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PALEOITALIA
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Numero 14
In questo numero di PaleoItalia troverete per l’ultima volta la rubrica
del Presidente firmata dal Prof. Antonio Russo, che ha esaurito il suo mandato. A lui va il nostro ringraziamento sia per essere stato sempre vicino al
nostro “giornalino”, sia per aver dedicato molto del suo tempo alla Società
Palentologica Italiana.
La seconda parte dell’articolo del Dott. Dal Sasso sulle tecniche di
preparazione dei fossili è rimandata per motivi tecnici al prossimo numero.
Alla fine del fascicolo trovate l’elenco dei soci, aggiornato allla fine
dell’anno scorso. Siete pregati di controllarlo e di segnalare eventuali errori.
Le norme per gli autori, pubblicate in ultima pagina, sono state leggermente ritoccate: per favore, tenetele in considerazione nella sottomissione
dei prossimi contributi.
Ricordo di inviare le segnalazioni relative alle diverse rubriche direttamente a rispettivi curatori:
Notizie Italiane [email protected]
PaleoNews
[email protected]
PaleoLibri
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PaleoLex
Paleoweb
Agenda
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Buona lettura!
Carlo Corradini
IN COPERTINA
Fascicolaria etrusca D’Ancona, 1872
Riprodotto da: D’Ancona C.., 1872, “Malacologia Pliocenica Italiana - Fascicolo
II. Generi: Pisania, Ranella, Triton, Fascicolaria, Turbinella, Cancellaria, Fusus”,
Tipografia di G. Barbera, Firenze.
Tav. 12, fig.1.
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Cari Soci,
ormai il mio mandato volge a termine. All’inizio di ogni nuova
avventura i propositi sono tanti, purtroppo realizzarli spesso incontra
difficoltà. Pertanto chiedo scusa per non aver potuto portare a termine
tutto quanto promesso. Tuttavia qualcosa di buono credo sia stato
fatto. Molte energie sono state dedicate alla pubblicazione dei tre
fascicoli annuali del Bollettino ed ai due numeri di Paleoitalia. Ciò è
stato possibile anche grazie alla tenacia e alla abnegazione dei
Segretari di Redazione Dott. Cesare Papazzoni, per il Bollettino, e
del Prof. Carlo Corradini, per Paleoitalia, con la costante ed attenta
supervisione del Direttore Responsabile Prof. Enrico Serpagli. Questa
è l’occasione migliore per esprimere la mia più sincera gratitudine.
Ma una rivista scientifica non si realizza se non c’è il qualificato
apporto dei colleghi che hanno scelto di pubblicare le loro ricerche
nel Bollettino. A tutti loro e ai numerosi referee i miei ringraziamenti.
In questi tre anni, seguendo l’iniziativa del Past-President Prof. A.
Cherchi, sono state organizzate le Giornate di Paleontologia, la prima a Bolzano e Trento, la seconda ad Urbino. La presenza in entrambe le manifestazioni di oltre 120 paleontologi, moltissimi dei quali
giovani, con la presentazione di circa 40 comunicazioni scientifiche,
credo sia stata la miglior testimonianza della vitalità e vivacità della
nostra Società. E’ d’obbligo ingraziare personalmente e a nome di
tutto il Consiglio Direttivo il Dott. Vito Zingerle, Direttore del Museo
di Scienze Naturali dell’Alto Adige, ed il dr. Marco Avanzini del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, il primo per averci ospitato presso il bellissimo Museo di Bolzano, il secondo per averci organizzato e guidato una splendida escursione lungo il canyon del
Bletterbach. La seconda edizione è stata organizzata dal Prof. Rodolfo
Coccioni, coadiuvato dai suoi “Coccioni Boys”, presso l’Istituto di
Geologia e Centro di Geobiologia dell’Università di Urbino, con
splendide escursioni presso i numerosi Musei delle Marche e della
Romagna. Spero che anche quest’anno la partecipazione alle Giornate
di Paleontologia, organizzate a Trieste dal Prof. Nevio Pugliese,
Dipartimento di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine, e dalla
Dott. Deborah Arbulla, Museo Civico di Storia Naturale, sia numerosa
e partecipe. I responsabili della organizzazione hanno preparate
giornate piene di attività ed escursioni veramente “appetitose”.
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L’invito è rivolto anche ai paleontofili, la cui partecipazione è
particolarmente gradita.
Molti sono stati i tentativi di ottenere più visibilità presso il Ministero dei Beni Culturali, visto che i fossili sono un bene dello Stato,
tutelati da una legge, che noi tutti, Paleontologi e Paleontofili, rispettiamo. Purtroppo non abbiamo ottenuto un gran successo.
Ma a me piace essere ottimista, sono sicuro che la tenacia del
prossimo Presidente, cui faccio i miei migliori Auguri, porterà ottimi
risultati.
Un sincero e caro ringraziamento ai colleghi del Consiglio Direttivo
della Società, al Tesoriere, ai Revisori dei Conti, e a Jordi Barbara
Orso portavoce dei Paleontofili, per il proficuo e costante aiuto.
Infine un grazie particolare alla Segretaria della Società Prof.
Francesca Romana Bosellini. Senza la Sua costanza, la Sua
determinazione, il Suo rigore nell’organizzazione, e la Sua infinita
pazienza nel sopportarmi nei momenti “caotici”, il mio modesto
contributo alla Società non sarebbe stato possibile.
Nei ringraziamenti molto spesso si dimenticano molte persone che
sono state determinanti nella vita della Società in questi tre anni, a
questi “non-nominati” un grazie sincero.
Sinceramente
Il Presidente
ANTONIO RUSSO
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VANTAGGI
EVOLUTIVI
superior stabat avis
longeque inferior dinosaurus
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ALLA SCOPERTA DEI “PALEOTESORI”
DELL’ISOLA DI USTICA (PALERMO)
THALASSIA GIACCONE
L’Isola di Ustica (provincia di
Palermo) è situata nel basso Tirreno
a circa 60 km dalla costa
settentrionale ed occidentale della
Sicilia (13°10’33” Longitudine Est,
38°42’27” Latitudine Nord). La
superficie si estende per 8,65 kmq,
con una lunghezza di 4,5 km in
direzione SE-NW ed una larghezza
di 2,7 km. Le coste si sviluppano per
circa 12 km e la quota più alta è
rappresentata da Monte Guardia dei
Turchi, 248 metri sul livello del mare.
Il nome dell’isola, da un punto di
vista etimologico, ha diverse origini:
deriva dal latino “ustum” (bruciata),
Ubicazione di Ustica e del Banco
Apollo (da Di Geronimo et al., 1988).
nome datogli dai naviganti Romani
probabilmente per l’aspetto nero e
arso dovuto alla natura vulcanica
delle sue rocce; ma anche dal greco
“osteodes “ (ossario), per la presenza delle ossa di migliaia di mercenari
Cartaginesi abbandonati sull’isola
dai loro capi, secondo quanto
tramandato da Diodoro Siculo.
La storia di Ustica e delle sue
genti è antichissima, lo testimonia il
villaggio dell’Età del Bronzo che
risale al 23° secolo a. C.. L’isola fu
colonizzata presumibilmente da
popolazioni mediterranee che hanno
lasciato le tracce tangibili della loro
presenza negli utensili e negli oggetti
di uso comune, scavati nella pietra
lavica dell’isola come i basamenti
delle case, ma anche nei reperti scoperti sui fondali circostanti, divenuti
patrimonio archeologico dell’isola.
L’Isola di Ustica è, inoltre, una
riserva naturale marina ed una
riserva regionale terrestre, protetta
a terra e a mare con modalità
diverse in modo da permettere la
fruizione turistica, la balneazione e
la pesca in alcuni tratti e vietarle in
altri.
Durante la sua storia geologica,
limitata al Quaternario, l’isola palermitana è stata interessata da alcune trasgressioni marine che vi han-
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no lasciato i segni con un triplice ordine di terrazzi a quote differenti:
Terrazzo a 90-115 metri s.l.m.: si
estende con allungamento E-W e
occupa la zona di Oliastrello e parte
di Contrada S.Paolo. Secondo le
correlazioni stratigrafiche, eseguite
durante gli studi di diversi autori
(Calcara, 1848; Cortese & Sabatini,
1892; Martelli,1912; Termer, 1924;
Stella Starrabba, 1925; Pichler,
1968), la formazione del terrazzo
sarebbe avvenuta nell’interglaciale
“Siciliano”, quando Ustica era quasi
del tutto completa. Il terrazzo, nella
parte alta, ha modificato parzialmente la morfologia dei primi coni
craterici ed ha interrotto la continuità geologica delle colate laviche
fluite verso sud, eccetto quella più
elevata proveniente da Monte Costa
del Fallo che è stata risparmiata dalle
acque del mare. A sud della località
Timpone Tranchina, il terrazzo è
interessato da una faglia diretta che
ha alzato il settore meridionale dello
Carta dei terrazzi
marini (da
Romano e
Sturiale, 1971).
stesso rispetto alla posizione originaria. Nonostante l’assenza di una
vera linea di spiaggia, sono presenti
molti ciottoli lavici arrotondati, i quali
vengono attualmente usati dai
contadini per la costruzione di
muretti di recinzione dei campi o
vengono asportati per trasformare
l’iniziale copertura di ciottoli marini
in terreno agrario.
Terrazzo a 40-60 metri s.l.m.:
occupa una vasta zona dell’isola che
prende il nome di Contrada Tramontana e nonostante sia stata interessata da due trasgressioni, è quella
relativa all’interglaciale “Milazziano” che ha prodotto il terrazzamento
in questione. La morfologia di
Monte Costa del Fallo e di Monte
Guardia dei Turchi, sono state
modificate dall’azione delle acque
marine, la cui azione abrasiva ed
erosiva ha messo in evidenza
formazioni intracrateriche.
Terrazzo a 25-35 metri s.l.m.:
riguarda la Contrada Spalmatore,
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Veduta dell’area dei faraglioni (foto di M. Vitelli).
situata nella parte occidentale dell’isola; si tratta di un segno visibile
della trasgressione marina del
‘Tirreniano”. Inizialmente doveva
essere più esteso, attualmente è
ricoperto in buona parte dai prodotti
dell’ultima attività eruttiva.
ciottoli a nord e una ristretta linea di
piccoli ciottoli a sud, in parte
ricoperta dal soprastante deposito
tufitico.
Dal punto di vista paleoecologico
marino, è possibile scoprire due siti
di notevole interesse: la Grotta
dell’Accademia e il Banco Apollo.
Alla trasgressione tirreniana,
appartengono anche i modesti
terrazzamenti localizzati in prossimità della costa di Contrada Tramontana e il piccolo terrazzo
ubicato nella parte nord dell’attuale
edificio della Falconiera.
L’avanzamento del mare sulla
terraferma ha risparmiato solo la
cresta collinare di Ustica e gli unici
punti dove invece sono visibili vere
e proprie linee di spiaggia sono in
corrispondenza del complesso
tufaceo della Falconiera: si nota,
infatti, una marcata linea di grossi
Grotta dell’Accademia: è una grotta meso-infralitorale, quindi semisommersa, caratterizzata da un
popolamento bionomicamente omogeneo e rappresentativo della
Biocenosi delle Grotte Oscure
(Pérès & Picard, 1964). Per quanto riguarda i riferimenti in letteratura, si può citare il lavoro di Giaccone
et al. (1985) riguardante la “Flora e
vegetazione marina dell’Isola di
Ustica” e il lavoro di Di Geronimo
et al. (1993), sul “Popolamento e
tanatocenosi bentonica della Grotta
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dell’Accademia”. Dall’analisi della
tanatocenosi della grotta sono
emerse informazioni molto importanti: in essa sono presenti sia stocks
infralitorali e in particolare resti di
organismi appartenenti alla Biocenosi delle Alghe Fotofile (Pérès
& Picard,1964), sia stocks circalitorali riferibili alla Biocenosi delle
Grotte Oscure e al complesso bionomico del Coraliggeno (Meinesz et
al., 1983). La differenza tra il popolamento attuale e la tanatocenosi è
spiegabile ammettendo una paleotopografia diversa da quella attuale.
È possibile ipotizzare che, con un livello del mare più basso di circa due
metri di quello attuale, la grotta era
caratterizzata da un’apertura più
ampia e quindi aveva un rapporto
con il mare aperto più diretto. In
questo modo sarebbero entrati ap-
porti infralitorali fotofili accumulati
nell’attuale tanatocenosi; successivamente, con l’innalzamento del livello marino e il probabile crollo di
parte della volta, la grotta ha assunto l’assetto morfologico attuale, isolandosi da rapporti con il mare aperto. Per quanto riguarda invece gli
apporti circalitorali, è necessario invocare la caratteristica di alcune
grotte di diventare delle “enclaves”
(isole) di popolamenti dei piani inferiori, in quanto i fattori ecologici di
questi ambienti sono propri anche di
profondità più elevate (Riedl, 1966).
Secondo l’andamento della curva
eustatica elaborata da Morner nel
1971-1980 e secondo quanto proposto riguardo l’evoluzione della grotta, questa è databile in un intervallo
di tempocompreso tra 4.500-6.000
anni fa (Di Geronimo, 1993).
L’area di Punta Omo Morto (foto di M. Vitelli).
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Banco Apollo: è separato completamente dalla terraferma, essendo
ubicato a 35 miglia a nord della costa siciliana e a circa 3 km ad ovest
di Ustica: tra l’isola e il banco è presente una larga depressione con una
profondità di circa 150 metri. È possibile affermare che il Banco Apollo
è interessato da una diramazione
della corrente atlantica che scorre
a nord della Sicilia e che non è influenzato da apporti sedimentari
continentali significativi: i sedimenti
che ne caratterizzano i fondali sono
dovuti ad una produzione carbo-natica autigena.
Il banco, parte del complesso
vulcanoclastico di Ustica, è costituito
da una parte sommitale che raggiunge una profondità di 40 metri ed
è lambita da forti e costanti correnti
di fondo a direzione NW-SE,e dai
fianchi formati da un substrato roccioso popolato da praterie di
Laminaria rodriguezii (Giaccone,
1967), colonie di Gorgonacei, Spugne, Ascidie, Briozoi, Asteroidi e da
massi tra i quali si formano tasche
di sabbia bio-detritica grossolana.
Verso est il Banco Apollo è formato da enormi blocchi basaltici,
separati da larghe strisce di sabbia
grigio-chiara e verso ovest da un
vasto massiccio roccioso interessato
da enormi spaccature, talvolta
trasformate in veri e propri canaloni.
Uno di questi canaloni, si allarga
formando una piccola valle che
sbocca in, direzione sud-ovest, in un
penepiano lungo circa 500 metri,
che alla profondità di circa 80 metri
si interrompe per lasciare il posto
ad una parete a strapiombo (quasi
verticale) che scende a profondità
abissali (Giaccone, 1967) .
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Il popolamento del Banco Apollo
è riferibile alla Biocenosi dei
Substrati Duri Circalitorali a grandi
Phaeophyceae, che rientra nella più
ampia Biocenosi del Coralligeno
(Pérès & Picard, 1964) e alla Biocenosi del Detritico costiero per
quanto riguarda i fianchi e la
sommità del banco, mentre i fondali
sabbiosi appartengono alla Biocenosi delle Sabbie grossolane e delle
Ghiaie fini sotto l’influenza delle
correnti di fondo (Pérès & Picard,
1964).
Dall’analisi della tanatocenosi è
emerso che i suoi costituenti sono:
stocks circalitorali della Biocenosi
del Coralligeno,stocks circalitorali
della Biocenosi del Detritico costiero
e stock circalitorali della Biocenosi
delle Sabbie grossolane e Ghiaie fini
sotto l’influenza delle correnti di
fondo, quest’ultimi molto abbondanti.
In conclusione, la tanatocenosi
dei sedimenti del banco meglio
caratterizzata è stata originata da un
popolamento attribuibile alla Biocenosi delle Sabbie grossolane e
delle Ghiaie fini sotto l’influenza di
correnti di fondo.
Sull’Isola di Ustica e in particolare sulla costa settentrionale di Cala
Santa Maria, si ritrova un giacimento
fossilifero in cui sono presenti i cosiddetti “ospiti meridionali” del
Tirreniano.
La fauna ha un tipico carattere tirreniano perche’:
- bassissimo numero di specie
estinte (solo Mathilda granosa);
- presenza di “Ospiti caldi”, di specie attualmente distribuite sulle coste dell’Africa Occidentale e consi-
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Schizzo topografico dell’estremità
orientale dell’isola di Ustica, con
l’ubicazione del giacimento fossilifero
tirreniano (indicato dalla “chiocciola”) sulla costa settentrionale di
Cala S. Maria (da Ruggieri e
Buccheri,1968).
derate come fossili guida per il
Tirreniano (Strombus bubonius,
Mamilla lactea, Cantharus viver-
ratus, Conus testudinarius, Brachidontes puniceus).
La malacofauna tirreniana ritrovata durante il rilevamento geologico di quest’area, ubicata a circa 3032 metri sul livello del mare, all’interno di un livello di sedimenti costieri intercalato in una serie tufitica.
Il livello fossilifero è costituito da
una sabbia molto grossolana, formata da lapilli scuri, frammisti a gusci
più o meno frammentati di conchiglie. Si tratta di un’intercalazione
spessa attorno a 80 cm, inserita entro una potente serie di tufiti nere o
grigie suborizzontali, il cui tetto sporge come un ristretto terrazzo a quota circa 40 metri, decorrente sulla
costa nord di Cala Santa Maria, a
partire dal capo della Falconiera fino
entro l’abitato di Ustica (verso
ovest), laddove non è piu’ possibile
seguirlo.
Le tufiti poggiano (anche se il
contatto è poco chiaro per la presenza di una copertura detritica)
sopra brecce costituite da grossi
elementi basaltici e cemento di
1. Emarginula (Emarginula) cancellata Philippi, x 2,6; 2. Gibbula (Colliculus)
turbinoides (Deshayes), x 3,3; 3: Patella (Patella) aspera Lamarck, x 1,1; 4:
Anabatron (Nodulus) contortus (Jeffreys), x 22.
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calcare giallastro e duro (con
Thericium vulgatum), affioranti
poco sopra il l.l.m. La parte inferiore
delle tufiti è di colore scuro con
sottili bande più chiare (a causa forse del dilavamento dei lapilli da parte del mare) mentre la parte superiore, oltre il livello fossilifero incluso, è grigia con stratificazione
lenticolare e incrociata.
Il pacco tufitico sembra essersi
formato a spese dei tufi andesitici
(residuo del vulcano piroclastico
della Falconara) su cui si addossa, i
quali costituiscono la sporgenza di
Punta Falconiera. Questo testimonia che al momento della deposizione della serie tufitica citata, l’attività eruttiva di Ustica si era conclusa da tempo e lo smantel-lamento dell’apparato eruttivo era già
avanzato (rielaborazione da parte
del mare e del vento).
L’età tirreniana della fauna a
molluschi è stata determinata da
Ruggieri e Buccheri (1968) a seguito
di un lavoro condotto dagli stessi
autori con un contributo del CNR
nell’ambito dell’attività del Gruppo
di Ricerca per la Geologia dell’Italia Centro-Meridionale.
Bibliografia consigliata
Autori Vari (1990). La grotta dell’Accademia e il Complesso Sotterraneo
della Pastizza nell’Isola di Ustica.
Quaderno n°2, Palermo.
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Autori Vari (1991). Le grotte sommerse
di Capo Falconara, dello Scoglio del
Medico e dei Gamberi nell’ Isola di
Ustica. Quaderno n°6, Palermo.
Autori Vari (1997). La ricerca scientifica subacquea. Quaderno n°19, Palermo.
Calcara P. (1842). Descrizione dell’Isola di Ustica. Giorn. Lett. 299, Palermo.
Di Geronimo I., S. Giacobbe, A. Rosso,
R. Sanfilippo (1988) . Popolamenti e
tanatocenosi del Banco Apollo
(Ustica, Mar Tirreno meridionale).
Quarto Simposio di Ecologia e
Paleoecologia delle Comunità
Bentoniche, Sorrento.
Di Geronimo I., Robba E. (1976). Metodologie qualitative e quantitative per
lo studio delle biocenosi e paleo-comunità marine bentoniche - Il paleobenthos in una prospettiva paleoecologica. Rapp. di Lav. n° 1: 1-35.
Giaccone G., Alessi M.C.,Toccaceli M.
(1985). Flora e vegetazione marina
dell’Isola di Ustica. Boll. Accad.
Gioenia Sci. Nat. Catania, 18 (326):
505-536.
Pérès J.M., Picard J. (1964). Nouveau
manuel de bionomie benthique de la
Mer Méditerranée. Rec. Trav. St.
Mar. Endoume, 31.
Romano R., Sturiale C. (1971). L’Isola
di Ustica - Studio Geo-vulcanologico
e Magmatologico. Rivista Mineraria
Siciliana, 22 (127-129):1-61.
Ruggieri G., Buccheri G. (1968). Una
malacofauna tirreniana dell’isola di
Ustica (Sicilia). Rivista Geologica
Romana. 7: 27-58.
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PALEOITALIA
BREVE NOTA SU ALCUNI GASTEROPODI
PLIOCENICI TERATOLOGICI
MAURIZIO FORLI e M. MAURO BRUNETTI
Le anomalie nelle conchiglie dei
molluschi possono essere attribuite
a cause “genetiche”, “patologiche”,
“traumatiche” e “accidentali”.
L’obiettivo di questa breve nota è
di illustrare alcune conchiglie fossili
con evidenti irregolarità morfologiche imputabili a cause traumatiche
e accidentali
Per cause “traumatiche” s’intendono per lo più fratture provocate
da attacchi di predatori mentre per
cause “accidentali” s’intendono
anomalie prodotte da occasionali
presenze di corpi estranei, quali ad
esempio granelli di sabbia o balani,
inglobati nella conchiglia.
Numerosi sono i lavori sull’argomento ma dato il taglio divulgativo
di queste note ci siamo limitati a
consultarne alcuni che ci sono sembrati più o meno dello stesso tipo,
Ghisotti (1974), Ragozzi (1984),
Venturini (1974), Della Bella (1974),
Munari (1974), Rinaldi (1978), Dell’Angelo (1982), De Monte (1984),
Cecalupo (1984), Dell’Angelo e
Forli (1995), ed un paio decisamente più scientifici, Davoli (1980) e
Mainelli (1988).
Le cause traumatiche sono responsabili delle più comuni “aberrazioni” conchigliari. E’ abbastanza
frequente, specialmente tra i gasteropodi, trovare tracce di riparazione dei gusci, riparazione che dimostra in modo inconfutabile la sopravvivenza degli individui, talora
con una ripresa “normale” dell’accrescimento, talora con più o meno
evidenti “malformazioni” E’ plausibile che ad un maggiore danneggiamento del mantello, ad opera dei
predatori, corrisponda un più evidente accrescimento anomalo della
spira. Seguono le illustrazioni delle
“anomalie” riscontrate con un breve commento sulle probabili cause.
Non abbiamo accennato ad alcuna
interpretazione nel caso delle singolari anomalie di Nassarius clathratus (fig. 2) e di Hadriania oretea
(fig.4), che presenta addirittura due
canali esalanti.
DESCRIZIONI
Di seguito presentiamo delle brevi descrizioni delle maggiori anomalie messe in evidenza dall’osservazione di alcune centinaia di conchiglie fossili plioceniche.
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Distorsio tortuosa (Borson, 1821)
- Fig. 1
La conchiglia presenta la traccia
di attacco di un predatore nel terzo
superiore del labbro esterno. Il
mollusco ha ripreso la costruzione
della conchiglia ma, non essendo
riuscito a ripristinare la normale
crescita, l’apertura si presenta più
stretta.
Questo fa apparire l’esemplare
ancora più contorto e “tortuoso”.
Provenienza: Montalcino
(Siena), Zancleano.
Nassarius clathratus (Born, 1870)
- Fig. 2
E’ questo uno dei casi più
interessanti, tra le aberrazione
riscontrate, in quanto l’anomalia
produce un aspetto insolito della
conchiglia, simulando una “specie”
diversa.
Si ha uno sviluppo regolare fino
all’inizio dell’ultimo giro poi,
immediatamente dopo una linea
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trasversale che segna una sosta
della crescita spiraliforme, senza
motivo apparente, cambiano completamente la forma e l’ornamentazione. La parte superiore del
giro si appiattisce, si allarga, diventando dapprima liscia e poi con solo
un paio di filetti spirali mentre, sul
resto della spira, le coste trasversali
si ispessiscono formando quasi una
carena tubercoliforme.
Provenienza: Castell’Arquato
(Piacenza), Piacenziano.
Fusinus rostratus crispus (Borson,
1821) - Fig. 3
Il canale sifonale presenta
un’inclinazione di quasi 45° con
l’asse della conchiglia. La causa di
questa aberrazione è senz’altro da
attribuire a tre rotture successive
della conchiglia a partire dall’ultimo
giro.
Provenienza: Ciuciano (Siena),
Zancleano.
1. Distorsio tortuosa (Borson, 1821), lunghezza 49 mm;
2. Nassarius clathratus (Born, 1870), lunghezza 26 mm;
3. Fusinus rostratus crispus (Borson, 1821), lunghezza 32 mm.
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Hadriania oretea (De Gregorio,
1885) - Fig. 4
Buccinulum corneum (Linné, 1758)
- Fig. 5
Cymatium affine (Deshayes, 1832)
- Fig. 6
Crassispira leonardiana Ceregato
& Della Bella, 2004 - Fig. 7
Comitas dimidiata (Brocchi, 1814)
- Fig. 8
Tutte queste conchiglie presentano deviazioni dall’asse spirale dovute a rotture, più o meno evidenti
e ripetute, causate da attacchi di
predatori, in più a questo, l’esemplare di H. oretea, mostra un doppio canale sifonale
Provenienza: Ciuciano (Siena),
Zancleano.
Conus mercati Brocchi, 1814 - Fig.
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In questo caso l’aberrazione
conchigliare è prodotta dall’inglobamento e ricoprimento di alcuni
piccoli balani, uno dei quali è ancora parzialmente visibile all’inizio
4. Hadriania oretea (De Gregorio, 1885), lunghezza 18,5 mm;
5. Buccinulum corneum (Linné, 1758), lunghezza 60 mm;
6. Cymatium affine (Deshayes, 1832), lunghezza 44 mm;
7. Crassispira leonardiana Ceregato & Della Bella, 2004, lunghezza 39 mm;
8. Comitas dimidiata (Brocchi, 1814), lunghezza 18 mm;
9. Conus mercati Brocchi, 1814, lunghezza 52 mm.
PALEOITALIA
dell’ispessimento labiale, nella parte superiore dell’ultimo giro.
Provenienza: dintorni di Marti
(Pisa), Zancleano.
Bibliografia
Cecalupo A. (1984). Un esemplare
sinistrorso di Murex (Bolinus) brandaris
L.,1758. Bollettino Malacologico, 20 (912): 307-309.
Dell’Angelo B. (1982). Sui casi di anomalie
nel numero di piastre dei Polyplacophora. Bollettino Malacologico, 18 (912): 235-244.
Davoli F. (1980). Interpretazione di una
forma teratologica di Bonellitia
(Cancellariidae, Gastropoda) del
Tortoniano. Bollettino della Società
Paleontologica Italiana, 19 (2): 227-232.
Dell’Angelo B. & Forli M. (1995). Rinvenimento di piastre anomale di Chiton
saeniensis Laghi, 1984 (Mollusca:
Polyplacophora). Bollettino Malacologico, 31 (1-4): 77-80
Della Bella G. (1974). Anomalie in un mollusco terrestre e in un mollusco
acquadulcicolo. Conchiglie, 10 (1-2): 48.
15
De Monte A. (1984). Di una notevole forma aberrante di Cerastoderma edule.
Bollettino Malacologico, 20 (5-8): 191192.
Ghisotti F. (1974). Mostruosità di Cypraea
tigris Linnaeus. Conchiglie, 10 (1-2): 5556.
Mainelli M. (1988). Caso di una forma
aberrante in valva sinistra di Durania sp.
Bollettino della Società Paleontologica
Italiana, 27 (1): 11-16.
Munari L. (1974). Discorso sulla variabilità della specie conseguente al ritrovamento di un esemplare teratologico di Hinia
mamillata (Risso). Conchiglie, 10 (1-2):
49- 54.
Ragozzi A. (1984). Un esemplare
sinistrorso di Muricopsis cristata (BR.).
Bollettino Malacologico, 20 (9-12): 310
Rinaldi E. (1978). Su un esemplare
teratologico di Scapharca inaequivalvis.
Conchiglie, 14 (7-8): 147-148.
Venturini S. (1974). Rinvenimento di un
esemplare teratologico di Murex
brandaris L. Conchiglie. 10 (3-4): 88.
16
PALEOITALIA
LE ESCURSIONI DEI PALEONTOFILI SPI 2006
JORDI ORSO
Cari Soci paleontofili,
anche quest’anno, grazie alla disponibilità dei paleontologi SPI interpellati,
è stato possibile presentarvi un ricco calendario di escursioni. A metà febbraio
ho spedito la scheda di adesione a tutti i soci paleontofili di cui conosco
l’indirizzo. Colgo l’occasione per invitare coloro che non l’avessero ricevuta a
comunicarmi il proprio indirizzo e-mail e postale in modo da poter aggiornare
la banca dati dei soci paleontofili. Per il 2006 sono state programmate le
seguenti escursioni:
19 marzo: La Foresta fossile del Torrente Stura di Lanzo (TO), Pliocene,
affioramenti fluvio-palustri, impronte di foglie, legni mummificati, Dr. E.
Martinetto
22 aprile: Il Pliocene e le sue estinzioni – eventi ed interazioni che hanno
portato all’ “era” glaciale, (Castell’Arquato PC), molluschi del
Piacenziano, Prof. S. Raffi
7 maggio: Visita al Museo di Besano e allo scavo Sasso Caldo (VA), Dr. C. Dal
Sasso
3 giugno: Le ammoniti del M. Nerone e dintorni, Urbino (PS), Giurassico e
Cretaceo, Prof. R. Coccioni
9/10 settembre: Alla conquista della Grigna Settentrionale (LC), Triassico,
brachiopodi, ammoniti, pesci, Prof. A.Tintori.
Quest’escursione ci porta in alto e ci vuole un minimo di allenamento
per superare il dislivello di 640 m (sabato) e altri 400 m (domenica). Si
tratta di un percorso di grande fascino naturalistico, oltre che
paleontologico. Pernottamento al rifugio Pialleral.
7/8 ottobre (data provvisoria!): Seminario di paleontologia e geologia generale,
Tonezza del Cimone (VI), Dr. Davide Bassi. Il seminario si rivolge a tutti
i soci paleontofili SPI interessati e viene incontro all’esigenza di
approfondire argomenti di interesse e allargare le proprie conoscenze.
Si svolge in due giornate e comprende una parte teorica e una di
osservazioni sul campo. Da non perdere!
Vorrei sottolineare che le escursioni sono di carattere esclusivamente didattico.
Si tratta di un’iniziativa privata e ognuno vi partecipa a proprio “rischio &
pericolo”. Grazie a PaleoItalia avete potuto conoscere alcune delle escursioni
dell’anno scorso, e forse vi siete resi conto di come sono stati divertenti ed
istruttive. Se i vari articoli pubblicati sono riusciti ad incuriosirvi, scrivetemi
richiedendo la scheda di adesione per le prossime escursioni.
PALEOITALIA
17
... e tutti i pesci vennero a galla
ESCURSIONE DEI SOCI PALEONTOFILI A BOLCA
JORDI ORSO
Guida scientifica: Prof. Andrea Tintori, Università di Milano
data: 8 ottobre 2005
Località: Vestenanova (VR) fraz. Bolca
Partecipanti: 12
La visita al Fossil-Lagerstätte di
Bolca era un importante appuntamento nel calendario delle escursioni 2005 per i paleontifili della SPI.
Il punto d’incontro, lo spaccio della
Cooperativa vinicola di Montecchia
di Crosara, a una quindicina di km
da Soave sulla strada per Bolca, può
sembrare un pò insolito, ma si tratta
di un luogo quasi “a tema”, perchè
quel vino porta un marchio molto
appropriato: “I fossili”.
Stop 1: Colonne di Basalto
A poca distanza dalla Cooperativa sostiamo lungo la strada di
fondo valle (a S.Giovanni Ilarione)
per ammirare le colonne basaltiche
Foto di gruppo davanti all’ingresso alla Pesciara di Bolca.
18
PALEOITALIA
affioranti sul versante sovrastante
la strada, che devono la loro forma
al processo verticale di riduzione
volumetrica della lava durante il suo
raffreddamento. Andrea li prende
come spunto per spiegarci alcuni
fenomeni geologici del territorio di
Bolca: “Qui ci troviamo nel Paleogene e, come vedete, siamo nella
terra dei vulcani, che all’epoca furono estremamente attivi, tanto da
coprire e seppellire con i loro materiali effusivi varie volte tutta la zona
per uno spessore notevole”, e ci
spiega che il feno-meno era legato
soprattuttpo alla formazione del
Graben Alpone-Chiampone durante l’orogenesi alpina. “Alle fasi
magmatiche si alternavano delle fasi
di sedi-mentazione carbonatica. Infatti i depositi marini della Pesciara
e del Monte Postale si formarono
durante uno di questi intervalli
nell’Eocene inferiore, cioè circa 50
milioni di anni fa.” Dopo questa breve introduzione riprendiamo le macchine e andiamo a visitare il Museo
di Bolca.
Stop 2: Il ‘Museo dei fossili di
Bolca’
Il ‘Museo dei fossili di Bolca’
contiene un’enorme ricchezza di
reperti, esposti secondo criteri
museali modernissimi. Dagli strati
della “Pesciara” nel corso di cinque
secoli è stata estratta un’incredibile
varietà faunistica marina, unica al
mondo: sono stati descritti più di 100
generi e almeno 300 specie, in
prevalenza pesci, come già suggerisce il nome della Pesciara. I fossili
esposti nelle vetrine e lungo le pareti
sembrano delle opere d’arte, per
quanto sono belli e perfetti. Molti ci
sembrano piuttosto familiari, e nessuno si meraviglia quando Andrea
spiega che a Bolca sono rappresentati gli antenati diretti dell’ittiofauna
moderna di ambiente subtropicale.
Stop 3: Monte Postale
Lungo la strada che conduce alla
Pesciara ci fermiamo presso lo
scavo scientifico, condotto sotto la
responsabilità del Museo Civico di
Storia Naturale di Verona, sul
versante meridionale del Monte
Postale. Il bianco dei calcari spicca
tra le vulcanoclastiti e la folta
vegetazione. Andrea, che segue
questi scavi da molto tempo, ci fa
notare la differenza di stratificazione
nella cava tra la parte superiore e
quella inferiore. Gli strati in alto sono
massicci e presentano rocce dalla
tessitura grossolana, indicando la
deposizione in un regime energetico
Gli strati del Monte Postale.
PALEOITALIA
19
I “pescatori” all’opera nello scavo del Monte Postale
vivace, in prossimità della riva,
mentre quelli più bassi dimostrano
una stratificazione laminare dalla
tessitura più fine, che fa pensare ad
acque profonde e distali. Tutti gli
strati esposti sono stati numerati.
“Solo così possiamo confrontare i
fossili e dare loro un collocamento
nel tempo. Grazie agli scavi
sistematici recenti”, continua
Andrea, “adesso siamo in grado di
elaborare una scala biostratigrafica
correlando i pesci e gli altri
organismi e di costruire delle ipotesi
riguardo le varie associazioni
faunistiche.” Le nuove scoperte
danno un quadro un pò diverso
dall’idea di ambiente che ci si era
fatto fino adesso. Riassumendo,
Andrea spiega: “Flora e fauna di
Bolca appartengono a tre ecosistemi
distinti e non necessariamente coevi:
1. Monte Postale inferiore e
Pesciara: ambiente tropicale di
bacino aperto, 2. Monte Postale
superiore: ambiente più prossimale,
3. Monte Purga di Bolca, da cui provengono le fronde di palma
carbonizzate e i fossili di cocodrilli:
ambiente continentale con acque
salmastri e paludi.” Allora niente
lagune tropicali (infatti non c’è
traccia di barriera corallina), e niente
isole vulcaniche, almeno non al
momento della deposizione dei
sedimenti della Pesciara.
Uno dei misteri dei fossili di
Bolca è rappresentato dalla causa
20
PALEOITALIA
di morte di tutti quei pesci della
Pesciara. Si calcola che dal XV
secolo fino ad oggi siano stati estratti
più di 100.000 esemplari, ma senza
trovare nessun indizio di eventi
catastrofici. Si è dimostrato che il
diffuso vulcanismo è posteriore agli
eventi della Pesciara e quindi non
poteva essere stato la causa di
morte. Certo è che la perfetta
conservazione dei fossili è dovuta ad
un seppellimento veloce da
sedimenti molto abbondanti.
“Considerando l’arco di tempo di
deposizione degli strati fossiliferi,
oggi siamo più inclinati a pensare a
morte ‘naturale’ dei pesci. In questo
caso possiamo ritenere che si sia
trattato di un ecosistema molto
favorevole alla vita e quindi alla
biodiversità”, conclude Andrea.
Stop 4: La “Pesciara”
Proseguendo verso la Pesciara
possiamo ammirare un affioramento
di lave a pillow, testimonianza
inequivocabile di vulcanismo
submarino. Ma le vulcaniti presto si
appoggiano con i calcari chiari della
Pesciara. E qui Andrea ci racconta
una storia davvero straordinaria. Il
Monte Postale e la Pesciara affiorano in mezzo a tutte queste rocce
vulcaniche come due bianche isole.
In lungo e in largo non si trovano
altri affioramenti calcari significativi.
Così si ipotizza che essi siano in
realtá due olistoliti, cioè due enormi
blocchi rocciosi, provenienti da una
vasta piattaforma carbonatica e
distaccatisi durante uno dei tanti
eventi tettonici, precipitando in
acque più profonde quando gli strati
non erano ancora completamente
litificati. Questo si può dedurre da
quei fossili che si sono deformati
insieme alla loro matrice. Ma se si
tratta di olistoliti, e quindi di rocce
trasportate chi sa da dove, com’è
possibile fare un discorso stratigrafico? Perchè della piattaforma
carbonatica madre sembra che non
ci sia (più) traccia. “Infatti”, Andrea
sospira, “al momento ci dobbiamo
accontentare della scala biostratigrafica.”
Il cav. Cerato, vecchio proprietario della Pesciara, ci attende al
cancello e ci fa strada. L’interno
della cava è illuminato e siamo sor-
Un Blochius longirostris finito nella rete dei paleontologi pescatori
PALEOITALIA
21
L’interno della Pesciara.
presi dai colori vivaci delle pareti.
Dal giallo all’arancione essi passano
per tutte le possibili sfumatore fino
al rosso profondo, toccando perfino
una nota di viola scuro. Il cavaliere
ci fa vedere le varie gallerie di
lavoro e siamo tutti molto impressionati. Gli strati inclinati conducono
in profondità notevoli e ci stiamo
chiedendo quali potevano essere le
condizioni di lavoro lungo questi ripidi
cunicoli. Ci spiega che non tutti gli
strati sono fossiliferi, molti infatti
risultano “matti”, cioè sterili. I me-
todi di estrazione non cambiarono di
molto durante i 500 anni di attività
della Pesciara. Una volta cavata, la
lastra doveva passare un periodo di
riposo e asciugarsi per garantire una
più facile apertura in corrispondenza
del fossile. Il lavoro di estrazione era
faticoso e delicato allo stesso tempo.
La bellezza dei colori trasforma
la Pesciara in un luogo davvero
magico, e quasi ci sembra di sentire
nell’aria un vago odore di pesce. Ma
ovviamente si tratta di un’illusione,
la cava non è più attiva da 15 anni!
22
PALEOITALIA
NAUTILOIDI FOSSILI E VIVENTI AL MUSEO
DI SCIENZE NATURALI DI BOLZANO
EVELYN KUSTATSCHER e MASSIMO MORPURGO
I Nautiloidi sono Cefalopodi
primitivi dotati di conchiglia
planispirale e molto diffusi
specialmente nel Paleozoico. Oggi
esistono solo due generi “fossili
viventi”, Nautilus ed Allonautilus
dell’Oceano Indiano orientale e
Oceano Pacifico sud-occidentale.
Il rinvenimento di un’ampia
fauna a Nautiloidi nella Formazione
a Bellerophon in Val Gardena
(provincia di Bolzano) ha dato
origine nel 1998 ad un progetto
(“Tirolonautilus”) in collaborazione con Herwig Prinoth (Ortisei),
il Prof. Renato Posenato (Università di Ferrara) ed il Museo di
Scienze Naturali dell’Alto Adige. La
Nautilus pompilius Linnaeus, esemplare
vivo del nuovo acquario di Bolzano.
tesi di laurea di Herwig Prinoth
(2000) si è basata sulla raccolta e
lo studio di questi animali fossili. I
risultati di questa ricerca sono stati
presentati a vari convegni e
pubblicati in riviste nazionali ed
internazionali (Posenato & Prinoth,
2004).
Questa collezione di oltre 100
esemplari rappresenta una delle più
ampie faune a Nautiloidi di età
Permiana, caratterizzata in particolare dalle grandi dimensioni dei
suoi esemplari. Da poco custodita
al Museo di Scienze Naturali, la
collezione comprende due specie già
note in letteratura mentre altre sei
sono state segnalate per la prima
volta (Tainoceras balestense, T.
malsineri, Peripetoceras comploji, P. gigas, Liroceras gardenense, Foordiceras dolomiticum).
Due esemplari, attribuiti
rispettivamente alle specie Peripetoceras comploji e Liroceras
gardenense, sono ora esposti nella
sala dedicata alle Dolomiti della
mostra permanente. Inoltre, per
permettere al pubblico una più facile
lettura di questi fossili, da dicembre
2005, alla vetrina dei fossili è stato
affiancato un acquario contenente
dei nautili vivi (Nautilus pompilius
PALEOITALIA
23
Peripetoceras comploji Posenato & Prinoth, esemplare con due giri parzialmente conservati
e con sifone ben visibile.
Linnaeus, 1758). In Italia, oltre a
Bolzano, solo all’Acquario del Parco
le Navi a Cattolica è ospitato questo
meraviglioso “fossile vivente”.
Nautilus pompilius è un animale
delicato di non facile mantenimento
in acquario (Norman, 2003). Per
questo motivo è stato realizzato uno
speciale acquario di circa 1.000 litri
di volume in base alla letteratura
(Carlson, 2001, Stirnberg et al.,
1997) e alle informazioni fornite dai
curatori di alcuni acquari pubblici
europei.
Per rispettare le esigenze biologiche di Nautilus pompilius è stato
realizzato un complesso sistema di
filtrazione e di regolazione della
salinità (mantenuta a 34,5‰). Un
refrigeratore regola la temperatura
dell’acqua a 18-20°C. I nautili non
sono in grado di contrastare forti
correnti e piccole bollicine d’aria
sospese in acqua possono danneg-
24
PALEOITALIA
giare i loro occhi. Per questo motivo è stato creato uno speciale sistema di circolazione dell’acqua. Per
ridurre i resti di cibo sul fondo sono
state introdotte in acquario delle
ofiure mediterranee (Ophioderma
longicaudum (Retzius, 1805)). La
vasca è illuminata con una tenue
luce blu, poiché i nautili non sopportano luce forte. I nautili vengono
alimentati con gamberi non sgusciati
e pesciolini interi per garantire anche un adeguato apporto di
carbonato di calcio.
La nuova vetrina con i Nautiloidi
fossili e l’acquario sono il primo
passo di un progetto di ammodernamento della mostra permanente del Museo che prevede, tra
l’altro, di incrementare il numero dei
reperti fossili e minerali esposti.
Bibliografia
Carlson, B. (2001). Mantenimento in acquario e riproduzione di Nautilus. Coralli, 3. Nuovi Orizzonti s.r.l., Ostia Lido
Roma.
Norman, M., 2003, Cephalopods a World
Guide. ConchBooks. Hackenheim, Germania.
Posenato, R. & Prinoth, H. (2004). Orizzonti a nautiloidi e a brachiopodi della
Formazione a Bellerophon (Permiano
Superiore) in Val Gardena (Dolomiti).
Geo.Alp, 1: 71-85.
Prinoth, H. (2000). I Nautiloidi della Formazione a Bellerophon (Permiano superiore) della Val Gardena, Dolomiti (BZ).
Unpubl. thesis, Università di Ferrara:
80+180 pp.
Stirnberg, E., Slabik, R. & Kück, H. (1997).
Neuentwicklung in der Meerwasserabteilung des Bochumer Tierpark +
Fossiliums. In 4. Internationales
Meerwasser-Symposium.
PALEOITALIA
TESI DI DOTTORATO
25
Dottorato di Ricerca in Geodinamica - XVII ciclo
Università Roma Tre
REVISIONE SISTEMATICA DEL GENERE
PROLAGUS (OCHOTONIDAE, LAGOMORPHA,
MAMMALIA) IN ITALIA E NELLE ISOLE DEL
MEDITERRANEO OCCIDENTALE: NUOVI
CARATTERI DIAGNOSTICI, NUOVE
METODOLOGIE SISTEMATICHE,
BIOCRONOLOGIA E PALEOGEOGRAFIA
CHIARA ANGELONE
Tutori: Prof. T. Kotsakis (Università Roma Tre)
Prof. N. López Martínez (Universidad Complutense de Madrid)
Il genere Prolagus compare nel
Miocene inferiore basale dell’Europa centrale. Il suo aspetto era probabilmente molto simile a quello
degli attuali pika, o lepri fischiatrici
(genere Ochotona) che popolano gli
altipiani rocciosi dell’Asia centrale
e del Nord America. Dopo la radiazione adattativa del Miocene inferiore, il genere Prolagus è andato
incontro ad un lento declino, fino
all’estinzione avvenuta in epoca storica in Corsica e Sardegna (l’ultima
segnalazione attendibile è quella di
Polibio, nel II sec. a.C.). Con ogni
probabilità le cause della sua scomparsa sono principalmente legate a
fattori climatico/ambientali, ai quali
si è aggiunta successivamente la
massiccia predazione da parte dell’uomo.
La longevità, la notevole diffusione areale, la grande varietà di
specie e l’abbondanza relativa ed
assoluta del genere Prolagus, in
particolare nei siti fossiliferi europei,
lo rendono uno strumento teoricamente ideale ai fini biocronologici
Ricostruzione di Prolagus sardus (gent.
conc. Sig. D. Zoboli): in generale l’aspetto
delle specie del genere Prolagus doveva
essere molto simile a quello dei pika attuali
(genere Ochotona).
26
PALEOITALIA
e paleobiogeografici. Ciononostante,
le revisioni delle specie del genere
Prolagus a livello regionale sono
finora molto rare. Scopo di questa
Tesi è stato quindi di colmare questa
lacuna a livello della penisola italiana
e delle isole del Mediterraneo
occidentale e, successivamente, di
utilizzare i risultati ottenuti per
implementare il quadro biocronologico e paleogeografico del
tardo Neogene e Quaternario
italiani.
Sistematica
E’ noto che una solida base sistematica rappresenta il punto di
partenza su cui fondare qualsiasi
ulteriore considerazione. Dal punto
di vista sistematico i lagomorfi sono
un gruppo abbastanza complesso,
vista la loro notevole variabilità intered intraspecifica. Per ovviare a
questa difficoltà, sono stati
individuati e testati sul genere
Prolagus nuovi caratteri diagnostici
da aggiungere a quelli già esistenti.
Tali parametri sono sia di tipo
qualitativo (posizione, forma e
ampiezza di alcuni foramina
mandibolari e mascellari), che
Terzo premolare inferiore (P3) di due nuove
specie del genere Prolagus segnalate sul
territorio italiano: a) Prolagus n. sp. (Italia
centrale, Plioc. sup.-Pleist. inf.); b)
Prolagus aff. P. figaro (Sardegna, Plioc. inf./
medio).
quantitativo (nuove misure sulla superficie occlusale dentaria). Per
incrementare ulteriormente l’attendibilità sistematica, sono state introdotte nuove metodologie, come
l’analisi di Fourier, applicate al contorno di alcune parti dentarie particolarmente significative.
I criteri sopraelencati, utilizzati
per effettuare la revisione delle
specie del genere Prolagus
nell’area in esame hanno dato i
seguenti risultati:
- l’individuazione di nuove specie
(Prolagus n. sp., Italia centrale,
Plioc. sup.-Pleist. inf.; Prolagus
aff. P. figaro, Sardegna, Plioc.
inf./medio);
- una più dettagliata caratterizzazione di specie già note (P.
sorbinii, Italia centrale, Messiniano; P. figaro, Sardegna,
?Plioc. sup.-?Pleist. medio basale);
- la ricostruzione dei rapporti
filogenetici intercorrenti fra di
esse.
Filogenesi
In Italia centrale è stata
identificata la linea evolutiva P.
sorbinii-Prolagus n. sp. (Messiniano-Pleist. inf,) che con ogni
probabilità deriva da una forma
orientale di P. crusafonti.
Anche in Corsica e Sardegna è
stata ricostruita una linea evolutiva,
P. aff. P. figaro-P. figaro-P. sardus
(passaggio Plioc. inf./medio-Oloc.),
il cui antenato continentale è
verosimilmente un elemento affine
a P. sorbinii. L’annoso e controverso problema dell’origine di P.
sardus sembra risolto, in quanto
evidenze morfo-dimensionali indi-
PALEOITALIA
cherebbero che P. sardus è una forma pedomorfa discendente da P.
figaro.
Per quanto riguarda l’origine
delle altre specie endemiche insulari
italiane, P. apricenicus e P. imperialis (paleoarcipelago garganico,
Messiniano-?Plioc. inf.), si ritiene
che il loro antenato sia da ricercarsi
in una delle specie cosiddette “P.
oeningensis-like” dell’Europa
orientale, purtroppo ancora poco
studiate.
Le specie P. michauxi e P.
“savagei”, la cui presenza è registrata in maniera puntuale nella
parte nord-occidentale della
penisola italiana rispettivamente nel
Messiniano e nel Pliocene, non
sembrano avere relazione diretta
con le altre specie presenti sul
territorio italiano e nelle isole del
Mediterraneo occidentale. Esse
sono invece affini alle specie coeve
dell’Europa occidentale.
Tendenze evolutive
Lo studio delle tendenze
evolutive del genere Prolagus a
livello della penisola italiana tra il
Messiniano e il Pleistocene ha
portato all’individuazione di modelli
comuni con le linee evolutive
europee coeve. Infatti la linea P.
crusafonti-P. sorbinii-Prolagus n.
sp. parallelizza in maniera molto
evidente e sincronica la nota linea
evolutiva dell’Europa continentale P.
crusafonti-P. michauxi-P. calpensis (aumento della taglia, modificazioni dentarie, ecc.). E’ probabile
che tali convergenze siano imputabili
a condizionamenti di tipo climatico
ed ecologico.
27
Variazioni morfo-dimensionali del terzo
premolare inferiore (P 3 ) delle specie
endemiche insulari del genere Prolagus:
confronto fra la specie continentale
europea P. crusafonti (Miocene sup.) (a) e
P. imperialis (paleoarcipelago garganico,
Messiniano-?Plioc. inf.) (b). Si notino in
particolare il notevole aumento delle
dimensioni e della complessità della linea
di smalto. (Immagini: a) López Martínez,
1989, Mem. Mus. Paleont. Univ. Zaragoza:
3: 1-342; b) Mazza, 1987, Boll. Soc.
Paleont. Ital., 26: 233-244).
Sono state esaminate anche le
modificazioni a cui il genere
Prolagus va incontro in ambienti
insulari, che si esplicano, a livello
dentario, in un aumento notevole
delle dimensioni, in un aumento della
complessità della superficie
occlusale, nella variazione delle
proporzioni di alcune strutture, e in
alcune allometrie a livello della serie
dentaria.
Biocronologia
Come ulteriore prova dell’utilizzo già noto delle specie e dei
morfotipi del genere Prolagus in
biocronologia si è scelto l’esempio
del complesso carsico del Monte
Tuttavista (Sardegna nord-orientale, ?Plioc. sup.-?Oloc.). I cambiamenti morfo-logici e dimensionali
che interessano le varie popolazioni
28
PALEOITALIA
Variazioni morfologiche del terzo premolare inferiore (P3) della specie P. figaro utili ai fini
biocronologici. La scansione temporale delle fessure carsiche del Monte Tuttavista (Orosei,
Sardegna, ?Plioc. sup.-?Oloc.) inferita in base ai caratteri di P3 vede il giacimento Xg.3
come il più antico, seguito da IV”m”, X4 e X5. A tali variazioni morfologiche si accompagna
un leggero aumento delle dimensioni dentarie.
di P. figaro e P. sardus che si susseguono nel tempo possono essere
efficaci strumenti di datazione relativa, da inserire nel quadro generale
fornito dallo studio dell’associazione faunistica nella sua totalità.
Paleogeografia
Il contributo del genere
Prolagus alle ricostruzioni paleogeografiche è di notevole importanza. Numerose evidenze fossili suggeriscono che Prolagus è incapa-
ce di raggiungere ambienti insulari
a meno della presenza di un collegamento emerso (ponte continentale o passaggio filtrante). Queste
considerazioni di base, unite a dati
geodinamici, hanno permesso di
avanzare delle ipotesi concrete sui
periodi di tempo in cui Prolagus ha
colonizzato le isole di Corsica e Sardegna (Plioc. inf./medio) e l’arcipelago fossile del Gargano (Messiniano basale).
PALEOITALIA
29
Dottorato di Ricerca
in Scienze della Terra- XVIII ciclo
Università di Milano
TESI DI DOTTORATO
PRODUZIONE DI ALGHE COCCOLITOFORIDA
NEI BACINI DI SANTA BARBARA
(CALIFORNIA) E CARIACO (VENEZUELA),
IN RELAZIONE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
INTERANNUALI E INTERDECADALI
BIANCA DE BERNARDI
Tutore:
Prof.ssa Elisabetta Erba
Co-Tutore: Dr. Patrizia Ziveri
La finalità di questa tesi è la
caratterizzazione quantitativa delle
associazioni ad alghe coccolitoforida in risposta alle variazioni
climatiche e oceanografiche, ed in
particolare in relazione al fenomeno
di El Niño. Le alghe coccolitoforida
(fig. 1) sono organismi unicellulari,
di dimensioni micrometriche, che
vivono nella colonna d’acqua tra i
50 e i 100 m di profondità. Questi
organismi hanno la capacità di
secernere placchette di calcite
denominate “coccoliti” che, disposti
dall’organismo sulla superficie della
cellula, costituiscono la “coccosfera”. Dopo la morte dell’organismo, le parti biomineralizzate
cadono sul fondo formando fanghi
biogenici carbonatici. La distribuzione delle coccolitoforida in zone
biogeografiche essenzialmente
latitudinali mette in evidente
relazione questo gruppo con alcuni
fattori ecologici come la
temperatura (con essa varia la
struttura, forma dimensione e
ultrastruttura dei coccoliti), la salinità,
i nutrienti (la cui concentrazione
influenza il tasso di riproduzione),
l’alcalinità, la luminosità ecc. Lo
sviluppo e crescita di questi
organismi all’interno della zona
fotica, a stretto contatto con le
variazioni atmosferiche, rende
quindi le coccolitoforida un ottimo
strumento paleoceanografico e
paleoclimatico. Culture di laboratorio e studi di associazioni viventi
in ambienti naturali hanno permesso
di caratterizzare le affinità ecologiche di alcune specie rispetto alle
condizioni chimiche, fisiche e
trofiche della parte più superficiale
della colonna d’acqua. Queste
conoscenze consentono di ricostruire le variazioni paleoceanografiche/paleoclimatiche in base
30
PALEOITALIA
Fig. 1 - Foto di alghe
coccolitoforida.
1) coccosfera di Emiliania
huxleyi; visione (1A) al
microscopio elettronico a
scansione (SEM); visione al
microscopio ottico a luce
trasmessa (LM) e nicol
incrociati (1B).
2)
coccosfera
di
Helicosphaera carteri;
visione al SEM (2A), visione
al LM a nicol paralleli (2B)
e incrociati (2C); singoli
coccoliti (2D).
alle associazioni fossili conservate
nelle successioni sedimentarie.
Le aree analizzate, il Bacino di
Santa Barbara (fig. 2- SBB-California meridionale) e il Bacino del
Cariaco (fig. 3- CAR- Venezuela),
essendo sottoposte a regimi oceanografici peculiari, fortemente
caratterizzati da condizioni di alta
fertilità e condizioni al fondo
disossiche-anossiche, sono ideali per
ricostruzioni paleoclimatologiche ad
alta risoluzione del Quaternario
recente. Le particolari condizioni al
fondo e la pressoché mancanza di
vita bentonica sono una conseguenza dell’elevata produttività
primaria e della ristretta circolazione; queste condizioni ambientali
portano alla deposizione di sedimenti varvati. Questi ultimi sono
caratterizzati da alta velocità di
sedimentazione e quindi elevata
risoluzione stratigrafica; ogni lamina
infatti, registra la dinamica, da
annuale (SBB) a decadale (CAR),
dei flussi biogeochimici generati nelle
masse d’acqua superficiali. La
posizione dei bacini è, inoltre, ideale
per studiare le risposte degli
ecosistemi agli eventi di El Niño e
La Niña (fig. 4), alterazioni del
sistema atmosferico/oceanico del
Fig. 2 - Mappa batimetrica del Bacino di
Santa Barbara (California) con indicata
l’ubicazione della trappola sedimentaria
studiata nella presente tesi.
PALEOITALIA
Fig. 3 - Ubicazione della trappola
sedimentaria e della carota nel bacino del
Cariaco (Venezuela).
Pacifico tropicale con importanti
ripercussioni per il clima di tutto il
pianeta. Studi precedenti, mirati alla
caratterizzazione della produzione/
produttività primaria relativamente
alle variazioni stagionali dell’intensità dell’ upwelling e quindi del
livello trofico, avevano marcate
31
oscillazioni composizionali e di
abbondanza delle singole componenti biogeniche.
La quantificazione delle alghe
coccolitoforida nei due bacini è stata
mirata a: 1. ricostruire i flussi
stagionali (trappole sedimentarie) sia
dei singoli coccoliti sia delle
coccosfere in rapporto ai cambiamenti delle condizioni idrografiche, ‚ caratterizzare e quantificare
le associazioni delle coccolitoforida
legate ad un ambiente di upwelling,
in condizioni normali e sotto
l’influenza del fenomeno di El Niño,
2. valutare come varia il contributo
di carbonato delle coccolitoforida
rispetto al flusso di carbonato totale
determinato attraverso i flussi
biogeochimici e infine, 3. ricostruire
i flussi delle coccolitoforida negli
ultimi 1000 anni, con una risoluzione
da annuale a decadale, relativamente alle variazioni climatiche
Fig. 4 - Valori mensili dei due indici di El Niño: Multivariate ENSO index (MEI) e Northern
Oscillation Index (NOI). Valori positivi (negativi) di MEI indicano la presenza di EL Niño
(La Niña), valori negativi (positivi) di NOI indicano la presenza di El Niño (La Niña).
32
PALEOITALIA
ritmiche nonché agli eventi di El
Niño.
Innanzi tutto, si è proceduto alla
caratterizzazione delle associazioni
utilizzando campionamenti bisettimanali tramite trappole sedimentarie posizionate al centro dei
bacini: in SBB (34°14’N,102°02’W)
a una profondità di -540 m s.l.m. e
in CAR (10,30°N; 64,40°W) a una
profondità di -450m s.l.m. I 128
campioni analizzati coprono un
intervallo di circa due anni per SBB
(26/03/1996-4/04/1998) e tre anni
per CAR (10/11/1996-05-10-1999).
Per le ricostruzioni del passato
recente sono stati studiati campioni
di carote. In SBB (SABA 9610J 34°19' N 120°02’W) è stata analizzata la distribuzione fitoplanctonica
calcarea degli ultimi 56 anni (19401996) mentre in CAR (CAR7-110°40’N, 64°42’W) si è studiata la
distribuzione negli ultimi 1000 anni
(850-1850 A.D.).
Per la quantificazione assoluta
dei coccoliti (flussi e concentrazione
nei sedimenti), sono stati preparati
vetrini di sedimento, su cui sono stati
effettuati i conteggi usando un
microscopio ottico a luce polarizzata
(1250X). Il microscopio elettronico
a scansione è stato utilizzato per
verifiche tassonomiche e di
conservazione. Inoltre, nei campioni
di trappola sedimentaria e nella
carota SABA9610 sono stati
determinati elementi chimici minori
come Al, Fe, Zn, e Ba sia nel
sedimento totale sia nella frazione
fine (<20µm) tramite lo spettrometro
di massa ICP-AEF, per verificare
un’eventuale correlazione tra questi
elementi chimici e i flussi di coccoliti/
coccosfere.
I risultati ottenuti nei campioni di
trappola sedimentaria hanno messo
in evidenza che:
· Le alghe coccolitoforida fioriscono nella stagione invernale,
quando la colonna d’acqua fredda
è impoverita di nutrienti e gli altri
gruppi fitoplanctonici (principalmente diatomee) sono poco
abbondanti. Inoltre, l’analisi
dell’associazione ha indicato che
le specie Emiliania huxleyi,
Florisphaera profunda, e Gephyrocapsa oceanica dominano
in entrambi i bacini.
· Durante El Niño 97-98 la
presenza di acque calde, depauperate in silice, portano ad un
aumento nel flusso di coccoliti.
Queste condizioni di oligotrofia
sono caratterizzate da una
riduzione del flusso biogenico
siliceo e da un incremento del
flusso di foraminiferi.
· Il flusso di carbonato mostra un
aumento significativo durante la
fase matura di El Niño all’interno
di SBB (5.1 mg m-2 y-1 nel 1996
vs. 8.2 mg m-2 y-1 nel 1997-1998).
Analogo incremento è dato dal
carbonato prodotto dalle
Fig. 5 - Confronto del flusso di coccoliti e coccosfere della specie Gephyrocapsa oceanica
(D) con la temperatura registrata nei primi 140 m della colonna d’acqua (A- isoterme in
°C ), concentrazione di nitriti nei primi 140 m (B) e disponibilità di ferro (C). H= dato non
disponibile.
PALEOITALIA
33
34
PALEOITALIA
coccolitoforida ( 0.2 vs 0.4 mg m2 -1
y ).
· Gephyrocapsa oceanica, una
specie di zone sub-tropicali,
spesso associata ad acque ricche
in nutrienti, è sempre presente in
entrambi i bacini e ma il flusso dei
coccoliti aumenta notevolmente
durante l’evento di El Niño.
Questo incremento è correlato
con le alte temperature, alta
disponibilità di nitrati (NO2), fosfati
e ferro delle acque superficiali
(Fig.5).
Lo studio delle carote ha messo
in evidenza:
- Oscillazioni climatiche a ciclicità
minori di dieci anni (El Niño) e
maggiori di 10 anni (Pacific
Decadal Oscillation –PDO) nel
bacino di Santa Barbara). Gli
eventi di El Niño sono qui marcati
da picchi di abbondanza della
specie G. oceanica, con valori
massimi registrati durante gli
eventi più intensi e significativi
come nel 1958, 1972 e 1983. La
presenza di El Niño è inoltre
evidenziata da un aumento di Al,
Fe e con minor intensità Zn,
presumibilmente causati dell’aumento dell’apporto continentale,
indotto dalle peculiari condizioni
climatiche di El Niño.
- La specie Helicosphaera carteri
mostra invece un comportamento
opposto a G. oceanica aumentando negli anni successivi a El
Niño quando nel bacino è presente
La Niña.
- La specie F. profunda aumenta
significativamente dopo il 1970, in
corrispondenza di un riscal-
damento delle masse d’acqua
superficiali, correlato sia ad un
aumento della CO2 nell’atmosfera
sia alla fase calda della PDO.
- Le variazioni in abbondanza di
Calcidiscus leptoporus, infine,
sembrano registrare la fase fredda
della PDO e quindi, se i risultati
saranno confermati, questo taxon
potrebbe essere utilizzato in futuro
come proxy di temperatura.
- Dall’analisi della carota CAR7-1
è emerso che il flusso di coccoliti
totali riflette un’oscillazione
secolare forse controllata dall’attività solare. La specie G. oceanica incrementa durante il periodo
di optimum climatico medioevale,
mentre il flusso di coccoliti di C.
leptoporus cresce in corrispondenza di un aumento dell’intensità
degli alisei e di conseguenza un
aumento dell’upwelling costiero
verificatosi durante la piccola era
glaciale.
In conclusione, i dati raccolti
con la presente tesi confermano la
sensibilità delle alghe coccolitoforida
alle variazioni climatico-oceanografiche e quindi la loro importanza
per l’identificazione e la quantificazione delle condizioni (paleo)ambientali. In particolare, l’analisi
dell’abbondanza totale di coccoliti e
i flussi delle singole specie nelle
trappole e successioni sedimentarie
permettono di identificare gli eventi
di El Niño, la loro intensità e
distribuzione nel tempo. In
particolare nelle aree studiate, la
specie G. oceanica è in indice di El
Niño, F. profunda riflette il
riscaldamento delle acque superfi-
PALEOITALIA
ciali degli ultimi 20 anni e C. leptoporus è un indicatore della fase
fredda della PDO.
Mentre l’analisi delle associazioni viventi e recenti permette
di modellare le risposte degli
ecosistemi ai cambiamenti ambientali attuali, lo studio delle
coccolitoforida conservate nelle
35
successioni sedimentarie è essenziale per caratterizzare le variazioni
a scala decadale e secolare e quindi
proporre modelli e previsioni delle
variazioni nel sistema oceano/
atmosfera e dei cambiamenti
climatici nonché le possibili
conseguenze a breve e lungo
termine.
36
PALEOITALIA
Notizie italiane
a cura di Carlo Corradini
[email protected]
Sono riportati i principali risultati delle ricerche riguardanti
il territorio italiano, ma pubblicate in riviste straniere, quindi difficilmente accessibili a un pubblico esterno al mondo accademico.
NASCITA, VITA E DECLINO DEI GRANDI MAMMIFERI
DEL PLIO-PLEISTOCENE
La dispersione geografica delle specie nel corso della loro esistenza è
un tema di grande interesse nella paleobiologia e nell’ecologia moderne. In
questo studio, la ridondanza nella presenza delle specie di grandi mammiferi
nei siti Plio-Pleistocenici della penisola Italiana (che è specchio
dell’abbondanza che ebbero in vita) è analizzata nel corso del tempo. Si è
evidenziato che tale abbondanza segue una traiettoria a campana. In pratica,
le specie nascono rare, quindi diventano sempre più abbondanti per poi
declinare fino a scomparire, in accordo con la teoria del ciclo del taxon e
con studi pionieristici condotti sugli uccelli dagli ecologi inglesi Tom Webb
e Kevin Gaston. E’ stata inoltre evidenziata una correlazione positiva fra
l’abbondanza ed il tasso di sopravvivenza delle specie. La scarsa
autocorrelazione temporale dell’abbondanza e della dominanza delle specie
nelle fasi più fredde del Plio-Pleistocene indica, infine, che questi fattori
sono fortemente influenzati dalle variazioni climatiche.
RAIA P., MELORO C., LOY A. & BARBERA C., 2006, Species occupancy and its course in the
past: macroecological patterns in extinct communities. Evolutionary Ecology Research, 8:
181–194 [in inglese].
PALEOITALIA
37
Paleo news
a cura di Paolo Serventi
[email protected]
UN SAUROPODE CON OSSA
CAVE
I paleontologi Daniel Ksepka e
Mark Norell dell’American
Museum of Natural History di New
York affermano di avere trovato i
resti fossili di una nuova specie di
dinosauro sauropode. Il nuovo
dinosauro, rinvenuto nel 2002 a Bor
Guvé in Mongolia, è stato descritto
nel numero di marzo della rivista
Novitates pubblicata dal Museo, ed
è stato chiamato Erketu ellisoni, in
onore del dio della forza. Tra i resti
rinvenuti, ossa delle zampe, del torace e sei vertebre, ciascuna delle
quali misura circa 60 centimetri di
lunghezza. Dalle analisi compiute dai
ricercatori sulle vertebre è scaturito che questo dinosauro diplodocide
possedeva un collo lungo quasi 8
metri e che per alleggerirlo
Erketu aveva “escogitato” un
singolare stratagemma: sacche d’aria all’interno delle
vertebre. Grazie alla
tomografia computerizzata si è scoperto, infatti,
che le vertebre non
erano “piene”, ma avevano spazi
vuoti riempiti da piccole sacche
d’aria; questo secondo Ksepka “riduceva il peso complessivo dell’animale e in particolare modo del collo”. Inoltre si è notato che le vertebre mostrano degli incavi a forma
di V e questo farebbe supporre che
fossero collegate con un robusto legamento interno capace di dare una
certa rigidità. «Sarebbe come avere una corda da bungee jumping
che tiene su il collo - ha affermato
Ksepka -così che non ci sarebbe
bisogno di usare i muscoli».
La notizia è stata ripresa sul
National Geographic News in data
21 marzo 2006.
“che c’è da
guardare...funziona,
no?!?”
38
PALEOITALIA
Paleo news
UN CUCCIOLO DI
TRICERATOPS
Tutti quanti conoscono il triceratopo,
il dinosauro vegetariano “cornuto”
del tardo Cretaceo che è stato,
assieme al tirannosauro, tra gli ultimi
dinosauri a estinguersi. Aveva il
corpo massiccio che raggiungeva le
10 tonnellate di peso ma soprattutto
aveva un imponente cranio dotato
di tre corna, il più grande tra gli
animali terrestri di tutti i tempi.
Nel numero di marzo del Journal
of Vertebrate Paleontology, Mark
Goodwin, della Berkeley’s Valley
Life Sciences Building della
Università della California, descrive
il fossile di un cucciolo di triceratopo
(cranio, denti, qualche vertebra).
Rinvenuti nel 1997 da un paleontologo amatore, Harley Garbani,
nella Hell Creek Formation
(Montana-USA), questi resti
vennero scambiati inizialmente, per
un pachycephalosauro. Fu proprio
Goodwin, vedendo le foto del
reperto, a comprendere subito
l’importanza della scoperta: un
“baby” Triceratops di circa 67 m.a.,
lungo solo un metro che, al momento
della sua morte, non aveva più di 1
anno di vita. Grazie a questa
scoperta il ricercatore ha dimostrato
che i neonati di questo dinosauro
avevano una testa molto piccola
(circa 30 cm di lunghezza), con le
corna e il collare posteriore appena
accennati. Secondo Goodwin i
rappresentanti del gruppo dei
ceratopsidi avevano già in tenera età
le caratteristiche corna e il collare
a indicare che questi caratteri non
erano usati esclusivamente come
richiamo sessuale e/o competizione,
ma anche per il riconoscimento e la
“comunicazione” all’interno del
gruppo.
Lo stato di conservazione ottimale
dei resti del piccolo triceratopo, fa
credere che, dopo la morte, il corpo
venne quasi subito sepolto, impedendo di fatto che animali necrofagi
o le “intemperie” potessero danneggiare le sue delicate ossa.
IL PASSAGGIO DAI PESCI
AI VERTEBRATE
TERRESTRI
Sono stati scoperti nell’isola di
Ellesmere in Canada resti fossili ben
conservati di un vertebrato che si
ritiene sia “l’anello mancante” tra i
pesci e i vertebrati terrestri. La
ricerca finanziata in parte dal
National Geographic Society ha
visto impegnati, per circa cinque
anni, un team di paleontologi tra i
quali Neil Shubin dell’Università di
Chicago, Farish Jenkins dell’Università di Harvard, Per Ahlberg dell’Università svedese di Uppsala e
Jennifer Clack dell’Università di
Cambridge in Inghilterra. Il risultato
è la “nascita” della nuova specie
Tiktaalik roseae, un animale lungo
circa tre metri che aveva un cranio
simile a quello dei coccodrilli e con
pinne ossee particolarmente
robuste. Probabilmente Tiktaalik
PALEOITALIA
39
Paleo news
fletteva e estendeva le sue pinne
verso l’esterno del corpo, come se
fossero zampe, per sostenersi e aiutarsi nel movimento nelle acque basse o nelle sue prime “uscite” sulla
terraferma. Secondo Shubin gli altri caratteri peculiari di Tiktaalik
sono la presenza di un collo, costole
robuste per sostenere il corpo massiccio e un paio di grandi narici esterne poste sul muso per la respirazione. La dentatura conferma
una dieta carnivoro a base di
invertebrati che all’epoca erano già abbondanti sulla
terra vicino all’acqua.
Secondo gli studiosi questi resti
mostrano come le pinne di pesci di
acqua dolce iniziarono a trasformarsi in arti circa 380 Ma, nel
Devoniano Superiore. Questa
modificazione è da ritenersi un passo
fondamentale.
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PALEOITALIA
Paleolibreria
a cura di Annalisa Ferretti
[email protected]
Il Monte San Giorgio: Dai Fossili alla
lavorazione artistica della pietra/Una
storia di 300 milioni di anni, a cura di
Markus Felber; Edizioni Casagrande,
Bellinzona (CH), rilegato, 22 x 26 cm,
224 pp; 200 illustrazioni a colori; 45,00 €
[Andrea Tintori] Il Monte San Giorgio,
posto al confine Italo/Svizzero costituisce
una delle più importanti aree
paleontologiche al mondo per quanto
riguarda il Triassico medio marino, tanto
che nel 2003 la porzione svizzera è stata
inserita nel patrimonio mondiale
dell’Umanità da parte dell’UNESCO
(purtroppo a tutt’oggi la pratica italiana è arenata nei meandri delle nostre
amministrazioni locali!). Si tratta di un’area di straordinario interesse
scientifico, culturale e storico, situato a cavallo tra Lombardia e canton
Ticino, abbracciata a Nord dal Ceresio o Lago di Lugano. Le sue ‘pagine
di roccia’ testimoniano una storia antica di quasi 300 milioni di anni e ci
offrono, tra l’altro, una serie unica di livelli fossiliferi principalmnete a
vertebrati che coprono gran parte del Triassico medio: proprio in ciò sta
l’unicità del Monte san Giorgio: stando a Meride o all’hotel di Serpiano, si
possono raggiungere a piedi con piacevoli passeggiate nei boschi tutti i siti
che negli ultimi 150 anni hanno fornito resti di pesci, rettili, ammoniti, insetti….
Miniere e cave punteggiano ancora la montagna: molto spesso qui il lavoro
si è interrotto molti anni fa e le generazioni di scalpellini ed artisti si sono
ormai pressochè estinte. Arzo, Saltrio e Viggiù sono nomi noti per i
costruttori dei secoli scorsi: tutte le chiese locali hanno qualche cosa di
queste cave, ma anche quelle principali di Milano e di molte città europee.
La storia degli scavi per le rocce pregiate e delle scoperte paleontologiche
si intreccia con quella non meno appassionante delle miniere di bitume e
dell’interesse suscitato agli albori della rivoluzione industriale quale fonte
di energia.
PALEOITALIA
41
Tutto ciò aveva bisogno di un volume che ilustrasse questi pregi: tante
volte proprio chi abita nei pressi non conosce a fondo la storia della sua
regione. E’ così nato questo libro che associa la ricchezza iconografica
alla solidità dei testi concepiti per essere compresi anche dai non specialisti.
Si tratta quindi di un’opera di alta divulgazione che prendendo spunto dal
patrimonio paleontologico riesce a far comprendere come anche la storia
dell’uomo è fortememnte legata alla geologia del territorio.
Markus Felber, dottore in scienze naturali al Politecnico di Zurigo, è l’anima
di tutte le iniziative riguardanti il Monte san Giorgio fin da quando era
conservatore al Museo cantonale di Storia Naturale di Lugano: oggi, come
libero professionista continua l’opera di valorizzazione del Monte san Giorgio,
colalborando con tutti i media nella produzione di documentari, stimolando
tutte le attività anche scientifiche e cercando di coordinare le iniziative
anche a livello transfontaliero. Ai suoi testi si aggiungono in questo caso
quelli di E.Regazzoni per la parte storico/artistica.
La più grande catastrofe di tutti i tempi – quando
sulla Terra la vita rischiò di scomparire, di
Michael J. Benton; Newton & Compton Editori “I
volti della storia”, 2005, 346 pp., 14,90€, ISBN 88541-0405-1.
[Andrea Tintori] Mike Benton, ora direttore del
Department of Earth Sciences, University of Bristol,
si occupa di vertebrati fossili fin dal suo dottorato.
Autore di diversi testi sia divulgativi sia didattici
(ricordo Paleontologia dei Vertebrati, tradotto anche
in italiano) negli ultimi anni si è rivolto soprattutto
alla crisi Permo/Triassica partendo da quanto
successe alle faune terrestri. La sua esperienza
diretta infatti ha sempre riguardato i tetrapodi, non tanto dal punto di vista
sistematico, ma proprio nelle problematiche relative a quanto succede nei
dintorni dei momenti di crisi.
Questo volume non è però semplicemente il racconto di un evento
importantissimo e di come si è giunti a comprenderlo oggi, a cercare via
via nuove spiegazioni e interpretazioni, impensabili anche solo pochi anni
fa. Si ripercorre anche un po’ la storia della geologia e della paleontologia
attraverso alcuni grandi personaggi che, in funzione del momento storico,
mettavano a punto passo dopo passo quello che per noi oggi è ‘normale’.
Si possono rinfrescare le conoscenze su diversi gruppi di organismi, e non
solo di tetrapodi terrestri, un po’ di tafonomia, di biostratigrafia….insomma,
pur non potendo venire adottato come libro di testo per un corso base,
certamente può essere consigliato a tutti gli studenti e appassionati di
42
PALEOITALIA
paleontologia, ma anche semplicemente di Scienze della Terra. Non
dimentichiamo infatti che se si parla essenzialmente di crisi della vita, questi
eventi hanno avuto un grande influsso su tutto il sistema Terra, come ben
viene evidenziato da Benton.
C’è però un problema……Ma chi lo ha tradotto? Questo è il primo
commento e la domanda che affiora anche solo dopo le prime pagine
affrontate per curiosità conoscendo già l’edizione originale! Un bel testo,
non c’è che dire, utile a tutti anche come ripasso di tanti aspetti della
paleontologia: peccato proprio per la traduzione, ma soprattutto per il
mancato controllo da parte del consulente scientifico che, fortunatamente,
non è un paleontologo! Ora sembra sia prevista una ristampa che ovvii
almeno agli errori più grossolani e alla mancanza di una terminologia geopaleontologica (‘i letti del confine’ –titolo a pag. 171- che cosa pensate
siano? E ‘i letti di Wealden che avevano prodotto l’Iguanodon’-p. 29? e
sarà vero che ‘il fitoplancton si nutre di zooplancton’ –p.185? e che i
‘dinosauri sono diffusi nel Pleistocene’, anche se affetti da ‘senilità
razziale’?-p. 83) che magari possono passare anche inosservati a chi legge
per curiosità e riesce a cogliere alcune delle idee esposte (come in realtà
mi ha fatto notare chi mi ha poi segnalato l’edizione italiana, nonostante
avesse rilevato un linguaggio comunque povero), ma in mano a molti nostri
studenti con uno spirito critico molto scarso…. Ci si chiede come mai non
succeda più come una volta quando traduzioni e testi anche divulgativi
erano affidati agli ‘specialisti’ che magari subappaltavano il lavoro, ma
mettendoci il nome controllavano la qualità del prodotto finale? Certamente
è una questione di costi (forse), ma pagare un traduttore che non conosce
l’argomento e poi un consulente scientifico (che in questo caso non deve
neppure aver letto il manoscritto!) alla fine non deve essere molto diverso
e si evitano figuracce! Si ritorna all’importanza di una buona divulgazione,
fatta da chi conosce l’argomento anche perché ci lavora e non solo perché
ha letto qualche articolo qua e la, lasciando poi perdere il commento che
spesso si sente…’ma tanto la gente non capisce’ che la dice lunga sulla
serietà di questi personaggi. Mi permetto di citare un paragrafo
dell’introduzione del Bel Paese dell’abbate A.Stoppani che 150 anni fa
scriveva “In questa esposizione di fenomeni e i leggi, mentre l’autore
ha studiato di dare al suo libro una forma, quanto gli fosse possibile,
facile ed attraente, non ha creduto che, per raggiungere lo scopo, gli
fosse permesso di scostarsi nemmeno di una linea dalla verità. Egli
ha inteso di scrivere un libro strettamente scientifico, vale a dire
rigorosamente vero. Il verosimile ne è affatto escluso.” E penso che
ciò debba valere anche per le traduzioni!
PALEOITALIA
43
Violanti D. (Ed.) (2005) – Giornate di
Paleontologia 2003 – 22-25 Maggio
2003. Rendiconti della Società
Paleontologica Italiana, vol. 2, 254 pp.
Nel gennaio del 2006 è stato stampato il secondo volume dei Rendiconti
della Società Paleontologica Italiana,
che raccoglie i lavori del convegno
“Giornate di Paleontologia 2003”,
tenuto dal 22 al 25 Maggio ad
Alessandria. Il volume è stato inviato a
tutti i partecipanti al convegno; copie
sono disponibili presso la biblioteca
della S.P.I. ([email protected]) al costo di 25 Euro, più spese di spedizione.
Il tempo intercorso tra il convegno, il
ricevimento dei manoscritti (alcuni ben
oltre la scadenza prefissata) e la stampa
del volume risente della somma degli
impegni di tutti gli autori e redattori
coinvolti, ma anche della volontà dei
redattori di fornire un prodotto corretto e graficamente qualificato, speranza
che si spera di aver soddisfatto.
Il volume comprende 20 testi che rispecchiano la multiformità degli argomenti esposti nel convegno durante le sessioni scientifiche e documentano la
varietà degli studi paleontologici e delle loro possibili applicazioni
biostratigrafiche e paleoambientali.
Come già ampiamente sottolineato nelle comunicazioni preliminari al
convegno e nella guida alle escursioni, uno dei principali fattori positivi è stata
l’ampia partecipazione di giovani ricercatori, che inoltre hanno contribuito
numerosi alla pubblicazione di questo volume. La paleontologia italiana mostra
così un’ulteriore testimonianza della propria vitalità e professionalità, anche in
momenti in cui la ricerca di base appare pesantemente penalizzata e in cui il
mantenimento degli standard scientifici è spesso prevalentemente sostenuto
dalla passione dei singoli ricercatori.
Proprio per l’eterogeneità degli argomenti, i lavori non sono stati suddivisi
in base a gruppi tematici, ma si è preferito una presentazione secondo un
semplice ordine alfabetico per autori.
La pubblicazione di questo volume è stata possibile grazie al sostegno
finanziario della Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria e del
Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, ai quali l’Editor e
il Comitato di redazione esprimono la più viva gratitudine.
I più caldi ringraziamenti vanno infine ai Presidenti della Società
Paleontologica Italiana che si sono succeduti nella preparazione del Convegno
di Alessandria e nella pubblicazione del Volume 2 dei Rendiconti,
rispettivamente Antonietta Cherchi e Antonio Russo, che hanno favorito e
sostenuto in ogni modo e momento la concretizzazione di queste iniziative.
Donata VIOLANTI
44
PALEOITALIA
PALEOWEB
a cura di Maurizio Gnoli
[email protected]
Ecco un’altra puntata. Siamo al No. 14 e come promesso la volta scorsa navighiamo ancora in siti italiani. Questa volta vi faccio una proposta
che si scosta un attimo dalla
Paleontologia sensu stricto. Niente
paura, cercherò di spiegarmi: Questa
volta parliamo dell’evoluzione e delle
abitudini umane il sito http://www.
cronologia.it/mondo07i.htm di
Giandomenico Ponticelli. Il “Sommario” di videata comprende 1) Il Lavoro e l’origine dell’uomo. Il passaggio dalla scimmia all’uomo e la nascita della caccia con i sottocapitoli
1.1) I nostri primi antenati; 1.2) Gli
uomini che rubarono il fuoco agli dei; 1.3) Evoluzione e Storia; 1.4) Modello Evolutivo; 1.5) Storia-Interpretazione. 1.6) Nascita della moneta. 2) Il
ruolo rivoluzionario del lavoro nell’evoluzione Umana 3) Il Darwinismo
sociale –Razzismo e Scienza. 4) L’Evoluzionismo e la scelta sociale. 5)
Nascita della Moneta. 6) L’Arte paleolitica – Il significato dell’Arte
Rupestre. Tutto ben illustrato con tanto di Bibliografia. In poche parole un
sito “tecnicamente ben fatto” dal quale lo scrivente non si assume responsabilità alcuna in senso né critico nè
politico.
Altro sito interessante sullo
stresso argomento è http://www.
paleontologiaumana.it/index.htm
che comprende: “Introduzione”, “Da
sapere”, “Alcune recenti scoperte”,
“Generi precedenti Australopithecus”, “Genere Homo”, “Paletnologia” e “Preistoria”. Se volete vedere un ancestrale dei primati affini
PALEOITALIA
45
all’uomo, Oreopithecus bambolii andate a: http://www.geocities.com/
stegob/florencemonkey.html.
Per chi desidera un sito “notiziario” sulla paleontologia abbastanza
interessante anche se un po’ “vecchiardo” vada a: http://www.jinxs.it/
cultura/arte/paleontologia.php, che apre il mondo della paleontologia e
tutti i suoi risvolti e tante notizie
più i meno attuali. Se per i più
pragmatici può andare bene un
sito tutto animazioni si vada a:
http://palaeo.gly.bris.ac.uk/ poi
in basso a destra “Animations of
dinosaurs and their chums”. Il sito
è Britannico ma le animazioni non
hanno lingua.
Sto diventando vecchio, a volte
ho l’impressione di passare da
nostromo a mozzo di bordo ed
incomincio ad avere bisogno di voi
per tanti suggerimenti su nuovi siti web: scrivetemi!
Soprattutto Navigate! Alla prossima.
GLI INDIRIZZI ELETTRONICI DELLA S.P.I.
Bollettino della Società Paleontologica Italiana
PaleoItalia
Biblioteca
Tesoreria
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
PALEOITALIA
46
Agenda
Workshop
Trenta anni di Geologia
sequenziale
applicazioni, limiti e
prospettive di sviluppo
2 ottobre 2006
Bari
Per informazioni:
Prof. Luisa Sabato: [email protected]
Dr. Marcello Tropeano:
[email protected]
Congressi
Federazione Italiana di Scienze della Terra
Geoitalia 2007
VI Forum Italiano di
Scienze della Terra
12-14 settembre 2007
Per informazioni: www.geoitalia.org
Mostre
Corsi
Università di Bari
Dipartimento di Geologia e Geofisica
Corso avanzato di
Geologia sequenziale
3-7 ottobre 2006
Matera
Il corso sarà tenuto dal Prof. Bilal U Haq
Per informazioni:
Prof. Luisa Sabato: [email protected]
Dr. Marcello Tropeano:
[email protected]
Un piccolo grande dinosauro
5 maggio 2006 - 5 maggio 2007
Milano
Museo di Storia Naturale, Corso Venezia
55, Milano.
Orario: mart-dom 9.00-17.30
Vedere la finestra a lato.
***
Viaggio nella geologia d’Italia
26 maggio - 5 novembre 2006
Bergamo
Museo Civico di Scienze Naturali “E.
Caffi” - Piazza Cittadella, 10
sito web: www.museoscienzebergamo.it
PALEOITALIA
47
UN PICCOLO GRANDE DINOSAURO
“Ciro” e i fossili di Pietraroia
Milano, Museo di Storia Naturale
5 maggio 2006 - 5 maggio 2007
Un affascinante viaggio alla scoperta del
primo dinosauro italiano, un fossile
straordinario “in carne e ossa” unico al
mondo.
La mostra è stata inaugurata il 4 maggio
scorsoconuna conferenza stampa dei
curatori Cristiano Dal Sasso e Giorgio
Teruzzi ed è incentrata sul fossile originale
del primo dinosauro scoperto in Italia.
Scipionyx samniticus, noto a tutti col
soprannome di “Ciro”, ha catalizzato
l’attenzione dei media di tutto il mondo a
partire dal 1998 (anno in cui ebbe l’onore della copertina di ‘Nature’) per il suo
eccezionale stato di conservazione e sarà ora ripresentato alla luce delle
scoperte più recenti. Si tratta infatti, a tutt’oggi, dell’unico dinosauro al mondo
in cui sono fossilizzati gli organi interni. Inoltre è un esemplare immaturo, un
raro “cucciolo”, appartenente ad una specie nuova per la scienza.
Insieme al piccolo dinosauro saranno esposti tutti i fossili più importanti che
sono stati estratti dal giacimento di Pietraroia (Benevento) a partire dal 1898.
I reperti resteranno in prestito al museo milanese per un anno intero, grazie ad
una convenzione con gli istituti che ne sono depositarii: la Soprintendenza di
Salerno e il Museo di Paleontologia dell’Università di Napoli.
Dal più piccolo al più grande
A pochi metri dal più piccolo dinosauro carnivoro del mondo, al Museo di
Storia Naturale di Milano è possibile ammirare l’enorme muso del più grande
predatore terrestre di tutti i tempi: Spinosaurus aegyptiacus. Il fossile esposto,
di cui ha parlato recentemente la stampa in seguito alla pubblicazione della
sua descrizione scientifica sull’ultimo numero del Journal of Vertebrate
Paleontology (Dal Sasso et al., 2006), appartiene ad un esemplare lungo 17
metri e pesante 9 tonnellate. Spielberg (Jurassic Park III) aveva ragione: lo
spinosauro era più grande del temibile Tyrannosaurus rex.
La mostra è aperta da martedì a domaenica dalle 9.00 alle 17.30.
CRISTIANO DAL SASSO
48
PALEOITALIA
ELENCO ALFABETICO DEI SOCI
al 31 dicembre 2005
ABBAZZI Laura - Viale Alessandro Volta 43; 50131 Firenze; [email protected]
ACADEMIA SINICA (Library) - Nanjiing Institute of Geology and Paleontology; Chi Ming Ssu; 210008
Nanjing; Cina
ACCORNERO Gualtiero; Via Sempione 256; 10154 Torino; [email protected]
ACQUISITION UNIT (DSC-AO); British Library; Boston Spa; LS23 7BQ Wetherby -W Yorks; United
Kingdom
AGOSTI don Guido; Via D. Zeffirino Iodi 2; 42100 Reggio Emilia
AGOSTINELLI Giorgio; c/o SITEP E&P; Technical Serv. Dpt., Via dei due Macelli, 66; 00187 Roma;
[email protected]
AGOSTINI Silvano; Soprintendenza Archeologica- Serv.Geol.Pal.; Via dei Tintori 1; 66100 Chieti;
[email protected]
ALBANI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S.Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
ALLASINAZ Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
ANDREOLI Giovanni; Via Fonda 111; 41053 Maranello (Mo)
A NGELELLI Francesco; Dipartimento Servizi Tecnici Nazionali; Via Curtatone 3; 00185 Roma;
[email protected]
ANGELONE Chiara; Via Berengario 11 A; 00162 Roma
A NGIOLINI Lucia; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
ARBULLA Deborah; Via S. Marco 51; 34100 Trieste; [email protected]
ARCA Marisa; Via Logudoro 10; 08025 Oliena (Nu)
ARENA Concetto; Via Gianforma 32; 97010 Frigintini (Rg); [email protected]
ARGENTI Patrizia; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 Perugia; [email protected]
ARMELLINI Antonio; Via Mazzini 21; 33017 Tarcento (UD); [email protected]
ARRIGONI Giovanni; Via Alle Ville 14\; 23815 Introbio (LC); [email protected]
ASIOLI Gabriele; Via Martiri della Libertà 203D; 48024 Massalombarda (Ra)
ASSOCIAZIONE ONLUS G.E.A; Piazza Farinata degli Uberti 8; 50053 Empoli (Fi)
ASSOCIAZIONE PALEONTOLOGICA MICHELE GORTANI; Villa Comunale; Via Seminario 5; 30026 Portogruaro
(Ve)
ASTRACEDI Marco; Via G. D’Annunzio 11, fraz. S. Biagio; 60027 Osimo (An)
A VA N Z I N I Marco; Museo Tridentino di Scienze Naturali; Via Calepina 14; 38100 Trento;
[email protected]
AZZAROLI Augusto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected]
BACCHI Manuele; Via Alessandro Volta 149; 50131 Firenze; [email protected]
BADODI Andrea; Via Vincenzo Ferrari 2/1; 42100 Reggio Emilia
BAGLIONI Francesco; Via G. Ricci Curbastro 56; 00149 Roma
BAGNOLI Gabriella; Dipartimento Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
BALESTRAZZI Eugenio; Via Mossi 30; 27100 Pavia; [email protected]
B A L I N I Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
BARATTOLO Filippo; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;
[email protected]
BARBERA Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;
[email protected]
BARBIERI Roberto; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;
[email protected]
BARBIERI Ugo; Via Achille Papa 20; 25100 Brescia; [email protected]
BARDAZZI Stefania; Via Giampaolo Orsini 28; 50126 Firenze
BARRA Diana; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
BARTOLUCCI Stefano; Via Etruria 12; 06018 Trestina (Pg); [email protected]
BASSI Davide; Dipartimento delle Risorse Naturali e Culturali; Corso Ercole I d’Este 32; 44100 Ferrara;
[email protected]
B ASSO Daniela; Dipartimento di Scienze Geologiche; Piazza della Scienza 4; 20126 Milano;
[email protected]
PALEOITALIA
49
BEDETTI Claudia; Via di Grotta Perfetta 329; 00142 Roma; [email protected]
BEI Domenico; c/o Museo dei Fossili e dei Minerali di M. Nerone; Via XX Settembre; 61042 Apecchio
(Pu)
BELLAGAMBA Mariella; Via B. Sforza 49; 61029 Urbino (Pu)
BELLOMI Alessandro; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 Milano
BELLOMO Ernesto; Via Boner 49; 98121 Messina
BENETTI Attilio; Via Covolo 1; 37030 Velo Veronese (Vr)
BENETTI Giuseppe; Via Montini 11; 25062 Concesio (Bs); [email protected]
BERGAKADEMIE BIBLIOTHEK; Agricolastrasse 10; D-09599 Freiberg; Germania
BERGAMIN Luisa; Via Duchessa di Galliera 76/19; 00151 Roma; [email protected]
BERNARDELLI Maurizio; Via L. Spallanzani 45; 41100 Modena
BERNARDINI Ettore; Via Roma 108; 47025 Mercato Saraceno (Fc)
BERNASCONI Maria Pia; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata
Di Rende (Cs); [email protected]
BERNINI Fabrizio; Parco Fluviale Regionale dello Stirone; Via Loschi 5; 43039 Salsomaggiore Terme (Pr)
BERTAMINI Roberto; Via A. Pacinotti 4/1; 16510 Genova
BERTOIA Fabio; Via G.R. Fogliani 51; 42100Reggio Emilia; [email protected]
BERTOLASO Luca; Via Manzotti 35; 42015 Correggio (Re); [email protected]
BIBLIOTECA DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via Trentino 51; 09127 Cagliari
BIBLIOTECA AREA TECNICO-SCIENTIFICA; Università della Calabria; Campus Arcavacata, Piazzale Chiodio/
Blocco 2; 87036 Arcavacata Di Rende (Cs)
BIBLIOTECA CENTRALE; Università degli Studi, Fac. Scienze MM.FF.NN.; Nucleo S. Miniato, Via A. Moro
2; 53100 Siena
BIBLIOTECA CIVICA; Via Museo 12; 36061 Bassano Del Grappa (Vi)
BIBLIOTECA FAC. DI SCIENZE MM.FF. NN.; C. di Laurea Scienze Geologiche, Via dei Vestini; Campus
Universitario di Madonna delle Piane; 66013 Chieti Scalo (Ch)
BIBLIOTECA GEOMINERALOGICA; Via La Pira 4; 50100 Firenze
BIBLIOTECA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI URBINO; Area Scientifica; Località Crocicchia; 61029 Urbino
BIBLIOTECA UNIVERSITAT DE BARCELONA; Secciò de Geologia; Marti i Franques s/n.; E-08028 Barcelona;
Spain
BIBLIOTHEQUE DE L’UNIVERSITÉ DE BOURGOGNE; Section Sciences Economie; 6 rue Sully; F-21000 Dijon;
France
BINUTTI Romano; Via Forame 10; 33040 Attimis (Ud); [email protected]
BIZZARINI Fabrizio; Cannaregio 1269/A; 30121 Venezia
BONCI Maria Cristina; Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse; Corso Europa 26;
16132 Genova; [email protected]
BONETTO Alessio; Via dei Ciclamini 1; 30030 Oriago di Mira (VE); [email protected]
BONFIGLIO Laura; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Sperone 31; 98166 S. Agata Di Messina;
[email protected]
BOSELLINI Francesca; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4;
41100 Modena; [email protected]
BOSSIO Alessandro; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
BOTTAZZI Alberto; Via Schubert 2; 36078 Valdagno (Vi)
BOTTINO Cecilia; Via Garigliano 72; 00198 Roma; [email protected]
BOVE Forgiot Lisa; Via Roma 4; 10010 Alice Superiore (To); [email protected]
B RAGA Gian Pietro; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Via Giotto 1; 35137 Padova;
[email protected]
BRESSAN David; Via Himmelreichstrasse 6; 39031 Brunico (Bz)
BRIGUGLIO Antonino; Via Pietro Maffi 67; 00168 Roma
BRUNETTI Mauro; Via 28 Settembre 1944, n. 2; 40040 Rioveggio (Bo); [email protected]
BRUNI Neldo; Via del Monte 2; 63020 Smerillo (Ap)
BUCCHERI Giuseppe; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo
BUNDESANSTALT F. GEOWISSENSCHAFTEN & ROHSTOFFE; Bibliothek; Stilleweg 2 - Postf. 510153; D-30655
Hannover; Germania
BURATTI Helmuth; Viale Druso 335/c int.7; 39100 Bolzano
BUSULINI Alessandra; Via Cà Rossa 117/3; 30174 Mestre (Ve); [email protected]
CABRAS Roberto; Via de Nicola 27; 09027 San Sperate (Ca)
CACCAMO Giuseppe; Via S.Assemani 92; 00125 Acilia (Roma); [email protected]
CALZADA S.; Museo Geologico del Seminario; C/Diputacion 231; E-08028 Barcellona 7; Spagna
CANZONERI Vincenzo; Via Floreastano Pepe 6; 90139 Palermo; [email protected]
CAPPELLI Pierfrancesco; Via A. da Sangallo 4; 37138 Verona
CARAMIELLO Salvatore; Sovrintendenza Archeologica, Via dei Tintori 1; 66100 Chieti
50
PALEOITALIA
CARAVÀ Nunzia; Via Palmerino 69; 90129 Palermo
CARBINI Enrico; Piazza Vittoria 20; 60036 Montecarotto (An)
CARBONI M. Gabriella; Dip. Scienze della Terra, Università La Sapienza; P.le A. Moro 5; 00185 Roma;
[email protected]
CARCANO Maurizio; Via XX Settembre 65; 22026 Maslianico (Co); [email protected]
CARNEVALE Giorgio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S: Maria 53; 56100 Pisa
CAROSI Michelangelo; Viale De Gasperi 35; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)
CARTA Nicola; Via E. Lussu 21; 09040 Settimo San Pietro (Ca); [email protected]
CASAGRANDE Francesco; Via Lombardia 9; 31027 Spresiano (Tv)
CASALINI Brunella; Casella postale 12; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Dorotea; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Francesco; Casella Postale 12; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Michele; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)
CASALINI Simona; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)
CASSARINO Giovanni Silvio; Via Carducci 139; 97100 Ragusa; [email protected]
CAULI Luciano; Via G. Orosi 35; 57121 Livorno
CAVALAZZI Barbara; Via Massari 37; 70050 S. Spirito-Bari; [email protected]
CAVALLARO Alberto; Via dell’Arcolaio 44/A; 50137 Firenze
CECCA Fabrizio; Lab. de Micropaléontologie,Univ. Pierre et Marie Curie; - ParisVI, Case 104 - 4 Place
Jussieux; F-75525 Paris Cedex 05; Francia; [email protected]
C. Reg. per la Progettazione e il Restauro e le Scienze Naturali ed Applicate ai Beni Culturali; Via
Cristoforo Colombo 52; 90142 Palermo
CERATI Roberta; Via Rosselli 26; 21057 Olgiate Olona (Va); [email protected]
CEREGATO Alessandro; Via Felsina 29; 40139 Bologna; [email protected]
CERVI Federico; Via Maccagnano 170; 42100 Reggio Emilia
CESTARI Riccardo; Via F. Lanciani 32; 48100 Ravenna
CHECCONI Alessio; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 Perugia
C HERCHI Antonietta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari;
[email protected]
CHIA Barbara; Via G. Parini 4; 09100 Serramanna (Ca)
C HIARI Marco; C.N.R. - Istituto di Geoscienze e Georisorse; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze;
[email protected]
CHIOCCHINI Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino
CIAMPO Giuliano; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
CIMINELLI Francesco; Via dei Saraceni 7; 87012 Castrovillari (Cs)
CIOPPI Elisabetta; Museo di Storia Naturale - Sez. Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze;
[email protected]
CIRONE Gabriella; Corso Mazzini 14/2; 17100 Savona
CITA SIRONI Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano
COBIANCHI Miriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia; [email protected]
COCCIONI Rodolfo; Istituto di Geologia dell’Università; Campus Scientifico, Località Crocicchia; 61029
Urbino (Pu); [email protected]
CONTI Maria Alessandra; Dipartimento di Scienze della Terra, Università; La Sapienza, P.le Aldo Moro 5;
00185 Roma; [email protected]
C ONTI Stefano; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena;
[email protected]
COPPA DE CASTRO Maria Grazia; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138
Napoli; [email protected]
CORRADINI Carlo; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
CORRADINI Domenico; Piazza Martiri Partigiani, 36; 41049 Sassuolo(Mo); [email protected]
COSANNI Nicola; Via della Repubblica 28B; 64029 Silvi Marina (Te); [email protected]
CROBU Elena; Via Pranu de Funtana; 09021 Barumini (Ca); [email protected]
CROVATO Paolo; c/o Società Reggiana di Malacologia; Casella Postale 436; 80100 Napoli
D’ALESSANDRO Assunta; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 Bari
D’ARPA Carolina; Via Regione Siciliana SE 702; 90129 Palermo
D’ORAZI Porchetti Simone; Via Centuroni 27; 02100 Rieti
DALLA VECCHIA Fabio Marco; Via Marche 33; 33100 Colloredo Di Prato (Ud); [email protected]
DAVOLI Giovanni; Via Romana 10; 42020 Borzano Di Albinea (Re)
DE ANGELIS Evans Liliana; Viale Muratori 189; 41100 Modena
DE BLASIO Fabio; Lillevannsveien 22D; 0788 Oslo; Norvegia
D E C APOA Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;
[email protected]
PALEOITALIA
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D E C ASTRO Piero; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;
[email protected]
DE FIORIDO David; Località Santa Croce 579; 34100 Trieste
DE TUONI Francesco; Via Galilei 1; 31027 Spresiano (Tv)
DEL RE Maria Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
DEL RIO Myriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
DELFINO Massimo; Via San Grato 12; 10090 Romano Canavese (To); [email protected]
DEZI Romano; Via Lauro Rossi 8; 62100 Macerata
DHONDT Annie V.; Dept. Paleontology, Koninklijk BelgischInstituut voor Natuurwetenschappen; Vautierstr.
29; B-1000 Brussel; Belgio; [email protected]
DI BELLA Letizia; Via Nicolò Piccinni 25; 00100 Roma
D I C A N Z I O Emanuele; Contrada Colle della Corte 10; 64020 Montepagano (Te);
[email protected]
DI CENCIO Andrea; Via Pescara 24 ; 66013 Chieti Scalo (Ch)I; [email protected]
DI DONATO Valentino; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
DI GIACOMO Giorgio; Via Giovanni Muriana 36; 97015 Modica (Rg)
DI PRIZIO Giuseppe; Via Cesare Battisti 247; 70019 Triggiano (Ba); [email protected]
DI STEFANO Agata; Via Cervo 42/A; 95024 Acireale (Ct); [email protected]
DI STEFANO Giuseppe; Via Pomposa 11; 00142 Roma
DIECI Giovanni; Via Moreali 214; 41100 Modena
DIENI Iginio; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;
[email protected]
DIPARTIMENTO DI GEOLOGIA E GEOFISICA; Campus Universitario; Via E. Orabona 4; 70125 Bari
DIPARTIMENTO DI GEOLOGIA, PALEONTOLOGIA E GEOFISICA; Via Giotto 1; 35137 Padova
DIPARTIMENTO DEL MUSEO DI PALEOBIOLOGIA E DELL’ORTO BOTANICO; Via Università 4; 41100 Modena
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via S. Maria 53; 56126 Pisa
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; “Università “”La Sapienza”””; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca R. Malaroda; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca, Sig.ra Giovanna Cricchi; Piazza dell’Università; 06123
Perugia
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Parco Area delle Scienze 157/A; 43100 Parma
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Blocco B, Via Saragat 1; 44100 Ferrara
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00146 Roma
DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Sezione di Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 57; 95129
Catania
DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 2 Comprensorio S.
Giovanni; 34127 Trieste
DIVERSI Stefano; Via Don Luigi Sturzo 21; 60044 Fabriano (An)
DOMENELLA Paolo; Via Regina Margherita 180; 62012 Civitanova Marche (Mc)
DONADEO Giuseppe; Via Medico Longo 4; 73024 Maglie (Le)
DONZELLI Stefano; Via Mameli 13; 61011 Gabicce Mare (Pu); [email protected]
ENGINEERING LIBRARY; Cornell University; Carpenter Hall; 14853-2201 Ithaca (N.Y.); U.S.A.
E RBA Elisabetta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
ESU Daniela; “Dip. di Scienze della Terra, Università “”La Sapienza”””; Piazzale Aldo Moro 5; 00185
Roma; [email protected]
ETH -BIBLIOTHEK; Erdwissenschaften; Raemistrasse 101; CH-8092 Zürich; Svizzera
FAKULTÄTBIBLIOTHEK FÜR NATURWISSENSCHAFTEN; Hellbrunnerstrasse 34; A-5020 Salzburg; Austria
FANELLI Fabio; Via Cagliari 37; 08045 Lanusei (Nu)
FANZUTTI Giovanni Paolo; Viale dei Tigli 4; 33038 San Daniele Del Friuli (Ud)
FASSI Paolo; Via Molinetto di Lorenteggio 47; 20094 Corsico (Mi)
FERRARI Alessandro; Via Mazzini 12; 41057 Spilamberto (Mo)
FERRARI Chiara; Via Baldini 1; 41057 Spilamberto (Mo)
FERRARI Ivo; Via Matilde di Canossa 6; 42100 Reggio Emilia
FERRARI Roberto; Via Cividale 48/A; 34076 Romans d’isonzo (GO)
FERRERO Elena; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
FERRETTI Alberto; Via Mariotti 13; 61043 Cagli (Pu)
FERRETTI Annalisa; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico, ; Via Università 4;
41100 Modena; [email protected]
FERRETTI Marco Peter; Via Capanna 11; 60019 Senigallia (An)
52
PALEOITALIA
FONDA Giulia ; Via dei Leo 10; 34141 Trieste; [email protected]
FORLÌ Maurizio; Via Grocco 16; 50047 Prato; [email protected]
FREDIANI Piero; Via G. Masini 148; 50051 Castelfiorentino (Fi)
F REGNI Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena;
[email protected]
FREZZA Virgilio; Via Salaria 93; 00016 Monterotondo (Rm)
FRISATTO Walter; Via C. De Maria 5; 10086 RIVAROLO C.Se (TO); [email protected]
GADDINI Stefano; Via Salento 73; 00162 Roma; [email protected]
G AETANI Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
GALLORINI Hans; Strada Bergamina 61; 43100 Parma; [email protected]
GAMBARINO Enrico; Via Bidone 10; 10125 Torino
GARILLI Vittorio; Via Alla Falconara 34; 90136 Palermo; [email protected]
GARONETTI Paolo; Via Michele Moretti 22; 47900 Rimini
GATTO Roberto; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;
[email protected]
GAUDANT Jean; Rue du Docteur Magnan 17; F-75013 Parigi; Francia
GENNARI Alberto; Via Galilei 58; 73020 Cavallino (Ve)
GEOLOGICAL SURVEY LIBRARY- EXCHANGE; PS 85 Klarov 3; 11800 Praha 1; Repubblica Ceca
GEOLOGICAL SURVEY OF CANADA; Library; 3303 33rd Street; T2L 2A7 N.W. Calgary (Alberta); Canada
GEOLOGISCH-PALAONTOLOGISCHES INSTITUT; Universitat Munster Bibliothek; Corrensstrasse 24; D-48149
Munster; Germania
GEOLOGY LIBRARY; Yale University; P.O. BOX 208109; CT 06520 New Haven 8109; U.S.A.
GIACCONE Thalassia; Via XX Settembre 27; 95027 San Gregorio Di Catania (CT); [email protected]
GIANI Amedeo; Via Monviso 6; 21054 Fagnano Olona (Va)
GIGLIO Salvatore; Contrada Settefrati; 90015 Cefalu’ (Pa)
GIOVINAZZO Caterina; Via Leonardo da Vinci 41; 00030 Labico (Roma); [email protected]
GIRONE Angela; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 Bari; [email protected]
GIUDICI Paolo; Via Laurentina 622; 00143 Roma
GIULINI Saverio; c/o Dipartimento di Matematica; Via Dodecaneso 35; 16146 Genova
GIUNTELLI Pietro; Via Torino 60; 10076 Nole C.Se (To); [email protected]
GLIOZZI Elsa; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145
Roma; [email protected]
GNOLI Maurizio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4 ; 41100
Modena; [email protected]
GOBBO Carlo; Viale A. Des Genejs 43/2; 16148 Genova
GOZZI Erika; Via S. Bernardo 21; 33010 Reana Del Rojiale (UD)
GRAMIGNA Pierparide; Via Aldo Moro 15; 87010 Malvito (Cs); [email protected]
GRANELLI Stefano; Via Terracini 4; 43015 Noceto (Pr)
GRECCHI Glauco; Via Cenisio 74; 20154 Milano
GRECO Antonio; Via Aquileia 5; 90144 Palermo
GROSSI Francesco; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145
Roma; [email protected]
GRUPPO GEO-PALEONTOLOGICO VOGHERESE; Museo di Paleontologia e Scienze Naturali; Via Gramsci 1;
27058 Voghera (Pv)
GRUPPO NATURALISTA BUSTESE; “c/o Centro Socio Culturale “”Il Cortiletto”””; Via Biagio Bellotti, CP 79;
21052 Busto Arsizio (Va)
GRUPPO PALEONTOLOGICO “LA XENOPHORA”; c/o Moroni Giovanni; Via Bezzecca 1; 29017 Fiorenzuola
D’arda (Pc)
GRUPPO SPELEOLOGICO MONFALCONESE, A.D.F.; c/o Museo Paleontologico Cittadino; Via Valentinis 134,
C.P. 43; 34174 Monfalcone (Go)
GUERRI Tiziana; Via Catte 53; 08100 Nuoro; [email protected]
GUIDO Adriano; Dipartimento di Scienze della Terra , Università della Calabria; 87036 Rende (Cs)
GUIDOTTI Guido; Via Selvelli 3; 61032 Fano (Pu); [email protected]
GUIDOTTI Vittorio; Via Belluno 40; 41100 Modena
HERWIGH Prinoth; Via Stufan 15; 39046 Ortisei (Bz)
HISTON Kathleen; Via Mazzini 4, Ganna; 21039 Valganna (Va); [email protected]
INSTITUT FÜR GEOLOGIE-PALÄONTOLOGIE; Universität Graz; A-8018 Graz; Austria
INSTITUT FÜR PALÄONTOLOGIE; Der Universität Würzburg; Pleicherwall 1; D-97070 Wurzburg; Germania
INSTITUTO GEOLOGICO & MINEIRO; Nucleo de Biblioteca e Publicaoes, Apartado 7586; P-2720 Alfragide;
Portogallo
ISTITUTO DI SCIENZE GEOLOGICHE MINERALOGICHE; Corso Angioy 10; 07100 Sassari
PALEOITALIA
53
JELLINEK Thomas; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberganlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main;
Germania; [email protected]
KAMINSKI Michael A.; Department of Geological Science University College; Gower Street; WC1E6BT
London; Inghilterra; [email protected]
KOTSAKIS Tassos; Dip. di Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1;
00146 Roma; [email protected]
K USTATSCHER Evelyn; Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100 Bolzano;
[email protected]
LA PERNA Rafael; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70123 Bari; [email protected]
LANDINI Luciano; Via San Donato 52; 43100 Parma; [email protected]
LAZZARO Giuseppe; Via Crispi 36; 31012 Cappella Maggiore (Tv)
LECCHI Gabriella; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 Milano
LEONE Francesco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
LEONE Mario; Via C. Linneo 6; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)
LIBRARIAN AUSTRALIAN GEOLOGICAL SURVEY Organisation; G.P.O. Box 378; ACT 2601 Canberra; Australia
LIBRARIAN (Acquisitions); Institute of Geological and Nuclear Sciences; bOx 30-368; Lower Hutt; Nuova
Zelanda
LIBRARY INSTITUUT VOOR AARDWETENSCHAPPEN; Budapestlaan 4; P.O.B. 80.021; 3508 TA Utrecht; Olanda
LIBRARY OF EARTH SCIENCES; University of Vienna; Althanstraße 14; A-1090 Wien; Austria
LIBRARY SERIALS DEPARTMENT; University of Iowa; 52242-1420 Iowa City, Ia; U.S.A.
LINDA HALL LIBRARY; Serial Department 5109 Cherry; 64110 Kansas City, Mo; U.S.A.
LOZAR Francesca; Dipartimento di Scienze della Terra; Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
LUGLI Manuela; Via Anacarsi Nardi 35; 41100 Modena
LUPI Claudia; Via Bogatto 2; 13100 Vercelli
LUZI Tiziano; Via degli Iris 1; 63100 Ascoli Piceno; [email protected]
MACCHIONI Francesco; Via Sacco e Vanzetti 25; 06063 Magione (Pg)
MAGENES Paolo; Via Bari 22/A; 20143 Milano; [email protected]
MAINELLI Michele; Via Barcellona 3; 86021 Boiano (Cb)
MALAGOLI Paolo; Via Tosatti 48; 41038 San Felice Sul Panaro (Mo)
MALAGUTI Giuseppe; Viale XX Settembre 7; 41049 Sassuolo (Mo)
MAMMINO Armando; Via Povegliano 8 - Camalò; 31050 Povegliano (Tv); [email protected]
MANA Davide; Corso Traiano 24/8; 10135 Torino; [email protected]
MANAI Giovanni; Via R. Bonu 3; 09170 Oristano
MANAZZONE Rafaello; Dean Funes 1465 I°P.D.6; 1244 Buenos Aires; Argentina
M A N C I N Nicoletta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia;
[email protected]
MANCINELLI Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc);
[email protected]
MANGANELLI Giuseppe; Dipartimento di Biologia Evolutiva; Via Mattioli 4; 53100 Siena
MANGANO Gabriella; Via Padre Popieluszko 17; 98040 Giammoro (Me); [email protected]
MANNI Riccardo; “Dipartimento di Scienze della Terra; Box 11, Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma;
[email protected]
MARCHINI Vittorio; Via S. Bellotti 5-24; 16144 Genova
MARCHIONNE Enrico; Vocabolo S. Giovanni 11; 05032 Calvi Dell’umbria (TR); [email protected]
MARCOLINI Federica; Via Angiolo Tommasi 27; 57128 Livorno; [email protected]
M A R C U C C I Marta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. la Pira 4; 50121 Firenze;
[email protected]
MARINO Maria Concetta; Via Paolo Vasta 50; 95024 Acireale (Ct); [email protected]
MARIOTTI Nino; Via Val di Lanzo 93; 00141 Roma
MARRA Antonella Cinzia; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31 - CP 54 -; 98166
Messina-Sant’agata
MARRA Maurizio; Via Filippo Turati 132; 93100 Caltanisetta
MARSIGLI Sandro; c/o Museo di Ecologia e Storia Naturale; Piazza Matteotti 28; 41054 Marano Sul Panaro
(Mo)
MARSILI Stefano; Via Abruzzi 8; 55045 Pietrasanta (Lu)
MARTINETTO Edoardo; Via Ciriè 22; 10070 San Carlo Canavese (To); [email protected]
MASTANDREA Adelaide; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata
di Rende (CS); [email protected]
MATTEUCCI Ruggero; Dip. di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; Piazzale Aldo Moro 5; 00185
Roma; [email protected]
54
PALEOITALIA
MAZZA Paul; Museo di Storia Naturale - Sez. di Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze;
[email protected]
MAZZEI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Lsterina 8; 53100 Siena
MAZZINI Ilaria; Via Mario Menghini 36; 00179 Roma
MELELEO Antonio; Via A. Catalani 9 (Pal. Poloni); 73100 Lecce
MELIS Romana; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste
MENGHI Luciano; Via Scutari 1; 20127 Milano; [email protected]
MENNITI-Ippolito Nico; Via A. Ristori 7; 20129 Milano
MICARELLI Aurora; Via Narco 16; 62032 Camerino (Mc)
MICULAN Pietro; Via Oberdan 7; 29107 Fiorenzuola D’arda (Pc); [email protected]
MOL Dick J.; Gudumholm 41; 2133 HG Hoofddorp; Olanda
MONARI Stefano; CNR - Ist. Geologia Ambientale e Geoingegneria, Dip. di Scienze della Terra; Piazzale
Aldo Moro 5; 00185 Roma
MONCHARMONT Zei Maria; Via Aniello Falcone 88; 80127 Napoli
MONTAGUTI Bruno; Via Casella Gatta 4; 41058 Vignola (Mo)
MONTAGUTI Michele; Via Belvedere 82; 40069 Zola Predosa (Bo)
MUNICIPIO DI REGGIO EMILIA; Direzione Civici Musei e Gallerie; Via Spallanzani 1; 42100 Reggio Emilia
MURRU Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
MUSEO ARCHEOLOGICO E DI SCIENZE NATURALI; Biblioteca Civica G. Ferrero; Via Paruzza 1; 12051 Alba (Cn)
MUSEO CARSICO GEOLOGICO E PALEONTOLOGICO; c/o Zimolo Ferdinando; Via Bidischini 4; 34072 Gradisca
D’isonzo (Go)
MUSEO CIVICO; Borgo S. Caterina 41; 38068 Rovereto (Tn)
MUSEO CIVICO “CRAVERI “; Palazzo Craveri; 12042 Bra (Cn)
MUSEO CIVICO “GEOLOGIA E ETNOGRAFIA”; Piazza SS. Filippo e Giacomo 1; 38037 Predazzo (Tn)
MUSEO CIVICO DEL FINALE; Chiostri di S. Caterina (Borgo); 17024 Finale Ligure (Sv)
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Pordenone; Corso Vittorio Emanuele II, 64; 33170
Pordenone
MUSEO CIVICO DI PALEONTOLOGIA E PALETNOLOGIA; Decio de Lorentiis; Via Vittorio Emanuele 113; 73024
Maglie (Le)
MUSEO CIVICO DI SCIENZE NATURALI; Via Ozanam 4; 25128 Brescia
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Corso Venezia 55; 20121 Milano
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via Cortivacci 2; 23017 Morbegno (So)
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Piacenza; Via Taverna 37; 29100 Piacenza
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Piazza A. Hortis 4; 34100 Trieste
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Lungadige Porta Vittoria 9; Corso Venezia 55; 37100 Verona
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Biblioteca; S. Croce 1730; 30125 Fontego Dei Turchi (Ve)
MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via De’ Pisis 24; 44100 Ferrara
MUSEO CIVICO DI VIGNOLA; Piazza Carducci 3; 41058 Vignola (Mo)
MUSEO DI SCIENZE NATURALI “E. CAFFI”; Biblioteca; Piazza Cittadella 3; 24100 Bergamo
MUSEO DI STORIA NATURALE E ARCHEOLOGIA; Via Piave 51; 31044 Montebelluna (Tv)
MUSEO FRIULANO DI STORIA NATURALE; Via Lionello 1; 33100 Udine
MUSEO PALEONTOLOGICO; Comune di Mondaino; Piazza Maggiore 1; 47836 Mondaino (Rn)
MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI; Via Calepina 14; Casella Postale393; 38100 Trento
NANNARONE Carlo; Via del Palazzone 9; 52044 Cortona (Ar)
NATIONAAL NATUURHISTORISCH MUSEUM; Bibliotheek; Postbus 9517; 2300 RA Leiden; Olanda
NATUUR MUSEUM ROTTERDAM; Westzeedijk 345; Postbus 23452; 3001 KL Rotterdam; Olanda
NEGRINI Alessandro; Via Vallere 64; 27027 Vigevano (Pv); [email protected]
N I C O R A Alda; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
NICOSIA Umberto; Via Poggio Verde 40; 00148 Roma; [email protected]
NIEDERSAECHSISCHE STAATS & UNIVERSITAETS; Bibliothek; Goettinger Sieben 1; D-37070 Goettingen; Germania
NOVARO NOVAK Luciana; Via Illesberg 13; 34136 Trieste
NOVELLI Mauro; Via Agricola 13; 10137 Torino; [email protected]
N OVELLI Micaela; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma;
[email protected]
OHIO STATE UNIVERSITY LIBRARIES; Continuation Division; 1858 Neil Avenue; 43210 1286 Columbus
Ohio; U.S.A.
OLIVIERI Renata; Via Ripagrande 71; 44100 Ferrara
OLIVIERI Stefano; Via Mar della Cina 166; 00144 Roma; [email protected]
ONESTI Oreste; Via Cavour 3; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)
ORSO Jordi Barbara; Via Bertinoro 9/E; 20145 Milano; [email protected]
ORZI Angelo; Via Trento 25; 43036 Fidenza (Pr)
PALEOITALIA
55
PADOVANI Veronica; Piazza Roma 37; 41100 Modena
PAGANELLI Arturo; Dipartimento di Biologia - Polo 06 Biologico; Via G. Colombo 3/ Via U. bassi 58B;
35121 Padova; [email protected]
PAGLIANI Franco; Via Marradi 21; 42100 Reggio Emilia
PALÄONTOLOGISCHES INSTITUT UND MUSEUM; Karl Schmid-Strasse 4; CH-8006 Zuerich; Switzerland
PALMESE Vincenzo; Via Mancini 2; 47033 Cattolica (Rn)
PALOMBO Maria Rita; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro
5"; 00185 Roma; [email protected]
PAPAZZONI Cesare Andrea; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università
4 ; 41100 Modena; [email protected]
PARISI Guido; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 Perugia; [email protected]
PAVIA Giulio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
PAVIA Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;
[email protected]
PEDRIALI Luca; Via S. Pertini 29; 44046 San Martino (Fe); [email protected]
PELOSIO Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Parco area delle Scienze 157/A; 43100 Parma
PERRI Edoardo; Via Città di Ponti 5; 87045 Dipignano (Cs);
PERRI Maria Cristina; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126
Bologna; [email protected]
PETRIZZO Maria Rose; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
PETRONIO Carmelo; Dipartimento di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; piazzale A. Moro 5;
00185 Roma; [email protected]
PETRUCCI Fabrizia; Via Nino Bixio 1; 50131 Firenze
PETRUSO Daria; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo
PETTI Fabio Massimo; Via Angelo Emo 147; 00136 Roma
PEZZONI Nicola; Via Bonfatti 69; 46019 Viadana (Mn)
PICCINI Stefano; C/O GEOFIN srl; Zona Industriale Località PIP; 33040 TORREANO Di Cividale (UD);
[email protected]
PICCIOLI Resta Giuseppe; Via Puccini 24; 73050 S.Maria Al Bagno, Nardò (LE);
PICCOLI Giuliano; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;
[email protected]
PIGNATTI Johannes; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro 5";
00185 Roma; [email protected]
PILLOLA Gian Luigi; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
PINNA Giovanni; Viale Cassiodoro 1; 20145 Milano; [email protected]
PIRAS Sergio; Via Menotti 4F; 09047 Selargius (Ca); [email protected]
PIRINI Radrizzani Camilla; Via Europa 28; 20097 S.Donato Milanese (Mi)
PITTAU Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected]
PIVETTI Andrea; Via Cesare Abba 7; 41037 Mirandola (Mo); [email protected]
PIZZAFERRI Claudio; Via Abbeveratoia 13; 43100 Parma
PLEBANI Pierina; Via Einaudi 6A; 24055 Cologno Al Serio (Bg); [email protected]
POLDI ALLAY Stefano; Via Pedretti 6; 43100 Parma; [email protected]
POSENATO Renato; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara;
[email protected]
POTETTI Maria; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc)
POZZA Ermanno; Via Fago 5/D; 39100 Bolzano
POZZI Enrico; Via S. Eurosia 1; 21040 Menzago Di Sumirago ( Va)
PRADELLA Chiara; Via della Piazzuola 16; 50133 Firenze; [email protected]
PREMOLI Silva Isabella; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
PRIORA Giuseppe; Via E. Pellini 4; 20125 Milano
PROGEMISA S.p.A.; Via Luigi Contivecchi 7; 09122 Cagliari
PROTO Decima Franca; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Via Giotto 1; 35137 Padova
PUGLIESE Nevio; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste;
[email protected]
PULLÈ Melucci Ilaria; Via del Molinello 48; 60019 Senigallia (An)
RAGAINI Luca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
RAGAZZI Eugenio; Via Don L. Milani 39 int. 16; 35020 Albignasego (Pd); [email protected]
RAGAZZINI Sauro; Frazione Lisciano 90; 63100 Ascoli Piceno
RAGUSA Michela; Via Etruria 14; 00183 Roma; [email protected]
56
PALEOITALIA
RAO Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Bucci; 87030 Rende (Cs)
REBECCHI Angelmario; Viale Dante Alighieri 45; 29100 Piacenza; [email protected]
RENESTO Silvio; Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale; Via Dunant 3; 21100 Varese;
[email protected]
R E N Z E T T I Gianantonio; Residenza del Cantone - Milano 2 -; 20090 Segrate (Mi);
[email protected]
RESEARCH LIBRARY; Natural History Museum; 900 Exposition Boulevard; CA 90007 Los Angeles 4057;
U.S.A.
R ETTORI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza dell’Università; 06100 Perugia;
[email protected]
RICCAMBONI Rodolfo; Via Udine 30; 33054 Lignano Sabbiadoro (Ud)
RIGO Roberto; Via delle Scuole 18; Località Rizzi; 33100 Udine
RINDONE Antonino; Via Conca d’Oro; Res. Le Serre - Sc. C; 98168 Messina; [email protected]
RIPA DI MEANA Maria Gabriella; Via Pineta Sacchetti 175; 00100 Roma
RIZZO Roberto; Via Confalonieri 55; 09047 Selargius (Ca); [email protected]
ROGHI Guido; Località Santa Lucia dei Monti 30/A; 37067 Valeggio S/M (Vr); [email protected]
ROMANO Carmen; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Rende (Cs)
ROMEO Maria; Istituto di Scienze della Terra; Corso Italia 55; 95129 Catania
ROMPIANESI Pietro; Via Camaiore 107; 41100 Modena
ROOK Lorenzo; Via del Ghirlandaio 9/b; 50121 Firenze; [email protected]
ROSATI Francesco; Via B. Buozzi 49; 61043 Cagli (Pu)
ROSSETTI Giampaolo; Dipartimento di Scienze Ambientali; Parco Area delle Scienze 33A; 43100 Parma
ROSSI Maria Adelaide; Via E. Bruno 18/B; 66100 Chieti; [email protected]
ROSSI Pier Francesco; Corso Vittorio Emanuele II, 17; 41100 Modena
ROSSINO Roberto; Via M. Rossellò 9; 09129 Cagliari
ROSSO Antonietta; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia; Corso Italia 55; 95129 Catania;
[email protected]
RUGGIERO Livio; Viale dell’Aquilone 159, Giogilorio; 73010 Surbo (Lecce); [email protected]
RUSSO Antonio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100
Modena; [email protected]
RUSSO Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo San Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected]
RUSSO Franco; Dipartimento di Scienze della Terra; 87036 Arcavacata di Rende (Cosenza); [email protected]
SACCÀ Domenica; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31; 98166 Messina
SACCHI Eva; Via Trevi 163; 05100 Terni
SALA Benedetto; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara;
[email protected]
SALARI Leonardo; Via del Colle Belvedere 18; 00036 Palestrina (Roma)
S ALVATORINI Gianfranco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Laterino 8; 53100 Siena;
[email protected]
SANFILIPPO Rossana; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 55;
95129 Catania; [email protected]
SANTI Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia
SANTUCCI Luca; Via dei Cappuccini 6; 02042 Collevecchio (Ri); [email protected]
SARDELLA Raffaele; Piazza Grazioli 5; 00186 Roma; [email protected]
SARTI Carlo; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;
[email protected]
SARTONI Samuele; Via Porrettana 115; 40135 Bologna
SARTOR Guido; Vicolo S. Bartolomeo 8; 31100 Treviso
SASSAROLI Stefano; Via San Michele 33; 60030 Rosora (An)
SCARPONI Daniele; Via Napoli 7; 47900 S. Giovanni In Marignano (Rn); [email protected]
SCHROEDER Rolf; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberg-Anlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main;
Germania
SCHWANKE Rudolf; Hainholzer Strasse 13; D-30159 Hannover 1; Germania
SCIUTO Francesco; Dipartimento di Scienze Geologiche; Corso Italia 55; 95129 Catania; [email protected]
SCRIVANTI Pier Enrico; Via L. Alzona 3; 15030 Villanova Di Monferrato (Al); [email protected]
SECHI Serafina; Via Giovanni XXIII 22; 09070 Paulilatino (Or)
SEGURINI Romualdo; Via O. Guerrini 32; 48020 S. Alberto (Ra)
SERIALS ACQUISITION UNIT ; Libraries, University of Texas; PCL 1.114; TX 78713-8916 Austin (Texas);
U.S.A.
SERIALS ACQUISITIONS; University of Iowa Library; 100 Main Library; 52242 Iowa; U.S.A.
SERVENTI Paolo; Via Firenze 12; 43100 Parma; [email protected]
PALEOITALIA
57
SEPAGLI Enrico; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100
Modena; serpagli@unimore,it
SERVICIO BIBLIOGRAFICO; Campus Miguel de Unamuno; Plaza Univ. de Bolonia, Planta Sotano; E-37037
Salamanca; Spagna
SETTEMBRINI Antonio; Via Carpignano zona PIP; 73020 Cursi (Le); [email protected]
SILVI Franco; Via Giacomo Leopardi 44; 60030 Serra dei Conti (An)
SIMONETTO Luca; Via Palestro 35; 33100 Udine; [email protected]
SLOVENSKA AKADEMIJA ZNANOSTI IN UMETNOSTI; Biblioteka, Novi TRG 3-5 / P.P. 323; 1000 Ljubljana;
Slovenia
SOLDANI Donato; Corso Sonnino 115/B; 70100 Bari
SORBINI Chiara; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected]
SORBINI FRIGO Margherita; Via Trainotti 2; 37122 Verona
SOSSO Maurizio; Via Bengasi 4/int.4; 16153 Genova; [email protected]
SPADINI Valeriano; Via Augusto Toti 6; 52046 Lucignano (Ar)
SPALLETTA Claudia; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;
[email protected]
SPILLER Eleonora; Via Angelo Olivieri 81; 00122 Ostia Lido (Roma)
STEFANELLI Simona; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70125 Bari
STIVALETTA Nunzia; Via Palermo 16; 66054 Vasto (Ch)
SUSUMU Tomida; Chukyo Gakuin Univeristy, 1-104; Sendanbayashi; 509-9195 Nakatsugawa City, Gifu
Pref.; Giappone
TABANELLI Cesare; Via Testi 4; 48010 Cotignola (Ra); [email protected]
TADDEI Ruggero Emma; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli
TANFI Alberto; Via Roma 71; 19121 La Spezia
TARLAO Alceo; Via S. Martino 42; 34142 Trieste; [email protected]
THE LIBRARIAN; Department of Earth Sciences; Downing Street; CB2 3EQ Cambridge; Inghilterra
TINALLI Lavinia; Via G. Tilli 80; 06127 Perugia; [email protected]
T INTORI Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;
[email protected]
TORRICELLI Marco; Via Picasso 15; 42048 Rubiera (Re); [email protected]
TRENKWALDER Stefania; Piazza Vittorio Veneto 7; 10070 Cafasse (To); [email protected]
TUVERI Caterinella; Via Dalmazia 31; 08100 Nuoro
UCLA SCIENCES & ENGINEERING LIBRARY; Geology Collection; 8251 Boelter Hall, Box 951598; CA
90095-1598 Los Angeles; U.S.A.
UNIL SCIENCES DE LA TERRE; Bibliotheque; BFSH 2; CH-1015 Lausanne; Svizzera
UNIVERSIDAD DE ZARAGOZA; Fac Cc Seccion Geologicas, Biblioteca; 704 Ciudad Universitaria s/n; E-50009
Zaragoza; Spagna
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA; Centro Serv. Bibl. di Biol., Scienze della Terra e del Mare; Palazzo
delle Scienze, Corso Europa 26; 16132 Genova
UNIVERSITAT DE GRANADA; Facultad de Ciencias, Biblioteca; C/O EBSCO P.o. BOX 750; 1430 AT
Aalsmeer; Olanda
UNIVERSITAT DE VALENCIA; Biblioteca de Ciencias; Calle Doctor Moliner 50; E-46100 Burjassot (Valencia);
Spagna
UNIVERSITAT ERLANGEN; Institut fur Palaontologie; Lowenichstrasse 28; D-91054 Erlangen; Germania
UNIVERSITÄTSBIBLIOTHEK STUTTGART; Zeitschrifenstelle, Holzgartenstrasse 16; P.O. Box 10 49 41; D-70043
Stuttgart; Germania
UNIVERSITY OF OKLAHOMA LIBRARY; Library Serials-Room LL 211; 001AEH9193, 401 Broocks Street; OK
73019 Norman Oklahoma; U.S.A.
UNIVERSITY OF OTAGO; Science Library; P.O. Box 56; Dunedin; Nuova Zelanda
UNTI Mario; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo
VAIANI Stefano; Via Ronzani 35; 40033 Casalecchio di Reno (BO); [email protected]
VALENTINI Mara; Piazza Armenia 16; 00185 Roma; [email protected]
VALENZUELA RIOS José Ignacio; Departamento de Geologia; Dr Moliner 50; E-46100 Burjassot; Spagna
VALLERI Gigliola; Dipartimento Scienze della Terra; Via La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected]
VAN DER MADE J.; Museo Nacional de Ciencias Naturales; José Gutierrez Abascal 2; E-20006 Madrid;
Spagna
VANNUCCI Bocca Grazia; Dipartimento per lo studio del Territorio e; delle sue Risorse, DIP.TE.RIS, Corso
Europa 26; 16132 Genova; [email protected]
VAZZANA Angelo; Via Str. Giuffrè I, 32; 89122 Reggio Calabria; [email protected]
VECOLI Marco; Via Salesiani 19; 55045 Pietrasanta (Lu); [email protected]
VENIER Umberto; Via Borgo Leone 14; 33090 Domanins (Pn); [email protected]
VENTURI Federico; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 Perugia
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PALEOITALIA
VERRUBBI Vladimiro; Via Francesco Selmi 16; 00156 Roma; [email protected]
VERTINO Agostina Valeria; Via dei Miti 35; 95100 Catania; [email protected]
VESCOGNI Alessandro; Via Nervi 52; 41100 Modena
VILLA Giuliana; Via D.M. Villa 5; 43100 Parma; [email protected]
VILLANI Mauro; Via Lubiana 168; 09013 Carbonia (Ca); [email protected]
V IOLANTI Donata; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino;
[email protected]
WAGENSOMMER Alexander; Casella Postale 21; 71013 S. Giovanni Rotondo (Fg)
WILD Rupert; Paläont. Abtlg., Staatliches Museum für Naturkunde; Rosenstein 1; D-70191 Stuttgart;
Germania
WOOD Adrian M.; Geography Department, Coventry University, Priory Street; CV1 5FB Coventry, West
Midlands; Inghilterra
ZACCHIGNA Davide; Scala Bonghi 86; 34139 Trieste
ZANINETTI Louisette; Departement de Geologie et Paleontologie,; 13, rue des Maraichers; CH-1211 Geneve
4; Switzerland; louisette. [email protected]
ZANNOTTI Simone; Via Tiepolo 1; 09121 Cagliari; szannotti @tiscali.it
ZOBOLI Daniel; Piazza Garibaldi 7/3; 09013 Carbonia (Ca); [email protected]
PALEOITALIA
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LA SOCIETÀ PALEONTOLOGICA ITALIANA
La Società Paleontologica Italiana è stata fondata nel 1948 con lo scopo di promuovere la ricerca scientifica paleontologica. L’associazione è aperta sia alle istituzioni, sia ai
singoli interessati alla paleontologia, sia a livello professionale che amatoriale. Per l’anno
2006, le quote associative sono le seguenti:
Socio Ordinario (paesi europei)
35 €
Socio Ordinario (extra U.E.)
45 €
Socio junior (under 30)
21 €
Istituzioni
100 €
Fin dal 1960 la S.P.I. pubblica il Bollettino della Società Paleontologica Italiana, che
è una rivista scientifica a valore internazionale, rivolta prevalentemente al mondo accademico e, conseguentemente, scritta quasi interamente in lingua inglese.
Dal 2000 il Bollettino viene affiancato da un supplemento semestrale in italiano,
PaleoItalia, diretto a tutti gli appassionati e cultori della paleontologia.
PALEOITALIA
Supplemento al Bollettino della Società Paleontologica Italiana, v.45, n.1, 2006
Direttore Responsabile: Enrico Serpagli
Segretario di Redazione: Carlo Corradini
Indirizzo della Redazione: Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico,
Università di Modena e Reggio Emilia, via Università 4, 41100 Modena. Tel. 059-2056523.
Stampa: Tipografia Moderna, via dei Lapidari 1/2, Bologna.
Autorizzazione Tribunale di Modena n. 616 del 16-09-1978
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Chiara Angelone, via Via Berengario 11 A; 00162 Roma, [email protected]
Mauro Brunetti, via 28 settembre 1944 n.2, 40040 Rioveggio (Bologna); [email protected]
Barbara Cavalazzi, Dipartimento di Scienze della Terra e Geo-Ambientali, Università
di Bologna, via Zamboni 67, 40127 Bologna; [email protected]
Bianca De Bernardi, Dipartimento di Scienze della Terra, Universtà di Milano, via
Mangiagalli 43, 20133 Milano; [email protected]
Maurizio Forli, via Grocco 16, 59100 Prato; [email protected]
Thalassia Giaccone, Via XX Settembre 27; 95027 San Gregorio Di Catania (Catania);
[email protected]
Evelyn Kustatscher, Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100
Bolzano; [email protected]
Massimo Morpurgo, Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100
Bolzano.
Jordi Orso, via Bertinoro 9/E, 20145 Milano; [email protected]
Andrea Tintori, Dipartimento di Scienze della Terra, Universtà di Milano, via Mangiagalli
43, 20133 Milano; [email protected]
Donata Violanti Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino, via Valperga
Caluso 35, 10125 Torino; [email protected]
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PALEOITALIA
INDICE
Numero 14, Carlo Corradini
Cari Soci SPI, Antonio Russo
Alla scoperta dei “paleotesori” dell’isola di Ustica, Thalassia Giaccone
Breve nota su alcuni gasteropodi pliocenici teratologici
Maurizio Forli e M.Mauro Brunetti
Le escursioni dei soci paleontofili SPI 2005, Jordi Orso
p.
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1
2
5
p.
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12
16
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22
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25
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29
Elenco alfabetico dei soci al 31-12-2005
p.
48
RUBRICHE
Notizie Italiane, Carlo Corradini
Paleo news, Paolo Serventi
Paleolibreria, Annalisa Ferretti
Paleoweb, Maurizio Gnoli
Agenda
p.
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p.
p.
36
37
40
44
46
Nautiloidi fossili e viventi al Museo di Storia Naturale di Bolzano
Evelyn Kustatscher e Massimo Morpurgo
Revisione sistematica del genere Prolagus (Ochotonidae,
Lagomorpha, Mammalia) in Italia e nelle isole del Mediterraneo
occidentale: nuovi caratteri diagnostici, nuove metodologie
sistematiche, biocronologia e paleogeografia, Chiara Angelone
Produzione di alghe coccolitoforida nei bacini di Santa Barbara
(California) e Cariaco (Venezuela), in relazione ai cambiamenti
climatici interannuali e interdecadali, Bianca De Bernardi
NOTE PER GLI AUTORI
Gli articoli non devono superare le tre pagine dattiloscritte.
Gli autori possono fornire, se lo ritengono utile, alcune note bibliografiche,
uniformandosi allo stile del Bollettino della Società Paleontologica Italiana.
È gradito un corredo iconografico (fotografie, disegni, grafici, …); tutte le
immagini devono essere ben contrastate, in modo da avere una buona resa se
pubblicate in bianco e nero. Le immagini digitalizzate vanno salvate come file
bmp, tif o jpg, ad almeno 300 dpi. Esse vanno salvate con il nome dell’autore e
un numero progressivo (es. TopolinoFig1.jpg)
Gli articoli e il materiale illustrativo devono essere inviati esclusivamente per
posta elettronica all’indirizzo: [email protected]
In caso di file particolarmente pesanti, si prega di contattare la redazione per
concordare la forma di invio.
Di norma gli autori non avranno la possibilità di visionare le bozze. Agli
autori non saranno forniti estratti degli articoli; dopo la pubblicazione possono
richiedere un file PDF del loro lavori.