Finalmente - pensa Marco - era ora!
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Finalmente - pensa Marco - era ora!
Finalmente Pier Francesco Civai “ Finalmente - pensa Marco - era ora! ” La ragazza siede accanto a lui, nel suo salotto, sul suo divano color lilla, con le gambe leggermente accavallate. Un orecchino verde le penzola meravigliosamente dal lobo, mentre parla; Marco non riesce a concentrarsi su quello che lei gli sta dicendo (sta accennando al fatto che è ossessionata dalla perfezione in ogni cosa ): troppa è la tensione emotiva . La ragazza più bella dell’ufficio, il sogno di tutti i colleghi maschi, è lì, a casa sua. Ha accettato (a dir il vero dopo qualche esitazione) il suo invito a cena. “Quella ha messo il lucchetto alla passera” era stato il commento di Angelo, il più scafato tra tutti i galletti aziendali che avevano tentato in diverse occasioni, ma senza successo, di rimorchiarla. E invece lui………. Marco ha preparato con cura la serata: li accompagna un vecchio disco di Chick Corea, le luci sono giuste, un vassoio caldo di polenta e schie fa buona mostra di sé sulla tavola apparecchiata. E’ il momento del vino: “Qualcosa da bere?” chiede lui con finta nonchalance. ”Buona idea “risponde lei, guardandolo fisso negli occhi e avvicinando il viso a quello di lui. Con mani sudate Marco stappa la bottiglia di bianco, consigliatali dal suo enologo di fiducia, Tullio detto “Aciugheta”. Riempie a metà, come gli ha insegnato Tullio, due calici. Lei solleva il bicchiere, lo inclina, lo fa roteare leggermente, ne annusa il contenuto, poi beve un piccolo sorso. “Accipicchia, devi essere una che se ne intende - pensa Marco – Ma adesso sei mia…”. La ragazza posa il bicchiere, avvicina la bocca all’orecchio di lui e gli sussurra: ”Si è fatto tardi, devo proprio andare.” Prima che Marco si riprenda dalla sorpresa e dallo stupore, lei ha raccolto la sua borsetta ed è già sulla porta. Mentre sta uscendo, mormora: “Mi dispiace, ma sapeva di tappo…”