Le ambiguità di Hezbollah - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

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Le ambiguità di Hezbollah - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
LE AMBIGUITA’ DI HEZBOLLAH: ARMI E POLITICA, BEIRUT E TEHERAN
I.
Nascita, radici e origine di Hezbollah
L’occupazione israeliana in Libano nel 1982 spinge le fazioni islamiche sciite del Paese ad organizzarsi attorno a degli
obbiettivi principali in comune. Il documento finale, noto come il Manifesto dei Nove,1 è stilato nel corso di una
riunione alla quale partecipano tre membri dei gruppi principali della regione della Bekaa, tre membri del gruppo Amal
guidato da Hussein al Mussawi, (che sono una scissione delle milizie Amal fondate da Moussa Sadr e condotte da
Nabih Berri), e tre membri di vari comitati islamici. I gruppi che aderiscono confluiscono nella nuova organizzazione
che prende il nome di “Hezbollah”, Partito di Dio. I tre pilastri di Hezbollah secondo Naim Qassem, vice-segretario
generale del gruppo, sono chiari e definiti:

Il credo nell’Islam2 e nei suoi insegnamenti come la base religiosa, ideologica.

La Jihad contro l’occupazione dell’esercito israeliano e contro il “Satana”.

Il giurista- teologo, Valih al Faqih,3 come una necessità per tutta la nazione islamica.
Khomeini è il modello essenziale nell’elaborazione di questa dottrina ed è visto come il Teologo-Giurista più
importante nell’attuazione degli insegnamenti di Allah. 4 La prima espressione ufficiale di questa elaborazione è il
programma politico, il primo documento pubblico, la Lettera Aperta che Hezbollah pubblica sul giornale Al-Safir il 16
febbraio del 1985.5
Ma, per ricostruire il percorso della nascita del Partito vanno analizzati alcuni eventi che si intrecciano nei tre Paesi
dove la comunità sciita ha storicamente una forte presenza, cioè Iraq, Iran e Libano:
-
L’arrivo dell’Imam Moussa Sadr in Libano e il suo ruolo politico.
-
La Creazione del Partito al-Da’wa6 in Iraq.
-
La Rivoluzione Islamica ed il ruolo del Velayat-e Faqih,7 elaborato da Khomeini.
Senza trascurare il fattore che servirà da detonatore: l’occupazione israeliana del Libano nel giugno del 1982.
Il Libano è uno Stato multiconfessionale dove l’ultimo censimento ufficiale del 1932 sancisce la divisione fra cristiani
al 54% e musulmani al 45%, con maggioranza sunnita. Nel 1943 il Patto Nazionale stabilisce che il Presidente della
Repubblica dovrà essere un cristiano maronita, il Presidente del Consiglio sunnita e quello del Parlamento dovrà essere
sciita. Sempre in base alle confessioni, sono divisi i seggi Parlamentari, gli alti gradi delle funzioni pubbliche e
dell’Esercito.8 La comunità sciita è una realtà rurale organizzata su modello tribale concentrata fondamentalmente nel
sud del Paese e nella valle della Bekaa, priva di qualsiasi sostegno da parte dello Stato. Con l’urbanizzazione, parte
1
Naim Qassem, Hizbullah, The Story from Within, London, SAQI, 2005, p.20.
Ivi, p.21.
3
Ivi, p.50.
4
Ivi, p.55.
5
An Open Letter: The Hizballah Program, pubblicato in “The Jerusalem Quarterly”, nr. 48, Fall 1988. (La traduzione in inglese è stata pubblicata sulla
rivista Jerusalem Quarterly. La lettera Aperta si pubblica per la prima volta dal titolo originale in arabo Nass al-Risalo al-Maftuha allati wajahaha
Hizballah ila-l-Mustad’afin fi Lubnan wa-l-Alam, al giornale Al Safir, il 16 febbraio 1985 a Beirut. Dopo poco non compare più in nessun documento).
La traduzione dall’inglese è nostra.
6
Dawah: invito, chiamata.
7
Velayat al-Faqih : autorità tutoria del giureconsulto.
8
E.Verdeil et al, Atlas Du Liban, Beirut, Institut Français du Proche-Orient e Conseil National de la Recherché Scientifique, 2007, p.81. (La traduzione
dal francese è nostra).
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Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
della comunità si sposta verso i sobborghi periferici della capitale e parte emigra all’estero. Le forze dell’OLP, espulse
dalla Giordania dopo il Settembre Nero, nel 1970 si insediano in Libano. La popolazione sciita è quella che più di tutte
subisce le conseguenze dei raid israeliani contro le basi dell’OLP operanti nel sud del paese.
Nel 1959 era tornato a Beirut l’Imam Moussa Sadr, una figura carismatica e decisiva per il risveglio della coscienza
sciita. Proviene da una famiglia di teologi di origine libanese. In Libano diventa il leader della comunità sciita,
acquisendo il ruolo di padre spirituale. Fino a quel momento, la comunità sciita era guidata dai capi tribù, gli z’uama,
ma non aveva alcuna voce in capitolo nell’amministrazione dello Stato. Una volta in Libano, Moussa Sadr ottiene il
sostegno del presidente siriano Hafez al Assad, che appartiene alla setta alawita (una piccola minoranza in Siria: appena
il 7% della popolazione a maggioranza sunnita). La Costituzione Siriana stabilisce che il Presidente deve essere
musulmano. Gli alawiti non sono mai stati riconosciuti ufficialmente come confessione presso gli sciiti. E’ proprio
Mussa Sadr a dare questo riconoscimento tramite la fatwa9 con cui certifica l’appartenenza degli alawiti allo sciismo
conferendo, quindi, automaticamente ad Assad la legittimazione necessaria per la sua nomina a Presidente.
Sadr lavora tantissimo per dare coscienza sociale, politica e religiosa agli sciiti in Libano. Nel 1967 l’Imam fonda l’Alto
Consiglio Islamico degli Sciiti libanesi e ne diviene il Presidente. Il governo si trova costretto a riconoscere alcuni diritti
alla comunità degli sciiti, fino a quel punto dimenticata. La prima organizzazione politica che riflette l’anima
rivoluzionaria della dottrina di Sadr è il “Movimento dei Diseredati”, che fonda nel 1973. Poco prima dello scoppio
della guerra civile Mussa Sadr lancia un appello alle armi e tiene a battesimo il 6 luglio 1975 la prima milizia sciita, 10 i
Battaglioni della Resistenza Libanese, che sarà conosciuta in seguito con l’acronimo di Amal, “Speranza”. Per il loro
addestramento gli uomini di Amal si rivolgeranno all’OLP, benché nessun ideale unisse le due organizzazioni. Ma i
combattenti dell’OLP avevano molta più esperienza in azioni di guerriglia.
Una volta formata e addestrata la propria milizia, Mussa Sadr non ha più bisogno dell’alleanza con i palestinesi.
Secondo lui la presenza palestinese è un grosso pericolo per un’invasione israeliana di lunga durata. Sadr non vuole
mettere in discussione gli equilibri religiosi e politici istituzionali del Libano. Il suo scopo è solo quello di creare una
coscienza sciita perché la comunità possa pesare di più nelle trattative politiche interne e conquistare per gli sciiti una
posizione migliore all’interno del Paese. Non è questa l’intenzione di Khomeini che, conoscendo il carisma, la
saggezza, l’importanza e le idee di Moussa Sadr, lavora da tempo per organizzare una Rivoluzione Islamica.
A Najaf in Irak si concentra buona parte dell’autorità religiosa sciita. Ed è lì che nel 1958 viene creato il partito degli
sciiti Hizb al-Da’wa. Alla formazione del partito partecipano tutti gli ulema.11 Il partito al-Da’wa giocherà negli anni
1960-1970 un ruolo fondamentale nella politicizzazione del clero sciita. Due sono le anime fondamentali di questo
partito: una è quella propriamente irakena che mira al rovesciamento del regime e a insediare uno Stato Islamico e
l’altra è quella impegnata ad estendere questa forma di Islam anche al di là dei confini irakeni. Il Partito sciita al-Da’wa
ha al proprio interno molti membri non irakeni, proprio in ragione di questa sua seconda anima, 12 e Khomeini è membro
di questa seconda fazione.
9
Fatwa: opinione giuridica o legale.
Ibidem
11
Ulema: studioso islamico.
12
Laurence Louer, Chiisme et Politique au Moyen- Orient: Iran, Irak, Liban, monarchies du Golfe, Paris, Autremenent, 2008, pp. 31-32. (Come in
questa nota, anche in quelle successive riguardo lo stesso libro le traduzioni in italiano dal francese sono nostre).
10
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Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Tanti membri della cellula irakena del partito al-Da’wa appartenenti alla fazione radicale della quale fa parte Khomeini,
con la quale Sadr è in conflitto, si infiltrano nel Movimento dei Diseredati in Libano e nelle fila di Amal. Molti di questi
diverranno membri e fondatori di Hezbollah, come Subhi al-Tufaili, primo segretario generale del partito ed Abbas
Mussawi.
Mussa Sadr scompare misteriosamente il 31 agosto del 1978, al termine di un viaggio in Libia.
La nascita di Hezbollah va collocata all’interno del vuoto politico provocato dalla misteriosa scomparsa di Sadr. Nabih
Berri, che subentra alla guida di Amal, non è in grado di assicurare una guida autorevole. Nonostante propugni una
riforma radicale, la linea di Amal è quella di restare all’interno del sistema istituzionale libanese. Mentre la corrente di
Hussein Mussawi contesta la secolarizzazione del partito e rimane fermo sull’obbiettivo della Repubblica Islamica per
trasferire in Libano il modello khomeinista. Amal, inoltre, godeva del sostegno della Siria ed era considerato controllato
da Assad.
I membri della scissione di Amal, tre filo khomeinisti, fanno un viaggio in Iran nel 1982. “Si trattava dello sceicco
Ragheb Harb, un mullah autore di molti tumulti, partigiano arduo di far diventare il Libano una provincia della
Repubblica Islamica, di Hussein Mussawi, collaboratore molto vicino a Berri e portavoce ufficiale di Amal, e di Seyyed
Ibrahim Al-Amine, anziano segretario particolare dell’Imam Sadr.”13
Dopo essersi assicurato gli aiuti politici e
finanziari della Teheran khomeinista, necessari a organizzare un’ala del partito di Dio in Libano, Hussein Mussawi
provoca una scissione all’interno di Amal e nascono le prime cellule del partito di Dio, che ufficialmente ancora non ha
una struttura organizzata. Nasce Al-Amal Al-Islami (La Speranza Islamica), con 1200 uomini. Hussein Mussawi parla
apertamente della creazione di uno Stato islamico in Libano.14 Amal al-Islami ha sede a Baalbek, nel territorio sotto
occupazione siriana.
Lo sceicco Harb, di ritorno dal viaggio in Iran, comincia a formare i primi gruppi clandestini del Partito di Dio. I poster
dell’Ayatollah15 Khomeini si diffondono ovunque, le ultime sacche di resistenza dell’OLP scompaiono.16
Ma il nuovo gruppo armato aveva bisogno di un Mullah per il proprio progetto e lo trova nella figura di Seyyed
Muhammad Hussein Fadlallah, il quale nel 1986 diverrà ufficialmente la guida spirituale del Partito di Dio. Fadlallah è
influenzato dai teologi che sostengono la formazione dello Stato Islamico e l’azione clandestina in nome della causa. 17
Dopo l’occupazione israeliana del 1982, la sua moschea nel quartiere povero di Beirut diventa una delle tribune
principali della protesta, dando legittimazione politica e teologica alla resistenza armata contro l’esercito israeliano.
Per capire meglio le radici di Hezbollah, bisogna approfondire il terzo punto del Manifesto: quello che riguarda il
velayat-e faqih, concetto che, come abbiamo visto, divide le due anime dello sciismo libanese. Nascono da qui i legami
di Hezbollah con l’Iran, la sua ideologia, programma e strategia politica e, probabilmente, anche il suo futuro.
La dottrina politica del “velayat-e faqih” di Khomeini prevede il governo e la guida dello Stato da parte degli Ulema più
saggi. Fino ad allora la leadership clericale era limitata alla sfera spirituale ed è per questo che Khomeini, con
l’introduzione di un nuovo concetto politico è un vero rivoluzionario18. Il faqih19 incarna il potere divino dell’Imam
13
A.Taheri, op.cit., p.136.
Ivi, p.137.
15
Ayatollah: leader sciita molto importante a livello religioso.
16
E. Azani, op.cit., p.59.
17
A. Taheri, op.cit., p.136.
18
L. Louer, op.cit., p. 25.
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Mahdi stesso (il 12° Imam scomparso nell’islam sciita), quindi è colui che può instaurare un governo Islamico. Secondo
Khomeini il leader è il sapiente, il probo. Per cui il velayat al-faqih incarna il potere, mentre il Faqih è un leader, e
praticamente un dittatore, dal potere assoluto, poiché rappresenta la testimonianza di Dio fino al ritorno dell’Imam
Mahdi ed a lui spettano le scelte di guerra e pace.
Il vuoto creato dalla scomparsa di Sadr è riempito così nel 1979 dalla vittoria della Rivoluzione Islamica in Iran e dal
suo paladino, l’Imam Khomeini, Il capo supremo del Partito di Dio in Iran, non è solo un capo politico, ma è il
rappresentante della volontà di Allah sulla terra. Non ha bisogno di trasmettere i suoi ordini tramite la gerarchia del
partito, ma si può rivolgere direttamente alla nazione: gli obbediranno ciecamente tutti coloro che lo riconoscono come
capo supremo, anche al di fuori dei confini iraniani. Uno dei suoi primi obiettivi è la diffusione della rivoluzione
islamica non solo in Iran, ma anche nei Paesi musulmani dove le comunità sciite sono importanti, pretendendo
l’universalismo per il suo movimento.
La potenza siriana arrivata in Libano nel 1976 con la scusa di aiutare i cristiani ed i palestinesi, è il nemico numero uno
per gli Israeliani e in poco tempo Hafez al Assad dimostra di voler controllare la politica libanese. Inizialmente il
controllo che Khomeini vuole avere sul Libano non piace ad Assad. Khomeini ha deciso di creare un alleato forte in
regione, dipendente da lui e in grado di eliminare Amal,20 i militanti palestinesi che hanno creato un loro piccolo Stato
nel sud del Libano e tutti i movimenti di ispirazione marxista che in quel periodo controllano la guerriglia.
L’addestramento della milizia sciita e la creazione di un’organizzazione armata alleata, è uno dei primi atti della
strategia di Khomeini. L’Ayatollah invia i suoi Guardiani della Rivoluzione nei campi Libanesi sotto il comando di
Subhi al Tufeili e lo sceicco Ragheb Harb, per poter formare un nuovo movimento organizzato che molto presto prende
il nome di Hezbollah (Partito di Dio). Il padrino del Partito di Dio nel 1982 è Ali Akbar Mohtashemipour,
l’ambasciatore iraniano a Damasco, che in seguito diventerà ministro degli Interni. 21 Mohtashemipour si serve
dell’immunità diplomatica per agire e nel 1983 l’Ambasciata Iraniana a Damasco ha un budget di almeno 400 milioni di
dollari e un organico di 200 persone, molte delle quali fanno lunghi soggiorni in Libano.22
Tel Aviv pensa che la nascita di un nuovo gruppo sciita serva ad eliminare i combattenti palestinesi in Libano. Molto
presto capisce il suo errore di valutazione, ma ne compie un altro, che consoliderà Hezbollah, con l’occupazione del
Libano nel 1982. Dopo l’espulsione dell’OLP dalla Giordania, nel sud del Libano si è creato uno Stato Palestinese
dentro lo Stato. La notte del 14 marzo 1978 l’esercito israeliano attacca le basi dell’OLP. L’operazione “Litani” vuole
creare una fascia di sicurezza fino al fiume che scendendo dalla Valle di Bekaa scorre parallelo alla frontiera. Il 6
giugno 1982, il primo ministro Israeliano Begin annuncia l’operazione militare “Pace in Galilea” come reazione
all’assassinio dell’amabasciatore israeliano a Londra compiuto dal gruppo Abu Nidal, secondo gli israeliani in quel
momento collegato all’OLP. Lo scopo dell’operazione militare è di distruggere le armi e le basi dell’OLP. Begin
annuncia che i militari israeliani sarebbero entrati all’interno dei confini libanesi soltanto per 40 km, quanto sarebbe
stato sufficiente per distruggere i missili palestinesi che colpivano Israele. Il ministro della difesa Sharon, però, fa capire
molto presto che l’obiettivo di questa guerra è diverso da quello dichiarato.
19
Faqih: Giurista e Saggio.
20
Ahmad Rafat, Intervista rilasciata all’autrice, Firenze, 3 marzo 2010.
L. Louer, op.cit., p. 60.
22
A. Taheri, op.cit., p. 140.
21
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Israele provocò il cambiamento della politica siriana nei confronti di Khomeini in Libano. L’occupazione minacciava il
controllo dei porti libanesi, così preziosi per l’economia siriana e nello stesso tempo fu considerato da Assad un atto di
guerra nei suoi confronti.
Il Partito di Dio ha bisogno di un Consiglio superiore di religiosi che guidi la sua Jihad. La Majlis al Shura23 è costituita
nel febbraio del 1983: Fadlallah è il teologo più prestigioso, mentre la Repubblica Islamica è rappresentata dall’addetto
militare dell’Ambasciata Iraniana a Damasco, Hussein Ahromi Zadegh e dall’incaricato di Khomeini per gli affari
iraniani a Beirut, Nasrallah Nurawi. 24
Nel 1980 la debolezza dello Stato libanese e la lunga guerra civile avevano cambiato i rapporti di forza tra le varie
milizie. Amal era cresciuto molto estendendo la sua influenza su tutta la popolazione sciita diventando cosi la più forte
milizia mussulmana. Amal si era già scontrato con i militanti dell’OLP che controllavano il sud del Paese. Inizialmente
il gruppo sciita non oppone resistenza all’occupazione israeliana del 1982 proprio per indebolire l’OLP. La sua
resistenza attiva contro i soldati israeliani inizia dopo il 1983 25 e raggiunge il suo massimo con la conquista dell’area di
Beirut ovest e l’arruolamento di migliaia di soldati dell’Esercito che decidono di disertare nel febbraio del 1984.26
La corruzione e l’inefficienza all’interno di Amal crescono.27 Nabih Berri diventa ministro nel governo di Unità
Nazionale del presidente Elias Sarkis nel 1984, cosa che la comunità sciita vede come un’apertura verso Israele e Stati
Uniti.28 Approfittando di questa situazione e del ritiro israeliano, Hezbollah eleva lo scontro con Amal che, dopo il
1985, si intensifica e si estende a Beirut sud. Il lavoro degli infiltrati all’interno di Amal procede rafforzando Hezbollah
che, nel 1986, conquista tutta Beirut sud.29
Fra il 1988 e il 1991 Hezbollah elimina tutti i rivali nelle zone sciite: Amal, i partiti libanesi laici e di sinistra, l’esercito
libanese, i movimenti palestinesi e riesce a egemonizzare la resistenza contro Israele. Lo scopo di Hezbollah non è
quello di integrarsi nello Stato libanese, ma di porsi come un attore alternativo direttamente controllato dall’Iran. Gli
aiuti di Teheran gli consentono di estendersi sul territorio a maggioranza sciita costruendo un’ottima rete di servizi
sociali, il terreno migliore per togliere fette di sostenitori ad Amal, che non riesce a rispondere ai bisogni socio
economici della comunità. Nel 1987 la presenza di Hezbollah è un fatto compiuto.30
II. Martiri e rapimenti
Una delle tattiche militari utilizzate da Hezbollah, è rappresentata dagli attacchi suicidi. Per comprendere la forza
evocativa di questo mezzo, difficilmente comprensibile razionalmente, bisogna prima esaminare la storia del culto del
martirio presso gli sciiti e la trasformazione che questo subisce dagli anni sessanta in Libano.
23
24
Majlis al Shura: la Camera di Consiglio. In breve lo usiamo come Shura, oppure l’Alto Consiglio.
A. Taheri, op.cit., pp. 139-140.
25
A. R. Norton, op.cit., pp.22-23.
E. Azani, op.cit., pp.63-64.
27
A.R. Norton, op.cit., p.23.
28
Ibidem
29
Ibidem
30
E. Azani, op.cit., p.64.
26
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Tre eventi sono fondamentali nel radicamento del martirio nella cultura sciita, dove trova le sue radici storiche e
religiose: l’usurpazione del califfato di Imam Ali, il martirio dell’Imam Hussein e la scomparsa del Dodicesimo Imam.31
Dopo la morte di Maometto nel 632 d.c. i saggi eleggevano il Califfo, colui che sarebbe succeduto al profeta. La
definizione della discendenza di sangue da Maometto come requisito essenziale per la successione al Califfato è alla
base dello scisma islamico e della fondazione dello sciismo. Ali, il quarto califfo, l’unico legato dal sangue al profeta,
diventa la fonte spirituale per gli sciiti. Nel 680 d.c., a Karbala, i soldati del califfo Omayyade insediatosi dopo la morte
di Ali, Yazid, massacrarono il figlio di Ali, Hussein insieme con settantadue persone tra amici e parenti. Hussein si era
sempre rifiutato di riconoscere la legittimità della dinastia sunnita Omayyade. Tutti furono massacrati, decapitati e
lasciati marcire sotto il sole. Da allora il sacrificio di Hussein contro gli usurpatori del soglio del Profeta diventò
simbolo di resistenza morale e religiosa. Così Karbala e il martirio di Hussein divennero il riferimento spirituale degli
sciiti. Secondo la tradizione sciita Ali, suo figlio Hussein e i loro successori sono riconosciuti come i Dodici Imam, gli
unici legati al Profeta dal sangue. Il dodicesimo Imam Mahdi, si crede sia scomparso e che resterà nascosto finché non
arriverà il tempo di tornare sulla terra portando la giustizia fino alla fine dei giorni.
Il martirio di Hussein provvede la fede sciita di un modello di resistenza e di sacrificio contro i governi illegittimi. Non
è solo resistenza passiva, ma anche militanza. La commemorazione dell’Ashura in gruppo, attraverso pratiche di
sofferenza fisica di massa, rende più compatto il gruppo ed è una mobilitazione sociale, “espressione della volontà
estrema di combattere un potere terreno ritenuto illegittimo”. 32 Il simbolo di Hussein si trasforma da azione di protesta
contro le ingiustizie sociali, in vera e propria azione politica.
Khomeini è il teologo-giurista che incarna questo riscatto. Il nemico, il Grande Satana, l’ingiustizia devono essere
combattuti subito. L’indottrinamento politico e religioso per inculcare il culto del martirio è fondamentale. Il martire
diventa il combattente per eccellenza. Essere martire in battaglia o in attacchi suicidi dal punto di vista sciita è una
questione di purezza, di forte fede, e altrettanta ideologia. Il paradiso, la vita dopo la morte come premio per la caduta
nei campi di battaglia, il valore del martire per la società e la nazione, per il bene comune, il dovere sacro secondo
l’esempio di Hussein nel difendere la propria terra è ciò che viene insegnato ai giovanissimi.
La scelta degli uomini nell’arruolamento dei martiri per le missioni e gli attacchi è molto attenta alla fascia d’età, il
livello di formazione e convinzione.33 In Libano l’appartenenza a Hezbollah non è legata strettamente alla collocazione
sociale. La forza è nello spirito. Il nemico, contro il quale è rivolto il sacrificio del martire, possiede solo le armi che
possono “togliere la vita a chi vuole salvare la propria vita”, 34ma che nulla possono fare allo spirito del martire. Il gesto
non è valutato al momento, in quella specifica battaglia, ma nella prospettiva di un nuovo progetto di vita, del futuro
stesso dell’Islam e della vita dei musulmani. Il martirio è allo stesso tempo un fine e un mezzo. Anche per le donne il
martirio è molto importante. Non è permesso loro prendere parte negli attentati, ma sicuramente avere un figlio, o un
31
Amal Saad Ghorayeb, Factors conducive to the politicization of the Lebanese Shi’a and the emergence of Hizbullah, in “Journal of Islamic studies”
14:3, Oxford Center for Islamic Studies, 2003, p.277.
32
Alberto Negri, Il Turbante e la Corona, Milano, Tropea, 2009, p.200.
H. Jaber, op.cit., p.89.
34
N. Qassem, op.cit., p.48. ( Il libro è pubblicato in inglese. Le traduzioni dell’opera in italiano sono nostre).
33
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marito martire è una questione di forza35 e di elevato senso del sacrificio. I martiri sono “la gioia e l’onore della
nazione”.36
Essere martire per un devoto musulmano è un’affermazione di speranza nel voler cambiare il futuro, di altruismo nel
dare la propria vita per la fede e la nazione: morire perché gli altri possano vivere meglio. Il martirio non è un mezzo da
usare comunque e in qualsiasi momento. Ha un alto valore solo se è efficace e serve alla vittoria e se c’è un oppressore
da combattere, altrimenti il valore principale spetta alla vita. 37
Hezbollah adotta la tattica degli attacchi suicidi, il rapimento di ostaggi occidentali, le auto-bomba e il dirottamento di
aerei. Le sue operazioni rispondono ad una strategia ben definita e finalizzata agli obbiettivi di fondo del movimento:
servire ed estendere la rivoluzione islamica. Le prime azioni di una strategia che diventa più chiara dopo, iniziano
subito dopo la formazione del gruppo nel 1982. Hezbollah non ha armi paragonabili ad Israele o alle forze occidentali,
ancora deve guadagnarsi la fiducia della sua base, inculcare la propria ideologia ed affermarsi nella comunità sciita. La
strategia di Hezbollah può essere sintetizzata in 3 fasi temporali:
1982 – 1985 è il periodo delle bombe umane, gli attacchi contro le forze israeliane, USA, Francesi, 38 e Falangisti. Lo
scopo è riuscire a far ritirare tutte le forze occidentali dal territorio libanese. Sono azioni molto efficaci, rapide e
circoscritte ad un obbiettivo prestabilito. Solo l’impatto necessario per produrre l’effetto desiderato senza creare dissenso
nella popolazione.
1985 – 1992 inizia una fase più esplicita. Gli attacchi suicidi cominciano a lasciare il posto ai rapimenti accompagnati da
precise richieste. I rapimenti contano sull’aiuto diretto dell’Iran e gli ostaggi diventano uno strumento della politica
estera del regime khomeinista.
1992 – 2000 è il periodo della guerriglia armata con una forte base sociale. Hezbollah ormai ha un pieno riconoscimento
come Movimento di Resistenza. Le bombe si spostano sui campi di battaglia contro i militari di Tsahal e in America
Latina.
Tutto inizia l’11 novembre del 1982 quando Ahmad Kassir, un ragazzo di diciassette anni, con la sua Mercedes si
trasforma nella prima bomba umana dentro il comando del quartier generale di Tsahal a Tiro. Ci sono 141 vittime. 39 La
maggior parte sono miliziani israeliani. La strage è rivendicata dal gruppo chiamato Jihad Islamica, mentre il nome di
Ahmad Kassir non sarà noto a nessuno fino al 1985. Oggi l’11 Novembre è la Giornata dei Martiri per Hezbollah in
Libano.
Il 18 aprile del 1983 l’attacco all’Ambasciata Americana a Beirut, dove si stava svolgendo una riunione di esperti della
CIA per il Medio Oriente.40 Causa la morte di sette ufficiali e il capo della sede Robert Aimes. 41 La rivendicazione
35
H. Jaber, op.cit., p.90.
Nicholas Noe (a cura di), Voice of Hezbollah, London, Verso, 2007, p.176. (Il libro è pubblicato in inglese. Le traduzioni dell’opera in italiano sono
nostre).
37
Amal Saad-Ghorayeb, Hizbullah Politics Religion, London, Pluto Press, 2002, p.133.
36
38
USA e Francesi sono due delle quattro Nazioni della forza di pace internazionale Unted Nations Interim Force in Lebanon, UNIFIL, (le 4 nazioni
sono: USA, GB, Fr e It) che operò nella missione di pace dal 1978 al 1984. UNIFIL ebbe il mandato con la Risoluzione 425 e 426 del Consiglio di
Sicurezza ONU nel marzo del 1978. Le prime truppe arrivarono in Libano il 23 marzo del 1978. La risoluzione 1701 dell’11 agosto 2006 del Consiglio
di Sicurezza (dopo la guerra del 2006 Israele – Hezbollah) dispone di una nuova forza di interposizione ed estese il mandato e le funzioni di UNIFIL in
Libano.
39
G. Micalessin, op.cit., p.26.
H. Jaber, op.cit., p. 81.
41
Robert Baer, La chute de la CIA, Folio Documents, 2002, p.108.
40
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Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
dell’attentato all’Ambasciata di Beirut, che arriva agli uffici dell’Associated Press, è firmata di nuovo dal gruppo Jihad
Islamica.42 I nomi che vengono a gala dopo sono quelli di Imad Mughniyah e Mustafa Badreddine.43
Il 23 ottobre 1983 un camion-bomba con 5400 kg di tritolo alle 6.20 della mattina attacca il dormitorio dei marines
americani presso l’aeroporto di Beirut lasciando 241 marines morti44 e 81 feriti. Due minuti dopo, a 4 km di distanza, un
altro camion-bomba esplode nel garage dell’edificio “Drakkar” del distaccamento del Primo Reggimento, dei
paracadutisti francesi45 causando 58 militari morti e 15 feriti.46 Nelle indagini su questi attentati emergono di nuovo i
due nomi di Imad Mughniyah e Mustafa Badreddine.47 Tra le rivendicazioni, quella della Jihad Islamica è la più
credibile.
Lo stress causato dalle bombe è davvero molto forte. La situazione diventa esplosiva anche dal punto di vista politico e
diplomatico. Gli attriti tra USA e Siria aumentarono e quest’ultima chiede il ritiro della Forza multinazionale. Nabih
Berri, il capo di Amal, che inizialmente aveva sostenuto l’arrivo della Forza Multinazionale, chiede a USA e Francia di
lasciare il paese accusandoli di fomentare un clima di razzismo contro la comunità sciita.48 Il conflitto tra cristiani e drusi
nella montagna di Shouf era in escalation. L’8 febbraio del 1984 gli USA compiono un forte bombardamento contro le
postazioni dei siriani e dei drusi nella montagna di Shouf. Reagan dà l’ordine di ritiro dei marines che si compie dal 7 al
26 febbraio. Rimangono solo 80 marines e la guardia dell’ambasciata è garantita dalle truppe falangiste. Il 20 settembre
1984 esplode una bomba. Ci sono 14 morti.49 Khomeini, magistrati e avvocati iraniani manifestano subito le loro
felicitazioni per il risultato ottenuto. Poco più di quattro mesi dopo si ritirano tutte le truppe della Forza
multinazionale.
Gli attentati non si fermano qui. Il 10 marzo del 1985 esplode un' installazione israeliana nel sud del Libano. 50 Ci sono
12 soldati morti e 14 feriti. Questo era il quinto attacco suicida all’esercito israeliano nel sud del Libano dal 1982. Il 22
maggio 1985 un’auto-bomba esplode a Beirut Est uccidendo 58 persone e ferendone all’incirca 200. Tutti questi attentati
sono rivendicati dalla Jihad Islamica e i primi tre hanno la supervisione del padrino di Hezbollah, l’ambasciatore
iraniano in Siria, Ali Akbar Mohtashemipour.51
Nel novembre del 1987, due attentati sono compiuti da donne: il primo nell’atrio dell’aeroporto internazionale che
provoca 5 morti e 71 feriti. Il secondo attentato è all’ospedale Americano di Beirut che causa 7 morti e 38 feriti. Non ci
sono rivendicazioni, né prove sicure, ma il mondo punta il dito contro Hezbollah.52 Il 9 Novembre 1991 un’esplosione
all’AUB, l’Università Americana di Beirut, causa un morto e una decina di feriti.
I governi occidentali si ritirano quasi tutti e le auto-bomba lasciano subito il posto ad un’altra tattica, quella degli
ostaggi. Si apre la strada al rapimento degli occidentali per mano di Hezbollah in diretto collegamento con l’Iran.
42
43
G. Micalessin, op.cit., p.31.
Ivi, p.82.
44
Dei 241 morti sono 220 marines, 18 del personale marino e 3 soldati dell’Esercito.
L. George, Continueremo a scavare fin quando troveremo tutti, in “La Repubblica”, 25 ottobre 1983, p.3.
46
Consultato il 2 luglio 2012 al http://www.campidron.org/attentat-drakkar.html
47
G. Micalessin, op.cit., p.33.
48
R. Wright, Sacred Rage, New York, Simon and Schuster, 2001, p.99.
49
R. Baer, op.cit., p.163.
50
Guido Olimpo, Le spose di sangue pronte al martirio, in “Corriere della Sera”, 4 agosto 1994, p.6.
51
M. Ranstorp, op.cit., p.89.
52
A.Ferrari, Cioccolatini al Tritolo a Beirut. Una donna bionda porta la morte, in “Corriere della Sera”, 15 novembre 1987, p.3.
45
8
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Nel giugno 1982 la CIA riceve informazioni su prossimi rapimenti di occidentali di matrice iraniana. Sono i pasdaran
insediati nella Bekaa53 che scelgono le vittime, pagano i costi e forniscono l’assistenza militare ai rapitori. Ma
l’intelligence americana non riesce a identificare gli autori. E qui inizia un vero calvario. Il 19 luglio 1982 viene rapito il
presidente dell’Università Americana David Stuart Dodge.54 Al posto di Dodge subentra come Presidente dell’Università
Americana, il professore di Scienze Politiche Malcom H. Kerr. Viene ucciso davanti al suo ufficio 1’8 gennaio del
1984.55
Sono passati due mesi dalla strage dei marines americani e delle forze francesi quando il 12 dicembre 1983,56in Kuwait
avviene una serie di attentati che in 90 minuti colpiscono le ambasciate americana e francese, l’aeroporto principale del
Paese e un’ area riservata ai lavoratori americani in Kuwait. I servizi segreti arrestano 17 persone, tra cui Mustafa
Badreddine,57 cugino e braccio destro di Mughniyah. Da questo momento la liberazione di Badreddine e altri
quattordici condannati sarà in testa alla maggior parte delle richieste di riscatto. 58
Dal 1984 al 1991 vengono rapiti 37 fra americani, francesi ed inglesi di cui solo due sono militari e non faranno mai
ritorno a casa. Le richieste per la liberazione degli ostaggi hanno diversi obbiettivi, tutti politici: il ripensamento dei
governi francese e americano, oltre a quelli del Golfo Persico, sugli aiuti all’Iraq, il rilascio dei prigionieri del gruppo
Al-Da’wa arrestati dopo gli attentati in Kuwait,59 la consegna di pezzi di ricambio e armi che l’Iran ha già pagato agli
USA ai tempi dello Scià e che ancora non sono arrivati.60 Nel caso dei rapimenti francesi l’Iran vuole il rimborso di 1
miliardo di dollari per un progetto nucleare per l’arricchimento dell’uranio approvato ai tempi dello Scià; la consegna
da parte delle autorità francesi degli oppositori e, fra questi, soprattutto del principale avversario di Khomeini, Massoud
Radjavi,61 un riequilibro a favore di Teheran della vendita di armi e la liberazione di Anis Naccache, uno dei capicommando iraniani,62 in carcere in Francia per l’attentato contro il vecchio primo ministro Shapour Bakhtiar. La
rivendicazione è sempre della Jihad Islamica.
L’ultimo dei rapimenti è il più importante: il 3 ottobre 2000 è rapito da membri di Hezbollah il colonnello israeliano
della Riserva Elhanana Tannenbaum. Nasrallah rivendica il suo rapimento dichiarando che è un agente
dell’intelligence.63 L’operazione porta nel gennaio 2004 allo scambio di Tennenbaum e dei corpi di tre soldati israeliani
da parte di Hezbollah con 23 combattenti libanesi 64 e con 400 prigionieri arabi nelle carceri israeliane.65
53
R. Baer, op.cit., p.117.
A.I. Killogore, David Stuart Dodge, in “Washington Report On Middle East”, 9 settembre 1985, consultato in
http://www.wrmea.com/backissues/090985/850909010.htm il 12 gennaio 2010.
55
M. Fox, David Dodge, an early Lebanon Hostage, dies at 86, in “ The New York Times”, 30 gennaio 2009, consultato in
http://www.nytimes.com/2009/01/31/world/middleeast/31dodge.html il 30 gennaio 2009.
56
Robin Wright, op.cit., p.125.
57
M.Kraft, Lebanon shooting the Katyusha wad, in “Counterterrorism Blog”, 15 luglio 2006, consultato in
http://counterterrorismblog.org/2006/07/lebanon_shooting_the_katyusha.php il 10 gennaio 2010.
58
Imad Mughniyah, op.cit.
59
R. Magnus, op.cit., p.92.
60
Trasferiti da Beirut in Iran tutti gli ostaggi americani? in “La Repubblica”, 14/15 giugno 1987, p.1.
61
E’ stata mediata dalla Siria la liberazione degli ostaggi, in “Corriere della Sera”, 22 giugno 1986, p.6.
62
Ibidem
63
D. Alfon, Israeli buisenssman was seized in UAE – French newspaper, in “Hareetz”, 5 novembre 2000.
64
A.N. Hamzeh, op.cit.,2004, p.74.
65
Il mistero del faccendiere Tannenbaum l’israeliano che vale 400 prigionieri, in “La Repubblica”, 23 ottobre 2003, p.13, consultato in
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archIvio/repubblica/2003/10/23/il-mistero-del-faccendiere-tannenbaum-israeliano.html il 3 gennaio 2010.
54
9
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Nonostante la presenza della Siria in Libano, le trattative sono gestite direttamente da Teheran.66 L’accordo permette a
Hezbollah di essere riconosciuto come un movimento di Resistenza.
Hezbollah è ormai un vero esercito, di grande forza morale, di forte disciplina, con quasi 5 mila combattenti attivi e
almeno 3 mila persone negli apparati di sicurezza,67 con armi potenti e abbondanti, con una base sociale ampia, ma sa
che la tattica strategica della guerriglia è l’unica vincente con l’esercito israeliano, o con qualsiasi altra potenza
occidentale nemica.
Le operazioni di Hezbollah continuano dall’Europa, espandendo cellule operative e reclutando studenti palestinesi in
Russia utilizzati per raccogliere informazioni di intelligence sui vari obiettivi israeliani o americani o per organizzare il
traffico di armi. Dall’Europa partono i primi militanti che vogliono compiere operazioni all’interno di Israele.68
Il 12 aprile 1996, un’esplosione fa tremare il Lawrence Hotel di Gerusalemme. L’ospite-terrorista è identificato come
Andrew Jonathan Charles Newman, un commercialista arrivato da Londra. Il vero nome è Hussein Mohammed Mikad.
È la prima volta che un’organizzazione libanese penetra Israele ed i suoi servizi di sicurezza. 69 Ma i successivi tentativi
falliranno.
Altri due attacchi di grande portata trasferiscono l’attività di Hezbollah in un altro continente. Il 17 marzo 1992 una
bomba all’ambasciata Israeliana di Buenos Aires fa 29 morti, una dozzina di feriti e distrugge l’edificio. E’ in questa
occasione che viene spiccato il primo mandato di cattura per Imad Mughniyah. Il Mossad dopo anni riesce a dimostrare
anche la collaborazione di Mohsen Rabbani, addetto culturale dell’Ambasciata Iraniana in Buenos Aires e
rappresentante del Ministero degli Interni.70 Nel luglio del 1994 una bomba contro l’AMIA (Comunità Ebraica
Argentina) fa 86 vittime. Le indagini provano il coinvolgimento della leadership e dell’intelligence iraniana ed
Hezbollah. Questa volta il mandato di cattura ed estradizione scatta per Ali Khouzistani Fallahian, ex ministro
dell’intelligence iraniana, consigliere di Khomenei in materia di sicurezza nazionale e membro del Consiglio degli
Esperti,71 oltre che per il solito Imad Mughniyah. Un report top secret dall’Argentina dopo otto anni di investigazioni
accusa Khamenei e Rasfanjani di supervisione e finanziamento degli attentati di Buenos Aires.72
Includere o no Hezbollah nella lista dei gruppi terroristi è una delle questioni più discusse e controverse. Gli attacchi
suicidi, i martiri, le bombe usate dal gruppo sciita in genere colpiscono obiettivi ben precisi e strategici e nella maggior
parte appartenenti a coloro che vengono considerati nemici. Gli Stati Uniti mettono subito nella lista nera il gruppo, ma
l’Europa no. Condanna per terrorismo individui legati all’organizzazione ma Hezbollah non farà mai parte della lista
nera dell’Europa. Solo la Gran Bretagna si allinea con gli USA, ma nel 2009 Bill Marston portavoce del Foreign Office
66
A.N. Hamzeh, op.cit., 2004, p.86.
Ivi, p.74.
68
M. Levitt, Adding Hezbollah to the EU terrorist list, The Washington Institute for Near East Policy, Hearing of the Committee on Foreign Affairs
Subcommittee on Europe United States House of Representatives, 20 Giugno 2007.
69
F. Douglas, The accountant is a terrorist, in “The New York Times”, 10 novembre 1996, consultato in
http://www.nytimes.com/1996/11/10/magazine/the-accountant-is-a-terrorist.html?scp=1&sq=the%20accountant%20is%20a%20terrorist&st=cse il
10 dicembre 2009.
70
A. Pedahzur, The Israeli Secret Services and the struggle against Terrorism, New York, Chichester, West Sussex, Columbia University Press, 2009,
p.86.
71
Hezbollah report, op.cit., 2006, p.67.
72
Ivi, p.72.
67
10
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
dichiara ad Al Jazeera: “Hezbollah è un fenomeno politico prodotto nazionale in Libano e bisogna ammetterlo”. 73
Inoltre, la questione della lista nera è più complessa. L'Europa , con l’eccezione di Gran Bretagna, non fa uso della "lista
nera" non solo per indecisione, ma anche per timore di subire attentati "a casa propria" .
III. Radicamento nel territorio, struttura interna e politicizzazione
La nascita di Hezbollah introduce un modello di milizia del tutto nuovo. Inizialmente non agisce come le altre fazioni
armate che controllano il territorio comunitario, ma punta a creare sul territorio un’organizzazione che ha come
obiettivo prioritario quello di resistere contro l’occupazione israeliana e contro il nemico americano o, genericamente,
occidentale. Le azioni di Hezbollah contro l’esercito israeliano passano nel periodo 1989 – 1991 da 292 a 936 l’anno e
nel periodo 1995-1997 l’organizzazione dimostrerà di essere in possesso di armi sofisticate come bombe telecomandate,
missili, servizi informatici che servono a deviare i missili israeliani.74 Dal 1991 Hezbollah riesce a sostituire le altre
milizie nella resistenza e ad assumere il controllo della maggior parte del territorio a sud del Libano, della maggior parte
dei quartieri della periferia sud della capitale e di una bella fetta di Baalbek. Ha una cooperazione efficiente anche con
l’Esercito Libanese, che è sotto controllo della Siria, diventando così un attore insostituibile della politica nazionale di
difesa.
La periferia sciita di Beirut presto assorbirà mezzo milione di persone, soprattutto sfollati dalle zone di guerra del sud,
che hanno bisogno di un’ampia gamma di servizi come acqua, elettricità, servizi sanitari, scuole, ecc. Il 70% di loro
vota proprio nel sud del Libano e nella Bekaa. Il controllo di quel territorio consente a Hezbollah l’accesso al potere
nazionale ed ad un vasto bacino economico. Ed è per questo che nel 1988 Amal e Hezbollah si scontrano militarmente
nei quartieri e nelle strade del sud di Beirut. Amal è indebolito dalla “guerra dei campi” contro i palestinesi. Hezbollah
acquisisce il controllo di gran parte dei quartieri sud e la lotta si chiude con un accordo negoziato sotto l’egida di Siria e
Iran nel novembre del 1990, che stabilisce il controllo militare di Hezbollah sulla periferia sud e definisce la spartizione
delle altre due regioni libanesi sciite tra i due gruppi.75 Così Dahiye, la periferia sud della capitale, diventa territorio
esclusivo di Hezbollah, che vi trasferisce tutti i propri uffici centrali.
Il dopoguerra degli investimenti governativi si concentra soprattutto sulla ricostruzione di Beirut. Sayyed Fadlallah crea
una fitta rete di servizi sociali gestiti dalla sua Associazione al-Mabarrat fondata nel 1978,76 assieme all’Ufficio dei
Servizi Sociali, fondato nel 1983. Questa è tuttora la rete di servizi più importante nel Dahyie. Al-Mabarrat sostiene
3300 orfani, 13200 studenti e 300 persone con handicap. Concentra l’attività nelle aree del sud di Beirut,77 dove ha 6
centri per gli orfani, 12 scuole, 2 scuole per le persone con handicap, un istituto tecnico superiore, un ospedale da
duecento letti, infermerie, una moschea per 5 mila persone, una biblioteca pubblica, una casa editrice, negozi
73
R. Cohen, Middle East – reality check, in “The New York Times”, 8 marzo 2009, consultato in
http://www.nytimes.com/2009/03/09/opinion/09cohen.html?_r=1&scp=1&sq=middle%20east%20reality%20check&st=cse il 4 settembre 2009.
74
W.Charrara, F.Domont, op.cit., p.64.
75
Ibidem
76
Sabrina Mervin (a cura di), Hezbollah, M.Catusse, J.Alagha, I servizi sociali di Hezbollah: Sforzo di guerra, ethos religioso e risorse politiche,Milano,
Epoché, 2008, p.108.
77
M. Harb, op.cit., 2005, p.118.
11
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
specializzati in prodotti islamici.78 Il Consiglio Superiore sciita ha una scuola tecnica e un ospedale nei quartieri del sud,
ed anche l’Università Islamica posta all’uscita della capitale. 79
Hezbollah agli inizi si concentra sulla propria ala militare, ma dal 1984 crea un insieme di servizi educativi, sanitari,
finanziari, culturali, religiosi, urbani e tecnici che vengono forniti alla popolazione tramite la creazione di varie
associazioni. Costruisce un ospedale, cliniche e ambulatori, moschee e istituti religiosi, associazioni per il microcredito,
associazioni caritatevoli e di beneficienza, club sportivi, un centro di ricerca, riviste, una radio e una televisione che va
in onda sul satellite. Distribuisce acqua potabile agli abitanti della periferia e continua a fornire energia elettrica tramite
propri generatori.80 Le organizzazioni di Hezbollah sono delle ONG registrate regolarmente al Ministero degli Interni. Il
bacino di utenti è costituito sia dai propri membri e familiari, sia dai poveri del territorio che si rivolgono ai loro servizi
sociali, religiosi, finanziari o urbani.81
In questa fase Hezbollah recluta i suoi candidati politici all’interno della comunità sciita, controlla il governo, si
impegna nella socializzazione politica, partecipa alla mediazione, anche se non vuole essere identificato come un partito
politico che opera all’interno di un sistema democratico. Agisce con una forte disciplina ed ha un controllo rigido del
territorio e di tutte le decisioni dei propri dirigenti. 82 Il suo operato ha tre direzioni: politica, militare e sociale.
Hezbollah è un partito e un movimento politico caratterizzato da un lato da una struttura gerarchica centralizzata, celata
dietro il segreto assoluto, e dall’altro decentrata sul territorio e nella gestione con i servizi offerti alla popolazione.83 La
struttura del Partito è organizzata in modo piramidale con base nei territori dove il partito è più forte: Beirut sud, Bekaa
e sud del Libano. Il primo organo è il Majlis al-Shura, oppure il Consiglio Consultivo. Il Consiglio Consultivo è eletto
dal Majlis al-Markazi, ovvero il Consiglio Centrale, un’Assemblea che è eletta per 3 anni ed è costituita da duecento
quadri del Partito, tra i quali i fondatori.84 Il Consiglio Consultivo elegge il Segretario Generale che ha la responsabilità
della politica interna ed assegna i compiti agli altri membri. La Shura ha il compito di gestire l’amministrazione, le
strategie generali e la definizione delle politiche del partito. L’apparato è costituito soprattutto da religiosi. Ma anche i
membri che non sono Ulema, devono dichiarare il proprio credo nell’Islam, la fedeltà al velayet al-faqih, dimostrare
preparazione nei vari campi come la politica, il sociale, la finanza o la sanità. Attualmente il Consiglio al Shura è
composto da: Sayyed Hasan Nasrallah segretario generale, che nel 2009 viene eletto per la quinta volta per un altro
mandato di quattro anni (teoricamente non poteva essere eletto per più di due mandati), lo Sceicco Naim Qassem vice
segretario, lo Sceicco Muhammad Yazbak (ex membro dello Shura), Sayyed Hashem Safi al-Din, Sayyid Ibrahim Amin
al-Sayyid, Hajj Mohammad Raad (tuttora membro dello Shura e del parlamento) e Hajj Husayn Khalil. L’elezione di al
Shura è molto simile come processo a quella del Consiglio dei Guardiani in Iran. 85 La gerarchia è rigida e con ferrea
78
Ivi, p.119.
Ivi, p.120.
80
Ivi, p.138.
81
Nezar Alsayyad, Mejgan Massoumi ( a cura di), The foundamentalist city? Religiosity and the remaking of urban space, M. Harb, On Religiosity
and spatiality: Lessons from Hezbollah in Beirut, London, Routledge, 2010, p.10/35.
82
M. Harb, op.cit., 2005, p.153.
79
83
Ivi, p.151.
I. Mousawi, op.cit..
85
A.N. Hamzeh, op.cit., p.47.
84
12
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
disciplina. La leadership ha professionalità, buoni standard di istruzione e preparazione.86 Le loro azioni sono sempre
accompagnate da una forte retorica religiosa.
Le elezioni di maggio 1993 elessero segretario generale Sayyed H. Nasrallah, mentre due emendamenti cambiavano la
durata della carica. Il Consiglio al Shura viene costituito da cinque assemblee ognuna delle quali con a capo uno dei
membri del Consiglio. Il ruolo del segretario generale è quello di supervisore, responsabile della guida e
dell’amministrazione, coordinatore tra i membri del Consiglio e i capi delle varie assemblee.87 Dal Vali al Faqih
dipendono: Il Consiglio Centrale ( 200 quadri di partito), Il consiglio Consultivo e L’Apparato di Sicurezza Militare. Il
consiglio Centrale elegge la Shura, dalla quale dipendono le cinque Assemblee e l’Apparato di Sicurezza e Militare. Le
Assemblee sono quella della Jihad guidata da S.H. Nasrallah (Il responsabile ufficiale, vice di Sayyed Nasrallah, prima
del 2008 si suppone sia stato Imad Mughniyah. Dopo la sua morte per motivi di sicurezza il nome è segreto.88 Le
informazioni di un ricercatore francese danno come capo per le operazioni all’estero Talal Hussein Hamiye, e suo
aggiunto Ahmad el Fayed.89) ; quella Esecutiva guidata da S. H. Safi al-Din; quella politica è guidata da S. I. Amin alSayyid, quella Parlamentare guidata da H.M. Raad e la Giudiziaria guidata da Sheikh M.Yazbak.( Lo sceicco M.Yazbak
è il rappresentante diretto in Libano dell’ Ayatollah Khamenei. 90)
Le Assemblee più importanti e con più poteri sono L’Assemblea Esecutiva e l’Assemblea Politica. Non c’è separazione
fra potere legislativo ed esecutivo.91
L’Assemblea Esecutiva ha il compito di seguire le attività culturali, di educazione, sociali e professionali e le procedure
legate a tutte le cellule e i comitati sparsi nelle regioni dove il partito agisce.92 L’Assemblea o il Consiglio Esecutivo è
diviso in varie unità.
1. L’unità sociale divisa a sua volta in tre rami di lavoro: quello propriamente sociale, l’unità di educazione e la
Società Islamica per la Salute. L’unità sociale gestisce tutti i servizi di Welfare, gli aiuti tecnici per migliaia di
membri e sostenitori di Hezbollah e per le famiglie dei martiri. Si suppone che Hezbollah usi il 50% dei suoi
fondi solo per gli interventi nel campo del sociale.
93
L’unità sociale supervisiona il lavoro di quattro
associazioni semi autonome finanziate fondamentalmente dall’Iran. 94 E’ una delle unità più importanti che
servirà alla radicalizzazione di Hezbollah sul territorio. Come tante delle altre unità che vedremmo nascono per
scopi assistenziali e supplire ai vuoti di un welfare statale, ma in un secondo momento si capirà ben presto che
servono come tattica sofisticata di una strategia ben precisa.
 Jihad al- Bina. E’ la Fondazione per la Costruzione, fondata ufficialmente il 12 settembre 1988. Nasce
in Iran durante la guerra con l’Iraq e in seguito viene esportata in Libano. 95 Agisce nel sud di Beirut,
86
N. Alsayyad, M. Massoumi ( a cura di), op.cit., p.9/35.
N. Qassem, op.cit., p.64.
88
Robert G. Rabil, Hezbollah:Lebanon’s power broker, in The journal of International Security Affairs, autunno 2008, n. 15, consultato in
http://www.securityaffairs.org/issues/2008/15/rabil.php il 10 novembre 2009.
89
Le Hezbollah se prépare à la guerre, selon un Think tank français, in “L’Orient le Jour” , 5 giugno 2011, consultato in
http://www.lorientlejour.com//category/Liban/article/706842/Le_Hezbollah_se_prepare_a_la_guerre%2C_selon_un_Think_tank_francais.html il 5
giugno 2011.
90
Ibidem
91
A.N. Hamzeh, op.cit., p.49.
92
N. Qassem, op.cit., p.63.
93
J. B. Love, Hezbollah: Social services as a source of power, in “JSOU Report” 10-5, giugno 2010, p.21.
94
A.N. Hamzeh, op.cit., p.49.
95
M. Harb, op.cit., 2005, p.188.
87
13
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
nella Bekaa e nel sud del Libano. Si occupa dello sviluppo e della ristrutturazione come importante
integrazione del Ministero dell’Agricoltura.96 Ha una sua struttura autonoma ed è una delle
associazioni più importanti. Dal 1988 al 2005 era direttamente controllata e diretta dall’Iran. Lo stesso
responsabile, Tabatabaki, era iraniano. Dal 2005 è più autonoma, diretta e gestita da quadri libanesi.97
Durante la guerra si occupa della gestione dei rifiuti, della produzione dell’energia elettrica con i
generatori e della distribuzione dell’acqua potabile. Una sezione si occupa dei servizi come l’acqua,
l’agricoltura e l’ambiente, costruisce le farmacie rurali, i centri veterinari, nuovi sistemi di
coltivazione ed i canali di irrigazione. Dal 1 gennaio 2007 Jihad al Binà fa parte delle organizzazioni
terroriste nella lista del Dipartimento di Stato Americano.98
 La Fondazione dei Martiri. Comincia la sua attività nel 1982 per volontà dello stesso Ayatollah
Khomeini.99 La sua attività è quella di assistenza e supporto delle famiglie dei martiri, dei detenuti e
combattenti, delle loro famiglie, ma anche di altri civili. I fondi arrivano principalmente dall’Iran.100
 La Fondazione per i Feriti. Questa fondazione, creata nel 1990, assiste chi è rimasto ferito e disabile
negli attacchi israeliani.

Il Comitato di Khomeini per il Sostegno. Il Comitato nasce subito dopo l’occupazione israeliana del
1982. Si occupa di aiutare le famiglie più povere, soprattutto quelle che hanno sofferto gli attacchi e
101
l’occupazione israeliana.
2. L’Unità Islamica per la salute provvede ai servizi sanitari per gli abitanti delle aree dove agisce Hezbollah. A
questa unità fanno capo varie ONG ed istituzioni.102
3. L’Unità per l’educazione comincia la sua attività dal 1991. Fornisce aiuti finanziari e borse di studio agli
studenti delle famiglie che appartengono ad Hezbollah e sono in stato di bisogno. Coordina l’insegnamento e le
attività delle scuole dirette o legate al partito.
4. L’Unità sindacale. Formata nel 1996, opera per penetrare le associazioni di categoria e creare enclave
autonome nella società civile che lavorano per servire la causa del partito:103 agitazione sociale e proselitismo.
5. L’Unità per le Relazioni Esterne. Comincia la sua attività nel 1996 e si occupa di tutte le relazioni di Hezbollah
con il governo, le organizzazioni non governative, agenzie e associazioni e gli altri partiti politici104, oltre alla
propaganda. Ha quasi il ruolo di un Ufficio Stampa dell’Assemblea esecutiva.105
6. L’Unità per la Finanza. È un’unità che ha il compito di gestire le finanze del Partito. La sua funzione principale
è quella di contabilità, di controllo ed è autorizzata a spendere solo dopo l’approvazione del Consiglio al-Shura
oppure del capo dell’Assemblea Esecutiva. Ma si occupa anche di tutto quanto ha a che fare con le finanze del
96
Judith Palmer Harik, Hezbollah the changing face of terrorism, Londra, I.B.Taurus, 2007, p.90.
Ali Mohtadi, Intervista concessa all’autore, 20 aprile 2010.
98
J. B. Love, op.cit., p.23.
99
A. N. Hamzeh, op.cit., p.52.
100
A. Mohtadi,op.cit..
101
A.N. Hamzeh, op.cit., pp.52-53.
102
S. Mervin (a cura di ), op.cit., K.Chaib, p.266.
103
N. A. Hamzeh, op.cit., p. 61.
104
J.B. Love, op.cit..
105
A. Mohtadi, op.cit..
97
14
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
partito, i salari, la raccolta fondi.106 I fondi che arrivano a Hezbollah provengono da quattro fonti ufficiali
principali:
- Dall’Iran, di cui solo una parte degli aiuti viene dichiarata. La somma si calcola si aggiri su 1,5- 2 miliardi di
dollari l’anno mediamente, senza calcolare le spese militari e quelle per le attività della Resistenza Islamica. 107
Questa somma in genere viene spesa per opere di sviluppo, costruzioni e nel sociale. La maggior parte di
queste entrate ed altre per le spese militari proviene dal governo iraniano con l’approvazione del parlamento,
da molte organizzazioni e fondazioni islamiche e caritatevoli dell’ Iran e dagli stessi uffici diretti prima da
Khomeini e poi da Khamenei che non sono soggetti ad alcun controllo, 108quindi l’entità di queste somme è
sconosciuta.109 I finanziamenti iraniani non arrivano per vie ufficiali, ma tramite le varie associazioni, e tramite
spedizioni di cash in nero.110 La Saderat Bank di Teheran ha la sua filiale a Beirut, ma non può adoperarsi più
di tanto. Dall’Ambasciata Iraniana i soldi escono soprattutto in cash.111 Difficile dare delle cifre esatte. Dopo la
guerra del 2006 si suppone che la cifra dei finanziamenti dell’Iran ad Hezbollah abbia raggiunto fra i 5 e i 6
miliardi di dollari all’anno. 112
- Dal Khums, che è il quinto del reddito che i credenti sciiti libanesi pagano annualmente agli ulema.113
- Dalle donazioni da parte di individui, banche, società, negozi, tasse, organizzazioni sia all’interno del Libano
che in vari paesi del mondo. La cifra si dovrebbe aggirare attorno a 1 miliardo di dollari. 114
- Dagli investimenti di Hezbollah nell’economia libanese.115 Nonostante le limitazioni religiose imposte alle
attività finanziarie dalle norme islamiche, che tra l’altro vietano di riscuotere interessi bancari, lo Stato
Libanese ha un’economia di mercato e Hezbollah vi si è introdotto in modo pragmatico con proficui
risultati.116
- Una quinta fonte è rappresentata da tutte le attività illegali gestite da Hezbollah sia nei paesi dell’America
Latina come Venezuela, Colombia ed Uruguay (dai quali giungono utili il cui ammontare varia dai 200 ai 500
milioni di dollari all’anno) che da paesi dell’Africa occidentale come Sierra Leone, Liberia, Congo dove si
pratica il contrabbando di minerali, diamanti, ecc. 117
Altri soldi provengono anche da varie Associazioni sparse in vari paesi del mondo. Nella maggior parte dei
casi questi proventi raggiungono Beirut tramite varie triangolazioni su conti esteri aperti in banche di nazioni
che spaziano dal Golfo all’Asia, con transazioni gestite dalla Saderat Bank di Teheran, l’Ambasciata Iraniana e
le società dei Pasdaran.118
106
N. A. Hamzeh, op.cit., pp.62-63.
Ivi, p.63.
108
Intervista dell’autore da fonte anonima, gennaio 2010.
109
A. Rafat, op.cit..
110
Fonte anonima, op.cit..
111
A. Mohtadi, op.cit..
112
Ibidem
113
Ibidem
114
A. Negri, op.cit., p.267.
115
Ibidem
116
N.A. Hamzeh, op.cit., p. 64.
117
J.B. Love,op.cit.,p.29.
118
A. Negri, op.cit., p.268.
107
15
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
7. L’Unità per il Coordinamento e l’Impegno. Si occupa di inchieste in materia di sicurezza e intelligence
all’interno del Partito. Raccoglie informazioni su atti che possono nuocere agli interessi del partito, dei suoi
membri o delle sue proprietà come furti, omicidi, spionaggio. Si occupa anche della protezione dei membri del
partito tramite un’ampia rete di centinaia agenti. 119
L’Assemblea Politica o il Politboureau. È un apparato che assiste, consiglia il segretario generale e il Consiglio del alShura e dipende da quest’ultimo. I componenti attualmente sono undici.120 Segue le attività politiche, e promuove gli
interessi politici del Partito e chiede supporto per il programma e le politiche. Dirige due comitati:
1. Il comitato culturale. Uno dei compiti istituzionali di questo comitato è di lavorare per non permettere
assolutamente una normalizzazione delle relazioni con Israele.121
2. Il Comitato degli affari esterni. Nel suo seno ha un ruolo prioritario la sezione palestinese. Tiene stretti rapporti
con gruppi armati palestinesi, in maniera particolare con la Jihad Islamica e Hamas, e nello stesso tempo
coordina le attività politiche palestinesi nei campi.
L’Unità di Informazione dipende dal Consiglio Politico,122si occupa delle linee della propaganda di Hezbollah.
Supervisiona e controlla tutte le attività dei media di Hezbollah. Il Partito ha una televisione, 4 stazioni radio, 5 riviste e
giornali. Molto più di qualsiasi altro partito nel paese. Dopo il 2000 è stata riformata assumendo compiti nuovi. Si
occupa delle manifestazioni pubbliche, dell’ideazione degli slogan e delle immagini da usare, della celebrazione delle
feste, delle mostre, delle musiche. Gestisce anche un’istituzione, l’Organizzazione dell’Arte, creata nel 2004.123
L’Assemblea Parlamentare nacque dopo la decisione di Hezbollah di partecipare alle elezioni. Segue il lavoro dei
parlamentari e il loro rispetto della disciplina e della linea del partito. Infatti, i parlamentari di Hezbollah non possono
avere maggior potere del Consiglio Shura, e di conseguenza le loro posizioni sono quelle del Partito. Nelle elezioni del
1992 i deputati di Hezbollah erano sette, nelle elezioni del 1996 erano otto e nelle elezioni del 2000 erano nove. 124
Attualmente i parlamentari di Hezbollah sono undici. Aggiungendo i due parlamentari alleati, gli sciiti in tutto sono 13.
Nel governo Hariri, caduto proprio per opera loro nel dicembre 2011, avevano due ministri: quello dell’Agricoltura e
quello della Riforma Amministrativa.
L’Assemblea Giudiziaria ha un consiglio costituito da giudici e funzionari giudiziari appartenenti ad Hezbollah. La
funzione primaria è quella della risoluzione dei conflitti all’interno della comunità sciita. Sorveglia che i credenti non
violino le regole della Shariah, ma si occupa anche di questioni civili.
L’Assemblea della Jihad si costituisce alla metà degli anni novanta. A capo è il segretario generale Seyyed H. Nasrallah.
Ne fanno parte comandanti in carica ed ex della Resistenza Islamica. Questo consiglio include anche un membro
ufficiale della Guardia della Rivoluzione Iraniana.125 Decide le strategie e le tattiche della Jihad. La vera funzione è
quella di individuare il nemico, i pericoli che minacciano la comunità e il partito a livello locale, regionale o
119
N. A. Hamzeh, op.cit., p. 66.
Ibidem
121
Ivi, p.67.
122
I. Mussawi, op.cit..
123
N. Alsayyad, M. Massoumi ( a cura di), op.cit, p.23/35.
124
A. N. Hamzeh, op.cit., p.68.
125
Ivi, p.69.
120
16
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
internazionale e i mezzi da usare contro di essi. 126 I metodi per combattere questi pericoli possono essere militari oppure
no. Ma ogni volta che si va verso una Jihad armata, il consiglio del al-Shura deve avere il benestare del Vali al Fakih.
In teoria l’assemblea della Jihad dipende dal Consiglio Consultivo, Al-Shura, ma in realtà prende gli ordini direttamente
dalla Guida Suprema e dai Pasdaran e non dal governo iraniano. 127
Dall’Assemblea dipendono l’Organo di Sicurezza e la Resistenza Islamica. Dopo la guerra del 2006 con Israele furono
aggiunti altri 2 organi a quelli tradizionali: le Unità Ausiliarie, che sono una milizia irregolare, e La Brigata Libanese
per la difesa che è composta da membri militari non sciiti.128
L’Organo di sicurezza e militare è sotto diretto controllo del Consiglio al-Shura. Dispone di una struttura organizzativa
molto ramificata ed invisibile, per cui molto difficile da penetrare. Ci sono due organi principali: La Resistenza Islamica
e la Sicurezza del Partito.129
La Resistenza Islamica ha due sezioni: quella di reclutamento e quella di combattimento. La sezione di reclutamento
provvede a formare combattenti indottrinati dal punto di vista religioso, soprattutto convinti della dottrina del velayat al
faqih (in sostanza la totale sottomissione alla Guida Suprema iraniana) e obbedienti alla guida religiosa della Jihad. La
sezione di combattimento provvede all’addestramento militare, alle arti marziali, alle tecniche di pronto soccorso. Sono
quattro gli organi che preparano i combattenti: quello dei martiri, quello delle forze speciali che si sono distinte nelle
battaglie di guerriglia, quello dei militari addestrati nel lancio dei missili e quello dei soldati regolari. Ogni gruppo
comunica con gli altri tramite i comandi dei settori i quali, a loro volta, comunicano tramite i comandi militari regionali.
In teoria il quartier generale è sotto il controllo della Shura, ma in pratica agisce sotto il controllo diretto del Segretario
Generale che ha l’ultima parola nelle operazioni militari, 130 ma a sua volta, dipende in realtà dalle decisioni della Guida
suprema iraniana. Nei quartieri generali militari sono presenti militari delle guardie della Rivoluzione iraniana. 131
I campi di addestramento dei militari di Hezbollah non hanno postazioni fisse, ma per ragioni di sicurezza, si muovono
sul territorio. Ogni mese i commandos specializzati vanno nei campi di addestramento iraniani.132 La maggior parte dei
combattenti sono civili provenienti dalle più varie professioni e anche studenti. Le operazioni sono assolutamente
segrete e mai i combattenti sono informati della natura delle operazioni, del luogo e data di esecuzione. 133 Sono
selezionati e addestrati soprattutto giovani sotto i 20 anni. 134 Le fila della Resistenza Islamica contano all’incirca 25
mila membri stabili.135
L’organo della sicurezza del partito ha due sezioni. Uno è noto con il nome Amn al Hizb si occupa delle questioni della
sicurezza all’ interno del partito e della società in generale. Aprono e tengono aggiornato uno schedario per ogni
membro, soprattutto quando ci sono dubbi di cospirazione contro il partito. Ognuno dei leader o semplice membro deve
informare il partito e ottenerne l’autorizzazione prima di partecipare a contatti o riunioni. 136 Nessuno prende
126
Ibidem
A.Mohtadi, op.cit..
128
R. G . Rabil, op.cit..
129
A. N. Hamzeh, op.cit., p.70.
130
Ivi, p.71.
131
A. Mohtadi, op.cit..
132
Ibidem
133
A. N. Hamzeh, op.cit., p.72.
134
A. Mohtadi, op.cit..
135
R.G. Rabil, op.cit..
136
A. Mohtadi, op.cit..
127
17
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
un’iniziativa personale concedendo interviste, comunicando, incontrando esterni, senza essere preventivamente
autorizzato da questo organo.
La seconda sezione è quella della sicurezza esterna che ha compiti di intelligence. Dovrebbe salvaguardare il Partito dai
nemici interni ed esterni. Ci sono molte cellule del partito in tanti paesi occidentali.
Le strutture nuove di Hezbollah sono quattro: un centro di pianificazione di studi culturali e intellettuali,
un’organizzazione incaricata del coordinamento e il progresso del movimento femminile, un’unità centrale per le
attività artistiche e mediatiche a dimensione popolare e un’unità centrale per la formazione dei quadri.137
I membri sono organizzati in gruppi, che poi formano le sezioni, le quali a loro volta formano strutture più ampie per
ogni regione dove Hezbollah esercita il potere. Per ogni regione si suppone ci siano venticinque di questi gruppi ognuno
dei quali ha una decina di sezioni.138
Attorno al partito ci sono anche simpatizzanti cristiani e sunniti. Hezbollah ha rapporti stretti anche con gruppi militari
appartenenti a confessioni non sciite, che partecipano alle sue operazioni.
Hezbollah si circonda di una serie di associazioni satellite per la gestione dei servizi. Hezbollah spesso collabora con
agenzie internazionali come Unicef, UNDP, ILO, EU, Banca Mondiale,139 che valutano in modo positivo la sua
efficienza e professionalità.
Il Comitato Islamico della Sanità creato nel 1988 ha come compito la gestione delle strutture: 6 ospedali, 21 infermerie,
12 infermerie mobili, 20 cliniche dentarie e 10 centri di difesa civile. L’ospedale Rasul al-Azam è l’unico ospedale della
periferia sud della capitale, in assenza di uno pubblico. I costi sono contenuti e più bassi degli altri, la tecnologia è
molto avanzata, lo staff medico è preparato e non ci sono differenze religiose nella cura dei pazienti. 140
Il Dipartimento della Giovinezza e dello Sport si occupa del reclutamento dei giovani sciiti, integrandolo con lo
scoutismo e lo sport. Attorno esistono parecchie piccole associazioni e organizzazioni che hanno come missione la
resistenza. Il ruolo della donna in queste associazioni è fondamentale. 141
Dell’istruzione si occupano l’Istituto di Insegnamento ed Educazione Coranica creato nel 1991 che oggi ha una decina
di scuole con 5300 alunni e più di 500 impiegati, 142 e quello scoutistico delle scuole al-Mahdi, un’organizzazione con
15 istituti in tutto il paese. Ha quasi 14 mila allievi, 800 impiegati e un istituto a Qom in Iran. In genere la formazione
scolastica arriva fino al diploma di maturità e non va oltre. 143 Gli alunni sono educati ai valori della resistenza e della
religione sciita.
Ci sono poi le organizzazioni mediatiche di Hezbollah. La comunicazione politica è una delle strategie centrali di
Hezbollah, che, tra i partiti islamici, è quello che più investe nel campo mediatico sia in Libano che nel resto del mondo
arabo.144 Usa i miti, le simbologie religiose, ed esalta i combattenti contro le postazioni israeliane e la loro
determinazione. Crea la nuova identità del militare resistente sciita, mitizza il martirio nella guerra contro
137
M. Harb, op.cit., 2005, p.156.
A.N. Hamzeh, op.cit., p.75.
139
N. Alsayyad, M. Massoumi ( a cura di), op.cit , p.15/35.
140
Varie interviste fatte dall’autore a Beirut, novembre 2008, maggio 2010.
141
M. Harb, op.cit., 2005, p.170.
142
Ivi, p.184.
143
S. Mervin (a cura di),op.cit.,C.Le Thomas, p.135.
144
Ivi, p.20.
138
18
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
l’occupatore.145 Il primo strumento fu il settimanale al-Ahd (il giuramento, l’impegno).146 Nel maggio del 1988 nacque
la radio Al-Nur (la Luce). All’inizio degli anni Novanta vedono la luce due nuove riviste, Al-Intiqad ( la Critica) e
Baqiyatu Allah, che si presenta come rivista islamista generalista.147 Oggi Hezbollah ha una Tv, 4 stazioni radio e 5 fra
giornali e riviste. Il quotidiano Al-Akbar, anche se nega un legame diretto con il partito e non fa parte della lista dei
giornali sotto il suo controllo, ha una linea politica che combacia con quella di Hezbollah e i giornalisti sono membri o
simpatizzanti del partito.
Nel 1991 inizia le trasmissioni la TV al-Manar (il Faro) che va in onda sull’analogico fino al 2000 e poi si trasferisce su
satellite. Sarà oscurata dai network occidentali e poi bombardata nel 2006 dagli israeliani. Ma la sua sede sarà
ricostruita in un bunker blindato di Dahiye e ricomincerà a trasmettere a tempo di record.
Il fenomeno della Tv satellitare al-Manar è molto importante. E’ uno strumento di pura propaganda politica, militare ed
ideologica, praticata senza esclusione di mezzi: immagini, musiche, slogan, dirette in uno stile apertamente militante. E’
certamente il mezzo che offre il maggior contributo alla visibilità del partito “assumendo il compito di svolgere due
importanti funzioni: costruire un ambiente interconfessionale favorevole alla “resistenza” e realizzare e testimoniare
l’integrazione del partito in campo politico e istituzionale”.148 Enfatizza i successi di Hezbollah contro i militari
israeliani. Non c’è spazio per il dibattito e il punto di vista è uno solo. 149 Ma la Tv non si ferma alla sola azione della
resistenza libanese. Parla della situazione islamica in Iran, Palestina e negli ultimi anni anche dell’Iraq. Nel 1996 viene
regolarizzato come canale televisivo ed è l’anno in cui iniziano a trasmettere notizie e spot pubblicitari anche in ebraico.
Nel 2000 enfatizzano le immagini della ritirata israeliana e da allora si parla di più della situazione in Palestina e
dell’Intifada. Dal 2001 passa su rete satellitare e può essere seguito anche in Palestina e Israele. 150 Nel 2004 viene
vietata la diffusione della Tv sul territorio francese per decisione del consiglio di Stato francese con l’accusa di
diffondere “appelli al terrorismo e incitamento all’ antisemitismo”.
Subito dopo si vieta anche negli USA e il
Dipartimento di Stato dichiara al-Manar organizzazione terrorista e perciò illegale. Subirà restrizioni anche in Olanda e
Spagna nel 2005.151
IV. Dall’obbiettivo dello Stato Islamico al governo di coalizione
Il 1989 diventa uno spartiacque nella strategia politica di Hezbollah e segna la sua trasformazione da movimento
islamista radicale in partito politico, organizzazione militare e sociale pragmatica.
145
O. Lamloum, L’histoire du Hezbollah à travers ses médias. Système de reprèsentation et inscription territoriale, in “Politix “, De Boeck Université
2009/3, Volume22,p.176.
146
S. Mervin (a cura di), op.cit., O. Lamloun, p.19.
147
O. Lamloum, op.cit., p. 181.
148
S. Mervin (a cura di), op.cit., O.Lamloun, p. 29.
149
Avi Jorisch, Al-Manar:Hizbullah Tv, 24/7, in “Middle East Quarterly”, Inverno2004, consultato in http://www.meforum.org/article/583 il 12
maggio 2010.
150
S. Mervin (a cura di),op.cit., O.Lamloun, p.34.
151
Ivi, op.cit., O.Kock, p .42.
19
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Il collasso dell’Unione Sovietica, la frammentazione del Trattato di Varsavia, la fine del regime comunista in Afghanistan, le tensioni tra
India e Pakistan, il cessate il fuoco della guerra Iraq-Iran, la campagna militare internazionale contro l’Iraq con le sanzioni che seguono …
tutti questi avvenimenti cambiano la politica della Repubblica Islamica.152
Tutto comincia in realtà in chiave internazionalista e ricorda molto gli slogan del socialismo sul genere: “Proletari di
tutto il mondo unitevi!”. Lo slogan di Hezbollah sembra invece dire chiaramente: “Oppressi di tutta l’Umma unitevi!”.
Il 6 agosto 1988 Khomeini accetta la tregua con l’Iraq con riluttanza e sconforto. 153 E la politica iraniana si concentra
sulla ragion di Stato.154 Fallito l’obbiettivo dell’espansione della rivoluzione islamica in Iraq, risulta altrettanto
impensabile perseguirlo in Libano.155 Il 3 giugno 1989 Khomeini muore e al suo posto si insedia alla Guida Suprema
Khamenei. Rafsanjani diventa presidente il 3 agosto del 1989 e orienta la politica estera iraniana verso gli interessi
nazionali. Inizia le trattative per la liberazione degli ostaggi occidentali. 156 Comincia anche a maturare l’intenzione di
Hezbollah di entrare a far parte del quadro istituzionale del Libano.
Lo sciismo politico ha come strategia la conquista del ruolo di unico attore politico nell’arena libanese. L’accordo di
Taif, sottoscritto sotto l’egida dell’Arabia Saudita e degli USA, ha una grande eco all’interno e all’esterno del Libano, il
che sollecita la partecipazione di Hezbollah alle elezioni nella posizione di oppositore leale. L’accordo di Taif viene
firmato il 30 settembre del 1989. L’Iran non è invitato al tavolo delle trattative. 157
Il contenuto dell’accordo di Taif ha a che fare con le riforme istituzionali del Libano che chiudono la guerra civile, e
sanciscono lo scioglimento delle milizie. Viene confermata la troika istituzionale: il presidente della Repubblica
maronita, quello del Consiglio sunnita e il Presidente della camera sciita. I poteri del presidente della Repubblica
vengono limati, mentre aumentano quelli del Presidente del Consiglio e di quello della Camera. Si instaurano “rapporti
speciali” con la Siria che avrebbe esteso la propria autorità su tutto il Libano, disarmando le milizie e provvedendo alla
sicurezza in attesa della ricostituzione dell’esercito nazionale. Taif segna non solo la fine della guerra civile in Libano
(1975–1990), ma anche la nascita della seconda Repubblica Libanese. Hezbollah e Iran rifiutano le decisioni
dell’accordo di Taif.
Hezbollah si trova di fronte a due questioni: il disarmo, giudicato inaccettabile, e il mantenimento dello stesso sistema
elettorale bloccato in base alle confessioni. Hezbollah non può assolutamente accettare di essere disarmato come le altre
milizie e deve trovare una via ufficiale per il loro mantenimento. Nello stesso tempo in questi anni il numero degli sciiti
è in crescita continua, e un sistema proporzionale senza blocchi confessionali 158 diventa il loro obbiettivo primario.
Nel 1992, proprio per favorire il rispetto del disarmo da parte di tutte le milizie, il governo invia militari dell’Esercito
nell’area sud del Libano ed annuncia che è pronto ad installarsi in tutta la regione al momento del ritiro delle forze
israeliane imposto dalla Risoluzione 425 dell’ONU. “ Ma sia l’Iran che la Siria non possono accettare che la resistenza
sia il target”.159
152
S. Mawla , Intervista concessa all’autore per email, 17 febbraio 2011.
Jeremy Salt, La disfatta del Medio Oriente, Roma, Edizioni Elliot, 2009, p.263.
154
W. Charrara , F.Domont,op.cit., p.65.
155
H.E. Chehabi , op.cit.,p.295.
156
Ivi, p.230.
157
Ivi, p.287.
158
Un tale sistema elettorale proporzionale basato sulla percentuale della popolazione in base confessionale blocca l’espansione politica di
Hezbollah.
159
N.Noe ( a cura di), op.cit., p.71.
153
20
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Con il congresso di aprile del 1991 Hezbollah rinuncia ad opporsi agli accordi di Taif e decide di partecipare
attivamente alla vita politica del Paese. Raggiunge un accordo con Amal: Berri avrebbe mantenuto il posto di Presidente
della Camera ed Hezbollah, in cambio, avrebbe potuto ufficialmente mantenere le armi. La Resistenza sarebbe stata
riconosciuta dal governo come Resistenza Nazionale160 per la liberazione del paese dall’occupazione israeliana.
Nel 1991, il segretario generale di Hezbollah, Abbas Mussawi, viene ucciso dalle forze israeliane pochi giorni prima
delle elezioni e al suo posto viene eletto segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Dopo il 1992 la resistenza
islamica è autorizzata a compiere azioni militari e di sicurezza solo nel sud del Libano, limitazione frutto di un accordo
siro - iraniano accettato anche da Sauditi e USA.161 A questo punto Nasrallah ha la necessità di sedare l’opposizione
interna contro la partecipazione alle elezioni, chiarire il cambiamento e guidare il movimento nell’assimilazione della
scelta.162
Gli obiettivi di questa resistenza sono chiari: la liberazione del Paese dall’occupazione israeliana, motivo valido per il
mantenimento e la crescita delle proprie armi e lo scioglimento del sistema confessionale come necessità per
un’espansione del ruolo politico degli sciiti e soprattutto del loro Partito all’interno del paese. La strategia è quella di
presentare Hezbollah come un movimento popolare libanese con radici, tradizioni e obbiettivi nazionali. Nasrallah
dichiara che le radici del movimento risiedono nell’impegno del popolo libanese per difendere la propria terra. Si
presenta non più come leader di un gruppo solo militare, ma piuttosto di un movimento politico che propone un proprio
programma nel contesto libanese. 163 Cerca di non dare molta enfasi alla visione panislamica del gruppo e cerca di
avvicinarsi alle posizioni di Fadlallah, dichiarando che Hezbollah è un movimento libanese con legami con l’Iran basati
sulla cooperazione e l’amicizia,164 ma che non rinuncia alla propria identità religiosa. Una delle ragioni fondamentali
per fare appello alla religione è la condizione sociale. Con Hezbollah la religione viene ideologizzata.
Khamenei autorizza la partecipazione di Hezbollah alle elezioni del 92’.165 Fadlallah spingeva da anni in questa
direzione. Rimanere fuori dal sistema istituzionale significava essere criticati e visti come un movimento islamico
estremista.166 I vantaggi dell’entrata in politica avrebbero portato possibilità di lavori, contratti, licenze, permessi.
Stando dentro il sistema, Hezbollah avrebbe potuto partecipare al dialogo politico nazionale cercando di indirizzare le
scelte amministrative a proprio vantaggio. Il Parlamento sarebbe diventato la piattaforma per la promozione della
propria politica.167
Nelle elezioni del 1992 Hezbollah guadagna otto seggi in Parlamento per i suoi membri e dirige un blocco parlamentare
di ventidue deputati.168 Nelle elezioni del 1996, del 2000, 2005 e del 2009 mantiene più o meno lo stesso numero di
deputati, con una leggera flessione nel 1996. Hezbollah è il primo gruppo islamico ad entrare e far parte del Parlamento
in Libano.169
160
J.H. Palmer, op.cit., p.47.
S. Mawla , op.cit., 2011.
162
E. Azani, op.cit., p.91.
163
Ivi, p.92.
164
Ivi, p.93.
165
N. Qassem, op.cit., p.191.
166
A. R. Norton, op.cit., p.90.
167
E. Azani, op.cit., p.95.
168
M. Harb, op.cit., dott. 2005, p.130.
169
N. Hamzeh, op.cit., p.113.
161
21
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Dopo le elezioni del ‘92, Hezbollah diventa un partito politico ritenuto affidabile in un contesto di corruzione e
clientelismi politici. Negli anni dal 1993 al 1996, anni di ricostruzione, Hezbollah rimette in piedi le infrastrutture nella
valle della Bekaa e nel sud del Libano e offre delle compensazioni ai residenti in modo da rendere possibile il rientro,
dà assistenza agli agricoltori e crea centri di educazione islamica. Tutto questo renderà più saldi i rapporti tra Hezbollah
e la popolazione. Contemporaneamente, il movimento toglie le proprie basi militari da zone di concentrazione urbana e
vi stabilisce le istituzioni sociali.170
Nel 1994 a Baalbek, per la prima volta, l’inchiesta su un crimine comune viene gestita e il colpevole giudicato da
Hezbollah e non dalle autorità libanesi.171 Il sistema legale dello Stato Libanese non aveva cancellato del tutto la
tradizione del sistema tribale, e per di più gli stessi capiclan non volevano l’estensione del sistema legale statale. 172. Con
la guerra civile, uno dei compiti delle milizie era anche la gestione dei crimini e delle questioni giudiziarie all’interno
delle comunità. Hezbollah riesce ad assumere anche questo ruolo nei suoi primi anni di espansione, diventando così un
terzo mediatore nelle liti in corso.
Solo nel 1995 iniziano a comparire bandiere e simboli nazionali nelle manifestazioni del Partito di Dio. La politica
siriana di dividere e sostenere le varie correnti sciite, non permette una monopolizzazione totale della comunità da parte
del partito.173 Nelle elezioni del 1996 la Siria si impone sia sul numero dei seggi destinati a membri Hezbollah che sulle
alleanze politiche.
Nel 1998 Hezbollah crea la Brigata Libanese per la Resistenza.174 Chiunque avesse passato il vaglio della sicurezza di
Hezbollah, avrebbe potuto partecipare a certe operazioni della Brigata Libanese sotto la stretta sorveglianza del Partito
di Dio.175 E’ la struttura che si allarga da militare a politica e militare.
Nel 1998 Nasrallah aumenta il budget destinato alle attività sociali, incrementando la rete del Welfare.176 Lo stesso anno
partecipa alle elezioni municipali che si tengono per la prima volta dopo 35 anni. Mentre le elezioni parlamentari danno
legittimità politica, quelle municipali offrono l’opportunità di prendere in mano il potere locale in vari. Nelle elezioni
municipali del 98’ Hezbollah riesce a superare Amal nella periferia sud di Beirut. Mentre nelle elezioni parlamentari si
alleerà con Amal e solo nel 2000 riuscirà ad avere più seggi. Alle municipali non farà mai alleanze. Si suppone che nel
1998 Hezbollah abbia speso più di 5 milioni di dollari, molto più di ogni altro partito.177
Nelle elezioni parlamentari del 1999 Hezbollah lascia chiaramente capire di essere scontento dell’atteggiamento del
governo nei confronti della Resistenza
178
e il 14 ottobre 2000 Nasrallah annuncia l’ingresso al governo con due
ministri. Hezbollah non stipula alleanze elettorali solo con Amal, ma anche con partiti di sinistra, sunniti, il partito
nazional socialista siriano e addirittura il Partito Comunista.179
170
E. Azani, op.cit.,p.116.
Nizar Hamzeh , Clan Conflicts, Hezbollah and the Lebanese State, in “The Journal of Social, Political and Economic Studies”, volume19, nr. 4,
winter 1994, p.433.
172
N.Hamzeh,op.cit.,1994, p. 437.
173
Ivi, p.110.
174
Ivi, p.131.
175
J. H. Palmer, op.cit., p.73.
176
E. Azani, op.cit., p.120.
177
N. Hamzeh, op.cit., p.127.
178
E. Azani, op.cit., p.155.
179
A. R. Norton, op.cit., p.103.
171
22
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
V. Il peso delle armi nelle crisi istituzionali dopo il ritiro israeliano
Il ritiro israeliano avvenne il 24 maggio del 2000. Hezbollah dichiarò, prima che arrivasse una dichiarazione dal
Governo Libanese, che l’occupazione non sarebbe finita finché le Fattorie di Shebaa non fossero state liberate dai
militari israeliani annunciando così il proseguimento della Resistenza. 180 Khamenei fornì di nuovo la sua approvazione
per la continuazione della Jihad, ma nello stesso tempo invitò Hezbollah a perseverare nella sua linea pragmatica. 181 Per
cinque mesi Hezbollah continuò la nuova guerra contro l’esercito israeliano per la liberazione delle Fattorie di Shebaa e
le alture del Golan. La Siria impedì al governo libanese di inviare truppe nel sud del Libano.
Alla vigilia delle elezioni del 2000, per incrementare l’alleanza tra Amal e Hezbollah, Khamenei inviò finanziamenti
anche all’altro partito sciita.182 Hezbollah rimase fuori dal gabinetto ministeriale, perché ciò conveniva alla politica del
Partito. La priorità era quella di mantenere viva la resistenza, impedendo qualsiasi forma di pace o di negoziazione con
Israele che potesse normalizzare i rapporti fra i due Stati.183
Le ostilità fra Hezbollah e Israele che seguirono contribuirono a mantenere il sud nella depressione economica e al di
fuori della ricostruzione, allontanando gli investimenti degli imprenditori. Quando il primo ministro, Rafik Hariri, si
rivolse alla Siria chiedendo di bloccare gli attacchi di Hezbollah per attrarre gli investimenti stranieri, la Siria respinse la
richiesta. Mentre lo Stato Libanese si muoveva con la diplomazia, Hezbollah andava avanti con la propria politica. Nel
2003 gli USA riaprirono il Consolato Americano a Beirut dopo quasi venti anni dalla chiusura. 184 Mentre Hezbollah,
con la mediazione tedesca, senza nessun intervento dello Stato libanese nel 2004, riuscì a liberare 400 prigionieri
palestinesi e 23 prigionieri libanesi in cambio delle salme di tre soldati israeliani e del corpo del colonnello Ron
Aarad.185 Questo successo accrebbe l’entusiasmo per il movimento che si trovò ad essere il partito che produceva i
maggiori effetti strategici nella Regione, grazie alla Resistenza, alla lotta contro la corruzione e all’ampia attività di
Welfare gestita direttamente all’interno della comunità sciita. 186
Il Libano cercava di guadagnare gradualmente la piena sovranità, ma questo andava contro gli interessi della Siria e
dell’Iran. L’Iran aveva bisogno di un Hezbollah forte che controllasse il sud del Libano di fronte ad Israele, mentre la
Siria ebbe un ruolo intrusivo in tutte le elezioni libanesi dal 1992 al 2005 ed intervenne anche per favorire l’estensione
del termine presidenziale per Elias Hrawi nel 1995 ed Emile Lahoud nel 2004. 187 Nel caso di Lahoud ci fu una forte
opposizione capeggiata dal primo ministro Rafiq Hariri. Il 2004 portò anche ad una forte risposta da parte dell’ONU
con la risoluzione 1559
188
che prevedeva il disarmo della milizia, cioè di Hezbollah, e il ritiro delle truppe straniere,
cioè delle truppe siriane. Nell’ottobre del 2004 quando venne rieletto Lahoud, Hariri dette le dimissioni. Quattro mesi
180
N. Noe ( a cura di), op.cit., p.240.
N. Hamzeh, op.cit. p.116.
182
Ibidem
183
Ivi, p.120.
184
U.S. opens Lebanon consulate nearly 20 years after attack, in “ The New York Edition”, 31 maggio 2003, sezione A, pg 5, consultato in
http://www.nytimes.com/2003/05/31/world/us-opens-lebanon-consulate-nearly-20-years-after-attack.html, il 6 maggio 2009.
185
A.R. Norton, op.cit., p.107.
186
Thanassis Cambanis, Interview with Hezbollah’s strategy man, in “Global Post”, 27 giugno 2009, consultato in
http://www.globalpost.com/dispatch/lebanon/090619/interview-Hezbollah il 12 dicembre 2010.
187
Robert G. Rabil, Crise 2006 – 2008 Hizbullah & Lebanon: the course of a State, 22 maggio 2008, consultato in
http://www.opendemocracy.net/article/hizbollah-and-lebanon-the-curse-of-a-state il 3 gennaio 2009.
188
Vedere il testo nelle appendici
181
23
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
dopo, il 14 febbraio 2005, Hariri fu assassinato. 189 L’attentato suscitò nel Paese enormi manifestazioni di massa contro
la Siria, additata come la responsabile della morte di Hariri. Hezbollah reagì con una contromanifestazione in memoria
di Hariri nella quale condannava il suo omicidio, ma ribadiva il ruolo della Siria nel garantire la pace in Libano. In
realtà, dietro questo atteggiamento, si intuisce il rapporto non limpido esistente fra Hezbollah e Siria. La
contromanifestazione ebbe luogo solo dopo che la Siria aveva annunciato il proprio ritiro.
190
Hezbollah non aveva
bisogno della presenza siriana nel Paese ed aveva ormai acquisito sufficiente indipendenza da Teheran, soprattutto per
quello che riguardava la politica interna libanese, per potersela cavare da solo.
Hezbollah a questo punto è in assoluto il partito sciita più forte, ben armato, anche più dello stesso esercito libanese, con
un controllo quasi esclusivo sulla maggior parte del sud del Libano e della periferia sud di Beirut, con una forte rete
sociale nei territori controllati a maggioranza sciita.
Sotto varie pressioni internazionali, comprese quelle degli USA, le elezioni furono fissate nel maggio del 2005. Il
risultato fu la vittoria da parte della Rivoluzione dei Cedri, la coalizione fra sunniti, drusi e una parte di cristiani, che
conquistò la maggioranza dei ministeri nel governo. Hezbollah, una volta uscita di scena la Siria, decise di prendere due
ministri. Un dato di fatto che dimostra come, nonostante gli slogan e il forte richiamo alla Resistenza come ragione di
esistenza, la difesa militare del Paese dagli attacchi esterni non sia una giustificazione accettabile per tenere in piedi un
esercito come quello di Hezbollah.
Il 12 luglio 2006 Nasrallah dirige un’operazione di Hezbollah per liberare tre prigionieri libanesi dalle carceri israeliane
certo del successo che avrebbe messo sotto silenzio l’invito al disarmo. 191 Alcuni militanti di Hezbollah catturano due
soldati israeliani e ne uccidono altri tre in una zona non popolata del nord Israele ai confini con il Libano. I soldati
israeliani entrano in territorio libanese in missione di recupero, ma l’azione provocò la perdita di altri cinque soldati e la
distruzione di un carro armato.192 Il Presidente israeliano Olmert, rispose pesantemente all’incidente il giorno seguente.
500 mila persone evacuarono il nord di Israele mentre altre 900 mila, un quarto della popolazione totale, abbandonano il
sud del Libano.193
Alla metà di agosto, dopo 33 giorni di guerra, si giunse ad un cessate il fuoco. Hezbollah uscì dal conflitto vincente
anche se con il suo armamento pesantemente danneggiato. Israele e USA si videro costretti a ritirare le loro richieste.
Le conseguenze di questa guerra, decisa dalla resistenza, e non dallo Stato Libanese, furono devastanti per il Libano.
Il debito nazionale prima della guerra del 2006 raggiungeva i 40 miliardi di dollari, e crebbe ancora di più dopo la
guerra. I morti tra i civili furono 43 israeliani e 1109 libanesi un terzo dei quali bambini. Secondo Amnesty ci sono
stati 4054 libanesi feriti e 970 mila profughi, che rappresentano ¼ della popolazione, 1500 feriti israeliani, 7000
attacchi aerei, 2500 bombardamenti navali effettuati da Israele. 194 Le perdite materiali raggiunsero circa i 500
milioni di dollari per Israele e 4 miliardi di dollari per il Libano dove hanno cancellato gran parte dei risultati dei
quindici anni di ricostruzione seguiti alla guerra civile. Sul territorio libanese erano state gettate 1 milione e 200
mila bombe a grappolo su oltre 800 località di 30 mila mq ognuna, 430 mila mine terrestri inesplose. 195
189
R. Rabil, op.cit., 2008, p.482.
Milos Strugar, intervista dell’autore, novembre 2008.
191
R. Rabil, op.cit., 2008, p.483.
192
A.R. Norton, op.cit., p.135.
193
Ivi, p.140.
194
G. Colonna, op.cit., p.337.
195
Ibidem
190
24
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Per controbilanciare la forza militare di Hezbollah, Washington ha speso 670 milioni di dollari negli aiuti militari per la
ricostruzione e il rafforzamento dell’esercito libanese come un esercito non confessionale, in modo da prendere il
controllo del sud del Libano e delle frontiere con Israele e per non lasciarlo nelle mani del movimento sciita. 196
Hezbollah intervenne immediatamente sulle conseguenze devastanti del conflitto, per attenuare il senso di rivolta della
popolazione nei confronti del movimento. La risposta ai bisogni della popolazione fu rapidissima e non solo verso gli
sciiti.
197
L’Iran inviò miliardi di dollari di aiuti, alle famiglie degli sfollati vennero dati subito 12 mila dollari per gli
affitti. La ricostruzione delle abitazioni iniziò appena finita la guerra, per consentire il rapido rientro degli sfollati. 198
Waad è un’ associazione creata appositamente per la ricostruzione, dopo che quella ufficiale, la Jihad al Bina, era stata
inserita nella lista delle organizzazioni terroriste ed i suoi conti sarebbero stati congelati. Come sempre Hezbollah aveva
il controllo totale sul quartiere sud di Beirut dove né il governo, né nessun altro ha potuto mettere le mani sulla
ricostruzione senza passare da Hezbollah che, formalmente, chiamarono a partecipare alla progettazione architetti e
urbanisti anche di altre confessioni. Questo permise loro di ottenere anche i finanziamenti internazionali e governativi
per la ricostruzione. Dietro questi comportamenti c’era una forte strategia. Lo spirito di unità ideologica fra partito e
popolo doveva essere mantenuto a tutti i costi, controllando qualsiasi aspetto della vita nei propri territori: la religione,
le scuole e i loro programmi, gli ospedali, le moschee, la vita quotidiana. Solo così si poteva mantenere viva la
compattezza settaria degli sciiti, senza lasciare spazio all’individuo, alla libertà, e tutto doveva ruotare attorno al potere
di Hezbollah. I palazzi distrutti in breve tempo sono stati ricostruiti mantenendo lo stesso schema urbanistico di prima.
Tutto doveva essere rinnovato, ma in modo funzionale all’ideologia e alla cultura di Hezbollah199, una cultura di massa,
dove l’individuo scompare.
La guerra divise politicamente la società libanese in due gruppi. Il più vasto era quello del 14 marzo, composto dalle
comunità di drusi, sunniti e cristiani, opposta a quella del 7 maggio, composta da Hezbollah e suoi alleati.
Il 2006 fu un anno di tensioni crescenti, legate alle conseguenze della guerra, alla situazione regionale, alla crescente
richiesta da parte della maggioranza del disarmo di Hezbollah. Nel marzo del 2006 la ricerca di un dialogo nazionale si
scontra con tre problemi:
-
L’inchiesta dell’ONU sull’assassinio Hariri
-
Le relazioni Libano - Siria
-
L’Attuazione della Risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul disarmo della milizia.
Il dialogo proseguì fino a giugno, tentando di aggirare il tema del disarmo di Hezbollah200, ma già nel novembre del
2006 cinque membri sciiti lasciarono il governo proprio per protestare contro questa richiesta. L’accordo di Taif
stabilisce che tutte le grandi confessioni devono essere rappresentate al governo. Dopo l’uscita dei membri sciiti il
governo non era più legittimo ed a quel punto l’opposizione chiese il suo scioglimento al Presidente Lahoud.201 Questo
è uno schema fisso di comportamento. Ogni volta che Hezbollah si sente in difficoltà, o ritiene che le scelte politiche
196
Stand by Lebanon, in “The New York Times”, 15 novembre 2010, consultato in http://www.nytimes.com/2010/11/16/opinion/16tue2.html il 15
novembre 2010.
197
A. R. Norton, op.cit., p.140.
198
A. S. Ghorayeb, intervista dell’autore, novembre 2008.
199
Vedere copia di DVD nelle Appendici. Il DVD è copia dell’originale dato dall’associazione di ricostruzione di Hezbollah “Waad” dopo la guerra del
2006, sia per quello che riguarda la ricostruzione che un documentario storico su Dahiye.
200
Ivi, p.483.
201
Ivi, p.487.
25
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
del governo possano toccare i suoi interessi, chiama alla Resistenza contro complotti anti libanesi e contrari al sistema
costituzionale confessionale, naturalmente orditi dall’Occidente e da Israele, e mette in campo la forza delle armi e le
azioni parlamentari dei propri rappresentanti per mettere in crisi il governo e bloccare il funzionamento dello Stato.
La tensione arrivò alle stelle quando si dovette votare l’istituzione di un Tribunale per l’omicidio di Hariri. L’Esercito
rimase neutrale. Nell’aria aleggiava il rischio di una nuova guerra civile. Il 1 dicembre 2006 l’opposizione, Hezbollah
ed i suoi alleati, installò mille tende nella piazza di fronte alla sede del governo, a Beirut, bloccando tutte le attività nella
zona sunnita, roccaforte dei simpatizzanti di Saad Hariri, primo ministro e figlio dell’ex premier ucciso. La crescente
tensione, a gennaio sfociò in scontri tra dimostranti sunniti e sciiti. Ci furono quattro morti.
Il Tribunale Penale Internazionale fu istituito dal Consiglio di Sicurezza nel maggio del 2007, secondo il capitolo 7
della carta dell’ONU.
Nel maggio del 2008 il Governo Libanese cercò di colpire le infrastrutture delle comunicazioni di Hezbollah e la sua
struttura di intelligence installate presso l’aeroporto di Beirut, sollevando il capo della sicurezza dello scalo. La
decisione di bloccare la rete illegale di comunicazione di Hezbollah era una vera sfida che lo Stato lanciava alla
Resistenza che avrebbe ricevuto un danno economico dalla perdita di una rete privata di telefoni cellulari, ma
soprattutto perché avrebbe perso efficacia sul terreno della sicurezza 202 e della intelligence interna.203
Hezbollah rispose in modo inusitato, mettendo in atto una delle più gravi campagne di violenza registrate nel Paese dai
tempi della guerra civile.204 Nasrallah dichiarò che questo era un atto di guerra da parte dello Stato, e il 7 maggio inviò
militanti e simpatizzanti per le strade. Nello stesso giorno il gruppo sciita aveva circondato la maggior parte di Beirut
ovest. Le violenze proseguirono nella parte nord-est della città lasciando 62 morti sulle strade e minacciando di gettare
il Paese in una nuova guerra. 205
Il desiderio di Hezbollah di allargare il proprio potere era divenuto ancora più forte dopo il ritiro delle forze siriane dal
Paese. Ora rivolgeva le proprie armi contro i libanesi, paralizzando completamente per un anno e mezzo la vita del
Governo e del Parlamento.206 In quello stesso periodo, in aperta violazione della risoluzione 1701 dell’ONU, Damasco e
Teheran stavano rifornendo di armi gli Hezbollah. Gli attacchi armati del movimento sciita sulla montagna di Chouf e
sul Monte Libano si scontrarono con la resistenza dei miliziani drusi di Jumblatt, che riuscirono a respingerli. 207 Ma,
alla fine, il leader druso invitò i suoi ad abbassare le armi, consapevole che sarebbero state insufficienti per affrontare
quelle di Hezbollah.
La trattativa politica tra le varie fazioni si concluse a Doha, con la mediazione del Qatar e dell’Arabia Saudita, il 21
maggio 2008 stabilendo la data per le elezioni presidenziali il 25 maggio 2008. 208 Con l’accordo di Doha lo Stato
Libanese ha in qualche modo legittimato indirettamente l’esistenza di uno Stato di Hezbollah, lasciando però irrisolti i
veri quesiti che provocarono la crisi del dicembre del 2006: le armi di Hezbollah, le relazioni del Libano con la Siria, la
202
R. Rabil, op.cit., 2008, p.490.
S. Kiwan, op.cit., 2008.
204
Mara E. Karlin, op.cit..
205
Robert F. Worth, Nadia Bakri, Deal for Lebanese factions leaves Hezbollah stronger, in “The New York Times, 22 maggio 2008, consultato in
http://www.nytimes.com/2008/05/22/world/middleeast/22lebanon.html il 23 maggio 2009.
206
S.Kiwan, op.cit., 2008.
207
Robert F.Worth, Nadia Bakri, Hezbollah Ignites a sectarian fuse in Lebanon, in “The New York Times”, 18 maggio 2008, consultato in
http://www.nytimes.com/2008/05/18/world/middleeast/18lebanon.html il 23 maggio 2009.
208
R. G. Rabil, op.cit., 2008.
203
26
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
questione del Tribunale Internazionale sulla morte di Hariri e le inchieste su dieci personaggi libanesi di spicco
ammazzati.
Da qualche tempo, membri di Hezbollah stavano acquistando terreni seguendo un piano strategico in territori limitrofi a
quelli occupati da cristiani e drusi. Si trattava di una mossa politica perfetta per produrre cambiamenti demografici in
grado di modificare anche il profilo della regione. Oggi, in molte zone, cristiani e drusi si sono accordati per non
vendere terreni agli sciiti, in modo da preservare le proprie comunità. Nel 1960 la comunità cristiana possedeva il 60%
dei terreni e oggi solo il 30%.209
Iran e Siria continuavano ad armare Hezbollah. Secondo stime israeliane, il movimento armato del Partito di Dio nel
2008 possedeva un arsenale di 30 - 40 mila missili di produzione russa forniti dall’Iran e dalla Siria, il doppio di quelli
di cui disponeva nel 2006. Una parte dei missili era in grado raggiungere Tel Aviv e Dimona, la città dove sono
collocati gli impianti nucleari di Israele.210 Nasrallah dichiarò di avere a disposizione quasi 40 mila missili, di fronte ai
13 mila posseduti al tempo della guerra del 2006.211
E non si fermano nemmeno gli aiuti americani all’esercito libanese che, nel 2007, passano dai 45 milioni di dollari del
2006 ai 270 milioni.212 Nel 2008 raggiungono i 410 milioni di dollari includendo addestramento, carri armati M-60 e
Humveed. Al di là dei confini libanesi, gli USA avrebbero fornito ad Israele nel 2008 un potente radar antimissile con la
portata di 2 km, installato nel deserto del Negev.213
Nelle elezioni del 2009 la coalizione del 14 marzo riuscì a guadagnare di nuovo la maggioranza in Parlamento con 71
posti su 128. Hezbollah non poteva accettare questo risultato elettorale, ammettendo la propria sconfitta, per cui ricorse
di nuovo alla forza delle armi per mantenere il potere.
Jumblatt ed i suoi mostrarono i primi segni di differenziazione dalla maggioranza, sostenendo che la Resistenza contro
Israele avrebbe dovuto essere mantenuta in cooperazione fra lo Stato e la società per fronteggiare le aggressioni
israeliane.214 Le decisioni di Jumblatt di appoggiare la Resistenza, uscendo dal gruppo del 14 marzo, sono
evidentemente prese sotto la pressione delle pesanti minacce contro la sua famiglia e la comunità drusa esercitate dalle
milizie sciite. Hezbollah negli ultimi anni era divenuto molto bellicoso, e chiunque non stava dalla sua parte era
considerato un nemico, senza lasciare spazio a nessuna neutralità. 215
Ma, nonostante questa offensiva militare sul fronte interno, Hezbollah si trovò a registrare due segnali di debolezza. In
primo luogo, un’inattesa perdita di controllo sul proprio territorio,
216
dove si manifestava una situazione precaria sul
piano della sicurezza interna. Il tasso della crescita della criminalità nelle aree sud era forte. Il partito di Dio aveva
209
Ana Maria Luca, Politics and Property , in “Now Lebanon”, 5 novembre 2010 consultato in
http://www.nowlebanon.com/NewsArchiveDetails.aspx?ID=213948 il 10 novembre 2010.
210
Benny Morris, Why Israel feels threatened, in “The New York Times”, 30 dicembre 2008 , consultato in
http://www.nytimes.com/2008/12/30/opinion/30morris.html il 5 novembre 2010.
211
Thanassis Cambanis, Stronger Hezbollah emboldened for fights ahead , in “The New York Times”, 6 ottobre 2010, consultato in
http://www.nytimes.com/2010/10/07/world/middleeast/07Hezbollah.html il 6 ottobre 2010.
212
US comander discusses military aid with Lebanese, In “Washington Post”, 6 agosto 2008, consultato in
http://www.gmanews.tv/story/111915/US-commander-discusses-military-aid-with-Lebanese, il 12 novembre 2010.
213
Obama demande 205 million de dollars au Congrès pour un sustème antimissile israélien contre les roquettes du Hezbollah e du Hamas, in
“L’Orient le Jour”, 15 maggio 2010, consultato sul sito del giornale 15 maggio 2010.
214
Il faut que la Rèsistance soit maintenue, estime Jumblatt, in “L’Orient le Jour”, 17 novembre 2009, consultato lo stesso giorno sul giornale.
215
Mona Alami, Jumblatt’s latest flip flop baffles Druze, in “Now Lebanon”, 28 gennaio 2011, consultato in
http://www.nowlebanon.com/NewsArchiveDetails.aspx?ID=235027 il 1 febbraio 2011.
216
S. Kiwan, intervista concessa all’autore, maggio 2011.
27
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
dunque bisogno dello Stato per combattere i traffici mafiosi, lo spaccio di droga e la prostituzione. 217 Invitò lo Stato ad
assumere il controllo dell’ordine e della sicurezza. Con questa mossa cercava di colpire in due direzioni: da una parte
mostrare che si sottometteva all’autorità dello Stato e dall’altra lasciare alle autorità pubbliche la responsabilità di una
missione impopolare tra i propri simpatizzanti. 218
L’altro segnale proveniva dall’interno e riguardava la corruzione, il male dal quale Hezbollah, fino ad allora, era
riuscito a restare immune. Esplose il caso di Salah Ezzedine, il Berni Maddoff libanese, come fu definito da molti dopo
lo scandalo.219 Ezzedine era un uomo d’affari, religioso, pio, vicino ai vertici di Hezbollah, aveva due case editrici dove
pubblicava libri che esaltavano la guerriglia, un’agenzia di viaggi che organizzava i pellegrinaggi alla Mecca ed una
fitta rete di altri business, comprese alcune attività edilizie nelle quali era partner degli sceicchi del Golfo. “Dunque
quando ha proposto ai massimi dirigenti di Hezbollah e a migliaia di piccoli investitori sciiti di affidargli il denaro per
farlo fruttare nessuno ha avuto dubbi. Prometteva una rendita del 40%, assicurava guadagni sicuri e veloci, una
scorciatoia per gonfiare il conto in banca”.
220
Lo schema ha retto finché tutto è crollato, facendo sparire oltre un
miliardo di dollari. Molti dei dirigenti massimi di Hezbollah avrebbero affidato i proprio soldi ad Ezzedine per un
ammontare di milioni di dollari. Il finanziere fu arrestato dai miliziani del partito di Dio i quali, prima di consegnarlo
alle autorità libanesi, tentarono di recuperare il massimo possibile dei milioni investiti.
Il 30 novembre 2009 fu diffuso il secondo documento politico di Hezbollah dal 1985, quando fu pubblicata la prima
lettera aperta. La forma e la terminologia erano nuove, ma il contenuto non era sostanzialmente cambiato. Il partito
difendeva in maniera decisa la propria autonomia militare “…la resistenza rappresenta un’esperienza viva nel difendere
la patria ….”221 Restava inalterata l’ostilità del partito nei confronti degli Usa e dell’Occidente e la contrapposizione al
capitalismo e alla globalizzazione. La causa palestinese e la liberazione di Gerusalemme erano sempre al centro della
strategia. Hezbollah rimaneva fedele all’Iran ed alla dottrina di Velayet al-faqih.
In sostanza, il documento rendeva evidente la volontà di Hezbollah di mantenere il proprio Stato parallelo e agire
contemporaneamente dall’interno delle istituzioni e della società libanese per imporre le proprie priorità senza
abbandonare i suoi principi ideologici e strategici. 222 Nasrallah era costretto a dichiarare ufficialmente il rispetto del
sistema consociativo libanese, anche se, nella pratica, il suo partito era apertamente schierato contro il
confessionalismo223, nonostante fosse una delle organizzazioni tra le più settarie nel Paese.
Nel gennaio del 2010, poco prima dell’avvio delle trattative del dialogo nazionale, Berri lanciò una campagna invitando
i leader politici libanesi a sedersi e discutere sulla questione delle armi di Hezbollah e la strategia di difesa nazionale. Il
14 marzo ripeteva gli appelli per il disarmo di Hezbollah, ed era quindi il momento migliore per minacciare i cristiani
217
S. el Mawla, op.cit., 2011, p.11.
Jeanine Jalkh, L’Etat invité par le Hezbollah à sévir dans la banlieue sud , In “L’Orient le Jour”, 27 novembre , 2009, consultato lo stesso giorno sul
sito.
219
Robert F. Worth, Billion-Dollar Pyramid Scheme Rivets Lebanon, in “ The New York Times” , 16 settembre 2009, consultato in
http://dealbook.nytimes.com/2009/09/16/billion-dollar-pyramid-scheme-rivets-lebanon/, il 3 ottobre 2009.
220
Guido Olimpo, Il Madoff libanese e la vendetta del Partito di Dio, in “Corriere della Sera”, 15 settembre 2009, consultato in
http://www.cipmo.org/1501-indice-rassegna-nazionale/madoff-libanese-150909.html
221
Hizbullah, The political Manifesto, Beirut, Hizbullah Media Relation Office, 2009, p.28.
222
Tony Badran, For Hezbollah, Lebanon is an afterthought, in “Now Lebanon”, 8 dicembre 2009, consutato in
http://www.nowlebanon.com/NewsArchiveDetails.aspx?ID=131055 il 5 gennaio 2010.
223
Hizbullah, The political Manifesto, op.cit., p.31
218
28
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
con la spada anticonfessionale. I cristiani erano divisisi al proprio interno e calavano progressivamente di numero
rispetto alle altre confessioni. 224
La situazione divenne ancora più conflittuale con l’approssimarsi delle elezioni amministrative. Hezbollah faceva di
tutto per cercare di rinviarle, anche perché, a differenza di quelle parlamentari, in quelle locali non poteva contare
sull’alleanza con Amal. Nel settembre del 2010 lanciò un messaggio attraverso il Blocco Nazionale dicendo a tutti che il
vero potere non stava nel Parlamento e nel Governo, ma nei quartieri sud di Beirut. 225
In questo clima di alta tensione politica, si diffusero indiscrezioni secondo le quali il Tribunale Internazionale per il
Libano sarebbe stato in possesso di atti che accusavano membri di Hezbollah per l’omicidio di Rafic Hariri.226 Il
Tribunale dichiarò che non intendeva colpire un gruppo di persone, ma solo individuare i responsabili dell’attentato, si
trattava, cioè, di accertare solo responsabilità individuali. 227
Nasrallah non riuscì a nascondere il proprio nervosismo, fece appello all’unità nazionale e minacciò di tagliare le mani a
chi avesse tentato di arrestare membri Hezbollah. L’Ayatollah Khamenei contestò la legittimità del Tribunale Speciale
per il Libano lanciando un segnale chiaro di sostegno ad Hezbollah. Ahmadinejad avvertì gli USA, Israele e i Paesi
Europei che avrebbe “tagliato le mani”
228
a chiunque avrebbe interferito nella politica libanese. 229 Il premier iraniano
aveva usato le stesse parole di Nasrallah per minacciare la comunità internazionale.
La situazione politica era molto tesa, aggressiva e scossa da dichiarazioni forti. Arabia Saudita, Siria e Turchia
tentarono di mediare all’interno della scena politica libanese. Ma nel gennaio del 2011 si ritirarono definitivamente,
mettendo fine ai tentativi di mediazione fra Hezbollah e il primo ministro Saad Hariri.230 Hariri venne accusato da
Hezbollah di allinearsi alla linea Saudita ed Americana e di cercare di seminare discordia all’interno della regione. Gli
Hezbollah erano invece accusati da parte del 14 marzo di essere una milizia agli ordini dell’Iran e di essere diventati i
mercenari dell’instabilità del Paese. Sono chiari segnali di quanto la crisi libanese fosse legata ai molti bracci di ferro in
atto nella regione.231
Infatti, la caduta del governo di Saad Hariri ebbe a che fare con la volontà iraniana di mettere le mani sul Libano. Gli
iraniani avevano fatto tre richieste ben precise a Primo Ministro Hariri in visita a Teheran: sopprimere i visti tra Libano
e Iran, firmare una convenzione di difesa e cooperazione militare e di sicurezza con l’Iran e aprire il sistema bancario
224
Hannin Ghaddar, Mr Berri is playing another nasty game, in “Now Lebanon”, 16 gennaio 2010, consultato in
http://www.nowlebanon.com/NewsArchiveDetails.aspx?ID=138827 il 3 febbraio 2010.
225
Le message du Hezb au monde entier? Le pouvoir n’est plus à baabda, au Sèrail, ou au parlement, mais dans la banlieu sud”, souligne le BN, in
“L’Orient le Jour”, 23 settembre 2010, consultato sul sito lo stesso giorno.
226
Bellemare: STL is not politicized, in “Now Lebanon”, 23 dicembre 2010, consultato in
http://www.nowlebanon.com/NewsArchiveDetails.aspx?ID=225277 il 25 dicembre 2010.
227
STL says it’s matter of weeks, in “Now Lebanon”, 10 dicembre 2010, consultato in
http://www.nowlebanon.com/NewsArchiveDetails.aspx?ID=222125 il 3 gennaio 2011.
228
La stessa espressione usata da Nasrallah.
229
Foreign hands interfering in Lebanon will be cut off, Ahmadinejad warns, in “Now Lebanon”, 19 gennaio 2011, consultato in
http://www.nowlebanon.com/NewsArchiveDetails.aspx?ID=231869 il 3 marzo 2011.
230
Médiation syro-saoudienne: le de profundis des diplomates, in “ L’Orient le Jour”, 14 gennaio 2011, consultato lo stesso giorno sul sito.
231
Polémique Hezbollah – Futur en echò à la guerre froide irano-saoudienne, in “ L’Orient le Jour”, 10 aprile 2011, consultato in
http://www.lorientlejour.com//category/Liban/article/699199/Polemique_Hezbollah-Futur_en_echo_a_la_guerre_froide_irano-saoudienne.html il
10/04/2011, il 3 maggio 2011.
29
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
libanese alle banche iraniane per aggirare il blocco dalle sanzioni internazionali. Hariri ha rifiutato tutte e tre queste
richieste. Si aggiunse, poi, un’altra questione: quella del Tribunale Internazionale sul Libano. 232
Dopo la caduta di Hariri, il primo ministro designato, Nagib Mikati, riesce a formare il nuovo governo nel giugno del
2011 con una nuova maggioranza propensa a Hezbollah. E grazie alla nuova maggioranza, Hezbollah chiese il voto
contrario alla collaborazione con il Tribunale, ottenendo così il respingimento dei capi d’accusa ed il rinvio
dell’inchiesta ai giudici libanesi. Si trattò di un grande passo avanti verso il controllo del Libano.
233
Ma se Mikati non
si assumeva le proprie responsabilità rispettando gli obblighi internazionali del Libano, come le Risoluzioni dell’ONU,
il Tribunale ecc, Washington avrebbe potuto interrompere gli aiuti al Libano, che in cinque anni avevano raggiunto 1,2
miliardi di dollari sotto forma di trasferimenti economici e militari. 234 Il Dipartimento del Tesoro Americano lanciò
subito un segnale a Mikati, emettendo una sanzione verso una banca libano-canadese.235
Il Tribunale Internazionale per il Libano, il 29 luglio 2011, pubblica i nomi di chi è accusato per l’omicidio di Rafic
Hariri. I quattro sono membri di Hezbollah: Mustafa Badreddine, Salim Ayyash, Hussein Oneissi ed Assad Sabra.236
VI. Le alleanze a intensità variabili e la concorrenza con Amal
La nascita, la crescita e il ruolo di Hezbollah in Libano sono legati alle sue alleanze regionali. I suoi alleati migliori
sono Iran e Siria. Ma non vanno trascurati nemmeno i rapporti del partito inizialmente con l’OLP ed in seguito con
Hamas e la Jihad Islamica per la Palestina.
I rapporti iniziali tra Hezbollah ed Iran sono quelli tra figlio e padre. L’Iran ha sempre rappresentato per Hezbollah la
maggiore risorsa finanziaria e militare ed anche il riferimento ideologico stabile. La Siria è stato un alleato strategico
forte. Gli aiuti militari potevano arrivare in Libano anche attraverso la Turchia e l’Iraq, ma la Siria si prestava molto
meglio a questo compito di intermediazione. 237
La crisi del 2005, seguita alla morte di Rafic Hariri, inasprì molto il conflitto regionale tra la potenza sunnita e quella
sciita. Di fronte alle prime accuse alla Siria sulla morte di Hariri, l’Arabia Saudita vide la possibilità di allearsi con
l’Iran per accrescere la propria influenza in Libano tramite i propri alleati, tagliando fuori la Siria. 238 L’isolamento di
Damasco veniva visto dall’Arabia Saudita anche in funzione della diminuzione dell’influenza iraniana in Libano e in
Palestina. Per questo cercò di riagganciare i legami con la Turchia, in modo da influenzare i rapporti turco –siriani e in
modo da allontanare la Siria dall’orbita iraniana.239
Le varie fazioni in disaccordo con l’una con l'altra all’interno del regime iraniano, videro negli accordi con i sauditi la
possibilità di preservare la posizione di Hezbollah nel Paese. Proprio queste trattative fra le due potenze preservarono il
232
La chute du cabinet Hariri serait due à son refus de se soumettre à des conditions irannienes , in “L’Oriente le Jour”, 26 febbraio 2011 consultato
lo stesso giorno sul sito.
233
Georges Malbruneau, Pas à pas le Hezbollah a fini par neutraliser ses rivaux , in “Le Figaro”, 26 gennaio 2011, consultato in
http://www.lefigaro.fr/international/2011/01/25/01003-20110125ARTFIG00784-pas-a-pas-le-Hezbollah-a-fini-par-neutraliser-ses-rivaux.php il 6
marzo 2011.
234
Mr. Mikati’s Choice, in “The New York Times”, 27 gennaio 2011, consultato in http://www.nytimes.com/2011/01/28/opinion/28fri2.html il 3
febbraio 2011.
235
Philippe Abi-Akl , Un avertisement sans frais de Washington à Mikati, in “L’Orient le Jour” , 15 febbraio 2011, consultato sul sito lo stesso giorno.
236
Le TSL lève le voile sur les quatre suspects, in « L’Orient le Jour », 29 luglio 2011, consultato in web il 29 luglio 2011.
237
Manal Lutfi , The making of Hezbollah, in “Asharq Alwsat”, 15 maggio 2008, consultato in http://worldanalysis.net/smf/index.php?topic=246.0 il
4 novembre 2009.
238
Frederic Wehrey et al, Saudi-Iranian Relations since the fall of Saddam, California, RAND, 2009, p.80.
239
Ivi, op.cit., p.89.
30
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Libano dalla violenza nell’immediato. Ma l’equilibro si sarebbe rotto completamente con la Guerra del 2006, che fu
preceduta da accordi fra Damasco e Teheran. I due alleati firmarono una serie di accordi commerciali per la fornitura di
gas e petrolio, ed anche per una serie di aiuti militari dall’Iran a Damasco, che riducevano, di fatto, la Siria in un stato di
dipendenza economica e militare dallo Stato più forte, verso il quale la disobbedienza diventava molto difficile. 240
L’Iran, intanto, continuava ad utilizzare la Siria per inviare i rifornimenti di armi ad Hezbollah.
La Guerra del 2006 è stata una chiara risposta al richiamo di disarmo da parte della popolazione nei confronti di
Hezbollah e all’apertura, da parte della comunità internazionale, del dossier nucleare iraniano. Il 13 luglio, solo un
giorno dopo l’inizio della guerra, ci sarebbe stato uno degli incontri più importanti sul nucleare di Teheran. L’Iran ed
Hezbollah probabilmente non prevedevano una reazione così violenta da parte di Israele, ma volevano solo distogliere
l’attenzione internazionale dal dossier nucleare per rinviarlo di qualche mese. Non si può dire che l’obbiettivo non sia
stato raggiunto.
Dal punto di vista dell’Arabia Saudita, la Guerra del 2006 ha spostato l’ago della balance of power in direzione
dell’Iran e della crescita dell’influenza iraniana nel dopoguerra libanese. L’Iran si trovò molto più forte nella propria
posizione regionale e Hezbollah diede alla vittoria una dimensione regionale, 241 proponendola come un successo
dell’asse siriano-iraniano, contro quello occidentale.
I sauditi, una volta visto il sostegno finanziario iraniano verso Hezbollah per la ricostruzione, si impegnarono a loro
volta versando un miliardo di dollari direttamente alla Banca Centrale Libanese per il sostegno all’economia nazionale e
500 mila dollari attraverso vari fondi arabi internazionali per la ricostruzione. Altri aiuti arrivarono da varie fondazioni
saudite per la ricostruzione delle infrastrutture. L’Arabia Saudita congelò per un anno il pagamento delle tasse a tutti gli
studenti libanesi sul proprio territorio.242
Nel 2007 le tensioni irano-saudite aumentarono ancora. Il governo Seniora fu accusato da Hezbollah di essere un
governo fantoccio nelle mani degli USA e dei loro alleati nella regione. L’Arabia Saudita era molto preoccupata dal
potere in Libano di Hezbollah, e di conseguenza dell’Iran. Queste tensioni sfociarono nel 2008 nella controversia fra
Hezbollah e il Governo. Il colpo di mano di Hezbollah, che occupò militarmente il centro di Beirut mettendo sotto
minaccia Governo e Parlamento, ed il blocco della politica libanese che ne seguì, aprirono un nuovo capitolo nella
storia del conflitto fra Arabia Saudita ed Iran. Il Qatar, temendo il peggio da questa escalation di tensioni, spinse per una
soluzione diplomatica.243
Sono proprio le dinamiche legate a questa rivalità che spingono l’Iran a sostenere nella Striscia di Gaza Hamas, con il
quale Hezbollah aveva rafforzato le proprie relazioni dal dopoguerra del 2006. I collegamenti di Hezbollah con Hamas
nel trasporto di armi iniziano già nel 2001. Esistono segnalazioni non solo di trasporti di armi verso i territori, ma anche
di azioni e di addestramento di guerriglieri palestinesi da parte di Hezbollah nelle basi nella valle della Bekaa.
L’obiettivo di Hezbollah, per cui dell’Iran, è stato quello di creare nei territori un’infrastruttura di guerriglia da
240
Frederick W. Kagan, Kimberly Kagan, Danielle Pletka, Iranian influence in the Levant, Iraq and Afghanistan, Report of the American Enterprise
Institute, 19 febbraio 2008, consultato in http://www.aei.org/paper/27526 il 7 luglio 2009.
241
Hérve Pierre, Le Hezbollah, Paris, L’Harmattan, 2009, p. 120.
Frederic Wehrey et al, op.cit., p.82.
243
Ivi, p.85.
242
31
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
utilizzare per far fallire qualsiasi futuro accordo tra Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese. 244 Oggi il quartier
generale di Hamas a Beirut si trova nella periferia sud della capitale sotto la tutela di Hezbollah.
L’Iran ha facilitato anche il collegamento tra Hezbollah e le milizie shiite in Iraq dopo la caduta di Saddam. Si suppone
che nel 2006 quasi duemila combattenti dell’esercito Mahdi di Sadr in Iraq siano stati addestrati da Hezbollah, oltre agli
addestramenti compiuti direttamente in territorio iraniano e alle forniture di armi per le milizie sciite irakene. Ed anche
in questo caso i territori siriani sono serviti come corridoio di transito sia per le persone che per le armi. 245
In Egitto un tribunale speciale condannò alla prigione ventisei membri di una “cellula di Hezbollah” accusati di aver
progettato attentati in quel Paese per conto di Hezbollah. Questo atto rese più difficili le relazioni tra Egitto ed Iran,
perché il Cairo accusò Teheran di utilizzare il movimento libanese per i suoi interessi di potenza regionale. 246 E nel
novembre del 2009, la Corte Suprema Egiziana per la sicurezza dello Stato accettò la richiesta di due avvocati egiziani
di aggiungere il nome del segretario generale di Hezbollah alla lista degli accusati nell’affare della cellula di Hezbollah,
considerandolo il comandante della cellula che pianificava azioni terroriste contro l’Egitto. 247
Walid Jumblatt dichiarò nel 2009 che i Paesi arabi, e in particolare Arabia Saudita, Egitto e Giordania, non dovevano
farsi coinvolgere in una politica di assi regionali ostili alla Repubblica Islamica. 248 Dietro questa dichiarazione si
intravede un braccio di ferro chiaro che propende verso l’Iran nella bilancia regionale. L’Iran cerca di conquistare
l’egemonia nella regione e, schiacciando l’OLP ed sostenendo Hamas e la Jihad Islamica Palestinese, cerca di
controllare la parte palestinese e di imporsi come unico attore regionale, non tanto per andare avanti nella lotta contro
Israele, quanto per consolidare il suo ruolo di potenza nel Medio Oriente. 249
L’alleanza della Siria con Hezbollah è cambiata molto nel tempo. Inizialmente il partito libanese era uno junior partner,
mentre da questo momento in poi si tratta piuttosto di un’alleanza alla pari. Hezbollah ha bisogno della Siria per il
trasporto delle armi e degli uomini dall’Iran, mentre la Siria dipende da Hezbollah per la protezione dei propri interessi
in Libano.250 Per la Siria la riconquista del Golan è una priorità nazionale e pesa molto sulla sua politica interna. Per
questo, mantenere una resistenza attiva nei confronti di Israele tramite un proxy, è molto importante.
Il rafforzamento di Hezbollah serve alla politica siriana, ma il partito resta comunque uno strumento di quella iraniana.
Per questo, Amal rimane sempre un utile strumento di bilanciamento rispetto al Partito di Dio. Probabilmente una tale
crescita di Hezbollah, fino alla conquista del controllo della comunità sciita, non era stata prevista inizialmente
nemmeno dagli stessi iraniani. Hezbollah vince senza, per la verità, controllare tutta la comunità sciita, ma
egemonizzandola e monopolizzando l’uso delle armi. 251
244
Iran invia armi a Hezbollah via Siria, stampa Israele, Ansa, 17 luglio 2001.
Michael R. Gordon, Dexter Filkins, Hezbollah Said to Help Shiite Army in Iraq, in “The New York Times”, 28 novembre 2006, consultato in
http://www.nytimes.com/2006/11/28/world/middleeast/28military.html il 3 marzo 2011.
246
Les 26 membres de la “cellule du Hezbollah” en Egypte condamnés à la peine de prison, in “L’Orient le Jour”, 28 aprile 2010.
247
Plainte déposéee contre Nasrallah en Egypte dans l’affaire de la cellule du Hezbollah, in “L’Orient le Jour”, 12 novembre 2009.
248
Michel Touma, Equation inverse, in “L’Orient le Jour”, 16 settembre 2009, consultato in http://www.lorientlejour.com/editoriaux/id=194 il 20
settembre 2009.
249
Ibidem
250
Mona Yacoubian, Scott Lasensky, Dealing with Damascus, in Council on Foreign Relations, Giugno 2008, p.30, consultato in
http://www.cfr.org/syria/dealing-damascus/p16449 il 3 maggio 2009.
251
Manal Lutfi, Syria: Between Tehran and Hezbollah, in “Asharq al-Awsat”, 16 giugno 2008, consultato in http://www.asharqe.com/news.asp?section=3&id=13101 il 5 novembre 2009.
245
32
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
Hezbollah usa l’Iran e la Siria quanto loro usano Hezbollah. Ma, mentre il regime siriano prosegue nelle sue manovre
per garantirsi la sopravvivenza all’interno della regione, la leadership iraniana mira a conquistarne l’egemonia.
Damasco è il pernio dell’asse Iran- Siria- Hezbollah. La sua posizione permette all’Iran di estendere la propria influenza
nel Levante e nello stesso tempo di ottenere la copertura del nazionalismo arabo.
La relazione tra Stato Libanese e Partito di Dio è asimmetrica, ma a parti invertite rispetto alla norma, che vuole l’attore
istituzionale come il più forte tra i due contendenti. La rappresentazione più evidente di questo squilibrio a vantaggio
dei militanti sciiti, si ottiene mettendo a confronto l’Esercito Libanese (LAF) con l’ala militare di Hezbollah.
Secondo le rivelazioni del sito Wikileaks, nelle quali si riferivano alcune dichiarazioni di un funzionario del Pentagono
secondo il quale Hezbollah avrebbe una dotazione di 50mila missili, fra i quali, tra i 40 e i 50 Fateh-110, missili terraterra di produzione iraniana, capaci di una gittata di almeno 200 km, dunque in grado di raggiungere Israele e 10 ScudD, l’evoluzione dei missili balistici SS-1 a corto raggio di produzione sovietica. Ma, secondo fonti dell’intelligence
israeliana, la Resistenza Libanese (il braccio armato di Hezbollah) avrebbe a disposizione anche missili M600 e i Gecko
(SA-8), anch’essi con un raggio d’azione in grado di raggiungere Israele, oltre a diverse batterie di missili antiaerei e
terra-terra a media distanza di tipo Grad.252
Il 30 marzo 2011 il Washington Post pubblica invece un’inedita mappa tracciata dall’intelligence israeliana, nella quale
sono segnalati 950 siti militari di Hezbollah nel sud del Libano. Fra queste installazioni contano 550 bunker sotterranei
che ospiterebbero installazioni missilistiche puntate su obbiettivi israeliani. 253 Tutte queste notizie confermano l’elevato
potenziale offensivo detenuto da Hezbollah.
Invece le dotazioni dei militari di Stato sono scarse e obsolete. Gli esperti americani registrano la presenza di armamenti
risalenti agli anni Cinquanta per i quali è ormai difficile anche garantire la manutenzione. Un soldato libanese ha a
disposizione solo fra le 10 e le 20 ricariche per le armi leggere per l’addestramento e combattimento compresi. 254
L’Esercito manca in sostanza di sistemi missilistici, radar, antiaerea ed ha un’artiglieria basata sostanzialmente sui
mortai per non parlare della situazione in cui versa l’aviazione ed i tanks. L’80% degli stanziamenti governativi, che si
attestano attorno agli 800 mila dollari, sono destinati agli stipendi del personale. “La tattica di guerriglia della
Resistenza è essenziale per opporsi ad avversario così potente come Israele” ammetteva255 nel giugno del 2006 il
colonnello Hage Sleiman Saleh. E confessava anche che il Governo di Beirut accettava donazioni di armi da qualunque
Paese, purché non venisse chiesto niente in cambio.
In Siria la rivolta popolare è in ascesa e rischia ormai di trasformarsi in una sanguinosa guerra civile. Il governo di Tel
Aviv cerca di sfuggire alle pressioni statunitensi per riavviare il processo di pace con i palestinesi. Come sempre, le
tensioni regionali, possono rimescolare le carte della politica libanese ed anche l’equilibrio delle sue asimmetrie interne.
Ma è comunque un dato da segnalare, il fatto che, proprio sul terreno militare, che è da sempre, il maggior elemento di
forza della strategia di Hezbollah, si manifesti la possibilità della sua sconfitta politica.
252
Michael R. Gordon, U.S. strains to stop arms flow, in “the New York Times” il 6 dicembre 2010, consultato in
http://www.nytimes.com/2010/12/07/world/07wikileaks-weapons.html il 6 dicembre 2010.
253
Yaakov Katz, Maps released of Hezbollah’s military sites, bunkers, in “The Jerusalem Post” il 30 marzo 2011, consultato in
http://www.jpost.com/Defense/Article.aspx?id=214475 il 3 maggio 2011.
254 Anthony Cordsman, Aram Nerguizian, The Lebanese armed forces, in Center for Strategic and International Studies, 10 febbraio 2009, consultato
in http://csis.org/files/media/csis/pubs/090210_lafsecurity.pdf il 3 maggio 2011.
255
Stefano Marcelli, Intervista rilasciata all’autore dal colonnello Hage Sleiman Saleh, per la trasmissione “Mediterraneo”, produzione Rai e
France3, giugno 2006.
33
Le ambiguità di Hezbollah – Gerta Zaimi
La smilitarizzazione sarebbe una sconfitta, però, solo nel caso che all’interno del partito sciita esistesse una sola anima.
L’impressione di molti osservatori è invece quella che al suo interno si confrontino diverse posizioni e diverse
prospettive: chi punta tutto sulle alleanze esterne e la forza delle armi e chi, invece, vede un futuro con Hezbollah che
integra appieno nella politica nazionale ed abbandona la lotta armata e le strategie allogene.
L’esito delle rivolte di massa contro Bashar Assad in corso a Damasco e lo scontro apertosi fra l’Ayatollah Khamenei e
il presidente Ahmadinejad a Teheran, potrebbero costringere il gruppo dirigente di Hezbollah a compiere una scelta
radicale fra queste due prospettive.
Hezbollah ha rifiutato di mettere il proprio armamento a disposizione dello Stato, e anche di coordinarsi con l’esercito
libanese. Il suo ruolo rimane legato ad un’agenda extranazionale per superare quello che è un conflitto arabo-israeliano,
in quello che si chi ama la guerra degli assi.256 Mantenendo le sue armi Hezbollah vuole dominare in Libano e tenerlo
fuori dall’orbita di influenza degli USA. Il Libano è piccolo, ma ha un’importanza particolare come punto di incontro
fra l’Occidente e l’Oriente, è il Paese di un’ampia presenza occidentale con università americane e francesi. In più, il
Libano è sempre stato terra di tolleranza, libertà di stampa e democrazia e potrebbe influenzare altre parti del mondo
arabo.257
256
Emile Khoury, Pas de gestion valable en présence des armes et sans Etat effectif, in “L’Orient le Jour”, 9 marzo 2011.
Martin Kramer, Hamas, Hezbollah and Iran, lecture at the Sydney University, 6 giugno 2006, consultato in
http://shalemcenter.academia.edu/MartinKramer/Papers/82611/Hamas_Hezbollah_and_Iran il 16 marzo 2010.
257
34

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