L`avvocato torinese contro Big Pharma

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06/03/2014
L’avvocato torinese contro Big Pharma
“Così ho smascherato l’accordo-truffa”
Il legale della Società Italiana di Oftalmologia: “All’udienza di gennaio le due
case farmaceutiche si sono presentate con 24 avvocati”
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Davide contro Golia. L’avvocato
torinese Raffaele La Placa è il
legale che ha affrontato e
sconfitto i colossi mondiali del
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farmaco, smascherando il
«cartello» Roche-Novartis e
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CLAUDIO BAGLIONI
vincendo dopo oltre due anni la
battaglia per centinaia di migliaia
di malati a rischio cecità.
Quando e come è iniziata
questa battaglia?
L’avvocato Raffaele La Placa
PREZZO: 80,99 - BIGLIETTI TRIBUNA NON NUMERATA
DATA 27 MARZO, ORE 21, PALAOLIMPICO
+ Brevetti scaduti e trucchi I segreti di Big Pharma PAOLO RUSSO
«E’ stata la Società Italiana di
Oftalmologia ad affidarmi nel
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2011 l’incarico: si moltiplicavano le segnalazioni di pazienti rimasti da un giorno all’altro senza cura,
poiché le Asl non potevano comprare il farmaco Lucentis al costo di 1700 euro, poi sceso a 1200. All’inizio
ci siamo rivolti al Garante della concorrenza e del Mercato, Catricalà. Abbiamo poi presentato un esposto.
Era evidente, a nostro parere, l’accordo fra Novartis e Roche per spingere il medicinale più caro, mentre
sul mercato esisteva l’Avastin, l’unico al mondo inserito dall’Oms come arma contro la maculopatia. Ma
bisognava dimostrare il “cartello”, e dimostrarlo è stato un lavoro immenso: ho passato giorni e sere a
leggere e rileggere documenti scientifici in inglese, ad analizzare email e report che provassero l’efficacia
e la non pericolosità del farmaco meno caro».
Quale è stato il punto di partenza?
«Il punto di partenza è stato rendersi conto che c’erano interessi economici condivisi fra case
farmaceutiche. Quella che ha prodotto le due molecole dell’Avantis e del Lucentis, cioè la Genentech
californiana, è la stessa: è di piena proprietà della Roche, e Roche detiene anche il 30 per cento di
Novartis a cui Genentech ha dato la licenza del farmaco Lucentis».
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Qual era, esattamente, il nodo della questione?
«Nel bugiardino dell'Avastin, Roche ha chiesto e ottenuto nel 2012 dall’Ema di inserire l’avvertenza che
può essere pericoloso, più pericoloso del Lucentis. Ecco il punto: quell’avvertenza ha condizionato molte
Asl e molti medici di fronte alla decisione di somministrarlo o meno. In caso di complicanze o effetti
collaterali dopo la somministrazione è una responsabilità in più dell’oculista, di fronte a un giudice.
Quella nota equivoca approvata poi anche in Italia dell’Aifa, ha creato e continua a creare insomma
allarme, allontanando molti dalla terapia. Più che la questione economica, rilevantissima, all’Antitrust
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abbiamo sostenuto soprattutto questa tesi: l’allarme nel bugiardino dell’Avastin compromette, quando
addirittura non impedisce, il diritto alla cura. Ho agito per tutelare la salute di migliaia di persone,
soprattutto anziani, perché possano accedere alle terapie con un costo di poche decine di euro a fronte di
un iniziale prezzo del Lucentis di 1700 euro».
Ma davvero l’Avastin può essere più pericoloso del Lucentis?
«La modifica sul bugiardino richiesta da Roche riguarda i rischi di somministrazione del prodotto, i
“rischi di somministrazione”, e non il prodotto in sé. Su questo equivoco, direi in maniera tendenziosa, si è
creato un allarme sociale ingiustificato»
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«No. Ma all’udienza di gennaio le due case farmaceutiche si sono presentate con 24 avvocati e persino un
baronetto. Io contro tutti. Novartis inizialmente non si era costituita, lo ha fatto in un secondo momento.
Il confronto era iniziato con Roche e Genentech, che fa parte del gruppo Roche. Nel 2103 siamo stati
ricevuti anche dal ministro della Salute: la Lorenzin ha garantito che avrebbe studiato il caso».
Qual è stata la difesa di Novartis e Roche di fronte all’accusa?
«Una difesa tecnica. Hanno sostenuto che i due medicinali sono prodotti differenti, diverso è il mercato a
cui puntano, e che le due aziende erano indipendenti nelle decisioni. Che le modifiche sul bugiardino
dipendevano da una singola volontà, non da un accordo. Anche all’udienza di gennaio, e questa è la cosa
più grave, hanno ribadito che l’Avastin è pericoloso, il che va oltre l’evidenza scientifica. Questa sentenza è
importantissima per i malati: abbiamo dimostrato che è esistito un “cartello”: secondo l’antitrust infatti
Roche e Novartis si sono accordate per diffondere il Lucentis contro le evidenze scientifiche che
dimostrano l’efficacia dimostrata del medicinale meno caro».
Mai temuto di soccombere di fronte ai colossi?
«La questione era tecnicamente molto complicata. Fin dall’inizio: trattandosi di un prodotto utilizzato in
tutto il mondo si è dovuto definire prima quale fosse l’autorità competente, poi quale normativa applicare.
Già l’apertura dell’istruttoria all’Antitrust, per me e per la Soi, è stato un successo».
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