiere, ad esempio con interventi di bagnatura delle piste e dei piazzali. Andranno inoltre adottate misure di prevenzione per gli sversamenti accidentali, in particolare per le sostanze oleose. Pagina 368 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 6 – Vegetazione delle rupi calcaree In fase di cantiere non si prevedono particolari interventi a salvaguardia di questi ambienti, il controllo delle polveri e degli inquinanti citato negli altri casi vale anche a salvaguardia di questi ambienti. E.5.2 FASE DI ESERCIZIO In fase di esercizio i principali impatti sono legati alle polveri prodotte dal traffico veicolare, che possono costituire un problema per le condizioni fitosanitarie dei vegetali soprattutto nel corso dei periodi secchi della stagione vegetativa. E.5.3 REALIZZAZIONE DELLE AREE DI RIPRISTINO La principale mitigazione per le fasi di esercizio e di cantiere risiede comunque nella realizzazione delle aree di ripristino ambientale, nella cui realizzazione bisogna tenere conto di alcuni principi e criteri di seguito descritti. Il primo criterio fondamentale è considerare le caratteristiche ecologiche delle specie utilizzate, e le dinamiche vegetazionali di ricolonizzazione che si intendono avviare attraverso questi interventi. La dinamica vegetazionale nelle aree interessate è strettamente legata alle condizioni ambientali che si verranno a creare durante il ripristino, in particolare si segnalano come fattori condizionanti il microclima locale, le caratteristiche del suolo, la presenza di situazioni di instabilità. Questi fattori hanno importanza fondamentale nella scelta delle specie destinate al recupero e nell’esito dell’intervento. Tra le specie da scegliere si dovranno quindi privilegiare le specie con spiccate caratteristiche pioniere, il più possibile plastiche dal punto di vista ecologico. La tecnica di intervento deve prevedere di accelerare per quanto possibile le fasi iniziali di colonizzazione, per ridurre il periodo iniziale di instabilità e arrivare in tempi brevi al risultato desiderato. Un punto da evidenziare riguarda i possibili fattori di disturbo potenzialmente presenti, rappresentati principalmente dai fenomeni di erosione e dagli incendi boschivi, questi ultimi favoriti in modo particolare a causa dell’esposizione del versante. Le specie da privilegiare sono quindi quelle caratteristiche delle fasi pioniere della vegetazione, escludendo le specie maggiormente esigenti, che vanno a formare le fasi finali delle successioni vegetazionali. A titolo di esempio, il carpino nero (Ostrya carpinifolia) presenta una serie di caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per il ripristino, si tratta infatti di una specie caratteristica delle prealpi carbonatiche, tra le specie caratteristiche che formano i boschi della zona. Questa specie presenta una elevata plasticità ecologica, che la porta a colonizzare ambienti rupestri, formando boschi in situazioni di forra ed in situazioni con rocce subaffioranti, dove si accontenta delle limitate tasche di terriccio presenti. Pagina 369 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Questa plasticità caratterizza anche il portamento della pianta, che può variare in funzione dei fattori ambientali: da arboreo ben sviluppato nelle situazioni più favorevoli, può ridursi nelle dimensioni fino ad arrivare a forme alto-arbustive nelle situazioni più limitanti. Tra le specie selezionabili per gli interventi di ripristino in tabella si segnalano le ritenute più idonee per l’area. Tabella E.1 - Specie arboree ed arbustive utilizzabili per il ripristino SPECIE ARBOREE SPECIE ARBUSTIVE Acer pseudoplatanus Betula pendula Celtis australis Fraxinus excelsior Fraxinus ornus Ostrya carpinifolia Quercus pubescens Prunus avium Sorbus aria Tilia cordata Amelanchier ovalis Berberis vulgaris Crataegus monogyna Cornus mas Corylus avellana Cytisus sessilifolius Erica carnea Frangula alnus Genista germanica Juniperus communis Laburnum alpinum Ligustrum vulgare . Rhamnus saxatilis Rubus idaeus Salix appendiculata Salix caprea Salix glabra Sambucus nigra Sorbus aria Viburnum lantana Oltre a queste specie spontanee, soprattutto nelle aree suburbane, si può considerare l’utilizzo di specie che possano avere un valore estetico e non siano del tutto incompatibili con il territorio, quali ad esempio specie sempreverdi come Quercus ilex e Laurus nobilis, oppure Cercis siliquastrum, che produce vistose fioriture. Per quanto riguarda le aree aperte, nei ripristini andranno privilegiate le specie di graminacee e fabacee spontanee e tipiche dei prati falciati. A titolo di esempio sono state individuate le specie elencate nella tabella seguente. Pagina 370 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Tabella E.2 - Specie erbacee utilizzabili per il ripristino dei prati SPECIE ERBACEE Alopecurus pratensis Anthoxanthum odoratum Arrhenatherium elatius Briza media Cynosurus cristatus Dactylis glomerata Festuca pratensis Festuca rubra Holcus mollis Phleum pratense Poa pratensis Poa trivialis Trifolium pratense Trifolium rubens Trisetum flavescens Le specie da privilegiare nel ripristino dei ghiaioni sono quelle adattate agli ambienti calcarei pionieri, quindi principalmente Calamagrostis varia, Chrysopogon gryllus, Sesleria varia, Koeleria macrantha, il cui impiego trova la sola limitazione della disponibilità delle sementi. Nella tabella che segue si indicano una serie di specie erbacee utilizzabili nelle operazioni di ripristino. La composizione percentuale del miscuglio da utilizzare deve variare in funzione delle condizioni locali esistenti al momento dell’intervento, principalmente in funzione dello spessore del suolo e della pendenza del versante. Tabella E.3 - Specie erbacee utilizzabili per il ripristino dei ghiaioni SPECIE ERBACEE Anthericum ramosum Anthoxanthum odoratum Anthyllis vulneraria Brachypodium pinnatum Bromus erectus Buphtalmum salicifolium Calamagrostis varia Carex flacca Carex humilis Chrysopogon gryllus Festuca alpestris Koeleria macrantha Sesleria varia 7 – Formazioni a robinia e specie esotiche Le aree di ripristino si presentano come aree libere, aperte alla colonizzazione di specie opportuniste. Tra queste le specie esotiche sono da considerare infestanti indesiderate, in quanto peggioratrici della qualità naturalistica del ripristino. Si consiglia di effettuare un monitoraggio della presenza di queste specie nell’area interessata dai lavori. In particolare, le specie legnose da controllare sono la robinia (Robinia pseudoacacia), la buddleja (Buddleja davidii), l’ailanto (Ailanthus altissima), a cui va aggiunto un numeroso contingente di specie erbacee. Pagina 371 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.6. INTERVENTI MITIGATIVI E COMPENSATIVI PER LA FAUNA Nell'individuazione dei possibili interventi di mitigazione e compensazione, si fa riferimento agli impatti previsti relativi alle aree individuate quali maggiormente sensibili sotto il profilo faunistico, e pertanto a quelle interessate dai tratti a cielo aperto del tracciato e dai siti di imbocco delle gallerie. Nello specifico, sulla base delle specie faunistiche presenti o potenzialmente presenti, sono state identificate come aree sensibili quelle riconducibili a: - Ambienti acquatici (torrenti, bacino lacustre) - Ambienti boscati (boschi ed arbusteti submontani) - Aree aperte (praterie magre da fieno a bassa altitudine, ghiaioni mediterranei) - Pareti rocciose - Grotte - Ambienti artificiali (vasche per abbeverata, muretti a secco, impianti di olivo) A - Ambienti acquatici (torrenti e bacino lacustre) Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di cantiere Bacino lacustre e torrenti: Mitigazione: Oltre alle azioni mitigative, presentate nel capitolo riguardante la tutela delle acque superficiali, si evidenzia la necessità di effettuare monitoraggi anteoperam mirati all'individuazione delle specie effettivamente presenti nell'area, ed all'identificazione di quelle da sottoporre a maggior tutela, specialmente all’interno delle pozze di abbeverata e delle aree a lago. In concomitanza con le operazioni di realizzazione delle opere a lago o in corrispondenza di fenomeni di torbidità, sarà necessario effettuare un adeguato monitoraggio della torbidità delle aree. Per quanto riguarda gli attracchi a lago, i piazzali di carico delle chiatte dovranno essere realizzati con adeguato sistema di raccolta delle acque di prima pioggia lungo il perimetro del piazzale. Si dovrà evitare che, durante gli eventi meteorici intensi, o in caso di sversamento accidentale, le acque sul piazzale recapitino direttamente a lago determinando inquinamenti o fenomeni di torbidità. Il rifornimento e la lubrificazione dei mezzi dovrà avvenire in aree appositamente attrezzate. Per quanto riguarda l’occupazione di habitat dovuto alla realizzazione di queste aree si evidenzia che, in comune di Griante, l’area è sovrapposta alle zone di frega del lavarello. Si dovrà quindi evitare la realizzazione di queste opere in concomitanza del periodo di frega del lavarello, ossia in periodo invernale. In particolare il periodo critico inizia solitamente – in relazione Pagina 372 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE all’andamento climatico annuale - nel mese di dicembre, quando avviene la deposizione, mentre l’incubazione ha una durata media di circa 50 giorni; si ritiene quindi cautelativo come utilizzare come periodo di protezione della riproduzione del lavarello il trimestre dicembre – febbraio. Compensazione: Ripristino delle sponde (sia a lago che sui torrenti), affinché godano delle caratteristiche idonee a mantenere le popolazioni delle specie maggiormente rilevanti sotto il profilo conservazionistico e a costituire corridoi ecologici di connessione tra le diverse tipologie di habitat intersecati. Identificate, mediante monitoraggio, le specie a priorità di conservazione effettivamente presenti nell'area, attuazione di una o più azioni tra quelle indicate nelle Strategie di Conservazione dalla DGR 20 Aprile 2001 - N 7/4345, Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia. Indicativamente, le azioni prioritarie che possono fin d’ora essere identificate sono le seguenti: - Lago. Rinaturazione di alveo e sponde corpi d’acqua; creazione e/o mantenimento delle aree di frega; realizzazione di spiagge artificiali per la frega delle specie litofile (p.e. agone, lavarello e alborella) mediante deposizione di letti di ghiaia; posizionamento di fascine per riproduzione del pesce persico e per incrementare la disponibilità di rifugi per gli avannotti dell’ittiofauna della fascia litorale. - Torrente e pozze. Rinaturazione di alveo e sponde corpi d’acqua; conservazione manutenzione pozze; mantenimento di zone umide, praterie igrofile e marcite; eliminazione di elementi artificiali di discontinuità alla libera migrazione ittica tra la porzione terminale degli immissari e il lago. Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di esercizio Bacino lacustre e torrente: Mitigazione: Evitare l'accidentale immissione di particolato e sostanze di scarico dei mezzi in transito, mediante attento collettamento e apposito smaltimento degli stessi; queste componenti potrebbero infatti essere dilavate, in caso di pioggia, dal manto stradale e confluire nel naturale bacino di raccolta costituito dal displuvio stesso, in particolare in corrispondenza dei viadotti realizzati sui valletti dei torrenti. Tale eventualità dovrebbe essere evitata realizzando idonei impianti di depurazione delle acque o mediante la realizzazione di collegamenti con altri impianti già esistenti. Da valutare è la possibilità, nei tratti a cielo aperto, di realizzare barriere anti-rumore al fine di limitare il disturbo generato dai mezzi in transito per le specie animali viventi o gravitanti nell'area interessata dal tracciato. Pagina 373 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE B - Ambienti boscati (boschi ed arbusteti submontani) Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di cantiere Boschi submontani – orno ostrieti -: Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam mirati all'individuazione delle specie di uccelli da sottoporre a maggior tutela, cercando di localizzare eventuali aree a maggio rischio di impatto. Evitare o limitare al massimo l'asportazione di porzioni di aree cespugliate o boscate, o quantomeno limitare temporalmente tali azioni, in modo da non danneggiare la nidificazione di alcune specie di avifauna o la riproduzione di mammiferi arboricoli. Evitare o limitare al massimo il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi meccanici o terra e materiale di escavazione) mediante realizzazione di barriere temporanee che ne limitino la dispersione. Compensazione: Ripristino di aree boschive degradate, affinché godano delle caratteristiche idonee ad ospitare e a mantenere le popolazioni delle specie maggiormente rilevanti sotto il profilo conservazionistico. Tutela degli alberi più maturi e di quelli che presentano grosse cavità naturali nel tronco. Rilascio, nel caso di tagli, di legno morto a terra e cataste di ramaglie. Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di esercizio Boschi submontani – orno ostrieti -: Mitigazione: Relativamente agli impatti costituiti dal rumore generato dai mezzi in transito, è da valutare la possibilità, nei tratti a cielo aperto, di realizzare barriere anti-rumore al fine di limitare il disturbo per le specie animali viventi o gravitanti nell'area interessata dal tracciato. Al fine di evitare, o quantomeno limitare al massimo gli investimenti di anfibi, di rettili e di mammiferi di piccole, medie e grandi dimensioni, è opportuno prevedere, lungo i tratti a cielo aperto, la realizzazione di una recinzione stradale idonea. Questa è costituita da una rete metallica zincata ed elettrosaldata di 2,8 m nel lato a valle e 3,5 m nel lato a monte, fissata a pali in legno o metallo distanziati di 4 m uno dall’altro, in modo che non possa essere superata in salto dagli ungulati presenti (specialmente il cervo, che può causare incidenti di elevata pericolosità). La rete deve essere fissata ai pali dal lato opposto della strada e deve essere interrata per almeno 2030 cm, con piegatura ed estensione orizzontale sottoterra sul lato di campagna per almeno altri 30 cm. La maglia della rete dovrebbe preferibilmente essere graduata, in modo da assolvere al contenimento di animali di dimensioni differenti in base all’altezza: maglia 20x20 mm fino a 40 cm di altezza; 25x50 mm da 40 cm a 1 m di altezza; parte restante fino alla sommità di 150x150 mm (Dinetti, 2012). Tale intervento, congiuntamente alla realizzazione stessa dei tratti a cielo aperto, costituisce di fatto un'interruzione della continuità degli habitat e Pagina 374 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE quindi delle popolazioni ed è quindi da prevedere la costruzione di passaggi faunistici in ciascuno dei tratti a cielo aperto. Compensazione: Identificazione, mediante monitoraggio, delle specie a priorità di conservazione effettivamente presenti nell'area e conseguente attuazione di una o più azioni tra quelle indicate nelle Strategie di Conservazione dalla DGR 20 Aprile 2001 - N 7/4345, Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia. C – Aree aperte (praterie magre da fieno a bassa altitudine, ghiaioni mediterranei) Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di cantiere Praterie magre da fieno a bassa altitudine Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam mirati all'individuazione delle specie di uccelli da sottoporre a maggior tutela, cercando di localizzare eventuali aree a maggio rischio di impatto. Evitare o limitare al massimo l'asportazione di porzioni di suolo, o quantomeno limitare temporalmente tali azioni, in modo da non comportare l'uccisione di specie terricole svernanti nel terreno, quali rettili e piccoli mammiferi. Evitare o limitare al massimo il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi meccanici o terra e materiale di escavazione) mediante realizzazione di barriere temporanee che ne limitino la dispersione. Compensazione: Ripristino di prati magri da fieno, realtà agricola tradizionale in progressiva rarefazione, già esistenti ma degradate o in stato di abbandono, affinché godano delle caratteristiche idonee ad ospitare e a mantenere le popolazioni delle specie maggiormente rilevanti sotto il profilo conservazionistico. Realizzazione di filari arbustivi o arborei nelle aree a cielo aperto del tracciato, in collegamento con le adiacenti aree boscate, per mantenere la connettività per uccelli e piccoli mammiferi. Ghiaioni mediterranei Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam mirati all'individuazione delle specie di uccelli da sottoporre a maggior tutela, cercando di localizzare eventuali aree a maggio rischio di impatto. Evitare o limitare al massimo il sollevamento di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi meccanici o terra e materiale di escavazione) mediante realizzazione di barriere temporanee che ne limitino la dispersione. Pagina 375 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di esercizio Praterie magre da fieno a bassa altitudine Mitigazione: Relativamente agli impatti costituiti dal rumore generato dai mezzi in transito, è da valutare la possibilità, nei tratti a cielo aperto, di realizzare barriere anti-rumore al fine di limitare il disturbo per le specie animali viventi o gravitanti nell'area interessata dal tracciato. Al fine di evitare, o quantomeno limitare al massimo gli investimenti di anfibi, di rettili e di mammiferi di piccole, medie e grandi dimensioni, è opportuno prevedere, lungo i tratti a cielo aperto, la realizzazione di una recinzione stradale idonea. Questa è costituita da una rete metallica zincata ed elettrosaldata di 2,8 m nel lato a valle e 3,5 m nel lato a monte, fissata a pali in legno o metallo distanziati di 4 m uno dall’altro, in modo che non possa essere superata in salto dagli ungulati presenti (specialmente il cervo, che può causare incidenti di elevata pericolosità). La rete deve essere fissata ai pali dal lato opposto della strada e deve essere interrata per almeno 2030 cm, con piegatura ed estensione orizzontale sottoterra sul lato di campagna per almeno altri 30 cm. La maglia della rete dovrebbe preferibilmente essere graduata, in modo da assolvere al contenimento di animali di dimensioni differenti in base all’altezza: maglia 20x20 mm fino a 40 cm di altezza; 25x50 mm da 40 cm a 1 m di altezza; parte restante fino alla sommità di 150x150 mm (Dinetti, 2012). Tale intervento, congiuntamente alla realizzazione stessa dei tratti a cielo aperto, costituisce di fatto un'interruzione della continuità degli habitat e quindi delle popolazioni ed è quindi da prevedere la costruzione di passaggi faunistici in ciascuno dei tratti a cielo aperto. Compensazione: Al fine di compensare l'interruzione di continuità tra le popolazioni, è opportuno che, laddove tecnicamente possibile, le coperture dei brevi tratti, previsti dal progetto di tracciato come “gallerie artificiali”, possano rappresentare un corridoio di connessione tra gli habitat a monte e a valle del tracciato, mediante predisposizione e mantenimento di idonee coperture vegetali. Identificate, mediante monitoraggio, le specie a priorità di conservazione effettivamente presenti nell'area, attuazione di una o più azioni tra quelle indicate nelle Strategie di Conservazione dalla DGR 20 Aprile 2001 - N 7/4345, Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia. Ghiaioni mediterranei Mitigazione: Al fine di evitare, o quantomeno limitare al massimo gli investimenti di rettili e mammiferi di piccole, medie e grandi dimensioni, è opportuno prevedere, Pagina 376 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE lungo i tratti a cielo aperto, la realizzazione di una recinzione stradale idonea. Questa è costituita da una rete metallica zincata ed elettrosaldata di 2,8 m nel lato a valle e 3,5 m nel lato a monte, fissata a pali in legno o metallo distanziati di 4 m uno dall’altro, in modo che non possa essere superata in salto dagli ungulati presenti (specialmente il cervo, che può causare incidenti di elevata pericolosità). La rete deve essere fissata ai pali dal lato opposto della strada e deve essere interrata per almeno 20-30 cm, con piegatura ed estensione orizzontale sottoterra sul lato di campagna per almeno altri 30 cm. La maglia della rete dovrebbe preferibilmente essere graduata, in modo da assolvere al contenimento di animali di dimensioni differenti in base all’altezza: maglia 20x20 mm fino a 40 cm di altezza; 25x50 mm da 40 cm a 1 m di altezza; parte restante fino alla sommità di 150x150 mm. L’interruzione della continuità territoriale deve essere mitigata con la costruzione di passaggi faunistici o ecodotti. Compensazione: Al fine di compensare l'interruzione di continuità tra le popolazioni, è opportuno che, laddove tecnicamente possibile, le coperture dei brevi tratti, previsti dal progetto di tracciato come “gallerie artificiali”, possano rappresentare un corridoio di connessione tra gli habitat a monte e a valle del tracciato, mediante predisposizione e mantenimento di idonee coperture vegetali. Identificate, mediante monitoraggio, le specie a priorità di conservazione effettivamente presenti nell'area, attuazione di una o più azioni tra quelle indicate nelle Strategie di Conservazione dalla DGR 20 Aprile 2001 - N 7/4345, Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia. D - Pareti rocciose Questa tipologia ambientale, ben rappresentata a monte degli ambienti di Sala Comacina e di Mezzegra e ai lati del torrente Perlana, costituisce un habitat estremamente importante per la possibile presenza e/o nidificazione di rapaci di rilevante interesse conservazionistico. Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di cantiere Pareti rocciose: Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam mirati all'individuazione delle specie effettivamente nidificanti nell'area, ed all'identificazione di quelle da sottoporre a maggior tutela. Evitare, limitare o in alternativa dotare di opportuni sistemi di segnalazione eventuali cavi aerei necessari allo svolgimento delle attività di cantiere. Pagina 377 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Compensazione: Identificate, mediante monitoraggio, le specie a priorità di conservazione effettivamente presenti nell'area, attuazione di una o più azioni tra quelle indicate nelle Strategie di Conservazione dalla DGR 20 Aprile 2001 - N 7/4345, Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia. Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di esercizio Pareti rocciose: Mitigazione: Relativamente agli impatti costituiti dal rumore generato dai mezzi in transito, è da valutare la possibilità, nei tratti a cielo aperto, di realizzare barriere anti-rumore al fine di limitare il disturbo per le specie animali viventi o gravitanti nell'area interessata dal tracciato. Dotare di appositi sistemi di segnalazione eventuali cavi aerei posizionati che potrebbero comportare l'impatto accidentale dei rapaci presenti, determinandone la morte. Compensazione: Identificate, mediante monitoraggio, le specie a priorità di conservazione effettivamente presenti nell'area, attuazione di una o più azioni tra quelle indicate nelle Strategie di Conservazione dalla DGR 20 Aprile 2001 - N 7/4345, Approvazione del Programma Regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attività per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia. Dotare di idonea segnalazione la linea di alta tensione situata sopra l’abitato di Mezzegra, in corrispondenza delle pareti rocciose, con sistemi ad alta visibilità, per diminuire l’impatto accidentale dei rapaci presenti con la struttura. E - Cavità e grotte Questa tipologia ambientale, presente nei rilievi di natura carsica della Tremezzina, costituisce un habitat estremamente importante per la possibile presenza di chirotteri di rilevante interesse conservazionistico. Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di cantiere Cavità e grotte: Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam e in corso d’opera per valutare l’andamento della popolazione svernante di chirotteri presente nella Grotta “Bucone di Tremezzo”, in modo da valutare eventuali variazioni numeriche che possono essere conseguenza del disturbo in fase di cantiere. In particolare, il monitoraggio dovrebbe comprendere anche il rilevamento delle Pagina 378 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE vibrazioni in grotta con apposita strumentazione (accelerometro) durante il periodo di presenza degli animali (settembre-aprile). Non essendo possibile né limitare né tantomeno evitare le vibrazioni generate dai mezzi impiegati nelle attività di cantiere, è opportuno pianificare le stesse in modo tale che le attività di scavo della galleria Tremezzina in corrispondenza della grotta “Bucone di Tremezzo” siano svolte al di fuori del periodo critico novembre-febbraio o che in tale periodo si eviti quantomeno l’utilizzo di esplosivi. Compensazione: Al fine di aumentare le disponibilità di siti di rifugio per i chirotteri e sensibilizzare la popolazione dei comuni della Tremezzina riguardo alla conservazione di questo gruppo animale, è possibile l’individuazione di un locale attualmente in disuso all’interno di un edificio storico che venga adattato all’uso da parte degli animali. All’interno dell’edificio potrebbe anche essere allestita una piccola mostra per i visitatori. Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di esercizio Cavità e grotte: Mitigazione: Continuazione dei monitoraggi della colonia di svernamento di vespertilio di Capaccini e rinolofo maggiore e delle vibrazioni all’interno del Bucone di Tremezzo. F – Ambienti artificiali (vasche per abbeverata, muretti a secco, impianti di ulivo) Questa tipologia è rappresentata da manufatti come le vasche di abbeverata e i muretti a secco e dagli impianti di ulivo, che pur essendo di origine artificiale, possono avere grande importanza ai fini della conservazione delle specie che in essi trovano rifugio o trovano un ambiente idoneo per la riproduzione e il foraggiamento (anfibi, rettili, uccelli, piccoli mammiferi). Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di cantiere Vasche per abbeverata Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam mirati al censimento di tutte le pozze di abbeverata insistenti nell'area di intervento, in particolare nei tratti a cielo aperto sopra Mezzegra e Spurano, dove sono presenti piccoli invasi artificiali, nonché all'individuazione di altre specie presenti nell'area oltre alla salamandra pezzata (Salamandra salamandra), e all'identificazione di quelle da sottoporre a maggior tutela. Per quanto riguarda le raccolte d’acqua che saranno distrutte perché poste in corrispondenza del tracciato, occorre limitare le possibilità di uccisione diretta di anfibi (sia allo stadio larvale, che adulti) provvedendo al Pagina 379 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE prosciugamento al di fuori del periodo riproduttivo, preferibilmente nei mesi autunnali e invernali (ottobre-febbraio). Escludere dalle zone di cantiere eventuali pozze, individuate nel monitoraggio ante-operam, che si trovino in adiacenza al tracciato. Evitare o limitare al massimo l'immissione nelle acque di particolato (es. polveri sollevate dai mezzi meccanici o terra e materiale di escavazione) mediante realizzazione di barriere temporanee che ne limitino la dispersione; evitare l'accidentale immissione di sostanze di scarico dei mezzi di cantiere, mediante attento collettamento e apposito smaltimento delle stesse. Compensazione: Creazione di nuove pozze in habitat idoneo, dotate delle caratteristiche adatte a favorire l'insediamento di specie di anfibi, per sopperire alla eliminazione di pozze pre-esistenti. Ripristino delle pozze di abbeverata esistenti laddove versino in condizioni non ottimali, affinché godano delle caratteristiche idonee a mantenere le popolazioni delle specie maggiormente rilevanti sotto il profilo conservazionistico. Muretti a secco Mitigazione: Monitoraggio delle componenti di interesse in fase ante operam per valutare l’effettiva importanza di tali strutture per la fauna. Compensazione: Creazione di nuove strutture analoghe con sufficiente profondità e spazio tra i singoli elementi al fine di permettere la colonizzazione e l’utilizzo da parte della fauna. Utilizzo, per quanto possibile del pietrame disponibile in loco. Impianti di ulivo Mitigazione: Monitoraggio delle componenti di interesse in fase ante operam per valutare l’effettiva importanza di tali ambienti per la fauna. Compensazione: Utilizzo di soggetti asportati come copertura vegetale per la piantumazione delle coperture dei brevi tratti, previsti dal progetto di tracciato come “gallerie artificiali”, nelle aree in cui gli impianti di ulivo costituiscono la tipologia predominante. Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di esercizio Vasche per abbeverata Nessuna azione prevista a seguito di impatti ipotizzati solo in fase di cantiere per le vasche esistenti. Per le pozze/vasche eventualmente ricreate come intervento compensativo si prevede la prosecuzione dei monitoraggi per verificarne l’efficacia e l’effettiva colonizzazione da parte delle specie di interesse. Pagina 380 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Muretti a secco Mitigazione: Manutenzione dei muretti ripristinati. Al fine di evitare, o quantomeno limitare al massimo gli investimenti di anfibi, di rettili e di mammiferi di piccole, medie e grandi dimensioni, è opportuno prevedere, lungo i tratti a cielo aperto, la realizzazione di una recinzione stradale idonea. Questa è costituita da una rete metallica zincata ed elettrosaldata di 2,8 m nel lato a valle e 3,5 m nel lato a monte, fissata a pali in legno o metallo distanziati di 4 m uno dall’altro, in modo che non possa essere superata in salto dagli ungulati presenti (specialmente il cervo, che può causare incidenti di elevata pericolosità). La rete deve essere fissata ai pali dal lato opposto della strada e deve essere interrata per almeno 2030 cm, con piegatura ed estensione orizzontale sottoterra sul lato di campagna per almeno altri 30 cm. La maglia della rete dovrebbe preferibilmente essere graduata, in modo da assolvere al contenimento di animali di dimensioni differenti in base all’altezza: maglia 20x20 mm fino a 40 cm di altezza; 25x50 mm da 40 cm a 1 m di altezza; parte restante fino alla sommità di 150x150 mm. G – Aree di deposito materiali Interventi di mitigazione e/o compensazione in fase di cantiere Mitigazione: Lo Studio per la Valutazione di Incidenza del PGT del comune di Grandola ed Uniti riporta le seguenti mitigazioni da adottare per l’area che sarà utilizzata per betonaggio e deposito materiali in Località “La Santa”: 1. per quanto riguarda l’illuminazione dell’impianto: impiegare preferibilmente sorgenti luminose a vapori di sodio ad alta pressione; per la strada di accesso, selezionare se possibile i livelli minimi di luminanza ed illuminamento consentiti dalle normative UNI 10439; evitare per gli impianti l’adozione di sistemi di illuminazione a diffusione libera o diffondenti o che emettano un flusso luminoso nell’emisfero superiore eccedente il 3% del flusso totale emesso dalla sorgente; limitare l’uso di proiettori ai casi di reale necessità. In ogni caso mantenendo l’orientamento del fascio verso il basso, non oltre i 60° dalla verticale; adottare sistemi automatici di controllo e riduzione del flusso luminoso, fino al 50% del totale, dopo le ore 22, e adottare lo spegnimento programmato totale degli impianti ogniqualvolta ciò sia possibile, tenuto conto delle esigenze di sicurezza; Pagina 381 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 2. per quanto riguarda il funzionamento dell’impianto: valutare se porre delle limitazioni temporali ai periodi di funzionamento dell’impianto e comunque evitare qualsiasi attività nelle ore notturne; l’effetto rumore deve essere contenuto utilizzando macchinari che ottemperino a quanto previsto dalla Direttiva CE n. 14/2000; limitare la velocità all’interno del cantiere; dovranno essere messe in atto tutte le possibili attenzioni per la riduzione/eliminazione di polveri e rumore; le aree di deposito è opportuno che siano mascherate da barriere antivento appropriate e sia le aree sia i cumuli siano periodicamente bagnati; gli stoccaggi di materiale e sostanze chimiche saranno da effettuarsi in area di cantiere in condizione di sicurezza, predisponendo la vasca atta a contenere le acque di dilavamento e le relative opere di regimazione, onde evitare situazioni di dilavamento diretto verso i corsi d’acqua; predisporre un sistema di monitoraggio chimico fisico e biologico continuo delle acque reflue; la tutela di acqua e suolo deve essere garantita anche predisponendo un Piano di intervento rapido per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti accidentali; realizzazione idonee fasce arboree-arbustive, mediante l’utilizzo di specie autoctone, allo scopo di predisporre un ecosistema filtro tra l’impianto e il Sito Natura 2000. Compensazione: Nel caso in cui le mitigazioni previste non fossero sufficienti a eliminare i possibili effetti sugli obiettivi di conservazione del Sito si dovranno prevedere delle soluzioni alternative e successivamente degli interventi di compensazione, al fine di consentire comunque al SIC “Lago di Piano” di mantenere la sua funzione nel contesto della Rete Natura 2000. Pagina 382 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.7. INTERVENTI MITIGATIVI E COMPENSATIVI PER GLI ECOSISTEMI Sulla base del quadro conoscitivo e dell’identificazione degli impatti, gli ecosistemi presenti nel territorio interessato dall’infrastruttura sono riconducibili ai seguenti: 1. Boschi submontani 2. Arbusteti montani e submontani 3. Prati magri e pingui 4. Grotte 5. Torrenti montani e ambienti di forra 6. Ambiente lacustre E.7.1 FASE DI CANTIERE 5 - Torrenti montani e ambienti di forra: Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam mirati all'individuazione delle specie effettivamente presenti nell'area, ed all'identificazione di quelle da sottoporre a maggior tutela, sia per quanto riguarda la fauna ittica che la fauna anfibia. Evitare di eseguire attività interferenti con le acque in sovrapposizione ai periodi riproduttivi delle specie ittiche presenti (in particolare della trota fario, nel periodo invernale da dicembre a fine marzo) ed in periodo primaverile, corrispondente alla massima presenza di anfibi in questi ambienti. 6 - Ambiente lacustre Mitigazione: Effettuare monitoraggi ante-operam mirati all'individuazione delle specie effettivamente presenti nell'area, ed all'identificazione di quelle da sottoporre a maggior tutela, con particolare riferimento alle aree di frega site alla foce dei torrenti interferiti ed alle aree destinate agli attracchi a lago delle chiatte. Evitare di eseguire attività interferenti con le acque in sovrapposizione ai periodi riproduttivi delle specie ittiche presenti. Compensazione: Per quanto riguarda le aree spondali interferite dalla presenza di attracchi o zone di cantierizzazione saranno importanti adeguate compensazioni ambientali, da decidere in dettaglio in base ai risultati del monitoraggio relativi agli ambienti ed alle specie maggiormente presenti. Le compensazioni dovranno riguardare la sistemazione delle sponde, una volta dismesso il cantiere, volta ad un veloce ripristino naturalistico delle stesse oltre che interventi di diversificazione del fondale, sempre nell’ambito della realizzazione di nuove aree di rifugio e riproduzione delle specie ittiche presenti. Pagina 383 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.7.2 FASE DI ESERCIZIO 1 - Boschi submontani, arbusteti montani e submontani, prati magri e pingui Mitigazione: Realizzazione di passaggi per la fauna che possano essere utilizzati da tutte le componenti animali rilevate nell’area che subiranno una frammentazione del proprio habitat. 5 - Torrenti montani e ambienti di forra; ambiente lacustre Mitigazione: Per quanto riguarda la fase di esercizio della strada sarà importante mantenere un corretto funzionamento degli impianti di collettamento delle acque di dilavamento. Pagina 384 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.8. INTERVENTI MITIGATIVI E COMPENSATIVI PER IL PAESAGGIO Per una descrizione più generale del progetto di inserimento paesaggistico ed ambientale si rimanda alla “Relazione degli interventi di mitigazione e compensazione ambientale”. E.8.1 OPERE DI MITIGAZIONE E.8.1.1. TIPOLOGIE VEGETAZIONALI Lungo l’intero tracciato stradale è previsto l’utilizzo di diverse tipologie strutturali, definite attraverso dei moduli tipologici vegetazionali a cui è stato associato un codice alfanumerico identificativo. Ciascun modulo è stato elaborato in ragione della funzione attesa: tale modalità di progettazione consente la ripetizione della medesima tipologia in tutte le situazioni in cui l’obiettivo progettuale è simile. Questi interventi, definiti anche opere a verde, oltre che svolgere una funzione mitigativa per quanto concerne gli aspetti puramente vegetazionali e floristici, svolgono contemporaneamente funzioni mitigative per la componente paesaggio in quanto contribuiscono a migliorare l’inserimento paesaggistico dell’opera. Di seguito si riporta l’elenco dei moduli vegetazionali previsti nel progetto: 01_PR : prato 02_IR : prato su rilevato 03_GI : sistemazione a giardino 04_AR : arbusteto 05_AF : arbusteto fiorito 06_MR : arbusteto su rilevato 07_BO : bosco 08_BF : bosco filtro 09_SI : siepe 11_FR : frutteto/uliveto Di seguito si riporta la descrizione sommaria delle varie tipologie vegetazionali e delle relative funzioni mitigative. Una descrizione più dettagliata di ciascuna tipologia, comprensiva delle specie vegetali utilizzate e delle modalità di intervento, è contenuta all’interno dell’apposito elaborato “Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici”. 01 PR: prato Creazione di formazioni prative stabili su superfici pianeggianti, consistenti in un cotico erbaceo a copertura immediata e duratura del suolo con funzione Pagina 385 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE antierosiva nonché di competizione con le infestanti per mezzo di graminacee e leguminose. L’intervento è impiegato per creare spazi o radure o con funzioni ecotonali (ambienti di transizione) in margine o all’interno di altre tipologie di mitigazione e compensazione ambientale quali boschi ed arbusteti. L’utilizzo può essere esteso in generale ad aree in cui i lavori di cantiere hanno provocato l’asportazione dello strato fertile di terreno. Le superfici prative verranno realizzate mediante semina, su superfici lavorate, di miscugli di specie erbacee permanenti. I quantitativi ad ettaro di seme da utilizzare saranno di circa 150 kg. 02 IR: prato su rilevato (inerbimento dei versanti, delle scarpate e dei rilevati stradali) La tipologia è mirata alla rinaturalizzazione dei versanti scoscesi, delle scarpate e dei rilevati stradali e consiste nella formazione di un cotico erbaceo sulle superfici anche fortemente inclinate , a copertura immediata e duratura del suolo con funzione antierosiva nonché di competizione con le infestanti per mezzo di graminacee e leguminose. L’inerbimento è realizzato mediante idrosemina ovvero l’aspersione di una miscela formata da acqua, miscuglio di sementi di specie erbacee selezionate e idonee al sito, concime organico, collanti e sostanze miglioratrici del terreno, il tutto distribuito con speciali macchine irroratrici a forte pressione. I quantitativi di seme da utilizzare sono di 150 kg per ettaro. 03 GI: sistemazione a giardino Alcune aree prossime agli svincoli di Colonno e Griante, verranno arredate con finalità principalmente estetica e, a tal fine, prevederanno la semina diffusa di prato unitamente alla creazione di macchie arboree, macchie arbustive, filari arborei con impiego di materiale vivaistico anche di grandi dimensioni e talvolta non appartenenti alla flora autoctona (specie cultivar). Per garantire il mantenimento nel tempo del ruolo ornamentale di queste aiuole verdi, oltre alla loro pacciamatura con corteccia di conifere, è quindi prevista l’installazione di una capillare rete d’irrigazione che attraverso sistemi ad aspersione ed ala gocciolante permetterà il mantenimento di condizioni ecologiche ottimali per tutte le specie messe a dimora. 04 AR: arbusteto Si tratta di nuclei o dense fasce arbustive mirate alla ricostruzione delle associazioni di cespugli che caratterizzano i margini boschivi e che colonizzano le prime fasi nelle successioni dinamiche naturali di rimboschimento. Questo intervento, caratterizzato dall’utilizzo di sole specie arbustive, è impiegato soprattutto intorno alle nuove aree boscate come vegetazione arbustiva “di mantello”, in modo da realizzare una graduale transizione tra la piantumazione forestale vera e propria e le superfici prative circostanti Pagina 386 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE (funzione ecotonale). La tipologia è utilizzata anche per la creazione di nuclei arbustivi isolati. Il sesto d’impianto prevede il tracciamento di file parallele per facilitare le operazioni di manutenzione, con distanze interfilari di 1,5 m e sulla fila di 1,5 m (sesto regolare quadrato di 1,5 m x 1,5 m). Gli allineamenti saranno movimentati dalla disposizione delle singole specie che dovrà essere la più casuale possibile, facendo attenzione ad alternare con buona regolarità piccoli gruppi monospecifici (3-7 individui); questo sia per ricalcare quanto di fatto avviene in natura, sia per garantire che almeno una delle piante presenti nel gruppo abbia a disposizione una superficie sufficiente a maturità. Le specie impiegate sono autoctone e fanno riferimento alle associazioni termo-eliofile che caratterizzano i margini dei boschi, con condizioni di forte luminosità e temperature relativamente alte . Il materiale vivaistico è costituito da semenzali di due anni di 50-60 cm, fornite a radice nuda o in fitocella. 05 AF: arbusteto fiorito Creazione di dense fasce arbustive caratterizzate da specie “da fiore”. Questo intervento, oltre che costituire un’opera di rinaturalizzazione, svolge soprattutto una funzione decorativa e arredo a verde, migliorando così l’inserimento paesaggistico degli svincoli e degli imbocchi delle gallerie. Il sesto d’impianto (quando previsto) prevede il tracciamento di file parallele per facilitare le operazioni di manutenzione ed è costituito da soli arbusti, con distanze interfilari e sulla fila uguali di 1,5 m (sesto regolare quadrato di 1,5 m x 1,5 m). Gli allineamenti saranno movimentati dalla disposizione delle singole specie che dovrà essere la più casuale possibile, facendo attenzione ad alternare con buona regolarità piccoli gruppi monospecifici (37 individui). Tra le specie arbustive utilizzate sono state scelte quelle la cui fioritura o colorazione delle foglie risulta particolarmente evidente e decorativa, favorendo comunque le specie autoctone e /o con caratteristiche adatte ai luoghi di impianto. Il materiale vivaistico è costituito da semenzali di 2 anni di 50-60 cm, fornite a radice nuda o in fitocella. 06 MR: arbusteto su scarpata Creazione di dense macchie arbustive da attestarsi sulle superfici inclinate dei versanti, delle scarpate e dei rilevati. Questo intervento, oltre che costituire un’opera di rinaturalizzazione, svolge anche la funzione di mascheramento e arredo a verde dei versanti e delle scarpate, migliorando così l’inserimento paesaggistico dell’infrastruttura. L’impianto può essere effettuato anche laddove, a causa delle particolari lavorazioni del terreno la quota di questo si trovi di qualche metro superiore al piano campagna. Pagina 387 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Il sesto d’impianto (se previsto) prevede il tracciamento di file parallele per facilitare le operazioni di manutenzione ed è costituito da soli arbusti, con distanze interfilari e sulla fila uguali di 1,5 m (sesto regolare quadrato di 1,5 m x 1,5 m). Gli allineamenti saranno movimentati dalla disposizione delle singole specie che dovrà essere la più casuale possibile, facendo attenzione ad alternare con buona regolarità piccoli gruppi monospecifici (3-7 individui); questo sia per ricalcare quanto di fatto avviene in natura sia per garantire che almeno una delle piante presenti nel gruppo abbia a disposizione una superficie sufficiente a maturità. Tra le specie utilizzate sono state favorite quelle xerofile, ovvero quelle che meglio si adattano a terreni caratterizzati da carenza idrica. L’impianto viene effettuato infatti su superfici inclinate, la cui pendenza impedisce il trattenimento dell’acqua nel substrato , rendendone difficoltoso l’approvvigionamento da parte delle piante. Il materiale vivaistico è costituito da semenzali di 2 anni di 50-60 cm, fornite a radice nuda o in fitocella. 07 BO: bosco Creazione di macchie boscate, quali ambienti sostitutivi di quelli manomessi (compensazione ecosistemica) o imboschimento di aree residuali o intercluse poste nell’immediata vicinanza del tracciato stradale. In entrambi i casi l’obiettivo è di aumentare la potenzialità biologica del territorio favorendone allo stesso tempo la sua caratterizzazione paesaggistica. Il sesto d’impianto prevede il tracciamento di file parallele con andamento pseudo-sinusoidale ed interasse pari a 3,0 m, lungo le quali il materiale di propagazione forestale verrà messo a dimora con distanze di 1,5 m fra piantina e piantina (sesto 3 m*1.5 m). Le distanze di piantagione permettono una buona meccanizzazione delle operazioni di gestione, rendendole efficienti ed economicamente sostenibili. L’andamento “pseudo-sinusoidale” delle file permette invece di mascherare nel tempo, l’assetto artificiale dell’imboschimento ed aumentarne l’irregolarità, tipica dei boschi naturali. La disposizione delle diverse specie lungo le file dovrà essere la più casuale possibile, facendo attenzione ad alternare con buona regolarità piccoli gruppi di alberi ed arbusti (3-7 individui); questo sia per ricalcare quanto di fatto avviene in natura sia per garantire che almeno una delle piante presenti nel gruppo abbia a disposizione una superficie sufficiente a maturità. Per la scelta delle specie si è fatto riferimento all’ Orno-Ostryon. Il materiale vivaistico è costituito per la maggior parte da semenzali di 2 anni, con altezze variabili fra 70 e 120 cm per quanto riguarda le specie arboree e fra 50 e 60 cm per gli arbusti, fornite a radice nuda o in fitocella. Solamente per alcune specie saranno utilizzate piante più grandi a medio sviluppo (alt.1,5-2 m) fornite in vaso o in zolla. Pagina 388 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 08 BF: bosco filtro Questa tipologia di intervento, del tutto simile alla tipologia BOSCO descritta in precedenza, viene realizzata in prossimità di ricettori sensibili, al fine di mitigare l’impatto delle polveri generato dal traffico veicolare ed, allo stesso tempo, anche per creare una barriera visiva. Il sesto d’impianto prevede il tracciamento di file parallele con andamento sinusoidale ed interasse pari a 3,0 m, lungo le quali il materiale di propagazione forestale verrà messo a dimora con distanze di 1,5 m fra piantina e piantina (sesto 3 m x 1.5 m). Le distanze di piantagione permettono una buona meccanizzazione delle operazioni di gestione, rendendole efficienti ed economicamente sostenibili. L’andamento pseudo-sinusoidale delle file permette invece di mascherare nel tempo, l’assetto artificiale dell’imboschimento ed aumentarne l’irregolarità, tipica dei boschi naturali. La disposizione delle diverse specie lungo le file dovrà essere la più casuale possibile, facendo attenzione ad alternare con buona regolarità piccoli gruppi di alberi ed arbusti (3-7 individui); questo sia per ricalcare quanto di fatto avviene in natura sia per garantire che almeno una delle piante presenti nel gruppo abbia a disposizione una superficie sufficiente a maturità. Per la scelta delle specie si è fatto riferimento alla più importante formazione forestale climax, ovvero l’ Orno-Ostryon, privilegiando quelle con maggiore resistenza agli inquinanti derivanti dal traffico veicolare. Il materiale vivaistico è costituito per la maggior parte da semenzali di 2 anni, con altezze variabili fra 70 e 120 cm per quanto riguarda le specie arboree e fra 50 e 60 cm per gli arbusti, fornite a radice nuda o in fitocella. Solamente per alcune specie saranno utilizzate piante più grandi a medio sviluppo (alt.1,5-2 m) fornite in vaso o in zolla. 09 SI: siepi Questa tipologia d’intervento consiste nella realizzazione di dense strutture arboreo-arbustive lineari, da posizionare principalmente lungo le strade e i sentieri quando gli spazi a disposizione per la piantumazione sono limitati. L’intervento oltre ad assicurare, per quanto possibile, la continuità naturalistica in alcuni ambiti potenziando la rete ecologica esistente, favorisce la sua caratterizzazione paesaggistico-visuale. L’impianto, eseguito su file parallele per facilitare le operazioni di manutenzione, prevede l’utilizzo di specie sia arboree che arbustive, queste ultime distinguibili in base all’altezza che raggiungeranno a maturità in arbusti alti e arbusti medio-bassi. La struttura di base minima, larga 3 metri, è composta da 2 filari ognuno caratterizzato da una particolare composizione percentuale di alberi ed arbusti. Procedendo dal lato esterno verso quello a ridosso del canale o della strada si hanno: Pagina 389 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE un filare arbustivo formato esclusivamente da arbusti medio bassi con individui distanti tra loro 1 metro un filare arboreo-arbustivo composto prevalentemente da arbusti alti ma con presenza anche di alberi (con distanza tra gli individui di 1,5 metri). Laddove fosse a disposizione sufficiente spazio (5 metri) è possibile integrare la struttura con un terzo filare alto arbustivo formato prevalentemente da arbusti alti con individui distanti tra loro 1,5 metri Laddove fosse a disposizione un maggiore spazio (10 m), sarà possibile integrare la struttura con filare arboreo-arbustivo composto prevalentemente da arbusti alti ma con una percentuale maggiore di alberi (con distanza tra gli individui di 1,5 m) e con un filare alto arbustivo formato prevalentemente da arbusti alti con individui distanti tra loro 1,5 m La disposizione delle piante deve essere effettuata per piccoli gruppi della stessa specie (3-7 individui); questo sia per ricalcare quanto di fatto avviene in natura sia per garantire che almeno una delle piante presenti nel gruppo abbia a disposizione una superficie sufficiente a maturità. La scelta delle specie da utilizzare è stata effettuata in base la loro collocazione, cercando di favorire quelle appartenenti ad associazioni vegetali tipiche della zona in cui verrà eseguito l’impianto (specie autoctone). Il materiale vivaistico di base è rappresentato per la maggior parte da semenzali di 2 anni, con altezze variabili fra 70 e 120 cm per quanto riguarda le specie arboree e fra 50 e 60 cm per gli arbusti. Solamente per alcune specie saranno utilizzate piante più grandi a medio sviluppo (alt.1,5-2 metri) fornite in vaso o in zolla. 11 FR: frutteto/uliveto Si tratta dell’impianto di singoli alberi o filari di ulivi al fine di ricostruire la trama storica degli uliveti caratteristici di questa zona. Qualora siano disposti in filare gli esemplari saranno disposti con una distanza tra le piante costante di 5 m. Il materiale vivaistico è rappresentato da specie arboree con circonferenza di 12-14 cm, fornite in zolla. Tra tutte le piante inserite in questo piano vegetazionale, questi alberi, per via della loro stazza, sono gli individui più sensibili a forti spinte, come per esempio folate di vento. Per permettere, quindi, un rapido attecchimento, gli esemplari saranno provvisti di palo tutore. E.8.2 OPERE DI COMPENSAZIONE Interessano tutto il territorio interferito dall’infrastruttura, e consistono in una serie di azioni che, prevalentemente a titolo compensatorio, si propongono di contribuire alla riqualificazione ambientale e paesaggistica. Pagina 390 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE L’individuazione di questi interventi ha tenuto conto della restituzione all’ambiente naturale di aree agricole rimaste intercluse dalla costruzione dell’infrastruttura, e delle aree dismesse dai cantieri . Le aree, di norma, saranno espropriate solamente se non si dovessero raggiungere degli accordi bonari per il convenzionamento con i proprietari dei fondi. Di seguito vengono illustrati i progetti di compensazione ambientale che scaturiscono dai risultati dello SIA . In particolar modo la valutazione di impatto paesistico ha dato risultato “impatto paesistico superiore alla soglia di rilevanza ma inferiore alla soglia di tolleranza” pertanto risulta necessario adottare misure compensative. E.8.2.1. PROGETTO DI COMPENSAZIONE PAESAGGISTICA N.1 Nel Comune di Ossuccio in località Torre di Spurano il tracciato della nuova infrastruttura (tratto a cielo aperto) interferisce con gli spazi aperti del complesso storico. La progettazione preliminare prevedeva esclusivamente una “barriera verde” di mitigazione visiva. Gli approfondimenti eseguiti nel SIA hanno messo in evidenza criticità in diverse componenti ambientali (rumore, atmosfera e soprattutto paesaggio). Il primo intervento strutturale per mitigare notevolmente gli impatti è la realizzazione di una galleria artificiale (ecodotto) dimensionata verificando di continuo i risultati dei modelli matematici sia per il rumore sia per l’aria. Questa galleria “nasconde” il nastro stradale (ed il traffico veicolare) per un tratto lungo 125 metri; da questo ne trae grande vantaggio anche la componente paesaggio. Il manufatto in cemento armato della galleria artificiale non poteva in nessun modo essere “accettato” come nuova costruzione compatibile con un contesto così caratterizzato dalla presenza dell’antica Torre di guardia . Il progetto di compensazione proposto prevede quindi la completa riqualificazione di gran parte degli spazi aperti connessi al complesso di valore storico “Torre di Spurano”. Nella tavola T00IA00AMBPP02 (scala 1:200) è rappresentata una nuova sistemazione dell’attuale area di pertinenza della Torre. Sono stati introdotti elementi tipici del luogo: utilizzando la tecnica antica dei terrazzamenti dei versanti con l’utilizzo di muretti a secco, del tutto simili a quelli già presente sul versante a Lago della Torre. La nuova modellazione permetterà l’impianto di un nuovo frutteto o, anche se l’esposizione non sarà l’ideale, di un nuovo uliveto (protagonista indiscusso e non solo simbolico dell’attività agricola millenaria di questi luoghi). Pagina 391 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE RIQUALIFICAZIONE AREE ESTERNE COMPLESSO STORICO DELLA TORRE DI SPURANO E.8.2.2. PROGETTO DI COMPENSAZIONE PAESAGGISTICA N.2 Sempre in località Torre di Spurano il tracciato della nuova infrastruttura interrompe un sentiero storico che dal Santuario della Madonna del Soccorso porta all’abitato di Colonno. Come opera di mitigazione degli impatti verrà costruito un nuovo sentiero capace di ripristinare il collegamento interrotto; integrando la progettazione del nuovo sentiero con la nuova distribuzione degli spazi aperti di pertinenza della Torre e di conseguenza della nuova recinzione. A completamento di tale opera assolutamente dovuta e necessaria si propone il progetto di compensazione paesaggistica n.2 che prevede la “riqualificazione dei sentieri storici nei comuni di di Sala Comacina ed Ossuccio” tale progetto indicato come compensazione paesaggistica di area vasta troverà il suo sviluppo all’interno della progettazione esecutiva. Sono molti i sentieri che necessitano di manutenzione straordinaria ma l’occasione per intervenire in modo unitario su questi elementi del paesaggio è sicuramente irrinunciabile. Pagina 392 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE RIQUALIFICAZIONE E RICONNESSIONE DEI SENTIERI STORICI Pagina 393 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.8.3 PROSPETTO RIASSUNTIVO DELLE AREE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE AMBIENTALE TRATTO I: SVINCOLO DI COLONNO MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 245 mq 0 mq 430 mq 450 mq 105 mq 385 mq 0 mq 0 mq 0 mq 0 mq TOTALE 1615 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 0 mq 0 mq Pagina 394 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE RONCHI MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 330 mq 0 mq 0 mq 0 mq 0 mq 305 mq 1989 mq 0 mq 0 mq 0 mq TOTALE 2624 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 555 mq 555 mq Pagina 395 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TRATTO II: RONCHI - PREMONTE MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 0 mq 0 mq 0 mq 0 mq 0 mq 1000 mq 0 mq 3146 mq 0 mq 390 mq TOTALE 4536 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 530 mq 530 mq Pagina 396 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TRATTO III: PREMONTE - PERLANA1 MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 1615 mq 228 mq 45 mq 135 mq 0 mq 675 mq 5350 mq 0 mq 0 mq 1760 mq TOTALE 9808 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 385 mq 255 mq 640 mq Pagina 397 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE PERLANA MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 170 mq 0 mq 0 mq 0 mq 0 mq 140 mq 0 mq 0 mq 0 mq 0 mq TOTALE 310 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 0 mq 0 mq Pagina 398 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TRATTO IV: PERLANA 1 - AZZANO MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 490 mq 273 mq 0 mq 0 mq 0 mq 520 mq 540 mq 5382 mq 0 mq 0 mq TOTALE 7205 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 0 mq 0 mq Pagina 399 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TRATTO V: AZZANO - BONZANIGO MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 425 mq 325 mq 0 mq 0 mq 0 mq 425 mq 3374 mq 2093 mq 0 mq 0 mq TOTALE 6642 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 0 mq 0 mq Pagina 400 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TRATTO VI: BONZANIGO - TREMEZZINA MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 945 mq 1794 mq 0 mq 0 mq 0 mq 1380 mq 6175 mq 0 mq 105 mq 0 mq TOTALE 10399 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 0 mq 0 mq Pagina 401 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE TRATTO VII: SVINCOLO GRIANTE MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT MIT CODICE [01-PR] [02-IR] [03-GI] [04-AR] [05-AF] [06-MR] [07-BO] [08-BF] [09-SI] [10-SF] DESCRIZIONE Prato Prato su rilevato Sistemazione a giardino Arbusteto Arbusteto fiorito Arbusteto su scarpata Bosco Bosco filtro Siepe Nuovo sentiero TOTALE 1450 mq 0 mq 1060 mq 440 mq 305 mq 175 mq 0 mq 0 mq 0 mq 0 mq TOTALE 3430 mq COMP [11-FR] Frutteto / uliveto COMP [PCP-02] Riqualificazione sentiero storico TOTALE 0 mq 0 mq 0 mq Pagina 402 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.8.4 ELABORATI GRAFICI Nella tabella della pagina seguente sono elencati gli elaborati grafici raffiguranti le opere di mitigazione e compensazione ambientale. Pagina 403 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE T 00 IA 00 AMB PL 01 A PLANIMETRIA GENERALE OPERE A VERDE - TRATTO I: SVINCOLO DI COLONNO T 00 IA 00 AMB PL 02 A T 00 IA 00 AMB PL 03 A T 00 IA 00 AMB PL 04 A T 00 IA 00 AMB PL 05 A T 00 IA 00 AMB PL 06 A T 00 IA 00 AMB PL 07 A PLANIMETRIA GENERALE OPERE A VERDE - TRATTO II: PONTE VALLE DEI RONCHI - PONTE VALLE PREMONTE PLANIMETRIA GENERALE OPERE A VERDE - TRATTO III: PONTE VALLE PREMONTE – IMBOCCO LATO SUD GALLERIA "PERLANA 1" PLANIMETRIA GENERALE OPERE A VERDE - PONTE VAL PERLANA PLANIMETRIA GENERALE OPERE A VERDE - TRATTI IV E V: IMBOCCO LATO NORD GALLERIA "PERLANA 2" – IMBOCCO LATO SUD GALLERIA "BONZANIGO" PLANIMETRIA GENERALE OPERE A VERDE - TRATTO VI: IMBOCCO LATO SUD GALLERIA "BONZANIGO" – IMBOCCO LATO NORD GALLERIA "TREMEZZINA" PLANIMETRIA GENERALE OPERE A VERDE - TRATTO VII: SVINCOLO DI GRIANTE T 00 IA 00 AMB PP 01 A PLANIMETRIA DI PROGETTO OPERE A VERDE - SVINCOLO DI COLONNO T 00 IA 00 AMB PP 02 A PLANIMETRIA DI PROGETTO OPERE A VERDE - COMPLESSO STORICO "TORRE DI SPURANO" T 00 IA 00 AMB PP 03 A PLANIMETRIA DI PROGETTO OPERE A VERDE - SVINCOLO DI GRIANTE T 00 IA 00 AMB ST 01 A MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI AMBIENTALI - SEZIONI CARATTERISTICHE DELLE OPERE A VERDE 1 di 5 T 00 IA 00 AMB ST 02 A MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI AMBIENTALI - SEZIONI CARATTERISTICHE DELLE OPERE A VERDE 2 di 5 T 00 IA 00 AMB ST 03 A MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI AMBIENTALI - SEZIONI CARATTERISTICHE DELLE OPERE A VERDE 3 di 5 T 00 IA 00 AMB ST 04 A MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI AMBIENTALI - SEZIONI CARATTERISTICHE DELLE OPERE A VERDE 4 di 5 T 00 IA 00 AMB ST 05 A MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI AMBIENTALI - SEZIONI CARATTERISTICHE DELLE OPERE A VERDE 5 di 5 – APPROFONDIMENTO GALLERIA DI SPURANO T 00 IA 00 AMB PO 01 A FOTOPIANO CON INSERIMENTO DELL'INFRASTRUTTURA DI PROGETTO E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALETRATTO I: SVINCOLO DI COLONNO T 00 IA 00 AMB PO 02 A FOTOPIANO CON INSERIMENTO DELL'INFRASTRUTTURA DI PROGETTO E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALETRATTO II: PONTE VALLE DEI RONCHI – PONTE VALLE PREMONTE T 00 IA 00 AMB PO 03 A FOTOPIANO CON INSERIMENTO DELL'INFRASTRUTTURA DI PROGETTO E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALETRATTOIII: PONTE VALLE PREMONTE – IMBOCCO LATO SUD GALLERIA "PERLANA 1" T 00 IA 00 AMB PO 04 A FOTOPIANO CON INSERIMENTO DELL'INFRASTRUTTURA DI PROGETTO E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALEPONTE VAL PERLANA Pagina 404 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE T 00 IA 00 AMB PO 05 A FOTOPIANO CON INSERIMENTO DELL'INFRASTRUTTURA DI PROGETTO E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALETRATTI IV E V: IMBOCCO LATO NORD GALLERIA "PERLANA 2" - IMBOCCO LATO SUD GALLERIA "BONZANIGO" T 00 IA 00 AMB PO 06 A FOTOPIANO CON INSERIMENTO DELL'INFRASTRUTTURA DI PROGETTO E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALETRATTO VI: IMBOCCO LATO SUD GALLERIA "BONZANIGO" - IMBOCCO LATO NORD GALLERIA "TREMEZZINA" T 00 IA 00 AMB PO 07 A FOTOPIANO CON INSERIMENTO DELL'INFRASTRUTTURA DI PROGETTO E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALETRATTO VII: SVINCOLO DI GRIANTE Pagina 405 di 406 Progetto definitivo S.S. 340 “Regina” Variante alla Tremezzina STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE-QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E.9. INTERVENTI MITIGATIVI PER LA SALUTE PUBBLICA Per la trattazione dell’argomento si rimanda allegato alla presente relazione denominato “Componente salute pubblica”. Pagina 406 di 406