Aloe vera: un lenitivo naturale contro il cancro?

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Aloe vera: un lenitivo naturale contro il cancro?
Azienda Ospedaliera Nazionale
SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo
Alessandria
Via Venezia, 16 – 15121 ALESSANDRIA
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Aloe vera: un lenitivo naturale contro il cancro?
Cathcart P, Stebbing J. Aloe vera, a natural cancer soother? Lancet Oncol 2016; 17: 421.
Considerata dagli egizi come la pianta dell’immortalità e dai medici greci come la panacea universale, l’aloe
vera ha una lunga storia riguardante il suo impiego in campo medico.
Oltre a rappresentare una bella pianta ornamentale, l’aloe vera contiene circa 75 composti potenzialmente
attivi che possono avere effetti benefici nel trattamento anti-tumorale.
L’aloe vera è conosciuta per le sue proprietà anti-infiammatorie e lenitive su piccoli tagli e bruciature della
pelle. Qualcuno però l’ha impiegata anche in vari composti per trattare un ampio spettro di tumori, anche
considerati terminali.
Per quanto poco plausibili possano apparire i rimedi casalinghi, certe proprietà mediche potrebbero essere
meritevoli di ulteriori ricerche.
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che l’utilizzo dell’aloe vera sia utile a migliorare lo stato d’infiammazione
cutanea provocata dalla radioterapia; i risultati di diversi studi hanno però mostrato che, sebbene l’aloe
possa migliorare questo tipo di infiammazione, il beneficio non è superiore rispetto a quello ottenuto dalle
creme convenzionalmente utilizzate in corso di radioterapia.
Il potenziale dell’aloe è stato studiato anche per prevenire le flebiti da infusione (infiammazione acuta delle
vene) associata all’uso dell’ago-cannula durante la chemioterapia. I dati raccolti sono stati inconcludenti,
con molti studi esclusi dall’analisi in quanto i soggetti campionati erano in numero troppo limitato.
Altri gruppi di ricerca hanno osservato come gli sciacqui orali con aloe vera abbiano effetti molto simili ai
colluttori convenzionalmente prescritti per prevenire le mucositi (infiammazioni della bocca) causate da
radioterapia; in questo caso, l’utilizzo di prodotti a base di aloe vera può essere consigliato in alternativa ad
altri agenti, nel caso questi risultino poco tollerati. Inoltre data l’importanza del mantenimento di un sano
microbioma orale (costituito dalle comunità batteriche che normalmente vivono nel cavo orale), l’aloe vera
è potenzialmente preferibile ai colluttori a base alcolica, che presentano un alto potere battericida.
L’estratto di aloe vera in laboratorio è stato usato in combinazione con vari agenti chemioterapici (come ad
esempio il cisplatino) su linee cellulari di tumore della mammella e della cervice uterina.
Questo trattamento ha mostrato non solo un aumento del tasso di mortalità delle cellule tumorali ma
anche una riduzione della crescita del tumore. Inoltre l’aloe vera in vitro ha dato pochi effetti tossici sulle
cellule non tumorali, suggerendo il suo impiego combinato con altri trattamenti in corso.
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In realtà il meccanismo d’azione dell’aloe è ancora sconosciuto; potrebbe agire direttamente sulle cellule
tumorali o stimolare il sistema immunitario ad attaccare il tumore più efficacemente.
Molti studi, principalmente in vitro, hanno mostrato come due composti principali dell’aloe, acemannano e
glucomannano, possano stimolare l’immunità anti-tumorale inibendo la secrezione di interleuchina-10 e
causando un incremento della produzione di interleuchina-2. Le potenziali proprietà di immunomodulazione sono state combinate con la chemioterapia in pazienti con vari tipi di cancro metastatico,
dimostrando una riduzione della progressione tumorale e un incremento della sopravvivenza rispetto a
pazienti che avevano ricevuto solo la chemioterapia convenzionale.
Inoltre i ricercatori affermano che i pazienti riceventi aloe vera hanno riportato un minor numero di eventi
avversi associati alla chemioterapia ed una migliore qualità della vita. Nonostante siano promettenti, i
risultati della ricerca hanno importanti limitazioni (ad esempio la natura dello studio unblinded). Inoltre i
pazienti avevano cancro avanzato metastatico con diverse sedi primitive, ma finora l’unico risultato
significativo è stato osservato nei pazienti con tumore polmonare a piccole cellule.
L’effetto di riduzione della crescita cellulare è stato combinato sperimentalmente con il miele per mostrare
come la combinazione possa modulare la crescita del tumore ed indurre la morte cellulare in modelli
animali, supportando potenzialmente l’evidenza che l’aloe vera, il rum ed il miele curino il cancro. In ogni
caso il miglioramento dei sintomi potrebbe essere dovuto ad un effetto placebo più che a proprietà antitumorigeniche.
In conclusione le evidenze di beneficio clinico dovute all’aloe vera rimangono deboli; ciononostante molti
studi preliminari indicano la presenza di composti di forte efficacia, probabilmente in bassa concentrazione,
nascosti nella linfa di questa discussa pianta desertica.
Il dibattito legato alle terapie non convenzionali, le cosiddette terapie alternative, è acceso in quanto
promettono spesso la guarigione dal cancro senza alcun fondamento scientifico; d’altra parte è vero che in
taluni casi esistono principi di base ragionevolmente sensati. Per questo motivo sarebbe auspicabile una
ricerca scientifica maggiormente approfondita su certi elementi delle terapie alternative, come l’aloe vera.
Ciò non significa che debbano essere screditate o sminuite le terapie convenzionali, ma al contrario
sottolinea la potenziale importanza della messa a punto di un approccio integrato e sinergico tra
chemioterapia e alcune selezionate terapie non convenzionali. E’ necessario infine evidenziare l’essenziale
relazione di fiducia che deve essere sempre presente tra medico oncologo e paziente; quest’ultimo infatti è
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tenuto a segnalare all’oncologo la volontà di intraprendere un percorso medico non convenzionale, in
modo da garantire la corretta gestione della terapia in atto.
Interleuchina-10:
citochina anti-infiammatoria. Le citochine sono molecole prodotte dalle cellule del
sistema immunitario.
Interleuchina-2:
citochina che induce la proliferazione e il differenziamento di alcune cellule del
sistema immunitario.
Studio unblinded:
studio non cieco, ovvero quando tutte le parti (medico e paziente) sono a
conoscenza del prodotto somministrato al paziente.
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