PREvisioni

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a cura di Arianna Dagnino, Stefano Gulmanelli, Giordano Stabile
TENDENZE
Il vero ricco non
possiede nulla
(ma è un consumatore accanito)
I
l lusso cambia anima, se mai ne ha avuta una: oggi
non riguarda più tanto ciò che si possiede quanto le
esperienze che si riescono a vivere. Ecco dunque nascere
la classe dei transumer, i consumatori d’alto bordo che si
liberano dalle pastoie di beni di proprietà permanenti
per godere in modo temporaneo di oggetti, servizi e situazioni, adottando uno stile di vita transitorio (il neologismo deriva infatti dalla fusione fra transient e consumer)
o, più semplicemente, neonomade. Secondo la logica della
fractional ownership, ovvero della proprietà frazionata (parziale e temporanea), persino una valigia o una borsa, naturalmente «firmate», oggi possono esser prese a noleggio
per il tempo che serve, e lo stesso può farsi con un’auto
sportiva, un loft a Manhattan, uno yacht ma anche con
un cavallo da corsa, un elicottero, un’opera d’arte o
un’azienda vinicola. Basta dare un’occhiata ai prodotti
offerti sul sito di Fractional Life (www.fractionallife.com),
l’agenzia inglese nata per soddisfare la sete di piaceri transeunti di ricchi permanenti.
NUMERI DAL MONDO
51.000
lo stipendio medio lordo in dollari di un laureato americano
(Cato Unbound, www.cato-unbound.org)
La percentuale delle immissioni di gas
serra attribuibile al bestiame più dei
trasporti (Fao)
29,3
18
la percentuale di famiglie sudcoreane
che ogni mese hanno spese più alte del
reddito.(Nso (National Statistical Office) della Corea del Sud)
la percentuale degli utenti italiani
della Rete sul totale dei «navigatori»
Internet (Internet World Stats)
2,8
PERSONAGGI
Reinventore di oggetti umili
D
alla carriola all’aspirapolvere per diventare Sir. È in sintesi la parabola della
vita di uno dei più geniali designer mai espressi dal Regno Unito: James
Dyson, finito a fine 2006 nella lista di coloro che riceveranno l’onorificenza dalle
mani della Regina Elisabetta. Dyson – il cui mantra è «il design non riguarda solo
il look di un oggetto, ma soprattutto il modo in cui funziona» – iniziò la sua carriera re-interpretando un oggetto umile ma usatissimo come la carriola. A dir
il vero già prima di lasciare il Royal College of Arts, dove ha studiato, aveva contribuito a disegnare un mezzo da sbarco venduto poi in tutto il mondo ma la sua
entrata ufficiale nel reame degli inventori data 1974 con la Ballbarrow, la carriola
con una sfera di plastica al posto della ruota, più stabile e facile da manovrare.
Tempo 5 anni («e dopo 5.126 prototipi» ama sottolineare) Dyson approda al prodotto che gli avrebbe dato fama e soldi: l'aspirapolvere senza sacchetto (sopra), che
sfrutta la forza centrifuga per separare dall’aria lo sporco. Un’idea che i grandi
del settore cui la propone dapprima rifiutano e poi, dopo che Dyson passa a
produrla da sé, cercano di copiare (la Hoover viene condannata per plagio). Da
lì in poi è stata una cavalcata trionfale che lo ha portato alla testa di un impero
da un miliardo di Euro e che gli è
valsa la nomination a Sir, peraltro LA FRASE
non digerita da tutti: «Forse che
adesso si è benemeriti della Corona
perché si esportano posti di lavoro?»,
ha sarcasticamente chiesto Paul Ormai ciò che
Kenny, capo del Sindacato Generale faccio è cercare
del Regno Unito, riferendosi al fatto di star dietro ai
che 4mila dei dipendenti di Dyson miei stessi studenti, sempre
più lanciati nel futuro.
sono impiegati in fabbriche in Cina
Rifiuto di arrendermi. E, un
e Malesia. La bruciante risposta di po’ pateticamente, provo a
Dyson non si è fatta attendere: «Ho tener il passo…
già speso 35 anni della mia vita a
John Maeda
41 anni, co-direttore al
far cose in un Paese che non ha alcun
MIT Media-Lab
riguardo per industriali e produttori».
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MEDICINA
Fa gola l’Asia dei
malati (al mercato dei farmaci)
AMBIENTE
Adesso Wal-Mart
si converte al verde
C
ambia una lampadina e cambia il mondo». È lo slogan con cui il gigante
Usa della distribuzione Wal-Mart (un vero e proprio impero: 1,4
milioni di dipendenti e 250 miliardi di dollari di fatturato) ha intrapreso una
delle campagne ecologiche potenzialmente più efficaci nella storia degli Stati
Uniti. È infatti intenzione dichiarata della mega-corporation americana riuscire a convincere i propri cento milioni di clienti a illuminare la propria casa
non più con le lampadine tradizionali ma con quelle fluorescenti compatte
ad alta efficienza energetica – che costano molto di più ma hanno durata 10
volte maggiore e consumo 5 volte minore di quelle a incandescenza.
Se l’azienda raggiungerà l’obiettivo che si è prefissata entro il 2008, gli Usa
si ritroveranno con un abbattimento dei costi energetici pari a 3 miliardi di
dollari. Molti sottolineano come l’operazione in questione sia probabilmente
un’abile mossa dell’azienda per rifarsi un’immagine da tempo compromessa
presso il pubblico per la spregiudicatezza con cui tratta le relazioni sindacali
e i rapporti con i propri dipendenti. Altri più pragmatici applicano una logica
di confuciana memoria: «Non conta chi lo rende possibile, l’importante è che
alla fine si consumi meno energia».
DESIGN
Una cucina fosforescente
È
perfettamente liscio, come il vetro, ma è resistente al calore e inscalfibile. Si modella e si pulisce facilmente, come fosse plastica, ma il suo
effetto al tatto e all’occhio è molto più sofisticato. Nell’oscurità emette
un leggero baluginio, quasi una fosforescenza azzurrina. Così si presenta
Luminist, un nuovo materiale (per la
precisione una resina epossidica
ibrida) messo a punto dal colosso giapponese Toto, che lo presenterà al prossimo Salone del Mobile di Milano
come soluzione per piani cucina e
lavabi di nuova generazione.
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S
e c’è un settore che scoppia di salute è quello farmaceutico. Secondo i dati pubblicati la scorsa settimana
dall’osservatorio statunitense Ims Health, il mercato mondiale dei farmaci valeva 602
USA: 269 MLD $
miliardi di dollari – pari al Prodotto interno lordo del Brasile
–, in aumento del 7 per cento
rispetto all’anno precedente e
raddoppiato rispetto a dieci
anni fa. Le aziende nordameUE: 180 MLD $
ricane si sono aggiudicate la
fetta più grande della torta,
con una produzione pari a 269
miliardi di dollari, due volte il
fatturato di un gigante autoGIAPPONE: 69 MLD $
mobilistico come General
Motors. Segue l’Unione europea con 180 miliardi di dollari
(tabella a destra).
Ma il bello, si fa per dire, deve
ancora venire con lo sviluppo
SUD-EST ASIA: 28 MLD $
economico dell’Asia. Il mercato è ancora relativamente
piccolo, ma le cause di decesso
in questo continente assomigliano sempre più a quelle
AMERICA LATINA: 26 MLD
di Europa e Stati Uniti, con
un’alta incidenza di malattie
degenerative e una sempre
minore importanza della
malattie infettive e parassitarie. E proprio i farmaci che servono a curare patologie come
tumori e ipertensione sono i più redditizi per le industrie
farmaceutiche. Anche se richiedono forti investimenti in
ricerca e la competizione è fortissima.
1
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SCOPERTE
Piero Bianucci
Nel dna dei batteri
l’alba della vita
C
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TECNOLOGIA
Raffineria tattica ed ecologica
S
i chiama «bioraffineria tattica» e l’ha inventata Michael Ladisch, professore di bioingegneria alla Purdue University. Si tratta di un dispositivo mobile (le dimensioni sono
quelle di un furgoncino) in grado di convertire resti di cibo, carta e rifiuti di plastica in carburante che va poi ad alimentare un generatore che produce elettricità. L’apparecchiatura,
che all’inizio usa diesel tradizionale ma poi diviene autosufficiente e fornisce energia in
ragione del 90% in più di quella consumata, è stata commissionata dall’esercito Usa, che
vede nel suo uso un doppio vantaggio. Da un lato il poter ridurre le necessità d’approvvigionamento di carburante (attività logistica impegnativa sul teatro di guerra) e dall’altro
l’eventuale «cancellazione» delle tracce dei rifiuti prodotti dall’unità operativa: in due giorni
di attività tutto quanto rimane è infatti poco più di un sacchetto di cenere che l’Environmental Protection Agency peraltro definisce «non pericolosa».
Pur concepita come strumento di supporto logistico militare, la bioraffineria potrebbe un
giorno vedere il proprio uso estendersi anche in ambito civile: «Sia in circostanze quali
quelle che si vengono a creare in seguito a catastrofi naturali, in cui è necessaria elettricità
in emergenza, sia, perché no, anche laddove – per esempio nei ristoranti e nelle fabbriche
– vengono prodotti grossi quantitativi di rifiuti biodegradabili».
IL DATO
Anche l’Italia ha la sua quota di oro nero
Il nostro Paese possiede un millesimo delle riserve accertate di petrolio.
Ma i due terzi sono nelle zone calde del Medio Oriente
Miliardi % sul
di barili totale
Russia
74.4
6.2
Kazakhstan
39.6
3.3
Libia
39.1
3.3
Nigeria
35.9
3,0
Italia
0,7
0,1
Resto del mondo 215.2
17.9
Totale
1200.7
100
▼
7
8
9
10
Paese
▼
N°
▼
Miliardi % sul
di barili totale
Arabia Saudita
264.2
22.0
Iran
137.5
11.5
Iraq
115.0
9.6
Kuwait
101.5
8.5
Emirati Arabi Uniti 97.8
8.1
Venezuela
79.7
6.6
▼
1
2
3
4
5
6
Paese
▼
N°
▼
on le loro dimensioni, gli elefanti ci
sovrastano. I batteri non riusciamo
neppure a vederli. Eppure per ogni chilogrammo di elefante c’è almeno una tonnellata di batteri. Gli scienziati stimano che i
microrganismi costituiscano addirittura
un terzo dell’intera massa della materia
vivente sulla Terra. Abitano nel nostro corpo
(ne ospitiamo un numero 10 volte superiore
al totale delle nostre cellule, che sono circa
10 mila miliardi), nell’acqua, nell’aria, nel
sottosuolo. Ora una équipe dell’Embl, Laboratorio europeo di biologia molecolare, ha
annunciato su Science una scoperta intrigante: i batteri si evolvono a velocità diverse
in quanto il loro Dna è fortemente infuenzato dall’ambiente in cui vivono; l’evoluzione è veloce nell’acqua degli oceani e lentissima nel sottosuolo. I batteri ipogei quindi
conservano un Dna più antico, sono fossili
viventi che possono raccontarci parecchie
cose sull’origine della vita. Rivoluzionaria
è la tecnica con cui ha lavorato il gruppo di
Peer Bork, coordinatore dell’Unità di biologia computazionale dell’Embl. Siamo nel
campo neonato della metagenomica: grazie ai più avanzati strumenti bio-informatici, i ricercatori hanno studiato il «Dna
ambientale», cioè un mix del Dna di molti
microorganismi diversi, provenienti in parte
da acque marine e in parte dal sottosuolo.
«Abbiamo sviluppato un metodo nuovo e
molto preciso per classificare le comunità
di batteri presenti in un campione del loro
habitat – dice Bork – e siamo riusciti a disegnare la mappa evolutiva di questi organismi, finora quasi tutti sconosciuti, arrivando
a una nuova classificazione.».
È solo l’inizio. L’Embl ha ottenuto in questi
giorni 8,8 milioni di euro per realizzare entro
il 2010 una sorgente di raggi X derivati dall’acceleratore Petra-III di Amburgo. Servirà
per studiare la struttura tridimensionale
di molecole proteine e di Dna. Una macchina
del tempo che ci avvicinerà all’alba della vita.
Fonte: BP Statistical Review of World Energy June 2006. www.bp.com
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INTERNET
Gli Stati paria
della Rete
P
er una strana coincidenza rappresenta
una striscia geografica quasi senza
interruzioni: è quella formata dai Paesi che
l’Organizzazione paladina della libertà
di stampa e di espressione Reporters Sans
Frontières chiama i Buchi Neri della Rete,
ovvero quei Paesi che impediscono alla propria popolazione un libero accesso alla Rete
(censurandone i contenuti o rendendone
quasi possibile la fruizione). In un ideale
continuum dall’Estremo Oriente fino
all’Africa mediterranea, si parte da Vietnam, Birmania, Corea del nord e Cina
per arrivare a Iran, Arabia Saudita, Siria ed
Egitto passando per Turkmenistan e Uzbekistan. A testimonianza della vocazione
«globale» alla repressione digitale, chiudono il cerchio l’africana Tunisia, l’europea Bielorussia e la centroamericana Cuba.
URBANISTICA
È Russia ma sembra Brasile
S
e ha una qualche notorietà la deve al Letno-Issledovatelsky Istitut, l’istituto di ricerca
sul volo che ospita e nel quale sono stati collaudati gran parte degli aeroplani
sovietici prima e russi poi. Ma la cittadina di Ramenskoye, 50 chilometri sudest di Mosca,
comincia a essere conosciuta anche per un’altra – singolare – caratteristica: in parte per
alleviare l’impatto dei suoi condomini in tipico stile sovietico e in parte per cercare di
lenire almeno con le immagini il freddo che la attanaglia d’inverno, la sua zona residenziale è un susseguirsi di edifici coloratissimi e ispirati a paesaggi bucolici. Barche sul mare
con gabbiani che volano, arcobaleni, alberi con le chiome dorate dal sole, mongolfiere
che spiccano sul cielo azzurro – questo e altro in tema può essere infatti ammirato sulle
facciate dei fabbricati residenziali di Ramenskoye. Il che conferisce al quartiere un’atmosfera comunque allegra e vivace. A riprova che anche una schiera di caseggiati popolari
non deve essere necessariamente brutta e deprimente.
VITA METROPOLITANA
LA FRASE
Dai doubler decker ai bus senza pilota
A
ssomiglia a una navicella destinata allo spazio ma il suo futuro, se mai ne avrà uno, sarà
girare per le strade della Londra del XXI secolo. È il modello di bus senza guidatore messo
in cantiere dalla società inglese di progettazione di autobus e corriere Capoco Design e oggi in
visione allo Science Musuem della capitale britannica. L’assenza di un umano alla guida verrebbe ovviata da un sistema di «riconoscimento» di magneti da piazzare lungo le vie di percorrenza. Grazie poi a un apparato di navigazione satellitare installato a bordo, chi ne volesse usufruire potrebbe «chiamare» via
cellulare l’autobus per farsi venire a prendere dove più fa
comodo. Alimentato in modo ibrido con biodiesel ed elettricità, dovrebbe dimezzare costi operativii ed emissioni nocive.
Entro l’anno verrà fatta una prova «su strada» e per il 2010 lo
si potrebbe vedere circolare fianco a fianco ai double decker.
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La ricerca architettonica oggi
è viziata da un problema di
fondo: la ricerca della
pagnotta
Dal blog: Architetti
senza Tetto,
www.architettisenzatett
o.net/blog