Presentazione donna romana 3
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Presentazione donna romana 3
LA DONNA MUSA ISPIRATRICE DI POESIA Dalla CLODIA di Cicerone alla LESBIA di Catullo • L’amore per Lesbia cantato da Catullo rispecchia il mutamento della condizione della donna negli ultimi due secoli della repubblica • Innovazione nel rapporto amoroso • La nuova figura della donna: una rivoluzione antropologica LESBIA pulcherrima tota, candida diva = personificazione della venustas L’amore per Lesbia : passione travolgente e moralità tradizionale un ideale molto difficile da realizzare DICHIARAZIONI D’AMORE di CATULLO • Viviamo, mia Lesbia, e amiamo, e i rimproveri dei vecchi troppo severi non stimiamoli tutti neanche un soldo. Il sole può tramontare e ritornare: quando cade per sempre la breve luce della vita, noi dobbiamo dormire una sola interminabile notte. Dammi mille baci, poi altri cento, poi altri mille, poi per la seconda volta cento, poi altri mille ancora, poi cento. Dopo, quando ne avremo dato migliaia, confonderemo il conto, per non sapere, o perché nessun maligno possa invidiarci, sapendo che esiste un dono così grande di baci. (carme 5) • Per molti Quinzia è «bella». Per me è «splendida». Alta. Diritta. Accordo sui particolari. Sulla sintesi «bella», no. Il fascino manca. È un corpo vasto totalmente insipido. Bella è Lesbia. Perché è bellissima tutta, ogni grazia ha rubato a tutte quante. (carme 86). Venustas ; formosa, pulcherrima tota • La mia donna dice di non volersi unire a nessuno, nemmeno se Giove stesso lo chiedesse, al di fuori di me. Parla: ma ciò che la donna dice all’amante bramoso, bisogna scriverlo nel vento e nell’acqua che scorre. (c.70) • O Celio, la mia Lesbia, quella Lesbia, proprio quella Lesbia, che Catullo amò lei sola più di se stesso e di tutti i suoi, ora si accoppia senza pudore nei quadrivi e nei bordelli con i discendenti del magnanimo Remo (c. 58) mulier ; nubere • Nessuna donna può dire di essere stata amata tanto e sinceramente quanto da me la mia Lesbia è stata amata. Nessun patto è stato osservato con tanta costanza quanta ce n’è stata nel nostro amore – da parte mia. (carme 87). Fides LE DONNE DEI LIBRI DI SCUOLA Archetipo del buon esempio:LUCREZIA • Sacrificio della vita : Arria e Paolina • Il dolore (sine praemio gloriae) : Arria • Assumere comportamenti ancora più valorosi e coraggiosi di un uomo (cum praemio gloriae) : Agrippina Maggiore e Epicari Il cattivo esempio: imbarazzo della scelta fra avvelenatrici, corrotte,assetate di potere, lussuriose, false, eccessive. Belle, intelligenti e-tratto che le accomuna tutte-adultere . • Clodia/Lesbia: ovvero il fascino perverso ma immortale di una donna «libera » in una società dominata dal potere maschile • Agrippina Minore • Sabina Poppea GIUDIZI e CONSIGLI ANTIFEMMINISTI DI AUTORI PAGANI E CRISTIANI • • • • Giovenale (I-II sec. d.C) nella Satira VI contro le donne Rimpianto per la donna antica forse mai esistita Critica feroce nei confronti di donne tanto nobili e famose quanto lussuriose Consigli ad un amico di evitare il matrimonio Seneca ( I sec. d.) nell’opera «I benefici» Quadro desolante vita familiare romana in cui dilaga il divorzzio Tertulliano , apologista (II-III sec. d. C) in «L’eleganza delle donne» • Svalutazione figura femminile vista come discendente di Eva peccatrice • Consigli alle donne su «come abbellirsi e adornarsi» La parola ai testi 1) GIOVENALE (Satira VI) • Certo: al tempo del regno di Saturno la Pudicizia visse sulla terra e a lungo vi fu vista. Una spelonca gelida, quella allora la casa, tutto qui: focolare Lari padroni e bestie stretti insieme sotto lo stesso tetto. E le spose, figlie dei monti, allora rabberciavano un rustico giaciglio con foglie, paglia e pelli di animali catturati sul luogo. Cinzia, Cinzia, quanto da te diverse quelle donne; quanto diverse anche da te, se la morte di un passero poté annebbiare i tuoi begli occhi; donne che alla sete di figli ormai cresciuti ancora porgevano il seno… • Da quando la sobrietà romana è scomparsa, nessun crimine è assente qui fra noi, nessun misfatto di libidine. Sui nostri colli si sono installate Sibari, Rodi, Mileto e ubriaca fradicia Taranto, con le sue corone e le sue indecenze. L'oscenità del denaro ha introdotto costumi esotici e le mollezze della ricchezza hanno corrotto il nostro tempo con gli eccessi piú vergognosi. • Quando la moglie (Messalina)si accorgeva che il marito (l’imperatore Claudio) dormiva,osando l’Augusta meretrice mettersi dei cappucci da notte e preferire al talamo del Palatino una stuoia,lo abbandonava, con non più di una ancella come compagna.Così, mentre una parrucca bionda nasconde i capelli neri,entra nel caldo lupanare dalle tende vecchie e nella stanzetta vuota, tutta per lei….. La parola ai testi 2) Plinio il Giovane (I-II sec.d.C) ARRIA e il dolore Cecina Peto, suo marito, era ammalato; era ammalato anche il figlio, entrambi senza speranza, così pareva. Il figlio morì; era bellissimo e altrettanto virtuoso, amato dai genitori per questo, ma prima ancora perché era il loro figlio. Lei organizzò il funerale e tutto il resto in modo che il marito non sapesse, anzi: ogni volta che entrava nella stanza dove lui giaceva a letto ammalato, fingeva che il figlio era vivo e che stava migliorando; quando le chiedeva come stava il ragazzo, rispondeva: «ha riposato e mangiato con appetito». Poi, quando non riusciva più a trattenere le lacrime, usciva dalla stanza; solo allora si abbandonava al dolore; dopo essersi sfogata , si asciugava gli occhi , ricomponeva il viso e rientrava, come se avesse lasciato fuori della porta la perdita». (Epistula III) La parola ai testi 3) • Seneca (I benefici, III) • Tertulliano (L’eleganza delle donne) Forse ormai qualcuna si vergogna per un ripudio ricevuto, dopo che alcune famose e nobili donne fanno il calcolo della loro età non in base agli anni, ma a quello dei mariti e se ne vanno di casa per sposarsi , ma si sposano per divorziare? Un simile comportamento finché era raro era temuto, ma poiché non passa giorno senza una notizia di divorzio, hanno imparato a fare ciò di cui spesso sentivano parlare. C’è forse ormai un minimo di vergogna per un adulterio, dopo che si è giunti al punto che nessuna donna ha un marito se non per far ingelosire l’amante? Ormai la fedeltà è una prova di bruttezza. Quale donna troverai tanto meschina e miserabile da accontentarsi solo di due amanti, a meno che non abbia riservato a ciascuno certe ore del giorno? E un giorno non basta per tutti, a meno che non sia stata condotta in lettiga da uno e abbia passato la notte da un altro. E’ sciocca e arretrata colei che non sa che avere un unico amante è chiamato matrimonio Stiamo attenti agli ornamenti terreni, se desideriamo quelli celesti. Disprezzate l’oro che fu la prima colpa del popolo ebraico. Voi dovete odiare ciò che ha rovinato i progenitori, ciò che è stato adorato da quelli che abbandonavano Dio e che anche allora era alimento del fuoco eterno . Ma il tempo per i cristiani trascorre sempre e soprattutto ora non nell’oro, ma nel ferro; si preparano le stole per le pene del martirio e vi attende l’aiuto degli angeli. Voi donne andate nel monddo ricche di cosmetici e degli ornamenti dei profeti e degli apostoli, con gli occhi dipinti di pudore e il volto di silenzio, facendo penetrare nelle orecchie la parola divina e adattando il collo al giogo di Cristo. Abbassate il capo di fronte ai vostri mariti e sarete ben adornate; occupate le mani con la lana e sarete più desiderabili che con l’oro; vestitevi con la seta dell’onestà , con il bisso della santità, con la porpora del pudore.