Solo per vendetta o
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Solo per vendetta o
Romina Rancetti e Stefania Bianda Solo per vendetta o ... Tutto incominciò in una gelida notte d’inverno, in un famosissimo albergo nel centro di New York. Scattò improvvisamente l’allarme durante una festa in cui vi era molta gente ricca e nobile. Quasi tutte le donne portavano dei preziosissimi diamanti al collo. Non l’avrebbero fatto se avessero saputo che a quel ricevimento era pure presente un astuto ladro assassino. All’improvviso le luci si spensero come alla fine di una drammatica opera teatrale. La sala fu invasa da una indescrivibile confusione e ad un tratto un tavolo si rovesciò. Dopo qualche minuto di panico, le luci si riaccesero; a lato del tavolo rovesciato giaceva un uomo con un portafrutta in testa; il sangue gli sgorgava dal petto come un fiume, ancora poche gocce e si sarebbe svuotato. Una donna non vedendo più i suoi diamanti svenne. Da una porta sbucarono una trentina di stupidi poliziotti e dopo un po’ entrò anche un uomo basso e grosso; sembrava una pallina da ping-pong, con quegli occhi e quello sguardo serio come una civetta sull’attenti; era furbo come una volpe e veloce come un ghepardo. Quell’uomo, di nome Axel, era noto per la sua bravura ed era perciò diventato uno dei più famosi detective d’America. Il panico si era ormai sciolto come un cubetto di ghiaccio al sole. La gente era tornata nelle camere e si stava riposando o preparando per la cena. Intanto in cucina un uomo, travestito da cameriere, stava mettendo nei piatti qualcosa di strano, che non faceva parte della ricetta. Era ora di cena e i clienti pian piano arrivavano nella sala da pranzo, dove i camerieri instancabili portavano i piatti per servirli. Il cameriere fasullo sembrava ormai scomparso. Chissà cosa stava tramando nelle camere dell’albergo? Forse stava dando loro una ripulita? Proprio così: al suo passaggio i gioielli sparivano; ma ciò non durò a lungo perché un uomo che lo aveva sorpreso mentre rubava i suoi gioielli, senza pensarci due volte, gli saltò addosso cercando di riprenderseli. Non ci riuscì; il ladro prese un vaso e lo spaccò in testa a quel signore, pieno di rughe e dagli occhi storti, e scappò con un occhio blu e un brutto bernoccolo. Intanto nella sala da pranzo gli invitati stavano cenando comodamente quando all’improvviso parecchi non si sentirono tanto bene. Alcuni incominciarono ad avere la nausea e altri diventarono blu e verdi. Il detective Axel, subito consultato, trovò nei pasti degli strani veleni, che causavano forti dolori, ma non portavano fortunatamente alla morte. Axel non riuscì più a scoprire altro, ma, mentre cercava nuovi indizi, un uomo 1 Romina Rancetti e Stefania Bianda scese solennemente dalle scale e si avviò verso di lui con uno sguardo terrorizzato. Il detective si avvicinò e l’uomo gli raccontò quello che aveva notato e ciò che era successo. Non aveva visto in faccia il ladro, ma si ricordava benissimo che aveva un orecchino all’orecchio sinistro, dei capelli neri e un tatuaggio a forma di serpente su un braccio. Finita la chiacchierata i clienti ancora doloranti furono portati all’ospedale; intanto Axel e i poliziotti iniziarono le ricerche, ma non trovarono niente. Il detective, ormai stanco, andò a bere un caffè al bar, ma fu proprio lì che casualmente notò lo stesso tatuaggio sul braccio del cameriere; non aveva solo il tatuaggio, ma la sua persona era identica a quella della descrizione del vecchio uomo. Axel si allarmò. Facendo finta di niente, lo seguì ovunque. Passarono poi due giorni; brancolava ancora nel buio, quando all’improvviso vide qualcosa brillare. Si avvicinò con passo sicuro: era un diamante, un diamante dentro la tuta di quel cameriere. Allora la domanda non era più chi fosse il ladro, ma come incriminarlo. Ad Axel venne un’idea; andò dal cameriere e gli confidò: - Di te mi fido e quindi ti posso svelare che nella sala da ballo dell’albergo verrà presto esposto un diamante preziosissimo di parecchi carati -. Il cameriere se ne andò tutto felice; pensava già che vendendo quel diamante avrebbe potuto aiutare tanta gente povera. Non voleva più che succedesse agli altri quello che era successo a lui. Un lunedì, molto tempo prima, infatti stava pulendo la casa del suo padrone quando all’improvviso fu buttato fuori brutalmente con tutta la sua famiglia. Da allora non si era dato pace e aveva pensato alla sua vendetta; aveva inseguito ovunque quel malvagio signore e quel malvagio signore non era altro che il proprietario dell’albergo in cui ha avuto luogo questa vicenda. Ormai sera l’investigatore entrò in sala, aspettando il ladro; i poliziotti erano nascosti in ogni angolo. Ad un tratto la finestra sopra il piano d’appoggio dov’era esposto il diamante si aprì, ma non videro nessuno, pensarono che fosse stato il vento. Un’ombra però scese dalla finestra appesa ad una corda, spaccò il vetro con un coltello. L’investigatore lo lasciò fare, fino a quando il ladro ebbe in mano il gioiello. A quel punto accese le luci; il ladro rimase scioccato. Axel diede l’ordine ad un poliziotto di sparargli, ma gli colpì solo una gamba. Il ladro allora prese il coltello e lo lanciò dritto al cuore di Axel che morì sul colpo. Ormai però non c’era più via di scampo; un poliziotto sparò alla corda, un altro lo prese e lo legò. Il ladro assassino, dopo aver confessato tutto, finì la sua vita dietro le orribili sbarre del carcere del Gran Canyon. 2