COME SI SCRIVE UN COMUNICATO STAMPA

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COME SI SCRIVE UN COMUNICATO STAMPA
ASR-UIL Lazio “Cosa è notizia, buone pratiche per scrivere un comunicato”/ Appunti lezione 18.5.2013
COME SI SCRIVE UN COMUNICATO STAMPA
INTRODUZIONE
La differenza fra Informazione e Comunicazione.
La differenza sembra scontata ma non lo è, al punto che una delle leggi
più importanti per la trasparenza (la 150 del 2000) si riferisce esattamente
all’attività “di informazione e/o comunicazione della pubblica
amministrazione”. Facendo confusione fra i due termini.
Per informazione – brevemente – intendiamo un insieme di dati, azioni ed
elementi che assumono valore per chi li riceve.
La comunicazione è invece qualcosa di più complesso: non è un processo
unidirezionale (non c’è insomma chi invia solo dati e chi solo li riceve).
La comunicazione sottende un’interazione, gli studiosi la chiamano
“processo relazionale”, nel quale più individui in qualche modo
concordano “un insieme di significati condivisi”. Più nel dettaglio: la
comunicazione è una relazione fra individui, soggetti, comunità che
attivamente, ed insieme, costruiscono significati che servono ad orientarsi
nell’ambiente sociale.
Fra i due concetti c’è ovviamente continuità e questo spesso genera
sovrapposizione. Perché tutto comincia da quello che chiameremo
“materia prima”: il flusso di dati. La finalità di queste informazioni
modificano la definizione: se servono solo a fornire dati, saranno
Informazione. Se servono a costruire un orientamento comune si
definiscono Comunicazione.
Questa lunga premessa, serve per dire che gli uffici stampa del sindacato,
come l’ufficio stampa della Uil, si trovano esattamente al confine di
queste due definizioni. Tenendo presente che spesso (come può rivelare
anche un’analisi sommaria delle centinaia di comunicati prodotti
mensilmente dal sindacato) l’organizzazione sindacale “spinge” perché
gli uffici stampa si occupino delle due “sfere”: sia fornendo informazione
ai media – uno sciopero, un contratto, una vertenza – sia perché
quell’informazione diventi l’occasione per relazionarsi con altri soggetti.
Spesso insomma il sindacato chiede ai propri uffici stampa di fare anche
comunicazione. Compito che invece sarebbe giusto lasciare ad altri uffici
sindacali.
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ASR-UIL Lazio “Cosa è notizia, buone pratiche per scrivere un comunicato”/ Appunti lezione 18.5.2013
COS’E’ UNA NOTIZIA?
E’ il prodotto dell’intermediazione che coinvolge le fonti ed il pubblico. I
giornalisti si pongono esattamente come mediazione fra le fonti ed il
pubblico.
QUALI SONO LE FONTI?
Come sappiamo, le fonti possono essere composte da chiunque sia
protagonista (o che sia in grado di ricostruire) un “evento notiziabile”.
Esistono anche, naturalmente, “fonti istituzionali”.
Le fonti si dividono per autorevolezza, attendibilità, credibilità e per un
elemento che ci interessa più degli altri: la chiameremo “produttività”.
CHE SIGNIFICA “PRODUTTIVITA’” PER I MEDIA?
Con questo termine, i giornalisti definiscono la capacità di fornire
informazioni sufficienti in tempi rapidi. Una fonte che riesce a produrre
notizie in maniera regolare e costante diventerà una fonte importante per i
giornalisti.
“NOTIZIABILITA’”
Poche righe fa si è usato questo bruttissimo neologismo. Cosa significa?
Con questo termine intendiamo la capacità degli uffici stampa di
raccontare – o costruire – eventi giornalistici che siano appetibili per i
media.
Nel dettaglio: nello scrivere un comunicato stampa occorre tener presente
il contenuto dell’evento (sapendo che farà più notizia un evento che
riguarda un luogo geopoliticamente più rilevante: sicuramente è sbagliato
ma, purtroppo, fa più notizia qualsiasi cosa accada alla Fiat di Cassino
rispetto ad altre realtà produttive, anche più rilevanti quantitativamente).
Poi, bisogna tener presente il prodotto che offriamo: l’evento farà più
notizia se lo raccontiamo in modo breve e coinciso, sarà più facile
diffonderlo se è facilmente raccontabile.
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ASR-UIL Lazio “Cosa è notizia, buone pratiche per scrivere un comunicato”/ Appunti lezione 18.5.2013
E ancora: il comunicato stampa sarà comunque considerato oggetto di
attenzione tanto più saremo capaci di introdurre elementi di novità e
originalità.
Senza contare che occorre anche cogliere le differenze fra i media
destinati a ricevere il comunicato stampa. Per capire (e per farla breve,
visto che sarà oggetto di un’altra lezione): la radio ed il web danno
notizie, la Tv le illustra, i quotidiani le approfondiscono. La produzione di
informazioni dovrà essere tarata sulle necessità del media che le riceve.
L’ultima osservazione riguarda il pubblico: anche chi scrive un
comunicato stampa deve considerare l’utente finale. Cercare di
immaginarsi cosa possa interessarlo: il giornalista che riceverà le
informazioni sarà orientato a dar più peso alla notizia se si rende conto
che l’informazione è appetibile anche per il suo pubblico.
COME AVERE VISIBILITA’ SUI MEDIA?
Per prima cosa provare a capire come lavorano. E quindi sapere come
funziona una redazione. I giornali tradizionali ma anche i siti web, le
emittenti e le Tv hanno una struttura molto simile fra di loro, con una
divisione in settori. Che in genere sono: Politica, Interni, Esteri, Cultura,
Sport ed Economia (su questo andrebbe fatta e sollecitata una riflessione
seria, perché i temi del lavoro quasi mai – forse nell’Unità e nell’Avanti
degli anni 60/70 – hanno un proprio spazio. Al massimo “rientrano” nelle
pagine dedicate all’economia).
Le redazioni, parliamo delle grandi redazioni, funzionano più o meno
tutte allo stesso modo (anche qui con poche differenze fra i vari media).
C’è una riunione mattutina, fra le 10 e le 12
C’è una verifica dei temi scelti fra le 15 e le17
Il lavoro di scrittura (o di montaggio) vero e proprio va dalle 15 alle 22.
Questi “tempi” vanno colti se si vuole che il proprio comunicato trovi
spazio: se arriva alle 16 è un conto, il giornalista potrà valutarlo e,
semmai valorizzarlo. Se arriva alle19, al massimo troverà spazio in un
“pastone” di commenti che comprende tutti gli altri comunicati stampa.
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COME SI SCRIVE UN COMUNICATO
Si ritorna al tema della “notiziabilità”. Con un esempio concreto. Giorni
fa, le tre organizzazioni di categoria dei metalmeccanici hanno firmato
un’intesa con le cooperative per il rinnovo del contratto. Gli uffici stampa
sindacali hanno redatto un comunicato, dal titolo: “E’ stato firmato dopo
un anno di trattative l’accordo per i 200000 metalmeccanici delle aziende
cooperative”. Sui media non è uscita una riga. Se, invece, sfruttando
l’attenzione che i media hanno posto sulle divisioni nel movimento
sindacale, il comunicato fosse stato scritto sottolineando quest’elemento
(del tipo: “Dopo mesi, prima firma unitaria di un contratto”) forse il
comunicato avrebbe trovato spazio.
Da qui, le norme generali per scrivere un buon comunicato stampa. La
prima può sembrare scontata ma non lo è: un comunicato va redatto solo
quando si ha qualcosa di importante da dire. La seconda: bisogna tener
presente che il comunicato è diretto innanzitutto al giornalista che dovrà
“sceglierlo” fra i cento e passa che riceve quotidianamente. Va scritto
quindi in forma giornalistica (non si scrive “posto in essere”, si scrive
“è”), perché il redattore sarà portato a servirsi di quella fonte.
Terza: la lunghezza. Dovrà essere lungo il meno possibile. Di solito 20/22
righe al massimo. Se è più lungo, di solito viene ignorato. Attenzione, e
siamo al quarto criterio, anche al titolo (da cui dipende molto della
visibilità di un comunicato stampa). Brevi, coincisi, devono consentire
una rapidissima comprensione. Con l’aggiunta che a volte un punto
interrogativo, nel titolo, può essere accativante.
Mai usare un linguaggio promozionale (quinto criterio) perché il
comunicato stampa non è una pubblicità. Evitare quindi (sesto criterio)
aggettivazione rindonante e fuoriluogo (“straordinario successo dello
sciopero”).
Poi, tecnicamente: dividere il testo in paragrafi. Distanziati. Nel testo
evitare alcune espressioni di carattere sindacale che sono particolarmente
indigeste: livello territoriale, contrattazione di secondo livello, ecc ecc.
Evitare, ancora, - naturalmente – errori di grammatica. E attenzione
particolare all’attacco del comunicato. Non ha molto senso cominciare un
comunicato scrivendo: “Si è svolto a XX, il convegno su XXX, a cui ha
partecipato il segretario XXXX…..”. Molto meglio, cogliere l’elemento
“notiziabile” di quel convegno e renderlo immediatamente fruibile dal
giornalista nelle prime righe.
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ASR-UIL Lazio “Cosa è notizia, buone pratiche per scrivere un comunicato”/ Appunti lezione 18.5.2013
A CHI SPEDIRLO?
Decisivo, per garantire il successo dei comunicati stampi, è avere una
buona agenda. Con gli indirizzi digitali dei giornalisti: uno per settore.
Perché un comunicato su una vertenza che riguarda gli orari dei negozi
andrà spedito ad un giornalista degli Interni, un comunicato sulla Fiat ad
un redattore dell’Economia e il commento del segretario sulla crisi di
governo al giornalista della Politica.
Quando si tratta di un comunicato che annuncia un evento (un convegno,
una manifestazione, uno sciopero) è buona norma, dopo l’invio per –email, telefonare direttamente al redattore. Offrendo ulteriori informazioni
se ne avesse bisogno.
Quando poi, un comunicato contiene un’informazione particolarmente
“notiziabile” è diventato importante sintetizzarla in 140 battute e spedirlo
su Twitter.com, attraverso l’account dell’organizzazione. Twitter è
diventata – lo rivela un recente studio – una delle fonti primarie per la
raccolta di informazioni da parte dei giornalisti.
Autore: Stefano Bocconetti
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