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Il Paese è un ponte naturale per trasferire energia dal Mar Caspio e dal Mar Nero in Occidente. E quindi per aumentare il grado di diversificazioni delle fonti di approvvigionamento.
Ecco perché la politica energetica dell’EU dovrebbe coordinarsi strettamente con quella turca. Anche per sottrarsi alle pressioni di chi intende approfittare del proprio ruolo di produttore e fornitore per...
Il ruolo della Turchia
nella politica EU
a cura di Elena Fenili e Francesca Nenci
Unione Europea, tra i principali protagoniL’
sti nel mercato energetico internazionale,
è uno dei maggiori importatori di petrolio,
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ENERGIA 2
gas e carbone.
Tuttavia, a causa dell’eccessivo sfruttamento
dei giacimenti di petrolio e gas del Mare del
Nord, oggi l’Europa si trova in una condizione di assoluta dipendenza energetica dai Paesi
non UE.
Attualmente le maggiori riserve di petrolio e
gas sono situate prevalentemente in regioni
politicamente o economicamente instabili: il
45% delle importazioni petrolifere dell’UE
proviene dal Medio Oriente; il 40% delle
importazioni europee di gas dalla Russia, il
30% dall’Algeria e il 25% dalla Norvegia.
In questo contesto e nella prospettiva futura
di una continua crescita della dipendenza
energetica europea (le stime prevedono che
nel 2030 si passerà dal 50% al 70%) l’UE sta
cercando di attuare una politica energetica
efficace e armonizzata, sia attraverso il consolidamento di un unico mercato energetico
europeo, sia attraverso una progressiva diversificazione dei Paesi fornitori.
Il Green Paper sull’energia, adottato nel 2000
dalla Commissione, costituisce il primo schema europeo per una politica energetica comune, finalizzata a garantire l’approvvigionamento di energia a tutti i consumatori a prezzi accessibili e nel rispetto dell’ambiente, promuovendo una concorrenza leale nel mercato
europeo.
Priorità dell’UE rimane, quindi, la creazione
di un mercato unico europeo dell’energia, la
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cui apertura completa dovrebbe avvenire
entro il 2007 per il mercato elettrico ed entro
il 2008 per il petrolio e il gas.
Per raggiungere quest’obiettivo sono state
adottate misure per garantire, tra le più
importanti reti comunitarie, la trasparenza
dei prezzi al consumatore finale e per facilitare il trasporto di gas ed elettricità. Tuttavia,
il grado di liberalizzazione del mercato energetico, seppure a buon punto, varia ancora
notevolmente da uno Stato membro all’altro.
Per realizzare con pieno successo la completa
apertura del mercato, con il conseguente vantaggioso aumento della competitività,
l’Unione Europea deve necessariamente lavorare anche sul fronte esterno: aumentare le
interconnessioni energetiche tra i Paesi UE e
i fornitori di energia extra-comunitari e rendere più sicure quelle già esistenti.
In questo senso, nel 2003 l’Unione Europea
ha ridefinito le linee guida e un elenco di
progetti prioritari di comune interesse in
materia, e cioè le Reti Transeuropee dell’
Energia, TEN-E (elettricità e gas naturale).
I collegamenti sono stati realizzati con successo con alcuni Paesi mediterranei –
Algeria-Marocco-Spagna (NG2: Gasdotti
dall’Algeria) e Turchia-Grecia (NG3: Gasdotti
dal Mar Caspio-Medio Oriente) – alcuni
Paesi dell’Europa centro-orientale – RussiaMar Baltico-Germania (NG1: oleodotto
nordeuropeo) e Grecia-Balcani-Sistema
UCTE (EL4: rete elettrica) – e la Norvegia,
attualmente il terzo esportatore di gas naturale del mondo.
Più in generale, al fine di diversificare gli
approvvigionamenti e quindi ridurre la
dipendenza dai singoli Paesi, l’Unione
Europea ha cercato, con più o meno successo,
di rafforzare la sua politica energetica con
tutti i Paesi fornitori vicini.
Con la Russia, Paese che detiene un terzo
delle riserve di gas mondiali, l’UE ha avviato
nel 2000 un “Dialogo sull’energia”, finalizzato a garantire all’UE sicurezza di approvvigionamento e, alla Russia, un migliore accesso ai mercati comunitari.
Con l’OPEC – dalla quale proviene il 40%
delle importazioni di petrolio dell’UE – ha
avviato, nel 2005, un “Dialogo sull’energia”,
con l’obiettivo di garantire stabilità dei prezzi del petrolio e una maggiore trasparenza
dei dati relativi alle riserve e all’investimento necessario.
Anche con la Norvegia, nel 2005, è stato sta80
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IL RUOLO DELLA TURCHIA NELLA POLITICA EU
_Il Green Paper sull’energia (qui presentato da Barroso)
adottato nel 2000 dalla Commissione UE costituisce il
primo schema europeo per una politica energetica comune, nel rispetto dell’ambiente e della concorrenza
bilito un “Dialogo sull’energia” al fine di
rafforzare la cooperazione per l’efficienza
energetica, l’energia rinnovabile, la sicurezza
dell’approvvigionamento e per l’ attività di
esplorazione e produzione nell’area artica.
Un’altra importante iniziativa è stata la
Cooperazione per l’energia della regione del
Mar Baltico (BASREC), lanciata nel 1999
con lo scopo di modernizzare le rotte di
transito del gas nella regione e di assicurare
un più stabile approvvigionamento.
Infine, nel 2005, è stata istituita la
Comunità energetica dell’Europa sud-orientale (ECSEE), con cui è stato stabilito un
quadro normativo unico per il commercio
energico (elettricità, gas naturale e prodotti
petroliferi) in tutti gli Stati firmatari.
Tra tutte le iniziative e gli accordi inclusi
della politica energetica comunitaria, la partnership euro-mediterranea sull’energia rappresenta quella di maggior successo.
Tutta l’area del Sud del Mediterraneo è
infatti di vitale interesse per l’Unione
Europea, costituendo una fonte diretta e
alternativa di rifornimento energetico, non-
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importanti – la maggior parte delle risorse
petrolifere e di gas è, infatti, situata nel
Medio Oriente, nell’Asia centrale e nelle
regioni del Caspio – la Turchia rappresenta
oggi un pilastro fondamentale della politica
energetica europea, mirando a divenire uno
snodo di approvvigionamento energetico
sicuro per tutti i Paesi membri.
Non bisogna dimenticare inoltre che la
Turchia, con una crescita annua della domanda energetica dell’8%, rappresenta, al tempo
stesso, uno dei maggiori importatori nell’area
mediterranea, rendendo necessaria, come per
l’UE, la ricerca di fonti supplementari diversificate e affidabili.
In questa scenario, la Turchia ha partecipato
alla realizzazione del Progetto del Corridoio
Est-Ovest, principalmente basato sulla costruzione di gasdotti e oleodotti trans-caucasici e
trans-caspici che, attraversando la Georgia
terminano in Turchia e sono in grado di trasportare risorse energetiche ai mercati occidentali tramite rotte alternative sicure. Il
_Saakashvili e Aliyev, presidenti di Georgia e Azerbaijan,
Corridoio Est-Ovest comprende l’oleodotto
il primo ministro turco Erdogan e Browne, ad della BP alBaku-Tblisi-Ceyhan, il gasdotto nel Caucaso
l’inaugurazione, lo scorso luglio, dell’ultimo tratto di un
meridionale (gasdotto Baku-Tblisi-Erzurum)
oleodotto che va dal Mar Caspio al Mediterraneo
e il progetto per il gasdotto TurkmenistanTurchia-Europa.
L’oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan (BTC), ufficialmente inaugurato nel luglio 2006, oltre a
ché una zona di transito di prodotti energeti- costituire la spina dorsale del Corridoio Estci provenienti dai vicini Paesi fornitori:
Ovest, potrebbe rappresentare la prima tappa
Medio Oriente, Russia e Caucaso.
turca per garantirsi una maggiore valenza
L’UE, attraverso il processo avviato a partire
strategica nei confronti dei propri tradizionali
dalla Dichiarazione di Barcellona del 1995,
interlocutori regionali e internazionali.
svolge altresì un ruolo chiave nel trasformare In particolare, il BTC si propone di trasportaprogressivamente le regioni del Sud del
re, attraverso lo snodo georgiano di Tblisi, il
Mediterraneo in una zona di stabilità e progreggio prodotto nel bacino del Caspio, prinsperità. Proprio l'energia, infatti, con gli stret- cipalmente in Azerbaijan e Kazakistan, fino a
ti vincoli infrastrutturali ed economici che
un terminale marino sito sulla costa meditercrea tra i Paesi importatori ed esportatori,
ranea di Ceyhan.
rappresenta uno dei mezzi più efficaci per il
Al di là della valenza economica, occorre sotperseguimento di questo obiettivo.
tolineare l’importanza che il progetto riveste
Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli
in termini politici, costituendo, in linea con i
passi avanti, ma il sistema di distribuzione
progetti europei e statunitensi, il principale
dell’energia tra l’UE e i partner mediterranei snodo eurasiatico nel trasporto degli idrocarrimane ancora limitato, rendendo necessaria buri, fino a oggi di esclusivo monopolio russo.
la creazione di maggiori collegamenti energe- Il gasdotto del Caucaso meridionale (BTE) ha
tici e il consolidamento di quelli già esistenti. invece l’obiettivo di trasportare il gas naturale
In quest’ottica, la partnership euro-mediterazero dal giacimento Shah Deniz alla Turchia
ranea non può prescindere da un’adeguata
sulla rotta Baku-Tblisi-Erzurum. La sezione
considerazione del ruolo “multidimensionale” di Azeri del gasdotto BTE è stata completata
che la Turchia va progressivamente acquisen- nel giugno 2006.
do nel mercato energetico mondiale.
Parallelamente, la politica turca di diversificaCrocevia di diverse regioni strategicamente
zione delle fonti energetiche ha come obietti81
IL RUOLO DELLA TURCHIA NELLA POLITICA EU
I PONTI DELL’ENERGIA CHE UNISCONO ORIENTE E OCCIDENTE
Moldova
Croazia
Ucraina
Russia
Romania
Kazakhstan
NABUCCO
KAZAK GAS
TURUSGAZ
Serbia e
Montenegro
BTC
BLUE
STREAM-1
Bulgaria
Macedonia
Georgia
SAMSUNCEYHAN
Albania
Armenia
SHAH DENIZ
AHIBOZ HYB
Grecia
TURKEYGREECE
BTC
TRANS
CASPIAN
TURKMEN
GAS
IRANIAN GAS
Turchia
NABUCCO
BLUE
STREAM-II
IRAQI GAS
CEYHAN HUB:
LNG&CRUDE OIL
Iran
Siria
TURKEYGREECE-ITALY
INTERCONNECTOR
ARAB GAS PL
PHASE-III
TERGAS
Libano
Iraq
EGYTIAN GAS
ARAB GAS PL
Libia
IRAQ-TURKEY
PIPELINE
Giordania
vo il rafforzamento della cooperazione bilaterale con gli Stati membri dell’UE (prevalentemente Austria, Bulgaria, Romania e Grecia),
il Medio Oriente, i Paesi del Mediterraneo
meridionale e la Russia.
Solo per citare alcuni esempi riguardo ai collegamenti delle reti di gas naturale: il gasdotto Blue Stream che dalla Russia trasporta,
attraverso il Mar Nero, gas naturale alla
Turchia; il progetto per la realizzazione entro
il 2011 del gasdotto “Nabucco” che prevede il
trasporto di gas naturale dalla Turchia (proveniente da Egitto, Siria e da ultimo Iraq)
all’Austria, attraverso la Bulgaria, Romania e
Ungheria; il gasdotto Turchia-Grecia-Italia,
sviluppato con l’obiettivo di trasportare, attraverso la Turchia, gas naturale dai Paesi di produzione (Medio Oriente-Nord Africa e zona
del Caspio) alla Grecia, e successivamente
all’Italia; il progetto di interconnessione dell’oleodotto Arab-Gas (AGP) - Turchia, che
verrà completato entro la fine del 2008, ha
l’obiettivo di trasportare il gas naturale egi82
ziano (e se possibile altro gas proveniente dal
Medio Oriente) all’Europa, attraverso la
Turchia; i progetti per la realizzazione del
gasdotto Iraq-Turchia e del gasdotto TransCaspian Turkmenistan-Turchia-Europa, ancora in fase di progettazione, ma che, se realizzati, apporteranno notevoli vantaggi dal
punto di vista economico e geopolitico, e contribuiranno alla sicurezza energetica
dell’Europa.
Da questi progetti appare evidente come la
Turchia si stia rivelando un ponte indispensabile per il trasferimento delle risorse del Mar
Caspio e del Mar Nero all’Occidente, anche
con l’obiettivo di evitare l’esclusiva dipendenza da un singolo Paese fornitore.
La Turchia, dunque, rappresenta un partner
europeo fondamentale, la cui strategia energetica, se sviluppata in completa armonia con
la politica energetica europea, potrà rappresentare un nuovo stimolo al rilancio del processo d’integrazione della Turchia nell’Unione
Europea.