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PALEOITALIA 1 Numero 14 In questo numero di PaleoItalia troverete per l’ultima volta la rubrica del Presidente firmata dal Prof. Antonio Russo, che ha esaurito il suo mandato. A lui va il nostro ringraziamento sia per essere stato sempre vicino al nostro “giornalino”, sia per aver dedicato molto del suo tempo alla Società Palentologica Italiana. La seconda parte dell’articolo del Dott. Dal Sasso sulle tecniche di preparazione dei fossili è rimandata per motivi tecnici al prossimo numero. Alla fine del fascicolo trovate l’elenco dei soci, aggiornato allla fine dell’anno scorso. Siete pregati di controllarlo e di segnalare eventuali errori. Le norme per gli autori, pubblicate in ultima pagina, sono state leggermente ritoccate: per favore, tenetele in considerazione nella sottomissione dei prossimi contributi. Ricordo di inviare le segnalazioni relative alle diverse rubriche direttamente a rispettivi curatori: Notizie Italiane [email protected] PaleoNews [email protected] PaleoLibri [email protected] PaleoLex Paleoweb Agenda [email protected] [email protected] [email protected] Buona lettura! Carlo Corradini IN COPERTINA Fascicolaria etrusca D’Ancona, 1872 Riprodotto da: D’Ancona C.., 1872, “Malacologia Pliocenica Italiana - Fascicolo II. Generi: Pisania, Ranella, Triton, Fascicolaria, Turbinella, Cancellaria, Fusus”, Tipografia di G. Barbera, Firenze. Tav. 12, fig.1. PALEOITALIA 2 Cari Soci, ormai il mio mandato volge a termine. All’inizio di ogni nuova avventura i propositi sono tanti, purtroppo realizzarli spesso incontra difficoltà. Pertanto chiedo scusa per non aver potuto portare a termine tutto quanto promesso. Tuttavia qualcosa di buono credo sia stato fatto. Molte energie sono state dedicate alla pubblicazione dei tre fascicoli annuali del Bollettino ed ai due numeri di Paleoitalia. Ciò è stato possibile anche grazie alla tenacia e alla abnegazione dei Segretari di Redazione Dott. Cesare Papazzoni, per il Bollettino, e del Prof. Carlo Corradini, per Paleoitalia, con la costante ed attenta supervisione del Direttore Responsabile Prof. Enrico Serpagli. Questa è l’occasione migliore per esprimere la mia più sincera gratitudine. Ma una rivista scientifica non si realizza se non c’è il qualificato apporto dei colleghi che hanno scelto di pubblicare le loro ricerche nel Bollettino. A tutti loro e ai numerosi referee i miei ringraziamenti. In questi tre anni, seguendo l’iniziativa del Past-President Prof. A. Cherchi, sono state organizzate le Giornate di Paleontologia, la prima a Bolzano e Trento, la seconda ad Urbino. La presenza in entrambe le manifestazioni di oltre 120 paleontologi, moltissimi dei quali giovani, con la presentazione di circa 40 comunicazioni scientifiche, credo sia stata la miglior testimonianza della vitalità e vivacità della nostra Società. E’ d’obbligo ingraziare personalmente e a nome di tutto il Consiglio Direttivo il Dott. Vito Zingerle, Direttore del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, ed il dr. Marco Avanzini del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento, il primo per averci ospitato presso il bellissimo Museo di Bolzano, il secondo per averci organizzato e guidato una splendida escursione lungo il canyon del Bletterbach. La seconda edizione è stata organizzata dal Prof. Rodolfo Coccioni, coadiuvato dai suoi “Coccioni Boys”, presso l’Istituto di Geologia e Centro di Geobiologia dell’Università di Urbino, con splendide escursioni presso i numerosi Musei delle Marche e della Romagna. Spero che anche quest’anno la partecipazione alle Giornate di Paleontologia, organizzate a Trieste dal Prof. Nevio Pugliese, Dipartimento di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine, e dalla Dott. Deborah Arbulla, Museo Civico di Storia Naturale, sia numerosa e partecipe. I responsabili della organizzazione hanno preparate giornate piene di attività ed escursioni veramente “appetitose”. PALEOITALIA 3 L’invito è rivolto anche ai paleontofili, la cui partecipazione è particolarmente gradita. Molti sono stati i tentativi di ottenere più visibilità presso il Ministero dei Beni Culturali, visto che i fossili sono un bene dello Stato, tutelati da una legge, che noi tutti, Paleontologi e Paleontofili, rispettiamo. Purtroppo non abbiamo ottenuto un gran successo. Ma a me piace essere ottimista, sono sicuro che la tenacia del prossimo Presidente, cui faccio i miei migliori Auguri, porterà ottimi risultati. Un sincero e caro ringraziamento ai colleghi del Consiglio Direttivo della Società, al Tesoriere, ai Revisori dei Conti, e a Jordi Barbara Orso portavoce dei Paleontofili, per il proficuo e costante aiuto. Infine un grazie particolare alla Segretaria della Società Prof. Francesca Romana Bosellini. Senza la Sua costanza, la Sua determinazione, il Suo rigore nell’organizzazione, e la Sua infinita pazienza nel sopportarmi nei momenti “caotici”, il mio modesto contributo alla Società non sarebbe stato possibile. Nei ringraziamenti molto spesso si dimenticano molte persone che sono state determinanti nella vita della Società in questi tre anni, a questi “non-nominati” un grazie sincero. Sinceramente Il Presidente ANTONIO RUSSO PALEOITALIA 4 VANTAGGI EVOLUTIVI superior stabat avis longeque inferior dinosaurus PALEOITALIA 5 ALLA SCOPERTA DEI “PALEOTESORI” DELL’ISOLA DI USTICA (PALERMO) THALASSIA GIACCONE L’Isola di Ustica (provincia di Palermo) è situata nel basso Tirreno a circa 60 km dalla costa settentrionale ed occidentale della Sicilia (13°10’33” Longitudine Est, 38°42’27” Latitudine Nord). La superficie si estende per 8,65 kmq, con una lunghezza di 4,5 km in direzione SE-NW ed una larghezza di 2,7 km. Le coste si sviluppano per circa 12 km e la quota più alta è rappresentata da Monte Guardia dei Turchi, 248 metri sul livello del mare. Il nome dell’isola, da un punto di vista etimologico, ha diverse origini: deriva dal latino “ustum” (bruciata), Ubicazione di Ustica e del Banco Apollo (da Di Geronimo et al., 1988). nome datogli dai naviganti Romani probabilmente per l’aspetto nero e arso dovuto alla natura vulcanica delle sue rocce; ma anche dal greco “osteodes “ (ossario), per la presenza delle ossa di migliaia di mercenari Cartaginesi abbandonati sull’isola dai loro capi, secondo quanto tramandato da Diodoro Siculo. La storia di Ustica e delle sue genti è antichissima, lo testimonia il villaggio dell’Età del Bronzo che risale al 23° secolo a. C.. L’isola fu colonizzata presumibilmente da popolazioni mediterranee che hanno lasciato le tracce tangibili della loro presenza negli utensili e negli oggetti di uso comune, scavati nella pietra lavica dell’isola come i basamenti delle case, ma anche nei reperti scoperti sui fondali circostanti, divenuti patrimonio archeologico dell’isola. L’Isola di Ustica è, inoltre, una riserva naturale marina ed una riserva regionale terrestre, protetta a terra e a mare con modalità diverse in modo da permettere la fruizione turistica, la balneazione e la pesca in alcuni tratti e vietarle in altri. Durante la sua storia geologica, limitata al Quaternario, l’isola palermitana è stata interessata da alcune trasgressioni marine che vi han- 6 PALEOITALIA no lasciato i segni con un triplice ordine di terrazzi a quote differenti: Terrazzo a 90-115 metri s.l.m.: si estende con allungamento E-W e occupa la zona di Oliastrello e parte di Contrada S.Paolo. Secondo le correlazioni stratigrafiche, eseguite durante gli studi di diversi autori (Calcara, 1848; Cortese & Sabatini, 1892; Martelli,1912; Termer, 1924; Stella Starrabba, 1925; Pichler, 1968), la formazione del terrazzo sarebbe avvenuta nell’interglaciale “Siciliano”, quando Ustica era quasi del tutto completa. Il terrazzo, nella parte alta, ha modificato parzialmente la morfologia dei primi coni craterici ed ha interrotto la continuità geologica delle colate laviche fluite verso sud, eccetto quella più elevata proveniente da Monte Costa del Fallo che è stata risparmiata dalle acque del mare. A sud della località Timpone Tranchina, il terrazzo è interessato da una faglia diretta che ha alzato il settore meridionale dello Carta dei terrazzi marini (da Romano e Sturiale, 1971). stesso rispetto alla posizione originaria. Nonostante l’assenza di una vera linea di spiaggia, sono presenti molti ciottoli lavici arrotondati, i quali vengono attualmente usati dai contadini per la costruzione di muretti di recinzione dei campi o vengono asportati per trasformare l’iniziale copertura di ciottoli marini in terreno agrario. Terrazzo a 40-60 metri s.l.m.: occupa una vasta zona dell’isola che prende il nome di Contrada Tramontana e nonostante sia stata interessata da due trasgressioni, è quella relativa all’interglaciale “Milazziano” che ha prodotto il terrazzamento in questione. La morfologia di Monte Costa del Fallo e di Monte Guardia dei Turchi, sono state modificate dall’azione delle acque marine, la cui azione abrasiva ed erosiva ha messo in evidenza formazioni intracrateriche. Terrazzo a 25-35 metri s.l.m.: riguarda la Contrada Spalmatore, PALEOITALIA 7 Veduta dell’area dei faraglioni (foto di M. Vitelli). situata nella parte occidentale dell’isola; si tratta di un segno visibile della trasgressione marina del ‘Tirreniano”. Inizialmente doveva essere più esteso, attualmente è ricoperto in buona parte dai prodotti dell’ultima attività eruttiva. ciottoli a nord e una ristretta linea di piccoli ciottoli a sud, in parte ricoperta dal soprastante deposito tufitico. Dal punto di vista paleoecologico marino, è possibile scoprire due siti di notevole interesse: la Grotta dell’Accademia e il Banco Apollo. Alla trasgressione tirreniana, appartengono anche i modesti terrazzamenti localizzati in prossimità della costa di Contrada Tramontana e il piccolo terrazzo ubicato nella parte nord dell’attuale edificio della Falconiera. L’avanzamento del mare sulla terraferma ha risparmiato solo la cresta collinare di Ustica e gli unici punti dove invece sono visibili vere e proprie linee di spiaggia sono in corrispondenza del complesso tufaceo della Falconiera: si nota, infatti, una marcata linea di grossi Grotta dell’Accademia: è una grotta meso-infralitorale, quindi semisommersa, caratterizzata da un popolamento bionomicamente omogeneo e rappresentativo della Biocenosi delle Grotte Oscure (Pérès & Picard, 1964). Per quanto riguarda i riferimenti in letteratura, si può citare il lavoro di Giaccone et al. (1985) riguardante la “Flora e vegetazione marina dell’Isola di Ustica” e il lavoro di Di Geronimo et al. (1993), sul “Popolamento e tanatocenosi bentonica della Grotta 8 PALEOITALIA dell’Accademia”. Dall’analisi della tanatocenosi della grotta sono emerse informazioni molto importanti: in essa sono presenti sia stocks infralitorali e in particolare resti di organismi appartenenti alla Biocenosi delle Alghe Fotofile (Pérès & Picard,1964), sia stocks circalitorali riferibili alla Biocenosi delle Grotte Oscure e al complesso bionomico del Coraliggeno (Meinesz et al., 1983). La differenza tra il popolamento attuale e la tanatocenosi è spiegabile ammettendo una paleotopografia diversa da quella attuale. È possibile ipotizzare che, con un livello del mare più basso di circa due metri di quello attuale, la grotta era caratterizzata da un’apertura più ampia e quindi aveva un rapporto con il mare aperto più diretto. In questo modo sarebbero entrati ap- porti infralitorali fotofili accumulati nell’attuale tanatocenosi; successivamente, con l’innalzamento del livello marino e il probabile crollo di parte della volta, la grotta ha assunto l’assetto morfologico attuale, isolandosi da rapporti con il mare aperto. Per quanto riguarda invece gli apporti circalitorali, è necessario invocare la caratteristica di alcune grotte di diventare delle “enclaves” (isole) di popolamenti dei piani inferiori, in quanto i fattori ecologici di questi ambienti sono propri anche di profondità più elevate (Riedl, 1966). Secondo l’andamento della curva eustatica elaborata da Morner nel 1971-1980 e secondo quanto proposto riguardo l’evoluzione della grotta, questa è databile in un intervallo di tempocompreso tra 4.500-6.000 anni fa (Di Geronimo, 1993). L’area di Punta Omo Morto (foto di M. Vitelli). PALEOITALIA Banco Apollo: è separato completamente dalla terraferma, essendo ubicato a 35 miglia a nord della costa siciliana e a circa 3 km ad ovest di Ustica: tra l’isola e il banco è presente una larga depressione con una profondità di circa 150 metri. È possibile affermare che il Banco Apollo è interessato da una diramazione della corrente atlantica che scorre a nord della Sicilia e che non è influenzato da apporti sedimentari continentali significativi: i sedimenti che ne caratterizzano i fondali sono dovuti ad una produzione carbo-natica autigena. Il banco, parte del complesso vulcanoclastico di Ustica, è costituito da una parte sommitale che raggiunge una profondità di 40 metri ed è lambita da forti e costanti correnti di fondo a direzione NW-SE,e dai fianchi formati da un substrato roccioso popolato da praterie di Laminaria rodriguezii (Giaccone, 1967), colonie di Gorgonacei, Spugne, Ascidie, Briozoi, Asteroidi e da massi tra i quali si formano tasche di sabbia bio-detritica grossolana. Verso est il Banco Apollo è formato da enormi blocchi basaltici, separati da larghe strisce di sabbia grigio-chiara e verso ovest da un vasto massiccio roccioso interessato da enormi spaccature, talvolta trasformate in veri e propri canaloni. Uno di questi canaloni, si allarga formando una piccola valle che sbocca in, direzione sud-ovest, in un penepiano lungo circa 500 metri, che alla profondità di circa 80 metri si interrompe per lasciare il posto ad una parete a strapiombo (quasi verticale) che scende a profondità abissali (Giaccone, 1967) . 9 Il popolamento del Banco Apollo è riferibile alla Biocenosi dei Substrati Duri Circalitorali a grandi Phaeophyceae, che rientra nella più ampia Biocenosi del Coralligeno (Pérès & Picard, 1964) e alla Biocenosi del Detritico costiero per quanto riguarda i fianchi e la sommità del banco, mentre i fondali sabbiosi appartengono alla Biocenosi delle Sabbie grossolane e delle Ghiaie fini sotto l’influenza delle correnti di fondo (Pérès & Picard, 1964). Dall’analisi della tanatocenosi è emerso che i suoi costituenti sono: stocks circalitorali della Biocenosi del Coralligeno,stocks circalitorali della Biocenosi del Detritico costiero e stock circalitorali della Biocenosi delle Sabbie grossolane e Ghiaie fini sotto l’influenza delle correnti di fondo, quest’ultimi molto abbondanti. In conclusione, la tanatocenosi dei sedimenti del banco meglio caratterizzata è stata originata da un popolamento attribuibile alla Biocenosi delle Sabbie grossolane e delle Ghiaie fini sotto l’influenza di correnti di fondo. Sull’Isola di Ustica e in particolare sulla costa settentrionale di Cala Santa Maria, si ritrova un giacimento fossilifero in cui sono presenti i cosiddetti “ospiti meridionali” del Tirreniano. La fauna ha un tipico carattere tirreniano perche’: - bassissimo numero di specie estinte (solo Mathilda granosa); - presenza di “Ospiti caldi”, di specie attualmente distribuite sulle coste dell’Africa Occidentale e consi- 10 PALEOITALIA Schizzo topografico dell’estremità orientale dell’isola di Ustica, con l’ubicazione del giacimento fossilifero tirreniano (indicato dalla “chiocciola”) sulla costa settentrionale di Cala S. Maria (da Ruggieri e Buccheri,1968). derate come fossili guida per il Tirreniano (Strombus bubonius, Mamilla lactea, Cantharus viver- ratus, Conus testudinarius, Brachidontes puniceus). La malacofauna tirreniana ritrovata durante il rilevamento geologico di quest’area, ubicata a circa 3032 metri sul livello del mare, all’interno di un livello di sedimenti costieri intercalato in una serie tufitica. Il livello fossilifero è costituito da una sabbia molto grossolana, formata da lapilli scuri, frammisti a gusci più o meno frammentati di conchiglie. Si tratta di un’intercalazione spessa attorno a 80 cm, inserita entro una potente serie di tufiti nere o grigie suborizzontali, il cui tetto sporge come un ristretto terrazzo a quota circa 40 metri, decorrente sulla costa nord di Cala Santa Maria, a partire dal capo della Falconiera fino entro l’abitato di Ustica (verso ovest), laddove non è piu’ possibile seguirlo. Le tufiti poggiano (anche se il contatto è poco chiaro per la presenza di una copertura detritica) sopra brecce costituite da grossi elementi basaltici e cemento di 1. Emarginula (Emarginula) cancellata Philippi, x 2,6; 2. Gibbula (Colliculus) turbinoides (Deshayes), x 3,3; 3: Patella (Patella) aspera Lamarck, x 1,1; 4: Anabatron (Nodulus) contortus (Jeffreys), x 22. PALEOITALIA calcare giallastro e duro (con Thericium vulgatum), affioranti poco sopra il l.l.m. La parte inferiore delle tufiti è di colore scuro con sottili bande più chiare (a causa forse del dilavamento dei lapilli da parte del mare) mentre la parte superiore, oltre il livello fossilifero incluso, è grigia con stratificazione lenticolare e incrociata. Il pacco tufitico sembra essersi formato a spese dei tufi andesitici (residuo del vulcano piroclastico della Falconara) su cui si addossa, i quali costituiscono la sporgenza di Punta Falconiera. Questo testimonia che al momento della deposizione della serie tufitica citata, l’attività eruttiva di Ustica si era conclusa da tempo e lo smantel-lamento dell’apparato eruttivo era già avanzato (rielaborazione da parte del mare e del vento). L’età tirreniana della fauna a molluschi è stata determinata da Ruggieri e Buccheri (1968) a seguito di un lavoro condotto dagli stessi autori con un contributo del CNR nell’ambito dell’attività del Gruppo di Ricerca per la Geologia dell’Italia Centro-Meridionale. Bibliografia consigliata Autori Vari (1990). La grotta dell’Accademia e il Complesso Sotterraneo della Pastizza nell’Isola di Ustica. Quaderno n°2, Palermo. 11 Autori Vari (1991). Le grotte sommerse di Capo Falconara, dello Scoglio del Medico e dei Gamberi nell’ Isola di Ustica. Quaderno n°6, Palermo. Autori Vari (1997). La ricerca scientifica subacquea. Quaderno n°19, Palermo. Calcara P. (1842). Descrizione dell’Isola di Ustica. Giorn. Lett. 299, Palermo. Di Geronimo I., S. Giacobbe, A. Rosso, R. Sanfilippo (1988) . Popolamenti e tanatocenosi del Banco Apollo (Ustica, Mar Tirreno meridionale). Quarto Simposio di Ecologia e Paleoecologia delle Comunità Bentoniche, Sorrento. Di Geronimo I., Robba E. (1976). Metodologie qualitative e quantitative per lo studio delle biocenosi e paleo-comunità marine bentoniche - Il paleobenthos in una prospettiva paleoecologica. Rapp. di Lav. n° 1: 1-35. Giaccone G., Alessi M.C.,Toccaceli M. (1985). Flora e vegetazione marina dell’Isola di Ustica. Boll. Accad. Gioenia Sci. Nat. Catania, 18 (326): 505-536. Pérès J.M., Picard J. (1964). Nouveau manuel de bionomie benthique de la Mer Méditerranée. Rec. Trav. St. Mar. Endoume, 31. Romano R., Sturiale C. (1971). L’Isola di Ustica - Studio Geo-vulcanologico e Magmatologico. Rivista Mineraria Siciliana, 22 (127-129):1-61. Ruggieri G., Buccheri G. (1968). Una malacofauna tirreniana dell’isola di Ustica (Sicilia). Rivista Geologica Romana. 7: 27-58. 12 PALEOITALIA BREVE NOTA SU ALCUNI GASTEROPODI PLIOCENICI TERATOLOGICI MAURIZIO FORLI e M. MAURO BRUNETTI Le anomalie nelle conchiglie dei molluschi possono essere attribuite a cause “genetiche”, “patologiche”, “traumatiche” e “accidentali”. L’obiettivo di questa breve nota è di illustrare alcune conchiglie fossili con evidenti irregolarità morfologiche imputabili a cause traumatiche e accidentali Per cause “traumatiche” s’intendono per lo più fratture provocate da attacchi di predatori mentre per cause “accidentali” s’intendono anomalie prodotte da occasionali presenze di corpi estranei, quali ad esempio granelli di sabbia o balani, inglobati nella conchiglia. Numerosi sono i lavori sull’argomento ma dato il taglio divulgativo di queste note ci siamo limitati a consultarne alcuni che ci sono sembrati più o meno dello stesso tipo, Ghisotti (1974), Ragozzi (1984), Venturini (1974), Della Bella (1974), Munari (1974), Rinaldi (1978), Dell’Angelo (1982), De Monte (1984), Cecalupo (1984), Dell’Angelo e Forli (1995), ed un paio decisamente più scientifici, Davoli (1980) e Mainelli (1988). Le cause traumatiche sono responsabili delle più comuni “aberrazioni” conchigliari. E’ abbastanza frequente, specialmente tra i gasteropodi, trovare tracce di riparazione dei gusci, riparazione che dimostra in modo inconfutabile la sopravvivenza degli individui, talora con una ripresa “normale” dell’accrescimento, talora con più o meno evidenti “malformazioni” E’ plausibile che ad un maggiore danneggiamento del mantello, ad opera dei predatori, corrisponda un più evidente accrescimento anomalo della spira. Seguono le illustrazioni delle “anomalie” riscontrate con un breve commento sulle probabili cause. Non abbiamo accennato ad alcuna interpretazione nel caso delle singolari anomalie di Nassarius clathratus (fig. 2) e di Hadriania oretea (fig.4), che presenta addirittura due canali esalanti. DESCRIZIONI Di seguito presentiamo delle brevi descrizioni delle maggiori anomalie messe in evidenza dall’osservazione di alcune centinaia di conchiglie fossili plioceniche. PALEOITALIA Distorsio tortuosa (Borson, 1821) - Fig. 1 La conchiglia presenta la traccia di attacco di un predatore nel terzo superiore del labbro esterno. Il mollusco ha ripreso la costruzione della conchiglia ma, non essendo riuscito a ripristinare la normale crescita, l’apertura si presenta più stretta. Questo fa apparire l’esemplare ancora più contorto e “tortuoso”. Provenienza: Montalcino (Siena), Zancleano. Nassarius clathratus (Born, 1870) - Fig. 2 E’ questo uno dei casi più interessanti, tra le aberrazione riscontrate, in quanto l’anomalia produce un aspetto insolito della conchiglia, simulando una “specie” diversa. Si ha uno sviluppo regolare fino all’inizio dell’ultimo giro poi, immediatamente dopo una linea 13 trasversale che segna una sosta della crescita spiraliforme, senza motivo apparente, cambiano completamente la forma e l’ornamentazione. La parte superiore del giro si appiattisce, si allarga, diventando dapprima liscia e poi con solo un paio di filetti spirali mentre, sul resto della spira, le coste trasversali si ispessiscono formando quasi una carena tubercoliforme. Provenienza: Castell’Arquato (Piacenza), Piacenziano. Fusinus rostratus crispus (Borson, 1821) - Fig. 3 Il canale sifonale presenta un’inclinazione di quasi 45° con l’asse della conchiglia. La causa di questa aberrazione è senz’altro da attribuire a tre rotture successive della conchiglia a partire dall’ultimo giro. Provenienza: Ciuciano (Siena), Zancleano. 1. Distorsio tortuosa (Borson, 1821), lunghezza 49 mm; 2. Nassarius clathratus (Born, 1870), lunghezza 26 mm; 3. Fusinus rostratus crispus (Borson, 1821), lunghezza 32 mm. 14 PALEOITALIA Hadriania oretea (De Gregorio, 1885) - Fig. 4 Buccinulum corneum (Linné, 1758) - Fig. 5 Cymatium affine (Deshayes, 1832) - Fig. 6 Crassispira leonardiana Ceregato & Della Bella, 2004 - Fig. 7 Comitas dimidiata (Brocchi, 1814) - Fig. 8 Tutte queste conchiglie presentano deviazioni dall’asse spirale dovute a rotture, più o meno evidenti e ripetute, causate da attacchi di predatori, in più a questo, l’esemplare di H. oretea, mostra un doppio canale sifonale Provenienza: Ciuciano (Siena), Zancleano. Conus mercati Brocchi, 1814 - Fig. 9 In questo caso l’aberrazione conchigliare è prodotta dall’inglobamento e ricoprimento di alcuni piccoli balani, uno dei quali è ancora parzialmente visibile all’inizio 4. Hadriania oretea (De Gregorio, 1885), lunghezza 18,5 mm; 5. Buccinulum corneum (Linné, 1758), lunghezza 60 mm; 6. Cymatium affine (Deshayes, 1832), lunghezza 44 mm; 7. Crassispira leonardiana Ceregato & Della Bella, 2004, lunghezza 39 mm; 8. Comitas dimidiata (Brocchi, 1814), lunghezza 18 mm; 9. Conus mercati Brocchi, 1814, lunghezza 52 mm. PALEOITALIA dell’ispessimento labiale, nella parte superiore dell’ultimo giro. Provenienza: dintorni di Marti (Pisa), Zancleano. Bibliografia Cecalupo A. (1984). Un esemplare sinistrorso di Murex (Bolinus) brandaris L.,1758. Bollettino Malacologico, 20 (912): 307-309. Dell’Angelo B. (1982). Sui casi di anomalie nel numero di piastre dei Polyplacophora. Bollettino Malacologico, 18 (912): 235-244. Davoli F. (1980). Interpretazione di una forma teratologica di Bonellitia (Cancellariidae, Gastropoda) del Tortoniano. Bollettino della Società Paleontologica Italiana, 19 (2): 227-232. Dell’Angelo B. & Forli M. (1995). Rinvenimento di piastre anomale di Chiton saeniensis Laghi, 1984 (Mollusca: Polyplacophora). Bollettino Malacologico, 31 (1-4): 77-80 Della Bella G. (1974). Anomalie in un mollusco terrestre e in un mollusco acquadulcicolo. Conchiglie, 10 (1-2): 48. 15 De Monte A. (1984). Di una notevole forma aberrante di Cerastoderma edule. Bollettino Malacologico, 20 (5-8): 191192. Ghisotti F. (1974). Mostruosità di Cypraea tigris Linnaeus. Conchiglie, 10 (1-2): 5556. Mainelli M. (1988). Caso di una forma aberrante in valva sinistra di Durania sp. Bollettino della Società Paleontologica Italiana, 27 (1): 11-16. Munari L. (1974). Discorso sulla variabilità della specie conseguente al ritrovamento di un esemplare teratologico di Hinia mamillata (Risso). Conchiglie, 10 (1-2): 49- 54. Ragozzi A. (1984). Un esemplare sinistrorso di Muricopsis cristata (BR.). Bollettino Malacologico, 20 (9-12): 310 Rinaldi E. (1978). Su un esemplare teratologico di Scapharca inaequivalvis. Conchiglie, 14 (7-8): 147-148. Venturini S. (1974). Rinvenimento di un esemplare teratologico di Murex brandaris L. Conchiglie. 10 (3-4): 88. 16 PALEOITALIA LE ESCURSIONI DEI PALEONTOFILI SPI 2006 JORDI ORSO Cari Soci paleontofili, anche quest’anno, grazie alla disponibilità dei paleontologi SPI interpellati, è stato possibile presentarvi un ricco calendario di escursioni. A metà febbraio ho spedito la scheda di adesione a tutti i soci paleontofili di cui conosco l’indirizzo. Colgo l’occasione per invitare coloro che non l’avessero ricevuta a comunicarmi il proprio indirizzo e-mail e postale in modo da poter aggiornare la banca dati dei soci paleontofili. Per il 2006 sono state programmate le seguenti escursioni: 19 marzo: La Foresta fossile del Torrente Stura di Lanzo (TO), Pliocene, affioramenti fluvio-palustri, impronte di foglie, legni mummificati, Dr. E. Martinetto 22 aprile: Il Pliocene e le sue estinzioni – eventi ed interazioni che hanno portato all’ “era” glaciale, (Castell’Arquato PC), molluschi del Piacenziano, Prof. S. Raffi 7 maggio: Visita al Museo di Besano e allo scavo Sasso Caldo (VA), Dr. C. Dal Sasso 3 giugno: Le ammoniti del M. Nerone e dintorni, Urbino (PS), Giurassico e Cretaceo, Prof. R. Coccioni 9/10 settembre: Alla conquista della Grigna Settentrionale (LC), Triassico, brachiopodi, ammoniti, pesci, Prof. A.Tintori. Quest’escursione ci porta in alto e ci vuole un minimo di allenamento per superare il dislivello di 640 m (sabato) e altri 400 m (domenica). Si tratta di un percorso di grande fascino naturalistico, oltre che paleontologico. Pernottamento al rifugio Pialleral. 7/8 ottobre (data provvisoria!): Seminario di paleontologia e geologia generale, Tonezza del Cimone (VI), Dr. Davide Bassi. Il seminario si rivolge a tutti i soci paleontofili SPI interessati e viene incontro all’esigenza di approfondire argomenti di interesse e allargare le proprie conoscenze. Si svolge in due giornate e comprende una parte teorica e una di osservazioni sul campo. Da non perdere! Vorrei sottolineare che le escursioni sono di carattere esclusivamente didattico. Si tratta di un’iniziativa privata e ognuno vi partecipa a proprio “rischio & pericolo”. Grazie a PaleoItalia avete potuto conoscere alcune delle escursioni dell’anno scorso, e forse vi siete resi conto di come sono stati divertenti ed istruttive. Se i vari articoli pubblicati sono riusciti ad incuriosirvi, scrivetemi richiedendo la scheda di adesione per le prossime escursioni. PALEOITALIA 17 ... e tutti i pesci vennero a galla ESCURSIONE DEI SOCI PALEONTOFILI A BOLCA JORDI ORSO Guida scientifica: Prof. Andrea Tintori, Università di Milano data: 8 ottobre 2005 Località: Vestenanova (VR) fraz. Bolca Partecipanti: 12 La visita al Fossil-Lagerstätte di Bolca era un importante appuntamento nel calendario delle escursioni 2005 per i paleontifili della SPI. Il punto d’incontro, lo spaccio della Cooperativa vinicola di Montecchia di Crosara, a una quindicina di km da Soave sulla strada per Bolca, può sembrare un pò insolito, ma si tratta di un luogo quasi “a tema”, perchè quel vino porta un marchio molto appropriato: “I fossili”. Stop 1: Colonne di Basalto A poca distanza dalla Cooperativa sostiamo lungo la strada di fondo valle (a S.Giovanni Ilarione) per ammirare le colonne basaltiche Foto di gruppo davanti all’ingresso alla Pesciara di Bolca. 18 PALEOITALIA affioranti sul versante sovrastante la strada, che devono la loro forma al processo verticale di riduzione volumetrica della lava durante il suo raffreddamento. Andrea li prende come spunto per spiegarci alcuni fenomeni geologici del territorio di Bolca: “Qui ci troviamo nel Paleogene e, come vedete, siamo nella terra dei vulcani, che all’epoca furono estremamente attivi, tanto da coprire e seppellire con i loro materiali effusivi varie volte tutta la zona per uno spessore notevole”, e ci spiega che il feno-meno era legato soprattuttpo alla formazione del Graben Alpone-Chiampone durante l’orogenesi alpina. “Alle fasi magmatiche si alternavano delle fasi di sedi-mentazione carbonatica. Infatti i depositi marini della Pesciara e del Monte Postale si formarono durante uno di questi intervalli nell’Eocene inferiore, cioè circa 50 milioni di anni fa.” Dopo questa breve introduzione riprendiamo le macchine e andiamo a visitare il Museo di Bolca. Stop 2: Il ‘Museo dei fossili di Bolca’ Il ‘Museo dei fossili di Bolca’ contiene un’enorme ricchezza di reperti, esposti secondo criteri museali modernissimi. Dagli strati della “Pesciara” nel corso di cinque secoli è stata estratta un’incredibile varietà faunistica marina, unica al mondo: sono stati descritti più di 100 generi e almeno 300 specie, in prevalenza pesci, come già suggerisce il nome della Pesciara. I fossili esposti nelle vetrine e lungo le pareti sembrano delle opere d’arte, per quanto sono belli e perfetti. Molti ci sembrano piuttosto familiari, e nessuno si meraviglia quando Andrea spiega che a Bolca sono rappresentati gli antenati diretti dell’ittiofauna moderna di ambiente subtropicale. Stop 3: Monte Postale Lungo la strada che conduce alla Pesciara ci fermiamo presso lo scavo scientifico, condotto sotto la responsabilità del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, sul versante meridionale del Monte Postale. Il bianco dei calcari spicca tra le vulcanoclastiti e la folta vegetazione. Andrea, che segue questi scavi da molto tempo, ci fa notare la differenza di stratificazione nella cava tra la parte superiore e quella inferiore. Gli strati in alto sono massicci e presentano rocce dalla tessitura grossolana, indicando la deposizione in un regime energetico Gli strati del Monte Postale. PALEOITALIA 19 I “pescatori” all’opera nello scavo del Monte Postale vivace, in prossimità della riva, mentre quelli più bassi dimostrano una stratificazione laminare dalla tessitura più fine, che fa pensare ad acque profonde e distali. Tutti gli strati esposti sono stati numerati. “Solo così possiamo confrontare i fossili e dare loro un collocamento nel tempo. Grazie agli scavi sistematici recenti”, continua Andrea, “adesso siamo in grado di elaborare una scala biostratigrafica correlando i pesci e gli altri organismi e di costruire delle ipotesi riguardo le varie associazioni faunistiche.” Le nuove scoperte danno un quadro un pò diverso dall’idea di ambiente che ci si era fatto fino adesso. Riassumendo, Andrea spiega: “Flora e fauna di Bolca appartengono a tre ecosistemi distinti e non necessariamente coevi: 1. Monte Postale inferiore e Pesciara: ambiente tropicale di bacino aperto, 2. Monte Postale superiore: ambiente più prossimale, 3. Monte Purga di Bolca, da cui provengono le fronde di palma carbonizzate e i fossili di cocodrilli: ambiente continentale con acque salmastri e paludi.” Allora niente lagune tropicali (infatti non c’è traccia di barriera corallina), e niente isole vulcaniche, almeno non al momento della deposizione dei sedimenti della Pesciara. Uno dei misteri dei fossili di Bolca è rappresentato dalla causa 20 PALEOITALIA di morte di tutti quei pesci della Pesciara. Si calcola che dal XV secolo fino ad oggi siano stati estratti più di 100.000 esemplari, ma senza trovare nessun indizio di eventi catastrofici. Si è dimostrato che il diffuso vulcanismo è posteriore agli eventi della Pesciara e quindi non poteva essere stato la causa di morte. Certo è che la perfetta conservazione dei fossili è dovuta ad un seppellimento veloce da sedimenti molto abbondanti. “Considerando l’arco di tempo di deposizione degli strati fossiliferi, oggi siamo più inclinati a pensare a morte ‘naturale’ dei pesci. In questo caso possiamo ritenere che si sia trattato di un ecosistema molto favorevole alla vita e quindi alla biodiversità”, conclude Andrea. Stop 4: La “Pesciara” Proseguendo verso la Pesciara possiamo ammirare un affioramento di lave a pillow, testimonianza inequivocabile di vulcanismo submarino. Ma le vulcaniti presto si appoggiano con i calcari chiari della Pesciara. E qui Andrea ci racconta una storia davvero straordinaria. Il Monte Postale e la Pesciara affiorano in mezzo a tutte queste rocce vulcaniche come due bianche isole. In lungo e in largo non si trovano altri affioramenti calcari significativi. Così si ipotizza che essi siano in realtá due olistoliti, cioè due enormi blocchi rocciosi, provenienti da una vasta piattaforma carbonatica e distaccatisi durante uno dei tanti eventi tettonici, precipitando in acque più profonde quando gli strati non erano ancora completamente litificati. Questo si può dedurre da quei fossili che si sono deformati insieme alla loro matrice. Ma se si tratta di olistoliti, e quindi di rocce trasportate chi sa da dove, com’è possibile fare un discorso stratigrafico? Perchè della piattaforma carbonatica madre sembra che non ci sia (più) traccia. “Infatti”, Andrea sospira, “al momento ci dobbiamo accontentare della scala biostratigrafica.” Il cav. Cerato, vecchio proprietario della Pesciara, ci attende al cancello e ci fa strada. L’interno della cava è illuminato e siamo sor- Un Blochius longirostris finito nella rete dei paleontologi pescatori PALEOITALIA 21 L’interno della Pesciara. presi dai colori vivaci delle pareti. Dal giallo all’arancione essi passano per tutte le possibili sfumatore fino al rosso profondo, toccando perfino una nota di viola scuro. Il cavaliere ci fa vedere le varie gallerie di lavoro e siamo tutti molto impressionati. Gli strati inclinati conducono in profondità notevoli e ci stiamo chiedendo quali potevano essere le condizioni di lavoro lungo questi ripidi cunicoli. Ci spiega che non tutti gli strati sono fossiliferi, molti infatti risultano “matti”, cioè sterili. I me- todi di estrazione non cambiarono di molto durante i 500 anni di attività della Pesciara. Una volta cavata, la lastra doveva passare un periodo di riposo e asciugarsi per garantire una più facile apertura in corrispondenza del fossile. Il lavoro di estrazione era faticoso e delicato allo stesso tempo. La bellezza dei colori trasforma la Pesciara in un luogo davvero magico, e quasi ci sembra di sentire nell’aria un vago odore di pesce. Ma ovviamente si tratta di un’illusione, la cava non è più attiva da 15 anni! 22 PALEOITALIA NAUTILOIDI FOSSILI E VIVENTI AL MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI BOLZANO EVELYN KUSTATSCHER e MASSIMO MORPURGO I Nautiloidi sono Cefalopodi primitivi dotati di conchiglia planispirale e molto diffusi specialmente nel Paleozoico. Oggi esistono solo due generi “fossili viventi”, Nautilus ed Allonautilus dell’Oceano Indiano orientale e Oceano Pacifico sud-occidentale. Il rinvenimento di un’ampia fauna a Nautiloidi nella Formazione a Bellerophon in Val Gardena (provincia di Bolzano) ha dato origine nel 1998 ad un progetto (“Tirolonautilus”) in collaborazione con Herwig Prinoth (Ortisei), il Prof. Renato Posenato (Università di Ferrara) ed il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. La Nautilus pompilius Linnaeus, esemplare vivo del nuovo acquario di Bolzano. tesi di laurea di Herwig Prinoth (2000) si è basata sulla raccolta e lo studio di questi animali fossili. I risultati di questa ricerca sono stati presentati a vari convegni e pubblicati in riviste nazionali ed internazionali (Posenato & Prinoth, 2004). Questa collezione di oltre 100 esemplari rappresenta una delle più ampie faune a Nautiloidi di età Permiana, caratterizzata in particolare dalle grandi dimensioni dei suoi esemplari. Da poco custodita al Museo di Scienze Naturali, la collezione comprende due specie già note in letteratura mentre altre sei sono state segnalate per la prima volta (Tainoceras balestense, T. malsineri, Peripetoceras comploji, P. gigas, Liroceras gardenense, Foordiceras dolomiticum). Due esemplari, attribuiti rispettivamente alle specie Peripetoceras comploji e Liroceras gardenense, sono ora esposti nella sala dedicata alle Dolomiti della mostra permanente. Inoltre, per permettere al pubblico una più facile lettura di questi fossili, da dicembre 2005, alla vetrina dei fossili è stato affiancato un acquario contenente dei nautili vivi (Nautilus pompilius PALEOITALIA 23 Peripetoceras comploji Posenato & Prinoth, esemplare con due giri parzialmente conservati e con sifone ben visibile. Linnaeus, 1758). In Italia, oltre a Bolzano, solo all’Acquario del Parco le Navi a Cattolica è ospitato questo meraviglioso “fossile vivente”. Nautilus pompilius è un animale delicato di non facile mantenimento in acquario (Norman, 2003). Per questo motivo è stato realizzato uno speciale acquario di circa 1.000 litri di volume in base alla letteratura (Carlson, 2001, Stirnberg et al., 1997) e alle informazioni fornite dai curatori di alcuni acquari pubblici europei. Per rispettare le esigenze biologiche di Nautilus pompilius è stato realizzato un complesso sistema di filtrazione e di regolazione della salinità (mantenuta a 34,5‰). Un refrigeratore regola la temperatura dell’acqua a 18-20°C. I nautili non sono in grado di contrastare forti correnti e piccole bollicine d’aria sospese in acqua possono danneg- 24 PALEOITALIA giare i loro occhi. Per questo motivo è stato creato uno speciale sistema di circolazione dell’acqua. Per ridurre i resti di cibo sul fondo sono state introdotte in acquario delle ofiure mediterranee (Ophioderma longicaudum (Retzius, 1805)). La vasca è illuminata con una tenue luce blu, poiché i nautili non sopportano luce forte. I nautili vengono alimentati con gamberi non sgusciati e pesciolini interi per garantire anche un adeguato apporto di carbonato di calcio. La nuova vetrina con i Nautiloidi fossili e l’acquario sono il primo passo di un progetto di ammodernamento della mostra permanente del Museo che prevede, tra l’altro, di incrementare il numero dei reperti fossili e minerali esposti. Bibliografia Carlson, B. (2001). Mantenimento in acquario e riproduzione di Nautilus. Coralli, 3. Nuovi Orizzonti s.r.l., Ostia Lido Roma. Norman, M., 2003, Cephalopods a World Guide. ConchBooks. Hackenheim, Germania. Posenato, R. & Prinoth, H. (2004). Orizzonti a nautiloidi e a brachiopodi della Formazione a Bellerophon (Permiano Superiore) in Val Gardena (Dolomiti). Geo.Alp, 1: 71-85. Prinoth, H. (2000). I Nautiloidi della Formazione a Bellerophon (Permiano superiore) della Val Gardena, Dolomiti (BZ). Unpubl. thesis, Università di Ferrara: 80+180 pp. Stirnberg, E., Slabik, R. & Kück, H. (1997). Neuentwicklung in der Meerwasserabteilung des Bochumer Tierpark + Fossiliums. In 4. Internationales Meerwasser-Symposium. PALEOITALIA TESI DI DOTTORATO 25 Dottorato di Ricerca in Geodinamica - XVII ciclo Università Roma Tre REVISIONE SISTEMATICA DEL GENERE PROLAGUS (OCHOTONIDAE, LAGOMORPHA, MAMMALIA) IN ITALIA E NELLE ISOLE DEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE: NUOVI CARATTERI DIAGNOSTICI, NUOVE METODOLOGIE SISTEMATICHE, BIOCRONOLOGIA E PALEOGEOGRAFIA CHIARA ANGELONE Tutori: Prof. T. Kotsakis (Università Roma Tre) Prof. N. López Martínez (Universidad Complutense de Madrid) Il genere Prolagus compare nel Miocene inferiore basale dell’Europa centrale. Il suo aspetto era probabilmente molto simile a quello degli attuali pika, o lepri fischiatrici (genere Ochotona) che popolano gli altipiani rocciosi dell’Asia centrale e del Nord America. Dopo la radiazione adattativa del Miocene inferiore, il genere Prolagus è andato incontro ad un lento declino, fino all’estinzione avvenuta in epoca storica in Corsica e Sardegna (l’ultima segnalazione attendibile è quella di Polibio, nel II sec. a.C.). Con ogni probabilità le cause della sua scomparsa sono principalmente legate a fattori climatico/ambientali, ai quali si è aggiunta successivamente la massiccia predazione da parte dell’uomo. La longevità, la notevole diffusione areale, la grande varietà di specie e l’abbondanza relativa ed assoluta del genere Prolagus, in particolare nei siti fossiliferi europei, lo rendono uno strumento teoricamente ideale ai fini biocronologici Ricostruzione di Prolagus sardus (gent. conc. Sig. D. Zoboli): in generale l’aspetto delle specie del genere Prolagus doveva essere molto simile a quello dei pika attuali (genere Ochotona). 26 PALEOITALIA e paleobiogeografici. Ciononostante, le revisioni delle specie del genere Prolagus a livello regionale sono finora molto rare. Scopo di questa Tesi è stato quindi di colmare questa lacuna a livello della penisola italiana e delle isole del Mediterraneo occidentale e, successivamente, di utilizzare i risultati ottenuti per implementare il quadro biocronologico e paleogeografico del tardo Neogene e Quaternario italiani. Sistematica E’ noto che una solida base sistematica rappresenta il punto di partenza su cui fondare qualsiasi ulteriore considerazione. Dal punto di vista sistematico i lagomorfi sono un gruppo abbastanza complesso, vista la loro notevole variabilità intered intraspecifica. Per ovviare a questa difficoltà, sono stati individuati e testati sul genere Prolagus nuovi caratteri diagnostici da aggiungere a quelli già esistenti. Tali parametri sono sia di tipo qualitativo (posizione, forma e ampiezza di alcuni foramina mandibolari e mascellari), che Terzo premolare inferiore (P3) di due nuove specie del genere Prolagus segnalate sul territorio italiano: a) Prolagus n. sp. (Italia centrale, Plioc. sup.-Pleist. inf.); b) Prolagus aff. P. figaro (Sardegna, Plioc. inf./ medio). quantitativo (nuove misure sulla superficie occlusale dentaria). Per incrementare ulteriormente l’attendibilità sistematica, sono state introdotte nuove metodologie, come l’analisi di Fourier, applicate al contorno di alcune parti dentarie particolarmente significative. I criteri sopraelencati, utilizzati per effettuare la revisione delle specie del genere Prolagus nell’area in esame hanno dato i seguenti risultati: - l’individuazione di nuove specie (Prolagus n. sp., Italia centrale, Plioc. sup.-Pleist. inf.; Prolagus aff. P. figaro, Sardegna, Plioc. inf./medio); - una più dettagliata caratterizzazione di specie già note (P. sorbinii, Italia centrale, Messiniano; P. figaro, Sardegna, ?Plioc. sup.-?Pleist. medio basale); - la ricostruzione dei rapporti filogenetici intercorrenti fra di esse. Filogenesi In Italia centrale è stata identificata la linea evolutiva P. sorbinii-Prolagus n. sp. (Messiniano-Pleist. inf,) che con ogni probabilità deriva da una forma orientale di P. crusafonti. Anche in Corsica e Sardegna è stata ricostruita una linea evolutiva, P. aff. P. figaro-P. figaro-P. sardus (passaggio Plioc. inf./medio-Oloc.), il cui antenato continentale è verosimilmente un elemento affine a P. sorbinii. L’annoso e controverso problema dell’origine di P. sardus sembra risolto, in quanto evidenze morfo-dimensionali indi- PALEOITALIA cherebbero che P. sardus è una forma pedomorfa discendente da P. figaro. Per quanto riguarda l’origine delle altre specie endemiche insulari italiane, P. apricenicus e P. imperialis (paleoarcipelago garganico, Messiniano-?Plioc. inf.), si ritiene che il loro antenato sia da ricercarsi in una delle specie cosiddette “P. oeningensis-like” dell’Europa orientale, purtroppo ancora poco studiate. Le specie P. michauxi e P. “savagei”, la cui presenza è registrata in maniera puntuale nella parte nord-occidentale della penisola italiana rispettivamente nel Messiniano e nel Pliocene, non sembrano avere relazione diretta con le altre specie presenti sul territorio italiano e nelle isole del Mediterraneo occidentale. Esse sono invece affini alle specie coeve dell’Europa occidentale. Tendenze evolutive Lo studio delle tendenze evolutive del genere Prolagus a livello della penisola italiana tra il Messiniano e il Pleistocene ha portato all’individuazione di modelli comuni con le linee evolutive europee coeve. Infatti la linea P. crusafonti-P. sorbinii-Prolagus n. sp. parallelizza in maniera molto evidente e sincronica la nota linea evolutiva dell’Europa continentale P. crusafonti-P. michauxi-P. calpensis (aumento della taglia, modificazioni dentarie, ecc.). E’ probabile che tali convergenze siano imputabili a condizionamenti di tipo climatico ed ecologico. 27 Variazioni morfo-dimensionali del terzo premolare inferiore (P 3 ) delle specie endemiche insulari del genere Prolagus: confronto fra la specie continentale europea P. crusafonti (Miocene sup.) (a) e P. imperialis (paleoarcipelago garganico, Messiniano-?Plioc. inf.) (b). Si notino in particolare il notevole aumento delle dimensioni e della complessità della linea di smalto. (Immagini: a) López Martínez, 1989, Mem. Mus. Paleont. Univ. Zaragoza: 3: 1-342; b) Mazza, 1987, Boll. Soc. Paleont. Ital., 26: 233-244). Sono state esaminate anche le modificazioni a cui il genere Prolagus va incontro in ambienti insulari, che si esplicano, a livello dentario, in un aumento notevole delle dimensioni, in un aumento della complessità della superficie occlusale, nella variazione delle proporzioni di alcune strutture, e in alcune allometrie a livello della serie dentaria. Biocronologia Come ulteriore prova dell’utilizzo già noto delle specie e dei morfotipi del genere Prolagus in biocronologia si è scelto l’esempio del complesso carsico del Monte Tuttavista (Sardegna nord-orientale, ?Plioc. sup.-?Oloc.). I cambiamenti morfo-logici e dimensionali che interessano le varie popolazioni 28 PALEOITALIA Variazioni morfologiche del terzo premolare inferiore (P3) della specie P. figaro utili ai fini biocronologici. La scansione temporale delle fessure carsiche del Monte Tuttavista (Orosei, Sardegna, ?Plioc. sup.-?Oloc.) inferita in base ai caratteri di P3 vede il giacimento Xg.3 come il più antico, seguito da IV”m”, X4 e X5. A tali variazioni morfologiche si accompagna un leggero aumento delle dimensioni dentarie. di P. figaro e P. sardus che si susseguono nel tempo possono essere efficaci strumenti di datazione relativa, da inserire nel quadro generale fornito dallo studio dell’associazione faunistica nella sua totalità. Paleogeografia Il contributo del genere Prolagus alle ricostruzioni paleogeografiche è di notevole importanza. Numerose evidenze fossili suggeriscono che Prolagus è incapa- ce di raggiungere ambienti insulari a meno della presenza di un collegamento emerso (ponte continentale o passaggio filtrante). Queste considerazioni di base, unite a dati geodinamici, hanno permesso di avanzare delle ipotesi concrete sui periodi di tempo in cui Prolagus ha colonizzato le isole di Corsica e Sardegna (Plioc. inf./medio) e l’arcipelago fossile del Gargano (Messiniano basale). PALEOITALIA 29 Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra- XVIII ciclo Università di Milano TESI DI DOTTORATO PRODUZIONE DI ALGHE COCCOLITOFORIDA NEI BACINI DI SANTA BARBARA (CALIFORNIA) E CARIACO (VENEZUELA), IN RELAZIONE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI INTERANNUALI E INTERDECADALI BIANCA DE BERNARDI Tutore: Prof.ssa Elisabetta Erba Co-Tutore: Dr. Patrizia Ziveri La finalità di questa tesi è la caratterizzazione quantitativa delle associazioni ad alghe coccolitoforida in risposta alle variazioni climatiche e oceanografiche, ed in particolare in relazione al fenomeno di El Niño. Le alghe coccolitoforida (fig. 1) sono organismi unicellulari, di dimensioni micrometriche, che vivono nella colonna d’acqua tra i 50 e i 100 m di profondità. Questi organismi hanno la capacità di secernere placchette di calcite denominate “coccoliti” che, disposti dall’organismo sulla superficie della cellula, costituiscono la “coccosfera”. Dopo la morte dell’organismo, le parti biomineralizzate cadono sul fondo formando fanghi biogenici carbonatici. La distribuzione delle coccolitoforida in zone biogeografiche essenzialmente latitudinali mette in evidente relazione questo gruppo con alcuni fattori ecologici come la temperatura (con essa varia la struttura, forma dimensione e ultrastruttura dei coccoliti), la salinità, i nutrienti (la cui concentrazione influenza il tasso di riproduzione), l’alcalinità, la luminosità ecc. Lo sviluppo e crescita di questi organismi all’interno della zona fotica, a stretto contatto con le variazioni atmosferiche, rende quindi le coccolitoforida un ottimo strumento paleoceanografico e paleoclimatico. Culture di laboratorio e studi di associazioni viventi in ambienti naturali hanno permesso di caratterizzare le affinità ecologiche di alcune specie rispetto alle condizioni chimiche, fisiche e trofiche della parte più superficiale della colonna d’acqua. Queste conoscenze consentono di ricostruire le variazioni paleoceanografiche/paleoclimatiche in base 30 PALEOITALIA Fig. 1 - Foto di alghe coccolitoforida. 1) coccosfera di Emiliania huxleyi; visione (1A) al microscopio elettronico a scansione (SEM); visione al microscopio ottico a luce trasmessa (LM) e nicol incrociati (1B). 2) coccosfera di Helicosphaera carteri; visione al SEM (2A), visione al LM a nicol paralleli (2B) e incrociati (2C); singoli coccoliti (2D). alle associazioni fossili conservate nelle successioni sedimentarie. Le aree analizzate, il Bacino di Santa Barbara (fig. 2- SBB-California meridionale) e il Bacino del Cariaco (fig. 3- CAR- Venezuela), essendo sottoposte a regimi oceanografici peculiari, fortemente caratterizzati da condizioni di alta fertilità e condizioni al fondo disossiche-anossiche, sono ideali per ricostruzioni paleoclimatologiche ad alta risoluzione del Quaternario recente. Le particolari condizioni al fondo e la pressoché mancanza di vita bentonica sono una conseguenza dell’elevata produttività primaria e della ristretta circolazione; queste condizioni ambientali portano alla deposizione di sedimenti varvati. Questi ultimi sono caratterizzati da alta velocità di sedimentazione e quindi elevata risoluzione stratigrafica; ogni lamina infatti, registra la dinamica, da annuale (SBB) a decadale (CAR), dei flussi biogeochimici generati nelle masse d’acqua superficiali. La posizione dei bacini è, inoltre, ideale per studiare le risposte degli ecosistemi agli eventi di El Niño e La Niña (fig. 4), alterazioni del sistema atmosferico/oceanico del Fig. 2 - Mappa batimetrica del Bacino di Santa Barbara (California) con indicata l’ubicazione della trappola sedimentaria studiata nella presente tesi. PALEOITALIA Fig. 3 - Ubicazione della trappola sedimentaria e della carota nel bacino del Cariaco (Venezuela). Pacifico tropicale con importanti ripercussioni per il clima di tutto il pianeta. Studi precedenti, mirati alla caratterizzazione della produzione/ produttività primaria relativamente alle variazioni stagionali dell’intensità dell’ upwelling e quindi del livello trofico, avevano marcate 31 oscillazioni composizionali e di abbondanza delle singole componenti biogeniche. La quantificazione delle alghe coccolitoforida nei due bacini è stata mirata a: 1. ricostruire i flussi stagionali (trappole sedimentarie) sia dei singoli coccoliti sia delle coccosfere in rapporto ai cambiamenti delle condizioni idrografiche, ‚ caratterizzare e quantificare le associazioni delle coccolitoforida legate ad un ambiente di upwelling, in condizioni normali e sotto l’influenza del fenomeno di El Niño, 2. valutare come varia il contributo di carbonato delle coccolitoforida rispetto al flusso di carbonato totale determinato attraverso i flussi biogeochimici e infine, 3. ricostruire i flussi delle coccolitoforida negli ultimi 1000 anni, con una risoluzione da annuale a decadale, relativamente alle variazioni climatiche Fig. 4 - Valori mensili dei due indici di El Niño: Multivariate ENSO index (MEI) e Northern Oscillation Index (NOI). Valori positivi (negativi) di MEI indicano la presenza di EL Niño (La Niña), valori negativi (positivi) di NOI indicano la presenza di El Niño (La Niña). 32 PALEOITALIA ritmiche nonché agli eventi di El Niño. Innanzi tutto, si è proceduto alla caratterizzazione delle associazioni utilizzando campionamenti bisettimanali tramite trappole sedimentarie posizionate al centro dei bacini: in SBB (34°14’N,102°02’W) a una profondità di -540 m s.l.m. e in CAR (10,30°N; 64,40°W) a una profondità di -450m s.l.m. I 128 campioni analizzati coprono un intervallo di circa due anni per SBB (26/03/1996-4/04/1998) e tre anni per CAR (10/11/1996-05-10-1999). Per le ricostruzioni del passato recente sono stati studiati campioni di carote. In SBB (SABA 9610J 34°19' N 120°02’W) è stata analizzata la distribuzione fitoplanctonica calcarea degli ultimi 56 anni (19401996) mentre in CAR (CAR7-110°40’N, 64°42’W) si è studiata la distribuzione negli ultimi 1000 anni (850-1850 A.D.). Per la quantificazione assoluta dei coccoliti (flussi e concentrazione nei sedimenti), sono stati preparati vetrini di sedimento, su cui sono stati effettuati i conteggi usando un microscopio ottico a luce polarizzata (1250X). Il microscopio elettronico a scansione è stato utilizzato per verifiche tassonomiche e di conservazione. Inoltre, nei campioni di trappola sedimentaria e nella carota SABA9610 sono stati determinati elementi chimici minori come Al, Fe, Zn, e Ba sia nel sedimento totale sia nella frazione fine (<20µm) tramite lo spettrometro di massa ICP-AEF, per verificare un’eventuale correlazione tra questi elementi chimici e i flussi di coccoliti/ coccosfere. I risultati ottenuti nei campioni di trappola sedimentaria hanno messo in evidenza che: · Le alghe coccolitoforida fioriscono nella stagione invernale, quando la colonna d’acqua fredda è impoverita di nutrienti e gli altri gruppi fitoplanctonici (principalmente diatomee) sono poco abbondanti. Inoltre, l’analisi dell’associazione ha indicato che le specie Emiliania huxleyi, Florisphaera profunda, e Gephyrocapsa oceanica dominano in entrambi i bacini. · Durante El Niño 97-98 la presenza di acque calde, depauperate in silice, portano ad un aumento nel flusso di coccoliti. Queste condizioni di oligotrofia sono caratterizzate da una riduzione del flusso biogenico siliceo e da un incremento del flusso di foraminiferi. · Il flusso di carbonato mostra un aumento significativo durante la fase matura di El Niño all’interno di SBB (5.1 mg m-2 y-1 nel 1996 vs. 8.2 mg m-2 y-1 nel 1997-1998). Analogo incremento è dato dal carbonato prodotto dalle Fig. 5 - Confronto del flusso di coccoliti e coccosfere della specie Gephyrocapsa oceanica (D) con la temperatura registrata nei primi 140 m della colonna d’acqua (A- isoterme in °C ), concentrazione di nitriti nei primi 140 m (B) e disponibilità di ferro (C). H= dato non disponibile. PALEOITALIA 33 34 PALEOITALIA coccolitoforida ( 0.2 vs 0.4 mg m2 -1 y ). · Gephyrocapsa oceanica, una specie di zone sub-tropicali, spesso associata ad acque ricche in nutrienti, è sempre presente in entrambi i bacini e ma il flusso dei coccoliti aumenta notevolmente durante l’evento di El Niño. Questo incremento è correlato con le alte temperature, alta disponibilità di nitrati (NO2), fosfati e ferro delle acque superficiali (Fig.5). Lo studio delle carote ha messo in evidenza: - Oscillazioni climatiche a ciclicità minori di dieci anni (El Niño) e maggiori di 10 anni (Pacific Decadal Oscillation –PDO) nel bacino di Santa Barbara). Gli eventi di El Niño sono qui marcati da picchi di abbondanza della specie G. oceanica, con valori massimi registrati durante gli eventi più intensi e significativi come nel 1958, 1972 e 1983. La presenza di El Niño è inoltre evidenziata da un aumento di Al, Fe e con minor intensità Zn, presumibilmente causati dell’aumento dell’apporto continentale, indotto dalle peculiari condizioni climatiche di El Niño. - La specie Helicosphaera carteri mostra invece un comportamento opposto a G. oceanica aumentando negli anni successivi a El Niño quando nel bacino è presente La Niña. - La specie F. profunda aumenta significativamente dopo il 1970, in corrispondenza di un riscal- damento delle masse d’acqua superficiali, correlato sia ad un aumento della CO2 nell’atmosfera sia alla fase calda della PDO. - Le variazioni in abbondanza di Calcidiscus leptoporus, infine, sembrano registrare la fase fredda della PDO e quindi, se i risultati saranno confermati, questo taxon potrebbe essere utilizzato in futuro come proxy di temperatura. - Dall’analisi della carota CAR7-1 è emerso che il flusso di coccoliti totali riflette un’oscillazione secolare forse controllata dall’attività solare. La specie G. oceanica incrementa durante il periodo di optimum climatico medioevale, mentre il flusso di coccoliti di C. leptoporus cresce in corrispondenza di un aumento dell’intensità degli alisei e di conseguenza un aumento dell’upwelling costiero verificatosi durante la piccola era glaciale. In conclusione, i dati raccolti con la presente tesi confermano la sensibilità delle alghe coccolitoforida alle variazioni climatico-oceanografiche e quindi la loro importanza per l’identificazione e la quantificazione delle condizioni (paleo)ambientali. In particolare, l’analisi dell’abbondanza totale di coccoliti e i flussi delle singole specie nelle trappole e successioni sedimentarie permettono di identificare gli eventi di El Niño, la loro intensità e distribuzione nel tempo. In particolare nelle aree studiate, la specie G. oceanica è in indice di El Niño, F. profunda riflette il riscaldamento delle acque superfi- PALEOITALIA ciali degli ultimi 20 anni e C. leptoporus è un indicatore della fase fredda della PDO. Mentre l’analisi delle associazioni viventi e recenti permette di modellare le risposte degli ecosistemi ai cambiamenti ambientali attuali, lo studio delle coccolitoforida conservate nelle 35 successioni sedimentarie è essenziale per caratterizzare le variazioni a scala decadale e secolare e quindi proporre modelli e previsioni delle variazioni nel sistema oceano/ atmosfera e dei cambiamenti climatici nonché le possibili conseguenze a breve e lungo termine. 36 PALEOITALIA Notizie italiane a cura di Carlo Corradini [email protected] Sono riportati i principali risultati delle ricerche riguardanti il territorio italiano, ma pubblicate in riviste straniere, quindi difficilmente accessibili a un pubblico esterno al mondo accademico. NASCITA, VITA E DECLINO DEI GRANDI MAMMIFERI DEL PLIO-PLEISTOCENE La dispersione geografica delle specie nel corso della loro esistenza è un tema di grande interesse nella paleobiologia e nell’ecologia moderne. In questo studio, la ridondanza nella presenza delle specie di grandi mammiferi nei siti Plio-Pleistocenici della penisola Italiana (che è specchio dell’abbondanza che ebbero in vita) è analizzata nel corso del tempo. Si è evidenziato che tale abbondanza segue una traiettoria a campana. In pratica, le specie nascono rare, quindi diventano sempre più abbondanti per poi declinare fino a scomparire, in accordo con la teoria del ciclo del taxon e con studi pionieristici condotti sugli uccelli dagli ecologi inglesi Tom Webb e Kevin Gaston. E’ stata inoltre evidenziata una correlazione positiva fra l’abbondanza ed il tasso di sopravvivenza delle specie. La scarsa autocorrelazione temporale dell’abbondanza e della dominanza delle specie nelle fasi più fredde del Plio-Pleistocene indica, infine, che questi fattori sono fortemente influenzati dalle variazioni climatiche. RAIA P., MELORO C., LOY A. & BARBERA C., 2006, Species occupancy and its course in the past: macroecological patterns in extinct communities. Evolutionary Ecology Research, 8: 181–194 [in inglese]. PALEOITALIA 37 Paleo news a cura di Paolo Serventi [email protected] UN SAUROPODE CON OSSA CAVE I paleontologi Daniel Ksepka e Mark Norell dell’American Museum of Natural History di New York affermano di avere trovato i resti fossili di una nuova specie di dinosauro sauropode. Il nuovo dinosauro, rinvenuto nel 2002 a Bor Guvé in Mongolia, è stato descritto nel numero di marzo della rivista Novitates pubblicata dal Museo, ed è stato chiamato Erketu ellisoni, in onore del dio della forza. Tra i resti rinvenuti, ossa delle zampe, del torace e sei vertebre, ciascuna delle quali misura circa 60 centimetri di lunghezza. Dalle analisi compiute dai ricercatori sulle vertebre è scaturito che questo dinosauro diplodocide possedeva un collo lungo quasi 8 metri e che per alleggerirlo Erketu aveva “escogitato” un singolare stratagemma: sacche d’aria all’interno delle vertebre. Grazie alla tomografia computerizzata si è scoperto, infatti, che le vertebre non erano “piene”, ma avevano spazi vuoti riempiti da piccole sacche d’aria; questo secondo Ksepka “riduceva il peso complessivo dell’animale e in particolare modo del collo”. Inoltre si è notato che le vertebre mostrano degli incavi a forma di V e questo farebbe supporre che fossero collegate con un robusto legamento interno capace di dare una certa rigidità. «Sarebbe come avere una corda da bungee jumping che tiene su il collo - ha affermato Ksepka -così che non ci sarebbe bisogno di usare i muscoli». La notizia è stata ripresa sul National Geographic News in data 21 marzo 2006. “che c’è da guardare...funziona, no?!?” 38 PALEOITALIA Paleo news UN CUCCIOLO DI TRICERATOPS Tutti quanti conoscono il triceratopo, il dinosauro vegetariano “cornuto” del tardo Cretaceo che è stato, assieme al tirannosauro, tra gli ultimi dinosauri a estinguersi. Aveva il corpo massiccio che raggiungeva le 10 tonnellate di peso ma soprattutto aveva un imponente cranio dotato di tre corna, il più grande tra gli animali terrestri di tutti i tempi. Nel numero di marzo del Journal of Vertebrate Paleontology, Mark Goodwin, della Berkeley’s Valley Life Sciences Building della Università della California, descrive il fossile di un cucciolo di triceratopo (cranio, denti, qualche vertebra). Rinvenuti nel 1997 da un paleontologo amatore, Harley Garbani, nella Hell Creek Formation (Montana-USA), questi resti vennero scambiati inizialmente, per un pachycephalosauro. Fu proprio Goodwin, vedendo le foto del reperto, a comprendere subito l’importanza della scoperta: un “baby” Triceratops di circa 67 m.a., lungo solo un metro che, al momento della sua morte, non aveva più di 1 anno di vita. Grazie a questa scoperta il ricercatore ha dimostrato che i neonati di questo dinosauro avevano una testa molto piccola (circa 30 cm di lunghezza), con le corna e il collare posteriore appena accennati. Secondo Goodwin i rappresentanti del gruppo dei ceratopsidi avevano già in tenera età le caratteristiche corna e il collare a indicare che questi caratteri non erano usati esclusivamente come richiamo sessuale e/o competizione, ma anche per il riconoscimento e la “comunicazione” all’interno del gruppo. Lo stato di conservazione ottimale dei resti del piccolo triceratopo, fa credere che, dopo la morte, il corpo venne quasi subito sepolto, impedendo di fatto che animali necrofagi o le “intemperie” potessero danneggiare le sue delicate ossa. IL PASSAGGIO DAI PESCI AI VERTEBRATE TERRESTRI Sono stati scoperti nell’isola di Ellesmere in Canada resti fossili ben conservati di un vertebrato che si ritiene sia “l’anello mancante” tra i pesci e i vertebrati terrestri. La ricerca finanziata in parte dal National Geographic Society ha visto impegnati, per circa cinque anni, un team di paleontologi tra i quali Neil Shubin dell’Università di Chicago, Farish Jenkins dell’Università di Harvard, Per Ahlberg dell’Università svedese di Uppsala e Jennifer Clack dell’Università di Cambridge in Inghilterra. Il risultato è la “nascita” della nuova specie Tiktaalik roseae, un animale lungo circa tre metri che aveva un cranio simile a quello dei coccodrilli e con pinne ossee particolarmente robuste. Probabilmente Tiktaalik PALEOITALIA 39 Paleo news fletteva e estendeva le sue pinne verso l’esterno del corpo, come se fossero zampe, per sostenersi e aiutarsi nel movimento nelle acque basse o nelle sue prime “uscite” sulla terraferma. Secondo Shubin gli altri caratteri peculiari di Tiktaalik sono la presenza di un collo, costole robuste per sostenere il corpo massiccio e un paio di grandi narici esterne poste sul muso per la respirazione. La dentatura conferma una dieta carnivoro a base di invertebrati che all’epoca erano già abbondanti sulla terra vicino all’acqua. Secondo gli studiosi questi resti mostrano come le pinne di pesci di acqua dolce iniziarono a trasformarsi in arti circa 380 Ma, nel Devoniano Superiore. Questa modificazione è da ritenersi un passo fondamentale. 40 PALEOITALIA Paleolibreria a cura di Annalisa Ferretti [email protected] Il Monte San Giorgio: Dai Fossili alla lavorazione artistica della pietra/Una storia di 300 milioni di anni, a cura di Markus Felber; Edizioni Casagrande, Bellinzona (CH), rilegato, 22 x 26 cm, 224 pp; 200 illustrazioni a colori; 45,00 € [Andrea Tintori] Il Monte San Giorgio, posto al confine Italo/Svizzero costituisce una delle più importanti aree paleontologiche al mondo per quanto riguarda il Triassico medio marino, tanto che nel 2003 la porzione svizzera è stata inserita nel patrimonio mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO (purtroppo a tutt’oggi la pratica italiana è arenata nei meandri delle nostre amministrazioni locali!). Si tratta di un’area di straordinario interesse scientifico, culturale e storico, situato a cavallo tra Lombardia e canton Ticino, abbracciata a Nord dal Ceresio o Lago di Lugano. Le sue ‘pagine di roccia’ testimoniano una storia antica di quasi 300 milioni di anni e ci offrono, tra l’altro, una serie unica di livelli fossiliferi principalmnete a vertebrati che coprono gran parte del Triassico medio: proprio in ciò sta l’unicità del Monte san Giorgio: stando a Meride o all’hotel di Serpiano, si possono raggiungere a piedi con piacevoli passeggiate nei boschi tutti i siti che negli ultimi 150 anni hanno fornito resti di pesci, rettili, ammoniti, insetti…. Miniere e cave punteggiano ancora la montagna: molto spesso qui il lavoro si è interrotto molti anni fa e le generazioni di scalpellini ed artisti si sono ormai pressochè estinte. Arzo, Saltrio e Viggiù sono nomi noti per i costruttori dei secoli scorsi: tutte le chiese locali hanno qualche cosa di queste cave, ma anche quelle principali di Milano e di molte città europee. La storia degli scavi per le rocce pregiate e delle scoperte paleontologiche si intreccia con quella non meno appassionante delle miniere di bitume e dell’interesse suscitato agli albori della rivoluzione industriale quale fonte di energia. PALEOITALIA 41 Tutto ciò aveva bisogno di un volume che ilustrasse questi pregi: tante volte proprio chi abita nei pressi non conosce a fondo la storia della sua regione. E’ così nato questo libro che associa la ricchezza iconografica alla solidità dei testi concepiti per essere compresi anche dai non specialisti. Si tratta quindi di un’opera di alta divulgazione che prendendo spunto dal patrimonio paleontologico riesce a far comprendere come anche la storia dell’uomo è fortememnte legata alla geologia del territorio. Markus Felber, dottore in scienze naturali al Politecnico di Zurigo, è l’anima di tutte le iniziative riguardanti il Monte san Giorgio fin da quando era conservatore al Museo cantonale di Storia Naturale di Lugano: oggi, come libero professionista continua l’opera di valorizzazione del Monte san Giorgio, colalborando con tutti i media nella produzione di documentari, stimolando tutte le attività anche scientifiche e cercando di coordinare le iniziative anche a livello transfontaliero. Ai suoi testi si aggiungono in questo caso quelli di E.Regazzoni per la parte storico/artistica. La più grande catastrofe di tutti i tempi – quando sulla Terra la vita rischiò di scomparire, di Michael J. Benton; Newton & Compton Editori “I volti della storia”, 2005, 346 pp., 14,90€, ISBN 88541-0405-1. [Andrea Tintori] Mike Benton, ora direttore del Department of Earth Sciences, University of Bristol, si occupa di vertebrati fossili fin dal suo dottorato. Autore di diversi testi sia divulgativi sia didattici (ricordo Paleontologia dei Vertebrati, tradotto anche in italiano) negli ultimi anni si è rivolto soprattutto alla crisi Permo/Triassica partendo da quanto successe alle faune terrestri. La sua esperienza diretta infatti ha sempre riguardato i tetrapodi, non tanto dal punto di vista sistematico, ma proprio nelle problematiche relative a quanto succede nei dintorni dei momenti di crisi. Questo volume non è però semplicemente il racconto di un evento importantissimo e di come si è giunti a comprenderlo oggi, a cercare via via nuove spiegazioni e interpretazioni, impensabili anche solo pochi anni fa. Si ripercorre anche un po’ la storia della geologia e della paleontologia attraverso alcuni grandi personaggi che, in funzione del momento storico, mettavano a punto passo dopo passo quello che per noi oggi è ‘normale’. Si possono rinfrescare le conoscenze su diversi gruppi di organismi, e non solo di tetrapodi terrestri, un po’ di tafonomia, di biostratigrafia….insomma, pur non potendo venire adottato come libro di testo per un corso base, certamente può essere consigliato a tutti gli studenti e appassionati di 42 PALEOITALIA paleontologia, ma anche semplicemente di Scienze della Terra. Non dimentichiamo infatti che se si parla essenzialmente di crisi della vita, questi eventi hanno avuto un grande influsso su tutto il sistema Terra, come ben viene evidenziato da Benton. C’è però un problema……Ma chi lo ha tradotto? Questo è il primo commento e la domanda che affiora anche solo dopo le prime pagine affrontate per curiosità conoscendo già l’edizione originale! Un bel testo, non c’è che dire, utile a tutti anche come ripasso di tanti aspetti della paleontologia: peccato proprio per la traduzione, ma soprattutto per il mancato controllo da parte del consulente scientifico che, fortunatamente, non è un paleontologo! Ora sembra sia prevista una ristampa che ovvii almeno agli errori più grossolani e alla mancanza di una terminologia geopaleontologica (‘i letti del confine’ –titolo a pag. 171- che cosa pensate siano? E ‘i letti di Wealden che avevano prodotto l’Iguanodon’-p. 29? e sarà vero che ‘il fitoplancton si nutre di zooplancton’ –p.185? e che i ‘dinosauri sono diffusi nel Pleistocene’, anche se affetti da ‘senilità razziale’?-p. 83) che magari possono passare anche inosservati a chi legge per curiosità e riesce a cogliere alcune delle idee esposte (come in realtà mi ha fatto notare chi mi ha poi segnalato l’edizione italiana, nonostante avesse rilevato un linguaggio comunque povero), ma in mano a molti nostri studenti con uno spirito critico molto scarso…. Ci si chiede come mai non succeda più come una volta quando traduzioni e testi anche divulgativi erano affidati agli ‘specialisti’ che magari subappaltavano il lavoro, ma mettendoci il nome controllavano la qualità del prodotto finale? Certamente è una questione di costi (forse), ma pagare un traduttore che non conosce l’argomento e poi un consulente scientifico (che in questo caso non deve neppure aver letto il manoscritto!) alla fine non deve essere molto diverso e si evitano figuracce! Si ritorna all’importanza di una buona divulgazione, fatta da chi conosce l’argomento anche perché ci lavora e non solo perché ha letto qualche articolo qua e la, lasciando poi perdere il commento che spesso si sente…’ma tanto la gente non capisce’ che la dice lunga sulla serietà di questi personaggi. Mi permetto di citare un paragrafo dell’introduzione del Bel Paese dell’abbate A.Stoppani che 150 anni fa scriveva “In questa esposizione di fenomeni e i leggi, mentre l’autore ha studiato di dare al suo libro una forma, quanto gli fosse possibile, facile ed attraente, non ha creduto che, per raggiungere lo scopo, gli fosse permesso di scostarsi nemmeno di una linea dalla verità. Egli ha inteso di scrivere un libro strettamente scientifico, vale a dire rigorosamente vero. Il verosimile ne è affatto escluso.” E penso che ciò debba valere anche per le traduzioni! PALEOITALIA 43 Violanti D. (Ed.) (2005) – Giornate di Paleontologia 2003 – 22-25 Maggio 2003. Rendiconti della Società Paleontologica Italiana, vol. 2, 254 pp. Nel gennaio del 2006 è stato stampato il secondo volume dei Rendiconti della Società Paleontologica Italiana, che raccoglie i lavori del convegno “Giornate di Paleontologia 2003”, tenuto dal 22 al 25 Maggio ad Alessandria. Il volume è stato inviato a tutti i partecipanti al convegno; copie sono disponibili presso la biblioteca della S.P.I. ([email protected]) al costo di 25 Euro, più spese di spedizione. Il tempo intercorso tra il convegno, il ricevimento dei manoscritti (alcuni ben oltre la scadenza prefissata) e la stampa del volume risente della somma degli impegni di tutti gli autori e redattori coinvolti, ma anche della volontà dei redattori di fornire un prodotto corretto e graficamente qualificato, speranza che si spera di aver soddisfatto. Il volume comprende 20 testi che rispecchiano la multiformità degli argomenti esposti nel convegno durante le sessioni scientifiche e documentano la varietà degli studi paleontologici e delle loro possibili applicazioni biostratigrafiche e paleoambientali. Come già ampiamente sottolineato nelle comunicazioni preliminari al convegno e nella guida alle escursioni, uno dei principali fattori positivi è stata l’ampia partecipazione di giovani ricercatori, che inoltre hanno contribuito numerosi alla pubblicazione di questo volume. La paleontologia italiana mostra così un’ulteriore testimonianza della propria vitalità e professionalità, anche in momenti in cui la ricerca di base appare pesantemente penalizzata e in cui il mantenimento degli standard scientifici è spesso prevalentemente sostenuto dalla passione dei singoli ricercatori. Proprio per l’eterogeneità degli argomenti, i lavori non sono stati suddivisi in base a gruppi tematici, ma si è preferito una presentazione secondo un semplice ordine alfabetico per autori. La pubblicazione di questo volume è stata possibile grazie al sostegno finanziario della Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria e del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, ai quali l’Editor e il Comitato di redazione esprimono la più viva gratitudine. I più caldi ringraziamenti vanno infine ai Presidenti della Società Paleontologica Italiana che si sono succeduti nella preparazione del Convegno di Alessandria e nella pubblicazione del Volume 2 dei Rendiconti, rispettivamente Antonietta Cherchi e Antonio Russo, che hanno favorito e sostenuto in ogni modo e momento la concretizzazione di queste iniziative. Donata VIOLANTI 44 PALEOITALIA PALEOWEB a cura di Maurizio Gnoli [email protected] Ecco un’altra puntata. Siamo al No. 14 e come promesso la volta scorsa navighiamo ancora in siti italiani. Questa volta vi faccio una proposta che si scosta un attimo dalla Paleontologia sensu stricto. Niente paura, cercherò di spiegarmi: Questa volta parliamo dell’evoluzione e delle abitudini umane il sito http://www. cronologia.it/mondo07i.htm di Giandomenico Ponticelli. Il “Sommario” di videata comprende 1) Il Lavoro e l’origine dell’uomo. Il passaggio dalla scimmia all’uomo e la nascita della caccia con i sottocapitoli 1.1) I nostri primi antenati; 1.2) Gli uomini che rubarono il fuoco agli dei; 1.3) Evoluzione e Storia; 1.4) Modello Evolutivo; 1.5) Storia-Interpretazione. 1.6) Nascita della moneta. 2) Il ruolo rivoluzionario del lavoro nell’evoluzione Umana 3) Il Darwinismo sociale –Razzismo e Scienza. 4) L’Evoluzionismo e la scelta sociale. 5) Nascita della Moneta. 6) L’Arte paleolitica – Il significato dell’Arte Rupestre. Tutto ben illustrato con tanto di Bibliografia. In poche parole un sito “tecnicamente ben fatto” dal quale lo scrivente non si assume responsabilità alcuna in senso né critico nè politico. Altro sito interessante sullo stresso argomento è http://www. paleontologiaumana.it/index.htm che comprende: “Introduzione”, “Da sapere”, “Alcune recenti scoperte”, “Generi precedenti Australopithecus”, “Genere Homo”, “Paletnologia” e “Preistoria”. Se volete vedere un ancestrale dei primati affini PALEOITALIA 45 all’uomo, Oreopithecus bambolii andate a: http://www.geocities.com/ stegob/florencemonkey.html. Per chi desidera un sito “notiziario” sulla paleontologia abbastanza interessante anche se un po’ “vecchiardo” vada a: http://www.jinxs.it/ cultura/arte/paleontologia.php, che apre il mondo della paleontologia e tutti i suoi risvolti e tante notizie più i meno attuali. Se per i più pragmatici può andare bene un sito tutto animazioni si vada a: http://palaeo.gly.bris.ac.uk/ poi in basso a destra “Animations of dinosaurs and their chums”. Il sito è Britannico ma le animazioni non hanno lingua. Sto diventando vecchio, a volte ho l’impressione di passare da nostromo a mozzo di bordo ed incomincio ad avere bisogno di voi per tanti suggerimenti su nuovi siti web: scrivetemi! Soprattutto Navigate! Alla prossima. GLI INDIRIZZI ELETTRONICI DELLA S.P.I. Bollettino della Società Paleontologica Italiana PaleoItalia Biblioteca Tesoreria [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] PALEOITALIA 46 Agenda Workshop Trenta anni di Geologia sequenziale applicazioni, limiti e prospettive di sviluppo 2 ottobre 2006 Bari Per informazioni: Prof. Luisa Sabato: [email protected] Dr. Marcello Tropeano: [email protected] Congressi Federazione Italiana di Scienze della Terra Geoitalia 2007 VI Forum Italiano di Scienze della Terra 12-14 settembre 2007 Per informazioni: www.geoitalia.org Mostre Corsi Università di Bari Dipartimento di Geologia e Geofisica Corso avanzato di Geologia sequenziale 3-7 ottobre 2006 Matera Il corso sarà tenuto dal Prof. Bilal U Haq Per informazioni: Prof. Luisa Sabato: [email protected] Dr. Marcello Tropeano: [email protected] Un piccolo grande dinosauro 5 maggio 2006 - 5 maggio 2007 Milano Museo di Storia Naturale, Corso Venezia 55, Milano. Orario: mart-dom 9.00-17.30 Vedere la finestra a lato. *** Viaggio nella geologia d’Italia 26 maggio - 5 novembre 2006 Bergamo Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi” - Piazza Cittadella, 10 sito web: www.museoscienzebergamo.it PALEOITALIA 47 UN PICCOLO GRANDE DINOSAURO “Ciro” e i fossili di Pietraroia Milano, Museo di Storia Naturale 5 maggio 2006 - 5 maggio 2007 Un affascinante viaggio alla scoperta del primo dinosauro italiano, un fossile straordinario “in carne e ossa” unico al mondo. La mostra è stata inaugurata il 4 maggio scorsoconuna conferenza stampa dei curatori Cristiano Dal Sasso e Giorgio Teruzzi ed è incentrata sul fossile originale del primo dinosauro scoperto in Italia. Scipionyx samniticus, noto a tutti col soprannome di “Ciro”, ha catalizzato l’attenzione dei media di tutto il mondo a partire dal 1998 (anno in cui ebbe l’onore della copertina di ‘Nature’) per il suo eccezionale stato di conservazione e sarà ora ripresentato alla luce delle scoperte più recenti. Si tratta infatti, a tutt’oggi, dell’unico dinosauro al mondo in cui sono fossilizzati gli organi interni. Inoltre è un esemplare immaturo, un raro “cucciolo”, appartenente ad una specie nuova per la scienza. Insieme al piccolo dinosauro saranno esposti tutti i fossili più importanti che sono stati estratti dal giacimento di Pietraroia (Benevento) a partire dal 1898. I reperti resteranno in prestito al museo milanese per un anno intero, grazie ad una convenzione con gli istituti che ne sono depositarii: la Soprintendenza di Salerno e il Museo di Paleontologia dell’Università di Napoli. Dal più piccolo al più grande A pochi metri dal più piccolo dinosauro carnivoro del mondo, al Museo di Storia Naturale di Milano è possibile ammirare l’enorme muso del più grande predatore terrestre di tutti i tempi: Spinosaurus aegyptiacus. Il fossile esposto, di cui ha parlato recentemente la stampa in seguito alla pubblicazione della sua descrizione scientifica sull’ultimo numero del Journal of Vertebrate Paleontology (Dal Sasso et al., 2006), appartiene ad un esemplare lungo 17 metri e pesante 9 tonnellate. Spielberg (Jurassic Park III) aveva ragione: lo spinosauro era più grande del temibile Tyrannosaurus rex. La mostra è aperta da martedì a domaenica dalle 9.00 alle 17.30. CRISTIANO DAL SASSO 48 PALEOITALIA ELENCO ALFABETICO DEI SOCI al 31 dicembre 2005 ABBAZZI Laura - Viale Alessandro Volta 43; 50131 Firenze; [email protected] ACADEMIA SINICA (Library) - Nanjiing Institute of Geology and Paleontology; Chi Ming Ssu; 210008 Nanjing; Cina ACCORNERO Gualtiero; Via Sempione 256; 10154 Torino; [email protected] ACQUISITION UNIT (DSC-AO); British Library; Boston Spa; LS23 7BQ Wetherby -W Yorks; United Kingdom AGOSTI don Guido; Via D. Zeffirino Iodi 2; 42100 Reggio Emilia AGOSTINELLI Giorgio; c/o SITEP E&P; Technical Serv. Dpt., Via dei due Macelli, 66; 00187 Roma; [email protected] AGOSTINI Silvano; Soprintendenza Archeologica- Serv.Geol.Pal.; Via dei Tintori 1; 66100 Chieti; [email protected] ALBANI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S.Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] ALLASINAZ Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino; [email protected] ANDREOLI Giovanni; Via Fonda 111; 41053 Maranello (Mo) A NGELELLI Francesco; Dipartimento Servizi Tecnici Nazionali; Via Curtatone 3; 00185 Roma; [email protected] ANGELONE Chiara; Via Berengario 11 A; 00162 Roma A NGIOLINI Lucia; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] ARBULLA Deborah; Via S. Marco 51; 34100 Trieste; [email protected] ARCA Marisa; Via Logudoro 10; 08025 Oliena (Nu) ARENA Concetto; Via Gianforma 32; 97010 Frigintini (Rg); [email protected] ARGENTI Patrizia; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 Perugia; [email protected] ARMELLINI Antonio; Via Mazzini 21; 33017 Tarcento (UD); [email protected] ARRIGONI Giovanni; Via Alle Ville 14\; 23815 Introbio (LC); [email protected] ASIOLI Gabriele; Via Martiri della Libertà 203D; 48024 Massalombarda (Ra) ASSOCIAZIONE ONLUS G.E.A; Piazza Farinata degli Uberti 8; 50053 Empoli (Fi) ASSOCIAZIONE PALEONTOLOGICA MICHELE GORTANI; Villa Comunale; Via Seminario 5; 30026 Portogruaro (Ve) ASTRACEDI Marco; Via G. D’Annunzio 11, fraz. S. Biagio; 60027 Osimo (An) A VA N Z I N I Marco; Museo Tridentino di Scienze Naturali; Via Calepina 14; 38100 Trento; [email protected] AZZAROLI Augusto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] BACCHI Manuele; Via Alessandro Volta 149; 50131 Firenze; [email protected] BADODI Andrea; Via Vincenzo Ferrari 2/1; 42100 Reggio Emilia BAGLIONI Francesco; Via G. Ricci Curbastro 56; 00149 Roma BAGNOLI Gabriella; Dipartimento Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] BALESTRAZZI Eugenio; Via Mossi 30; 27100 Pavia; [email protected] B A L I N I Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] BARATTOLO Filippo; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] BARBERA Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] BARBIERI Roberto; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna; [email protected] BARBIERI Ugo; Via Achille Papa 20; 25100 Brescia; [email protected] BARDAZZI Stefania; Via Giampaolo Orsini 28; 50126 Firenze BARRA Diana; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli BARTOLUCCI Stefano; Via Etruria 12; 06018 Trestina (Pg); [email protected] BASSI Davide; Dipartimento delle Risorse Naturali e Culturali; Corso Ercole I d’Este 32; 44100 Ferrara; [email protected] B ASSO Daniela; Dipartimento di Scienze Geologiche; Piazza della Scienza 4; 20126 Milano; [email protected] PALEOITALIA 49 BEDETTI Claudia; Via di Grotta Perfetta 329; 00142 Roma; [email protected] BEI Domenico; c/o Museo dei Fossili e dei Minerali di M. Nerone; Via XX Settembre; 61042 Apecchio (Pu) BELLAGAMBA Mariella; Via B. Sforza 49; 61029 Urbino (Pu) BELLOMI Alessandro; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 Milano BELLOMO Ernesto; Via Boner 49; 98121 Messina BENETTI Attilio; Via Covolo 1; 37030 Velo Veronese (Vr) BENETTI Giuseppe; Via Montini 11; 25062 Concesio (Bs); [email protected] BERGAKADEMIE BIBLIOTHEK; Agricolastrasse 10; D-09599 Freiberg; Germania BERGAMIN Luisa; Via Duchessa di Galliera 76/19; 00151 Roma; [email protected] BERNARDELLI Maurizio; Via L. Spallanzani 45; 41100 Modena BERNARDINI Ettore; Via Roma 108; 47025 Mercato Saraceno (Fc) BERNASCONI Maria Pia; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata Di Rende (Cs); [email protected] BERNINI Fabrizio; Parco Fluviale Regionale dello Stirone; Via Loschi 5; 43039 Salsomaggiore Terme (Pr) BERTAMINI Roberto; Via A. Pacinotti 4/1; 16510 Genova BERTOIA Fabio; Via G.R. Fogliani 51; 42100Reggio Emilia; [email protected] BERTOLASO Luca; Via Manzotti 35; 42015 Correggio (Re); [email protected] BIBLIOTECA DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via Trentino 51; 09127 Cagliari BIBLIOTECA AREA TECNICO-SCIENTIFICA; Università della Calabria; Campus Arcavacata, Piazzale Chiodio/ Blocco 2; 87036 Arcavacata Di Rende (Cs) BIBLIOTECA CENTRALE; Università degli Studi, Fac. Scienze MM.FF.NN.; Nucleo S. Miniato, Via A. Moro 2; 53100 Siena BIBLIOTECA CIVICA; Via Museo 12; 36061 Bassano Del Grappa (Vi) BIBLIOTECA FAC. DI SCIENZE MM.FF. NN.; C. di Laurea Scienze Geologiche, Via dei Vestini; Campus Universitario di Madonna delle Piane; 66013 Chieti Scalo (Ch) BIBLIOTECA GEOMINERALOGICA; Via La Pira 4; 50100 Firenze BIBLIOTECA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI URBINO; Area Scientifica; Località Crocicchia; 61029 Urbino BIBLIOTECA UNIVERSITAT DE BARCELONA; Secciò de Geologia; Marti i Franques s/n.; E-08028 Barcelona; Spain BIBLIOTHEQUE DE L’UNIVERSITÉ DE BOURGOGNE; Section Sciences Economie; 6 rue Sully; F-21000 Dijon; France BINUTTI Romano; Via Forame 10; 33040 Attimis (Ud); [email protected] BIZZARINI Fabrizio; Cannaregio 1269/A; 30121 Venezia BONCI Maria Cristina; Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse; Corso Europa 26; 16132 Genova; [email protected] BONETTO Alessio; Via dei Ciclamini 1; 30030 Oriago di Mira (VE); [email protected] BONFIGLIO Laura; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Sperone 31; 98166 S. Agata Di Messina; [email protected] BOSELLINI Francesca; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4; 41100 Modena; [email protected] BOSSIO Alessandro; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] BOTTAZZI Alberto; Via Schubert 2; 36078 Valdagno (Vi) BOTTINO Cecilia; Via Garigliano 72; 00198 Roma; [email protected] BOVE Forgiot Lisa; Via Roma 4; 10010 Alice Superiore (To); [email protected] B RAGA Gian Pietro; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Via Giotto 1; 35137 Padova; [email protected] BRESSAN David; Via Himmelreichstrasse 6; 39031 Brunico (Bz) BRIGUGLIO Antonino; Via Pietro Maffi 67; 00168 Roma BRUNETTI Mauro; Via 28 Settembre 1944, n. 2; 40040 Rioveggio (Bo); [email protected] BRUNI Neldo; Via del Monte 2; 63020 Smerillo (Ap) BUCCHERI Giuseppe; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo BUNDESANSTALT F. GEOWISSENSCHAFTEN & ROHSTOFFE; Bibliothek; Stilleweg 2 - Postf. 510153; D-30655 Hannover; Germania BURATTI Helmuth; Viale Druso 335/c int.7; 39100 Bolzano BUSULINI Alessandra; Via Cà Rossa 117/3; 30174 Mestre (Ve); [email protected] CABRAS Roberto; Via de Nicola 27; 09027 San Sperate (Ca) CACCAMO Giuseppe; Via S.Assemani 92; 00125 Acilia (Roma); [email protected] CALZADA S.; Museo Geologico del Seminario; C/Diputacion 231; E-08028 Barcellona 7; Spagna CANZONERI Vincenzo; Via Floreastano Pepe 6; 90139 Palermo; [email protected] CAPPELLI Pierfrancesco; Via A. da Sangallo 4; 37138 Verona CARAMIELLO Salvatore; Sovrintendenza Archeologica, Via dei Tintori 1; 66100 Chieti 50 PALEOITALIA CARAVÀ Nunzia; Via Palmerino 69; 90129 Palermo CARBINI Enrico; Piazza Vittoria 20; 60036 Montecarotto (An) CARBONI M. Gabriella; Dip. Scienze della Terra, Università La Sapienza; P.le A. Moro 5; 00185 Roma; [email protected] CARCANO Maurizio; Via XX Settembre 65; 22026 Maslianico (Co); [email protected] CARNEVALE Giorgio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S: Maria 53; 56100 Pisa CAROSI Michelangelo; Viale De Gasperi 35; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap) CARTA Nicola; Via E. Lussu 21; 09040 Settimo San Pietro (Ca); [email protected] CASAGRANDE Francesco; Via Lombardia 9; 31027 Spresiano (Tv) CASALINI Brunella; Casella postale 12; 50014 Fiesole (Fi) CASALINI Dorotea; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi) CASALINI Francesco; Casella Postale 12; 50014 Fiesole (Fi) CASALINI Michele; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi) CASALINI Simona; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi) CASSARINO Giovanni Silvio; Via Carducci 139; 97100 Ragusa; [email protected] CAULI Luciano; Via G. Orosi 35; 57121 Livorno CAVALAZZI Barbara; Via Massari 37; 70050 S. Spirito-Bari; [email protected] CAVALLARO Alberto; Via dell’Arcolaio 44/A; 50137 Firenze CECCA Fabrizio; Lab. de Micropaléontologie,Univ. Pierre et Marie Curie; - ParisVI, Case 104 - 4 Place Jussieux; F-75525 Paris Cedex 05; Francia; [email protected] C. Reg. per la Progettazione e il Restauro e le Scienze Naturali ed Applicate ai Beni Culturali; Via Cristoforo Colombo 52; 90142 Palermo CERATI Roberta; Via Rosselli 26; 21057 Olgiate Olona (Va); [email protected] CEREGATO Alessandro; Via Felsina 29; 40139 Bologna; [email protected] CERVI Federico; Via Maccagnano 170; 42100 Reggio Emilia CESTARI Riccardo; Via F. Lanciani 32; 48100 Ravenna CHECCONI Alessio; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 Perugia C HERCHI Antonietta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] CHIA Barbara; Via G. Parini 4; 09100 Serramanna (Ca) C HIARI Marco; C.N.R. - Istituto di Geoscienze e Georisorse; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] CHIOCCHINI Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino CIAMPO Giuliano; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli CIMINELLI Francesco; Via dei Saraceni 7; 87012 Castrovillari (Cs) CIOPPI Elisabetta; Museo di Storia Naturale - Sez. Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] CIRONE Gabriella; Corso Mazzini 14/2; 17100 Savona CITA SIRONI Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano COBIANCHI Miriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia; [email protected] COCCIONI Rodolfo; Istituto di Geologia dell’Università; Campus Scientifico, Località Crocicchia; 61029 Urbino (Pu); [email protected] CONTI Maria Alessandra; Dipartimento di Scienze della Terra, Università; La Sapienza, P.le Aldo Moro 5; 00185 Roma; [email protected] C ONTI Stefano; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena; [email protected] COPPA DE CASTRO Maria Grazia; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] CORRADINI Carlo; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] CORRADINI Domenico; Piazza Martiri Partigiani, 36; 41049 Sassuolo(Mo); [email protected] COSANNI Nicola; Via della Repubblica 28B; 64029 Silvi Marina (Te); [email protected] CROBU Elena; Via Pranu de Funtana; 09021 Barumini (Ca); [email protected] CROVATO Paolo; c/o Società Reggiana di Malacologia; Casella Postale 436; 80100 Napoli D’ALESSANDRO Assunta; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 Bari D’ARPA Carolina; Via Regione Siciliana SE 702; 90129 Palermo D’ORAZI Porchetti Simone; Via Centuroni 27; 02100 Rieti DALLA VECCHIA Fabio Marco; Via Marche 33; 33100 Colloredo Di Prato (Ud); [email protected] DAVOLI Giovanni; Via Romana 10; 42020 Borzano Di Albinea (Re) DE ANGELIS Evans Liliana; Viale Muratori 189; 41100 Modena DE BLASIO Fabio; Lillevannsveien 22D; 0788 Oslo; Norvegia D E C APOA Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] PALEOITALIA 51 D E C ASTRO Piero; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] DE FIORIDO David; Località Santa Croce 579; 34100 Trieste DE TUONI Francesco; Via Galilei 1; 31027 Spresiano (Tv) DEL RE Maria Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli DEL RIO Myriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] DELFINO Massimo; Via San Grato 12; 10090 Romano Canavese (To); [email protected] DEZI Romano; Via Lauro Rossi 8; 62100 Macerata DHONDT Annie V.; Dept. Paleontology, Koninklijk BelgischInstituut voor Natuurwetenschappen; Vautierstr. 29; B-1000 Brussel; Belgio; [email protected] DI BELLA Letizia; Via Nicolò Piccinni 25; 00100 Roma D I C A N Z I O Emanuele; Contrada Colle della Corte 10; 64020 Montepagano (Te); [email protected] DI CENCIO Andrea; Via Pescara 24 ; 66013 Chieti Scalo (Ch)I; [email protected] DI DONATO Valentino; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli DI GIACOMO Giorgio; Via Giovanni Muriana 36; 97015 Modica (Rg) DI PRIZIO Giuseppe; Via Cesare Battisti 247; 70019 Triggiano (Ba); [email protected] DI STEFANO Agata; Via Cervo 42/A; 95024 Acireale (Ct); [email protected] DI STEFANO Giuseppe; Via Pomposa 11; 00142 Roma DIECI Giovanni; Via Moreali 214; 41100 Modena DIENI Iginio; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova; [email protected] DIPARTIMENTO DI GEOLOGIA E GEOFISICA; Campus Universitario; Via E. Orabona 4; 70125 Bari DIPARTIMENTO DI GEOLOGIA, PALEONTOLOGIA E GEOFISICA; Via Giotto 1; 35137 Padova DIPARTIMENTO DEL MUSEO DI PALEOBIOLOGIA E DELL’ORTO BOTANICO; Via Università 4; 41100 Modena DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via S. Maria 53; 56126 Pisa DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; “Università “”La Sapienza”””; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca R. Malaroda; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca, Sig.ra Giovanna Cricchi; Piazza dell’Università; 06123 Perugia DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Parco Area delle Scienze 157/A; 43100 Parma DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Blocco B, Via Saragat 1; 44100 Ferrara DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00146 Roma DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Sezione di Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 57; 95129 Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 2 Comprensorio S. Giovanni; 34127 Trieste DIVERSI Stefano; Via Don Luigi Sturzo 21; 60044 Fabriano (An) DOMENELLA Paolo; Via Regina Margherita 180; 62012 Civitanova Marche (Mc) DONADEO Giuseppe; Via Medico Longo 4; 73024 Maglie (Le) DONZELLI Stefano; Via Mameli 13; 61011 Gabicce Mare (Pu); [email protected] ENGINEERING LIBRARY; Cornell University; Carpenter Hall; 14853-2201 Ithaca (N.Y.); U.S.A. E RBA Elisabetta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] ESU Daniela; “Dip. di Scienze della Terra, Università “”La Sapienza”””; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma; [email protected] ETH -BIBLIOTHEK; Erdwissenschaften; Raemistrasse 101; CH-8092 Zürich; Svizzera FAKULTÄTBIBLIOTHEK FÜR NATURWISSENSCHAFTEN; Hellbrunnerstrasse 34; A-5020 Salzburg; Austria FANELLI Fabio; Via Cagliari 37; 08045 Lanusei (Nu) FANZUTTI Giovanni Paolo; Viale dei Tigli 4; 33038 San Daniele Del Friuli (Ud) FASSI Paolo; Via Molinetto di Lorenteggio 47; 20094 Corsico (Mi) FERRARI Alessandro; Via Mazzini 12; 41057 Spilamberto (Mo) FERRARI Chiara; Via Baldini 1; 41057 Spilamberto (Mo) FERRARI Ivo; Via Matilde di Canossa 6; 42100 Reggio Emilia FERRARI Roberto; Via Cividale 48/A; 34076 Romans d’isonzo (GO) FERRERO Elena; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino; [email protected] FERRETTI Alberto; Via Mariotti 13; 61043 Cagli (Pu) FERRETTI Annalisa; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico, ; Via Università 4; 41100 Modena; [email protected] FERRETTI Marco Peter; Via Capanna 11; 60019 Senigallia (An) 52 PALEOITALIA FONDA Giulia ; Via dei Leo 10; 34141 Trieste; [email protected] FORLÌ Maurizio; Via Grocco 16; 50047 Prato; [email protected] FREDIANI Piero; Via G. Masini 148; 50051 Castelfiorentino (Fi) F REGNI Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena; [email protected] FREZZA Virgilio; Via Salaria 93; 00016 Monterotondo (Rm) FRISATTO Walter; Via C. De Maria 5; 10086 RIVAROLO C.Se (TO); [email protected] GADDINI Stefano; Via Salento 73; 00162 Roma; [email protected] G AETANI Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] GALLORINI Hans; Strada Bergamina 61; 43100 Parma; [email protected] GAMBARINO Enrico; Via Bidone 10; 10125 Torino GARILLI Vittorio; Via Alla Falconara 34; 90136 Palermo; [email protected] GARONETTI Paolo; Via Michele Moretti 22; 47900 Rimini GATTO Roberto; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova; [email protected] GAUDANT Jean; Rue du Docteur Magnan 17; F-75013 Parigi; Francia GENNARI Alberto; Via Galilei 58; 73020 Cavallino (Ve) GEOLOGICAL SURVEY LIBRARY- EXCHANGE; PS 85 Klarov 3; 11800 Praha 1; Repubblica Ceca GEOLOGICAL SURVEY OF CANADA; Library; 3303 33rd Street; T2L 2A7 N.W. Calgary (Alberta); Canada GEOLOGISCH-PALAONTOLOGISCHES INSTITUT; Universitat Munster Bibliothek; Corrensstrasse 24; D-48149 Munster; Germania GEOLOGY LIBRARY; Yale University; P.O. BOX 208109; CT 06520 New Haven 8109; U.S.A. GIACCONE Thalassia; Via XX Settembre 27; 95027 San Gregorio Di Catania (CT); [email protected] GIANI Amedeo; Via Monviso 6; 21054 Fagnano Olona (Va) GIGLIO Salvatore; Contrada Settefrati; 90015 Cefalu’ (Pa) GIOVINAZZO Caterina; Via Leonardo da Vinci 41; 00030 Labico (Roma); [email protected] GIRONE Angela; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 Bari; [email protected] GIUDICI Paolo; Via Laurentina 622; 00143 Roma GIULINI Saverio; c/o Dipartimento di Matematica; Via Dodecaneso 35; 16146 Genova GIUNTELLI Pietro; Via Torino 60; 10076 Nole C.Se (To); [email protected] GLIOZZI Elsa; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145 Roma; [email protected] GNOLI Maurizio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4 ; 41100 Modena; [email protected] GOBBO Carlo; Viale A. Des Genejs 43/2; 16148 Genova GOZZI Erika; Via S. Bernardo 21; 33010 Reana Del Rojiale (UD) GRAMIGNA Pierparide; Via Aldo Moro 15; 87010 Malvito (Cs); [email protected] GRANELLI Stefano; Via Terracini 4; 43015 Noceto (Pr) GRECCHI Glauco; Via Cenisio 74; 20154 Milano GRECO Antonio; Via Aquileia 5; 90144 Palermo GROSSI Francesco; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145 Roma; [email protected] GRUPPO GEO-PALEONTOLOGICO VOGHERESE; Museo di Paleontologia e Scienze Naturali; Via Gramsci 1; 27058 Voghera (Pv) GRUPPO NATURALISTA BUSTESE; “c/o Centro Socio Culturale “”Il Cortiletto”””; Via Biagio Bellotti, CP 79; 21052 Busto Arsizio (Va) GRUPPO PALEONTOLOGICO “LA XENOPHORA”; c/o Moroni Giovanni; Via Bezzecca 1; 29017 Fiorenzuola D’arda (Pc) GRUPPO SPELEOLOGICO MONFALCONESE, A.D.F.; c/o Museo Paleontologico Cittadino; Via Valentinis 134, C.P. 43; 34174 Monfalcone (Go) GUERRI Tiziana; Via Catte 53; 08100 Nuoro; [email protected] GUIDO Adriano; Dipartimento di Scienze della Terra , Università della Calabria; 87036 Rende (Cs) GUIDOTTI Guido; Via Selvelli 3; 61032 Fano (Pu); [email protected] GUIDOTTI Vittorio; Via Belluno 40; 41100 Modena HERWIGH Prinoth; Via Stufan 15; 39046 Ortisei (Bz) HISTON Kathleen; Via Mazzini 4, Ganna; 21039 Valganna (Va); [email protected] INSTITUT FÜR GEOLOGIE-PALÄONTOLOGIE; Universität Graz; A-8018 Graz; Austria INSTITUT FÜR PALÄONTOLOGIE; Der Universität Würzburg; Pleicherwall 1; D-97070 Wurzburg; Germania INSTITUTO GEOLOGICO & MINEIRO; Nucleo de Biblioteca e Publicaoes, Apartado 7586; P-2720 Alfragide; Portogallo ISTITUTO DI SCIENZE GEOLOGICHE MINERALOGICHE; Corso Angioy 10; 07100 Sassari PALEOITALIA 53 JELLINEK Thomas; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberganlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main; Germania; [email protected] KAMINSKI Michael A.; Department of Geological Science University College; Gower Street; WC1E6BT London; Inghilterra; [email protected] KOTSAKIS Tassos; Dip. di Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00146 Roma; [email protected] K USTATSCHER Evelyn; Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100 Bolzano; [email protected] LA PERNA Rafael; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70123 Bari; [email protected] LANDINI Luciano; Via San Donato 52; 43100 Parma; [email protected] LAZZARO Giuseppe; Via Crispi 36; 31012 Cappella Maggiore (Tv) LECCHI Gabriella; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 Milano LEONE Francesco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] LEONE Mario; Via C. Linneo 6; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap) LIBRARIAN AUSTRALIAN GEOLOGICAL SURVEY Organisation; G.P.O. Box 378; ACT 2601 Canberra; Australia LIBRARIAN (Acquisitions); Institute of Geological and Nuclear Sciences; bOx 30-368; Lower Hutt; Nuova Zelanda LIBRARY INSTITUUT VOOR AARDWETENSCHAPPEN; Budapestlaan 4; P.O.B. 80.021; 3508 TA Utrecht; Olanda LIBRARY OF EARTH SCIENCES; University of Vienna; Althanstraße 14; A-1090 Wien; Austria LIBRARY SERIALS DEPARTMENT; University of Iowa; 52242-1420 Iowa City, Ia; U.S.A. LINDA HALL LIBRARY; Serial Department 5109 Cherry; 64110 Kansas City, Mo; U.S.A. LOZAR Francesca; Dipartimento di Scienze della Terra; Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino; [email protected] LUGLI Manuela; Via Anacarsi Nardi 35; 41100 Modena LUPI Claudia; Via Bogatto 2; 13100 Vercelli LUZI Tiziano; Via degli Iris 1; 63100 Ascoli Piceno; [email protected] MACCHIONI Francesco; Via Sacco e Vanzetti 25; 06063 Magione (Pg) MAGENES Paolo; Via Bari 22/A; 20143 Milano; [email protected] MAINELLI Michele; Via Barcellona 3; 86021 Boiano (Cb) MALAGOLI Paolo; Via Tosatti 48; 41038 San Felice Sul Panaro (Mo) MALAGUTI Giuseppe; Viale XX Settembre 7; 41049 Sassuolo (Mo) MAMMINO Armando; Via Povegliano 8 - Camalò; 31050 Povegliano (Tv); [email protected] MANA Davide; Corso Traiano 24/8; 10135 Torino; [email protected] MANAI Giovanni; Via R. Bonu 3; 09170 Oristano MANAZZONE Rafaello; Dean Funes 1465 I°P.D.6; 1244 Buenos Aires; Argentina M A N C I N Nicoletta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia; [email protected] MANCINELLI Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc); [email protected] MANGANELLI Giuseppe; Dipartimento di Biologia Evolutiva; Via Mattioli 4; 53100 Siena MANGANO Gabriella; Via Padre Popieluszko 17; 98040 Giammoro (Me); [email protected] MANNI Riccardo; “Dipartimento di Scienze della Terra; Box 11, Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma; [email protected] MARCHINI Vittorio; Via S. Bellotti 5-24; 16144 Genova MARCHIONNE Enrico; Vocabolo S. Giovanni 11; 05032 Calvi Dell’umbria (TR); [email protected] MARCOLINI Federica; Via Angiolo Tommasi 27; 57128 Livorno; [email protected] M A R C U C C I Marta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. la Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] MARINO Maria Concetta; Via Paolo Vasta 50; 95024 Acireale (Ct); [email protected] MARIOTTI Nino; Via Val di Lanzo 93; 00141 Roma MARRA Antonella Cinzia; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31 - CP 54 -; 98166 Messina-Sant’agata MARRA Maurizio; Via Filippo Turati 132; 93100 Caltanisetta MARSIGLI Sandro; c/o Museo di Ecologia e Storia Naturale; Piazza Matteotti 28; 41054 Marano Sul Panaro (Mo) MARSILI Stefano; Via Abruzzi 8; 55045 Pietrasanta (Lu) MARTINETTO Edoardo; Via Ciriè 22; 10070 San Carlo Canavese (To); [email protected] MASTANDREA Adelaide; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata di Rende (CS); [email protected] MATTEUCCI Ruggero; Dip. di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma; [email protected] 54 PALEOITALIA MAZZA Paul; Museo di Storia Naturale - Sez. di Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] MAZZEI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Lsterina 8; 53100 Siena MAZZINI Ilaria; Via Mario Menghini 36; 00179 Roma MELELEO Antonio; Via A. Catalani 9 (Pal. Poloni); 73100 Lecce MELIS Romana; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste MENGHI Luciano; Via Scutari 1; 20127 Milano; [email protected] MENNITI-Ippolito Nico; Via A. Ristori 7; 20129 Milano MICARELLI Aurora; Via Narco 16; 62032 Camerino (Mc) MICULAN Pietro; Via Oberdan 7; 29107 Fiorenzuola D’arda (Pc); [email protected] MOL Dick J.; Gudumholm 41; 2133 HG Hoofddorp; Olanda MONARI Stefano; CNR - Ist. Geologia Ambientale e Geoingegneria, Dip. di Scienze della Terra; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma MONCHARMONT Zei Maria; Via Aniello Falcone 88; 80127 Napoli MONTAGUTI Bruno; Via Casella Gatta 4; 41058 Vignola (Mo) MONTAGUTI Michele; Via Belvedere 82; 40069 Zola Predosa (Bo) MUNICIPIO DI REGGIO EMILIA; Direzione Civici Musei e Gallerie; Via Spallanzani 1; 42100 Reggio Emilia MURRU Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] MUSEO ARCHEOLOGICO E DI SCIENZE NATURALI; Biblioteca Civica G. Ferrero; Via Paruzza 1; 12051 Alba (Cn) MUSEO CARSICO GEOLOGICO E PALEONTOLOGICO; c/o Zimolo Ferdinando; Via Bidischini 4; 34072 Gradisca D’isonzo (Go) MUSEO CIVICO; Borgo S. Caterina 41; 38068 Rovereto (Tn) MUSEO CIVICO “CRAVERI “; Palazzo Craveri; 12042 Bra (Cn) MUSEO CIVICO “GEOLOGIA E ETNOGRAFIA”; Piazza SS. Filippo e Giacomo 1; 38037 Predazzo (Tn) MUSEO CIVICO DEL FINALE; Chiostri di S. Caterina (Borgo); 17024 Finale Ligure (Sv) MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Pordenone; Corso Vittorio Emanuele II, 64; 33170 Pordenone MUSEO CIVICO DI PALEONTOLOGIA E PALETNOLOGIA; Decio de Lorentiis; Via Vittorio Emanuele 113; 73024 Maglie (Le) MUSEO CIVICO DI SCIENZE NATURALI; Via Ozanam 4; 25128 Brescia MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Corso Venezia 55; 20121 Milano MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via Cortivacci 2; 23017 Morbegno (So) MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Piacenza; Via Taverna 37; 29100 Piacenza MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Piazza A. Hortis 4; 34100 Trieste MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Lungadige Porta Vittoria 9; Corso Venezia 55; 37100 Verona MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Biblioteca; S. Croce 1730; 30125 Fontego Dei Turchi (Ve) MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via De’ Pisis 24; 44100 Ferrara MUSEO CIVICO DI VIGNOLA; Piazza Carducci 3; 41058 Vignola (Mo) MUSEO DI SCIENZE NATURALI “E. CAFFI”; Biblioteca; Piazza Cittadella 3; 24100 Bergamo MUSEO DI STORIA NATURALE E ARCHEOLOGIA; Via Piave 51; 31044 Montebelluna (Tv) MUSEO FRIULANO DI STORIA NATURALE; Via Lionello 1; 33100 Udine MUSEO PALEONTOLOGICO; Comune di Mondaino; Piazza Maggiore 1; 47836 Mondaino (Rn) MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI; Via Calepina 14; Casella Postale393; 38100 Trento NANNARONE Carlo; Via del Palazzone 9; 52044 Cortona (Ar) NATIONAAL NATUURHISTORISCH MUSEUM; Bibliotheek; Postbus 9517; 2300 RA Leiden; Olanda NATUUR MUSEUM ROTTERDAM; Westzeedijk 345; Postbus 23452; 3001 KL Rotterdam; Olanda NEGRINI Alessandro; Via Vallere 64; 27027 Vigevano (Pv); [email protected] N I C O R A Alda; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] NICOSIA Umberto; Via Poggio Verde 40; 00148 Roma; [email protected] NIEDERSAECHSISCHE STAATS & UNIVERSITAETS; Bibliothek; Goettinger Sieben 1; D-37070 Goettingen; Germania NOVARO NOVAK Luciana; Via Illesberg 13; 34136 Trieste NOVELLI Mauro; Via Agricola 13; 10137 Torino; [email protected] N OVELLI Micaela; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma; [email protected] OHIO STATE UNIVERSITY LIBRARIES; Continuation Division; 1858 Neil Avenue; 43210 1286 Columbus Ohio; U.S.A. OLIVIERI Renata; Via Ripagrande 71; 44100 Ferrara OLIVIERI Stefano; Via Mar della Cina 166; 00144 Roma; [email protected] ONESTI Oreste; Via Cavour 3; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap) ORSO Jordi Barbara; Via Bertinoro 9/E; 20145 Milano; [email protected] ORZI Angelo; Via Trento 25; 43036 Fidenza (Pr) PALEOITALIA 55 PADOVANI Veronica; Piazza Roma 37; 41100 Modena PAGANELLI Arturo; Dipartimento di Biologia - Polo 06 Biologico; Via G. Colombo 3/ Via U. bassi 58B; 35121 Padova; [email protected] PAGLIANI Franco; Via Marradi 21; 42100 Reggio Emilia PALÄONTOLOGISCHES INSTITUT UND MUSEUM; Karl Schmid-Strasse 4; CH-8006 Zuerich; Switzerland PALMESE Vincenzo; Via Mancini 2; 47033 Cattolica (Rn) PALOMBO Maria Rita; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro 5"; 00185 Roma; [email protected] PAPAZZONI Cesare Andrea; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4 ; 41100 Modena; [email protected] PARISI Guido; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 Perugia; [email protected] PAVIA Giulio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino; [email protected] PAVIA Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino; [email protected] PEDRIALI Luca; Via S. Pertini 29; 44046 San Martino (Fe); [email protected] PELOSIO Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Parco area delle Scienze 157/A; 43100 Parma PERRI Edoardo; Via Città di Ponti 5; 87045 Dipignano (Cs); PERRI Maria Cristina; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna; [email protected] PETRIZZO Maria Rose; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] PETRONIO Carmelo; Dipartimento di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; piazzale A. Moro 5; 00185 Roma; [email protected] PETRUCCI Fabrizia; Via Nino Bixio 1; 50131 Firenze PETRUSO Daria; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo PETTI Fabio Massimo; Via Angelo Emo 147; 00136 Roma PEZZONI Nicola; Via Bonfatti 69; 46019 Viadana (Mn) PICCINI Stefano; C/O GEOFIN srl; Zona Industriale Località PIP; 33040 TORREANO Di Cividale (UD); [email protected] PICCIOLI Resta Giuseppe; Via Puccini 24; 73050 S.Maria Al Bagno, Nardò (LE); PICCOLI Giuliano; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova; [email protected] PIGNATTI Johannes; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro 5"; 00185 Roma; [email protected] PILLOLA Gian Luigi; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] PINNA Giovanni; Viale Cassiodoro 1; 20145 Milano; [email protected] PIRAS Sergio; Via Menotti 4F; 09047 Selargius (Ca); [email protected] PIRINI Radrizzani Camilla; Via Europa 28; 20097 S.Donato Milanese (Mi) PITTAU Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] PIVETTI Andrea; Via Cesare Abba 7; 41037 Mirandola (Mo); [email protected] PIZZAFERRI Claudio; Via Abbeveratoia 13; 43100 Parma PLEBANI Pierina; Via Einaudi 6A; 24055 Cologno Al Serio (Bg); [email protected] POLDI ALLAY Stefano; Via Pedretti 6; 43100 Parma; [email protected] POSENATO Renato; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara; [email protected] POTETTI Maria; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc) POZZA Ermanno; Via Fago 5/D; 39100 Bolzano POZZI Enrico; Via S. Eurosia 1; 21040 Menzago Di Sumirago ( Va) PRADELLA Chiara; Via della Piazzuola 16; 50133 Firenze; [email protected] PREMOLI Silva Isabella; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] PRIORA Giuseppe; Via E. Pellini 4; 20125 Milano PROGEMISA S.p.A.; Via Luigi Contivecchi 7; 09122 Cagliari PROTO Decima Franca; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Via Giotto 1; 35137 Padova PUGLIESE Nevio; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste; [email protected] PULLÈ Melucci Ilaria; Via del Molinello 48; 60019 Senigallia (An) RAGAINI Luca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] RAGAZZI Eugenio; Via Don L. Milani 39 int. 16; 35020 Albignasego (Pd); [email protected] RAGAZZINI Sauro; Frazione Lisciano 90; 63100 Ascoli Piceno RAGUSA Michela; Via Etruria 14; 00183 Roma; [email protected] 56 PALEOITALIA RAO Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Bucci; 87030 Rende (Cs) REBECCHI Angelmario; Viale Dante Alighieri 45; 29100 Piacenza; [email protected] RENESTO Silvio; Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale; Via Dunant 3; 21100 Varese; [email protected] R E N Z E T T I Gianantonio; Residenza del Cantone - Milano 2 -; 20090 Segrate (Mi); [email protected] RESEARCH LIBRARY; Natural History Museum; 900 Exposition Boulevard; CA 90007 Los Angeles 4057; U.S.A. R ETTORI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza dell’Università; 06100 Perugia; [email protected] RICCAMBONI Rodolfo; Via Udine 30; 33054 Lignano Sabbiadoro (Ud) RIGO Roberto; Via delle Scuole 18; Località Rizzi; 33100 Udine RINDONE Antonino; Via Conca d’Oro; Res. Le Serre - Sc. C; 98168 Messina; [email protected] RIPA DI MEANA Maria Gabriella; Via Pineta Sacchetti 175; 00100 Roma RIZZO Roberto; Via Confalonieri 55; 09047 Selargius (Ca); [email protected] ROGHI Guido; Località Santa Lucia dei Monti 30/A; 37067 Valeggio S/M (Vr); [email protected] ROMANO Carmen; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Rende (Cs) ROMEO Maria; Istituto di Scienze della Terra; Corso Italia 55; 95129 Catania ROMPIANESI Pietro; Via Camaiore 107; 41100 Modena ROOK Lorenzo; Via del Ghirlandaio 9/b; 50121 Firenze; [email protected] ROSATI Francesco; Via B. Buozzi 49; 61043 Cagli (Pu) ROSSETTI Giampaolo; Dipartimento di Scienze Ambientali; Parco Area delle Scienze 33A; 43100 Parma ROSSI Maria Adelaide; Via E. Bruno 18/B; 66100 Chieti; [email protected] ROSSI Pier Francesco; Corso Vittorio Emanuele II, 17; 41100 Modena ROSSINO Roberto; Via M. Rossellò 9; 09129 Cagliari ROSSO Antonietta; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia; Corso Italia 55; 95129 Catania; [email protected] RUGGIERO Livio; Viale dell’Aquilone 159, Giogilorio; 73010 Surbo (Lecce); [email protected] RUSSO Antonio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100 Modena; [email protected] RUSSO Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo San Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] RUSSO Franco; Dipartimento di Scienze della Terra; 87036 Arcavacata di Rende (Cosenza); [email protected] SACCÀ Domenica; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31; 98166 Messina SACCHI Eva; Via Trevi 163; 05100 Terni SALA Benedetto; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara; [email protected] SALARI Leonardo; Via del Colle Belvedere 18; 00036 Palestrina (Roma) S ALVATORINI Gianfranco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Laterino 8; 53100 Siena; [email protected] SANFILIPPO Rossana; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 55; 95129 Catania; [email protected] SANTI Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia SANTUCCI Luca; Via dei Cappuccini 6; 02042 Collevecchio (Ri); [email protected] SARDELLA Raffaele; Piazza Grazioli 5; 00186 Roma; [email protected] SARTI Carlo; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna; [email protected] SARTONI Samuele; Via Porrettana 115; 40135 Bologna SARTOR Guido; Vicolo S. Bartolomeo 8; 31100 Treviso SASSAROLI Stefano; Via San Michele 33; 60030 Rosora (An) SCARPONI Daniele; Via Napoli 7; 47900 S. Giovanni In Marignano (Rn); [email protected] SCHROEDER Rolf; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberg-Anlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main; Germania SCHWANKE Rudolf; Hainholzer Strasse 13; D-30159 Hannover 1; Germania SCIUTO Francesco; Dipartimento di Scienze Geologiche; Corso Italia 55; 95129 Catania; [email protected] SCRIVANTI Pier Enrico; Via L. Alzona 3; 15030 Villanova Di Monferrato (Al); [email protected] SECHI Serafina; Via Giovanni XXIII 22; 09070 Paulilatino (Or) SEGURINI Romualdo; Via O. Guerrini 32; 48020 S. Alberto (Ra) SERIALS ACQUISITION UNIT ; Libraries, University of Texas; PCL 1.114; TX 78713-8916 Austin (Texas); U.S.A. SERIALS ACQUISITIONS; University of Iowa Library; 100 Main Library; 52242 Iowa; U.S.A. SERVENTI Paolo; Via Firenze 12; 43100 Parma; [email protected] PALEOITALIA 57 SEPAGLI Enrico; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100 Modena; serpagli@unimore,it SERVICIO BIBLIOGRAFICO; Campus Miguel de Unamuno; Plaza Univ. de Bolonia, Planta Sotano; E-37037 Salamanca; Spagna SETTEMBRINI Antonio; Via Carpignano zona PIP; 73020 Cursi (Le); [email protected] SILVI Franco; Via Giacomo Leopardi 44; 60030 Serra dei Conti (An) SIMONETTO Luca; Via Palestro 35; 33100 Udine; [email protected] SLOVENSKA AKADEMIJA ZNANOSTI IN UMETNOSTI; Biblioteka, Novi TRG 3-5 / P.P. 323; 1000 Ljubljana; Slovenia SOLDANI Donato; Corso Sonnino 115/B; 70100 Bari SORBINI Chiara; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] SORBINI FRIGO Margherita; Via Trainotti 2; 37122 Verona SOSSO Maurizio; Via Bengasi 4/int.4; 16153 Genova; [email protected] SPADINI Valeriano; Via Augusto Toti 6; 52046 Lucignano (Ar) SPALLETTA Claudia; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna; [email protected] SPILLER Eleonora; Via Angelo Olivieri 81; 00122 Ostia Lido (Roma) STEFANELLI Simona; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70125 Bari STIVALETTA Nunzia; Via Palermo 16; 66054 Vasto (Ch) SUSUMU Tomida; Chukyo Gakuin Univeristy, 1-104; Sendanbayashi; 509-9195 Nakatsugawa City, Gifu Pref.; Giappone TABANELLI Cesare; Via Testi 4; 48010 Cotignola (Ra); [email protected] TADDEI Ruggero Emma; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli TANFI Alberto; Via Roma 71; 19121 La Spezia TARLAO Alceo; Via S. Martino 42; 34142 Trieste; [email protected] THE LIBRARIAN; Department of Earth Sciences; Downing Street; CB2 3EQ Cambridge; Inghilterra TINALLI Lavinia; Via G. Tilli 80; 06127 Perugia; [email protected] T INTORI Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] TORRICELLI Marco; Via Picasso 15; 42048 Rubiera (Re); [email protected] TRENKWALDER Stefania; Piazza Vittorio Veneto 7; 10070 Cafasse (To); [email protected] TUVERI Caterinella; Via Dalmazia 31; 08100 Nuoro UCLA SCIENCES & ENGINEERING LIBRARY; Geology Collection; 8251 Boelter Hall, Box 951598; CA 90095-1598 Los Angeles; U.S.A. UNIL SCIENCES DE LA TERRE; Bibliotheque; BFSH 2; CH-1015 Lausanne; Svizzera UNIVERSIDAD DE ZARAGOZA; Fac Cc Seccion Geologicas, Biblioteca; 704 Ciudad Universitaria s/n; E-50009 Zaragoza; Spagna UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA; Centro Serv. Bibl. di Biol., Scienze della Terra e del Mare; Palazzo delle Scienze, Corso Europa 26; 16132 Genova UNIVERSITAT DE GRANADA; Facultad de Ciencias, Biblioteca; C/O EBSCO P.o. BOX 750; 1430 AT Aalsmeer; Olanda UNIVERSITAT DE VALENCIA; Biblioteca de Ciencias; Calle Doctor Moliner 50; E-46100 Burjassot (Valencia); Spagna UNIVERSITAT ERLANGEN; Institut fur Palaontologie; Lowenichstrasse 28; D-91054 Erlangen; Germania UNIVERSITÄTSBIBLIOTHEK STUTTGART; Zeitschrifenstelle, Holzgartenstrasse 16; P.O. Box 10 49 41; D-70043 Stuttgart; Germania UNIVERSITY OF OKLAHOMA LIBRARY; Library Serials-Room LL 211; 001AEH9193, 401 Broocks Street; OK 73019 Norman Oklahoma; U.S.A. UNIVERSITY OF OTAGO; Science Library; P.O. Box 56; Dunedin; Nuova Zelanda UNTI Mario; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 Palermo VAIANI Stefano; Via Ronzani 35; 40033 Casalecchio di Reno (BO); [email protected] VALENTINI Mara; Piazza Armenia 16; 00185 Roma; [email protected] VALENZUELA RIOS José Ignacio; Departamento de Geologia; Dr Moliner 50; E-46100 Burjassot; Spagna VALLERI Gigliola; Dipartimento Scienze della Terra; Via La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] VAN DER MADE J.; Museo Nacional de Ciencias Naturales; José Gutierrez Abascal 2; E-20006 Madrid; Spagna VANNUCCI Bocca Grazia; Dipartimento per lo studio del Territorio e; delle sue Risorse, DIP.TE.RIS, Corso Europa 26; 16132 Genova; [email protected] VAZZANA Angelo; Via Str. Giuffrè I, 32; 89122 Reggio Calabria; [email protected] VECOLI Marco; Via Salesiani 19; 55045 Pietrasanta (Lu); [email protected] VENIER Umberto; Via Borgo Leone 14; 33090 Domanins (Pn); [email protected] VENTURI Federico; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 Perugia 58 PALEOITALIA VERRUBBI Vladimiro; Via Francesco Selmi 16; 00156 Roma; [email protected] VERTINO Agostina Valeria; Via dei Miti 35; 95100 Catania; [email protected] VESCOGNI Alessandro; Via Nervi 52; 41100 Modena VILLA Giuliana; Via D.M. Villa 5; 43100 Parma; [email protected] VILLANI Mauro; Via Lubiana 168; 09013 Carbonia (Ca); [email protected] V IOLANTI Donata; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino; [email protected] WAGENSOMMER Alexander; Casella Postale 21; 71013 S. Giovanni Rotondo (Fg) WILD Rupert; Paläont. Abtlg., Staatliches Museum für Naturkunde; Rosenstein 1; D-70191 Stuttgart; Germania WOOD Adrian M.; Geography Department, Coventry University, Priory Street; CV1 5FB Coventry, West Midlands; Inghilterra ZACCHIGNA Davide; Scala Bonghi 86; 34139 Trieste ZANINETTI Louisette; Departement de Geologie et Paleontologie,; 13, rue des Maraichers; CH-1211 Geneve 4; Switzerland; louisette. [email protected] ZANNOTTI Simone; Via Tiepolo 1; 09121 Cagliari; szannotti @tiscali.it ZOBOLI Daniel; Piazza Garibaldi 7/3; 09013 Carbonia (Ca); [email protected] PALEOITALIA 59 LA SOCIETÀ PALEONTOLOGICA ITALIANA La Società Paleontologica Italiana è stata fondata nel 1948 con lo scopo di promuovere la ricerca scientifica paleontologica. L’associazione è aperta sia alle istituzioni, sia ai singoli interessati alla paleontologia, sia a livello professionale che amatoriale. Per l’anno 2006, le quote associative sono le seguenti: Socio Ordinario (paesi europei) 35 € Socio Ordinario (extra U.E.) 45 € Socio junior (under 30) 21 € Istituzioni 100 € Fin dal 1960 la S.P.I. pubblica il Bollettino della Società Paleontologica Italiana, che è una rivista scientifica a valore internazionale, rivolta prevalentemente al mondo accademico e, conseguentemente, scritta quasi interamente in lingua inglese. Dal 2000 il Bollettino viene affiancato da un supplemento semestrale in italiano, PaleoItalia, diretto a tutti gli appassionati e cultori della paleontologia. PALEOITALIA Supplemento al Bollettino della Società Paleontologica Italiana, v.45, n.1, 2006 Direttore Responsabile: Enrico Serpagli Segretario di Redazione: Carlo Corradini Indirizzo della Redazione: Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico, Università di Modena e Reggio Emilia, via Università 4, 41100 Modena. Tel. 059-2056523. Stampa: Tipografia Moderna, via dei Lapidari 1/2, Bologna. Autorizzazione Tribunale di Modena n. 616 del 16-09-1978 HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Chiara Angelone, via Via Berengario 11 A; 00162 Roma, [email protected] Mauro Brunetti, via 28 settembre 1944 n.2, 40040 Rioveggio (Bologna); [email protected] Barbara Cavalazzi, Dipartimento di Scienze della Terra e Geo-Ambientali, Università di Bologna, via Zamboni 67, 40127 Bologna; [email protected] Bianca De Bernardi, Dipartimento di Scienze della Terra, Universtà di Milano, via Mangiagalli 43, 20133 Milano; [email protected] Maurizio Forli, via Grocco 16, 59100 Prato; [email protected] Thalassia Giaccone, Via XX Settembre 27; 95027 San Gregorio Di Catania (Catania); [email protected] Evelyn Kustatscher, Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100 Bolzano; [email protected] Massimo Morpurgo, Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100 Bolzano. Jordi Orso, via Bertinoro 9/E, 20145 Milano; [email protected] Andrea Tintori, Dipartimento di Scienze della Terra, Universtà di Milano, via Mangiagalli 43, 20133 Milano; [email protected] Donata Violanti Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino, via Valperga Caluso 35, 10125 Torino; [email protected] 60 PALEOITALIA INDICE Numero 14, Carlo Corradini Cari Soci SPI, Antonio Russo Alla scoperta dei “paleotesori” dell’isola di Ustica, Thalassia Giaccone Breve nota su alcuni gasteropodi pliocenici teratologici Maurizio Forli e M.Mauro Brunetti Le escursioni dei soci paleontofili SPI 2005, Jordi Orso p. p. p. 1 2 5 p. p. 12 16 p. 22 p. 25 p. 29 Elenco alfabetico dei soci al 31-12-2005 p. 48 RUBRICHE Notizie Italiane, Carlo Corradini Paleo news, Paolo Serventi Paleolibreria, Annalisa Ferretti Paleoweb, Maurizio Gnoli Agenda p. p. p. p. p. 36 37 40 44 46 Nautiloidi fossili e viventi al Museo di Storia Naturale di Bolzano Evelyn Kustatscher e Massimo Morpurgo Revisione sistematica del genere Prolagus (Ochotonidae, Lagomorpha, Mammalia) in Italia e nelle isole del Mediterraneo occidentale: nuovi caratteri diagnostici, nuove metodologie sistematiche, biocronologia e paleogeografia, Chiara Angelone Produzione di alghe coccolitoforida nei bacini di Santa Barbara (California) e Cariaco (Venezuela), in relazione ai cambiamenti climatici interannuali e interdecadali, Bianca De Bernardi NOTE PER GLI AUTORI Gli articoli non devono superare le tre pagine dattiloscritte. Gli autori possono fornire, se lo ritengono utile, alcune note bibliografiche, uniformandosi allo stile del Bollettino della Società Paleontologica Italiana. È gradito un corredo iconografico (fotografie, disegni, grafici, …); tutte le immagini devono essere ben contrastate, in modo da avere una buona resa se pubblicate in bianco e nero. Le immagini digitalizzate vanno salvate come file bmp, tif o jpg, ad almeno 300 dpi. Esse vanno salvate con il nome dell’autore e un numero progressivo (es. TopolinoFig1.jpg) Gli articoli e il materiale illustrativo devono essere inviati esclusivamente per posta elettronica all’indirizzo: [email protected] In caso di file particolarmente pesanti, si prega di contattare la redazione per concordare la forma di invio. Di norma gli autori non avranno la possibilità di visionare le bozze. Agli autori non saranno forniti estratti degli articoli; dopo la pubblicazione possono richiedere un file PDF del loro lavori.