Lettera aperta delle donne agricoltrici

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Lettera aperta delle donne agricoltrici
LETTERA APERTA DELLE DONNE AGRICOLTRICI
Siamo donne impegnate nella attività agricola, viviamo in piccoli centri od in cascine sparse nella
campagna italiana, accudiamola natura e la famiglia, abbiamo problemi e speranze come tante altre
donne di questo Paese. Di noi non si sa molto anzi, si ha una immagine spesso deformata.
La stessa crisi di trasformazione che sta attraversando l'agricoltura italiana ed europea, con le sue
diverse conseguenze economiche e sociali è sconosciuta o lascia indifferente l'opinione pubblica. Il mondo
agricolo viene rappresentato o attraverso immagini bucoliche che non corrispondono alla realtà o con
slogan negativi: si considera l'agricoltura sola come settore assistito, residuale rispetto allo sviluppo
tecnologico, responsabile di inquinamento ambientale, tradizionalista e premoderno, sul piano culturale.
In questo quadro non sembra esserci spazio per ciò che di positivo l'agricoltura rappresenta e, a maggior
ragione, per noi donne che di questo settore costituiamo oggi, quantitativamente e qualitativamente, una
risorsa fondamentale,
Noi vorremmo solo che si riflettesse invece intorno ad alcuni semplici concetti:
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l'agricoltura è fonte di vita: la produzione di alimenti è fondamento, materiale e culturale, di ogni
società ed economia;
agricoltura e natura rappresentano un tutto unico: gli agricoltori conoscono la natura, c'è con
essa un rapporto quotidiano, qualche volta anche duro, ma mai banale o semplicistico o
irrispettoso;
l'agricoltura è l'unica vera custode delle montagne e delle nostre colline: senza di essa c'è il
deserto;
l'agricoltura è un settore dinamico, al passo con i tempi, ha prodotto e sta producendo un grande
scenario innovativo: nelle persone, sempre più ricche di competenze imprenditoriali, nella
richiesta ed uso di ricerca e tecnologia, nella produzione di qualità.
Noi donne sempre più presenti : cresce l'imprenditoria femminile nel settore agricolo perché per noi
l'agricoltura non è più un destino di fatica e di invisibilità, ma una scelta di vita, di lavoro, di
autorealizzazione, di luogo dell'autonomia e della reciprocità.
E' stato un cammino non semplice; per questo pensiamo con grande affetto ed ammirazione a tutte
quelle donne rurali dei paesi in via di sviluppo che a Pechino ci hanno parlato della drammatica
equivalenza agricoltura-donna-povertà.
Per noi e per loro vogliamo fare alcune richieste e alcune proposte.
ALL'INFORMAZIONE: una attenzione vera al mondo agricolo, ai soggetti che lo abitano, ai processi che vi
accadono, perché è parte importante del mando delle imprese e del lavoro.
ALLA POLITICA ED ALLE ISTITUZIONI: considerare l'agricoltura come settore in grado di produrre
sviluppo ed occupazione, come vocazione primaria di intere aree del nostro Paese;
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attivare politiche formative in grado di sostenere la crescita imprenditoriale dei soggetti che vi
operano;
attuare politiche delle infrastrutture e dei servizi, alle imprese e alle persone, nel territorio rurale;
mettere in relazione scuola e agricoltura sul piano dei programmi, dello scambio di esperienze,
della valorizzazione di una "cultura" del mondo agricolo che ha molte e positive cose da dire ai
nostri giovani;
costituire un "Osservatorio dell'imprenditoria femminile agricola" presso il Ministero delle Risorse
Agricole e Forestali
ALLA COMMISSIONE FEMMINILE DEL COPA (Comitato Europeo organizzazioni professionali agricole).
Attivarsi, a livello europeo, per la creazione di una "Banca della solidarietà" che possa individuare le
risorse e la strumentazione per mettere in dialogo e a frutto le esperienze e conoscenze delle agricoltrici
europee con quelle donne rurali dei paesi in via di sviluppo.
Una piccola idea, per un grande obiettivo:
oltre l'Europa dei mercati, una Europa politica e sociale capace di costruire cooperazione, scambio e pari
opportunità anche per le donne agricoltrici di tutto il mondo.
LE DONNE DI CIA - COLDIRETTI - CONFAGRICOLTURA