L`insonnia. Tutti dormiamo, ma ognuno lo fa a modo suo. Di
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L`insonnia. Tutti dormiamo, ma ognuno lo fa a modo suo. Di
8 S in alute DOSSIER l’insonnia 9 S in alute DOSSIER l’insonnia Tutti dormiamo, ma ognuno lo fa a modo suo Di che insonnia sei? Quante ore di sonno sono necessarie per stare bene? Quando si può parlare di disturbo del sonno? Non c’è una risposta unica a queste domande: la quantità e la qualità del sonno variano da persona a persona e il ritmo sonno-veglia è soggetto a cambiamenti sia in rapporto alle circostanze di vita che al fattore età. Si fa presto a dire: dottore, mi dia qualcosa per dormire. L’insonnia è un disturbo che deve essere analizzato per scoprire e curare le cause della sensazione di sonno insufficiente o insoddisfacente, anche se in un numero non trascurabile di casi il problema si risolve adottando uno stile di vita più rispettoso dei ritmi biologici e mettendo in atto alcuni facili accorgimenti. rebrale, da movimenti lenti e ritmici di apertura e chiusura delle palpebre, dall’abbassamento della temperatura corporea e da un ritmo respiratorio più lento e regolare. Il terzo e il quarto stadio sono quelli del sonno profondo (chiamato sonno delta, dal tipo di onde che compaiono all’elettroencefalogramma), che consente il vero e proprio recupero di energia. Durante questi stadi sia l’attività muscolare che quella oculare si interrompono del tutto, ed anche il livello di attivazione cerebrale è ridotto al minimo. Per svegliare una persona che si trova in uno stadio di sonno profondo occorrono stimoli intensi, e il risveglio completo richiede qualche tempo, durante il quale l’individuo si sente disorientato e mentalmente non lucido. Dopo circa 1/2 ora di sonno nello stadio 4, si torna allo stadio 3 e quindi allo stadio 2, dopodiché inizia un quinto stadio, quello del cosiddetto sonno REM (iniziali di Rapid Eye Movements). Il REM è chiamato anche “sonno paradosso” in quanto caratterizzato da accelerazione del battito cardiaco e da respirazione anch’essa rapida e irregolare. Questo è l’unico stadio in cui si sogna. La muscolatura delle gambe rimane temporaneamente paralizzata, la pressione arteriosa aumenta e nei maschi si verifica spesso un’erezione, indipendentemente dal tipo di sogni che il soggetto sta facendo. Inoltre compaiono rapidi movimenti oculari in ogni direzione, il cui significato è proprio quello di “guardare” ciò che si sta sognando. Se si viene svegliati durante questo stadio, si ricorda il sogno che si stava facendo e si può descriverlo nei particolari. La sequenza che abbiamo descritto si ripete da tre a cinque volte per notte, ma nelle prime ore di sonno sono più lunghi gli stadi 3 e 4, mentre man mano che i cicli di sonno si susseguono è lo stadio REM che ha una durata progressivamente maggiore. I disturbi del sonno Tutte queste informazioni derivano dagli innumerevoli studi compiuti sul fenomeno del sonno che, tuttavia, rimane ancora in buona parte sconosciuto: ad esempio, non sappiamo con precisione quale sia il meccanismo che presiede all’addormentamento, anche se si è constatato che nel buio la ghiandola pineale, situata in profondità nel cervello, produce un ormone chiamato melatonina, che si ritiene sia capace di indurre il sonno. L’alternanza sonno-veglia è soggetta anche ad influenze genetiche, come ha dimostrato un gruppo di ricercatori inglesi e olandesi esaminando due gruppi di individui: quelli di un gruppo non avevano mai sonno la sera e andavano a dormire molto tardi, svegliandosi quindi tardi al mattino, quelli dell’altro gruppo invece crollavano addormentati presto la sera e l’indomani mattina si svegliavano presto, freschi come rose. La ricerca ha dimostrato che nei primi (cioè i nottambuli) un gene, chiamato Period 3, era più corto, mentre nei mattinieri risultava più lungo. Ciò non significa, però, che un tipo di gene sia normale e l’altro no: entrambi, infatti, hanno lo stesso meccanismo d’azione e contengono lo stesso patrimonio di informazioni, anche se nel gene dei mattinieri alcune “stringhe” di informazione genetica si ripetono più volte lungo la sequenza del DNA. Il meccanismo del sonno, quindi, è complesso e risente di molti fattori. Ed è anche un meccanismo delicato, che può facilmente incepparsi: ecco allora comparire la tanto temuta insonnia, che può essere il disturbo di una sola notte o un problema che si trascina per tutta la vita. In Italia, ben 12 milioni di persone soffrono di una insufficienza quantitativa o qualitativa del sonno: nel 67% dei casi il disturbo dura da oltre un anno e nel 65,4% dei soggetti si presenta con frequenza plurisettimanale. Ne sono colpite le donne (68,8%) molto più degli uomini (31,2%). Questo dato si spiega tenendo presenti due ordini di fattori: da un lato la maggiore emotività e apprensività femminile, che inducono a risentire più intensamente dei problemi e delle preoccupazioni contingenti; dall’altro lato il modello sociale che propone in campo lavorativo, sentimentale e familiare un ideale di perfezione femminile di fatto non raggiungibile, inducendo le donne a sentirsi inadeguate e quindi esponendole a costante frustrazione e stress. In generale, l’insonnia è più frequente nelle persone separate, divorziate o vedove, in quelle che non lavorano e in quelle di età superiore ai 45 anni. Un’insonnia di tipo particolare è quella che si manifesta nelle persone affette da depressione endogena. In questi soggetti il sonno REM compare poco dopo l’addormentamento, mentre gli stadi del sonno profondo si verificano più avanti nella notte; inoltre la fase REM è spesso seguita da bruschi risvegli con successive difficoltà di riaddormentamento. Ad ogni modo, qualunque sia il tipo di insonnia, chi ne soffre tende ad essere teso, abbattuto e irritabile durante il giorno, cosa che influisce negativamente sui suoi rapporti affettivi e sociali; si ammala più di frequente, poiché le sue difese immunitarie sono ridotte; invecchia più rapidamente a causa di una minore efficienza del metabolismo. Anche sul piano sociale l’insonnia ha ripercussioni non indifferenti: basti pensare, ad esempio, che gli incidenti provocati da mancanza di sonno costano annualmente alla comunità circa 20 miliardi di Euro e che le persone affette da insonnia sono assenti dal lavoro 10 volte di più di quelle che dormono normalmente. Un tipo di disturbo del sonno piuttosto curioso è il sonnambulismo, quel fenomeno per cui l’individuo, pur dormendo, cammina e a volte compie alcune azioni come, ad esempio, vestirsi. È più frequente nei bambini ma possono soffrirne anche persone adulte, specie se stanno attraversando periodi particolarmente stressanti. Le cause del disturbo non sono ben conosciute, anche se pare abbia importanza la familiarità. Durante l’episodio di sonnambulismo, che può durare da pochi minuti a un’ora, il soggetto non deve essere contrastato, ma tranquillizzato e riaccompagnato a letto con le buone maniere. Nel caso si opponga, è bene passeggiare un po’ con lui prima di ritentare di condurlo nuovamente a letto. quenti, con difficoltà a riprendere sonno) e un’insonnia terminale (risveglio mattutino troppo precoce). Infine, in base alla durata del disturbo l’insonnia si può classificare come transitoria, quando si presenta solo occasionalmente in correlazione con fattori disturbanti e scompare con la loro eliminazione; a breve termine, se dura fino a qualche settimana e riconosce cause importanti come un lutto, una separazione, un trauma affettivo, ecc.; cronica se persiste per oltre un mese e si presenta più di tre notti la settimana. Possiamo infine considerare un tipo di insonnia peculiare, che si manifesta molto spesso nelle persone anziane (oltre i 70 anni) e che consiste nella riduzione o nella scomparsa della fase di sonno profondo, determinando un peggioramento della qualità del riposo. Viceversa, il sonno dei bambini e degli adolescenti è più profondo e prolungato perché il dormire favorisce una maggiore produzione di somatotropina, l’ormone che presiede alla crescita. In Italia esistono i Centri di Medicina del sonno, presso i quali vengono valutati con l’aiuto degli Specialisti le abitudini e i comportamenti che possono influire negativamente sul riposo notturno e vengono praticati gli esami necessari per analizzare tutte le fasi del sonno: elettroencefalogramma, elettrooculogramma, elettromiogramma, polisonnografia. Si tratta di esami non invasivi e non dolorosi, che però richiedono generalmente una notte di permanenza presso il Centro. Spesso viene anche richiesto al paziente di annotare per un certo periodo l’ora in cui va a coricarsi, quante volte si sveglia di notte e per quanto tempo rimane sveglio, quanto dura complessivamente il suo sonno, e così via. Sulla base di tutti questi elementi viene poi prescritta una terapia idonea che, nella maggior parte dei casi, è efficace anche per chi soffre di insonnia grave e persistente. Negli altri casi può essere invece sufficiente seguire le prescrizioni del medico di fiducia, mentre è assolutamente da evitare l’autoprescrizione, in quanto un medicinale non adatto non solo è inefficace, ma può addirittura peggiorare la situazione. DA SAPERE LA MEDICINA DEL SONNO Illustrazione Ruggieri segue da pagina 7 I l disturbo del sonno può essere classificato in base alle cause che lo provocano, al momento della notte in cui si manifesta o alla durata nel tempo. Per quanto riguarda le cause si distingue un’insonnia primaria, in cui non esiste alcuna causa riconoscibile e si può soltanto ipotizzare una predisposizione individuale, e un’insonnia secondaria, che può avere cause fisiche o psichiche. Tra le prime hanno importanza i problemi digestivi, i disturbi cardiovascolari, le ostruzioni delle vie aeree superiori (sinusiti, polipi) che provocano apnee notturne, l’iper o ipotiroidismo, la menopausa, le variazioni ormonali dell’ultimo mese di gravidanza; in una piccola percentuale di casi (5% circa) si riscontra una patologia particolare che va sotto il nome di “sindrome delle gambe senza riposo” e che consiste nella necessità di muovere continuamente le gambe quando ci si sdraia per dormire. Le cause psichiche consistono, in una buona metà dei casi, nell’ansia e nella depressione; nel 15% si tratta invece di una reazione ad eventi che provocano forte emozione, sia positiva che negativa; nel 10% il sonno è disturbato perché non si rispettano i ritmi biologici del sonno e della veglia. L’insonnia secondaria può inoltre essere distinta in ambientale (rumori, luci, freddo o caldo eccessivi), da alimenti (alcool, cioccolato, cipolla, aglio), da sostanze (caffeina, nicotina, alcuni farmaci come il cortisone), da altitudine (a quote superiori ai 3000 metri), da cattive abitudini (mancato rispetto dei giusti ritmi sonno/veglia), associativa (mancanza di rituali di addormentamento come la camomilla serale, la lettura di un libro, ecc.), da jet-lag (cambiamento di fuso orario). La più comune è però l’insonnia da stress, che colpisce soprattutto le persone con ritmi lavorativi troppo intensi o gravate da eccessive responsabilità: l’eliminazione dei motivi di stress risolve questo tipo di insonnia se non si è ancora instaurato il circolo vizioso in cui il disturbo del sonno diventa di per sé stesso una causa di stress. In rapporto al momento in cui si verifica il disturbo del sonno si distinguono un’insonnia iniziale (difficoltà di addormentamento), un’insonnia intermedia (risvegli fre- L’importanza che viene attualmente attribuita a questa problematica è testimoniata dall’esistenza di una Società scientifica, l’AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno) fondata nel 1990 con lo scopo di promuovere la formazione clinica e la ricerca nell’ambito dei disturbi del sonno/veglia. Ne fanno parte Specialisti di branche diverse, che danno il loro apporto a numerose attività: dal Congresso Nazionale che viene organizzato annualmente ai Corsi di formazione tenuti in tutta Italia, alle iniziative di informazione per il grande pubblico, all’assegnazione di borse di studio a giovani ricercatori, alla definizione dei requisiti minimi che devono essere posseduti dai Centri di Medicina del Sonno. Recentemente l’AIMS ha presentato, in occasione della terza Giornata Internazionale del DormireSano, lo “Studio Morfeo 2”, la più ampia indagine condotta nel nostro Paese sui problemi dell’insonnia, che nel corso del 2002 ha coinvolto 18 Centri di Medicina del Sonno, più di 600 Medici di base e oltre 11.000 pazienti. L’Associazione è presente sul sito www.aims.it I Centri lombardi accreditati dall’Aims si trovano a: • Bergamo - Ospedali Riuniti - Tel. 035269058 • Milano - Istituto Scientifico S. Raffaele - Tel. 0226433383 • Pavia - IRCCS “C. Mondino” - Tel. 032380250 • Montescano - Fondazione Salvatore Maugeri - Tel. 03852471 Gli indirizzi dei Centri situati in altre Regioni d’Italia sono reperibili sul sito AIMS.