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1/2012
Sped. abb. post. art. 2 comma 20/e legge n. 662/96 fil. Roma
In questo numero:
– ASSOIL, una scuola
per il futuro dell’upstream p. 1
– Proposte UE sulla sicurezza
dell’attività offshore
p. 1
– Il punto di F. Guidi:
La nuova Repubblica
di Libia
p. 2
ASSOIL School, una scuola
per il futuro dell’upstream
G
rande successo presso le istituzioni e sui media della nuova scuola
fondata da Assomineraria e i suoi
associati a Viggiano, in Basilicata, dove è
ubicato il più grande giacimento onshore
d’Europa. ASSOIL School (Advanced Skills
for Services in Oil and Gas Industry School) è stata inaugurata a settembre alla
presenza del Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo e di numerose autorità locali. De Filippo ha sottolineato
l'importanza di un'iniziativa che vede le
imprese private direttamente impegnate
nel far crescere le competenze e il tessuto industriale locale, attraendo nuove imprese e nuova occupazione.
La mission di ASSOIL School è infatti quella di sviluppare un centro per la formazione altamente specializzata al servizio
delle aziende che operano sul mercato lucano, ma anche nazionale e internazionale, dell'upstream Oli&Gas. Nell'illustrare i
programmi e le prospettive della scuola,
il suo Presidente Sergio Polito ha anche
presentato i 16 imprenditori che, insieme
ad Assomineraria, hanno reso possibile
questo centro per lo sviluppo di competenze che si configura come il primo per
operatori del settore e dell'indotto operanti nel Mediterraneo.
Nel quadro dei suoi rapporti con il territorio, a gennaio 2012 ASSOIL ha firmato
un Protocollo con l’Università della Basilicata finalizzato allo sviluppo di sinergie
e programmi comuni di offerta formativa.
Un secondo accordo di collaborazione è
previsto a breve con l'IMAA-CNR, l'Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale di Potenza.
Il programma dei corsi per il 2012 abbraccia materie come sicurezza e tutela
dell'ambiente, ingegneria della manutenzione, sicurezza per addetti ai lavori elettrici, gestione della manutenzione, certificazione per saldatori.
Sicurezza attività offshore:
UE propone nuovo regolamento
L
a Commissione UE ha presentato al
Consiglio e al Parlamento Europeo
una proposta di Regolamento con
l'obiettivo di armonizzare la normativa
sulla sicurezza delle attività offshore di
prospezione, ricerca e produzione nel
settore degli idrocarburi. La proposta di
regolamentare a livello Europeo queste
attività ha preso il via nell’Ottobre 2010
a seguito del blow out “Macondo-Deep
Water Horizon” nel Golfo del Messico.
Il principale motivo addotto per promuovere una regolamentazione è il fatto che,
nell’ambito degli Stati Membri, le attività
in oggetto sono controllate da norme
eterogenee, in particolare per quanto riguarda gli aspetti HSE. Questa eterogeneità può portare a risposte inadeguate
nel caso di emergenze, oltre che ad una
sottovalutazione dei rischi legati alle attività in oggetto, specialmente alla luce
di operazioni tecnicamente sempre più
complesse.
Secondo la Commissione vi sono aree di
Numero 1 - Anno 23
incertezza per quanto riguarda gli aspetti legali relativi agli obblighi ed alle responsabilità delle Compagnie Operatrici.
Inoltre non c’è alcuno strumento formale
per lo scambio di informazioni e la capitalizzazione delle “lessons learned” da
parte delle Autorità Competenti.
Dopo una lunga fase di consultazione e
di analisi, dal quale è nato il rapporto
“Facing the Challenge of the Safety of
Offshore Oil and Gas Activities”, il 27 ottobre è stata presentata da parte della
Commissione UE una proposta di regolamentazione che tiene conto anche di
un'iniziativa autonoma del Parlamento
Europeo.
La proposta di Regolamento è stata condivisa in una serie di riunioni con i Regulators nazionali (per l'Italia l'UNMIG/MSE),
con un ruolo determinante del NSOAF
(North Sea Offshore Authorities Forum -forum delle Autorità di Controllo dei seguenti Paesi: Danimarca, Faroe Islands,
Germania, Irlanda, Norvegia, Olanda, Regno Unito e Svezia).
La proposta è attualmente oggetto di valutazione e commento da parte degli stakeholders. Assomineraria ha espresso la
posizione e i suggerimenti degli operatori italiani sia attraverso il Ministero dello
Sviluppo Economico, sia in OGP (Oil & Gas
Producers Association), l'associazione che
rappresenta l'attività upstream in Europa.
Con OGP, Assomineraria ha anche organizzato a Milano in novembre una giornata di confronto su questo tema con le
associazioni degli operatori upstream dei
principali Paesi UE.
Nel corso dell'incontro, ospitato da Edison, è stato ribadito l'elevato livello di sicurezza dell’industria upstream italiana e
sottolineato come molte delle “novità” che
la Commissione vuole introdurre siano in
realtà già presenti nel quadro regolatorio
italiano. E' emersa poi l'esigenza di evitare un disallineamento dell'Italia rispetto a
tutti gli altri Paesi che operano nel Mediterraneo e che, non facendo parte dell'UE,
non sarebbero obbligati al rispetto delle
nuove regole.
Informazioni Minerarie e Petrolifere
Il punto internazionale di Francesco Guidi
Dal collasso del regime
di Gheddafi nasce
la nuova Repubblica di Libia
I
2
n sei mesi il regime del col. Muammar
Gheddafi, al potere da 42 anni, si è
dissolto dopo una breve ma sanguinosa guerra civile, che ha fatto oltre
40.000 morti.
Tutto è iniziato il 15 febbraio scorso, con
alcuni disordini a Bengasi in seguito all’arresto di un avvocato, noto difensore dei
diritti civili. La capitale della Cirenaica è
considerata da sempre roccaforte dell’opposizione libica. Da lì gli scontri sono poi
dilagati in tutto il Paese, con gravi difficoltà per i molti lavoratori stranieri delle
imprese presenti nel Paese. Decisivo è stato l’intervento della Nato con numerosi attacchi aerei, in appoggio agli insorti.
Gli scontri sono terminati a fine agosto, restando ancora qualche centro di resistenza in alcune zone. La parola fine è stata
però messa definitivamente sull’intera vicenda con la morte di Muammar Gheddafi, ucciso il 20 ottobre mentre stava fuggendo da Sirte, sua città natale.
Alcuni suoi familiari ed esponenti del deposto regime sono stati arrestati (fra questi il figlio ed erede politico Saif al Islam).
Altri sono fuggiti nei paesi vicini, soprattutto in Algeria. Per loro è pendente una
richiesta di estradizione da parte del Governo provvisorio libico.
In questo periodo di transizione, il Paese
è guidato dal National Transitional Council (NTC) presieduto da Mustafa Abdel Jalil che il 28 novembre ha nominato un Primo Ministro, che ha formato un Governo
provvisorio.
I problemi sono enormi perché si tratta di
ricostruire un Paese, dandogli una nuova
realtà politica dopo 42 anni vissuti sulla
estemporaneità delle decisioni di un solo
uomo: Muammar Gheddafi.
L’obiettivo immediato è di arrivare alle elezioni di un’Assemblea Costituente entro il
prossimo luglio. L’Assemblea dovrà varare
la nuova Costituzione che servirà da base
per il futuro Stato libico. Occorre ricordare che la Libia non ha una Costituzione dal
1969, quando fu abolita quella che era stata approvata dal regime monarchico al momento dell’indipendenza (1951).
Sicuramente nella fase elettorale avverranno i maggiori scontri politici, anche se
su questi è difficile fare previsioni. La
maggioranza dei personaggi che si affacciano alla ribalta o sono stati esuli all’estero per molti anni o hanno fatto parte del passato regime e quindi hanno
spesso colpe da farsi perdonare.
Tutto questo in una Libia che, nonostante la scarsa popolazione (6 milioni di abitanti), distribuita su un vasto territorio
(1.760.000 kmq, quasi sei volte l’Italia), è
divisa in almeno 200 kabile (tribù) spes-
so in contrasti insanabili fra loro, ma forti sui rispettivi territori.
Chi è Mustafa Abdel Jalil
Dal 5 marzo 2011 Mustafa Abdel Jalil è il
Chairman del National Transitional Council (NTC), posizione equivalente a quella di
un Capo di Stato. Ha 59 anni, essendo nato a Beida, sull’altopiano cirenaico, 110 km
a Nord di Bengasi, nell’ottobre 1952.
Laureato in legge all’Università di Tripoli,
ha fatto tutta la sua carriera nella magistratura, arrivando a essere prima Presidente della Corte d’Appello di Beida e poi
Ministro della Giustizia il 10 gennaio 2007.
Ha tenuto questa posizione fino al 21 febbraio 2011, quando si è dimesso dal Governo per passare con gli insorti.
Durante i quattro anni trascorsi come Ministro (ma già prima come magistrato) si
era schierato ripetutamente con i riformisti che cercavano, senza successo, di modificare il corso degli avvenimenti.
La sua nomina alla guida degli insorti si deve alle sue notevoli capacità di mediazione, oltre al fatto di essere l’espressione della corrente moderata islamica della Senussia, che ha il suo centro in Beida. Sicuramente con lui la transizione verso la nuova Libia dovrebbe essere assicurata da un
sistema che eviti scosse e grandi traumi.
Il problema delle armi sparse
su tutto il territorio
Uno dei principali problemi che deve affrontare la nuova dirigenza libica è il disarmo generale delle milizie che hanno
contribuito a fare cadere il regime di
Muammar Gheddafi. Il numero uno dell’NTC, Mustafa Abdel Jalil ha detto il 4 gennaio: La Libia rischia di piombare nuovamente nella guerra civile, se le milizie che
hanno contribuito a mettere fine al regime
di Gheddafi non rientreranno nei ranghi.
Un avvertimento che è venuto dopo alcuni scontri a Tripoli il 3 gennaio fra le forze di sicurezza regolari e la milizia di Misurata che rifiutava di deporre le armi.
La nomina di Yousef al Mangush, 61 anni, a Capo di Stato Maggiore delle Forze
Armate dovrebbe essere un passo decisivo verso l'unificazione militare, dato che
le milizie delle kabile e delle singole province dovrebbero entrare nell’esercito e
nelle forze di sicurezza.
Al Mangush è un militare di carriera che si
dimise nel 1991, con il grado di colonnello, per contrasti con il regime. E’ tornato
alla ribalta dopo la Rivoluzione. La nomina
però non è stata bene accolta da alcune milizie e occorrerà tutta la diplomazia di Jalil
per farla accettare da tutti.
Il problema delle Kabile
e l’importanza della Senussia
La tappa fondamentale sulla strada della
costruzione della nuova Libia è di gettare le basi per un accordo fra le varie kabile presenti nel Paese, superando contrasti e divisioni che hanno punteggiato la
storia libica per secoli. Prima nella cornice dell’impero ottomano di cui Tripolitania e Cirenaica erano due province. Poi
durante il colonialismo italiano, il periodo monarchico e infine quello della dittatura di Gheddafi.
Occorre dire che in tutti questi secoli non
sono mai apparsi movimenti estremisti islamici che hanno invece contraddistinto la
storia di altri Paesi arabi. L’unico movimento integralista di un certo peso in Libia è
stata la Senussia, di cui era leader re Idriss,
ancora presente in Cirenaica.
Il vescovo cattolico di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, intervistato l’8 dicembre
dal quotidiano francese La Croix, ha detto: Non c’è il pericolo fondamentalista in
Libia. Il Paese non ha mai conosciuto
l’estremismo e il fondamentalismo.
Ha poi aggiunto: La Libia sta uscendo dal
clima infuocato della guerra civile per andare verso la stabilizzazione. Molti che
avevano abbandonato le loro case nel
momento culminante degli scontri, stanno tornando. La situazione non è ancora
stabilizzata, ma si avvia a esserlo.
Il 10-11 dicembre si è tenuta a Tripoli la
Conferenza per il Dialogo Nazionale, che
ha visto l’intervento dei maggiori esponenti dello Stato. Il titolo della Conferenza era: Giustizia e Riconciliazione.
Nel discorso introduttivo, Mustafa Abdel
Jalil ha lanciato un appello per la riconciliazione nazionale. Ha assicurato che la Libia è capace di perdonare i militanti delle forze di Muammar Gheddafi che hanno
combattuto contro gli insorti. Ha detto:
Noi siamo capaci di assorbire i nostri fratelli che hanno combattuto contro i rivoluzionari. La tolleranza e la riconciliazione sono un principio basilare dell’Islam.
Jalil ha poi annunciato il prossimo varo di
due leggi importanti sulla strada della riconciliazione: l’adozione di misure speciali
per la giustizia in questo periodo di transizione e un’amnistia generale per tutti i
crimini commessi durante la guerra civile.
Con la nomina di un Primo Ministro e di
un Governo di Transizione è stato fatto un
passo determinante sulla strada della ricostruzione dello Stato. E’ stato deciso che,
in attesa della Costituzione che darà il nome definitivo al Paese, lo Stato si chiamerà provvisoriamente "Repubblica di Libia".
Chi è il nuovo Primo Ministro
Il Primo Ministro Abdel Rahim al Kib è nato a Tripoli nel 1950 da una famiglia facoltosa, originaria di Sabratha (70 km a
Ovest dalla capitale). Il suo nome era praticamente sconosciuto al grande pubblico,
avendo vissuto per la maggior parte del
tempo all’estero e militato a lungo nel-
1 - 2012
l’opposizione al regime di Gheddafi. Rientrato in Libia all’inizio della Rivoluzione,
ha evitato di mettersi successivamente in
mostra con dichiarazioni e interviste.
Dopo avere preso la laurea in ingegneria
elettrotecnica all’Università di Tripoli nel
1973, Abdel Rahim al Kib è andato negli
Stati Uniti per completare gli studi. Entrato in contatto con l’opposizione, è rimasto da allora sempre all’estero per oltre
trent’anni con qualche limitato rientro in
Libia. Ha preso due master in ingegneria
elettrotecnica alla University of Southern
Carolina e nel North Carolina State. Dal
1985 è stato professore nell’University of
Alabama, facoltà di ingegneria elettrotecnica, dove ha insegnato fino a che non è
rientrato in Libia nel febbraio 2011.
Il nuovo Governo
Oltre al Primo Ministro, il Governo è composto da due Vice Primi Ministri ( Mustafa ben Chagour e Omar Abdallah Abdulkerim) e da 24 Ministri, tutti scelti fra personaggi che non hanno mai rivestito posti di responsabilità politica nel regime di
Muammar Gheddafi o li hanno lasciati per
passare all’opposizione. Sono quasi tutti
sconosciuti al grande pubblico: molti hanno vissuto a lungo in esilio all’estero, altri sono tecnici che hanno fatto la loro carriera all’interno dei vari settori di attività,
senza particolari interferenze politiche.
Questi i Ministri dei principali settori chiave:
Ministro del Petrolio e del Gas: Abdulrahman Benyezza. Ha 55 anni, essendo nato
a Tripoli il 3 giugno 1956. Dopo avere fatto gli studi secondari a Tripoli, è andato a
studiare negli Stati Uniti con borsa di studio dell’Oasis, la joint venture petrolifera
costituita dalle tre società americane Conoco, Marathon e Amerada.
Si è laureato nel 1979 in Petroleum Engineering all’Università di Austin nel Texas.
Rientrato in Libia, ha lavorato prima con
l’Oasis nel settore della produzione, specializzandosi in particolare negli interventi ai pozzi.
Nel 1982 passava alla Waha (ex BP e ora
100% NOC – National Oil Corporation), dove ha diretto il dipartimento del reservoir.
Nel 2000 andava alla NOC, entrando nel
Management Committee che guida l’ente
petrolifero di stato. Allora Chairman della NOC era Abdalla El-Badri, attuale Segretario Generale dell’OPEC.
Nel 2002 Benyezza diveniva Vice Chairman della NOC e con tale titolo dirigeva
il Dipartimento delle Joint Ventures con le
compagnie straniere.
Nell’ottobre 2006 lasciava la NOC e veniva nominato Chairman dell’Eni Oil Company che realizza le attività dell’Eni in Libia in joint venture con la NOC. Posizione che ha tenuto fino al giugno 2007,
quando ha lasciato la Libia ed è diventato dirigente Eni.
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Ministro della Difesa: Osama al Juwali. 59
anni era un ufficiale che lasciò l’esercito
per dissensi con il regime. Si dette all’insegnamento. Con la Rivoluzione, è tornato fra i militari ed è divenuto comandante degli insorti della città di Zenten (170
km a Sud Ovest di Tripoli). E’ stato lui a
catturare Saif al Islam, secondogenito di
Muammar Gheddafi, il 19 novembre.
Ministro degli Affari Esteri: Ashour ben
Khayal. Originario di Derna, uno dei centri storici dell’opposizione a Gheddafi, è
un diplomatico di carriera che però abbandonò clamorosamente il regime libico
nel 1984, quando era Ambasciatore in
Canada, passando all’opposizione. Da allora è sempre vissuto all’estero.
Nel Governo ci sono due donne, alla guida rispettivamente del Ministero degli Affari Sociali e di quello della Sanità.
Fa anche parte del Governo, come Ministro della Gioventù e dello Sport, l’avvocato Fathi Terbel, difensore di molti esponenti dell’opposizione arrestati dal passato regime. Il suo arresto avvenuto il 15
febbraio aveva scatenato la protesta popolare che ha dato poi origine all’insurrezione che ha portato alla caduta di
Muammar Gheddafi.
I rapporti con il Governo Monti
Tra le priorità di politica estera del Governo Monti, la nuova Libia trova un posto di primo piano. Il Chairman dell’NTC
Mustafa Abdel Jalil è venuto a Roma il 15
dicembre per incontrare i vertici dello Stato italiano, mentre il Presidente del Consiglio Mario Monti ha in programma di andare a Tripoli il 21 gennaio.
Sono in corso contatti per il rinnovo del
Trattato di Amicizia Italia – Libia. Tutti confermano che il clima delle relazioni bilaterali è buono, per cui il Trattato di Amicizia
sarà confermato. Lo stesso Abdel Jalil ha
detto al termine del colloquio a Palazzo
Chigi con Mario Monti: Abbiamo concordato di riattivare il Trattato di Amicizia fra Italia e Libia nell’interesse dei due Paesi.
La ripresa della produzione
di petrolio e gas
Il nuovo Chairman della NOC è Nuri Berouin, un tecnico puro, essendo un apprezzato specialista di reservoir, senza mai
avere ricoperto incarichi politici. Nuri Berouin è nato a Bengasi nel 1946. Dopo la
laurea a Londra in Petroleum Engineering,
è entrato nella NOC specializzandosi nello
studio dei giacimenti. Nel 1982 diveniva
capo del servizio giacimenti dell’ente petrolifero di Stato, posizione che ha tenuto
per cinque anni, quando fu mandato a guidare la joint venture esperta in reservoir
fra NOC e la società inglese Tecnica.
Nel 2000 rientrava in Libia, a Bengasi, all’Agoco, la società 100% NOC che ha fra
gli altri il grande giacimento di Serir, ex
BP. E’ rimasto in questa posizione, continuando a occuparsi di reservoir, fino alla
nomina a capo della NOC.
Tra le compagnie petrolifere straniere, l'Eni
è stata la prima a riprendere l’attività in Libia. Considerando la data della fine della
crisi libica al 20 agosto, la ripresa della produzione petrolifera del giacimento Eni di
Wafa al confine con l’Algeria è del 6 settembre. Il 26 settembre è ripresa la produzione di petrolio dal grande giacimento nel
Sahara di Bu Attifel. Il 13 ottobre è ripresa
l’esportazione di gas in Italia via Greenstream. Il 2 novembre è ripresa la produzione
Eni di gas offshore dalla piattaforma Sabratha. L’esportazione di gas dovrebbe raggiungere rapidamente i livelli pre-crisi di 10
miliardi di metri cubi l’anno.
Il giacimento petrolifero El Feel (Elefante), nel
Fezzan, è stato riavviato il 10 novembre.
Sono confermati tutti gli accordi petroliferi fra Eni e Libia, anche se potrebbe esserci qualche cambiamento nella parte "sociale" degli accordi. Un comunicato diffuso
dall’ufficio del Primo Ministro Abdel Rahim
al Kib afferma in proposito: Per non fare
confusione, le attività che saranno oggetto di revisione sono i progetti di sviluppo
sostenibile, compresi nel memorandum
d’intesa siglato dall’Eni con la Libia. Gli accordi sul petrolio non saranno interessati.
Fra le altre compagnie straniere che sono
già in produzione, quelle particolarmente
attive sono:
- Waha (ex Oasis), joint venture fra NOC
e le tre compagnie americane Conoco, Marathon e Amerada: dopo la riparazione del
terminale di Essidr, la produzione petrolifera ha ripreso a inizio gennaio. A metà
2012 dovrebbe essere ristabilito il livello
produttivo di 350.000 b/g che era quello
di prima della crisi. I programmi di Waha
sono molto aggressivi e sono allo studio
anche forti impulsi all’esplorazione.
- Total: ha già rimesso in produzione il
giacimento petrolifero onshore di Murzuk,
nel Fezzan, mentre sta lavorando per fare
ripartire quello offshore di Mabruk, che è
a Ovest di Buri. Ha in programma anche la
ripresa dell’esplorazione.
- Wintershall: ha ripreso la produzione onshore, a sud di Bu Attifel e anche qui sono
allo studio forti programmi esplorativi.
- Oxy e OMV stanno riprendendo la produzione dei loro giacimenti onshore.
Sono in corso di ripresa i lavori di società impegnate in esplorazione, come Exxon Mobil, Shell, BP e altre.
Il Chairman della NOC, Nuri Berouin, ha
detto il 4 gennaio che la produzione petrolifera libica è di 600.000 b/g, e dovrebbe tornare a fine 2012 al livello pre-crisi
di 1,6 milioni di b/g. Nel corso del 2012
prevede che si normalizzino tutte le attività upstream, per cui c’è da attendersi un
ritorno in forze di tutti i contrattisti.
3
Informazioni Minerarie e Petrolifere
Direttiva Appalti UE,
esonerati servizi petrolio e gas
L
a prospezione di giacimenti di petrolio e di gas naturale e la produzione
di petrolio sono tra i servizi ai quali
non è applicabile la normativa europea del
2004 sugli appalti per gli enti erogatori di
acqua ed energia. Lo ha stabilito la Commissione Europea il 24 giugno 2011 a seguito della domanda presentata il 23 marzo da Assomineraria. L’esenzione è motivata dal fatto che la direttiva del 2004 prevede che siano esclusi dalla normativa stessa tutti gli operatori esposti alla concorrenza su mercati liberamente accessibili, ed è
stata già concessa agli operatori in Olanda,
Regno Unito e Danimarca. La decisione della Commissione Europea è stata recepita il
19 ottobre 2011 con decreto della Corte
dei Conti.
Autorizzazione paesaggistica,
chiariti i dubbi sulla durata
G
razie all'intervento di Assomineraria e Aitec, il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali ha deciso di fare chiarezza sulla durata quinquennale
dell'autorizzazione paesaggistica. Con il
D.L. 13 maggio 2011 n. 70 il Ministero ha
infatti precisato che la scadenza quinquennale dell'autorizzazione paesaggistica si riferisce all'efficacia della stessa e
non alla sua validità: “L’autorizzazione è
efficace per un periodo di cinque anni,
scaduto il quale l’esecuzione dei lavori
progettati deve essere sottoposta a nuova autorizzazione”. Ciò significa che una
volta ottenuta l'autorizzazione, i lavori
devono essere iniziati entro il termine dei
cinque anni. Scaduto questo termine, se
non si è dato avvio ai lavori è necessario
ripresentare la richiesta; se invece sono
stati iniziati i lavori, l'autorizzazione paesaggistica potrà avere durata pari a quella del provvedimento di concessione mineraria o di autorizzazione alla coltivazione di cava e non dovrà quindi essere rinnovata.
Disciplinare tipo per l'attività
di Esplorazione e Produzione
P
4
ubblicato con Decreto Ministeriale
del 4 marzo 2011 il nuovo Disciplinare tipo per i permessi di prospezione e di ricerca e per le concessioni di
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare e nella piattaforma continentale. Le procedure di attuazione e le modalità di svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e
dei relativi controlli, sono regolamentate
dal Decreto Direttoriale del 22 marzo
2011.
Codice dell’Ambiente:
effetti contraddittori
dei limiti all’upstream
L
a modifica del Codice dell'Ambiente
(D.Lgs 128) dell'agosto 2010 ha ulteriormente aggravato le difficoltà
sperimentate negli ultimi anni dal settore
petrolifero ed ha assecondato ed incoraggiato il fenomeno Nimby (acronimo di Not
in my backyard - non nel mio cortile). Lo
ha dichiarato Pietro Cavanna, Presidente
del Settore Idrocarburi e Geotermia di Assomineraria, durante l’appuntamento
2011 con il Nimby Forum. Durante il convegno si è discusso su come, adottando
una regolamentazione ingiustificatamente rigida in termini di sicurezza, si rischi
di spingere le imprese non già ad aumentare i livelli di attenzione e controllo delle proprie attività, quanto a spostare il
business in altri Paesi con legislazioni più
flessibili. Ciò determina da un lato un
contraccolpo economico per i Paesi con
regole più dure e dall’altro un aumento
dei rischi per la mancanza di adeguate
misure di controllo da parte dei Paesi con
legislazioni meno efficaci.
Nuovi siti e iniziative
di informazione sull'attività
estrattiva
L
e soluzioni alle grandi sfide infrastrutturali richiedono il concorso di
tutte le parti interessate, anche se le
prospettive, gli interessi e le percezioni
non sempre vanno nella stessa direzione.
E' su questa linea di supporto all'attività
operativa che si collocano alcune recenti
iniziative per promuovere il coinvolgimento degli stakeholder nei processi decisionali nel settore degli idrocarburi e
delle materie prime.
Tra le novità spicca il sito internet Petrolioegas.it, che offre una finestra sul Web
a chi è interessato ad ottenere risposte articolate a domande relative al settore dell'esplorazione e della produzione di petrolio e gas naturale. Promosso da un comitato scientifico composto da esperti del
settore, il sito offre una molteplicità di informazioni tecniche, dati e statistiche riguardanti il comparto Oil&Gas e tutto ciò
che lo riguarda. Si tratta di una importante piattaforma, collegata ai siti istituzionali dell'UNMIG al Ministero dello Sviluppo Economico e di diversi istituti universitari, a partire dalla quale approfondire la
conoscenza del mondo degli idrocarburi.
Sempre nella stessa direzione va anche la
creazione del Laboratorio Materie Prime
(LabMP), promosso dal Ministero dello
Sviluppo Economico insieme ad ANIM (ingegneri minerari), AITEC (industria del cemento) ed Assomineraria. Il LabMP è una
community fra gli operatori di settore e
tutti i soggetti coinvolti nell’attività
estrattiva, il cui scopo è quello di contribuire allo sviluppo culturale del settore e
facilitare le comunicazioni con istituzioni
e stakeholder locali interessati. Si occupa,
fra l’altro, di dare supporto sui seguenti
temi: programmazione nazionale in materia di approvvigionamenti delle materie
prime; politiche regionali relative alla valorizzazione delle materie prime; iniziative per la riduzione dei rifiuti di estrazione e per il loro riutilizzo; azioni a sostegno delle miniere dismesse; promozione
di attività di formazione e specializzazione per tutti gli operatori in materia di sicurezza mineraria.
Iniziative più specifiche di informazione
mirate agli opinion leaders, ai portatori
d’interesse e al grande pubblico sono state coordinate dal sistema Confindustria in
Abruzzo, regione dove l’opposizione all’attività infrastrutturale, energetica ed
upstream si è manifestata in modo particolarmente diffuso, fino a rendere critico
il rapporto fra le imprese della filiera, tradizionalmente attive e numerose nella Regione, e le istituzioni locali.
Nel segno della trasparenza e della salvaguardia dell'occupazione, il dialogo con
il territorio ha coinvolto l'università, le organizzazioni sindacali e le imprese di Assomineraria - sia operatori titolari di permessi e concessioni che aziende che forniscono tecnologia e servizi specialistici.
Nel corso del 2011 è stata riscontrata una
maggiore consapevolezza della costante
attenzione alle tematiche ambientali e
della sicurezza di un'industria che è stata presente per oltre cinquant'anni in
Abruzzo, della rilevanza economica e occupazionale dell'attività e delle sue ricadute positive sulla Regione.
Assomin riprende dal 2012
R
iprende dopo alcuni mesi di interruzione la pubblicazione di Assomin
Notizie. Ce ne scusiamo con i lettori, che potranno trovare in questo e nei
prossimi numeri anche le notizie relative
ai principali eventi del 2011.
Autorizzazione del Trib. di Roma n. 553
del 2 ottobre 1991
Direttore Responsabile: Ing. Francesco Guidi
website: www.assomineraria.org
e-mail: [email protected]
Finito di stampare nel mese di Gennaio 2012
da La Prestampa s.r.l.
Via Cancelliera, 50 – Ariccia – Roma