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1/2012 Sped. abb. post. art. 2 comma 20/e legge n. 662/96 fil. Roma In questo numero: – ASSOIL, una scuola per il futuro dell’upstream p. 1 – Proposte UE sulla sicurezza dell’attività offshore p. 1 – Il punto di F. Guidi: La nuova Repubblica di Libia p. 2 ASSOIL School, una scuola per il futuro dell’upstream G rande successo presso le istituzioni e sui media della nuova scuola fondata da Assomineraria e i suoi associati a Viggiano, in Basilicata, dove è ubicato il più grande giacimento onshore d’Europa. ASSOIL School (Advanced Skills for Services in Oil and Gas Industry School) è stata inaugurata a settembre alla presenza del Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo e di numerose autorità locali. De Filippo ha sottolineato l'importanza di un'iniziativa che vede le imprese private direttamente impegnate nel far crescere le competenze e il tessuto industriale locale, attraendo nuove imprese e nuova occupazione. La mission di ASSOIL School è infatti quella di sviluppare un centro per la formazione altamente specializzata al servizio delle aziende che operano sul mercato lucano, ma anche nazionale e internazionale, dell'upstream Oli&Gas. Nell'illustrare i programmi e le prospettive della scuola, il suo Presidente Sergio Polito ha anche presentato i 16 imprenditori che, insieme ad Assomineraria, hanno reso possibile questo centro per lo sviluppo di competenze che si configura come il primo per operatori del settore e dell'indotto operanti nel Mediterraneo. Nel quadro dei suoi rapporti con il territorio, a gennaio 2012 ASSOIL ha firmato un Protocollo con l’Università della Basilicata finalizzato allo sviluppo di sinergie e programmi comuni di offerta formativa. Un secondo accordo di collaborazione è previsto a breve con l'IMAA-CNR, l'Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale di Potenza. Il programma dei corsi per il 2012 abbraccia materie come sicurezza e tutela dell'ambiente, ingegneria della manutenzione, sicurezza per addetti ai lavori elettrici, gestione della manutenzione, certificazione per saldatori. Sicurezza attività offshore: UE propone nuovo regolamento L a Commissione UE ha presentato al Consiglio e al Parlamento Europeo una proposta di Regolamento con l'obiettivo di armonizzare la normativa sulla sicurezza delle attività offshore di prospezione, ricerca e produzione nel settore degli idrocarburi. La proposta di regolamentare a livello Europeo queste attività ha preso il via nell’Ottobre 2010 a seguito del blow out “Macondo-Deep Water Horizon” nel Golfo del Messico. Il principale motivo addotto per promuovere una regolamentazione è il fatto che, nell’ambito degli Stati Membri, le attività in oggetto sono controllate da norme eterogenee, in particolare per quanto riguarda gli aspetti HSE. Questa eterogeneità può portare a risposte inadeguate nel caso di emergenze, oltre che ad una sottovalutazione dei rischi legati alle attività in oggetto, specialmente alla luce di operazioni tecnicamente sempre più complesse. Secondo la Commissione vi sono aree di Numero 1 - Anno 23 incertezza per quanto riguarda gli aspetti legali relativi agli obblighi ed alle responsabilità delle Compagnie Operatrici. Inoltre non c’è alcuno strumento formale per lo scambio di informazioni e la capitalizzazione delle “lessons learned” da parte delle Autorità Competenti. Dopo una lunga fase di consultazione e di analisi, dal quale è nato il rapporto “Facing the Challenge of the Safety of Offshore Oil and Gas Activities”, il 27 ottobre è stata presentata da parte della Commissione UE una proposta di regolamentazione che tiene conto anche di un'iniziativa autonoma del Parlamento Europeo. La proposta di Regolamento è stata condivisa in una serie di riunioni con i Regulators nazionali (per l'Italia l'UNMIG/MSE), con un ruolo determinante del NSOAF (North Sea Offshore Authorities Forum -forum delle Autorità di Controllo dei seguenti Paesi: Danimarca, Faroe Islands, Germania, Irlanda, Norvegia, Olanda, Regno Unito e Svezia). La proposta è attualmente oggetto di valutazione e commento da parte degli stakeholders. Assomineraria ha espresso la posizione e i suggerimenti degli operatori italiani sia attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico, sia in OGP (Oil & Gas Producers Association), l'associazione che rappresenta l'attività upstream in Europa. Con OGP, Assomineraria ha anche organizzato a Milano in novembre una giornata di confronto su questo tema con le associazioni degli operatori upstream dei principali Paesi UE. Nel corso dell'incontro, ospitato da Edison, è stato ribadito l'elevato livello di sicurezza dell’industria upstream italiana e sottolineato come molte delle “novità” che la Commissione vuole introdurre siano in realtà già presenti nel quadro regolatorio italiano. E' emersa poi l'esigenza di evitare un disallineamento dell'Italia rispetto a tutti gli altri Paesi che operano nel Mediterraneo e che, non facendo parte dell'UE, non sarebbero obbligati al rispetto delle nuove regole. Informazioni Minerarie e Petrolifere Il punto internazionale di Francesco Guidi Dal collasso del regime di Gheddafi nasce la nuova Repubblica di Libia I 2 n sei mesi il regime del col. Muammar Gheddafi, al potere da 42 anni, si è dissolto dopo una breve ma sanguinosa guerra civile, che ha fatto oltre 40.000 morti. Tutto è iniziato il 15 febbraio scorso, con alcuni disordini a Bengasi in seguito all’arresto di un avvocato, noto difensore dei diritti civili. La capitale della Cirenaica è considerata da sempre roccaforte dell’opposizione libica. Da lì gli scontri sono poi dilagati in tutto il Paese, con gravi difficoltà per i molti lavoratori stranieri delle imprese presenti nel Paese. Decisivo è stato l’intervento della Nato con numerosi attacchi aerei, in appoggio agli insorti. Gli scontri sono terminati a fine agosto, restando ancora qualche centro di resistenza in alcune zone. La parola fine è stata però messa definitivamente sull’intera vicenda con la morte di Muammar Gheddafi, ucciso il 20 ottobre mentre stava fuggendo da Sirte, sua città natale. Alcuni suoi familiari ed esponenti del deposto regime sono stati arrestati (fra questi il figlio ed erede politico Saif al Islam). Altri sono fuggiti nei paesi vicini, soprattutto in Algeria. Per loro è pendente una richiesta di estradizione da parte del Governo provvisorio libico. In questo periodo di transizione, il Paese è guidato dal National Transitional Council (NTC) presieduto da Mustafa Abdel Jalil che il 28 novembre ha nominato un Primo Ministro, che ha formato un Governo provvisorio. I problemi sono enormi perché si tratta di ricostruire un Paese, dandogli una nuova realtà politica dopo 42 anni vissuti sulla estemporaneità delle decisioni di un solo uomo: Muammar Gheddafi. L’obiettivo immediato è di arrivare alle elezioni di un’Assemblea Costituente entro il prossimo luglio. L’Assemblea dovrà varare la nuova Costituzione che servirà da base per il futuro Stato libico. Occorre ricordare che la Libia non ha una Costituzione dal 1969, quando fu abolita quella che era stata approvata dal regime monarchico al momento dell’indipendenza (1951). Sicuramente nella fase elettorale avverranno i maggiori scontri politici, anche se su questi è difficile fare previsioni. La maggioranza dei personaggi che si affacciano alla ribalta o sono stati esuli all’estero per molti anni o hanno fatto parte del passato regime e quindi hanno spesso colpe da farsi perdonare. Tutto questo in una Libia che, nonostante la scarsa popolazione (6 milioni di abitanti), distribuita su un vasto territorio (1.760.000 kmq, quasi sei volte l’Italia), è divisa in almeno 200 kabile (tribù) spes- so in contrasti insanabili fra loro, ma forti sui rispettivi territori. Chi è Mustafa Abdel Jalil Dal 5 marzo 2011 Mustafa Abdel Jalil è il Chairman del National Transitional Council (NTC), posizione equivalente a quella di un Capo di Stato. Ha 59 anni, essendo nato a Beida, sull’altopiano cirenaico, 110 km a Nord di Bengasi, nell’ottobre 1952. Laureato in legge all’Università di Tripoli, ha fatto tutta la sua carriera nella magistratura, arrivando a essere prima Presidente della Corte d’Appello di Beida e poi Ministro della Giustizia il 10 gennaio 2007. Ha tenuto questa posizione fino al 21 febbraio 2011, quando si è dimesso dal Governo per passare con gli insorti. Durante i quattro anni trascorsi come Ministro (ma già prima come magistrato) si era schierato ripetutamente con i riformisti che cercavano, senza successo, di modificare il corso degli avvenimenti. La sua nomina alla guida degli insorti si deve alle sue notevoli capacità di mediazione, oltre al fatto di essere l’espressione della corrente moderata islamica della Senussia, che ha il suo centro in Beida. Sicuramente con lui la transizione verso la nuova Libia dovrebbe essere assicurata da un sistema che eviti scosse e grandi traumi. Il problema delle armi sparse su tutto il territorio Uno dei principali problemi che deve affrontare la nuova dirigenza libica è il disarmo generale delle milizie che hanno contribuito a fare cadere il regime di Muammar Gheddafi. Il numero uno dell’NTC, Mustafa Abdel Jalil ha detto il 4 gennaio: La Libia rischia di piombare nuovamente nella guerra civile, se le milizie che hanno contribuito a mettere fine al regime di Gheddafi non rientreranno nei ranghi. Un avvertimento che è venuto dopo alcuni scontri a Tripoli il 3 gennaio fra le forze di sicurezza regolari e la milizia di Misurata che rifiutava di deporre le armi. La nomina di Yousef al Mangush, 61 anni, a Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate dovrebbe essere un passo decisivo verso l'unificazione militare, dato che le milizie delle kabile e delle singole province dovrebbero entrare nell’esercito e nelle forze di sicurezza. Al Mangush è un militare di carriera che si dimise nel 1991, con il grado di colonnello, per contrasti con il regime. E’ tornato alla ribalta dopo la Rivoluzione. La nomina però non è stata bene accolta da alcune milizie e occorrerà tutta la diplomazia di Jalil per farla accettare da tutti. Il problema delle Kabile e l’importanza della Senussia La tappa fondamentale sulla strada della costruzione della nuova Libia è di gettare le basi per un accordo fra le varie kabile presenti nel Paese, superando contrasti e divisioni che hanno punteggiato la storia libica per secoli. Prima nella cornice dell’impero ottomano di cui Tripolitania e Cirenaica erano due province. Poi durante il colonialismo italiano, il periodo monarchico e infine quello della dittatura di Gheddafi. Occorre dire che in tutti questi secoli non sono mai apparsi movimenti estremisti islamici che hanno invece contraddistinto la storia di altri Paesi arabi. L’unico movimento integralista di un certo peso in Libia è stata la Senussia, di cui era leader re Idriss, ancora presente in Cirenaica. Il vescovo cattolico di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, intervistato l’8 dicembre dal quotidiano francese La Croix, ha detto: Non c’è il pericolo fondamentalista in Libia. Il Paese non ha mai conosciuto l’estremismo e il fondamentalismo. Ha poi aggiunto: La Libia sta uscendo dal clima infuocato della guerra civile per andare verso la stabilizzazione. Molti che avevano abbandonato le loro case nel momento culminante degli scontri, stanno tornando. La situazione non è ancora stabilizzata, ma si avvia a esserlo. Il 10-11 dicembre si è tenuta a Tripoli la Conferenza per il Dialogo Nazionale, che ha visto l’intervento dei maggiori esponenti dello Stato. Il titolo della Conferenza era: Giustizia e Riconciliazione. Nel discorso introduttivo, Mustafa Abdel Jalil ha lanciato un appello per la riconciliazione nazionale. Ha assicurato che la Libia è capace di perdonare i militanti delle forze di Muammar Gheddafi che hanno combattuto contro gli insorti. Ha detto: Noi siamo capaci di assorbire i nostri fratelli che hanno combattuto contro i rivoluzionari. La tolleranza e la riconciliazione sono un principio basilare dell’Islam. Jalil ha poi annunciato il prossimo varo di due leggi importanti sulla strada della riconciliazione: l’adozione di misure speciali per la giustizia in questo periodo di transizione e un’amnistia generale per tutti i crimini commessi durante la guerra civile. Con la nomina di un Primo Ministro e di un Governo di Transizione è stato fatto un passo determinante sulla strada della ricostruzione dello Stato. E’ stato deciso che, in attesa della Costituzione che darà il nome definitivo al Paese, lo Stato si chiamerà provvisoriamente "Repubblica di Libia". Chi è il nuovo Primo Ministro Il Primo Ministro Abdel Rahim al Kib è nato a Tripoli nel 1950 da una famiglia facoltosa, originaria di Sabratha (70 km a Ovest dalla capitale). Il suo nome era praticamente sconosciuto al grande pubblico, avendo vissuto per la maggior parte del tempo all’estero e militato a lungo nel- 1 - 2012 l’opposizione al regime di Gheddafi. Rientrato in Libia all’inizio della Rivoluzione, ha evitato di mettersi successivamente in mostra con dichiarazioni e interviste. Dopo avere preso la laurea in ingegneria elettrotecnica all’Università di Tripoli nel 1973, Abdel Rahim al Kib è andato negli Stati Uniti per completare gli studi. Entrato in contatto con l’opposizione, è rimasto da allora sempre all’estero per oltre trent’anni con qualche limitato rientro in Libia. Ha preso due master in ingegneria elettrotecnica alla University of Southern Carolina e nel North Carolina State. Dal 1985 è stato professore nell’University of Alabama, facoltà di ingegneria elettrotecnica, dove ha insegnato fino a che non è rientrato in Libia nel febbraio 2011. Il nuovo Governo Oltre al Primo Ministro, il Governo è composto da due Vice Primi Ministri ( Mustafa ben Chagour e Omar Abdallah Abdulkerim) e da 24 Ministri, tutti scelti fra personaggi che non hanno mai rivestito posti di responsabilità politica nel regime di Muammar Gheddafi o li hanno lasciati per passare all’opposizione. Sono quasi tutti sconosciuti al grande pubblico: molti hanno vissuto a lungo in esilio all’estero, altri sono tecnici che hanno fatto la loro carriera all’interno dei vari settori di attività, senza particolari interferenze politiche. Questi i Ministri dei principali settori chiave: Ministro del Petrolio e del Gas: Abdulrahman Benyezza. Ha 55 anni, essendo nato a Tripoli il 3 giugno 1956. Dopo avere fatto gli studi secondari a Tripoli, è andato a studiare negli Stati Uniti con borsa di studio dell’Oasis, la joint venture petrolifera costituita dalle tre società americane Conoco, Marathon e Amerada. Si è laureato nel 1979 in Petroleum Engineering all’Università di Austin nel Texas. Rientrato in Libia, ha lavorato prima con l’Oasis nel settore della produzione, specializzandosi in particolare negli interventi ai pozzi. Nel 1982 passava alla Waha (ex BP e ora 100% NOC – National Oil Corporation), dove ha diretto il dipartimento del reservoir. Nel 2000 andava alla NOC, entrando nel Management Committee che guida l’ente petrolifero di stato. Allora Chairman della NOC era Abdalla El-Badri, attuale Segretario Generale dell’OPEC. Nel 2002 Benyezza diveniva Vice Chairman della NOC e con tale titolo dirigeva il Dipartimento delle Joint Ventures con le compagnie straniere. Nell’ottobre 2006 lasciava la NOC e veniva nominato Chairman dell’Eni Oil Company che realizza le attività dell’Eni in Libia in joint venture con la NOC. Posizione che ha tenuto fino al giugno 2007, quando ha lasciato la Libia ed è diventato dirigente Eni. 1 - 2012 Ministro della Difesa: Osama al Juwali. 59 anni era un ufficiale che lasciò l’esercito per dissensi con il regime. Si dette all’insegnamento. Con la Rivoluzione, è tornato fra i militari ed è divenuto comandante degli insorti della città di Zenten (170 km a Sud Ovest di Tripoli). E’ stato lui a catturare Saif al Islam, secondogenito di Muammar Gheddafi, il 19 novembre. Ministro degli Affari Esteri: Ashour ben Khayal. Originario di Derna, uno dei centri storici dell’opposizione a Gheddafi, è un diplomatico di carriera che però abbandonò clamorosamente il regime libico nel 1984, quando era Ambasciatore in Canada, passando all’opposizione. Da allora è sempre vissuto all’estero. Nel Governo ci sono due donne, alla guida rispettivamente del Ministero degli Affari Sociali e di quello della Sanità. Fa anche parte del Governo, come Ministro della Gioventù e dello Sport, l’avvocato Fathi Terbel, difensore di molti esponenti dell’opposizione arrestati dal passato regime. Il suo arresto avvenuto il 15 febbraio aveva scatenato la protesta popolare che ha dato poi origine all’insurrezione che ha portato alla caduta di Muammar Gheddafi. I rapporti con il Governo Monti Tra le priorità di politica estera del Governo Monti, la nuova Libia trova un posto di primo piano. Il Chairman dell’NTC Mustafa Abdel Jalil è venuto a Roma il 15 dicembre per incontrare i vertici dello Stato italiano, mentre il Presidente del Consiglio Mario Monti ha in programma di andare a Tripoli il 21 gennaio. Sono in corso contatti per il rinnovo del Trattato di Amicizia Italia – Libia. Tutti confermano che il clima delle relazioni bilaterali è buono, per cui il Trattato di Amicizia sarà confermato. Lo stesso Abdel Jalil ha detto al termine del colloquio a Palazzo Chigi con Mario Monti: Abbiamo concordato di riattivare il Trattato di Amicizia fra Italia e Libia nell’interesse dei due Paesi. La ripresa della produzione di petrolio e gas Il nuovo Chairman della NOC è Nuri Berouin, un tecnico puro, essendo un apprezzato specialista di reservoir, senza mai avere ricoperto incarichi politici. Nuri Berouin è nato a Bengasi nel 1946. Dopo la laurea a Londra in Petroleum Engineering, è entrato nella NOC specializzandosi nello studio dei giacimenti. Nel 1982 diveniva capo del servizio giacimenti dell’ente petrolifero di Stato, posizione che ha tenuto per cinque anni, quando fu mandato a guidare la joint venture esperta in reservoir fra NOC e la società inglese Tecnica. Nel 2000 rientrava in Libia, a Bengasi, all’Agoco, la società 100% NOC che ha fra gli altri il grande giacimento di Serir, ex BP. E’ rimasto in questa posizione, continuando a occuparsi di reservoir, fino alla nomina a capo della NOC. Tra le compagnie petrolifere straniere, l'Eni è stata la prima a riprendere l’attività in Libia. Considerando la data della fine della crisi libica al 20 agosto, la ripresa della produzione petrolifera del giacimento Eni di Wafa al confine con l’Algeria è del 6 settembre. Il 26 settembre è ripresa la produzione di petrolio dal grande giacimento nel Sahara di Bu Attifel. Il 13 ottobre è ripresa l’esportazione di gas in Italia via Greenstream. Il 2 novembre è ripresa la produzione Eni di gas offshore dalla piattaforma Sabratha. L’esportazione di gas dovrebbe raggiungere rapidamente i livelli pre-crisi di 10 miliardi di metri cubi l’anno. Il giacimento petrolifero El Feel (Elefante), nel Fezzan, è stato riavviato il 10 novembre. Sono confermati tutti gli accordi petroliferi fra Eni e Libia, anche se potrebbe esserci qualche cambiamento nella parte "sociale" degli accordi. Un comunicato diffuso dall’ufficio del Primo Ministro Abdel Rahim al Kib afferma in proposito: Per non fare confusione, le attività che saranno oggetto di revisione sono i progetti di sviluppo sostenibile, compresi nel memorandum d’intesa siglato dall’Eni con la Libia. Gli accordi sul petrolio non saranno interessati. Fra le altre compagnie straniere che sono già in produzione, quelle particolarmente attive sono: - Waha (ex Oasis), joint venture fra NOC e le tre compagnie americane Conoco, Marathon e Amerada: dopo la riparazione del terminale di Essidr, la produzione petrolifera ha ripreso a inizio gennaio. A metà 2012 dovrebbe essere ristabilito il livello produttivo di 350.000 b/g che era quello di prima della crisi. I programmi di Waha sono molto aggressivi e sono allo studio anche forti impulsi all’esplorazione. - Total: ha già rimesso in produzione il giacimento petrolifero onshore di Murzuk, nel Fezzan, mentre sta lavorando per fare ripartire quello offshore di Mabruk, che è a Ovest di Buri. Ha in programma anche la ripresa dell’esplorazione. - Wintershall: ha ripreso la produzione onshore, a sud di Bu Attifel e anche qui sono allo studio forti programmi esplorativi. - Oxy e OMV stanno riprendendo la produzione dei loro giacimenti onshore. Sono in corso di ripresa i lavori di società impegnate in esplorazione, come Exxon Mobil, Shell, BP e altre. Il Chairman della NOC, Nuri Berouin, ha detto il 4 gennaio che la produzione petrolifera libica è di 600.000 b/g, e dovrebbe tornare a fine 2012 al livello pre-crisi di 1,6 milioni di b/g. Nel corso del 2012 prevede che si normalizzino tutte le attività upstream, per cui c’è da attendersi un ritorno in forze di tutti i contrattisti. 3 Informazioni Minerarie e Petrolifere Direttiva Appalti UE, esonerati servizi petrolio e gas L a prospezione di giacimenti di petrolio e di gas naturale e la produzione di petrolio sono tra i servizi ai quali non è applicabile la normativa europea del 2004 sugli appalti per gli enti erogatori di acqua ed energia. Lo ha stabilito la Commissione Europea il 24 giugno 2011 a seguito della domanda presentata il 23 marzo da Assomineraria. L’esenzione è motivata dal fatto che la direttiva del 2004 prevede che siano esclusi dalla normativa stessa tutti gli operatori esposti alla concorrenza su mercati liberamente accessibili, ed è stata già concessa agli operatori in Olanda, Regno Unito e Danimarca. La decisione della Commissione Europea è stata recepita il 19 ottobre 2011 con decreto della Corte dei Conti. Autorizzazione paesaggistica, chiariti i dubbi sulla durata G razie all'intervento di Assomineraria e Aitec, il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali ha deciso di fare chiarezza sulla durata quinquennale dell'autorizzazione paesaggistica. Con il D.L. 13 maggio 2011 n. 70 il Ministero ha infatti precisato che la scadenza quinquennale dell'autorizzazione paesaggistica si riferisce all'efficacia della stessa e non alla sua validità: “L’autorizzazione è efficace per un periodo di cinque anni, scaduto il quale l’esecuzione dei lavori progettati deve essere sottoposta a nuova autorizzazione”. Ciò significa che una volta ottenuta l'autorizzazione, i lavori devono essere iniziati entro il termine dei cinque anni. Scaduto questo termine, se non si è dato avvio ai lavori è necessario ripresentare la richiesta; se invece sono stati iniziati i lavori, l'autorizzazione paesaggistica potrà avere durata pari a quella del provvedimento di concessione mineraria o di autorizzazione alla coltivazione di cava e non dovrà quindi essere rinnovata. Disciplinare tipo per l'attività di Esplorazione e Produzione P 4 ubblicato con Decreto Ministeriale del 4 marzo 2011 il nuovo Disciplinare tipo per i permessi di prospezione e di ricerca e per le concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare e nella piattaforma continentale. Le procedure di attuazione e le modalità di svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e dei relativi controlli, sono regolamentate dal Decreto Direttoriale del 22 marzo 2011. Codice dell’Ambiente: effetti contraddittori dei limiti all’upstream L a modifica del Codice dell'Ambiente (D.Lgs 128) dell'agosto 2010 ha ulteriormente aggravato le difficoltà sperimentate negli ultimi anni dal settore petrolifero ed ha assecondato ed incoraggiato il fenomeno Nimby (acronimo di Not in my backyard - non nel mio cortile). Lo ha dichiarato Pietro Cavanna, Presidente del Settore Idrocarburi e Geotermia di Assomineraria, durante l’appuntamento 2011 con il Nimby Forum. Durante il convegno si è discusso su come, adottando una regolamentazione ingiustificatamente rigida in termini di sicurezza, si rischi di spingere le imprese non già ad aumentare i livelli di attenzione e controllo delle proprie attività, quanto a spostare il business in altri Paesi con legislazioni più flessibili. Ciò determina da un lato un contraccolpo economico per i Paesi con regole più dure e dall’altro un aumento dei rischi per la mancanza di adeguate misure di controllo da parte dei Paesi con legislazioni meno efficaci. Nuovi siti e iniziative di informazione sull'attività estrattiva L e soluzioni alle grandi sfide infrastrutturali richiedono il concorso di tutte le parti interessate, anche se le prospettive, gli interessi e le percezioni non sempre vanno nella stessa direzione. E' su questa linea di supporto all'attività operativa che si collocano alcune recenti iniziative per promuovere il coinvolgimento degli stakeholder nei processi decisionali nel settore degli idrocarburi e delle materie prime. Tra le novità spicca il sito internet Petrolioegas.it, che offre una finestra sul Web a chi è interessato ad ottenere risposte articolate a domande relative al settore dell'esplorazione e della produzione di petrolio e gas naturale. Promosso da un comitato scientifico composto da esperti del settore, il sito offre una molteplicità di informazioni tecniche, dati e statistiche riguardanti il comparto Oil&Gas e tutto ciò che lo riguarda. Si tratta di una importante piattaforma, collegata ai siti istituzionali dell'UNMIG al Ministero dello Sviluppo Economico e di diversi istituti universitari, a partire dalla quale approfondire la conoscenza del mondo degli idrocarburi. Sempre nella stessa direzione va anche la creazione del Laboratorio Materie Prime (LabMP), promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico insieme ad ANIM (ingegneri minerari), AITEC (industria del cemento) ed Assomineraria. Il LabMP è una community fra gli operatori di settore e tutti i soggetti coinvolti nell’attività estrattiva, il cui scopo è quello di contribuire allo sviluppo culturale del settore e facilitare le comunicazioni con istituzioni e stakeholder locali interessati. Si occupa, fra l’altro, di dare supporto sui seguenti temi: programmazione nazionale in materia di approvvigionamenti delle materie prime; politiche regionali relative alla valorizzazione delle materie prime; iniziative per la riduzione dei rifiuti di estrazione e per il loro riutilizzo; azioni a sostegno delle miniere dismesse; promozione di attività di formazione e specializzazione per tutti gli operatori in materia di sicurezza mineraria. Iniziative più specifiche di informazione mirate agli opinion leaders, ai portatori d’interesse e al grande pubblico sono state coordinate dal sistema Confindustria in Abruzzo, regione dove l’opposizione all’attività infrastrutturale, energetica ed upstream si è manifestata in modo particolarmente diffuso, fino a rendere critico il rapporto fra le imprese della filiera, tradizionalmente attive e numerose nella Regione, e le istituzioni locali. Nel segno della trasparenza e della salvaguardia dell'occupazione, il dialogo con il territorio ha coinvolto l'università, le organizzazioni sindacali e le imprese di Assomineraria - sia operatori titolari di permessi e concessioni che aziende che forniscono tecnologia e servizi specialistici. Nel corso del 2011 è stata riscontrata una maggiore consapevolezza della costante attenzione alle tematiche ambientali e della sicurezza di un'industria che è stata presente per oltre cinquant'anni in Abruzzo, della rilevanza economica e occupazionale dell'attività e delle sue ricadute positive sulla Regione. Assomin riprende dal 2012 R iprende dopo alcuni mesi di interruzione la pubblicazione di Assomin Notizie. Ce ne scusiamo con i lettori, che potranno trovare in questo e nei prossimi numeri anche le notizie relative ai principali eventi del 2011. Autorizzazione del Trib. di Roma n. 553 del 2 ottobre 1991 Direttore Responsabile: Ing. Francesco Guidi website: www.assomineraria.org e-mail: [email protected] Finito di stampare nel mese di Gennaio 2012 da La Prestampa s.r.l. Via Cancelliera, 50 – Ariccia – Roma