Fa caldo, governo ladro!

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Fa caldo, governo ladro!
editoriale
Fa caldo, governo ladro!
(…quasi quasi mi faccio uno shampoo)
E
d anche quest’anno, come l’anno scorso, come due anni fa, come ormai succede inesorabilmente dal 1960…
sono arrivate le ferie. Ma le ferie vere, quelle di “agosto”, per intenderci! Ed allora al diavolo il triturante tran tran
invernale ufficiocasa-casaufficio e poi palestra-cena, cena-divano, carabinieridue-portaaporta e… buonanotte che
sono sfinito; al diavolo l’odiata grisaglia fumo di Londra con botton down e cravatta regimental modello controllore
ferrotranviario; al diavolo l’indigesto panino crudo e mozzarella con premuta di arance “così mantengo la linea e
questa estate vi faccio vedere io”; al diavolo la vecchia radio-sveglia che al mattino mi butta giù dal letto con il
tormentone di Caparezza “Sono fuori dal tunnel”; al diavolo il computer, il telefono, il cellulare e tutte quelle
tecnologie multimediali che ubriacano il cervello e inibiscono la libido; al diavolo la politica, le elezioni, il Ministro
Tremonti, l’inflazione che sale, lo stipendio che scende, la benzina che aumenta, l’auto che non parte, i parcheggi
che non si trovano, le multe e gli autovelox che non si contano più, i vigili che arrotondano nel nome che “è meglio
reprimere che prevenire”; al diavolo…da oggi sono finalmente in ferie!
E per autoconvincermi che sono in ferie, non voglio perdere neanche un minuto in questa Città “di destra che ha
votato a sinistra; in una Città dove la destra ha perso pensando di attuare una politica di sinistra mentre la sinistra
ha vinto perché ha presentato una lista di destra”.
Che tempi! Però, quando c’era la Democrazia Cristiana! All’epoca si parlava di “un’estate vattelapesca” e si poteva
trascorrere persino una settimana con la famiglia e figli al seguito sulla riviera romagnola alla pensione “Belvedere”.
Ma lasciamo stare gli struggenti anni ’60 e pensiamo alle mie ferie… che, sono sicuro, saranno alla grande.
Pronti via, allora! Domenica mattina, ore 7.30, parto da casa con famiglia completa e
per fortuna senza seguito di cane, gatto siamese e dell’ odiata tartarughina Margot (per
il mio rifiuto di portare la “bestia” a mare, mia figlia Carlotta ha minacciato più volte
di chiamare l’Associazione Amici degli Animali). Destinazione Monopoli o meglio, Capitolo.
Prima, però, un salto dalle parti di “Pane e Pomodoro” per prendere un caffè con i colleghi
d’ufficio costretti a rimanere ancora in città. Poverini! Li voglio far schiattare d’invidia
perché io ormai da questa mattina sono in ferie. Riparto lasciando a destra i palazzi
desolati di Punta Perotti, passo davanti a Torre Quetta e non posso non pensare ai progetti
faranoici, alle spiagge cittadine di Miami, agli architetti catalani, all’amianto, alla
Fibronit… non posso non pensare a quanto poca cosa è la nostra vita; quanta poca
considerazione hanno della nostra Salute… ma sì!, lasciamo perdere questi pensieri: sono
iniziate le mie ferie.
Ore 8.30, Statale 16, altezza Mola di Bari… mi ritrovo incolonnato in una fila infinita
dovuta forse ad un tamponamento o ad una deviazione per lavori in corso del manto
stradale del tipo rompi-rattoppi-rirompi (cfr. autostrada Salerno-ReggioCalabria)… oppure, semplicemente, per tutti
sono iniziate le ferie.
Ore 10.30, dopo due ore, siamo riusciti ad arrivare a Cozze… la temperatura esterna sfiora i 42°, quella interna
più del doppio anche per il profumo (!?) delle melanzane ripiene che mia suocera ha preparato questa mattina
all’alba costringendo l’intero condominio ad una levataccia. A fianco della mia auto (ormai in ebollizione tanto da
costringermi a versare nel serbatoio l’ultima bottiglia di acqua minerale fresca rimasta) una famiglia di turisti
tedeschi ci chiede “quanto manca per il mare” mentre Radio Norba manda in onda il tormentone rap (sic!) di questa
estate 2004 di Little Tony sulla grande rilevanza sociale e pedagogica che ebbe il rock tra le generazioni dei giovani
che frequentavano l’Azione Cattolica. Pietà!Pietà!Pieta! (Borelli docet).
Ore 13.30 siamo arrivati distrutti dal caldo e da Little Tony al parcheggio della spiaggia. “Dottò, solo posti al caldo…
7 euro, grazie!”. “Sette euro? Ma come, da sette mila lire a… cominciamo bene”. C’è da pagare l’entrata in spiaggia…
ma come si parla tanto di spiagge libere? 10 Euro l’ombrellone, 7 il lettino, 10 il pedalò, 1 il caffè, 2 la Coca-Cola…
ma queste non sono ferie, qui sembra di essere ad Auschwitz.
Calma, devo rimanere calmo. Non devo perdere per nessuna ragione la calma e il mio proverbiale aplomb. Sono
in ferie, perbacco. Ore 15.00 riesco con molta fatica e litigando con i cinque bambini del vicino di ombrellone ad
entrare in acqua. E’ il momento estivo tanto atteso. La mia entrata in acqua deve essere trionfale. Ostento orgoglioso
i miei nuovi addominali, frutti di interminabili sedute invernali in palestra e di rinunce gastronomiche.
Un disastro! Il mio è uno spettacolo indecoroso e miserevole!
Al tramonto, esausto, stressato e incazzato per altre vicissitudini accadutemi in spiaggia (Fantozzi al confronto è
un misero dilettante) riprendo la strada del ritorno. E qui si delinea inesorabile l’apoteosi del mio inizio ferie: la
SS.16 è un interminabile serpentone di auto stressate, di bambini piagnucolanti, di mogli “bruciate”, di mariti
schizzati… non vedo l’ora di arrivare a casa, buttarmi sul divano e guardarmi la prima uscita pre-campionato
dell’Inter. Che sia l’anno buono? Io, per adesso penso al povero Gaber…e quasi quasi mi faccio uno shampoo.
W le Ferie, W Agosto, W l’Italia!
mino grassi
pugliasalute
- due -
luglio • agosto 2004