ASSEMBLEA GENERALE API Le nuove cariche sociali

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ASSEMBLEA GENERALE API Le nuove cariche sociali
ASSEMBLEA GENERALE API
Le nuove cariche sociali
Si è tenuta sabato 24 luglio u.s. presso la sala congressi dell’Hotel Holiday Inn di Verona, l’annuale assemblea
dell’API che visto, una qualificata presenza di allevatori ittici provenienti da tutta Italia. L’appuntamento
istituzionale ha consentito di fare un ampio ed esauriente quadro dell’attività svolta dall’API nel corso dell’ultimo
anno che, ancor una volta visto l’Associazione attenta e presente a tutelare in tutti gli ambiti istituzionali:
regionali, nazionali e comunitari il comparto dell’acquacoltura nazionale. Quest’anno, il rinnovo delle cariche
sociali, è caduto poco dopo il rinnovo delle Camere e del Governo e, in questo senso l’auspicio rivolto
dall’Assemblea API alle nuove Istituzioni è stato quello di guardare con sempre maggior attenzione al nostro
settore, che – ha rilevato il Presidente API Pier Antonio Salvador – “concorre anche in Italia a fornire al
consumatore un prodotto di qualità, fresco e soprattutto dalle elevate caratteristiche di sicurezza alimentare”.
LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE
Introducendo la sua relazione Pier Antonio Salvador ha ricordato come l’idea “dei fondatori” della piscicoltura
italiana di dar vita ad una associazione – l’API, che li rappresentasse e che tutelasse la categoria “fu ottima e lo
spirito di allora deve continuare ad essere quello di oggi e di domani, poiché l’API è stata, è e deve continuare
ad essere la grande famiglia di tutti gli acquacoltori italiani, dove ognuno deve portare la propria esperienza,
offrire la propria disponibilità affinché, con l’API, tutto il comparto cresca in professionalità nel rispetto del proprio
ed altrui lavoro”.
Durante gli anni della sua esistenza, in un continuo processo di evoluzione associazione non ha mai perso la
sua capacità di restare fedele all’idea iniziale dei “fondatori” ed alle esigenze degli operatori dell’acquacoltura
italiana di oggi: “sempre, anche nei momenti più duri per tutto il comparto, l’associazione è riuscita ad essere
presente e vicina ai propri associati. Un sindacato che ha saputo evolversi con il cambiamento del contesto in
cui operava, con l’obiettivo di rispettare nella propria attività il valore del pesce allevato, la salvaguardia
dell’ambiente in cui operiamo, la qualità del prodotto trasformato, le esigenze del consumatore”. L’API – ha poi
ribadito Salvador – è una realtà dove la condivisione delle conoscenze, delle competenze di tutti gli associati
permette di svolgere un lavoro di squadra, un lavoro talvolta difficile, poiché le decisioni e le scelte che devono
essere prese, spesso devono essere effettuate con tale rapidità che manca fisicamente il tempo per una serena
riflessione ed un’analisi approfondita. “Fa piacere costatare la numerosa presenza a quest’Assemblea, che con
il concomitante rinnovo delle cariche sociali riesce ad galvanizzare tutti noi associati. Ricordiamoci che l’attività
dell’API non si esaurisce nella settimana prima e dopo il rinnovo delle cariche ma prosegue nell’arco di tutto
l’anno. Ecco perché l’API non deve essere luogo per esibire le proprie capacità una tantum, ma una
organizzazione dove ogni associato è chiamato ad offrire il proprio contributo e le proprie capacità con pari
opportunità, indipendentemente dalle dimensioni aziendali. Lo spirito associativo deve pertanto essere il filo
conduttore che ci lega tra di noi e ci unisce nel contempo alla nostra organizzazione di categoria”. Nel
panorama agroalimentare nazionale l’acquacoltura rappresenta una nicchia certamente qualificata, nella quale
tutti devono operare e crescere per offrire al consumatore italiano un prodotto sempre più buono, sempre più
sano, sempre più sicuro. “In questo contesto quando abbiamo un problema, quando questo ha un denominatore
comune, è compito dell’API affrontare questo problema fornendo il suo supporto tecnico-sindacale a tutti i livelli.
La nostra attività è in una continua evoluzione, quindi anche per la nostra struttura non è facile stare al passo
con i continui mutamenti ed aggiornamenti giuridico amministrativi del contesto legislativo comunitario,
nazionale e regionale, sempre più complesso e burocratizzato”. Tutto ciò ha portato nel tempo API ad essere
sempre più aperta al confronto con tutte le realtà che si interessano a vario titolo, a livello istituzionale e non, di
acquacoltura e a mantenere buoni rapporti con quanti operano nel nostro comparto. Importante quindi il
rapporto con le dite mangimistiche, socie dell’API – ha ricordata il Presidente – che collaborano con noi da
numerosi anni, con le quali “dovremo interagire sempre più proficuamente anche perché il consumatore, con cui
ci confrontiamo quotidianamente nei mercati, ha sempre maggiore consapevolezza dell’importanza
dell’alimentazione dei pesce di cui si nutre. È quindi giusto ringraziare in questa assemblea formalmente le
aziende associate: Aller Aqua, A.S.A. srl, Bio Mar, Dibaq, Hendrix, Az. Agr. Mandelli, Veronesi Verona, che
contribuiscono in maniera continuativa e da lungo tempo alla nostra attività”. Per quanto riguarda il rinnovo delle
cariche sociali, Salvador ha voluto esprimere alcune considerazioni personali riguardo le caratteristiche del
Consiglio Direttivo per il triennio 2006-2009, che deve essere coeso, “poiché solo un Consiglio unito è in grado
di affrontare la complessa attività di Associazione”. Altro elemento fondamentale è la disponibilità che deve
caratterizzare l’impegno nell’ambito associativo cui deve corrispondere anche l’apertura del Consiglio a
coinvolgere altri allevatori per capacità ed esperienza. Il nostro lavoro – ha proseguito Salvador – deve essere
sempre più aperto ai contributi che ci possono venire da altre realtà: dal mondo della ricerca universitaria, dalle
istituzioni in genere, dalla Grande Distribuzione Organizzata, dalle associazioni di categoria e dei consumatori
ecc. La capacità di dialogo e l’apertura al confronto è da sempre la caratteristica che distingue lo stile di lavoro
del Consiglio Direttivo API, che deve avvenire nel pieno rispetto …
…segue a pagina 3
RAPPORTO SUI CONSUMI
API/ACNielsen – maggio 2006
I consumi alimentari
Il mese di maggio conferma i piccoli segnali di ripresa dei consumi
alimentari con un +2,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Mare
Stabili i consumi di prodotto marino fresco un pò in tutte le aree
geografiche.
Il pesce di allevamento orata e branzino riducono leggermente i consumi
di maggio di circa l’1,5%.
Tale situazione si realizza sia nei supermercati che nellle pescherie.
Fiume
Si conferma anche a maggio un miglioramento delle vendite di prodotto
da fiume (+3%) con la trota in evidenza cui corrisponde un sensibile calo
delle vendite di salmone già confermato nei periodi precedenti.
La crescita è concentrata nell’area 2 (Veneto, Trentino, Friuli ed Emilia
Romagna) e 3 (Toscana, Marche Umbria e Lazio) e soprattutto nelle
pescherie come evidenziato anche nel mese precedente.
Prezzi
Anche a maggio si riconferma il riaccendersi dell’incremento dei prezzi
evidenziato nei primi mesi del 2006.
In particolare il prodotto marino relativo cresce mediamente i propri
prezzi di maggio 2006 rispetto allo stesso mese 2005 del 6%.
La trota invece riduce il suo prezzo medio di vendita del 3% e beneficia
nei volumi di questa migliore offerta rispetto al salmone il cui prezzo al
pubblico è salito del 19%.
segue da pagina 1
del nostro operare. Avviandosi verso la conclusione, il Presidente ha ricordato come “la situazione nazionale ed
europea che si sta delineando, dopo anni difficili, ora appare più rassicurante; sta a noi cogliere il momento positivo
per migliorare ancor più la nostra attività, per creare nuove e diverse opportunità. Il nostro consolidato spirito
associativo e l’API sono l’occasione migliore per nuove alleanze ed accordi indispensabili per affrontare le richieste
pressanti del mercato e di tutti i cambiamenti della filiera agroalimentare”. Pier Antonio Salvador, prima di concludere
la sua relazione, ha voluto ringraziare il Consiglio Direttivo per il lavoro svolto durante il suo mandato, ricordando che:
“il duro compito di tutti i Consiglieri è quello di tutelare e salvaguardare gli interessi della piscicoltura italiana”. Ha poi
voluto ringraziare, per il suo costante e proficuo impegno, il direttore dell’Associazione, “motore dell’API impegnato
costantemente per l’associazione”. Infine ha rivolto un sincero e sentito ringraziamento al personale Api e a tutti i suoi
collaboratori.
I BILANCI
I lavori dell’Assemblea sono quindi proseguiti con l’esame e l’esposizione del bilancio consuntivo al 31/12/2005,
unanimemente approvato da tutti presenti, cui è seguita l’esposizione del bilancio preventivo 2006, anch’esso
unanimemente approvato. Il Presidente del Collegio Sindacale, Dott. Edoardo Rossi, nel suo intervento ha dato
lettura della “Relazione dei revisori dei conti sul bilancio consuntivo per l’esercizio 2005” evidenziando il parere
favorevole all’approvazione del bilancio medesimo che risulta adeguatamente rappresentativo dei risultati della
gestione, sia di competenza che dei residui. Confermata inoltre la corrispondenza dei numeri esposti in bilancio con le
pezze giustificative contabili. La relazione del Collegio ha rilevato anche la particolare attenzione agli investimenti
realizzati per l’ammodernamento del sistema informatico oltre all’aumento delle risorse impiegate per supportare una
crescente attività promozionale.
GLI INTERVENTI
Durante i lavori assembleari sono intervenuti la dott.sa Michela Cariglia che ha posto l’accento circa l’importanza di
maggiore rappresentatività negli organi associativi API della presenza femminile, che nell’acquacoltura italiana è una
realtà ormai consolidata. Il vicepresidente Licinio Corbari ha rilevato come “le problematiche che coinvolgono le
imprese di acquacoltura sono sostanzialmente le stesse anche se i pesci allevati appartengono a specie diverse. In
questo senso ha operato nel consiglio Direttivo nel triennio 2003-2006”. Il Presidente onorario Gabriele Mandelli s’è
complimentato per l’attività svolta in particolare con il presidente, il direttore e la struttura tutta, che ha ben lavorato
interpretando le istanze della categoria. È intervenuto infine Argo Fornaciari, figura storica, per sottolineare
l’importanza che l’azienda di acquacoltura può avere per la sostenibilità ambientale in cui opera.
CARICHE SOCIALI 2006/2009
Il rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2006/2009 ha visto presenti nel nuovo Consiglio Direttivo allevatori
provvenienti da tutta Italia, dal nord a sud. Di seguito riportiamo i nominativi dei neoeletti: Paola Salvador Treviso,
Riccardo Giovannetti Lucca, Pier Domenico Stefanuto Udine, Pier Antonio Salvador Pordenone, Alfonso Fuselli
Treviso, Salvatore Puglisi Cosentino Siracusa, Lucio Fariano Cuneo, Licinio Corbari Brindisi, Niccola Rossi Macerata,
Stefano Daniele Bari, Marco Gilmozzi Grossetto, Luca Tinelli La Spezia, Roberto Grossi Trento, Mirella Fossaluzza
Udine ed Alberto Vacchi Venezia. Sindaci effettivi sono risultati eletti i Signori: Edoardo Rossi e Maria Luisa Biella
quest’ultima scelta in una terna di nomi segnalati, ai sensi dell’art. 21 del vigente statuto, dall’Associazione Italiana
Allevatori. Il terzo membro effettivo del Collegio Sindacale, sempre ai sensi dell’art. 21, sarà designato dal Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali. Sindaci supplenti sono stati eletti i Signori: Giorgio Foglio e Francesca Michelon.
Per quanto riguarda il Collegio dei Probiviri, sono risultati eletti i Signori: Mario Tranquilli, Argo Fornaciari e Arnalda
Venier.
A.T.
CONSIGLIO DIRETTIVO 6 LUGLIO 2006: I VERTICI API
In corso della prima riunione il neoeletto Consiglio Direttivo API ha riconfermato Pier Antonio
Salvador presidente dell’Associazione Piscicoltori Italiani per il triennio 06/2006-06/2009.
Il Consiglio Direttivo – una vera “cabina di regia” per il comparto – ha designato altresì i due
vicepresidenti: Niccola Rossi, titolare di impianti di allevamento nelle Marche e in Umbria
ed il toscano Marco Gilmozzi, allevatore di Orbetello (Grossetto).
AQUA 2006
DOVE VA LA TROTICOLTURA?
Sintesi intervento Umberto Luzzana – Naturalleva A.S.A. S.p.A.
INTRODUZIONE
La produzione di trota allevata in Italia (dati API) si è assestata negli ultimi anni intorno alle 39000 tonnellate annue, con una lieve
tendenza all’aumento evidente in particolare a partire dal 2003. Per quanto tali volumi rappresentino un ridimensionamento rispetto
al picco di produzione di 44500 tonnellate relativo al 2000, la trota è tuttora il primo prodotto dell’acquacoltura italiana, di cui
rappresenta il 59% in termini di volumi e il 41% in termini di valore. I siti di allevamento sono per lo più (75%) concentrati al nord, e
sono di dimensioni mediopiccole (quasi il 90% produce meno di 200 tonnellate annue). Stante questa fotografia del settore, le sfide
a cui la troticoltura italiana si trova a dover rispondere per essere sul mercato globale in maniera competitiva sono riassumibili in
tre categorie: efficienza tecnica, efficienza gestionale e capacità di adattarsi alle richieste del consumatore. Questa relazione cerca
appunto di offrire qualche spunto su quali strategie possono essere sviluppate per rispondere in maniera adeguata a queste sfide.
EFFICIENZA TECNICA
Gli aspetti relativi al benessere animale e agli impatti ambientali delle attività di allevamento sono sempre più presenti
all’attenzione del mercato e del legislatore: una prima sfida è quindi l’ottimizzazione della capacità produttiva in relazione a questi
vincoli, tenendo ben presenti i costi associati. La gestione dell’alimentazione, più ancora degli aspetti formulistici, appare poi una
seconda area critica: considerando che da sola l’alimentazione contribuisce anche per un 40-55% al costo totale di produzione è
chiaro che l’ottimizzazione dell’utilizzo di alimento (riuscire ad assicurare i tassi di accrescimento desiderati evitando al contempo
peggioramenti delle conversioni oltre i limiti di efficienza stabiliti) è di fondamentale importanza per l’efficienza economica
dell’attività di allevamento. Infine gli aspetti igienico-sanitari rimangono certamente un’ulteriore area critica.
EFFICIENZA GESTIONALE
Occorre ottimizzare la capacità produttiva degli allevamenti in funzione dei previsti flussi della domanda. In altri termini, è
necessario saper prevedere in maniera sempre più attendibile l’andamento della domanda, e programmare la produzione in
maniera conseguente, per essere pronti a far fronte alle richieste del mercato in termini di quantità e tipologia di prodotto al
momento più opportuno.
ADATTAMENTO AL MERCATO
Il comparto dei prodotti ittici mostra una positiva tendenza all’aumento dei consumi, evidente ad esempio analizzando la variazione
2004-2005 che risulta pari a +3%, contro ad esempio un -2% della carne fresca (dati API/AC Nielsen). All’interno del comparto
pesce allevato, la trota è il prodotto che presenta il più elevato tasso di incremento dei consumi, pari a +10% (sempre in termini di
variazione 2004-2005 secondo API/AC Nielsen). La tendenza è verso una sempre maggiore importanza dei prodotti trasformati:
mentre nel 2001 circa i 2/3 della produzione italiana di trota da acquacoltura erano venduti come pesce intero (l’opposto rispetto ad
altri Paesi europei quali Francia e Regno Unito – dati GIRA), la variazione 2004-2005 per i prodotti trasformati a base di trota
risulta pari a +23% (contro un solo +3% per la trota intera – dati API/AC Nielsen). Siamo quindi in presenza di un mercato che
cambia e si evolve, e solo l’adattamento a questi cambiamenti può consentire una maggiore penetrazione da parte del nostro
prodotto. Il consumatore infatti oggi sceglie consapevolmente il prodotto che ritiene il più rispondente ai suoi bisogni, e la scelta
avviene sulla base del cosiddetto Marketing Mix, che include tipologia di prodotto, confezione, comunicazione, prezzo, elementi
tutti che concorrono a “identificare” il prodotto e alla percezione che di esso ha il consumatore. Altro elemento importante da
considerare è che la competizione non è solo tra la trota e altro pesce, ma anche tra la trota ed altri prodotti (carne, snack, salumi,
formaggi…) che si propongono come rispondenti ai medesimi bisogni del consumatore. L’identificazione di tali bisogni è quindi
cruciale per consentire lo sviluppo di strategie di adattamento del prodotto al mercato, e risulta possibile analizzando i segmenti
della domanda che appaiono in crescita. La società francesce GIRA, nell’ambito del progetto europeo Perspectives for Plant
Protein Use in Aquaculture (Q5RS-2000-30068), ha effettuato uno studio campionario sui segmenti della domanda per quanto
riguarda il consumo di trota in Italia, analizzando le situazioni (quando si mangia trota) e le funzioni (perché la si mangia) per
ciascun segmento. Ne emergono alcuni segmenti in crescita, che vengono definiti “pasto neutrale veloce” (un pasto moderno,
quindi rapido, in cui è importante la rapidità della preparazione, la disponibilità di un prodotto economico, facilmente reperibile, che
non generi scarti, e in cui gli aspetti salutistici non sono cruciali ma rappresentano un prerequisito), “pasto piacevole veloce” (un
pasto moderno ma “valorizzato”, cioè in cui il consumatore viene fidelizzato nei confronti di un prodotto che collega ad
un’occasione piacevole, e per il quale gli aspetti di comunicazione e di marchio sono quindi fondamentali) e infine la “neutralità
familiare” (un pasto rapido per tutta la famiglia, quindi nel quale è importante la presenza di prodotti specifici per i bambini). In
questi segmenti la trota viene consumata principalmente come prodotto trasformato (quanto meno filettato), compete con altri
prodotti quali il pollo, i salumi, i sandwich, e il supermercato è il punto vendita di riferimento. Questa semplice analisi evidenzia già
alcune possibili linee strategiche per la troticoltura italiana: rendere il mercato più dinamico sviluppando prodotti più moderni (filetti
e tranci, pronti da cuocere, altri elementi di consumo quali snack, funzionali, benessere), sviluppare prodotti specifici per segmenti
di consumo (bambini, giovani, anziani), e garantire qualità e sicurezza alimentare costanti.
CONCLUSIONI
Sulla base di quanto sopra esposto, è possibile ipotizzare alcune possibili linee di sviluppo strategico per la troticoltura italiana che
possono essere così sintetizzate:
- efficienza tecnico-economica per ottimizzare i costi di produzione;
- efficienza gestionale per sincronizzare la produzione con le richieste del mercato;
- sviluppo della trasformazione (prodotti in linea con le esigenze del mercato);
- sviluppo di prodotti specifici per segmenti di consumo (bambini, giovani, anziani);
- garanzia di qualità costante e sicurezza alimentare.OTES
il
“PREZZI MEDI AL CONSUMO NELLA G.D. – G.D.O. RAPPORTO
CONSUNTIVO DAL 15 MAGGIO AL 28 MAGGIO 2006”
Allo Scopo di fornire una più esauriente panoramica delle dinamiche del mercato dei prodotti del
nostro comparto proseguiamo la pubblicazione dei dati, ricavati dal “Sistema di monitoraggio del
mercato dei prodotti ittici di acquacoltura in Italia”, sui prezzi medi al consumo rilevati nei punti
vendita della G.D. e G.D.O., dal 15 MAGGIO al 28 MAGGIO.
European Network for the Dissemination of Aquaculture RTD Information (Q5CA2000-30105) and previously FAIR-3837.
EU ref. : none (UK) Aquaflow ref. : TL2003-174
Keywords : Molluschi Acquacoltura ed Ambiente Tecnologia (Attrezzature)
Modelli di dispersione dei reflui dell’acquacoltura marina in gabbie mediante impiego di GIS
I reflui solidi (solidi sospesi), tra tutti i reflui rilasciati dalle gabbie marine, sono quelli di maggiore impatto
sull’ambiente immediatamente circostante. I regolamenti per la protezione dell’ambiente prevedono
l’impiego di modelli di dispersione dei reflui solidi come strumenti per la scelta del posizionamento di
allevamenti e per la previsione dell’arricchimento potenziale degli ecosistemi bentonici.
Sebbene utili per la regolamentazione e la pianificazione ambientale, i modelli hanno un utilizzo limitato
quando in relazione alla dispersione dei reflui vengono prese in considerazione altre sorgenti di rilascio
nell’ambiente: utilizzi alternativi delle acque, altre immissioni antropogenetiche o naturali, l’utilizzo del
territorio costiero ed i suoi effetti sull’ambiente marino, i sistemi urbani e fluviali, gli impatti visivi sull’area
circostante (es. aree di conservazione e sovrapposizione con le aree in gestione). Tutti questi fattori
devono necessariamente essere presi in considerazione quando vengono pianificati interventi gestionali
sul territorio o si studia la capacitа “portante” del sistema. Inoltre, l’aggiornamento della Direttiva sulle
Acque dell’UE avrа bisogno di un approccio integrato dei dati ambientali. Il Sistema di Informazioni
Geografiche (GIS) и un software che puт essere utilizzato per la raccolta, la manipolazione e la gestione
dei dati al fine di programmare la gestione. I vantaggi dell’utilizzo dei modelli basati sulle applicazioni del
GIS rispetto a quelli tuttora in uso consiste nel poter utilizzare i dati come strumenti utili alla pianificazione
ambientale per molteplici siti, per uno o molti piscicoltori, e per ampie aree geografiche.
Uno di questi modelli и stato realizzato dall’Istituto di Acquacoltura dell’Universitа di Stirling, con lo
specifico obiettivo di ampliare i modelli di deposizione, integrando le strategie di gestione della zona
costiera con le interazioni terra/acqua. Al momento, il modello и in grado di calcolare la posizione ottimale
delle gabbie galleggianti su di una mappa digitale della linea di costa e successivamente di definire il
modello della dispersione dei reflui da tali siti attraverso l’analisi di variabili batimetriche, della velocitа di
sedimentazione e variazioni di una casuale sorgente puntiforme. I parametri batimetrici permettono la
definizione locale delle line di costa e delle profonditа che devono essere prese in considerazione per la
definizione del modello. I risultati del modello vengono espressi su una mappa a gradienti che effettua una
previsione sulla deposizione dei reflui sul fondale marino per un dato intervallo di tempo. Un “plug-in”
denominato GUI ( Interfaccia Grafica per l’Utente) и stato creato utilizzando “Borland Delphi”, uno
strumento che permette l’immissione dei dati in modo diretto, tramite un semplice box di dialogo. Mediante
il software API (Applications Programming Interface), fornito con IDRISI GIS, и stato possibile creare una
simile interazione tra i calcoli del modello e il GIS.
Il modello и stato sviluppato sulla base di siti scozzesi e irlandesi. И stato parzialmente validato con dati di
campo anche se altre validazioni e analisi di sensibilitа sono in atto, utilizzando siti multipli e aggiungendo
condizioni ambientali.
In conclusione, sono richiesti maggiori approfondimenti per la modellizzazione della dispersione dei reflui e
per l’integrazione dea gestione costiera.