Valutazione di Impronta Etica su proposte si legge sulla

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Valutazione di Impronta Etica su proposte si legge sulla
Il contributo di Impronta Etica per un programma sulla Responsabilità
Sociale d’Impresa
Impronta Etica e la Responsabilità Sociale delle Imprese
Impronta Etica è un’associazione di imprese finalizzata alla promozione di una
cultura di responsabilità sociale di qualità. Nata nel 2001 conta ad oggi 20 soci
espressione di diversi settori produttivi: grande distribuzione, beni di largo
consumo, servizi, edilizio/immobiliare... Nella maggior parte dei casi si tratta di
imprese di matrice cooperativa o pubblica, per le quali la responsabilità sociale
non dovrebbe essere una scelta ma un elemento strutturale dell’identità.
Nel corso del 2003 Impronta Etica ha presentato un Manifesto che riassume gli
elementi chiave della propria interpretazione della RSI: la responsabilità sociale
come modo caratteristico di fare impresa, la trasparenza e l’inclusione degli
stakeholder come elementi costitutivi di un percorso di RSI insieme all’impiego
di metodologie testate e riconoscibili, l’integrazione pubblico e privato per lo
sviluppo sostenibile.
La proposta di legge Realacci sulla Responsabilità Sociale delle Imprese
In materia è stata al momento presentata in data 8 marzo 2004 una proposta
di Legge da parte dell’Onorevole Realacci dal titolo “Disposizioni per la
promozione e lo sviluppo della responsabilità sociale delle imprese”.
Le imprese socie di Impronta Etica ritengono il tema importante sia per
l’impatto significativo che ha sul modello di sviluppo sostenibile che sulla
qualificazione e competitività del nostro sistema imprese.
Per questo condividono il quadro di riferimento esplicitato dalla suddetta
proposta di Legge1 ma ritengono proprio che la definizione della responsabilità
sociale delle imprese, intesa come “l’integrazione su base volontaria…(libro
verde, premessa alla proposta) e “ l’andare oltre gli obblighi previsti per Legge”
renda complessa una definizione normativa al riguardo.
Ritengono però opportuno considerare la CSR come tema di primo piano, al
fine di mantenere il proprio impegno in linea con le politiche della
commisssione Europea, che presenterà il piano d’azione sulla CSR frutto del
multistakeholder forum il prossimo marzo, e non disperdere la sensibilità
sviluppatasi presso gli imprenditori negli ultimi anni.
Per questo condividono in particolare alcuni aspetti della proposta, come ad
esempio l’enfasi posta dalla proposta di Legge sulla comunicazione di massa,
attraverso televisione, radio e giornali, ma anche e soprattutto sullo sviluppo di
una ricerca di qualità che supporti il percorso delle imprese su un tema ancora
molto recente.
1
Confronto tra Friedman e Freeman, Dichiarazione Universale sui Diritti Umani, Convenzioni
ILO, Linee Guida OECD, Global Compact, Comunicazione del Consiglio Europeo di Lisbona del
2000,
Libro verde UE del 2001, Comunicazione su imprese e sviluppo sostenibile del 2002
Contestualmente sollevano l’esigenza di un maggiore raccordo tra le politiche
pubbliche a livello nazionale e locale su questo tema. Se infatti fino ad oggi
l’impegno delle amministrazioni locali è stato un prezioso elemento di stimolo e
sensibilizzazione sempre più in futuro sarà importante definire un modello di
riferimento e di intervento condiviso onde evitare la dannosa proliferazione di
modelli e richieste tra loro discordanti che penalizzano le imprese impegnate
sul fronte della responsabilità ( in particolare quelle che operano a livello
multiregionale) e confondono il cittadino consumatore.
Della proposta di Legge le imprese di Impronta Etica ritengono invece
distorsiva, rispetto agli obiettivi espressi nella proposta che condividono2,
l’introduzione di ulteriori sovrastrutture istituzionali ( l’Authority per la RSI e
l’Osservatorio per il Dumping sociale) che rischierebbero di allontanare le
imprese dalla tematica, riducendo l’aspetto dell’innovazione e della
competitività, e di disperdersi nella definizione di ulteriori strumenti che, in un
mercato globale, non possono che essere unici e validi internazionalmente.
Senza considerare che anche sulle autorità operanti si parla di semplificazioni.
Infine in materia di incentivi le stesse evidenziano la scarsa efficacia di tali
misure per l’adozione di strumenti e politiche di responsabilità sociale che, per
essere efficaci, devono essere fortemente voluti e seriamente compresi da chi
governa l’impresa.
Inoltre è preoccupante pensare che soggetti esterni alle imprese ne possano
valutare la bontà dei progetti sulla base di materiale cartaceo loro consegnato
proprio perché la RSI, essendo strettamente correlata al core business
dell’impresa, può dimostrare la propria efficacia solo sul campo.
Elementi importanti per la diffusione di un modello d’impresa ispirato alla RSI
che concorra allo sviluppo sostenibile
Grazie proprio alla feconda riflessione che la presentazione della proposta di
Legge Realacci ha generato le imprese di Impronta Etica hanno individuato
alcuni elementi che a loro parere, proprio per la lunga esperienza che molte di
loro hanno sul campo, potrebbero supportare le imprese in questo percorso.
Si riportano di seguito i principali, evidenziando a premessa che tutti gli
interventi prevedono un impegno contestuale e coordinato di Amministrazione
Pubblica Locale e Governo, e che, come avviene nei paesi sul tema più
avanzati e come nelle aziende più impegnate, il tema non deve essere di
pertinenza di un solo Ministero/ Assessorato ma essere presente
trasversalmente in tutti i programmi. Tale modello organizzativo, che porta la
RSI ad essere un elemento delle politiche pubbliche, prevede quindi un
soggetto coordinatore ma non un ente, istituzione, gerarchicamente
responsabile.
2
Considerare la RSI elemento chiave per lo sviluppo sostenibile, favorire ed incentivare la RSI,
considerare il comportamento dell’impresa lungo tutta la filiera di produzione, promuovere i
principi della RSI nel sistema di istruzione e formazione
In tal senso lo sviluppo di strategie e di politiche di CSR devono rispecchiare il
principio secondo il quale è dal coinvolgimento degli stakeholder (i veri
protagonisti del dialogo, non le authority), che scaturice la valutazione della
responsabilità sociale di impresa. E’ pertanto la capacità di questi di “avere
voce” che va incentivata, siano essi consumatori, azionisti, cittadini,
rappresentanze, comunità
Informazione e Comunicazione :
− Introduzione delle comunicazioni sulla RSI nelle comunicazioni di
pubblico interesse
− Incentivi e supporto alla comunicazione delle attività di responsabilità
sociale realizzate dalle imprese
− Organizzazione di momenti di formazione per gli stakeholder (sindacati,
associazione di consumatori, associazioni di categoria)
− Organizzazione di momenti di informazione/ formazione per le imprese
Diffusione e Ricerca:
− Introduzione della responsabilità sociale delle imprese come disciplina
nei principali corsi universitari
− Finanziamenti per la ricerca sul tema competitività e impresa (business
case)
Incentivi per la promozione e l’implementazione della CSR:
− Incentivi per le imprese per la realizzazione di attività (inclusione
disabili, misure di integrazione vita-lavoro…) e l’adozione di tecnologie
(impianti per la riduzione del consumo energetico) e strumenti la cui
efficacia per il raggiungimento di un modello di sviluppo sostenibile sia
certa e verificabile (certificazioni, registrazioni EMAS e ecolabel).
− Incentivi a sostegno delle reti, dello scambio di buone pratiche, della
elaborazione di linee guida settoriali e tematiche anche a livello locale