Verbale Assemblea
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Verbale Assemblea
VERBALE DI ASSEMBLEA ORDINARIA DELLA "BANCA DELLE MARCHE - S.P.A." DEL GIORNO 30 APRILE 2013, ORE 10.13 Il sig. TARDIOLI Federico, nato a Montecassiano (MC) il 26 agosto 1939, domiciliato per la carica a Jesi (AN), via Ghislieri n. 6, agendo nella propria qualità di Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione e facendo altresì le veci, in tale veste e visti gli articoli 14 comma 1° e 28 dello Statuto sociale, del Presidente del Consiglio di Amministrazione della "BANCA DELLE MARCHE - S.p.A.", con sede in Ancona, Via Menicucci n.ri 4/6, capitale sociale interamente versato di Euro 662.756.698,76, iscritta nel Repertorio Economico Amministrativo della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Ancona con il n. 127013, titolare del codice fiscale e numero di iscrizione nel Registro delle Imprese di Ancona 01377380421, Capogruppo del Gruppo Bancario Banca delle Marche, iscritta all'Albo delle Banche tenuto dalla Banca d'Italia al n. 5236.5, dichiara che alle ore 10:00 del giorno 30 aprile 2013, nell’auditorium nel Centro Direzionale di Fontedamo della Banca delle Marche in Jesi, Via Ghislieri n. 6, è stata indetta, nel rispetto dei termini di legge e di Statuto, in unica convocazione, un’Assemblea ordinaria degli Azionisti della Banca delle Marche S.p.A, con avviso pubblicato in data 8/4/2013 sul sito internet della Banca e, in data 11/4/2013, sul quotidiano a diffusione nazionale “Il Messaggero” e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 43 – Parte seconda (avviso TS13AAA4673), per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO 1) Presentazione del bilancio dell’esercizio 2012, Relazione del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e della Società di revisione incaricata della revisione legale dei conti. Deliberazioni inerenti e conseguenti. 1 2) Su richiesta del socio Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata: “Promuovimento di un’azione di responsabilità ai sensi degli artt. 2392, 2393, 2396 e 2407 cod. civ. e, comunque, di una azione risarcitoria ai sensi degli artt. 1218 e segg., 2104 e segg. e 2043 cod. civ. nei confronti dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di Banca delle Marche S.p.A. in carica al 31/12/2011 nonché dell’ex Direttore Generale di quest’ultima, dott. Massimo Bianconi, e di tutti coloro che, a qualsivoglia titolo e ragione, sono responsabili della situazione in cui attualmente versa Banca della Marche S.p.A”. 3) Autorizzazione all’acquisto e all’alienazione delle azioni proprie, ai sensi degli artt. 2357 e 2357 ter c.c., nell’ambito del “Mercato azioni Banca Marche”. 4) Politiche di remunerazione. 5) Nomina di un Sindaco supplente. *** Il Presidente dà atto che, entro il termine di pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’Assemblea, previsto per il giorno 15/4/2013, sono stati pubblicati presso la Sede legale, la Direzione generale e sul sito internet della società: - una relazione del Consiglio di Amministrazione sulle materie poste all’ordine del giorno; - il progetto di bilancio individuale relativo all’esercizio 2012; - il bilancio consolidato del Gruppo Banca delle Marche relativo all’esercizio 2012; - con riferimento al punto 2) all’o.d.g. dell’odierna Assemblea, la relazione redatta dal socio Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata ai sensi dell’art. 125-ter comma 3° del T.U.F.; - il documento relativo alle politiche di remunerazione ed incentivazione del Gruppo Banca delle Marche. 2 Il Presidente, visto l’art. 14 comma 4° dello Statuto, ritiene opportuno essere assistito da un segretario e propone all’Assemblea di votare per alzata di mano la nomina del notaio Marcello Pane di Jesi (AN), ricordando ai contrari e agli astenuti di comunicare i loro nomi al tavolo della segreteria. L’Assemblea, esprimendosi per alzata di mano, approva all’unanimità Il Presidente inoltre dà atto che alle ore 10:15 - sono legittimati ad intervenire di persona n. 291 soci, e per deleghe acquisite agli atti sociali, n. 202 soci, per un totale di n. 493 azionisti rappresentanti complessivamente n. 880.880.052 azioni rappresentative del 69,11% del capitale sociale pari ad Euro 662.756.698,76, costituito da n. 1.274.532.113 azioni ordinarie da nominali Euro 0,52 ciascuna, così come risulta dalla scheda delle presenze allegata (Allegato “A” al presente verbale); - sono presenti per il Consiglio di Amministrazione, oltre al costituito Vice Presidente, i Sig.ri Alessandrini, Bianchi, Civalleri, Checchetto, Grassano, Scavolini e Valentini; - sono presenti per il Collegio Sindacale i Sig.ri Paccapelo, Felicissimo e Landi; - assiste all'Assemblea, ai sensi dell'art. 31 dello Statuto Sociale, il Direttore Generale Sig. Luciano Goffi; - a norma di regolamento dell'Assemblea, sono inoltre presenti alcuni dirigenti della Banca delle Marche e, tra questi il Segretario Generale della Banca, avv. Stefano Gottin, che coadiuverà il Segretario dell’Assemblea, notaio Marcello Pane, e lo stesso Presidente nel corso delle attività assembleari; - risultano altresì presenti i seguenti giornalisti, regolarmente accreditati per esercitare il diritto di cronaca: - Simona Marini - ANSA; - Gerardo Graziola - RADIOCOR; - Luigi Luminati, Sara Ferreri, Stefano Binci (fotografo) – IL RESTO DEL CARLINO; 3 - Matteo Tarabelli, Gianluca Cionna, Cristian Ballarini (fotografo) – IL MESSAGGERO; - Edoardo Danieli, Fabrizio Romagnoli, Sandro Maurizi (fotografo) – CORRIERE ADRIATICO; - Pier Paolo Rivalta, Gianluca Vergnetta (operatore) – RAI; - Erika Mariniello – VALLESINA TV E CRONACHE MACERATESI; - Stefano Brecciaroli, Silvia Montesarchio (operatore) – TV CENTRO MARCHE; - Andrea Fiano e Davide Pazzaglia (operatore) – ETV MARCHE Il Presidente ricorda che, ai sensi dell’art. 12 dello Statuto sociale “la legittimazione all’intervento in assemblea e all’esercizio del diritto di voto è attestata da una comunicazione all’emittente Banca delle Marche S.p.A, effettuata dall’intermediario, su richiesta dell’interessato, in conformità alle proprie scritture contabili, in favore del soggetto a cui spetta il diritto di voto”. Pertanto, in considerazione di tutto quanto sopra esposto, l'Assemblea deve ritenersi regolarmente costituita e idonea a deliberare sugli argomenti posti all'ordine del giorno. Prima di passare alla trattazione degli argomenti posti all'ordine del giorno, il Presidente incarica il Segretario generale avv. Gottin a evidenziare agli intervenuti gli obblighi posti dagli artt. 19 e 20 del decreto legislativo n. 385 del 1° settembre 1993 (Testo unico della normativa bancaria) in capo ai partecipanti al capitale delle banche. L’avv. Gottin ricorda in particolare che: - deve essere preventivamente autorizzata dalla Banca d’Italia l'acquisizione a qualsiasi titolo in una banca di partecipazioni che comportano il controllo o la possibilità di esercitare un'influenza notevole sulla banca stessa o che attribuiscono una quota dei diritti di voto o del capitale almeno pari al 10 per cento, tenuto conto delle azioni o quote già possedute; 4 - ogni accordo, in qualsiasi forma concluso, compresi quelli aventi forma di associazione, che regola o da cui comunque possa derivare l’esercizio concertato del voto deve essere comunicato alla Banca d’Italia dai partecipanti, ovvero dai legali rappresentanti della banca partecipata. Quando dall’accordo derivi una concertazione del voto tale da pregiudicare la gestione sana e prudente della Banca, la Banca d’Italia può sospendere il diritto di voto dei partecipanti all’accordo stesso. La mancanza delle autorizzazioni prescritte o l’omissione delle comunicazioni previste determina la sospensione del diritto di voto; - ai sensi degli articoli 2341 bis e 2341 ter del codice civile i patti che, in qualunque forma stipulati, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società, hanno per oggetto l’esercizio del diritto di voto nelle società per azioni o nelle società che le controllano ovvero pongono limiti al trasferimento delle relative azioni o delle partecipazioni in società che le controllano o che hanno per oggetto o per effetto l’esercizio anche congiunto di un’influenza dominante su tali società devono essere comunicati alla società e dichiarati in apertura di ogni assemblea; la dichiarazione deve essere trascritta nel verbale e questo deve essere depositato presso l’Ufficio del Registro delle Imprese. In caso di mancanza di tale dichiarazione i possessori delle azioni cui si riferisce il patto parasociale non possono esercitare il diritto di voto e le deliberazioni assembleari adottate con il loro voto determinante sono impugnabili a norma dell’art. 2377 codice civile. A questo punto si invitano i soci che si trovassero nelle situazioni sopraindicate a darne immediata comunicazione che sarà trascritta seduta stante nel verbale d’assemblea o a questo allegata. Preso atto che nessun azionista ha comunicato di trovarsi in una delle cause di esclusione dal diritto di voto previste dalla normativa vigente e che per l’ammissione al voto degli azionisti sono stati effettuati i dovuti riscontri, e rammentando che lo svolgimento dei lavori assembleari seguirà le previsioni del “Regolamento dell’assemblea degli azionisti”, a disposizione dei soci presso il banco 5 della Segreteria, l’avv. Gottin dà lettura delle seguenti raccomandazioni per lo svolgimento dell'Assemblea: - le persone che lasceranno l’assemblea prima della conclusione dovranno farsi registrare presso le apposite postazioni al fine di consentire un costante aggiornamento delle presenze; - tutti coloro che intendono prendere la parola su uno specifico punto all’ordine del giorno devono compilare la relativa scheda di richiesta di intervento inserita nella cartellina e consegnarla al personale del Servizio Segreteria Generale, fermo restando che ogni intervento dovrà riguardare esclusivamente la materia all’ordine del giorno su cui si è chiesto di prendere la parola; - fermo restando che ai sensi dell’art. 6 del Regolamento dell’Assemblea “Il Presidente …al fine di assicurare il regolare svolgimento dei lavori, ha i più ampi poteri per disciplinare la trattazione dell'ordine del giorno, fissando le modalità ed i tempi della discussione, anche in relazione alla durata dei singoli interventi”, ciascun intervento non può avere una durata maggiore di otto minuti con replica di due minuti. Si precisa inoltre che: - le votazioni su tutti gli argomenti posti all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea avverranno tramite apposite schede di votazione, consegnate all’ingresso in Assemblea a tutti i presenti. Pertanto, in occasione di ogni votazione i soci, oppure i delegati, dovranno compilare l’apposita scheda di votazione (corrispondente al punto all’ordine del giorno posto in votazione ed ivi indicato) ed inserirla all’interno di una delle urne presenti nel locale in cui si tiene l’Assemblea o al medesimo collegati; - saranno considerati astenuti dal voto coloro che, pur partecipando alla votazione, non esprimeranno sulla scheda di votazione né voto favorevole né voto contrario ovvero coloro che si asterranno dall’inserire la scheda di votazione nelle urne all’uopo predisposte. Laddove l’avente diritto al voto non intenda partecipare alla 6 votazione, dovrà recarsi alle postazioni per fare registrare la propria uscita, ancorché temporanea, dall’Assemblea; - coloro che abbiano ricevuto delega a partecipare all’odierna Assemblea, debbono compilare una scheda di votazione per ogni socio delegante. Ai fini dello spoglio di tutte le schede di votazione il Presidente propone la nomina per alzata di mano di sei scrutatori nelle persone dei Sig.ri Augusto Camei, Alberto Cinti, Francesca Gatti, Floriano Ferranti, Simone Pilisi e Pasquale Sanarico, che provvederanno ad effettuare, per ogni punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea, lo scrutinio delle relative schede di votazione. L’Assemblea, con voto espresso per alzata di mano DELIBERA all’unanimità di nominare scrutatori i Sig.ri Augusto Camei, Alberto Cinti, Francesca Gatti, Floriano Ferranti, Simone Pilisi e Pasquale Sanarico. Riprende la parola il Presidente, il quale comunica che a tutti i soci presenti è stata consegnata, all’ingresso in Assemblea, una cartellina contenente: - una scheda per la richiesta di intervento su ciascuno dei punti all’ordine del giorno; - una brochure contenente una sintesi del Progetto di bilancio 2012; - la relazione redatta dal socio Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata ai sensi dell’art. 125-ter comma 3° del T.U.F. con riferimento al 2° punto all’ordine del giorno; - un documento di sintesi relativo alle politiche di remunerazione ed incentivazione del Gruppo Banca delle Marche. Il Presidente, prima di passare alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno chiede all’avv. Gottin di dare lettura della seguente relazione: ATTIVITÀ DI RISCHIO E CONFLITTI DI INTERESSE NEI CONFRONTI DI SOGGETTI COLLEGATI ai sensi della Circ. 263/2006 (9° aggiornamento) della Banca d’Italia La circolare n° 263 della Banca d’Italia (Titolo V – Capitolo 5) stabilisce che le banche individuino e formalizzino adeguatamente i presupposti, gli 7 obiettivi ed i contenuti delle soluzioni adottate (ai fini della gestione delle operazioni con soggetti collegati) e ne valutino l’efficacia e l’efficienza in modo da perseguire obiettivi di integrità e imparzialità del processo decisionale, rispetto agli interessi della generalità degli azionisti e dei creditori, efficiente funzionamento degli organi societari e dell’operatività dell’intermediario. La Banca – e le società del gruppo – hanno adottato entro il termine stabilito dall’Autorità di vigilanza del 30 giugno 2012 la procedura in materia di operazioni con soggetti collegati che è entrata in vigore dal 31 dicembre 2012. La procedura denominata “Regolamento operazioni con soggetti collegati” è stata adottata con delibera del Consiglio di Amministrazione del 26 giugno 2012 n° A/2 e parere favorevole del Comitato degli Amministratori Indipendenti e del Collegio Sindacale. Essa individua e formalizza le scelte effettuate per dare attuazione alle norme stabilite dalla Banca d’Italia in materia di operazioni con soggetti collegati. Il Regolamento è pubblicato sul sito internet della Banca. Inoltre, nella seduta del 20 dicembre 2012, il Consiglio di Amministrazione è stato informato del completamento delle attività inerenti la messa a regime del nuovo processo. La Banca ha messo in atto le attività necessarie per l’implementazione di processi e procedure necessarie per l’avvio in operativo dal 31 dicembre 2012 della gestione delle operazioni con soggetti collegati nel rispetto dei limiti prudenziali, volte peraltro alla produzione delle previste segnalazioni di Vigilanza entro i termini stabiliti. Nello specifico: 1) è stato effettuato il censimento dei soggetti rilevanti e dei relativi soggetti connessi e affini all’interno del sistema informativo della Banca, tramite invio di questionari a tutti gli esponenti delle società del gruppo, nonché tramite specifico flusso informativo dal service provider Cerved; 2) sono stati effettuati adeguamenti applicativi allo specifico strumento di supporto informativo volto alla migliore gestione delle operazioni perfezionate dalla banca con soggetti collegati, ovvero garantite da soggetti collegati; Inoltre sono state effettuate specifiche implementazioni applicative a supporto dell’attività di corretto monitoraggio dell’esposizione in attività di rischio relativa all’entourage dell’esponente bancario entro i limiti individuali e consolidati previsti normativamente (in sintesi 5% o 7,5% del patrimonio di Vigilanza in funzione della natura della controparte); 3) E’ stato definito il nuovo processo volto alla gestione dell’operatività, tra cui l’individuazione delle controparti rilevanti, l’individuazione delle operazioni perfezionate con tali controparti, il monitoraggio dei saldi di esposizione in attività di rischio, la richiesta di un parere preventivo e non vincolante al Comitato degli Amministratori Indipendenti e la produzione delle segnalazioni di Vigilanza; 4) E’ stata aggiornata conseguentemente la normativa interna, volta alla definizione delle mansioni e delle responsabilità; 5) Sono stati definiti i controlli di secondo e di terzo livello, nonché i flussi informativi per gli organi sociali. 8 Il Presidente passa quindi alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno dell’Assemblea: 1) PRESENTAZIONE DEL BILANCIO DELL’ESERCIZIO 2012, RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, DEL COLLEGIO SINDACALE E DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE INCARICATA DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI. DELIBERAZIONI INERENTI E CONSEGUENTI. Il Presidente, stante l’avvenuta distribuzione a tutti gli intervenuti della brochure recante i dati salienti del bilancio oggi in approvazione (Allegato “B” al presente verbale), invita l’Assemblea ad esprimersi per alzata di mano sulla proposta: di dare per letta la Relazione al bilancio di esercizio 2012 del Consiglio di amministrazione, peraltro disponibile sul sito della Banca da almeno 15 giorni; di fornire un’adeguata illustrazione, a cura del Direttore Generale, degli aspetti contenuti nella brochure di cui sopra riferiti al quadro di sintesi del bilancio individuale 2012, con particolare riguardo ai dati economicopatrimoniali di maggior rilievo, all’andamento della raccolta e degli impieghi, all’andamento reddituale, all’adeguatezza patrimoniale, alla piattaforma distributiva, alle attività organizzative, alla compagine azionaria, alla proposta di copertura della perdita e alla struttura del gruppo Banca delle Marche. L’Assemblea approva all’unanimità. Quindi, il Presidente dà la parola al Direttore Generale per l'illustrazione di quanto sopra indicato. Il Direttore Generale, con l’ausilio di slides che vengono proiettate, illustra gli aspetti principali contenuti nella brochure, con particolare riferimento al quadro di sintesi del bilancio individuale 2012, ai dati economico-patrimoniali di maggior rilievo, all’andamento della raccolta e degli impieghi, all’andamento reddituale, all’adeguatezza patrimoniale, alla piattaforma distributiva, alle attività 9 organizzative, alla compagine azionaria, alla proposta di copertura della perdita e alla struttura del gruppo Banca delle Marche. Al termine dell’illustrazione il Presidente ringrazia il Direttore Generale e, ricordando che il bilancio civilistico dell’esercizio 2012 sottoposto all’approvazione dell’odierna Assemblea ha chiuso con una perdita netta di euro 517.966.828, propone di coprire quest’ultima come segue: - utilizzo integrale della riserva straordinaria, per euro 426.620.480,15; - utilizzo del Fondo sovrapprezzo azioni per euro 91.346.347,85, residuando comunque su tale fondo disponibilità sufficienti per l’eventuale integrazione della riserva legale sino al quinto del capitale sociale, ai sensi del combinato disposto degli articoli 2430 e 2431 del Codice civile, e per il presidio delle immobilizzazioni immateriali non ancora ammortizzate Prima di passare alla lettura della Relazione di revisione predisposta dalla società PricewaterhouseCoopers S.p.A., il Presidente espone alcuni suoi personali commenti che vengono, qui di seguito, trascritti: “Immagino che tutti comprendano quanto complessa e delicata sia la mia posizione nel trovarmi a dover coordinare la presente assemblea. Ma, quando le condizioni sono difficili, come nel nostro contesto, ognuno di noi deve responsabilmente sapersi fare carico appunto delle proprie responsabilità. Il bilancio di Banca delle Marche che oggi viene presentato è negativo ed è il primo bilancio ad essere tale. Occorre subito dire che questo risultato si inserisce in un contesto assai difficile per l’intero sistema bancario. Infatti, nel corso del 2012 le banche nazionali, profondamente colpite dalla recessione e dalla crisi del debito sovrano, hanno dovuto affrontare le gravi difficoltà di raccolta, la necessità di rafforzamento patrimoniale ed hanno, di conseguenza, subito anche una marcata compressione della redditività. Il risultato di esercizio del 2012 per Banca Marche ha risentito, in modo significativo, del perdurare della difficile congiuntura economica internazionale e nazionale, del persistente deterioramento della qualità del credito che ha implicato 10 maggiori rettifiche di valore, a causa del peggioramento dell’economia reale in Italia, ed in particolare nella nostra regione. Il nostro Gruppo risulta esposto, inoltre, nei confronti del settore immobiliare, particolarmente penalizzato dalla crisi per l’allungamento dei tempi di vendita degli immobili e dal calo del prezzo degli stessi. Dopo il prolungato periodo di stagnazione che ha colpito, in special modo, il comparto delle costruzioni, si è reso necessario per il Gruppo Banca Marche un percorso di rafforzamento strutturale intrapreso nel secondo semestre del 2012 ed a cui si è affiancata una approfondita attività di revisione del portafoglio crediti. Il peggioramento della solvibilità dei debitori, unito al deterioramento di taluni portafogli o specifiche posizioni creditizie, ha comportato un consistente aumento delle rettifiche di valore sui crediti del Gruppo Banca Marche. Tale approccio è in linea con l’orientamento gestionale dell’intero sistema bancario italiano volto a rafforzare gli accantonamenti per rischi creditizi, che si sono intensificati nel corso di questi anni di crisi economica, anche a seguito delle direttive della vigilanza. La Banca d’Italia ha, infatti, prestato particolare attenzione all’impatto della recessione sui bilanci bancari, anche in considerazione della forte esposizione degli istituti di credito italiani nei confronti dell’economia reale. Il deterioramento dei crediti del sistema bancario ha portato la Banca d’Italia ad adottare criteri più stringenti nell’ambito della valutazione dell’adeguatezza degli accantonamenti per rischi di credito effettuati dalle banche. Negli ultimi mesi del 2012, i primi 20 istituti di credito italiani, tra cui Banca Marche, sono stati oggetto di un’ispezione sulla gestione dei crediti in sofferenza, ad incaglio e ristrutturati e sulle relative politiche e prassi applicative di copertura. In conseguenza di ciò, il peso delle attività deteriorate del Gruppo Banca Marche, nel corso del 2012, è cresciuto del 654 % rispetto al 2011, con un’incidenza sugli impieghi lordi pari al 26%, contro il 15,1% del 2011. Il grado di copertura dei crediti problematici del Gruppo (coverage ratio) registra un incremento di quasi 11 punti percentuali, passando dal 17,4% del 2011 al 11 28,2% a fine 2012. La maggiore copertura esprime la necessità di aumentare gli accantonamenti a fronte dei rischi di credito che crescono inevitabilmente in un contesto recessivo. Ed, ovviamente, l’innalzamento del grado di copertura dei crediti si è riflesso sui relativi oneri a conto economico. Da un’analisi dei risultati conseguiti nel 2012 dai competitor emerge che, oltre Banca Marche, anche altri sei tra i principali gruppi bancari nazionali hanno registrato una perdita di esercizio a fine anno, pur registrando valori positivi nel primo semestre. A questi si aggiungono Banca Popolare Milano e MPS che segnavano già nella prima parte dell’anno un risultato in perdita. Peer Group Banca Marche Cre Val Carige Banco Pop Bper Ban Etruria Veneto Ban Risultato netto dic-12 giu-12 -526 43 -322 28 -63 90 -945 29 -11 83 -203 5 -40 70 Rettifiche su crediti dic-12 giu-12 -1.039 -79 -354 -82 -447 -74 -1.288 -398 -958 -290 -345 -57 -474 -104 Come emerge dalla tabella, la perdita di fine esercizio discende, in modo uniforme tra gli operatori bancari, dal pesante incremento delle rettifiche su crediti. Ma, se questo è il contesto del sistema bancario italiano, tuttavia non si possono assolutamente negare due aspetti: nella nostra banca ci sono stati fenomeni particolari e specifici di non appropriata gestione nel comparto del credito che avrebbero potuto essere contenuti se avesse funzionato appropriatamente il sistema dei controlli interni e, secondo aspetto, l’impatto della crisi sarebbe stato minore sui nostri conti se fosse stata più limitata la concentrazione degli impieghi, sia per settore che per cliente. Come ho già accennato in precedenza infatti, gli impieghi della Banca presentano una concentrazione nel settore costruzioni superiore al 30%. Inoltre i primi 50 clienti rappresentano circa il 6,8% del portafoglio. Questi due comparti sono stati i più pesantemente colpiti dalla crisi. In tutta coscienza, e faccio questa affermazione con grande umiltà e serenità, ritengo che il Consiglio che si è insediato il 3 maggio 2012 si è particolarmente impegnato, lavorando intensamente al fine di assumere la piena consapevolezza 12 della situazione del nostro Istituto. Il Consiglio, in quest’anno di lavoro, ha fatto su questi problemi tutti gli approfondimenti del caso, mettendo in cantiere le misure necessarie per pervenire ad una oculata gestione del credito. Non si è trattato solo di fare gli opportuni accantonamenti, ma di mettere in atto gli strumenti necessari allo scopo, una nuova politica del credito, nuovi strumenti di controllo, reindirizzo delle erogazioni su nuovi segmenti di mercato, non più edilizia e costruzioni, ma soprattutto manifatturiero e piccole e medie imprese. E non ci si è limitati al solo settore del credito. Abbiamo rivisto tutto il sistema dei controlli interni e ridisegnato l’assetto manageriale, con particolare riferimento al settore crediti, e soprattutto abbiamo un nuovo Direttore generale. Inoltre il Consiglio ha preso le seguenti importanti decisioni: 1) Immediatamente dopo l’avvicendamento del Direttore generale è stata attuata una revisione della struttura organizzativa e delle deleghe assegnate ai Vice direttori generali; sono stati inseriti i nuovi manager a presidio dell’attività creditizia e le funzioni di controllo sono state poste a diretto riporto del Consiglio di Amministrazione; 2) E’ stato costituito il Comitato Controllo e Rischi allo scopo di indirizzare la complessiva azione di controllo e di favorire l’efficacia del flusso informativo in materia di rischi verso il Consiglio di Amministrazione; 3) Il Consiglio ha favorito l’accertamento da parte della nuova Direzione della reale situazione dei rischi del Gruppo; le verifiche di Audit interno sono state disposte in ogni direzione e portate a conoscenza degli Organi; 4) Presso Medioleasing è stata espletata un’attività di ampia revisione del portafoglio contratti attraverso una task force appositamente inviata dalla Capogruppo; 13 5) E’ stata fornita al Nucleo Ispettivo della Banca d’Italia, operante in Azienda dal novembre scorso, la massima collaborazione nello spirito di favorire l’accertamento in tema di adeguatezza delle previsioni di perdita relative ai crediti deteriorati e allo scopo di fugare ogni dubbio sulla volontà dell’Amministrazione e della Direzione di prendere le distanze rispetto alle criticità gestionali man mano venute alla luce; 6) Il ricambio della composizione della Direzione generale è stato intrapreso non appena si è entrati in possesso di report da cui emergerebbero eventuali responsabilità dei vari esponenti; 7) E’ stato incaricato lo Studio Bonelli Erede Pappalardo – che ha già effettuato la prima valutazione dei riscontri documentali – per assistere l’Istituto in relazione ai possibili profili di responsabilità ai fini dell’avvio delle eventuali iniziative e per la difesa degli interessi della Banca; detti Legali stanno esaminando anche la situazione di Medioleasing – anche per valutare la sussistenza di profili di natura penale e le conseguenti azioni – dato che presso la stessa sono emerse situazioni che potrebbero far ritenere la Società persona offesa da comportamenti e circostanze che andranno rappresentate nelle sedi competenti; 8) Ai fini del futuro del Gruppo è stato deliberato il Piano Industriale, valutato inizialmente nella prima seduta del CdA di marzo e approvato definitivamente nella seduta del 28/3; 9) E’ stato approfondito e deliberato lo studio delle esigenze di rafforzamento patrimoniale con l’assistenza di Mediobanca che ha preso contezza della situazione del Gruppo e valutato il piano di intervento sul capitale che risulta più coerente con gli indirizzi della Vigilanza e la volontà della base sociale; 14 10) In data 9 febbraio è stata inviata una lettera alla Banca d’Italia tesa a fornire un aggiornamento su quella parte delle decisioni che precedono assunte più di recente. Il nuovo piano industriale è finalizzato al recupero della redditività, anche attraverso un’azione rigorosa sui costi con l’obiettivo di mettere in sicurezza la banca, recuperando i livelli di patrimonializzazione richiesti dalla vigilanza. Peraltro, già dal 2012 Banca Marche ha messo in atto una politica di contenimento dei costi, che per lo stesso anno ha comportato una riduzione di circa il 2% delle spese di funzionamento, con un risparmio di 9 milioni di Euro. Ciò determinerà un’ulteriore azione prevista nell’arco del nuovo piano industriale finalizzata a ridurre ulteriormente tutte le spese di funzionamento. Inoltre, dovrà essere rivista anche la distribuzione di risorse tra Rete e Direzione Generale al fine di riequilibrare sia la macchina operativa che di rafforzare il presidio commerciale: nel 2012 il 69% circa delle risorse hanno operato in rete ( 2.257 risorse ) e il restante 31% pari a 1.024 risorse hanno lavorato nel Gruppo, e cioè Banca Marche, Carilo, Medioleasing e Focus. Ma il piano industriale poggia proprio, al fine di tornare in tempi brevi a ratios adeguati, anche, su un’operazione di aumento di capitale che sarà proposta ad una prossima assemblea straordinaria. E’ doveroso da parte mia ricordare che questo aumento di capitale si aggiunge a quello effettuato circa un anno fa. L’azione del Consiglio in questo difficile e complesso contesto si è avvalsa della guida e del supporto appassionato e totalmente rivolto al bene della Banca, del Presidente Costa e del Vice Presidente Ambrosini che hanno lasciato i loro incarichi. 15 Ma, è evidente che la nostra azione, da sola, è del tutto insufficiente, se non accompagnata dalla responsabile coesione di tutti, e sottolineo queste due parole “ RESPONSABILE COESIONE “ per tutto il cammino che dovremo fare a cominciare dalle deliberazioni dell’ odierna Assemblea. E’ quindi indispensabile il sostegno di ogni socio, l’impegno di tutta la struttura (dal primo all’ultimo dei collaboratori e dipendenti), la fiducia di tutti gli operatori economici, di ogni marchigiano: in sintesi, per rilanciare un istituto, che resta l’ultimo, in difesa dell’economia della nostra regione, delle nostre famiglie, degli artigiani, e di ogni nostra impresa necessita uno sforzo corale. Abbiamo di fronte, cortesi soci, un obbiettivo sfidante: un obbiettivo al cui raggiungimento tutti noi possiamo e dobbiamo concorrere coerentemente ed unitariamente. Grazie.” Concluso il suo intervento il Presidente invita quindi l’Avv. Gottin a dare lettura della Relazione di revisione rilasciata dalla Pricewaterhousecoopers S.p.A. (Allegato “C” al presente verbale). Terminata la lettura della relazione predetta, il Presidente dà la parola al Presidente del Collegio Sindacale, Dottor Pietro Paccapelo, per la lettura della Relazione del Collegio Sindacale al bilancio 2012 (Allegato “D” al presente verbale). Il Presidente Pietro Paccapelo, dà lettura della Relazione del Collegio Sindacale al bilancio 2012. Riprende la parola il Presidente, il quale, dichiara aperta la discussione sul 1° punto all’ordine del giorno dell’Assemblea ordinaria. Il primo a intervenire è l’avv. Maurizio Fabiani, il quale dichiara di intervenire quale azionista privato nonché difensore di altri soci privati di Banca Marche. In proposito, ricorda all'assemblea che i soci privati sono oltre 40.000 e rappresentano oltre il 32% del capitale sociale. Ciò posto, l’avv. Fabiani, letta la relazione del C.d.A. sull’o.d.g., rileva che il bilancio 2012 non può essere approvato in quanto la 16 pesante perdita di 518 mln. di euro è essenzialmente determinata dal tardivo “accantonamento” per rettifiche di valore su crediti “deteriorati” effettuato solo nel secondo semestre del 2012. In proposito, gli Amministratori e la Direzione generale, a suo avviso, avrebbero dovuto intervenire già negli esercizi precedenti, a partire dal 2008, sin da allora potendosi ravvisare evidenti sintomi di "sofferenze" dei crediti verso la clientela. Il deterioramento dei crediti si era infatti da tempo verificato, specie a causa di improvvidi affidamenti prevalentemente ad operatori del settore immobiliare ed edilizio; pertanto, gli Amministratori e la Direzione generale avrebbero avuto l’obbligo di ricostruire, sin da allora, la reale situazione economico-patrimoniale della Banca, dandone adeguata e doverosa informazione ai soci in occasione della presentazione dei precedenti bilanci, e in tutti gli atti previsti dalla Legge (relazioni semestrali etc). Prima dell’aumento del capitale sociale deliberato il 24/10/2011 – prosegue l’avv. Fabiani - sono pervenute ai soci e al mercato informazioni inesatte e fuorvianti sulla redditività e patrimonializzazione della Banca (vedansi ad esempio i comunicati e le interviste dell’ex Presidente Ambrosini e dell’ex Direttore generale Bianconi del 5/9/2012 e, altresì, i contenuti dell’inserto Banca-Finanza ott. 2011). Ciò ha indotto molti Soci - imprenditori ed anche piccoli risparmiatori - a sottoscrivere un aumento di capitale sociale, che probabilmente non avrebbero sottoscritto, se adeguatamente informati. L’avv. Fabiani conclude dicendo che, ad avviso proprio e dei suoi rappresentati, la ripresa di Banca Marche non può essere prefigurata solo in base ad un “piano industriale” in corso di redazione, se prima non vengono chiarite le responsabilità di Amministratori, Sindaci e Dirigenti ed avviate le azioni di responsabilità, per tentare di recuperare il danno subito dalla Banca e soprattutto la sua credibilità. L’avv. Fabiani consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. La parola viene quindi accordata al sig. Sandro Forlani il quale dichiara che in questa assemblea esprimerà il voto degli azionisti che lo hanno delegato, fermo restando che il suo intervento avverrà anche quale presidente e portavoce della neo 17 costituita Associazione DiPendiamo Banca Marche, nata per apportare un proprio fattivo contributo ad una politica che rafforzi il radicamento nei territori di competenza, che confermi la volontà di autonomia, che tuteli l'occupazione attuale e ne generi di nuova. Ciò posto, il sig. Forlani precisa che, per quanto riguarda il primo punto all'ordine del giorno, l’Associazione che egli rappresenta esprime il proprio voto favorevole all'approvazione del bilancio il quale, del resto, costituisce la fotografia dell'evoluzione degli accadimenti economico/finanziari relativi all'esercizio a cui si riferisce ed in questo bilancio sono presenti criteri di valutazione finalmente coerenti con la grave crisi economica in atto. Il sig. Forlani osserva che la pessima congiuntura che sta attraversando soprattutto la regione Marche, ha investito ormai in pieno la Banca delle Marche. Comunque, le responsabilità di chi, negli anni scorsi, non ha valutato esattamente l’impatto della crisi o addirittura, in alcuni casi non ha agito correttamente, saranno valutate in un punto successivo dell'ordine del giorno, e ci si augura che le eventuali conseguenze derivanti da tali comportamenti verranno trattate con le necessarie attenzione e correttezza. Il sig. Forlani afferma quindi che appare tuttavia chiaro come le attuali difficoltà non possano cambiare il posizionamento strategico di Banca Marche quale soggetto che rimane comunque principale interlocutore dell’economia della regione Marche e rilevante attore creditizio nelle regioni limitrofe. Va quindi velocemente superata quella condizione di stallo dovuta ad un ritardato avvio di un reale processo di cambiamento. Azione che andava intrapresa con maggior vigore e con più rapidità, senza lasciare spazio al tritacarne mediatico e a chi vuole approfittare delle difficoltà per colpire la Banca stessa. Bene hanno allora fatto i numerosissimi amministratori pubblici ed anche i tanti rappresentanti dei settori produttivi della regione a sollecitare un risanamento e un rilancio che passi attraverso le Fondazioni, le famiglie e le imprese marchigiane. Le Fondazioni soprattutto, secondo il sig. Forlani, non possono sottrarsi al confronto e non possono pensare di ritirarsi senza aver prima risolto positivamente le questioni che oggi vanno affrontate urgentemente, primo fra tutti l’aumento di 18 capitale. Una nuova unità di intenti delle Fondazioni passa necessariamente attraverso un diverso rapporto delle stesse con la governance della Banca nel senso che le stesse non devono interferire con la gestione e l’operatività aziendale e al tempo stesso devono farsi carico di approdare ad un nuovo assetto proprietario che assicuri ad un tempo l’autonomia e l’efficiente gestione della banca. A tale proposito, nella consapevolezza della rilevanza che i lavoratori assumono in tale processo, il sig. Forlani, in nome e per conto di coloro che egli rappresenta, chiede sin d'ora che essi lavoratori siano rappresentati all'interno di un rinnovato consiglio di amministrazione, pur nella consapevolezza che, dal punto di vista della entità delle quote, i dipendenti di Banca Marche non potranno mai raggiungere una elevata partecipazione percentuale all'interno del capitale sociale. Tuttavia, la richiesta di cui sopra viene motivata dal fatto che, se escludiamo la proprietà della abitazione, la ricchezza personale dei dipendenti è investita a vario titolo in Banca Marche per una quota che si avvicina di molto al 100%. E ciò, dal punto di vista etico e morale, appare un punto decisivo per la loro presenza nel Consiglio di Banca Marche. Il sig. Forlani conclude dicendo che non si avverte il bisogno dei “cavalieri bianchi” così frequentemente citati, ma di partner che credono veramente in una banca che sia espressione del territorio in cui opera. Per far questo è chiaro che a guidare Banca Marche debba esserci un Consiglio che sappia rappresentare tutte queste realtà e svolgere con grande rigore e con la necessaria professionalità la propria funzione di indirizzo e controllo. Rilevato tutto quanto precede, il sig. Forlani precisa, per sé e per i propri rappresentati, che il suo voto al bilancio oggi presentato è favorevole. Il sig. Forlani consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. La parola viene quindi data all’ing. Giampiero Ganzetti nella propria qualità di vicepresidente della Associazione Azionisti privati della provincia di Ancona, il quale legge la scaletta dell’intervento da lui declinato nel 2010 con riferimento al bilancio 2009, allorché suggerì un taglio dei dividendi, peraltro sollecitato, a quell’epoca, 19 anche dai banchieri Trichet e Draghi che avevano raccomandato agli azionisti di non essere troppo avidi. Le stesse argomentazioni furono espresse dal sig. Ganzetti nel 2011, con riferimento al bilancio 2010, allorché fu tra l’altro escluso che fosse allo studio un aumento di capitale, che venne poi varato di lì a pochi mesi. Tornando al 2010, il sig. Ganzetti ricorda di avere sollecitato di evitare la concentrazione dei rischi su singoli settori e su singoli clienti e, altresì, a prestare la massima attenzione su accantonamenti e svalutazioni dei crediti. Un’altra richiesta allora formulata era di aprire il C.d.a. alla rappresentanza degli azionisti privati. Tutto quanto precede venne richiesto all’insegna della massima costruttività e nell’intento di assicurare una sana e prudente gestione nell’interesse di una banca solida e vicina alla regione. Allora, prosegue il sig. Ganzetti, quella dell’Associazione, pur senza esprimersi con toni da “fuochi d’artificio”, fu l’unica voce fuori dal coro in un’atmosfera di peana e di plauso generalizzato per quelli che erano i dati espressi dal bilancio. Il sig. Ganzetti osserva quindi che il costo dei dirigenti di Banca Marche è superiore del 14% rispetto alla media ABI. Occorre pertanto, a suo avviso, iniziare a tagliare i costi partendo dall’alto. Anche in quest’ottica, è assai apprezzabile l’avvicendamento dell’ex d.g. Bianconi con Luciano Goffi, il quale percepisce un compenso che è pari a un terzo del suo predecessore. Quindi, il sig. Ganzetti, dopo essersi intrattenuto brevemente sulle esigenze di rafforzamento patrimoniale della Banca, precisa che l’Associazione non deve essere vista come un soggetto che rompe i giochi, anzi, l’atteggiamento è di massima apertura e di responsabilità. In poche parole, gli azionisti privati sono disponibili a farsi carico di una parte delle esigenze di sostegno patrimoniale della Banca a condizione, ovviamente, che vi siano inequivocabili segnali di apertura verso i 40.000 azionisti/clienti della stessa. Prosegue dicendo che, in tale ottica, la governance della Banca non deve più contemplare esponenti che abbiano ricoperto cariche di amministrazione e controllo al 31/12/2011. Inoltre, considerato il peso degli azionisti privati, il sig. Ganzetti dichiara di ritenere equo che 1/3 dei posti in Consiglio venga a loro riservato, e questo costituirebbe solo un primo passo verso quel processo di discontinuità che 20 occorre portare a compimento. Nulla, infatti, è più come prima, e ciò deve valere per tutti. In tutte le banche i vertici hanno fatto un passo indietro, e in Banca Marche non può essere differente. Circa i comportamenti del vertice aziendale, il sig. Ganzetti ne sottolinea la contagiosità, nel senso che se chi dirige l’azienda rispetta le regole e non coltiva interessi personali, tutti i dipendenti si adeguano. Viceversa, ove il management perpetri comportamenti opachi, ciò finisce per propagarsi e per riverberarsi in termini di rischi e di danni reputazionali. La clientela comprende e percepisce tutto ciò e sa valutare se e quando i comportamenti opachi siano condannati, accertati e sanzionati. La serietà è infatti un requisito fondamentale: Inoltre, secondo il sig. Ganzetti, il “buonismo” non può essere più praticato in quanto non è quella la strada per recuperare il gap di credibilità che la Banca sta accusando in questa sua delicata fase. Al termine del proprio intervento, il sig. Ganzetti riferisce che un presidente di Fondazione avrebbe dichiarato che quando qualcuno fa parte del sistema di governance da lunghi anni, diventa difficile farlo uscire e procedere al ricambio. In ragione di ciò, il sig. Ganzetti ritiene opportuno modificare l’art. 20 dello statuto sociale, stabilendo l’ineleggibilità degli amministratori dopo un certo numero di mandati, giacché non ci deve essere più spazio per amministratori nominati a vita. Occorre infatti un rinnovamento nei termini più positivi e costruttivi. Solo allora – conclude il sig. Ganzetti – sarà un giorno di speranza per il futuro di Banca Marche. E’ iscritto a parlare il sig. Franco Solidoro, il quale concorda con quanto espresso da coloro che l’hanno preceduto, aggiungendo che la semestrale al 30/6/2012 recava gli stessi criteri di accantonamento adottati in sede di semestrale al 30/6/2011. Ciò premesso, reputa che le rettifiche su crediti appostate con riferimento al bilancio 2012, oggi in approvazione, fossero dovute. Il problema di fondo, tuttavia, è costituito dal fatto se dette rettifiche siano tutte conseguenza di situazioni occorse nel 2012 oppure se si sarebbero dovute appostare, almeno in parte, nell’esercizio 2011. In altri termini, il sig. Solidoro si domanda se la Banca, nell’esercizio 2011, in sede di valutazione del credito, possa essere stata carente o 21 sia incorsa in qualche anomalia. La domanda, secondo il sig. Solidoro, non è peregrina giacché se una parte degli accantonamenti appostati sul bilancio 2012 per circa un miliardo di euro fosse di competenza del 2011, si rischierebbe di incorrere nel divieto ex art. 2433 comma 2° cod. civ. . Alla luce di tale incertezza, il sig. Solidoro anticipa che voterà voto contrario all’approvazione del bilancio 2012. Interviene il sig. Gianni Grati che innanzi tutto legge alcune dichiarazioni declinate alla stampa, nel corso del 2011 e del 2012 dall’ex D.g. Bianconi e dall’ex Presidente Ambrosini, dalle quali emergono giudizi encomiastici sullo stato e sull’andamento della Banca nonché sull’apporto fornito dal precedente management dell’Istituto. Addirittura, l’apprezzamento sui risultati conseguiti risulta espresso anche nel comunicato stampa emesso a fine agosto 2012, in occasione dell’approvazione della semestrale. Tali informazioni, secondo il sig. Grati, si sono rivelate fuorvianti per gli azionisti e foriere, altresì, di scelte che si sono rivelate dannose per gli stessi. Oggi, prosegue, l’azionista, il Tier1 della Banca è pari al 5,62%, ossia a meno della metà di quello espresso dal Gruppo Intesa-Sanpaolo. Ricorda inoltre la vicenda delle due lauree mai conseguite e pur dichiarate dall’ex dirigente Corrado Faletti, nonché le sanzioni inflitte dalla Banca d’Italia al Gruppo B.M.. Ora il bilancio espone attività deteriorate per 3,6 Miliardi di euro, mentre la perdita di esercizio, prima dell’effetto fiscale, è pari a 632 mln. di euro. Si tratta, secondo il sig. Grati, di dati terrificanti, frutto di una evidente imperizia e negligenza. Si domanda, in proposito, come siano state utilizzate le risorse rivenienti dall’aumento di capitale, dalla cessione degli immobili e dalla cessione delle sofferenze. Con riferimento al comparto crediti, osserva che la Banca non ha osservato la necessaria prudenza, basti pensare al Gruppo Casale, affidato dalla concorrente Banca Popolare di Ancona per importi di gran lunga inferiori rispetto a quanto ha invece fatto Banca Marche, con conseguenze sotto gli occhi di tutti. E’ chiaro che di fronte a una situazione del genere, ognuno ha e deve assumersi le proprie responsabilità, sia in quanto abbia istruito e deliberato gli affidamenti sia con riferimento alle stesse Fondazioni, che, 22 secondo il sig. Grati, hanno precise responsabilità per avere nominato, nel tempo, degli amministratori incompetenti. Il sig. Paolo Mariani si associa a chi l’ha preceduto e, in particolare, ai sigg.ri Fabiani e Ganzetti. Dichiara di essere un piccolo azionista e di volersi riallacciare ai giudizi di perplessità espressi sui precedenti bilanci della Banca, allorché vennero distribuiti dividendi senza preoccuparsi di ricapitalizzare la Banca. Esprime altresì perplessità circa il bilancio 2012, relativamente al quale anticipa che egli declinerà voto contrario in quanto dichiara di non avere chiaro il tema degli accantonamenti che già hanno intaccato in misura sensibile il patrimonio della Banca. Aggiunge che, con una perdita di ulteriori 100 mln. si andrebbe a intaccare il capitale della Banca. Ringrazia quindi il D.g. Goffi per le informazioni declinate con la massima trasparenza e precisione, e ciò anche con riferimento al primo trimestre 2013. Il sig. Mariani si dice perplesso anche sui canoni d’affitto corrisposti sugli immobili nei quali si svolge l’operatività della Banca. Ancora più perplesso egli dichiara di essere stato quando gli immobili stessi furono alienati al fondo immobiliare. Anticipa altresì i propri dubbi sulle politiche di remunerazione di cui al successivo p.to 4 all’o.d.g. e dichiara essere suo preciso auspicio che la Banca inizi a lavorare su questo versante, senza ulteriori indugi, allo scopo di ridurre i relativi oneri. In merito all’aumento di capitale, il sig. Mariani dichiara che l’operazione è imposta dall’esigenza di traguardare un Core Tier1 Ratio del 7,50% in tempi assai brevi. Tuttavia, egli ritiene che senza una precisa azione di pulizia interna alla Banca, non sia possibile sollecitare l’adesione agli attuali azionisti. In sostanza, secondo il sig. Mariani, occorre azzerare tutti i vertici della Banca che hanno gestito finora i capitali raccolti. Infatti, non si può chiedere al mercato di accordare fiducia alla Banca e di investirvi altro denaro, sapendo che quest’ultimo potrà essere gestito con modalità che sono di tutta evidenza. Ci vuole insomma un’operazione di forte rinnovamento della Banca che possa ridare alla stessa la necessaria credibilità. Prende la parola l’avv. Pietro Anello per osservare che la perdita di esercizio di ammontare di € 517.967,00 costituisce il risultato del persistente deterioramento 23 della qualità del credito che avrebbe comportato un maggiore fabbisogno di rettifiche di valore per il rischio creditizio. II C.d.a., nei documenti depositati ( relazione sulla gestione e bilancio), informa i soci che le perdite in questione sono dovute alla crisi economica che perdura da qualche anno e ai suoi possibili impatti sugli impieghi della banca. Tali fatti, prosegue l’avv. Anello: o hanno spinto la Banca d'Italia a suggerire considerazioni più prudenziali sul valore delle perizie a supporto delle stime di recupero ed in genere alle banche di considerare con più prudenza le ipotesi di recupero e di ritorno in bonis dei crediti: senza però mai smentire le regole di classificazione e di valutazione dei crediti; o hanno reso necessaria la revisione dei criteri di stima prudenziale del valore di realizzo delle garanzie immobiliari allo scopo di giungere a un prudente apprezzamento dei valori di effettivo realizzo di dette garanzie. Tali criteri hanno quindi tenuto nel debito conto l'attuale situazione del mercato immobiliare e dei prezzi normalmente osservati in sede di esperimento delle aste e sono stati applicati alle esposizioni gestite ad incaglio o al conto sofferenza con diversi livelli di intensità. In questo contesto, più volte richiamato dal C.d.a. a giustificazione di un incremento notevolissimo delle partite deteriorate (in particolar modo degli incagli che aumentano in valore assoluto del 180%), si sottolinea come dopo tale potenziamento dei presidi, la Banca abbia raggiunto valori mediamente riconosciuti dallo stesso C.d.a. come maggiori di quelli medi del sistema. Prima di analizzare gli aspetti relativi all'impatto che ha provocato la revisione dei criteri di stima prudenziale del valore di realizzo delle garanzie immobiliari, l’avv. Anello procede con la lettura di una dettagliata relazione illustrativa delle attività consiliari a partire dal 27 settembre 2012. In proposito, l’avv. Anello riferisce che, al 27 settembre 2012, data di approvazione del bilancio semestrale consolidato, la valutazione dei crediti veniva ritenuta corretta sia dal Consiglio di Amministrazione, sia dallo stesso Direttore generale. In particolare, l’avv. Anello riferisce che, nel medesimo Consiglio, avendo la Banca esaminato le prime 50 posizioni, un 24 Consigliere aveva chiesto al Direttore generale se i casi di disallineamento fossero significativi e tali da giustificare eventuali rettifiche agli accantonamenti. Il Direttore generale ebbe a ribadire che le variazioni non erano significative e che non sussistevano evidenze ostative all'approvazione del bilancio semestrale. Siamo al 27 settembre cioè un mese prima di una lettera (del 28 ottobre ) - di cui l’avv. Anello anticipa che darà conto nel prosieguo - attraverso la quale il Direttore generale invita ad assumere un determinato comportamento nella valutazione dei crediti. Secondo l’avv. Anello, appare singolare il percorso seguito dalla Banca per riscrivere i criteri (ma sarebbe più corretto parlare di cambiamento dei parametri di stima piuttosto che di cambiamento dei criteri di valutazione) da seguire nella valutazione dei crediti deteriorati ai fini delle previsioni delle perdite. L’avv. Anello riferisce inoltre che nella riunione consiliare del 6 dicembre 2012 un Consigliere ha contestato al Direttore generale l'iniziativa di stabilire esso-medesimo i criteri da seguire nella valutazione dei crediti deteriorati essendo tale materia di assoluta competenza del C.d.a.. I nuovi criteri, su proposta del Direttore generale, vengono quindi approvati dal C.d.a. del 20 dicembre 2012. In particolare, il C.d.a. ha deliberato l'integrazione delle norme vigenti per la valutazione dei crediti deteriorati secondo i seguenti principi: i) indicazione dei criteri da seguire per i crediti di natura chirografaria vantati verso procedure concorsuali; ii) introduzione di criteri di stima prudenziale del valore di realizzo nella valutazione delle garanzie immobiliari che assistono un credito ipotecario. E' importante notare – prosegue l’avv. Anello - che la società di revisione del bilancio (PWC) ha avuto modo di precisare che i criteri suggeriti dal Direttore generale erano troppo aggressivi, al più assimilabili a quelli che la Banca d'Italia impiega negli scenari di stress test. La suddetta conclusione appare oltremodo confermata da una altra società di revisione - la KPMG. - di standing analogo rispetto a quella che certifica il bilancio. Alla KPMG la Banca ha richiesto un supporto finalizzato all'integrazione delle norme interne di riferimento relative alla valutazione dei crediti. La suddetta società con riferimento ai criteri di valutazione 25 delle garanzie delle posizioni in sofferenza ha rilevato – così prosegue l’avv. Anello che le percentuali di abbattimento definite da Banca Marche sono comunque superiori rispetto a quelle degli operatori più prudenti. Analoga conclusione è stata raggiunta con riferimento ai criteri di valutazione delle garanzie riferite alle posizioni in incaglio. La KPMG inoltre suggerisce alla Banca Marche che, con riferimento alle sofferenze, gli abbattimenti potrebbero essere rappresentati nell'ambito delle policy non come percentuali puntuali (ma soglie minime o intervallo di riferimento) al fine di consentire un margine di discrezionalità maggiore al valutatore. Inoltre, l’avv. Anello precisa che i criteri di abbattimento della garanzie ipotecarie definite da Banca Marche per le posizioni ad incaglio sono analoghe a quelle definite per le sofferenze. Con riferimento agli incagli, la KPMG suggerisce di valutare l'opportunità di prevedere soglie di abbattimento delle garanzie inferiori a quelle definite per le sofferenze. Per quanto riguarda i criteri di valutazione del credito chirografario definiti da Banca Marche, criteri rappresentati da percentuali fisse di svalutazione, il sig. Anello osserva che essi non permettono di considerare nella valutazione eventuali recuperi derivanti da altre disponibilità del creditore. Ciò posto, la KPMG suggerisce di valutare l'opportunità di definire criteri di svalutazione per le esposizioni chirografarie basati su valori minimi di perdita che permettano di considerare nella valutazione elementi quali le prospettive di rientro in bonis ed eventuali possibilità di recupero derivanti da altre disponibilità del debitore. Altro aspetto altrettanto importante, secondo KPMG, è costituito dal fatto che, precedentemente alla introduzione dei criteri di determinazione delle rettifiche approvati dal C.d.a. del 20/12/2012, il raffronto con il sistema bancario evidenziava per Banca Marche percentuali di copertura media ponderata in linea con i player con coverage ratio più ridotti. Pertanto, secondo l’avv. Anello, siamo al paradosso: le società di revisione che sono le paladine del rigore e le guardiane della corretta compilazione dei bilanci, vengono 26 addirittura superate dal rigore applicato dalla Banca nella valutazione dei crediti, fatto ancor più grave – secondo l’Azionista - in quanto non siamo in presenza di un bilancio che registra ricavi tali da far riassorbire la perdita ma al contrario la suddetta valutazione fa aumentare la perdita in modo assolutamente inspiegabile. Tanto considerato, (i) dalla lettura dei documenti depositati dal Consiglio di Amministrazione (Bilancio e Relazione sulla Gestione), (ii) dalla lettura della relazione del Collegio Sindacale e (iii) dalla lettura della relazione della Società di Revisione non è possibile comprendere, se l'adeguamento dei parametri di Banca Marche ai valori più elevati del sistema sia dovuto: alla proiezione dell'esperienza della Banca su perdite effettivamente realizzate (così come prevedono i principi IAS e non debbono includere aspettative connesse con le valutazioni di scenari futuri); oppure unicamente al desiderio di adeguare i presidi di B.d.m. a valori superiori alla media del sistema. Tale concetto è stato chiaramente espresso dal Direttore generale in una sua nota interna in data 28 ottobre 2012 in cui chiedeva di "stimare il costo del credito tenendo conto dell'andamento atteso del deterioramento ed anche della necessità di aumentare nell'arco di piano le coperture su livelli a suo avviso non inferiori ai 35 punti per le sofferenze, 15 per gli incagli e 5 per il past due, salvo riuscire a fare meglio". L’avv. Anello precisa di avere voluto focalizzare l’attenzione sui seguenti due argomenti: l'esperienza di perdite effettivamente realizzate, cioè una serie storica che deve contenere le informazioni relative al valore dei crediti al momento del default, ai costi connessi al recupero dei crediti (legali e di servizio), alle tempistiche di incasso, all'ammontare di eventuali perdite contabilizzate; il desiderio di allineamento ai valori medi espressi dal sistema nell'arco di un piano perché in presenza di: 27 - un indice di copertura delle sofferenze in bilancio pari al 43,4% (+ 9% rispetto all'anno precedente); - un ammontare degli incagli superiore del 180% rispetto all'anno precedente con una copertura del 26% rispetto al 9,8% dell'anno precedente; - ed infine una copertura dei crediti vivi sostanzialmente raddoppiata dallo 0,4% è passata allo 0,7%. Ciò posto, il sig. Anello dichiara che nei documenti presentati dal C.d.a. non è dato leggere quanto degli incrementi degli accantonamenti sia dovuto all'effettiva esperienza maturata dalla Banca su perdite effettivamente realizzate (si ripete che secondo i principi IAS i parametri per la valutazione delle perdite su crediti devono riflettere l'esperienza maturata dalla banca su perdite effettivamente realizzate e non debbono includere aspettative connesse con gli scenari futuri) e quanto invece derivi dal pur condivisibile prudente apprezzamento degli amministratori le cui valutazioni debbono essere inspirate. Tale distinzione, secondo l’Azionista, diventa fondamentale perché, mentre l'esperienza di perdite effettivamente realizzate deve essere immediatamente riflessa in bilancio, l'ulteriore inasprimento delle stime di perdita che riflette aspettative di effetti negativi ancora non realizzati inerisce invece una valutazione non tecnica e documentabile della situazione e anticipa il verificarsi di possibili eventi (anticipa perdite, come nel nostro caso), la cui accettazione deve essere condivisa da tutti i soci e, quindi, è necessario che ne sia data una piena ed esauriente informativa in sede di approvazione del bilancio. In particolare, l'esigenza di totale condivisione risulta necessaria qualora, come nel caso di specie, il procedimento valutativo di cui sopra, determini l'insorgere di perdite tali da richiedere la ricapitalizzazione da parte dei soci, prima ancora che si siano materialmente verificate le perdite che la giustificherebbero. L'approvazione di questo bilancio, secondo l’avv. Anello, impoverisce i soci che sono chiamati ad approvarlo ed in particolare le Fondazioni Bancarie, se si pensa che: 28 per la Fondazione Macerata la partecipazione in Banca Marche rappresenta il 52% dell'attivo della Fondazione stessa. per la Fondazione Pesaro la partecipazione in Banca Marche rappresenta il 55% dell'attivo della Fondazione stessa. Per la Fondazione Jesi la partecipazione in Banca Marche rappresenta il 47% dell'attivo della Fondazione stessa. L’avv. Anello si domanda cosa diranno questi soggetti alla loro autorità di vigilanza (MEF) visto che la missione delle Fondazioni è quella di preservare il patrimonio. Le Fondazioni approveranno un bilancio nel quale sono state anticipate delle perdite solo per eccesso di rigore per gli amministratori di Banca Marche. Infine, l’avv. Anello ricorda che, nei giorni scorsi, la Consob ha richiesto al C.d.a. di una società quotata di riscrivere il bilancio perché gli amministratori avevano utilizzato un criterio rigoroso di valutazione di talune immobilizzazioni finanziarie. Risultato: da 50 milioni di perdita a 450 milioni di utile, col che il sig. Anello non si stupirebbe che qualche cittadino maceratese, pesarese o jesino richieda al MEF di valutare l'operato delle suddette Fondazioni. Inoltre, ove il bilancio dovesse essere approvato secondo lo schema presentato dal C.d.a., al 31/12/2012, sotto il profilo patrimoniale, la Banca presenterebbe un Tier 1 Ratio del 6,46% ed un Total Capital Ratio del 9.74% rispetto all'8.32% ed all'11,98% del 31/12/2011. Con molta probabilità i soci saranno chiamati a ricapitalizzare la banca per riportare il Tier 1 Ratio almeno al 7,5%. In considerazione di quanto sopra, l’avv. Anello propone all'Assemblea di respingere il bilancio così come formulato e invita il C.d.a. a voler modificare il bilancio riducendo gli accantonamenti a fronte delle partite deteriorate di un importo almeno adeguato a scongiurare la necessità della ricapitalizzazione. L’avv. Anello consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. Il Presidente dell’Assemblea dà quindi la parola al socio Michele Marsella, il quale dichiara di prendere la parola in assemblea per la prima volta come socio della 29 Banca che però afferma di conoscere da lunghi anni avendo collaborato - come revisore, prima , e come consulente, poi - alla sua costituzione e all’introduzione nella stessa di cambiamenti significativi (i quali ultimi, per citare solo quelli che qui possono interessare, hanno riguardato l’adozione dei principi IAS /IFRS per la redazione del bilancio individuale e consolidato, la creazione della figura del Dirigente Preposto e il sistema dei controlli contabili). Ciò premesso, il sig. Marsella riprende lo spunto dell’intervento del socio che l’ha preceduto per portare alla attenzione dei presenti l’informativa di bilancio: in Italia, così osserva il sig. Marsella, la finalità dei bilanci è individuata dall’art. 2423, comma 2°, cod. civ. nella «rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria nonché del risultato economico». Da quanto si ricava dalle norme del codice civile e dal principio contabile nazionale n. 11, lo scopo dei nostri bilanci è quello di esporre la composizione del patrimonio e del risultato economico dell’esercizio con criteri che siano in grado di tutelare gli interessi dei soci e dei creditori attraverso una valutazione prudenziale del capitale investito. Il progetto di bilancio individuale, così come quello di bilancio consolidato presentato dagli Amministratori, sono documenti corposi e pieni di informazioni, ma su un punto particolare, che è all’origine della determinazione del risultato di esercizio, il materiale informativo fornito non solo non contribuisce a far comprendere con chiarezza le dinamiche che hanno portato alla determinazione dei valori di bilancio, ma tende a favorire un’interpretazione dei fatti che non evidenzia il reale comportamento degli Amministratori nella redazione del progetto di bilancio. Nel bilancio al 30 giugno 2012, approvato a fine settembre dagli stessi consiglieri che presentano l’attuale progetto di bilancio, le partite deteriorate, sempre al lordo delle rettifiche di valore ammontavano complessivamente ad 2.705 milioni (comprensive di 1.231 milioni di sofferenze nonostante le cessioni di partite completamente accantonate per circa 437 milioni avvenute nella prima metà dell’esercizio, e 795 milioni di incagli) ed i fondi rettificativi a quella data ammontavano a 464 milioni (di cui rispettivamente 401 sulle sofferenze e 60 sugli incagli). 30 Nel bilancio individuale si legge che le partite deteriorate al lordo delle rettifiche di valore, ammontano a 3.632 milioni e che, complessivamente, sono aumentate dal 30 giugno 2012 del 67% con una concentrazione particolare negli incagli che aumentano del 180% fino a 1.722 milioni mentre le sofferenze aumentano del 20% fino a 1.398 milioni. Contemporaneamente i fondi rettificativi passano a 607 milioni sulle sofferenze ed a 458 milioni sugli incagli con un incremento complessivo del 131% ( rispettivamente +51,5% per le sofferenze e + 663% per gli incagli). L’incidenza delle coperture dei fondi rettificativi passa per le sofferenze dal 38% al 43,4% (sempre senza tener conto degli interessi di mora altrimenti, come dicono gli stessi amministratori, la copertura sarebbe vicina al 60%) e per gli incagli dal 7,5% al 26,6%. Dalla lettura del bilancio si evince che i criteri di valutazione delle posizioni deteriorate sono rimasti identici a quelli già applicati nel bilancio al 31 dicembre 2011 e nella situazione semestrale al 30 giugno 2012; in particolare sono rimasti identici i modelli con cui la Banca calcola le coperture collettive. Le uniche differenze che emergono sono relative alla diversa considerazione delle garanzie (peraltro valutate in modo identico sia per le sofferenze sia per gli incagli ) e i richiami alla prudenza con cui gli amministratori avrebbero tenuto conto della crisi economica perdurante e dei suoi effetti futuri al fine di adeguare i parametri dei modelli per avvicinare, e se possibile superare (?) il grado di copertura dei fondi rettificativi ai valori medi del sistema. Appare evidente che senza un incremento dei parametri di PD, EAD e LGD utilizzati dai modelli della Banca – incremento dettato, forse, dal prudente apprezzamento degli amministratori, ma certo non confermato dalle serie storiche delle perdite effettivamente realizzate che secondo i principi IAS debbono orientare le stime delle rettifiche - non si sarebbe mai potuto raggiungere il grado di copertura che si è raggiunto in un così corto periodo di tempo. Orbene, dalla lettura di tutta l’informativa di bilancio (come pure puntualizzato in un altro intervento precedente a quello testé declinato dallo stesso sig. Marsella), non si riesce a determinare quanta parte degli accantonamenti a rettifica dei crediti sia dovuta all’osservazione statistica delle perdite effettivamente realizzate dalla Banca 31 e quanta invece derivi dall’inasprimento dei parametri utilizzati dai modelli osservati dagli amministratori per tener conto delle loro aspettative soggettive in ragione della crisi economica e per la loro dichiarata volontà di allinearsi alla media di copertura delle altre banche di riferimento. Tale informazione, secondo il sig. Marsella, diventa di capitale rilevanza in quanto gli effetti di queste modifiche soggettive dei parametri generano una chiara necessità di ricapitalizzare la Banca (gli stessi amministratori indicano l’ammontare necessario di 250 milioni di euro), ponendo gli azionisti nelle condizioni di registrare una perdita nei loro investimenti e, nel caso non siano in condizione di sottoscrivere l’aumento, anche di annacquare pesantemente la loro quota di partecipazione. Poiché, infatti, l’incremento in questione non risulterebbe dovuto ed é tollerabile solo se condiviso dalla maggioranza degli azionisti, il sig. Marsella dichiara che ci si sarebbe aspettati una chiara evidenza nelle note al bilancio di quanta parte degli accantonamenti sia dovuta a fatti osservati e documentati dall’esperienza di perdite della Banca e quanta sia invece dovuta alla modifica soggettiva dei parametri in questione. Alla luce , poi, delle conseguenze che tali modifiche potrebbero avere per gli azionisti, il sig. Marsella invita le Fondazioni e i rispettivi rappresentanti (i quali, presenti in Consiglio, hanno approvato il progetto di bilancio oggi in approvazione), a valutare il fatto che i maggiori accantonamenti in generale, e certamente quelli a fronte degli incagli, rappresentano presidi a fronte di perdite future che si potranno realizzare nei prossimi 4 o 5 anni mentre gli effetti della perdita generata a carico dell’esercizio, per aver voluto concentrare in un unico momento l’allineamento a livelli di copertura così inusuali per la Banca, sono immediati e irrecuperabili. Ciò detto, il sig. Marsella invita pertanto il Consiglio di Amministrazione a ritirare l’odierno progetto di bilancio per apportarvi le modifiche agli accantonamenti che detto C.d.a. ritenga di poter accettare e per esplicitare altresì ai soci, nell’informativa di bilancio, le esatte componenti degli accantonamenti che intenderanno ripresentare. In mancanza, il sig. Marsella invita i soci a non approvare il presente bilancio per i gravi vizi di informativa in merito alla natura 32 degli accantonamenti effettuati, informando gli stessi soci che ci si applicherà in tutte le sedi possibili per impedire che si concretizzi un grave danno agli investimenti degli azionisti attraverso l’anticipazione di perdite soggettivamente stimate. Il dr. Marsella consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. La parola viene data al sig. Norberto Crinelli, il cui intervento – così dichiara nasce dalla riflessione comune di alcuni membri dell'Associazione degli Azionisti privati di Pesaro. Stigmatizza, in premessa, il comportamento tenuto sia da alti esponenti aziendali sia da alcuni rappresentanti della proprietà che, lavando sistematicamente i panni sporchi in piazza e non nelle sedi deputate a loro disposizione, al solo fine della ricerca di un regolamento di conti interno, hanno contribuito a danneggiare pesantemente la reputazione e l'immagine pubblica della Banca, con conseguenti danni per tutti gli azionisti. La asserita ricerca di responsabilità, qualora obiettivamente riscontrabile, doveva essere correttamente individuata a partire da contestazioni mirate su specifici fatti e comportamenti e non attraverso un attacco che, per la sua genericità, appare evidente essere tutto politico, accreditandosi esclusivamente attraverso una amplificazione mediatica mai coincidente con gli interessi reali dell'azienda. Quello che sta succedendo alla nostra Banca, pur con dimensioni differenti, sta accadendo anche ad altre banche legate al territorio, avendo esse svolto un ruolo di primo piano per evitare il credit crunch nella fase iniziale della crisi. Così, anziché lanciare strali contro questo e quello, sarebbe stato più produttivo da parte di tutti – secondo il sig. Crinelli - mettere in campo un'analisi seria del repentino deterioramento dei conti aziendali, inquadrandoli in un quadro macroeconomico di sistema sempre più grave, soprattutto in una regione come la nostra tra le più colpite dalla crisi economica e non esente da una forte recessione del comparto edilizio. Secondo il predetto Azionista, sarebbe stato, poi, meglio definire e condividere un percorso di gestione e valutazione dei crediti deteriorati, esigenza oggi comune a 33 tutte le imprese bancarie, per non arrivare solo a posteriori a dimensioni tali che, oltre a rappresentare un problema di difficile soluzione se non attraverso un'ulteriore aumento di capitale, di esito non scontato, diventano ulteriore volano di una nuova e più profonda recessione del tessuto economico marchigiano, alimentando così una spirale recessiva perversa non solo per le imprese del territorio, soprattutto le medio-piccole, ma per la stessa Banca Marche. Poiché gli accantonamenti effettuati non sono perdite già realizzate, ma stime di perdita presunta, sarebbe interessante approfondire le ragioni e l'ineluttabilità di un così repentino cambio di criteri, visto che nella primavera del 2011 risulta che la Banca d’Italia avesse ritenuto quegli accantonamenti più che congrui. Ciò premesso, il sig. Crinelli si chiede cosa sia effettivamente successo, domandandosi altresì se i nuovi criteri (qualcuno dice i più rigidi tra le prime 10 banche italiane) siano stati adeguatamente discussi in Consiglio e se lo stesso sia stato messo, nella sua collegialità, nelle condizioni di valutare adeguatamente le conseguenze di tale scelta. Una ulteriore domanda riguarda la circostanza se sia vero che la società di consulenza chiamata a valutarne la congruità e a redigere il documento di policy futura sugli accantonamenti, abbia definito quelli del 2012 "anomali" ed "eccessivi" rispetto alle altre banche del sistema. Il sig. Crinelli domanda infine se sia vero che tali considerazioni sono state rese disponibili solo dopo l'avvenuta approvazione del Bilancio da parte del C.d.a.. E' chiaro, secondo il socio Crinelli, che oggi occorre rivedere le politiche del passato, e positive sono state le scelte di rinnovamento del management; ma è altrettanto chiaro che non si può farlo seriamente se si assume come unico punto di vista quello della mala gestio, utilizzando tale corollario, poi, per una guerra di potere tutta interna, a vari livelli. Pur in presenza, probabilmente, di errori e/o sottovalutazioni, non si può archiviare la storia di Banca Marche con leggerezza o malafede o, nella migliore delle ipotesi, con l’incapacità, cavalcando un populismo oggi fin troppo di moda. Se non altro perché, se tale impostazione potrebbe forse rappresentare un momento di sfogo per alleviare la rabbia ed il danno subiti, essa non farebbe che allontanare dalla Banca 34 un gran numero di clienti, provocando solo ulteriori perdite in capo a tutti i soci. Per uscire dalla difficile situazione che si è creata occorre, invece, secondo il sig. Crinelli, ritrovare le ragioni dello stare insieme, recuperare la dimensione di concordia e collegialità che ha caratterizzato le migliori stagioni dell'azienda, perché Banca Marche non è mai stata nelle mani di pochi, ma ha sempre rappresentato la sintesi di più fattori in gioco: le Fondazioni, prima di tutto, ma anche i soci privati (nella stragrande maggioranza dei casi i migliori clienti della Banca), gli amministratori, i manager, le categorie economiche e, certo non ultimo, il suo personale, in sintesi l'intera comunità marchigiana. In particolare, il sig. Crinelli vuole qui sottolineare il peso che dovrà avere nella governance futura l'azionariato privato, oggi escluso, e sempre marginalizzato e non adeguatamente valorizzato. Anche su questo fronte, secondo il citato Azionista, occorre una maggiore discontinuità con il passato ed è soprattutto su questo fronte che deve passare un vero rinnovamento. Non si potrà infatti, a suo avviso, chiedere nuova disponibilità al mercato senza aprire allo stesso in maniera trasparente e professionale. Non si possono strumentalizzare oggi le perplessità, il disagio, la rabbia degli azionisti semplicemente per regolare i conti all'interno di qualche Fondazione, che solo un anno fa ha indicato ed eletto un presidente, di lunga esperienza e capacità, per poi condizionarne pesantissimamente l'operato, fino a metterlo decisamente in discussione, per chiederne a gran voce, sempre mediaticamente ormai da mesi, le dimissioni, che sono arrivate a ridosso dell'Assemblea. Quindi, il sig. Crinelli dice no, quindi, alla distruzione di valore ed alla strumentale ed indiscriminata criminalizzazione ormai in atto da mesi; no alla incapacità di reale dialettica con la Vigilanza; no a soluzioni che facilitino il compito solo ad alcuni che, in tempi più facili, hanno mancato di pianificare e di dialogare efficacemente. Il sig. Crinelli dice sì, invece, ad un rinnovamento vero che coinvolga tutti gli stakeholder, i soci, come già detto, ma anche i lavoratori, che sono un patrimonio inestimabile della Banca e che hanno sopportato in questi mesi una pressione continua a difesa dell’azienda ed anche in futuro, lo dicono i dati, dovranno 35 sopportare sacrifici. Il sig. Crinelli si chiede allora se una banca con oltre 550.000 clienti, un prodotto di quasi 40 miliardi raccolti e investiti in gran parte nella nostra regione, 300 filiali e 3.200 dipendenti, possa essere messa in discussione da beghe interne delle Fondazioni e del Gruppo Dirigente. La risposta del sig. Crinelli e di coloro che egli rappresenta è senz’altro negativa. A questo punto, egli afferma che alcune veloci considerazioni sul Bilancio, infine, si impongono sicché, fatto salvo l'eccessivo costo del credito su cui si è già detto a sufficienza in termini di luci ed ombre, i costi (del personale ed amministrativi) sono assolutamente non patologici ed anzi già in grande contenimento. Essi andrebbero solo ulteriormente razionalizzati, sia sulla rete (attraverso una verifica per alcune filiali in particolari zone geografiche), sia sulla struttura centrale di Fontedamo (attraverso il miglioramento e la specializzazione del settore commerciale in funzione della congiuntura economica). E’ questa, secondo il sig. Crinelli, la vera scommessa per il futuro di Banca Marche. Ciò detto, egli conclude che ci aspetta un lavoro difficile ma non impossibile, un lavoro e un impegno senz’altro dovuti a questa regione che egli definisce magnifica. Il sig. Crinelli consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. La parola viene a questo punto accordata al sig. Davide Rossi che dichiara di rappresentare un piccolo azionista, il quale si domanda dove siano finiti i soldi che mancano nel bilancio, visto che quest’ultimo non reca alcuna informazione in proposito. La domanda, secondo il sig. Rossi è decisiva giacché occorre fare massima chiarezza sulla natura e la destinazione del credito deteriorato, pari a ben 4,7 Mld., una cifra che è un’enormità, tantopiù a fronte di una dimensione dell’Azienda che, invece, enorme non è. La domanda legittima è: a chi sono stati accordati i finanziamenti? E perché? In mancanza di tali informazioni il bilancio non può essere approvato giacché vi fanno difetto i più elementari elementi di chiarezza e trasparenza. Il sig. Rossi, osservando che le Fondazioni detengono congiuntamente oltre il 50% del capitale della Banca, si chiede se ciò non 36 costituisca una deroga alla legge Amato. In proposito, richiama l’interrogazione parlamentare che la neo deputata Ricciati rivolgerà oggi circa il ruolo delle Fondazioni in Banca Marche e in merito all’azione di responsabilità oggi all’o.d.g. dell’Assemblea. Ciò posto, è necessario far venir meno lo stato di subalternità dell’Azienda e degli altri azionisti rispetto alle Fondazioni, le quali, come noto, hanno eletto ben 10 consiglieri su 11. Le Fondazioni, prosegue e conclude il sig. Rossi, gestiscono un patrimonio collettivo, intaccato dalla perdita di capitale che scaturisce dal bilancio oggi in discussione. Detta perdita ha rilevantissime ripercussioni economiche, sicché l’azione di responsabilità è sacrosanta. Nel ribadire la scarsa trasparenza e l’esiguità delle informazioni declinata dal C.d.a. all’Assemblea, il sig. Rossi conclude dicendo che, da domani, sarà praticabile un apposito nuovo sito che recherà informazioni essenziali sulla Banca. La parola passa al sig. Agostino Cesaroni, il quale dichiara di concordare con l’intervento del sig. Rossi e con quello del sig. Ganzetti circa il ruolo delle Fondazioni. Ciò posto, il bilancio 2012, secondo il sig. Cesaroni, non può essere approvato in quanto mancano informazioni essenziali in merito al miliardo di accantonamenti appostati negli ultimi mesi., pari a 2.000 Mld. di vecchie lire. Sottolinea, inoltre, che la perdita da gestione caratteristica è pari, a propria volta, a un miliardo di euro. Ciò premesso, il sig. Cesaroni cita le recenti dichiarazioni fatte dal presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro, avv. Sabbatini, e dall’ex presidente di Banca Marche, Lauro Costa, secondo i quali il dato di bilancio dipende dal fatto che la Banca, in questi anni di crisi, non ha voluto far venir meno il proprio apporto al territorio di riferimento. Invece, secondo la Fondazione di Macerata, la Banca non sarebbe stata gestita in base ai principi di sana e prudente gestione, sicché la Fondazione medesima si dissocia dall’operato degli amministratori e dei sindaci della Banca stessa. Il sig. Cesaroni prosegue dicendo che le Fondazioni di Pesaro, Macerata e Jesi – le quali hanno eletto 10 consiglieri su 11 – sono i soggetti che accuseranno le maggiori perdite, e ciò proprio perché dette Fondazioni hanno voluto continuare a gestire la Banca in maniera esclusiva. In 37 sostanza, ciò che ha generato la perdita è stata la mancanza di un contraddittorio. Le Fondazioni, prosegue il sig. Cesaroni, non hanno compreso il DNA della Banca, che annovera oltre 40.000 soci privati, fortemente radicati nel territorio. Ricorda di avere scritto delle lettere sia al presidente della Fondazione di Pesaro sia a quello della Banca, senza però essere ascoltato. Il sig. Cesaroni - dopo avere espresso il proprio dissenso in merito a quanto asserito dai sigg.ri Sabbatini e Costa, secondo i quali (vedi sopra) la Banca avrebbe sostenuto, in questi anni di crisi, il tessuto economico della regione – sottolinea le massicce erogazioni a favore del settore immobiliare e, in particolare, a favore dei grandi clienti, il che ha di fatto impedito l’erogazione del credito a favore degli altri settori dell’economia locale, con la conseguenza che le aziende sono sempre più in difficoltà e licenziano il personale. Se la Banca avesse invece assecondato la propria tradizionale mission e avesse quindi investito in modo frazionato negli altri settori economici, ne avrebbe tratto, anch’essa, un sostanziale beneficio. Ciò detto, il sig. Cesaroni ringrazia il Direttore generale Goffi per la nuova impostazione che sta dando alla Banca sia in termini di gestione – corretta, sana e trasparente – sia in termini di politica del credito. Il Presidente accorda ora la parola all’avv. Paolo Tanoni, secondo il quale la governance è una delle cause del problema. In proposito, egli ricorda di essere stato consultato – ma non ascoltato – dalle Fondazioni nella sua propria veste di consulente. In particolare ricorda di avere dissentito che, in concomitanza con l’aumento di capitale dello scorso anno, si riducesse da 13 a 11 il numero dei consiglieri. In merito al bilancio, l’avv. Tanoni considera illuminante il secondo degli interventi odierni. Premesso che il bilancio non è né può essere la fotografia di una realtà passata, l’avv. Tanoni ringrazia, nella propria veste di azionista, il nuovo C.d.a. e il Direttore Goffi per avere impostato il bilancio secondo criteri di assoluta prudenza, appostando ingenti accantonamenti. Tale atteggiamento pessimistico è, ad avviso dell’avv. Tanoni, senz’altro giusto e condivisibile, anche se, in un certo senso, costituisce una sorta di lente di ingrandimento che finisce per enfatizzare certi aspetti a discapito di altri. Come dire che gli azionisti ragionano in modo 38 differente dagli amministratori, dal momento che gli eccessivi accantonamenti producono l’esigenza di un aumento di capitale con effetti diluitivi ed, infine, espropriativi. In sostanza, se le Fondazioni dovessero perdere la maggioranza che complessivamente esse detengono, a rimetterci sarebbe il territorio dove la Banca opera. Del resto, collocare, quest’anno, 250 mln. di aumento di capitale, dopo averne collocati 185 lo scorso anno, costituisce un’impresa difficile, soprattutto perché le Fondazioni non saranno in grado di esercitare i propri diritti di opzione. Alla luce di quanto precede, il bilancio oggi presentato, secondo l’avv. Tanoni, deve essere ripensato e, quindi, respinto, ma non già per ragioni di convenienza, bensì di trasparenza. Infatti, la valutazione dei crediti (che poi costituisce l’elemento che ha dato origine alla perdita di 518 mln.) deve avvenire sulla base di criteri trasparenti mentre, nel caso specifico, è stato cambiato il metro adottato. Quindi, se bene hanno fatto gli amministratori a procedere con tanta prudenza, male farebbero, invece, gli azionisti ad accettare la suddetta impostazione e altrettanto male farebbero laddove approvassero un aumento di capitale. La fotografia oggi prodotta, secondo l’avv. Tanoni, è la peggiore possibile giacché i criteri di accantonamento adottati sono da “stress test”. Essi sono stati verosimilmente suggeriti dalla Banca d’Italia, la quale è chiamata ad assicurare la solidità del sistema finanziario nazionale e, pertanto, quando detta i parametri, non ragiona né potrebbe ragionare alla stregua di un azionista. Ciò posto, l’avv. Tanoni dichiara che voterà contro l’approvazione del bilancio dal momento che la sua approvazione segnerebbe la fine della Banca come banca autonoma al servizio del territorio. Interviene ora il socio Gianpiero Mercuri il quale, condividendo il contenuto dell’intervento del sig. Fabiani, anticipa il proprio voto sfavorevole al bilancio di esercizio, in quanto gli accantonamenti vanno, a suo avviso, rivisti. In questo senso rivolge un preciso appello alle Fondazioni e, in particolare, a quella di Macerata. Occorre infatti, a suo avviso, evitare l’operazione di aumento di capitale, visto che le Fondazioni non potrebbero sottoscrivere le quote di spettanza. Come azionista privato, il sig. Mercuri chiede che gli stessi abbiano rappresentanza in C.d.a. in 39 modo di potere essere coinvolti in tutte le decisioni fondamentali inerenti l’Azienda, visto anche l’andamento del titolo, il quale, nel volgere di pochi mesi è passato da una quotazione pari a 1 euro a 0,37 euro. Secondo il sig. Mercuri, la situazione che si è verificata ha dell’incredibile, visto che si è passati da un utile netto dichiarato al 30/6/2012, pari a 42 mln., a una perdita pari a € 518 mln.. Vi è da chiedersi che cosa il Collegio sindacale e la società di revisione abbiano visto in quest’ultimo periodo per arrivare a un risultato economico di questa portata. Il sig. Mercuri dice inoltre che non è più possibile fidarsi della Fondazioni, che hanno eletto amministratori incompetenti, e che occorre azzerare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione della semestrale 2012. In questo senso, l’uscita dell’ex Presidente Costa dovrebbe essere seguita dall’uscita anche di altri esponenti, già presenti in precedenti organi, i quali hanno portato la Banca a questa situazione. Ciò posto, il sig. Mercuri chiede alle Fondazioni di non approvare il bilancio, rinviandone l’approvazione di una decina di giorni in modo da poter fare, nel frattempo, i necessari approfondimenti. La parola viene ora accordata al sig. Enzo Giancarli, il quale evidenzia che, verso la Banca delle Marche, è riscontrabile, nella regione, un forte senso di appartenenza, il che costituisce un grande valore, volto com’è al mantenimento dell’autonomia e della marchigianità dell’Istituto. Si riferisce, poi, agli oltre 40.000 azionisti privati, sottolineando come un’eventuale loro rappresentanza in seno al C.d.a. della Banca ,costituirebbe un arricchimento per l’intera Azienda. Pertanto, la richiesta dei privati di avere posto in Consiglio è giusta e ovvia. Quanto alle Fondazioni (che, secondo il sig. Giancarli, sono quattro, in quanto include in tale novero anche la Fondazione Carifano), esse costituiscono la prova inconfutabile che parole come “radici” o “appartenenza” non sono parole vuote. Banca Marche – prosegue il sig. Giancarli – è il maggior istituto di credito della regione e le Marche sono la regione più manifatturiera d’Italia, la cui crescita economica si deve in gran parte all’intervento creditizio di Banca Marche, la quale ha impiegato più di quanto non abbia raccolto. Al nuovo C.d.a. e al nuovo D.g. vanno riconosciute prudenza e 40 competenza, e gli obiettivi strategici sono senz’altro condivisibili in quanto vedono nelle famiglie, nelle PMI, nel settore del commercio e nei giovani i bacini di utenza su cui indirizzare l’azione commerciale e gli investimenti. La Banca delle Marche, in quanto banca regionale, deve avere – secondo il sig. Giancarli - attenzione per il territorio, riprendere la propria crescita in modo equilibrato e ricreare valore per il territorio medesimo. Inoltre, il citato Azionista fa presente che la Regione Marche ha attivato dei protocolli con la Banca e ingente è l’attività che la stessa sviluppa con la Società regionale di garanzia. Il sig. Giancarli, inoltre, dopo avere affermato di non voler minimizzare le responsabilità, chiede chiarezza, trasparenza e verità. Il punto centrale è costituito dalla “marchigianità”, la cui migliore accezione è costituita da un’imprenditoria sana ma anche dalle Fondazioni, le quali – ricorda il sig. Giancarli – sono state assai lungimiranti nel progettare e dare vita a Banca Marche. Ora, le Fondazioni devono fare uno sforzo finanziario che si inserisca in uno sforzo corale che possa portare a una posizione dinamica e aperta verso un orizzonte proiettato al futuro. Secondo il sig. Francesco Fanciulli sollecitare gli azionisti affinché non sottoscrivano l’aumento di capitale è una assurdità poiché dare impulso a B.M. significare dare impulso al territorio. Ciò posto, il sig. Fanciulli invita tutti, fermamente, a sottoscrivere l’aumento di capitale. Per quanto riguarda i tuoni e i fulmini che si sono qui sentiti contro i precedenti amministratori, il sig. Fanciulli, che ricorda di essere stato vicedirettore generale della ex C.R. Jesi, osserva che il cuore del problema è costituito dai fidi. In proposito ricorda che egli, nella veste appena richiamata, era conferitario di una delega e che, comunque, mai gli è accaduto di vedere che il c.d.a. respingesse una proposta di finanziamento. Tutto ciò per dire che la responsabilità della situazione deve ascriversi all’ex D.g. posto che a condizionare un c.d.a. è la conoscenza che quest’ultimo ha del dirigente proponente. Ciò premesso, la criticità in cui versa Banca Marche è sinteticamente riconducibile al fatto che l’esposizione complessiva relativa ai mutui ipotecari è pari a 8 Mld contro 3 Mld. di esposizione globale sul breve termine. Tali valori avrebbero 41 dovuto essere invertiti. In ogni caso, ad avviso del socio Fanciulli, il bilancio della Banca non è così tragico poiché, sebbene sia questa la fotografia attuale della situazione, resta il fatto che il risultato di bilancio discende dalla crisi del settore immobiliare. Ciò posto, attraverso la rigorosa politica di accantonamenti osservata dal C.d.a., vengono coperte le eventuali perdite future su siffatti crediti. Per contro, se il mercato immobiliare dovesse riprendere vigore, la Banca potrebbe allora incamerare plusvalenze in sede di rientro su singole posizioni deteriorate. In conclusione, l’orientamento prudenziale assunto dal C.d.a. e dal nuovo D.g. è, secondo il sig. Fanciulli, del tutto condivisibile, ma ora occorre bloccare le erogazioni dei mutui e investire sul breve termine. La parola viene ora data alla sig.ra Sabrina Gori, rappresentante del Gruppo Intesa Sanpaolo, la quale esprime viva preoccupazione per la perdita, largamente superiore a ogni anticipazione. Quindi, dopo avere richiamato il C.d.a. ad una attenta ponderazione delle scelte pregresse, che hanno portato a tali esiti, si dice favorevole a che il processo di discontinuità prosegua e sia portato a definitivo perfezionamento. Infine, la sig.ra Gori si dichiara favorevole alla approvazione del bilancio 2012. Interviene il Presidente della Fondazione Carifano, ing. Fabio Tombari, il quale rinuncia all’intervento chiedendo che sia puntualmente riportata a verbale la dichiarazione che segue: “La Fondazione Cassa di risparmio di Fano si astiene dal voto al bilancio al 31/12/2012 di Banca Marche per carenza di informazioni in merito a: 1) mancato raccordo tra i risultati economici positivi raggiunti nella semestrale 2012 rispetto ai risultati fortemente negativi del bilancio annuale; 2) non chiarezza dei criteri di determinazione delle rettifiche/accantonamenti operati sui crediti. In aggiunta, il progetto di bilancio risulta redatto e verificato da organi la nomina dei quali è tuttora sub-iudice per effetto dell’azione legale intentata dalla Fondazione Carifano. Parla ora l’avv. Gianfranco Sabbatini, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro, il quale precisa che il problema è stato discusso ampiamente 42 dalla sua Fondazione, al cui interno le decisioni e i criteri adottati per assumerle sono improntati, da sempre, alla massima trasparenza. Nessun dubbio esiste né può esistere circa la perfetta e totale adesione della Fondazione C.r. Pesaro alle normative tempo per tempo in vigore, e ciò sia con riferimento ai rapporti con la Banca sia con riguardo ai rapporti con le altre Fondazioni. Ciò posto, l’avv. Sabbatini sottolinea la presenza, anche in questa sede, di persone che ben conoscono quali comportamenti abitualmente assuma la Fondazione Pesaro e, per quanto l’avv. Sabbatini è portato a pensare, anche le altre Fondazioni. Quanto al bilancio, il presidente della Fondazione C.r. Pesaro anticipa il voto favorevole in quanto questa è l’unica cosa giusta da fare. La battuta d’arresto della Banca, prosegue, non è imputabile solo alla cattiva gestione, ma anche in ragione della pesante crisi economica che attanaglia il Paese e la nostra regione. Quanto alla perdita di bilancio, o essa c’è oppure non c’è ma, in proposito, va ricordato che la Banca ha appostato gli accantonamenti in presenza della Banca d’Italia, che da novembre sta facendo un’accurata ispezione. Su queste premesse gli accantonamenti non sono né pochi né tanti e se oggi non si dovesse approvare il bilancio, lo spettro del commissariamento potrebbe concretizzarsi, col risultato che la Banca finirebbe per perdere tutto il proprio valore. Quella di Banca Marche è una lunga storia, prosegue l’avv. Sabbatini, il quale ritiene di avere elogiato pubblicamente l’ex presidente Costa e l’ex vicepresidente Ambrosini di avere svolto positivamente, nel tempo, i rispettivi mandati in quanto, anche grazie a loro, la Banca è stata vicina al territorio sostenendone l’economia. Di qui la perdita di esercizio. Ora, occorre guardare avanti, fermo restando che l’azione di responsabilità potrebbe essere utile per accertare se e dove si siano registrate delle mancanze. Ma la priorità va data al Piano Industriale e all’aumento di capitale, giacché questi sono gli strumenti e i passaggi essenziali per proiettare la Banca verso il futuro e il superamento delle attuali criticità. Quanto al tema della governance, forse le Fondazioni sono state gelose del proprio ruolo e, per questo, si trovano esposte a certe critiche da parte degli azionisti privati. Tuttavia, affinché costoro possano avere adeguata 43 rappresentatività all’interno del Consiglio occorrerebbe modificare lo statuto, il quale, nella attuale formulazione, impedisce di fatto ai privati di esprimere consiglieri di propria emanazione. Il presidente Sabbatini ricorda peraltro che in occasione del penultimo rinnovo degli organi, le Fondazioni inserirono nominativi espressi dalle associazioni degli azionisti privati nelle proprie liste. Ciò detto, l’avv. Sabbatini concorda sulla possibilità che la governance dell’Istituto possa essere allargata, tantopiù considerato che sono azioniste della Banca anche le Fondazioni di Fano e di Fermo. E’ ormai tempo di avviare un nuovo progetto la cui realizzazione passi attraverso un nuovo modo di essere. Quello odierno – prosegue l’avv. Sabbatini – potrebbe essere per lui forse l’ultimo intervento in questa sede, giacché, a suo avviso, il ricambio è ormai necessario. A riprova di ciò, l’attuale C.d.a. ha voluto un rinnovamento ma è certo che nessuno, secondo il presidente Sabbatini, ha cercato vantaggi personali. Quindi, egli reclama, per tutti, rispetto e fiducia. Conclude dicendo che le premesse affinché la Banca riprenda il cammino temporaneamente interrotto ci sono tutte. Non esiste, infatti, soltanto il brutto dato finale a livello di bilancio, ma esiste anche la reputazione della Banca, che non è andata fortunatamente perduta. Esistono i 40.000 azionisti, che per la Banca costituiscono una garanzia per il futuro. In ragione di tutto quanto precede, l’avv. Sabbatini esprime con convinzione il voto favorevole della Fondazione C.r. Pesaro sul primo punto all’o.d.g.. La parola viene data al presidente della Fondazione Cassa di risparmio della Provincia di Macerata, dr. Franco Gazzani, il quale ricorda che non sempre egli si trova in sintonia col presidente della Fondazione di Pesaro, Gianfranco Sabbatini. Oggi, tuttavia, tale sintonia esiste ed è totale. Qualcuno dice che questa è una vergogna – prosegue il presidente Gazzani – e tale risentimento può ben comprendersi, alla luce dei risultati che oggi vengono presentati. Tuttavia, se è vero che tali risultati colpiscono tutti i soci, a maggior ragione ne risulta colpita la Fondazione Carima e le Fondazioni in generale, alla luce delle quote detenute. In ogni caso, il dr. Gazzani dichiara di riconoscersi nel collega Sabbatini quando questi 44 adombra il rischio del commissariamento della Banca. Quindi, il presidente Gazzani si rivolge all’avv. Tanoni, dicendogli che, quando dava consigli ai presidenti delle Fondazioni, egli frequentava, probabilmente, altri presidenti e altre Fondazioni. Infatti, i consigli di cui trattasi non furono mai dispensati al presidente Gazzani, nel qual caso quest’ultimo – così dichiara – li avrebbe presi in considerazione. Sempre riferendosi all’intervento dell’avv. Tanoni, il presidente Gazzani ricorda il passaggio in cui il primo ha anticipato il proprio voto contrario al bilancio 2012, aggiungendo che la Banca d’Italia ha chiesto gli accantonamenti ma oggi essa non è certo presente in questa sede. Tuttavia, non è certo questo il compito della Vigilanza, alla quale spetta di dettare le regole, le quali o si rispettano oppure si mettono in discussione, con tutte le conseguenze del caso. Ciò posto, è evidente che votare contro l’approvazione del bilancio significherebbe affacciarsi su un nuovo scenario: quello del commissariamento, col che si perderebbe il valore essenziale, che è quello della Banca. Le Fondazioni, prosegue il dr. Gazzani, sono un bene prezioso per tutti e dovrebbero dare stabilità alla Banca. Esse non hanno altri fini se non quello di fornire un sostegno al territorio. Per le ragioni appena esposte, la Fondazione Carima esprimerà voto favorevole alla approvazione del bilancio 2012, anche se ciò potrebbe portare all’assunzione di qualche rischio. Da oggi, comunque, inizia una nuova fase, nel senso che 18 anni fa venne costituita la “Banca delle Marche”, riferibile esclusivamente alle tre Fondazioni, mentre oggi abbiamo “Banca Marche”, denominazione che ne segnala l’appartenenza in capo a tutti i marchigiani, per i quali essa costituisce un bene prezioso da salvaguardare. Prende ora la parola il sig. Giancarlo Giacani, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Jesi, il quale dichiara di essere, in proprio, uno dei 40.000 azionisti della Banca, ancorché egli, oggi, rappresenti la Fondazione sopra citata. Riferisce che nell’assemblea tenutasi ieri, in Fondazione, era emerso che quest’oggi ogni presa di posizione avrebbe incontrato delle controindicazioni. Tale previsione si è avverata. Tuttavia, l’intendimento della Fondazione Carisj e suo personale è di 45 votare a favore della approvazione del bilancio giacché l’alternativa, in senso negativo, espone a rischi più grandi e senza dubbio più pregiudizievoli per la Banca. Agli interventi di cui sopra replica, con riferimento ai crediti deteriorati, il D.g. Luciano Goffi che dichiara di non avere affatto cambiato le regole ma di avere semmai riaffermato la loro corretta applicazione nel senso che se una pratica è oggettivamente a sofferenza, così deve essere classificata. Ugualmente è a dirsi in tema di incagli. Insomma, le regole relative alla classificazione delle posizioni sono state perfettamente rispettate. In relazione alla valutazione delle garanzie reali, sono stati apportati alcuni cambiamenti prescindendo completamente da quelli utilizzati dalla Vigilanza, che non ci è dato conoscere, tantopiù che l’opera del nucleo ispettivo si è rivolta al credito deteriorato pregresso senza influire sull’autonoma revisione operata dalla Banca sul proprio portafoglio crediti. Tali cambiamenti - indotti dall’andamento negativo del mercato immobiliare e dalla infruttuosità delle procedure esecutive (confermata dalla tendenza delle aste ad andare ripetutamente deserte) - rispondono all’esigenza di non prendere in considerazione, sic et simpliciter, i valori risultanti dalle perizie, ancorché aggiornate, ma di applicare sui valori stessi un abbattimento percentuale che, appunto, tiene conto dell’andamento, molto negativo, del mercato immobiliare. In pratica, sulle posizioni in default è stato applicato uno scarto del 40% (che tiene conto dell’effetto asta), mentre sugli incagli lo scarto è stato del 20% in quanto, nella fattispecie, si può essere più ottimisti in quanto, sebbene, ad esempio, un cantiere sia fermo, si può sempre sperare di portare l’azienda in salvo. Ma anche quando un’iniziativa immobiliare dovesse riprendere una concreta prospettiva in termini di prosecuzione, occorre prendere atto che i prezzi ai quali i cespiti risulteranno vendibili non potranno mai essere gli stessi sulla base dei quali l’impresa aveva impostato il suo piano economico-finanziario all’epoca dell’avvio del cantiere. Di ciò, secondo il D.g., è doveroso prendere atto nel valutare l’attivo di bilancio della Banca. In sostanza, la Banca, negli ultimi mesi del 2012 e nelle more dell’approvazione del progetto di bilancio ha dovuto riclassificare un alto numero di 46 posizioni che non erano correttamente classificate, ha dovuto altresì chiedere l’aggiornamento di numerose perizie che non erano più attendibili e, infine, ha dovuto munirsi di tutte quelle perizie che, purtroppo, non erano mai state chieste. Tutto ciò ha portato a formare un bilancio di esercizio che si basa sulla realtà della situazione delle singole posizioni e del mercato e non su mere speranze. Conclusi gli interventi, il Presidente mette in votazione: a) il progetto di bilancio 2012, così come risulta dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario dalla Nota integrativa e dalla Relazione sulla gestione; b) la copertura della perdita netta, pari a 517.966.828 euro, nel seguente modo: - utilizzo integrale della riserva straordinaria, per euro 426.620.480,15; - utilizzo del Fondo sovrapprezzo azioni per euro 91.346.347,85, residuando comunque su tale fondo disponibilità sufficienti per l’eventuale integrazione della riserva legale sino al quinto del capitale sociale, ai sensi del combinato disposto degli articoli 2430 e 2431 del Codice civile, e per il presidio delle immobilizzazioni immateriali non ancora ammortizzate. Il Presidente invita quindi tutti i presenti a compilare la scheda di votazione A “Bilancio dell’esercizio 2012”, relativa al primo punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea, e ad inserirla nell’apposita urna. Il Presidente ricorda che saranno considerati astenuti dal voto coloro che, pur partecipando alla votazione, non esprimeranno sulla scheda di votazione né voto favorevole né voto contrario ovvero coloro che si asterranno dall’inserire la scheda di votazione nelle urne all’uopo predisposte. Laddove l’avente diritto al voto non intenda partecipare alla votazione, dovrà recarsi alle postazioni per fare registrare la propria uscita, ancorché temporanea, dall’Assemblea; Il Presidente constata inoltre che al momento il capitale sociale presente e rappresentato in assemblea è pari al 68,61%, per n. 874.457.368 azioni sul totale di n. 1.274.532.113 azioni, così come risulta dalla scheda delle presenze allegata (Allegato “E” al presente verbale). 47 Si procede quindi alla votazione. Le votazioni si concludono alle ore 14:26. In attesa dello spoglio da parte degli scrutatori, il Presidente procede con la trattazione del secondo punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea: Terminato lo spoglio delle schede relative alla votazione riguardante il punto 1 all’o.d.g., il Presidente ne proclama il seguente risultato: l'assemblea, con il voto contrario degli azionisti titolari di n. 35.857.283 azioni (pari al 4,0997% del capitale presente e rappresentato), con l’astensione degli azionisti titolari di n. 45.825.853 azioni (pari al 5,2394% del capitale presente e rappresentato) e con il voto favorevole degli azionisti titolari di n. 792.955.279 azioni (pari al 90,6609% del capitale presente e rappresentato), come risulta dal foglio delle votazioni, redatto in conformità all'art. 2375 del codice civile che si allega al presente verbale sotto la lettera "F", per farne parte integrante e sostanziale. DELIBERA di approvare: a. il progetto di bilancio 2012, così come risulta dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario dalla Nota integrativa e dalla Relazione sulla gestione; b. la copertura della perdita netta, pari a 517.966.828 euro, nel seguente modo: - utilizzo integrale della riserva straordinaria, per euro 426.620.480,15; - utilizzo del Fondo sovrapprezzo azioni per euro 91.346.347,85, residuando comunque su tale fondo disponibilità sufficienti per l’eventuale integrazione della riserva legale sino al quinto del capitale sociale, ai sensi del combinato disposto degli articoli 2430 e 2431 del Codice civile, e per il presidio delle immobilizzazioni immateriali non ancora ammortizzate. 2) SU RICHIESTA DEL SOCIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DELLA PROVINCIA DI MACERATA: “PROMUOVIMENTO DI UN’AZIONE DI RESPONSABILITÀ AI SENSI DEGLI ARTT. 2392, 2393, 2396 E 2407 COD. 48 CIV. E, COMUNQUE, DI UNA AZIONE RISARCITORIA AI SENSI DEGLI ARTT. 1218 E SEGG., 2104 E SEGG. E 2043 COD. CIV. NEI CONFRONTI DEI COMPONENTI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE E DEL COLLEGIO SINDACALE DI BANCA DELLE MARCHE S.P.A. IN CARICA AL 31/12/2011 NONCHÉ DELL’EX DIRETTORE GENERALE DI QUEST’ULTIMA, DOTT. MASSIMO BIANCONI, E DI TUTTI COLORO CHE, A QUALSIVOGLIA TITOLO E RAGIONE, SONO RESPONSABILI DELLA SITUAZIONE IN CUI ATTUALMENTE VERSA BANCA DELLA MARCHE S.P.A”. Il Presidente comunica che il socio “Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata”, con lettera raccomandata del 25 marzo 2013 a firma del Presidente dott. Franco Gazzani, ha chiesto ai componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale della Banca delle Marche, ai sensi dell’art. 2367 del Codice civile, la convocazione dell’Assemblea dei soci, fissando la data dell’adunanza al più tardi in occasione dell’Assemblea per l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2012 ed indicando, specificamente, l’inserimento all’ordine del giorno dell’argomento di cui sopra. Pertanto, l’odierna Assemblea, convocata per l’approvazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2012, dovrà deliberare in merito all’avvio dell’azione di responsabilità avanzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata. Il Presidente comunica che il socio “Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata” ha predisposto una relazione, redatta ai sensi dell’art. 125-ter comma 3° del T.U.F (Allegato “G” al presente verbale), all’interno della quale vengono illustrate le ragioni per le quali il predetto socio ha richiesto l’inserimento, fra gli argomenti posti all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea, di un’azione di responsabilità, così come sopra indicato. Il Presidente, precisando che tale documento è stato messo a disposizione dei soci sul sito internet della società ed è stato consegnato all’ingresso in Assemblea a tutti gli intervenuti, chiede all’avv. Gottin di darne integrale lettura. 49 Terminata la lettura della relazione del socio Fondazione Carima, il Presidente informa che il Consiglio di amministrazione della Banca, giusta delibera del 7/3/2013, ha conferito mandato allo Studio legale Bonelli Erede Pappalardo di accertare le eventuali responsabilità degli Esponenti aziendali con riferimento ad anomalie riscontrate nel sistema di istruttoria, erogazione, gestione e controllo del credito. A seguito dell’incarico, i professionisti del predetto Studio legale hanno effettuato: 1) una due diligence sulle procedure di Banca Marche afferenti: (i) il sistema dei controlli interni (anche con riferimento al processo di concessione del credito); (ii) gli assetti di corporate governance; (iii) il sistema di reporting aziendale; e (iv) i presidi antiriciclaggio e di compliance; 2) l’analisi delle condotte degli amministratori e del management della Banca in carica nel periodo tra l’1.1.2008 ed il 27.4.2012 al fine di verificare la sussistenza di eventuali responsabilità (anche sotto il profilo giuslavoristico) derivanti dallo svolgimento degli incarichi attribuiti a tali soggetti. Preso atto delle prime risultanze prodotte dallo Studio legale Bonelli Erede Pappalardo, il Consiglio di amministrazione della Banca, nella seduta dell’11.4.2013, ha deliberato a maggioranza dei presenti (con cinque voti a favore e due astenuti): 1. di avviare azioni risarcitorie nei confronti del precedente management; 2. di conferire mandato allo Studio Bonelli Erede Pappalardo di procedere con tutti gli opportuni ulteriori approfondimenti, accertamenti e valutazioni circa l’operato degli altri Esponenti in carica nel periodo sopra indicato; 3. di conferire incarico a una società specializzata di verificare l’eventuale sussistenza del danno inflitto alla Società e del nesso di causalità tra gli eventuali inadempimenti e il danno medesimo. Si precisa che i due consiglieri astenuti, alla luce delle risultanze prodotte dallo Studio Bonelli Erede Pappalardo, avevano invece espresso l’opportunità di proporre all’odierna Assemblea: 50 - di deliberare l'azione di responsabilità nei confronti degli organi sociali della Capogruppo in carica alla data del 31/12/2011, nonché nei confronti di tutti coloro che, a qualsivoglia titolo, risultino responsabili della situazione in cui attualmente versa la Banca; - di dare altresì mandato al Consiglio di Amministrazione di procedere, anche a mezzo di consulenti legali o altrimenti specializzati, a tutti gli accertamenti e alle verifiche che si rendono necessari e/o opportuni in funzione dell'avvio della predetta azione. Infine, sempre nella seduta dell’11/4/2013, il Consiglio di amministrazione ha altresì disposto all’unanimità un allargamento delle attività di analisi e conseguenti valutazioni da parte del predetto Studio legale a un più ampio novero di soggetti rispetto a quelli in carica nel periodo 1.1.2008-27.4.2012. Il Presidente dichiara quindi aperta la discussione sul 2° punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea ordinaria. Prima di aprire la discussione sul secondo punto all’o.d.g., il Presidente dell’Assemblea, Federico Tardioli, fornisce un sintetico rendiconto delle iniziative poste in essere dal C.d.a. ovvero dalla Direzione della Banca nel secondo semestre del 2012 e nella prima parte di quest’anno: 1) Immediatamente dopo l’avvicendamento del Direttore generale è stata attuata una revisione della struttura organizzativa e delle deleghe assegnate ai Vice direttori generali; sono stati inseriti i nuovi manager a presidio dell’attività creditizia e le funzioni di controllo sono state poste a diretto riporto del Consiglio di Amministrazione; 2) E’ stato costituito il Comitato Controllo e Rischi allo scopo di indirizzare la complessiva azione di controllo e di favorire l’efficacia del flusso informativo in materia di rischi verso il Consiglio di Amministrazione; 3) Il Consiglio ha favorito l’accertamento da parte della nuova Direzione della reale situazione dei rischi del Gruppo; le verifiche di Audit interno sono state disposte in ogni direzione e portate a conoscenza degli Organi; 51 4) Presso Medioleasing è stata espletata un’attività di ampia revisione del portafoglio contratti attraverso una task force appositamente inviata dalla Capogruppo; 5) E’ stata fornita al Nucleo Ispettivo della Banca d’Italia, operante in Azienda dal 12/11, la massima collaborazione nello spirito di favorire l’accertamento in tema di adeguatezza delle previsioni di perdita relative ai crediti deteriorati e allo scopo di fugare ogni dubbio sulla volontà dell’Amministrazione e della Direzione di prendere le distanze rispetto alle criticità gestionali man mano venute alla luce; 6) Il ricambio della composizione della Direzione generale è stato intrapreso non appena si è entrati in possesso di report da cui emergerebbero eventuali responsabilità dei vari esponenti; 7) E’ stato incaricato lo Studio Bonelli Erede Pappalardo – che ha già avviato la valutazione dei riscontri documentali – per assistere l’Istituto in relazione ai possibili profili di responsabilità ai fini dell’avvio delle eventuali iniziative e per la difesa degli interessi della Banca; detti Legali stanno esaminando anche la situazione di Medioleasing – anche per valutare la sussistenza di profili di natura penale e le conseguenti azioni – dato che presso la stessa sono emerse situazioni che potrebbero far ritenere la Società persona offesa da comportamenti e circostanze che andranno rappresentate nelle sedi competenti; 8) Ai fini del futuro del Gruppo è stato avviato il progetto riguardante il Piano Industriale, il cui progetto vedrà il Consiglio chiamato ad esprimere una prima valutazione nella prima seduta di marzo e alla sua approvazione nella seduta del 28/3; 9) E’ stato avviato lo studio delle esigenze di rafforzamento patrimoniale con l’assistenza di Mediobanca che ha già preso contezza della situazione del Gruppo e sta valutando le ipotesi di intervento sul capitale che risulteranno più coerenti con gli indirizzi della Vigilanza e la volontà della base sociale; 52 10) In data 9 febbraio è stata inviata una lettera alla Banca d’Italia tesa a fornire un aggiornamento su quella parte delle decisioni che precedono assunte più di recente. Ciò premesso, il Presidente dà la parola al socio Sandro Forlani, il quale dichiara che il voto degli azionisti che egli rappresenta è favorevole alla proposta di azione di responsabilità giacché solamente il perseguimento di tale azione potrà permettere una lettura dettagliata, completa e trasparente delle carte attraverso cui fare piena luce sull’operato di “tutti coloro che, a qualsivoglia titolo e ragione, sono responsabili della situazione in cui attualmente versa Banca delle Marche S.p.A.” E’ chiaro, prosegue il sig. Forlani, che questa è un’azione più volta a rendere palesi le responsabilità del passato che a costruire un nuovo e proficuo futuro. Ma è soprattutto un’azione di verità senza della quale anche il futuro sarebbe più difficile da costruire. D’altra parte, se oggi si chiede ai marchigiani - a livello individuale o quali componenti di comunità a vario titolo aggregate - di costruire un banca sana ed ancora più forte, la partenza di questo nuovo processo non può assolutamente contenere punti oscuri. E solo l’analisi approfondita derivante dall’azione di responsabilità potrà definitivamente fugare qualsiasi dubbio. La parola passa all’avv. Maurizio Fabiani il quale, sulla delibera di promozione dell’azione sociale di responsabilità proposta dalla Fondazione Carima, dichiara di condividere integralmente la relazione presentata da quest’ultima che richiama tra l’altro “vicende di cui si è avuta recente notizia anche dagli organi di stampa”. In proposito, segnala la approfondita indagine comparsa sulle “Cronache maceratesi” del 2/4/2013 e addirittura la notizia giornalistica di un procedimento pendente avanti la Procura della Repubblica di Ancona, dopo le ispezioni di Bankitalia del 2010. A questo punto, prosegue l’avv. Fabiani, non può ignorarsi il ruolo fondamentale delle Fondazioni ex bancarie (v. art. 8 Dlgs. 153/1999 sulla destinazione del reddito) - anche in relazione ai richiami dell’Autorità vigilante (Ministero dell’Economia) - di portatori degli interessi economici-sociali-culturali del territorio, che le Fondazioni debbono svolgere utilizzando i dividendi distribuiti dalla 53 Banca, ed impiegando oculatamente le loro risorse e differenziando al massimo gli investimenti. Ogni singola Fondazione, anche a tutela del proprio patrimonio, avrebbe, ad avviso dell’avv. Fabiani e dei soci che egli rappresenta, il potere-dovere di approvare, in assemblea, l’azione di responsabilità ai sensi degli artt. 2392-2393 c.c., nonché la possibilità di promuovere l’azione sociale di responsabilità, come socio di minoranza ai sensi dell’art. 2393 bis c.c.. Sarebbe altresì quanto mai opportuno – conclude il predetto Azionista - che il Presidente dell'assemblea comunicasse in questa sede ai soci, ove esistente, gli estremi della lettera di manleva rilasciata al Direttore Generale Bianconi, di cui non si conosce il contenuto, specificando se sia stata sottoscritta dal Presidente della Banca previa autorizzazione del C.d.A. L’avv. Fabiani consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. Su quest’ultima questione risponde il D.g. Luciano Goffi il quale precisa che nella seduta del C.d.a. del 3 aprile scorso, l’allora presidente Lauro Costa precisò di avere rilasciato non già una lettera di manleva all’ex D.g. Bianconi ma semplicemente una lettera di stima e di condivisione dell’operato di questi, e ciò sulla scorta di una bozza redatta da un legale esterno alla Banca. In occasione della citata seduta consiliare, il presidente Costa chiarì di non avere conservato la copia dell’originale della lettera in questione, sicché la stessa non è disponibile. In ogni caso il fac-simile della lettera in parola, che riporterebbe il puntuale contenuto dell’originale - come detto, non disponibile - è stata consegnata allo studio Bonelli Erede Pappalardo. Il socio Paolo Mariani interviene dicendosi stupito che la Banca non abbia copia delle lettera di cui trattasi. Inoltre, fa presente che il punto n. 2 all’o.d.g., di cui si discute, attiene alla tutela del patrimonio della Banca e non degli azionisti della stessa. Ciò posto, l’azione proposta dalla Fondazione Carima è del tutto auspicabile e da approvare proprio nell’interesse dell’Istituto. Il sig. Mariani, riferendosi alle altre Fondazioni, dichiara che vorrebbe conoscerne le intenzioni in 54 merito alla proposta formulata dalla Fondazione Carima e, nel caso in cui esse non dovessero esprimere voto favorevole alla proposta medesima, egli dichiara che vorrebbe conoscerne le motivazioni, visto che le Fondazioni sono espressione del territorio. La parola passa ora all’ing. Vincenzo Maria Gambini Rossano, il quale dichiara di avere svolto, nella propria vita lavorativa, ruoli manageriali, anche come direttore generale e amministratore unico, in Aziende che, peraltro, non sono neanche lontanamente paragonabili a Banca delle Marche. Tuttavia, certi principi, atteggiamenti e comportamenti valgono sempre e comunque per qualsiasi Azienda, a prescindere alla sua dimensione. Ciò premesso, l’azionista Gambini Rossano rivolge alcune domande ben precise chiedendo risposte altrettanto precise: o chiede innanzi tutto se sia vero che alla rendicontazione semestrale 2012 l'allora D.g. dichiarò un utile di circa 42 milioni di euro, e se la risposta fosse negativa, bisognerebbe denunciare per falso gli organi che hanno divulgato tale notizia. Se la risposta fosse invece affermativa, allora l’ex D.g. avrebbe dato false comunicazioni sociali ai Soci e al C.d.a., a meno che la perdita (l’Azionista ritiene inutile parlare di "accantonamenti", perché questi, a suo modo di vedere, si appostano per coprire le perdite) di circa 560 milioni di euro (data dalla somma tra 518 e 42 mln.) si sia formata solo nel 11° semestre 2012 (il che è da ritenere poco probabile). Ciò posto, l’ing. Gambini Rossano chiede come stiano realmente le cose, giacché, nel caso di false comunicazioni sociali, la Banca avrebbe il dovere di chiedersi - e di assumere le conseguenti decisioni - se la Magistratura debba essere attivata con un'azione civile e/o penale di responsabilità contro il D.g., il Collegio Sindacale, il Presidente e il Vicepresidente del C.d.a.; o chiede quindi l’ammontare della liquidazione percepita dall’ex D.g. quando, dopo la semestrale, lasciò la Banca, e, inoltre, se il predetto riscosse anche un premio di uscita e di quale entità; 55 o giusta, a suo avviso, l'azione di responsabilità che la Fondazione della Carima ha deciso di proporre, il sig. Gambini Rossano si augura che la stessa consenta di: - individuare tutte le partite economico-finanziare in perdita o a rischio, in modo tale da appostare un accantonamento per la quasi certa futura perdita; - individuare chi ha avuto la responsabilità di decidere certi finanziamenti (magari ricevendo anche un premio) evidentemente talmente rischiosi da non essere andati poi a buon fine; - infine, cercare di capire le motivazioni - pura fatalità o incompetenza o altro? - per cui furono abbandonate le naturali norme di prudenza nella decisione e nell'erogazione di finanziamenti. Ciò posto, l’Azionista auspica che, se si dovesse costituire una commissione, non ne facciano parte, almeno questa volta, né i presunti responsabili, né soggetti a loro collegati. Inoltre, invita tutti, comprese le altre Fondazioni, a votare a favore di una tale azione che dovrebbe cercare di recuperare il massimo del denaro che i risparmiatori hanno al momento rimesso e, con esso, la propria fiducia. Ad avviso del sig. Gambini Rossano, solo con una tale trasparente azione si allontanerebbero le ipotesi di complicità, quanto meno in termini di eventuali incompetenze del D.g., del Collegio sindacale, del Presidente, del Vicepresidente e del C.d.a.. Solo così, i Soci potrebbero tornare a sperare che le remunerazioni e il prestigio connesso agli importanti ruoli di cui trattasi siano il contraltare di precise responsabilità, anche economiche, a carico degli esponenti in caso di loro errori nell’esercizio dei rispettivi incarichi. L’ing. Gambini Rossano consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. Il Presidente dà ora la parola al sig. Bruno Stronati, in rappresentanza dell’Associazione Azionisti Privati della Provincia di Ancona, il quale sottolinea che quella odierna è la più importante assemblea. Gli azionisti privati, aggiunge, sono 56 responsabili e animati da uno spirito costruttivo, ragion per cui egli ritiene che occorra lasciare da parte il risentimento e le istanze ritorsive, guardando, invece, al futuro. Contro chi abbia impoverito il patrimonio della società per effetto di una gestione disattenta si potrà intentare un’azione risarcitoria, dimodoché si potranno accertare in modo mirato sia i profili di responsabilità civile sia quelli eventualmente attinenti alla sfera penale. Comunque, se pure la disponibilità delle Fondazioni a dare accesso in C.d.a. ai rappresentanti dei soci privati costituisca una circostanza assai positiva, la priorità assoluta – secondo il sig. Stronati – è salvare la Banca, e per questo occorrono coesione e impegno comune e condiviso. Vi è, inoltre, una forte esigenza di trasparenza e di realismo. Pertanto, la governance deve modificarsi, dando accesso ai privati sia nell’ambito del C.d.a. sia in quello del Collegio sindacale. Al contempo, l’Azienda dovrà procedere con un’incisiva azione di recupero delle risorse umane. Il taglio dei costi è necessario, ma non può né deve avvenire in modo indiscriminato e trasversale. Occorre invece individuare le sacche che generano i costi inutili o eccessivi e provvedere a tagliarli. La Banca, prosegue il sig. Stronati, va senz’altro ricapitalizzata e, per questo, occorrono un piano rigoroso e l’apporto, indispensabile, degli azionisti privati, con i quali va impostato e mantenuto un rapporto leale. Viene chiamato a parlare il socio Davide Rossi, il quale però, nel frattempo, ha lasciato l’assemblea, così come il sig. Giovanni Grati, parimenti iscritto a parlare. Prende pertanto la parola il socio Gianpiero Mercuri, il quale ringrazia la Fondazione Carima per l’iniziativa, che egli dichiara di condividere anche in nome e per conto di coloro che rappresenta. L’azione di responsabilità è, ad avviso del sig. Mercuri, assolutamente necessaria per separare la vecchia gestione da quella più recente. Occorre altresì mettere a confronto la situazione al 31/12/2012 con quella al 30/6 dello stesso anno. Infine, il sig. Mercuri, riferendosi a quanto illustrato dal Presidente Tardioli poco prima di aprire la discussione sul punto n. 2 all’o.d.g., dichiara di non comprendere le ragioni per cui la Banca intenda tralasciare la 57 possibilità di agire nei confronti dei responsabili della situazione in cui la stessa si trova. Interviene allora il Presidente Federico Tardioli, il quale - dopo avere chiarito che non è stato affatto detto che la Banca non voglia perseguire le responsabilità - spiega ai presenti che la perdita di bilancio, in sé e per sé considerata, non equivale automaticamente a un danno risarcibile ai sensi del codice civile. Aggiunge inoltre che, per potere agire in via risarcitoria, occorre accertare la sussistenza dell’eventuale nesso di causalità tra le condotte poste in essere, laddove illegittime, e il danno medesimo, il quale ultimo, tra l’altro, deve essere preventivamente quantificato. Per maggiore precisione, il dr. Tardioli legge il seguente passaggio della relazione fornita dai legali dello Studio Bonelli Erede Pappalardo: “Le valutazioni contenute nella presente nota non sono di per sé sufficienti a promuovere azioni di responsabilità o di risarcimento danni nei confronti degli Amministratori. A tal fine è infatti necessario accertare – oltre alla violazione dei doveri derivanti dalla legge o dallo statuto (o all’inadempimento contrattuale) – la sussistenza di un danno patito dalla Banca e il nesso causale tra questo danno e le violazioni dei soggetti nei confronti dei quali le azioni sono esercitate.”. Sentito quanto precede, il socio Gianpiero Mercuri chiede allora ai rappresentanti della Fondazione Carima su quali basi detta Fondazione vorrebbe oggi intentare – o che fosse intentata – l’azione di responsabilità. Al contempo, il socio avv. Pietro Anello protesta vivacemente dicendo che il Presidente Tardioli avrebbe dovuto rappresentare quest’ultima circostanza prima di aprire il dibattito e non dopo che alcuni azionisti avevano già manifestato le rispettive dichiarazioni di voto. Il Presidente Tardioli, dopo essersi scusato per l’inconveniente involontariamente causato, fa presente che tutta questa vicenda ha traumatizzato il C.d.a., che partecipa con grande intensità e con “schiena dritta” al dibattito interno e agli approfondimenti che la questione richiede. 58 L’avv. Pietro Anello, iscritto a parlare, fa riferimento alla richiesta ex art. 2367 c.c. della Fondazione Carima sottolineando che se detta Fondazione assume che ci sia un danno, questo deve essere accertato e, ove sussista, essa è libera di agire. Precisa, inoltre, che l’intenzione espressa dal C.d.a. della Banca di avviare azioni risarcitorie nei confronti del precedente management comporta necessariamente il coinvolgimento non solo dell’ex D.g. ma anche del precedente Consiglio dal momento che, in base alle norme di legge e di statuto, è il direttore generale che presenta le proposte ed è il consiglio a deliberare sulle stesse. In proposito, l’avv. Anello cita il passaggio della lettera che i consiglieri Grassano e Cesarini hanno inviato il 24/11/2012 alla Fondazione di Macerata, lettera nella quale si fa riferimento a “situazioni molto difficili riguardanti prestiti concessi in passato”. Inoltre, la stessa Fondazione di Macerata, nella propria relazione ex art. 125 ter del TUF, ha chiesto al C.d.a. “di convocare l’assemblea dei soci per eventualmente deliberare – se ritenuto, e ricorrendone le condizioni – l’avvio di una azione di responsabilità nei confronti dei precedenti organi sociali e, comunque, di tutti coloro che, a qualsivoglia titolo, sono da ritenere responsabili della situazione in cui attualmente versa la Banca”. Ciò posto, il C.d.a. della Banca ha dato incarico a uno dei più qualificati studi legali a livello nazionale di effettuare tutti gli approfondimenti necessari in merito al comportamento dei propri esponenti alla data del 31/12/2011. Le risultanze prodotte sono state appena riferite dal Presidente dell’Assemblea e certamente escludono che, allo stato, ricorrano le condizioni per deliberare l’avvio dell’azione proposta. Tra le Fondazioni non sussiste alcun patto di sindacato, o questo, almeno, è quanto le Fondazioni dichiarano formalmente. Ma vi è da chiedersi se, di fatto, il patto in realtà non sussista, tantopiù che il presidente della Fondazione di Macerata si è detto, poco fa, in totale sintonia col presidente della Fondazione di Pesaro. Inoltre, secondo l’avv. Anello, nella fattispecie potrebbe ricorrere anche la concertazione del diritto di voto tra le Fondazioni, posto che dieci consiglieri su undici sono stati nominati dalle tre Fondazioni di Macerata, Pesaro e Jesi, che, parimenti, hanno nominato i tre 59 componenti del Collegio sindacale, quando il Presidente di tale organo sarebbe spettato ai soci di minoranza. A questo punto, l’avv. Anello sottolinea come l’invasività della Fondazione Carima sia ben nota e, a riprova di ciò, cita una lettera che tale Fondazione ebbe ad inviare al Presidente di Banca Marche il 17/7/2009 mettendo in discussione la proroga dell’allora direttore generale. Oggi, la stessa Fondazione, conclude l’avv. Anello, si permette di sollecitare il promovimento di un’azione di responsabilità contro gli esponenti di allora. L’avv. Anello consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. A questo punto, interviene l’avv. Maurizio Fabiani il quale, dopo avere richiamato l’o.d.g. e, segnatamente, il punto n. 2), fa osservare che non è né possibile né lecito uscirne, a pena di potenziale invalidità della delibera. Ciò detto, fa osservare che le considerazioni dello Studio Bonelli Erede Pappalardo evocate dal Presidente non attengono al punto in discussione e che l’unico organo che, ai sensi dell’art. 2393 c.c., può deliberare sull’azione di responsabilità non è il consiglio di amministrazione ma l’assemblea. Il Presidente Tardioli replica all’avv. Fabiani che, ai sensi dell’art. 125 ter del TUF, il C.d.a. della società ha facoltà di produrre una relazione informata in merito alla richiesta avanzata dalla Fondazione Carima di inserire all’o.d.g. dell’assemblea il punto qui in discussione. Tale considerazione viene allora ripresa dall’avv. Fabiani, il quale ritiene che, ove siano in corso approfondimenti da parte del C.d.a., allora il punto oggi in discussione dovrebbe essere rinviato. La parola viene accordata al socio Michele Marsella il quale dice di avere letto con attenzione la comunicazione della Fondazione Cr Macerata con la quale si chiede di promuovere l’azione di responsabilità ed azioni risarcitorie nei confronti del Consiglio di Amministrazione precedente, dei Sindaci, del Direttore Generale e di tutti coloro che siano responsabili della situazione in cui attualmente verte la Banca. Al di là della evidente denuncia del venir meno del rapporto fiduciario tra l’Azionista 60 ed alcuni dei consiglieri eletti con il suo supporto e del riferimento di notizie in parte colte dai giornali ed in parte riportate da alcuni membri dell’attuale Consiglio, sembra al dr. Marsella che il Socio chieda agli Amministratori di sostanziare la sua richiesta specificando l’esistenza di un danno sofferto dalla Banca, per un comportamento non corretto del soggetto verso cui si vuole far incardinare l’azione di responsabilità e l’accertamento di un nesso di casualità tra il danno sofferto e il comportamento contestato. Poiché nell’identificazione di questi elementi il sig. Marsella dichiara di essersi smarrito, chiede chiarimenti in merito: - al danno occorso e, più precisamente, da cosa sia esso rappresentato e a quanto ammonti; - quale sia il comportamento non corretto oggetto di imputazione e a chi sia imputato; - quale sia il nesso causale tra il danno ed il comportamento in questione. Aggiunge che, senza una precisa identificazione di questi elementi, è chiaro che il promovimento di un’azione di responsabilità potrebbe risolversi in un’avventura che esporrebbe la Banca a richieste di danno da parte degli accusati e alle attenzioni della stampa che continuerebbe a presentare la Banca delle Marche come una congrega di profittatori e a minare, se ancora fosse possibile, l’immagine della stessa, che già non esce indenne dalle guerre intestine tra i suoi soci di riferimento. Il dr. Marsella dichiara, inoltre, di essere stato colpito da un passaggio della comunicazione del Socio Fondazione CR Macerata in merito all’ammontare delle “perdite su crediti” in relazione alle quale si legge che è “ben evidente che un ammontare tanto rilevante di perdite su crediti non si possa spiegare soltanto con il deteriorarsi della situazione economica generale”. Tale frase l’ha colpito – così precisa il dr. Marsella - perché intanto si parla di perdite su crediti e non di accantonamenti, che sono quelli che hanno prodotto la perdita di esercizio. In effetti, tra l’accantonamento e la perdita su crediti c’è una notevole differenza, come il dr. Marsella ha avuto anche modo di illustrare nel proprio precedente intervento, ma quello che qui gli preme far rilevare è che il Consiglio di 61 amministrazione, nella relazione al bilancio, dice chiaramente che le perdite si sono realizzate per la maggior parte nella seconda metà dell’anno a seguito dell’inasprirsi della crisi economica generale. Questa affermazione dell’attuale Consiglio è tanto più rilevante quanto più abbia a fondarsi su di essa l’affermazione secondo cui il bilancio dell’esercizio precedente e la situazione semestrale al 30 giugno 2012 sono corretti e riflettono adeguatamente la situazione patrimoniale ed economica della banca. Se così non fosse, o se ci fosse il dubbio che le perdite appalesate oggi fossero dovute a fatti occorsi prima delle date di riferimento delle due situazioni contabili citate, gli amministratori avrebbero dovuto denunciarlo e impostare un ben diverso bilancio d’esercizio. Se invece, come sembra più probabile, le affermazioni a supporto della richiesta del socio sono solo dovute alla sua insoddisfazione per il bilancio presentato dagli attuali amministratori ed alla volontà di procedere ad un rimpasto nel Consiglio (cosa in parte già riuscita a seguito delle recenti dimissioni), il dr. Marsella crede che tutti debbano essere messi sull’avviso delle conseguenze che un’azione temeraria potrebbe avere per le casse della banca. Quindi ribadisce agli amministratori la richiesta di informazioni in merito alla identificazione del danno, alla sussistenza del nesso casuale e alla contestazione del fatto che avrebbe provocato il danno in questione. Infine, il sig. Marsella chiede che gli sia consentita un’ultima notazione che si ricollega al suo precedente intervento sul bilancio appena approvato: egli crede di aver chiaramente identificato l’atto che ha determinato le maggiori perdite dell’esercizio, il nesso casuale tra quell’atto e il danno subito dagli azionisti che si sono visti depauperare una buona metà del loro investimento e a cui, eventualmente, ci sarà da aggiungere il danno dovuto alla diluizione della loro quota per coloro che non saranno in condizione di sottoscrivere l’aumento di Capitale richiesto dagli amministratori. Crede, il dr. Marsella, che questi elementi siano apparsi a tutti nella loro chiarezza e prima che si producesse il danno stesso. Ed è proprio nella fattispecie dell’approvazione dell’odierno bilancio che egli scorge gli estremi di una possibile azione di responsabilità. Si augura pertanto, in 62 proposito, che altri azionisti vogliano unirsi a lui nelle azioni future a tutela dei rispettivi interessi. Il dr. Marsella consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. Prende la parola il presidente della Fondazione C.r. Pesaro, avv. Gianfranco Sabbatini, il quale precisa che la Fondazione stessa ha esaminato il problema qui in discussione con spirito libero, laico e aperto. Le persone contro cui l’azione dovrebbe essere intentata sono stimate e il loro impegno di tanti anni non può essere messo in dubbio. Al contempo, l’avv. Sabbatini dichiara di potere anche comprendere il punto di vista della Fondazione di Macerata, ancorché la relazione ex art. 125 ter del TUF non contenga elementi che, ad avviso dello stesso avv. Sabbatini, possano giustificare un’azione di responsabilità. Al contempo, il Presidente Tardioli ha dato conto di un responso che la Banca ha ottenuto dallo studio Bonelli Erede Pappalardo, secondo il quale non sussisterebbero, allo stato attuale, le condizioni per promuovere l’azione di cui trattasi. Del resto, l’azione di responsabilità, così prosegue il presidente Sabbatini, si prescrive in cinque anni, ragion per cui la sua Fondazione ha deciso di non votare a favore dell’azione di cui trattasi, ritenendo opportuno attendere le risultanze definitive delle verifiche promosse dalla Banca prima di ritornare sul tema. Quindi, il Presidente Tardioli accorda la parola alla rappresentante del Gruppo Intesa-Sanpaolo, sig.ra Sabrina Gori, la quale dichiara che l’azionista che ella qui rappresenta ha preso atto della richiesta della Fondazione Carima. Cita, quindi, un passaggio della relazione ex art. 125 ter TUF che richiama, a propria volta, un passaggio della Nota della Banca d’Italia del gennaio 2012 secondo cui “la presenza di ampie lacune nei sistemi di governo e controllo e le connesse ripercussioni sulle politiche di assunzione e gestione dei rischi” aveva “consentito alla direzione generale di assumere iniziative gestionali anche di rilevante portata senza che il Consiglio fosse pienamente partecipe delle problematiche aziendali e consapevole delle priorità di intervento.”. Inoltre, la sig.ra Gori, dopo avere fatto riferimento, sul 63 tema specifico, ai passaggi di cui alla relazione del Collegio sindacale, dichiara di prendere atto delle importanti riflessioni declinate, in questa sede, dal Presidente dell’Assemblea in merito all’uscita dei dirigenti apicali. Ciò posto, la sig.ra Gori afferma che il Gruppo Intesa-Sanpaolo ritiene che, prima di poter trarre conclusioni appropriate in merito al coinvolgimento di altri esponenti aziendali, è necessario acquisire ulteriori elementi, anche documentali, sicché, solo quando il quadro ricognitivo sarà completo si potranno presentare le conclusioni in una successiva Assemblea. Interviene ora il presidente della Fondazione C.r. Jesi dr. Giancarlo Giacani, che conferma che la Fondazione che egli rappresenta ha esaminato la questione concludendo che, per giungere all’eventuale esercizio dell’azioni di responsabilità, occorrono ulteriori elementi rispetto a quelli attualmente disponibili. Certamente occorre tutelare il patrimonio della Banca e, per questo, si deve fare chiarezza sulle responsabilità pregresse. A tal fine, occorre dare mandato al C.d.a. della Banca affinché completi le verifiche all’uopo necessarie e ne porti le risultanze in Assemblea. Infine, la parola viene data al dr. Franco Gazzani, presidente della Fondazione Cassa di risparmio della Provincia di Macerata, che ricorda come da circa 20 anni “Banca Marche” sostenga le imprese e le famiglie sia maceratesi che marchigiane, secondo un disegno di ampio respiro il cui obiettivo, fin dall’inizio, è stato quello di guardare oltre gli interessi locali per poter creare un unico grande istituto bancario regionale, solido, affidabile ed in grado di competere, in piena autonomia ed indipendenza, anche con aziende concorrenti di livello nazionale e di caratura ben superiore. La Fondazione Carima ha creduto fermamente in questo progetto e nei suoi valori fondanti, ed è proprio questo che ci ha sempre spinto ad operare per cercare di preservare l’autonomia della Banca. Decise conferme della coerenza della Fondazione Carima – prosegue il dr. Gazzani si sono avute in alcuni momenti cruciali nella storia di Banca Marche: 64 - innanzitutto nel 2007, anno che ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta, essendoci trovati di fronte alla scelta dicotomica fra l’opzione “stand-alone” e quella dell’aggregazione con altri soggetti; - in secondo luogo, in occasione di importanti operazioni attuate nel corso degli ultimi anni: - l’aumento di capitale del 2007, che la Fondazione Carima ha sottoscritto per un totale di 31.365.286,50 euro (al prezzo di € 1,55 per azione); - il riacquisto di azioni da Aviva nel 2010, per 17.832.615,30 euro (al prezzo di € 1,15 per azione); - l’ultimo aumento di capitale del 2012, a cui la predetta Fondazione partecipato con un totale di 41.488.576,50 euro (al prezzo di € 0,85, per azione). Un investimento impegnativo, quindi, che dal 2007 ad oggi ha superato i 90 milioni di euro e che la Fondazione di Macerata ha sostenuto prontamente ed incondizionatamente, nell’assoluta convinzione che fosse indispensabile per consentire alla Banca partecipata di raggiungere maggiori livelli di efficienza, stabilità e solidità, permettendole quindi di poter affrontare il contesto competitivo in modo adeguato e con la dovuta tranquillità. Mentre su tutte le operazioni appena ricordate vi è sempre stata una piena convergenza con le altre Fondazioni azioniste, rispetto a queste ultime, invece, le visioni relative ad alcune rilevanti questioni sono state differenti: - dismissione del patrimonio immobiliare di Banca Marche; - politica dei dividendi portata avanti negli ultimi anni, secondo noi troppo generosa rispetto alle reali possibilità della Banca; - ruolo del precedente Direttore Generale, Dott. Massimo Bianconi, con riferimento soprattutto alla proroga del suo rapporto di lavoro. Nondimeno, le divergenze pur registrate, alla fine, hanno sempre trovato una sostanziale ricomposizione in nome del superiore interesse della Banca e dell’obiettivo del suo rafforzamento strategico, nonché, purtroppo, anche in virtù di 65 un’incondizionata fiducia di cui il vecchio management sembrava comunque beneficiare, da parte di alcuni azionisti, pur con le titubanze da espresse dalla Fondazione di Macerata. Senonché, le divergenze tra la visione della Fondazione Carima e quella delle altre Fondazioni sono invece divenute più profonde allorché, sul finire del 2011, è cominciata a maturare una diversa percezione circa l’andamento e lo stato di salute di Banca Marche. Nonostante le reiterate rassicurazioni che nel frattempo provenivano dal Direttore Generale Bianconi e dal Presidente Ambrosini, le perplessità sulle politiche aziendali e sulle scelte strategiche hanno avuto un’autorevolissima conferma all’inizio del 2012, a seguito dell’ormai nota comunicazione inviata dalla Banca d’Italia in data 9 gennaio. In quel documento l’Autorità di Vigilanza evidenziava gravi inadeguatezze e forti criticità nella governance e nel sistema dei controlli interni di Banca Marche, la cui origine veniva individuata chiaramente in un’eccessiva discrezionalità ed autoreferenzialità della struttura direzionale, cui si contrapponeva un ruolo scarsamente incisivo del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale. E nella medesima comunicazione la Banca d’Italia sollecitava un forte e rapido segnale di cambiamento, sia con l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione di esponenti dotati di elevata professionalità, sia con un deciso rinnovamento nei livelli apicali della gerarchia tecnico-direzionale. Per la Fondazione Carima la comunicazione della Banca d’Italia ha segnato un punto di svolta e di definitiva discontinuità con il passato. Ed è proprio nella valutazione della portata di tale documento, e delle conseguenti azioni da intraprendere, che si sono determinate ulteriori differenti chiavi di lettura e diverse volontà di intervento tra la Fondazione Carima e le altre componenti rappresentative della compagine sociale. In proposito è opportuno rammentare che, nell’aprile dello scorso anno, la Fondazione maceratese ha voluto indicare come propri rappresentanti nel nuovo 66 Consiglio della Banca due figure tecniche quali il Prof. Francesco Cesarini e il Dott. Giuseppe Grassano, note per competenza e professionalità in ambito accademico e bancario. La scelta è avvenuta sia per la volontà di intraprendere la strada del rinnovamento invocata dalla Vigilanza, sia per l’assoluta fiducia e stima nei confronti degli stessi Prof. Cesarini e Dott. Grassano, sul piano personale oltre che professionale, essendo stati già consulenti della Fondazione nella scelta per l’autonomia del 2007. È storia recente quella che vede emergere, non appena i predetti consiglieri, Prof. Cesarini e Dott. Grassano hanno potuto applicare la loro innegabile competenza tecnica ed il loro scrupolo, le prime tangibili conferme della situazione censurata dalla Vigilanza sia nella lettera del gennaio 2012, sia in una successiva perentoria nota del giugno 2012 che, tra le altre cose, conteneva pesanti addebiti nei confronti del Direttore Generale, Dott. Massimo Bianconi, sotto il profilo della deontologia professionale, accompagnate da un eloquente quanto risoluto invito, rivolto agli organi sociali della Banca, a provvedere in tempi brevi al suo avvicendamento. Anche in relazione al riscontro da dare a tale sollecitazione sono subito sorte forti divergenze tra la Fondazione Carima e le altre componenti della proprietà, che si sono manifestate anche all’interno del rinnovato, seppur parzialmente, C.d.a. della Banca, nel momento in cui, proprio con il supporto della struttura manageriale allora operativa, si stava predisponendo la semestrale del 2012. Una semestrale che - secondo i consiglieri Cesarini e Grassano, e come poi i fatti hanno dimostrato – appariva scarsamente documentata con riferimento agli accantonamenti. Il che, in verità, non dovrebbe stupire se si considera che è puntualmente emerso che alcuni documenti predisposti dalla Direzione Generale all’epoca in carica non sempre risultavano del tutto precisi e completi, e tuttavia – nonostante gli espliciti moniti della Banca d’Italia – sono sempre stati ratificati da tutti i consiglieri senza alcuna obiezione, con l’unica eccezione del Prof. Cesarini e del Dott. Grassano. 67 Non sembra inutile ricordare, in questa sede, che la Fondazione Carima, al pari di molti altri risparmiatori-soci, ha responsabilmente aderito all’ultimo aumento di capitale sociale sulla base di analisi e documenti anch’essi provenienti dal precedente management della Banca, nell’assoluta convinzione che tale aumento fosse indispensabile per rendere l’ente ancora più forte e competitivo e, quindi, in grado di sostenere in modo ancora più efficace le famiglie e le imprese del nostro territorio. Con l’entrata in carica del nuovo Direttore Generale Luciano Goffi, avvenuta a metà settembre 2012, seguita poi da un’ispezione approfondita e mirata della Banca d’Italia, sono ben presto emerse nuove e drammatiche criticità nei conti della Banca. La maggiore trasparenza, unita ad una rigorosa riponderazione delle condizioni economico-finanziarie e dei rischi derivanti dalle precedenti politiche degli impieghi, tutte condizioni peraltro specificamente imposte dalla Banca d’Italia, hanno portato alla luce una situazione di una gravità ben al di là di ogni più pessimistica aspettativa. Una situazione oltretutto in stridente contrasto con quella, assai positiva, che solo poche settimane prima veniva tanto decantata sotto la precedente gestione. La stessa gestione – si noti - che relegava nel ruolo di cassandre i consiglieri Prof. Cesarini e Dott. Grassano, i quali già da tempo stavano lanciando segnali di allarme su cui la Fondazione che il dr. Gazzani rappresenta cercava di richiamare l’attenzione delle altre componenti rappresentative della proprietà. Segnali di allarme che, peraltro, nel frattempo trovavano un’oggettiva ed ulteriore conferma anche in alcuni report rilasciati da primarie agenzie di rating internazionali, nei cui confronti, tuttavia, molti ambienti dell’azionariato sembravano mostrare ben poca considerazione. La cronaca recente è ormai nota, e parla di 518 milioni di perdita per la sola Banca Marche, che arrivano a 526 milioni a livello consolidato, con disastrose rettifiche di valore su crediti deteriorati per il colossale importo di 800/900 milioni di 68 euro. Cifre enormi, senza dubbio, ma che purtroppo non sono ancora esaustive. Nei primi mesi del 2013, infatti, si sta già evidenziando la necessità di ulteriori rettifiche, con un conseguente inevitabile aggravamento della situazione reddituale e patrimoniale. Si tratta di dati tragici, terribili, che se da un lato lasciano sconcertati e sbalorditi, dall’altro non possono che riempire di amarezza ed irritazione tutti coloro – azionisti, risparmiatori, dipendenti, clienti – che, nel corso degli anni, hanno creduto in questa Banca e lavorato, impegnando tempo, risorse ed energie, per cercare di renderla più competitiva. Stupore e disappunto sono i sentimenti del dr. Gazzani e dell’intera Fondazione Carima di fronte a tale situazione, che solo in misura del tutto marginale può essere imputata al difficile contesto economico generale, essendo riconducibile, piuttosto, a scelte e a politiche discutibili adottate da chi allora guidava la Banca. Se questo è il quadro con cui attualmente ci si deve misurare, allora diviene lecito, quasi un imperativo morale, chiedersi quali siano e dove siano la verità e la responsabilità. Una verità che deve essere necessariamente unica ed oggettiva, dal momento che i fatti, i numeri e i dati di bilancio parlano chiaro, senza lasciare spazio ad alcun tentativo di speculazione interpretativa. E a ben vedere i numeri ci dicono che, dal 2007 ad oggi, la Banca ha assorbito in totale quasi 600 milioni di euro, tra aumenti di capitale e dismissioni immobiliari, e che pertanto, considerata anche la perdita di 526 milioni di euro relativa al bilancio del 2012, a tutt’oggi è stato letteralmente bruciato oltre un miliardo di euro di patrimonio. E non finisce nemmeno qui, dal momento che la Banca d’Italia esige un ulteriore ed ingente aumento di capitale, di ben 250 milioni di euro. Nessuno, secondo il dr. Gazzani, può restare inerte senza porsi delle domande e non può farlo, soprattutto, la Fondazione Carima: 69 - sia in qualità di azionista, che deve tutelarsi in quanto vede gravemente depauperato il proprio patrimonio; e infatti essa è già stata costretta a svalutare di ben 32 milioni di euro la partecipazione in Banca Marche; - sia in qualità di ente di pubblica utilità, il cui compito istituzionale consiste nel dare risposte concrete al territorio, in settori di vitale importanza quali la sanità, l’assistenza ai soggetti deboli e svantaggiati, l’istruzione. Quindi, nella situazione in cui attualmente versa Banca Marche, si vedono come pesantemente compromesse le future prospettive reddituali, con la conseguente impossibilità, per gli anni a venire, di garantire erogazioni a beneficio della collettività nelle stesse forme e quantità di quelle effettuate finora. E questo avviene proprio in una fase che vede un drammatico aumento delle emergenze socio-assistenziali. In tal senso il danno per il nostro territorio è quadruplo: - impoverimento diretto e diminuzione della ricchezza dei risparmiatori/azionisti; - minori erogazioni da parte della Fondazione; - minore sostegno della Banca a famiglie ed imprese; - infine, perdita da parte del nostro territorio - pressoché certa - della leadership in relazione al governo della Banca, dovuta alla diluizione della partecipazione azionaria della Fondazione, in conseguenza del nuovo aumento di capitale tassativamente richiesto dall’Autorità di Vigilanza. La Fondazione Carima non farà mancare, come finora non ha mai fatto mancare il proprio sostegno, affinché Banca Marche possa risollevarsi e superare questo momento di enorme difficoltà. Ma è evidente che tale sostegno sarà pieno ed incondizionato - in quanto basato su un rinnovato patto fiduciario - soltanto se, da parte della Banca, non si tardi ad avviare un percorso teso alla ricerca delle cause e delle responsabilità della situazione in cui attualmente versa la Banca stessa. 70 A tal fine la Fondazione Carima ritiene che la deliberazione in merito all’azione di responsabilità qui in discussione costituisca un passaggio irrinunciabile, perché in essa viene ravvisato uno strumento per fare luce su quanto è avvenuto, senza alcun intento pregiudizialmente punitivo, persecutorio o di moralizzazione. La Fondazione Carima crede infatti che appurare “perché” e soprattutto “chi” ha generato i problemi che ci troviamo a dover affrontare, costituisca la condizione basilare per poter eliminare fino in fondo le “incrostazioni” ed i residui della vecchia gestione, per capire se vi siano ulteriori criticità non ancora emerse e, come il dr. Gazzani ricorda di avere detto poc’anzi, soprattutto per ricostruire quel legame fiduciario che, costituendo imprescindibile condizione di fattiva collaborazione a tutti i livelli, è stato gravemente infranto dal precedente management. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile ricreare quelle condizioni di fiducia verso la Banca – da parte dei risparmiatori, degli azionisti e dei clienti – che sono indispensabili per poter avviare un serio e virtuoso percorso di risanamento e di rilancio, che trova i suoi presupposti nel nuovo piano industriale, recentemente approvato. Soprattutto, sarà fondamentale poter ricostituire questa fiducia in vista dell’attuazione del consistente aumento di capitale che la Banca deve effettuare per rispettare i requisiti di base stabiliti dall’Autorità di Vigilanza in funzione della sua operatività. In altre parole, la Fondazione Carima avverte un preciso dovere di chiarezza e di verità verso il proprio territorio, ed è in nome di questo dovere che vota a favore della proposta di azione di responsabilità. Infine, il presidente Gazzani chiede che gli sia consentita un’ultima considerazione. La Fondazione Carima avrebbe potuto iniziare un’azione di responsabilità indipendentemente dalla votazione odierna: la legge glielo consente avendo detta Fondazione oltre un quinto del capitale sociale. Non lo ha fatto, per dare al Consiglio di Amministrazione di Banca Marche la libertà di decidere e, a tutti gli azionisti, l’opportunità di discutere. 71 Ciò posto, il dr. Gazzani si dice convinto che i risultati delle ispezioni della Banca d’Italia e la magistratura, cui, tra l’altro, la Banca stessa si è rivolta con degli esposti, indicheranno la strada da intraprendere. Il dr. Gazzani consegna il testo del proprio intervento chiedendone l’integrale trascrizione a verbale. Conclusi gli interventi il Presidente mette in votazione la proposta inserita al 2° punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea su richiesta del socio “Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata”, relativa al “promuovimento di un’azione di responsabilità ai sensi degli artt. 2392, 2393, 2396 e 2407 cod. civ. e, comunque, di una azione risarcitoria ai sensi degli artt. 1218 e segg., 2104 e segg. e 2043 cod. civ. nei confronti dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di Banca delle Marche S.p.a. in carica al 31/12/2011 nonché dell’ex Direttore generale di quest’ultima, dott. Massimo Bianconi, e di tutti coloro che, a qualsivoglia titolo e ragione, sono responsabili della situazione in cui attualmente versa Banca della Marche S.p.a”. Il Presidente, conclusi gli interventi, invita quindi tutti i presenti a compilare la scheda di votazione B “Azione di responsabilità/risarcitoria”, relativa al secondo punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea, e ad inserirla nell’apposita urna. Il Presidente ricorda che saranno considerati astenuti dal voto coloro che, pur partecipando alla votazione, non esprimeranno sulla scheda di votazione né voto favorevole né voto contrario ovvero coloro che si asterranno dall’inserire la scheda di votazione nelle urne all’uopo predisposte. Laddove l’avente diritto al voto non intenda partecipare alla votazione, dovrà recarsi alle postazioni per fare registrare la propria uscita, ancorché temporanea, dall’Assemblea. Il Presidente constata inoltre che al momento il capitale sociale presente e rappresentato in assemblea è pari al 67,76%, per n. 863.559.607 azioni sul totale di n. 1.274.532.113 azioni, così come risulta dalla scheda delle presenze allegata (Allegato “H” al presente verbale). Si procede quindi alla votazione. 72 Le votazioni si concludono alle ore 17:06. Segue lo spoglio delle schede di votazione da parte degli scrutatori. In attesa dello spoglio, il Presidente procede con la trattazione del terzo punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea: Terminato lo spoglio delle schede relative alla votazione riguardante il punto 2 all’o.d.g., il Presidente ne proclama il seguente risultato: l'assemblea, con il voto contrario degli azionisti titolari di n. 440.084.384 azioni (pari al 50,9617% del capitale presente e rappresentato), con l’astensione degli azionisti titolari di n. 121.912.576 azioni (pari al 14,1174% del capitale presente e rappresentato) e con il voto favorevole degli azionisti titolari di n. 301.560.897 azioni (pari al 34,9207% del capitale presente e rappresentato), voti nulli per n. 1.750 azioni (pari allo 0,0002 del capitale presente e rappresentato), come risulta dal foglio delle votazioni, redatto in conformità all'art. 2375 del codice civile che si allega al presente verbale sotto la lettera "I", per farne parte integrante e sostanziale. DELIBERA di non approvare la proposta inserita al 2° punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea su richiesta del socio “Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata”, relativa al “promuovimento di un’azione di responsabilità ai sensi degli artt. 2392, 2393, 2396 e 2407 cod. civ. e, comunque, di una azione risarcitoria ai sensi degli artt. 1218 e segg., 2104 e segg. e 2043 cod. civ. nei confronti dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di Banca delle Marche S.p.a. in carica al 31/12/2011 nonché dell’ex Direttore generale di quest’ultima, dott. Massimo Bianconi, e di tutti coloro che, a qualsivoglia titolo e ragione, sono responsabili della situazione in cui attualmente versa Banca della Marche S.p.a”. 3) AUTORIZZAZIONE ALL’ACQUISTO E ALL’ALIENAZIONE DELLE AZIONI PROPRIE, AI SENSI DEGLI ARTT. 2357 E 2357 TER C.C, NELL’AMBITO DEL “MERCATO AZIONI BANCA MARCHE”. 73 Il Presidente incarica l’avv. Gottin a dare lettura della relazione inerente al citato punto all’ordine del giorno. L’avv. Gottin ricorda pertanto che, al fine di garantire l’intervento della Banca sul “Mercato azioni Banca Marche”, allo scopo di contrastare le asimmetrie tra domanda ed offerta e migliorare la liquidità del titolo sul mercato, l’Assemblea dei soci del 27 aprile 2012 aveva autorizzato, ai sensi degli articoli 2357 e 2357-ter del Codice civile, l’acquisto e l’alienazione di azioni proprie nei termini sotto riportati: 1) Stanziamento al Fondo Acquisto Azioni Proprie per un importo massimo di € 20.000.000 prelevato dalle riserve disponibili. 2) Modalità delle operazioni di acquisto e di alienazione: nell’ambito del “Mercato Azioni Banca Marche” secondo le norme del Regolamento che lo disciplina, pubblicato e depositato presso la Consob. 3) Quantitativo massimo di Azioni acquistabili: le Azioni sono acquistabili fino ad un controvalore massimo pari alla disponibilità del Fondo Acquisto Azioni Proprie di € 20.000.000 e a un corrispettivo unitario compreso nell’intervallo di seguito specificato: - livello minimo di prezzo pari al prezzo di riferimento dell’ultima asta conclusasi regolarmente diminuito del 30%. - livello massimo di prezzo pari al prezzo di riferimento dell’ultima asta conclusasi regolarmente aumentato del 30%. 4) Quantitativo massimo di azioni alienabili: l’autorizzazione riguarda tutte o parte delle azioni proprie detenute dalla Banca. Il corrispettivo di tali cessioni, il cui prezzo unitario minimo non potrà essere inferiore al livello minimo indicato al punto precedente, viene ad essere ricomputato come quota disponibile nella Riserva per acquisto azioni proprie per un utilizzo rotativo e continuo, con adeguamento contabile mensile. 5) Durata dell’autorizzazione: 18 mesi. 6) Delega al Consiglio di Amministrazione di fissare di volta in volta il prezzo del singolo ordine conformemente a quanto indicato ai precedenti punti 3 74 e 4, con facoltà di sub-delegare tale attribuzione a dirigenti della Banca, anche disgiuntamente nel rispetto delle applicabili disposizioni di legge, del regolamento e della normativa aziendale. La predetta autorizzazione, recando una validità di diciotto mesi, scadrà nel mese di ottobre del corrente anno. Si comunica che, al fine di evitare la convocazione di un’Assemblea ad hoc a distanza di pochi mesi rispetto all’Assemblea di approvazione del bilancio 2012, il Consiglio di Amministrazione della Banca delle Marche, nella riunione del giorno 11 aprile 2013, ha deliberato di sottoporre all’odierna Assemblea il rilascio di un’autorizzazione all’acquisto e all’alienazione di azioni proprie ai sensi degli artt. 2357 e 2357-ter del Codice civile, nell’ambito del “Mercato azioni Banca Marche”, secondo le norme del Regolamento che lo disciplinano, alle seguenti condizioni: 1) Stanziamento al Fondo Acquisto Azioni Proprie per un importo massimo di € 20.000.000 prelevato dalle riserve disponibili. 2) Modalità delle operazioni di acquisto e di alienazione: nell’ambito del “Mercato Azioni Banca Marche” secondo le norme del Regolamento che lo disciplina, pubblicato e depositato presso la Consob. 3) Quantitativo massimo di Azioni acquistabili: le Azioni sono acquistabili fino ad un controvalore massimo pari alla disponibilità del Fondo Acquisto Azioni Proprie di € 20.000.000 e a un corrispettivo unitario compreso nell’intervallo di seguito specificato: - livello minimo di prezzo pari al prezzo di riferimento dell’ultima asta conclusasi regolarmente diminuito del 30%. - livello massimo di prezzo pari al prezzo di riferimento dell’ultima asta conclusasi regolarmente aumentato del 30%. 4) Quantitativo massimo di azioni alienabili: l’autorizzazione riguarda tutte o parte delle azioni proprie detenute dalla Banca. Il corrispettivo di tali cessioni, il cui prezzo unitario minimo non potrà essere inferiore al livello minimo indicato al punto precedente, viene ad essere ricomputato 75 come quota disponibile nella Riserva per acquisto azioni proprie per un utilizzo rotativo e continuo, con adeguamento contabile mensile. 5) Durata dell’autorizzazione: 18 mesi. 6) Delega al Consiglio di Amministrazione di fissare di volta in volta il prezzo del singolo ordine conformemente a quanto indicato ai precedenti punti 3 e 4, con facoltà di sub-delegare tale attribuzione a dirigenti della Banca, anche disgiuntamente nel rispetto delle applicabili disposizioni di legge, del regolamento e della normativa aziendale. Il Presidente dichiara aperta la discussione sul 3° punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea ordinaria. Poiché nessuno chiede di intervenire, il Presidente mette in votazione la proposta precedentemente illustrata e propone di procedere per alzata di mano. Poiché tutti i presenti concordano al riguardo, il Presidente constata che al momento il capitale sociale presente e rappresentato in assemblea è pari al 67,42%, per n. 859.293.214 azioni sul totale di n. 1.274.532.113 azioni, così come risulta dalla scheda delle presenze allegata (Allegato “L” al presente verbale). Il Presidente raccomanda a coloro che intenderanno astenersi o esprimere voto contrario ad avvicinarsi al banco della segreteria per consentire agli addetti di registrare il nominativo e il voto espresso. Si procede alla votazione (distintamente per favorevoli, contrari e astenuti) terminata la quale il Presidente proclama il seguente risultato: l'assemblea con il voto favorevole degli azionisti titolari di n. 859.293.214 azioni (pari al 100% del capitale presente e rappresentato), espresso per alzata di mano DELIBERA All’unanimità di autorizzare: il rilascio di un’autorizzazione, per l’acquisto e l’alienazione delle azioni proprie, ai sensi degli artt. 2357 e 2357 ter cod. civ., alle seguenti condizioni: 1) Stanziamento al Fondo Acquisto Azioni Proprie per un importo massimo di € 20.000.000 prelevato dalle riserve disponibili. 76 2) Modalità delle operazioni di acquisto e di alienazione: nell’ambito del “Mercato Azioni Banca Marche” secondo le norme del Regolamento che lo disciplina, pubblicato e depositato presso la Consob. 3) Quantitativo massimo di Azioni acquistabili: le Azioni sono acquistabili fino ad un controvalore massimo pari alla disponibilità del Fondo Acquisto Azioni Proprie di € 20.000.000 e a un corrispettivo unitario compreso nell’intervallo di seguito specificato: - livello minimo di prezzo pari al prezzo di riferimento dell’ultima asta conclusasi regolarmente diminuito del 30%. - livello massimo di prezzo pari al prezzo di riferimento dell’ultima asta conclusasi regolarmente aumentato del 30%. 4) Quantitativo massimo di azioni alienabili: l’autorizzazione riguarda tutte o parte delle azioni proprie detenute dalla Banca. Il corrispettivo di tali cessioni, il cui prezzo unitario minimo non potrà essere inferiore al livello minimo indicato al punto precedente, viene ad essere ricomputato come quota disponibile nella Riserva per acquisto azioni proprie per un utilizzo rotativo e continuo, con adeguamento contabile mensile. 5) Durata dell’autorizzazione: 18 mesi. 6) Delega al Consiglio di Amministrazione di fissare di volta in volta il prezzo del singolo ordine conformemente a quanto indicato ai precedenti punti 3 e 4, con facoltà di sub-delegare tale attribuzione a dirigenti della Banca, anche disgiuntamente nel rispetto delle applicabili disposizioni di legge, del regolamento e della normativa aziendale. 4) POLITICHE DI REMUNERAZIONE. Il Presidente richiama l’art. 15 quarto comma dello Statuto sociale nel quale viene indicato che “ l’Assemblea ordinaria dei soci approva le politiche di remunerazione a 77 favore dei consiglieri di amministrazione, dei dipendenti e dei collaboratori non legati alla società da rapporti di lavoro subordinato” e precisa che l’argomento in questione è ampiamente trattato nel documento intitolato “Politiche di remunerazione ed incentivazione per gli amministratori, il management ed il restante personale” (Allegato “M” al presente verbale), messo a disposizione dei soci sul sito internet della società. Si precisa che la normativa in materia di politiche di remunerazione, nel corso degli ultimi anni, è stata oggetto di vari interventi. Da ultimo, in data 31 marzo 2011, la Banca d’Italia ha emanato le “Disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari”, entrate in vigore l’8 aprile 2011 e che confermano, in larga parte, principi e criteri già contenuti nelle precedenti disposizioni emanate dalla Vigilanza sin dal 2008 e oggetto di successivi chiarimenti e integrazioni. Ciò posto, il Presidente - dal momento che il documento recante l’illustrazione delle politiche di remunerazione attuate nel corso del 2012 e di quelle da attuare nel corso del 2013 (da sottoporre all’approvazione dell’odierna Assemblea ai sensi del richiamato art. 15 dello Statuto sociale) è stato pubblicato sul sito a’ termini di legge e una sintesi del documento medesimo è stata inoltre consegnata all’ingresso a tutti i presenti - ritenendo che l’Assemblea abbia con ciò ricevuto un’adeguata informativa, propone che detta sintesi (e, per quanto ovvio, la relazione integrale) sia data per letta. L’Assemblea, per alzata di mano approva all’unanimità la proposta di dare per letto il “DOCUMENTO DI SINTESI SULLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE ED INCENTIVAZIONE PER GLI AMMINISTRATORI, IL MANAGEMENT ED IL RESTANTE PERSONALE DEL GRUPPO BANCA DELLE MARCHE” che, in ogni caso, viene qui di seguito trascritto. 78 “DOCUMENTO DI SINTESI SULLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE ED INCENTIVAZIONE PER GLI AMMINISTRATORI, IL MANAGEMENT ED IL RESTANTE PERSONALE DEL GRUPPO BANCA DELLE MARCHE POLITICHE RETRIBUTIVE PER L’ESERCIZIO 2012 Amministratori Sul tema specifico dei compensi agli Amministratori, l’art. 25 comma 1° dello Statuto sociale prevede che “Agli amministratori spettano un compenso annuale e le medaglie di presenza per le sedute del Consiglio di amministrazione e del Comitato esecutivo, nella misura stabilita dall'assemblea al momento della loro nomina, per l’intero periodo di durata della carica, oltre al rimborso anche in forma forfettaria, delle eventuali spese sostenute per l'esercizio delle loro funzioni”. L’Assemblea dei soci del 27/4/2012 aveva fissato i compensi annui lordi degli amministratori per il triennio 2012-2014, in misura differenziata a seconda dell’incarico ricoperto, ossia: Presidente euro 200.000, Vice Presidenti euro 100.000 ciascuno, componenti il Comitato esecutivo (esclusi Presidente e Vice Presidenti) euro 70.000 ciascuno, Consiglieri di amministrazione (esclusi Presidente, Vice Presidenti e componenti il Comitato esecutivo) euro 50.000 ciascuno (euro 40.000 all’anno nel triennio precedente), medaglia di presenza di euro 250 per tutti gli Amministratori che partecipano alle riunioni del C.d.a. e del C.e. (nel caso in cui entrambe le riunioni - C.d.a. e C.e. - abbiano luogo nella medesima giornata, spetta una sola medaglia); conferma delle modalità di rimborso agli Amministratori, previste dalla deliberazione del C.d.a. del 2.11.94, delle eventuali spese sostenute per l’esercizio delle loro funzioni. La stessa Assemblea del 27/4/2012: - aveva altresì disposto lo stanziamento di un plafond di € 100.000 annui per ciascuna delle annualità del triennio 2012/2014, di cui il Consiglio medesimo può disporre in via indelegabile ex articolo 23 comma 3° lettera g) del vigente Statuto, per remunerare in via 79 aggiuntiva gli Amministratori che dovessero fare parte di comitati specialistici interni al Consiglio, ove costituiti 1 ; - aveva autorizzato il rinnovo, con riferimento alle annualità 2013 e 2014, delle polizze “Responsabilità civile Amministratori”, “Amministratori infortuni professionali ed extra professionali” e “Dipendenti e Amministratori Kasko”, ovvero la stipula di nuove polizze della specie, ove maggiormente convenienti, con oneri a carico dell’Azienda, fino a concorrenza dell’importo massimo complessivo di € 250.000,00. Collegio Sindacale L’Assemblea del 27/4/2012 aveva deliberato di mantenere invariati anche per il triennio 2012-2014 i compensi annui lordi già previsti per il Collegio Sindacale nel triennio precedente, ossia: Presidente € 100.000; Sindaci effettivi € 70.000 ciascuno; medaglie di presenza e rimborsi spese come per gli Amministratori. Il criterio di remunerazione su base fissa a favore degli Amministratori e dei Sindaci si applica anche con riferimento alle società controllate da Banca Marche. Il criterio di remunerazione su base fissa a favore degli Amministratori e dei Sindaci ha trovato applicazione anche con riferimento alle altre società del Gruppo Banca Marche. Dirigenti e restante personale Le linee guida di politica retributiva per l’anno 2012 e i relativi meccanismi operativi sono state oggetto di definizione ed autorizzazione dei competenti organi aziendali. 1 Il C.d.a, giusta la delibera assembleare del 27/4/2012 e a seguito della costituzione del Comitato Controllo e Rischi (cfr. delibera dell’8/11/2012), ha disposto con delibera del 14/03/2013 di assegnare ai membri di quest’ultimo, per il periodo 2013 – 2014, i seguenti compensi annui (in aggiunta a quelli già percepiti in ragione delle rispettive cariche di consiglieri non esecutivi della Banca): Presidente CCR euro 25.000 (venticinquemila) lordi, Componenti CCR (escluso il Presidente) euro 15.000 (quindicimila) lordi, nonché il gettone di presenza e il rimborso delle spese eventualmente sostenute per l’espletamento dell’incarico ai sensi della delibera del C.d.a. del 2/11/1994). Tali compensi verranno rendicontati nell’anno 2013. 80 Nella seduta dell’11/4/2012 il Consiglio di Amministrazione aveva approvato il documento contenente le politiche di remunerazione ed incentivazione redatto in conformità alle normative Banca d’Italia ed il sistema incentivante relativo all’anno 2012 per il personale appartenente alla categoria dirigenti. In data 27/4/2012 le politiche di remunerazione furono sottoposte all’approvazione dell’Assemblea dei Soci. Sulla base di quanto stabilito da Banca d’Italia e tenuto conto dell’assetto organizzativo, il Consiglio di Amministrazione aveva individuato il “personale più rilevante” nei termini che seguono: nella categoria “Direttore generale e responsabili delle principali linee di business, funzioni aziendali o aree geografiche, nonché coloro i quali riportano direttamente agli organi con funzione di supervisione strategica, gestione e controllo”, Banca Marche ha individuato il proprio Direttore generale, il Vicedirettore generale (nel 2012 n. 3 posizioni), il Direttore centrale (n. 2 posizioni), i Direttori generali della Medioleasing S.p.A. e della Carilo S.p.A.; nella categoria “Responsabili e personale di livello più elevato delle funzioni di controllo interno”, sono stati individuati i Responsabili delle Aree Audit di Gruppo, Legale e Antiriciclaggio, Controllo Rischi e Risorse Umane, nonché il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili e societari e i Responsabili dei Servizi Antiriciclaggio e Compliance; nella categoria “Altri soggetti che, individualmente o collettivamente (es. comitati per la concessione di crediti, tavoli operativi per la gestione di portafogli), assumono rischi in modo significativo (“altri risk takers")”, sono stati individuati i Vicedirettori generali della Medioleasing S.p.A. e della Carilo S.p.A.. In linea con quanto definito dalla normativa Banca d’Italia, la retribuzione variabile era stata parametrata a indicatori di performance che tenevano conto dei rischi assunti, del livello di risorse patrimoniali e della liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese. 81 In particolare, gli obiettivi per i dirigenti apicali erano stati individuati nell’EVA ed in un indicatore di liquidità il funding gap, dato dalla differenza tra gli impieghi a clientela ordinaria e la raccolta da clientela retail. Per i dirigenti che esercitano funzioni di controllo erano stati individuati obiettivi coerenti con i compiti assegnati, evitando il collegamento con i risultati economici. Per i Dirigenti Senior e per il restante personale appartenente alla categoria dirigenti (non compresi tra il personale più rilevante) la retribuzione variabile era stata legata al raggiungimento degli obiettivi relativi alla creazione di valore, ai livelli di liquidità, nonché obiettivi specifici in relazione al ruolo ricoperto ed in ordine all’efficacia operativa, all’efficienza gestionale. Quanto al restante personale, ed in particolare per quello della rete commerciale, il sistema incentivante, definito nel rispetto di quanto previsto dai vigenti contratti collettivi di lavoro, affiancava gli obiettivi commerciali con indicatori “qualitativi” (customer satisfaction, valutazione delle visite ispettive) ispirati a criteri di correttezza, fidelizzazione della clientela e rispetto della normativa. Con riferimento al “personale più rilevante”, una parte della remunerazione variabile è stata differita nel tempo e parzialmente erogata in azioni al fine di legare gli incentivi alla creazione di valore nel lungo termine. L’erogazione del premio differito era stata, inoltre, subordinata ad una clausola di malus per il triennio successivo che coinvolge tutto il “personale più rilevante”, inclusi i responsabili ed il personale di livello più elevato delle funzioni di controllo. Detta clausola di malus potrà incidere sino all’azzeramento della quota di retribuzione variabile differita. Per il restante personale appartenente alla categoria dirigenti la retribuzione variabile viene erogata in forma monetaria senza differimento. 82 In linea con la comunicazione della Banca d’Italia del 2 marzo 2012, che prevedeva l’adozione di particolari cautele nella determinazione del bonus pool, relativamente all’esercizio 2012 era stato introdotto un “gate”, ossia una condizione di accesso al sistema incentivante. In particolare, l’erogazione dei premi relativi al sistema incentivante per i dirigenti era stata subordinata al raggiungimento dell’utile netto di budget del Gruppo, mentre per il personale non dirigente all’utile netto di budget dell’Azienda. RISULTATI ESERCIZIO 2012 Amministratori Compensi, medaglie e rimborsi spese Per le n. 32 sedute di Consiglio tenutesi nel 2012 e le n. 44 sedute di Comitato esecutivo, sono stati complessivamente corrisposti agli Amministratori della Capogruppo € 936.250 di cui € 835.000 a titolo di compenso annuo fisso ed € 101.250 per medaglie di presenza, come analiticamente esposto nella seguente tabella, per un totale di € 936.250, oltre a rimborsi spese ammontanti complessivamente a ulteriori € 90.751,04: Presidente Rimborsi spese Compensi Medaglie Totale (compensi+ medaglie) 200.000 11.750 211.750 1.658,07 22.316,29 Vice Presidenti Amministratori esecutivi Amministratori non esecutivi 200.000 22.000 222.000 140.000 22.750 162.750 295.000 44.750 339.750 Totale 835.000 101.250 936.250 16.798,77 49.977,91 90.751,04 Collegio Sindacale Nel 2012, ai membri del Collegio Sindacale della Capogruppo sono stati complessivamente corrisposti € 298.715,37 a titolo di compenso annuo fisso ed € 35.250 per medaglie di presenza, come analiticamente esposto nella seguente tabella, per un totale di € 330.965,37, oltre a rimborsi spese ammontanti complessivamente a ulteriori € 20.382,53 83 Presidente Collegio sindacale Compensi Medaglie 128.876,20 11.750,00 Totale (compensi + medaglie) 140.626,20 Rimborsi spese 11.605,67 Sindaci effettivi 169.839,17 23.500,00 193.339,17 Totale 298.715,37 35.250,00 333.965,37 8.776,86 20.382,53 Si fornisce, a questo punto, il resoconto relativo alle polizze assicurative stipulate nell’interesse degli Esponenti aziendali (amministratori e sindaci) nel corso del 2012, giusta autorizzazione rilasciata dall’Assemblea il 24/10/2011. Polizza di responsabilità civile Amministratori – “D. & O.” Tale polizza copre i danni che amministratori e sindaci della Banca abbiano a cagionare alla stessa, ai soci e ai terzi in genere, attraverso comportamenti colposi tenuti nell’esercizio delle proprie funzioni. Detta copertura è altresì estesa all’attività prestata dagli assicurati anche nella loro eventuale veste di amministratori e sindaci delle società controllate o partecipate dalla Banca. Si precisa che, nell’ambito del rapporto assicurativo di cui trattasi la Banca può beneficiare degli effetti concreti della copertura, stante la propria potenziale qualifica di terzo direttamente danneggiato. Ciò posto, con riferimento all’annualità 2012, il premio corrisposto per tale polizza è stato pari a € 44.000. Polizze “Amministratori Infortuni professionali ed extra professionali” e “Dipendenti e Amministratori kasko” La Banca annualmente stipula polizze assicurative volte alla copertura dei rischi di natura professionale e dei rischi di danni alla persona in cui possano incorrere i dipendenti e gli Esponenti aziendali (amministratori e sindaci). In relazione alla polizza “Amministratori Infortuni professionali ed extra professionali”, il premio corrisposto con riferimento alla annualità 2012 è stato pari a € 20.895,00 mentre con riferimento alla polizza “Dipendenti e Amministratori Kasko”, la quota di premio riconducibile agli Esponenti aziendali è stata pari a € 691,84. 84 Ne consegue che, per l’anno 2012, in relazione alle tre polizze stipulate nell’interesse degli Esponenti aziendali sono stati corrisposti premi per complessivi € 65.586,84. Le risultanze appena declinate, relative agli Amministratori, sono state verificate dalla Funzione di Revisione interna che, con documento del 12/4/2013, ha accertato che le politiche e le prassi di remunerazione adottate dalla Banca nel 2012 nei confronti degli Amministratori sono conformi al contesto normativo e alle politiche di remunerazione adottate nel triennio 2012-2014. Con riferimento alle altre società del Gruppo si segnala che, nel corso del 2012: - presso la Carilo S.p.A., sono stati erogati compensi e medaglie di presenza ai complessivi componenti € del 203.869,41, Consiglio rimborsi di spese amministrazione per complessivi per € 15.772,19; ai componenti del Collegio sindacale per compensi e medaglie sono stati erogati complessivi € 65.931,59, nonché € 8.386,10 a titolo di rimborso spese. Inoltre, sono stati pagati premi assicurativi per complessivi € 25.988,40 in relazione a polizze stipulate dalla controllata nell’interesse dei componenti dei predetti Organi sociali; - presso la Focus Gestione SGR S.p.A., sono stati erogati compensi e medaglie di presenza ai componenti del Consiglio di amministrazione per complessivi € 184.749,08 e rimborsi spese per complessivi € 36.867,11; ai componenti del Collegio sindacale sono stati erogati complessivi € 54.959,72 per compensi e medaglie, nonché € 4.177,06 a titolo di rimborsi spese. Inoltre, in relazione a polizze stipulate dalla controllata nell’interesse dei componenti dei predetti Organi sociali, sono stati pagati premi assicurativi per complessivi € 7.847,43; 85 - con riferimento alla Medioleasing S.p.A., i compensi e le medaglie di presenza riconosciuti ai componenti del C.d.a. ammontano a complessivi € 74.388,53, mentre i rimborsi spese sono pari a € 1.379. Con riferimento al Collegio sindacale della controllata, la voce compensi e medaglie totalizza complessivi € 54.447,84 mentre i rimborsi spese ammontano a complessivi € 5.675,53; - con riferimento alla Marche Covered Bond S.p.A., nel corso del 2012, gli amministratori hanno percepito compensi e rimborsi spese per complessivi € 15.617,77. Dirigenti e restante personale Con riferimento alle remunerazioni per l’anno 2012, la voce di bilancio “salari e stipendi” evidenzia un valore di € 145,9 milioni, corrispondente alla retribuzione complessiva lorda a favore del totale dei dipendenti della Banca. In considerazione di quanto stabilito nell’ambito della politica retributiva, ossia che l’erogazione dei premi relativi al sistema incentivante per l’anno 2012 era subordinata al livello di raggiungimento dell’utile netto di budget, tenuto conto del risultato negativo di bilancio (perdita d’esercizio), non sono stati effettuati accantonamenti per il sistema incentivante. Pertanto, con riferimento a tutto il personale, non si procederà all’erogazione dei connessi premi per l’anno 2012. Ciò, peraltro, risulta in linea con quanto definito da Banca d’Italia con la comunicazione del 13 marzo 2013 in merito a “Bilanci 2012: valutazione dei crediti deteriorati, remunerazioni e distribuzione dei dividendi”, dalla quale emergono chiare indicazioni rivolte a tutto il sistema bancario ad adottare una significativa riduzione della remunerazione variabile, coerentemente con i criteri stabiliti dalle Disposizioni della Banca d’Italia del 30 marzo 2011 e con le indicazioni fornite dalla sopra richiamata comunicazione del 2 marzo 2012. La retribuzione complessiva del 2012 dei n. 3.106 dipendenti al 31/12/2012 è stata pari, come detto, a € 145.936.391,98 di cui € 5.459.239,87 a titolo di 86 retribuzione variabile rappresentata esclusivamente dal premio aziendale derivante dall’accordo sindacale del 17/12/2012. In dettaglio, i n. 946 dipendenti addetti alle strutture centrali hanno conseguito, nel 2012, una retribuzione complessiva di € 50.079.895,60 di cui € 1.796.611,28 a titolo di retribuzione variabile mentre i n. 2.160 dipendenti della rete commerciale hanno percepito una retribuzione complessiva di € 95.856.496,38 di cui € 3.662.628,59 di retribuzione variabile. I n. 9 Dirigenti apicali (ossia Direttore Generale, Vice Direttori Generali, Direttori Centrali, Direttori Generali Carilo e Medioleasing) hanno percepito nel 2012 una retribuzione fissa pari a complessivi € 3.251.592,46 e una retribuzione variabile ex accordo sindacale del 17/12/2012 pari a € 9.585,94. I n. 16 Dirigenti senior (ossia i Vice Direttori Generali Carilo e Medioleasing e i Capi Area) hanno percepito nel 2012 complessivi € 2.274.652, di retribuzione fissa e complessivi € 58.713,88 di retribuzione variabile. Gli altri n. 33 Dirigenti, nel 2012 hanno percepito complessivi € 3.673.390,27 (parte fissa) ed € 154.450,30 (parte variabile). Si precisa che: - la retribuzione fissa include eventuali benefit attribuiti al personale dirigente ed i compensi corrisposti per incarichi ricoperti presso le Società del Gruppo; - il premio aziendale non verrà erogato ai Direttori e ai Vice Direttori generali del Gruppo Banca Marche; - relativamente all’anno 2012 non sono stati erogati premi di inizio rapporto; - gli importi relativi ai pagamenti per trattamento di fine rapporto riconosciuti durante l’esercizio 2012 al personale più rilevante ammontano ad € 2.939.855,00 a favore di 2 beneficiari. L’importo più elevato è pari ad € 2.300.000. POLITICHE RETRIBUTIVE PER L’ESERCIZIO 2013 Amministratori e Sindaci Compensi, medaglie e rimborsi spese 87 Anche per il 2013 rimarranno in vigore, a favore degli Amministratori e dei Sindaci della Capogruppo, sia i compensi annui lordi (vedi dettaglio fornito in precedenza) deliberati dall’Assemblea del 27/4/2012 per il triennio 2012-2014, sia lo stanziamento di € 100.000 annui per remunerare in via aggiuntiva ex articolo 23 comma 3° lettera g) dello Statuto gli Amministratori facenti parte di comitati specialistici, ove costituiti. Si informa che il C.d.a., a seguito della costituzione del Comitato Controllo e Rischi (cfr. delibera dell’8/11/2012), ha disposto con delibera del 14/03/2013 di assegnare ai membri di quest’ultimo, per il periodo 2013 – 2014, i seguenti compensi annui lordi (in aggiunta a quelli già percepiti in ragione delle rispettive cariche di consiglieri non esecutivi della Banca): Presidente euro 25.000, Componenti (escluso il Presidente) euro 15.000, nonché il gettone di presenza e il rimborso delle spese eventualmente sostenute per l’espletamento dell’incarico ai sensi della delibera del C.d.a. del 2/11/1994). Tali compensi verranno rendicontati nell’anno 2013. Polizze “Amministratori Infortuni professionali ed extra professionali” e “Dipendenti e Amministratori kasko” Si precisa che, nel corso del 2012, il premio annuo lordo della R.C. Amministratori “D.&.O.” - attivata per la chiamata in causa di alcuni esponenti designati da Banca Marche presso la partecipata Banca di Credito dei Farmacisti – ha subito, in sede di rinnovo della copertura per il 2013, un aumento a € 79.462,50 (contro € 44.000 corrisposti per il 2012), oltretutto con riduzione del massimale annuo da € 10.000.000 a € 5.000.000. Ciò posto, si è ritenuto opportuno adeguare il massimale predetto a valori più congrui rispetto alle dimensioni di Banca Marche, aumentandolo sino a € 20.000.000, per un premio lordo complessivo annuo € 191.321,25 il quale, anche considerate le restanti coperture (kasko e infortuni), ha trovato comunque capienza nel plafond di € 250.000,00 deliberato dall’Assemblea dei Soci del 27/04/2012 per il periodo 2013-2014. 88 Tuttavia, alla luce di quanto precede, considerata la possibilità che il premio della polizza D&O possa subire un ulteriore incremento in sede di rinnovo, il Consiglio di amministrazione, nella seduta dell’11/04/2013, ha deliberato di proporre all’Assemblea il rilascio di un’autorizzazione volta a consentire lo stanziamento di un plafond annuo di complessivi € 300.000, da utilizzare appunto in sede di rinnovo, per l’anno 2012, delle polizze R.C. Amministratori “D.&.O.”, “Amministratori Infortuni professionali ed extra professionali” e “Dipendenti e Amministratori kasko” a valere sull’anno 2014. Dirigenti e restante personale La Banca d’Italia, con comunicazione del 13 marzo 2013, coerentemente con i criteri stabiliti dalle Disposizioni del marzo 2011 ha fornito chiare indicazioni a tutto il sistema creditizio sottolineando la necessità di azionare tutte le leve utili a rafforzare il patrimonio, con particolare riferimento anche alle politiche di remunerazione. Il prolungarsi della recessione economica e l’incertezze sulle prospettive di ripresa richiedono un ulteriore sforzo da parte delle banche per accrescere la capacità di autofinanziamento ed in particolare, in linea con le azioni di contenimento dei costi operativi e per il personale, le scelte in materia di remunerazione devono contribuire al perseguimento di questo obiettivo. Pertanto nell’ambito della retribuzione variabile di competenza per l’anno 2013 non viene previsto, con riferimento a tutte le categorie di personale, un sistema incentivante connesso al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Sentito il Collegio sindacale e considerate le risultanze delle verifiche effettuate dalla Funzione di Revisione interna e comunicate con documento del 12/4/2013, visto altresì il parere rilasciato dalla Funzione Compliance in data 3/4/2013, le politiche e le prassi di remunerazione adottate nei confronti dei Dirigenti e del restante Personale risultano conformi alle previsioni normative in materia e, altresì, a quanto deliberato dall’Assemblea dei Soci.”. 89 Conclusa la lettura della sintesi il Presidente dichiara aperta la discussione sul 4° punto all’ordine del giorno. E’ iscritto a parlare il socio Sandro Forlani il quale esprime voto contrario ad una proposta di conferma delle attuali remunerazioni, in maniera particolare per ciò che riguarda i compensi agli amministratori e quelli relativi ai gradi apicali del personale. Completa pertanto la propria posizione con una nuova proposta così strutturata: - dimezzamento di tutti i compensi degli Amministratori mantenendo inalterato l’onere derivante dalle polizze assicurative. E’ questo, infatti, un tipo di provvedimento che tutti i soggetti economici più sensibili stanno iniziando ad adottare in misura più o meno consistente e riteniamo che, fatto ora da Banca Marche, costituirebbe un esempio eccellente per tutto il territorio. - per quanto riguarda il personale più rilevante, ferma restando l’incidenza massima della retribuzione variabile individuata nel 25%, la quota della stessa liquidata a pronti (up – front) sia pari non più al 70% ma al 50 % del premio totale. Gli obiettivi dovranno essere sottoposti alla clausola di malus per un quinquennio e non più per un triennio come oggi previsto. Inoltre, l’Azionista sottopone all’Assemblea la proposta di dare indicazioni affinché le prossime contrattazioni sindacali in materia retributiva portino ad una costante e progressiva diminuzione della proporzione oggi esistente tra le retribuzioni delle posizioni apicali e quelle del restante personale, proporzione talmente accresciuta negli ultimi anni da essere diventata ingiustificata ed iniqua. Il Presidente chiama a parlare il socio Giampiero Ganzetti, il quale, però, ha nel frattempo lasciato la sala. Conclusi gli interventi, alla luce della sintesi di cui sopra, il Presidente mette in votazione la seguente proposta, che prevede: 90 - la presa d’atto, da parte dell’Assemblea, delle risultanze inerenti l’attuazione delle politiche di remunerazione nel corso del 2012 con riferimento agli Amministratori, ai Sindaci, ai Dirigenti e al restante Personale della Banca; - con riferimento agli Amministratori e ai Sindaci della Banca, l’approvazione di un plafond di 300.000 euro annui da utilizzare nel corso del 2013 ai fini del rinnovo, per l’anno 2014, delle polizze “Responsabilità civile Amministratori D.&O.”, “Kasko dipendenti e Amministratori” (con riferimento alla sola quota inerente questi ultimi) e “AmministratoriInfortuni professionali ed extra professionali”; quanto precede, fermi restando la struttura dei compensi su base fissa secondo le previsioni dello Statuto, l’ammontare annuo lordo degli stessi secondo quanto deliberato dall’Assemblea del 27/4/2012 per il triennio 2012-2014, nonché il plafond di € 100.000 annui per il triennio in parola al fine di remunerare in via aggiuntiva, ex articolo 23 comma 3° lettera g) dello Statuto, gli Amministratori facenti parte di comitati specialistici, ove costituiti; - con riferimento l’approvazione, remunerazione a tutte anche già le per applicate categorie l’esercizio nel di Personale 2013, 2012, con delle della Banca, politiche esclusione, di tuttavia, nell’ambito della retribuzione variabile di competenza per l’anno 2013, della previsione di un sistema incentivante connesso al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il Presidente invita quindi i presenti ad avvalersi della scheda di votazione E “Politiche di remunerazione”, relativa al quarto punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea, e ad inserirla nell’apposita urna. Il Presidente ricorda che saranno considerati astenuti dal voto coloro che, pur partecipando alla votazione, non esprimeranno sulla scheda di votazione né voto favorevole né voto contrario ovvero coloro che si asterranno dall’inserire la scheda di votazione nelle urne all’uopo predisposte. Laddove l’avente diritto al voto non 91 intenda partecipare alla votazione, dovrà recarsi alle postazioni per fare registrare la propria uscita, ancorché temporanea, dall’Assemblea; Il Presidente constata inoltre che al momento il capitale sociale presente e rappresentato in assemblea è pari al 67,42%, per n. 859.281.164 azioni sul totale di n. 1.274.532.113 azioni, così come risulta dalla scheda delle presenze allegata (Allegato “N” al presente verbale). Si procede quindi alla votazione. Le votazioni si concludono alle ore 17:28. Segue lo spoglio delle schede di votazione da parte degli scrutatori. In attesa dello spoglio, il Presidente procede con la trattazione del quinto punto all’ordine del giorno dell’odierna Assemblea: Terminato lo spoglio delle schede relative alla votazione riguardante il punto 4 all’o.d.g., il Presidente ne proclama il seguente risultato: l'assemblea con il voto contrario di n. 127 azionisti titolari di n. 5.502.121 azioni (pari al 0,6403% del capitale presente e rappresentato in assemblea), con l’astensione di n. 105 azionisti titolari di n. 66.652.743 azioni (pari al 7,7567% del capitale presente rappresentato in assemblea) e con il voto favorevole di n. 37 azionisti titolari di n. 787.138.350 azioni (pari al 91,6030% del capitale presente e rappresentato in assemblea), schede nulle zero, come risulta dal foglio delle votazioni, redatto in conformità all'art. 2375 del codice civile che si allega al presente verbale sotto la lettera "O", per farne parte integrante e sostanziale. PRESO ATTO - delle risultanze inerenti l’attuazione delle politiche di remunerazione nel corso del 2012 con riferimento agli Amministratori, ai Sindaci, ai Dirigenti e al restante Personale della Banca, DELIBERA a maggioranza - con riferimento agli Amministratori e ai Sindaci della Banca, l’approvazione di un plafond di 300.000 euro annui da utilizzare nel corso 92 del 2013 ai fini del rinnovo, per l’anno 2014, delle polizze “Responsabilità civile Amministratori D.&O.”, “Kasko dipendenti e Amministratori” (con riferimento alla sola quota inerente questi ultimi) e “AmministratoriInfortuni professionali ed extra professionali”; quanto precede, fermi restando la struttura dei compensi su base fissa secondo le previsioni dello Statuto, l’ammontare annuo lordo degli stessi secondo quanto deliberato dall’Assemblea del 27/4/2012 per il triennio 2012-2014, nonché il plafond di € 100.000 annui per il triennio in parola al fine di remunerare in via aggiuntiva, ex articolo 23 comma 3° lettera g) dello Statuto, gli Amministratori facenti parte di comitati specialistici, ove costituiti; - con riferimento l’approvazione, remunerazione a tutte anche già le per applicate categorie l’esercizio nel 2012, di Personale 2013, con delle della Banca, politiche esclusione, di tuttavia, nell’ambito della retribuzione variabile di competenza per l’anno 2013, della previsione di un sistema incentivante connesso al raggiungimento degli obiettivi aziendali. 5) NOMINA DI UN SINDACO SUPPLENTE: Il Presidente richiama l’art. 30 dello Statuto sociale che afferma “ l’assemblea ordinaria elegge il Collegio Sindacale, composto del Presidente e di due Sindaci effettivi; sono eletti anche due Sindaci supplenti”. A tal proposito il Presidente comunica che, con lettera del 30 gennaio 2013, il Sindaco supplente Lodovico Valentini, eletto dall’Assemblea degli azionisti del 27 aprile 2012, ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica. Pertanto, l’odierna Assemblea deve procedere alla elezione di un Sindaco supplente allo scopo di dare ottemperanza al dettato statutario di cui sopra munendosi, al contempo, del numero di Sindaci supplenti necessario e sufficiente anche ai fini di eventuali sostituzioni ai sensi e per gli effetti dell’art. 2401 del Codice civile. Il Presidente precisa che, né nel termine di cui all’art. 17 comma 1° lettera a), né successivamente, risultano essere state presentate liste di candidati. 93 Ciò posto il Presidente chiede se l’Assemblea sia in condizione di esprimere candidature, fermo restando che: - gli eventuali candidati devono essere iscritti nel registro dei revisori contabili ai sensi dell’art. 30 comma 2° dello Statuto - gli eventuali candidati debbono possedere i requisiti di onorabilità, di professionalità e di indipendenza previsti dalla normativa tempo per tempo vigente (cfr. il comma 10° del citato art. 30); - al momento della nomina e prima dell’accettazione dell’incarico, devono essere resi noti all’assemblea, ai sensi dell’art. 2400 comma 4° c.c., gli incarichi di amministrazione e controllo ricoperti presso altre società. Il Presidente ricorda altresì che il Sindaco supplente che fosse eletto dall’odierna Assemblea scadrà in occasione dell’Assemblea di approvazione del bilancio dell’esercizio 2014. La Fondazione Cassa di risparmio della Provincia di Macerata, in persona del proprio Presidente dr. Franco Gazzani presenta la candidatura del dr. Roberto Angeletti, del quale viene consegnato il curriculum vitae nonché l’elenco degli incarichi ricoperti, dei quali l’avv. Gottin dà lettura. La documentazione viene allegata agli atti quale Allegato “P” al presente verbale. Pertanto, il Presidente dichiara aperta la discussione sul 5° punto all’ordine del giorno. Poiché nessuno chiede di intervenire, il Presidente propone di procedere per alzata di mano alla votazione per l’elezione del sindaco supplente dr. Roberto Angeletti. Poiché tutti i presenti concordano su tale modalità di votazione, il Presidente constata che al momento il capitale sociale presente e rappresentato in assemblea è pari al 67,09%, per n. 855.096.173 azioni sul totale di n. 1.274.532.113 azioni, così come risulta dalla scheda delle presenze allegata (Allegato “Q” al presente verbale). 94 Il Presidente raccomanda a coloro che intenderanno astenersi o esprimere voto contrario ad avvicinarsi al banco della segreteria per consentire agli addetti di registrare il nominativo e il voto espresso. Si procede alla votazione per alzata di mano (distintamente per favorevoli, contrari e astenuti) terminata la quale il Presidente proclama il seguente risultato: l'assemblea con l’astensione degli azionisti titolari di n. 371.105 azioni (pari allo 0,0434% del capitale presente e rappresentato in assemblea) e con il voto favorevole degli azionisti titolari di n. 854.725.068 azioni (pari al 99,9566% del capitale presente e rappresentato in assemblea), nessun contrario e nessun voto nullo, come risulta dal foglio delle votazioni, redatto in conformità all'art. 2375 del codice civile che si allega al presente verbale sotto la lettera "R", per farne parte integrante e sostanziale. DELIBERA a maggioranza di nominare quale sindaco supplente il sig. dr. Roberto Angeletti. Non essendoci più argomenti all’ordine del giorno, il Presidente ringrazia gli intervenuti e dichiara chiusa l’adunanza essendo le ore 17:40. IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO F.to Dott. Federico Tardioli F.to Dott. Marcello Pane Notaio (Vicepresidente del C.d.A. – f.f.) È COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE F.to Avv. Stefano Gottin 95