La Mongolfiera - FLP Affari Esteri

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FLP Affari Esteri
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Segreteria Nazionale
La Mongolfiera
Commentario n. 16 – Estero
Passando per l’America Latina la Mongolfiera approda in Perù, dove si nota subito una situazione anomala. La famosa scuola italiana Raimondi ha una strana gestione, chiacchierata da tanto tempo e adesso più che mai. Sembra che il Comites locale abbia una mano nella gestione. Esistono l’AEAR, il CLECI ed altri tutti molto interessati alla torta (contributi ministeriali, recentemente rimpinguati). I principi giuridici dell’amministrazione dei fondi pubblici non consentono che organismi aventi statuto politico come il Comites si possano immischiare nella gestione di enti sovvenzionati dallo Stato italiano. Ci sono state varie denunce al MIUR, MAE, all’Ambasciata. Nessuno ha mai risposto. Noi lasciamo la parola all’Ispettorato e alle Procure eventualmente interessate e che ci leggono in copia. Il Capo rappresentanza che fa? Dorme, sogna si riposa? Oppure vigila a senso unico? Che strano, mandare funzionari dipendenti della casta che non sanno amministrare correttamente le strutture e gestire con equilibrio i rapporti della comunità. La selezione dovrebbe essere molto accurata e severa. E’ da chiarire se non sia invece il nepotismo che domina. La Mongolfiera salpa per l’Africa attratta da note musicali. Atterrando ad Accra siamo sommersi da suoni martellanti. Apprendiamo che nella residenza della nostra ambasciata funziona una discoteca, con Disk Jockey qualificato, infatti è stato preso in prestito dall’Eni. La musica è vecchiotta, anni Ottanta, si passa da “Vamos a la playa” a “La Isla bonita” e naturalmente il Waka waka. Tutta roba di alta classe. Nella piccola e pettegola comunità internazionale stanno ancora sghignazzando per la festa danzante, con ritmi afro-­‐cubani, accompagnata da tamburi e strumenti non ben definiti: festa attivata per celebrare l’arrivo di un altro funzionario. Chissà chi paga? Il Capo Missione? Oppure qualche fondo particolare? Informeremo le agenzie turistiche per gli italiani che vanno ad Accra. Gli italiani in vacanza possono fare quattro salti in discoteca presso la residenza del rappresentante d’Italia. I biglietti si fanno all’ingresso con probabile soprattassa SIAE. Ritornando in Europa il cielo sopra Parigi appare più grigio. Apprendiamo che presso l’OCSE-­‐UNESCO accorpate ci sono 11 dirigenti fra diplomatici, esperti, distaccati e (superrac)comandati, a fronte di 11 impiegati dipendenti normali. E’ un rapporto tra dirigenti e diretti che la dice lunga sull’organizzazione. Nei luoghi di lavoro normali il rapporto è uno a 20. Nei luoghi di lavoro particolarmente qualificati e privilegiati è 1 a 10, ma certo mai si arriva alle vette di tali sedi, dove è praticamente uno a uno. Proponiamo per Parigi una nuova denominazione: OCSE+UNESCO= CASERMA. Ma solo per gli ufficiali. La truppa non c’è. LE due rappresentanze sono state accorpate per ridurre i costi, e invece i costi si raddoppiano. Magie farnesiane. Quindi in una struttura medio-­‐piccola e irrilevante politicamente 25 persone. Che amarezza per questo sfortunato paese. La volontà di cambiamento viene sviata e si manipolano i dati. Chissà che direbbe il nostro Presidente del Consiglio che sta facendo sforzi immani per cambiare. Purtroppo alla Farnesina tutti i papaveri si considerano insostituibili, intoccabili, inamovibili anche se l’Italia va alla rovina. Il debito pubblico, che continua a salire, ha raggiunto oggi i 2.167,7 miliardi (di Euro, ovviamente!). La legge non li riguarda, invece i privilegi e le prebende sì, insieme a leggi speciali e circolari ad hoc per aggirare il senso della legge generale. Comunque i tempi sono già cambiati e queste ipocrisie e manipolazioni e privilegi che ne conseguono cadranno a uno a uno. Ne siamo certi perché la gente è stufa, indignata, esasperata e piena di odio Roma, 16 marzo 2015 (UFFICIO STAMPA)