Reputazione delle università, la classifica delle migliori: top 10 in

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Reputazione delle università, la classifica delle migliori: top 10 in
Reputazione delle università, la
classifica delle migliori: top 10 in mano
a Usa e Inghilterra. Italia fuori
di Alberto Magnani 5 marzo 2014
Metodo diverso, stesso risultato. Il World Reputation
Rankings di Times Higher Education, variante "d'opinione"
della più nota classifica sulle migliori università mondiali,
riconsegna a Usa e Regno Unito il primato nella qualità
accademica: la top 10 è dominata dai supercollege
nordamericani (Harvard, Mit, Stanford, Berkeley, Princeton,
Yale, California Institute of Technology, Ucla) e inglesi
(Oxford e Cambridge). Nessuna traccia dei poli italiani nelle
100 posizioni totali: i nostri atenei, già condannati da altri
ranking per finanziamenti e outlook internazionale, perdono terreno anche tra i più di
10.500 giudizi accademici raccolti tra studiosi di tutto il mondo nel 2013.
Harvard si conferma al primissimo gradino del podio. Rispetto al suo risultato, preso a
modello con base 100, seguono Mit di Boston (90,4), Stanford University (74,9),
Cambridge (74,3), Oxford (67,8), Berkeley (63,1), Princeton (35,7), Yale (30,9), California
Insitute of Technology (29,2), Ucla (28,8). "Solo" 11esima Tokyo (27,7), nell'edizione dello
scorso anno unica istituzione non nordamericana o britannica tra le prime 10.
L'università italiana resta fuori dalla classifica, in una graduatoria che confina HumbdoltUniversitat di Berlino e Sorbona di Parigi tra la 71esima e l'80esima posizione. I punteggi
esatti dalla 50esima posizione in giù non sono disponibile, perché – a detta di Reuteurs –
lo scarto è "troppo ristretto" per essere evidenziato.
La classifica sarà lanciata su scala mondiale domattina, a
Tokyo, come primo step di una due giorni sul «management
La distribuzione geografica del
reputation» nell'istruzione superiore. A differenza del World
campione
University Ranking, l'indice sull'eccellenza accademica
redatto con la consulenza di Thompson Reuteurs, la
graduatoria si basa esclusivamente su «opinioni soggettive –
anche se opinioni di riconosciuti e apprezzati accademici».
Quindi pesanti quanto basta per influenzare gli stakeholder,
tra i target principali delle griglie di valutazione del Times e
degli altri ranking di categoria più influenti. La top 100 emersa nel 2014 è il frutto di
GRAFICI
10.536 responsi ad altrettanti questionari, somministrati in un totale di 133 paesi. Gli
intervistati devono indicare i 15 atenei che giudicano migliori, in base alla propria
esperienza, nei macrosettori di scienze sociali, ingegneria e tecnologie, discipline
umanistiche, discipline cliniche e sanitarie e scienze della terra.
I risultati, comunque, restano soggettivi. Nella definizione fornita dal Times Higher
Education, nella tipologia di domande avanzate («Dove manderesti i tuoi laureati più
brillanti?») e, soprattutto, nella distribuzione geografica di chi ha risposto. Non è un caso
che la aree con la maggior concentrazione di questionari compilati siano quelle più
rappresentate nei quartieri alti della classifica: il 25% dei "responses" arriva dal Nord
America, il 19% dall'Europa occidentale (Regno Unito incluso.); il 13% dall'Asia.
Rispettivamente cinque, quasi quattro e più di due volte tanto i feedback registrati tra
studiosi operativi nell'Europa del sud, pari al 5% del totale.
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