L`insonnia. Tutti dormiamo, ma ognuno lo fa a modo suo. Di

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L`insonnia. Tutti dormiamo, ma ognuno lo fa a modo suo. Di
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S
in alute
DOSSIER
l’insonnia
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in alute
DOSSIER
l’insonnia
Tutti dormiamo,
ma ognuno lo fa a modo suo
Di che
insonnia sei?
Quante ore di sonno sono necessarie per stare bene? Quando si può parlare di disturbo
del sonno? Non c’è una risposta unica a queste domande: la quantità e la qualità del
sonno variano da persona a persona e il ritmo sonno-veglia è soggetto a cambiamenti
sia in rapporto alle circostanze di vita che al fattore età.
Si fa presto a dire: dottore, mi dia qualcosa per dormire.
L’insonnia è un disturbo che deve essere analizzato per scoprire
e curare le cause della sensazione di sonno insufficiente o
insoddisfacente, anche se in un numero non trascurabile di
casi il problema si risolve adottando uno stile di vita più rispettoso
dei ritmi biologici e mettendo in atto alcuni facili accorgimenti.
rebrale, da movimenti lenti e
ritmici di apertura e chiusura
delle palpebre, dall’abbassamento della temperatura corporea e da un ritmo respiratorio
più lento e regolare. Il terzo e il
quarto stadio sono quelli del
sonno profondo (chiamato sonno delta, dal tipo di onde che
compaiono all’elettroencefalogramma), che consente il vero e
proprio recupero di energia.
Durante questi stadi sia l’attività muscolare che quella oculare si interrompono del tutto,
ed anche il livello di attivazione cerebrale è ridotto al minimo. Per svegliare una persona
che si trova in uno stadio di
sonno profondo occorrono stimoli intensi, e il risveglio completo richiede qualche tempo,
durante il quale l’individuo si
sente disorientato e mentalmente non lucido. Dopo circa
1/2 ora di sonno nello stadio 4,
si torna allo stadio 3 e quindi
allo stadio 2, dopodiché inizia
un quinto stadio, quello del cosiddetto sonno REM (iniziali di
Rapid Eye Movements). Il REM
è chiamato anche “sonno paradosso” in quanto caratterizzato
da accelerazione del battito cardiaco e da respirazione anch’essa rapida e irregolare.
Questo è l’unico stadio in cui si
sogna. La muscolatura delle
gambe rimane temporaneamente paralizzata, la pressione
arteriosa aumenta e nei maschi
si verifica spesso un’erezione,
indipendentemente dal tipo di
sogni che il soggetto sta facendo. Inoltre compaiono rapidi
movimenti oculari in ogni direzione, il cui significato è proprio quello di “guardare” ciò
che si sta sognando. Se si viene
svegliati durante questo stadio,
si ricorda il sogno che si stava
facendo e si può descriverlo nei
particolari. La sequenza che abbiamo descritto si ripete da tre
a cinque volte per notte, ma
nelle prime ore di sonno sono
più lunghi gli stadi 3 e 4, mentre man mano che i cicli di sonno si susseguono è lo stadio
REM che ha una durata progressivamente maggiore.
I disturbi
del sonno
Tutte queste informazioni derivano dagli innumerevoli studi
compiuti sul fenomeno del sonno che, tuttavia, rimane ancora
in buona parte sconosciuto: ad
esempio, non sappiamo con
precisione quale sia il meccanismo che presiede all’addormentamento, anche se si è constatato che nel buio la ghiandola
pineale, situata in profondità
nel cervello, produce un ormone chiamato melatonina, che si
ritiene sia capace di indurre il
sonno.
L’alternanza sonno-veglia è
soggetta anche ad influenze genetiche, come ha dimostrato un
gruppo di ricercatori inglesi e
olandesi esaminando due gruppi di individui: quelli di un
gruppo non avevano mai sonno
la sera e andavano a dormire
molto tardi, svegliandosi quindi
tardi al mattino, quelli dell’altro
gruppo invece crollavano addormentati presto la sera e l’indomani mattina si svegliavano
presto, freschi come rose.
La ricerca ha dimostrato che nei
primi (cioè i nottambuli) un
gene, chiamato Period 3, era
più corto, mentre nei mattinieri
risultava più lungo.
Ciò non significa, però, che un
tipo di gene sia normale e l’altro no: entrambi, infatti, hanno
lo stesso meccanismo d’azione
e contengono lo stesso patrimonio di informazioni, anche se
nel gene dei mattinieri alcune
“stringhe” di informazione genetica si ripetono più volte lungo la sequenza del DNA.
Il meccanismo del sonno, quindi, è complesso e risente di
molti fattori.
Ed è anche un meccanismo
delicato, che può facilmente incepparsi: ecco allora comparire
la tanto temuta insonnia, che
può essere il disturbo di una sola notte o un problema che si
trascina per tutta la vita.
In Italia, ben 12 milioni di persone soffrono di una insufficienza quantitativa o qualitativa
del sonno: nel 67% dei casi il
disturbo dura da oltre un anno
e nel 65,4% dei soggetti si presenta con frequenza plurisettimanale.
Ne sono colpite le donne
(68,8%) molto più degli uomini
(31,2%).
Questo dato si spiega tenendo
presenti due ordini di fattori:
da un lato la maggiore emotività e apprensività femminile,
che inducono a risentire più intensamente dei problemi e
delle preoccupazioni contingenti; dall’altro lato il modello
sociale che propone in campo
lavorativo, sentimentale e familiare un ideale di perfezione
femminile di fatto non raggiungibile, inducendo le donne a
sentirsi inadeguate e quindi esponendole a costante frustrazione e stress.
In generale, l’insonnia è più frequente nelle persone separate,
divorziate o vedove, in quelle
che non lavorano e in quelle di
età superiore ai 45 anni.
Un’insonnia di tipo particolare
è quella che si manifesta nelle
persone affette da depressione
endogena. In questi soggetti il
sonno REM compare poco dopo
l’addormentamento, mentre gli
stadi del sonno profondo si verificano più avanti nella notte;
inoltre la fase REM è spesso seguita da bruschi risvegli con
successive difficoltà di riaddormentamento.
Ad ogni modo, qualunque sia il
tipo di insonnia, chi ne soffre
tende ad essere teso, abbattuto e
irritabile durante il giorno, cosa
che influisce negativamente sui
suoi rapporti affettivi e sociali;
si ammala più di frequente,
poiché le sue difese immunitarie sono ridotte; invecchia più
rapidamente a causa di una minore efficienza del metabolismo. Anche sul piano sociale
l’insonnia ha ripercussioni non
indifferenti: basti pensare, ad
esempio, che gli incidenti
provocati da mancanza di sonno costano annualmente alla
comunità circa 20 miliardi di
Euro e che le persone affette da
insonnia sono assenti dal lavoro 10 volte di più di quelle
che dormono normalmente.
Un tipo di disturbo del sonno
piuttosto curioso è il sonnambulismo, quel fenomeno per cui
l’individuo, pur dormendo,
cammina e a volte compie alcune azioni come, ad esempio,
vestirsi.
È più frequente nei bambini ma
possono soffrirne anche persone adulte, specie se stanno attraversando periodi particolarmente stressanti.
Le cause del disturbo non sono
ben conosciute, anche se pare
abbia importanza la familiarità.
Durante l’episodio di sonnambulismo, che può durare da
pochi minuti a un’ora, il soggetto non deve essere contrastato,
ma tranquillizzato e riaccompagnato a letto con le buone maniere.
Nel caso si opponga, è bene
passeggiare un po’ con lui prima di ritentare di condurlo
nuovamente a letto.
quenti, con difficoltà a riprendere
sonno) e un’insonnia terminale
(risveglio mattutino troppo precoce).
Infine, in base alla durata del disturbo l’insonnia si può classificare
come transitoria, quando si presenta solo occasionalmente in correlazione con fattori disturbanti e
scompare con la loro eliminazione;
a breve termine, se dura fino a
qualche settimana e riconosce cause importanti come un lutto, una
separazione, un trauma affettivo,
ecc.; cronica se persiste per oltre un
mese e si presenta più di tre notti la
settimana.
Possiamo infine considerare un
tipo di insonnia peculiare, che si
manifesta molto spesso nelle persone anziane (oltre i 70 anni) e che
consiste nella riduzione o nella
scomparsa della fase di sonno profondo, determinando un peggioramento della qualità del riposo.
Viceversa, il sonno dei bambini e
degli adolescenti è più profondo e
prolungato perché il dormire favorisce una maggiore produzione di
somatotropina, l’ormone che presiede alla crescita.
In Italia esistono i Centri di Medicina del sonno, presso i quali vengono valutati con l’aiuto degli Specialisti le abitudini e i comportamenti che possono influire negativamente sul riposo notturno e vengono praticati gli esami necessari
per analizzare tutte le fasi del sonno: elettroencefalogramma, elettrooculogramma, elettromiogramma, polisonnografia. Si tratta di esami non invasivi e non dolorosi, che
però richiedono generalmente una
notte di permanenza presso il Centro. Spesso viene anche richiesto al
paziente di annotare per un certo
periodo l’ora in cui va a coricarsi,
quante volte si sveglia di notte e per
quanto tempo rimane sveglio, quanto dura complessivamente il suo
sonno, e così via. Sulla base di tutti
questi elementi viene poi prescritta
una terapia idonea che, nella maggior parte dei casi, è efficace anche
per chi soffre di insonnia grave e
persistente. Negli altri casi può essere invece sufficiente seguire le
prescrizioni del medico di fiducia,
mentre è assolutamente da evitare
l’autoprescrizione, in quanto un
medicinale non adatto non solo è
inefficace, ma può addirittura peggiorare la situazione.
DA SAPERE
LA MEDICINA DEL SONNO
Illustrazione Ruggieri
segue da pagina 7
I
l disturbo del sonno può essere
classificato in base alle cause
che lo provocano, al momento
della notte in cui si manifesta o
alla durata nel tempo.
Per quanto riguarda le cause si
distingue un’insonnia primaria, in
cui non esiste alcuna causa riconoscibile e si può soltanto ipotizzare
una predisposizione individuale, e
un’insonnia secondaria, che può
avere cause fisiche o psichiche. Tra
le prime hanno importanza i problemi digestivi, i disturbi cardiovascolari, le ostruzioni delle vie aeree superiori (sinusiti, polipi) che provocano apnee notturne, l’iper o ipotiroidismo, la menopausa, le variazioni ormonali dell’ultimo mese di
gravidanza; in una piccola percentuale di casi (5% circa) si
riscontra una patologia particolare
che va sotto il nome di “sindrome
delle gambe senza riposo” e che
consiste nella necessità di muovere
continuamente le gambe quando ci
si sdraia per dormire. Le cause
psichiche consistono, in una buona
metà dei casi, nell’ansia e nella depressione; nel 15% si tratta invece
di una reazione ad eventi che
provocano forte emozione, sia positiva che negativa; nel 10% il sonno
è disturbato perché non si rispettano i ritmi biologici del sonno e
della veglia. L’insonnia secondaria
può inoltre essere distinta in ambientale (rumori, luci, freddo o caldo
eccessivi), da alimenti (alcool, cioccolato, cipolla, aglio), da sostanze
(caffeina, nicotina, alcuni farmaci
come il cortisone), da altitudine (a
quote superiori ai 3000 metri), da
cattive abitudini (mancato rispetto
dei giusti ritmi sonno/veglia), associativa (mancanza di rituali di addormentamento come la camomilla
serale, la lettura di un libro, ecc.),
da jet-lag (cambiamento di fuso
orario). La più comune è però l’insonnia da stress, che colpisce soprattutto le persone con ritmi lavorativi troppo intensi o gravate da
eccessive responsabilità: l’eliminazione dei motivi di stress risolve
questo tipo di insonnia se non si è
ancora instaurato il circolo vizioso
in cui il disturbo del sonno diventa
di per sé stesso una causa di stress.
In rapporto al momento in cui si
verifica il disturbo del sonno si distinguono un’insonnia iniziale (difficoltà di addormentamento), un’insonnia intermedia (risvegli fre-
L’importanza che viene attualmente
attribuita a questa problematica è
testimoniata dall’esistenza di una
Società scientifica, l’AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno) fondata nel 1990 con lo scopo di
promuovere la formazione clinica e
la ricerca nell’ambito dei disturbi del
sonno/veglia. Ne fanno parte Specialisti di branche diverse, che danno il loro apporto a numerose attività: dal Congresso Nazionale che
viene organizzato annualmente ai
Corsi di formazione tenuti in tutta
Italia, alle iniziative di informazione
per il grande pubblico, all’assegnazione di borse di studio a giovani ricercatori, alla definizione dei requisiti minimi che devono essere posseduti dai Centri di Medicina del
Sonno. Recentemente l’AIMS ha
presentato, in occasione della terza
Giornata Internazionale del DormireSano, lo “Studio Morfeo 2”, la più
ampia indagine condotta nel nostro
Paese sui problemi dell’insonnia,
che nel corso del 2002 ha coinvolto
18 Centri di Medicina del Sonno, più
di 600 Medici di base e oltre 11.000
pazienti.
L’Associazione è presente sul sito
www.aims.it
I Centri lombardi accreditati dall’Aims
si trovano a:
• Bergamo - Ospedali Riuniti - Tel.
035269058
• Milano - Istituto Scientifico S. Raffaele - Tel. 0226433383
• Pavia - IRCCS “C. Mondino” - Tel.
032380250
• Montescano - Fondazione Salvatore Maugeri - Tel. 03852471
Gli indirizzi dei Centri situati in altre
Regioni d’Italia sono reperibili sul
sito AIMS.