Cultura ed economia
Transcript
Cultura ed economia
Cultura ed economia La Svizzera beneficia di un’offerta culturale straordinaria, variata e di ottimo livello. Come trascorrere il fine settimana in Svizzera? La questione non si pone, considerata l’ampio ventaglio di attività tra cui scegliere: innumerevoli musei riccamente dotati, biblioteche ben fornite, cinema, teatri di prosa e dell’opera con programmi di grande qualità e monumenti storici rinomati offrono l’opportunità di nuove gite ogni domenica. L’offerta è talmente vasta che nella maggior parte dei casi la mancanza di tempo impedisce di beneficiare a fondo di tutto ciò che avremmo a disposizione. Parallelamente all’offerta culturale, il mercato del tempo libero è in piena espansione. Viaggi, sport, ristoranti, videogiochi, televisione, riviste… le proposte si moltiplicano e gli specialisti di marketing mettono a punto strategie per attirare il maggior numero possibile di consumatori. Gli artisti e i creatori nel nostro Paese si ritrovano, loro malgrado, a concorrere con quest’offerta che riscontra una crescita significativa. Pittori, cineasti, scrittori, coreografi e musicisti svizzeri si ritrovano a combattere, talvolta con armi impari, contro la finale di un torneo di tennis, contro il biglietto aereo last minute per Praga o il corso di cucina giapponese. Questa è la realtà. Indipendentemente dalla sua qualità innegabile e riconosciuta, la produzione culturale nel nostro Paese si vede sempre più costretta a conquistarsi il proprio pubblico. La politica culturale non interferisce nel processo creativo in quanto lo considera un campo riservato all’artista. Ma occorre essere consapevoli che qualsiasi opera si troverà catapultata su un mercato altamente competitivo. Associare la cultura all’economia è stato per molto tempo considerato un tabù. Immancabilmente, però, l’opera culturale diventa in un determinato momento un prodotto commerciabile: per esistere deve essere vista, letta, ascoltata, sperimentata da un pubblico. L’Ufficio federale della cultura, in qualità di principale istituzione di promozione culturale in Svizzera, deve affrontare un tema delicato, che spesso anima le passioni: quello dell’accesso della produzione culturale al mercato. Certe forme d’arte abbinano per natura strumenti manageriali alla libertà dell’artista a diretta conseguenza dei loro processi di produzione e di diffusione. È il caso, in particolare, del cinema, del design e della moda e, in misura minore, della letteratura e dell’editoria, ossia delle industrie culturali. Altre forme di espressione artistica, tra cui le arti visive e dello spettacolo, sono ancora relativamente lontane da questa problematica. In entrambi i casi l’Ufficio federale della cultura è tenuto a riflettere sulla messa a punto di strumenti che consentano alla produzione culturale di trovare un proprio pubblico, sui percorsi che porteranno l’opera d’arte dall’atelier, dalla sala di montaggio o dalla scena al giusto pubblico che saprà esserne coinvolto, emozionato, sorpreso o divertito. Il ruolo dell’Ufficio federale della cultura consiste nel sostenere opere di qualità, creative, originali, che gettino uno sguardo innovatore sulla società. Un mandato, questo, che va di pari passo con la volontà di promuovere le produzioni culturali presso il loro pubblico. Questa volontà corrisponde specificamente alle esigenze delle industrie culturali, i cui processi di creazione si accordano a priori meglio con le dinamiche dell’economia. Tuttavia, l’Ufficio federale della cultura si ripropone di concentrarsi su tutte le forme della creazione che sostiene al fine di accompagnarle con misure appropriate presso il loro pubblico. Vi sono vari modi di accompagnare un’opera, dalla promozione diretta alla messa a punto di misure di sostegno specifiche per ciascun ambito della creazione. La politica portata avanti da diversi anni nell’arte e nel design si propone di raggiungere questo obiettivo mediante la nuova impostazione del Concorso federale d’arte o le borse federali di design, che consentono alle nuove leve tra l’altro di collaborare con designer affermati. Nell’ambito del cinema l’Ufficio federale della cultura ha da sempre considerato queste connessioni e anche oggi sono al centro delle riflessioni della sezione incaricata di mettere a punto i nuovi principi di promozione cinematografica. Nell’elaborazione della legge sulla promozione della cultura occorre dare valenza a questi aspetti, come rileva il rapporto esplicativo della procedura di consultazione. I poteri pubblici non devono accontentarsi di sostenere la creazione. Per difenderla al meglio devono sostenerla su tutta la linea e rendere possibile il suo confronto con il pubblico. La cultura non è una merce. L’adozione della Convenzione dell’UNESCO sulla diversità culturale, nell’elaborazione della quale la Svizzera ha assunto un ruolo preminente, conferma l’ampio consenso che esiste in merito. La salvaguardia della diversità culturale è un esigenza cruciale nell’era della globalizzazione. Occorre che la cultura benefici di uno statuto particolare, diverso da quello di altri beni e servizi. Il miglior servizio che le si possa rendere resta comunque quello di garantirle un pubblico. È su questa convinzione che l’Ufficio federale della cultura intende fondare le sue politiche di sostegno alla creazione. 31 marzo 2006 Contatto: Jean-Frédéric Jauslin T 031 322 92 61 [email protected]