Soluzione del caso clinico di pagina 29
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Soluzione del caso clinico di pagina 29
CASE REPORT a cura di ANTONIO DI MAURO Soluzione del caso clinico di pagina 29 SVILUPPO DEL CASO CLINICO La distanza di tempo (2 ore) e il vomito associato a pallore e letargia era compatibile con il sospetto di una SEA da uovo. Tuttavia, la presenza di orticaria faceva propendere per una AA IgE-mediata, in virtù anche di un tempo di latenza di 2 ore, ammessa come tempo massimo di latenza per queste forme di AA. Abbiamo quindi deciso di eseguire, a distanza di una settimana circa dalla visita ambulatoriale, un test di provocazione orale (TPO) con ciambellone contenente uovo: la processazione mediante cottura dell’alimento incriminato è solitamente riservata alle AA IgE-mediate e ci è sembrato un approccio iniziale più prudente. Il prick test con ciambellone è risultato negativo e pertanto, un po’ confortati, abbiamo somministrato a F. 50 gr di ciambellone (contenenti 1,5 gr di proteine di uovo) in un’unica soluzione. A distanza di 3 ore, quando oramai ritenevamo il TPO negativo, il bambino ha presentato 4 episodi di vomito a getto, sudorazione fredda, pallore moderato e letargia. I sintomi si sono risolti spontaneamente entro due ore. Lo stesso giorno è stato eseguito anche “rub test” con uovo crudo, mediante lo strofinamento di un batuffolo di cotone imbevuto della miscela di uovo crudo sulla cute del volto e del tronco e, dopo venti minuti dall’inizio del test, sono comparsi piccoli pomfi di orticaria associati a prurito, le cui dimensioni e numero sono aumentati Serena Monaco Stefano Miceli Sopo Unità Operativa Semplice di Allergologia Pediatrica, Unità Operativa Complessa di Pediatria, Area Pediatrica, Polo Salute della Donna e del Bambino, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma dopo altri 10 minuti. Poiché anche questa volta i dubbi sul meccanismo immune sono rimasti (da un lato i sintomi vomito-pallore-letargia a 3 ore dall’ ingestione facevano propendere per una SEA, una AA non IgE-mediata; dall’ altro, la positività del rub test orientava verso una forma di AA IgE-mediata), abbiamo voluto accertarci che l’ingestione della forma cruda dell’alimento colpevole non potesse indurre una reazione avversa di tipo IgE-mediato, magari anafilattica. E così dopo quattro settimane abbiamo effettuato un TPO con miscela di uovo crudo e succo di frutta. È stato ripetuto il prick test con miscela di albume e tuorlo crudi, che è risultato nuovamente positivo. È stato ripetuto anche il rub test, ma questa volta il test è risultato negativo. F. ha ingerito con incrementi graduali (secondo il protocollo delle AA IgE-mediate) l’uovo crudo miscelato a succo di frutta, fino ad arrivare ad assumere in totale metà di un uovo crudo e poi non ne ha più voluto. A distanza di due ore dall’ingestione della prima dose (e a circa venti minuti dall’ingestione dell’ultima dose) il bambino ha presentato un episodio di vomito in assenza di pallore e letargia. Questa volta sono stati somministrati 0,2 mg/ kg di ondansetron per via intramuscolare, ma nonostante ciò F. ha presentato altri episodi di vomito (in totale 5), associati a pallore e letargia. La pressione arteriosa si è mantenuta sempre nei limiti di norma. A distanza di quattro ore dall’inizio della sintomatologia Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2016;VIII:45-46 clinica il bambino stava bene. È stato proposto un TPO con omogeneizzato di pollo, ma i genitori si sono rifiutati. Soluzione del caso clinico La SEA è un disturbo di ipersensibilità gastrointestinale correlato all’assunzione di cibo, probabilmente non IgE-mediato. I sintomi della forma acuta includono vomito a getto e ripetitivo, diarrea, letargia fino a prevedere, nei casi più gravi, anche disidratazione, ipotensione e shock. Tali sintomi di solito si verificano tra le due e le sei ore seguenti l’ingestione dell’alimento sospetto 1. Nel corso degli anni, sono stati proposti vari criteri diagnostici per definire una corretta diagnosi di SEA su base anamnestica 1, criteri che sono destinati a mutare con il progredire delle conoscenze. Ad esempio, recentemente è stato pubblicato un caso di SEA da funghi, insolito perché accaduto in una bambina di 7 anni 2. Questo caso sottolinea la necessità di rivedere gli attuali criteri diagnostici di SEA che prevedono, attualmente, che l’età del primo episodio sia al massimo di 2 anni. Riteniamo che il nostro caso sia un’espressione clinica insolita dovuta a una singola AA basata su meccanismi immunopatogenetici misti, IgE- e non IgE-mediati. Le caratteristiche che, in questo caso, suggeriscono un’AA IgEmediata sono: a) l’orticaria dopo l’ingestione di uovo crudo all’età 45 S. Monaco, S. Miceli Sopo di 10 mesi; b) la positività degli SPT verso l’uovo crudo; c) la positività del primo rub test con uovo crudo; d) il vomito dopo una latenza di tempo di trenta minuti dall’ingestione del pollo cotto al vapore; e) probabilmente la tolleranza del pollo omogeneizzato, una forma di processazione che potrebbe ridurre l’allergenicità in chi è affetto da una AA IgE-mediata. Invece, le seguenti caratteristiche suggeriscono un meccanismo immunopatogenetico non IgE-mediato: a) il tempo di insorgenza dei sintomi, a distanza di 2-3 ore dall’ingestione di uovo semicrudo all’età di 10 mesi e durante i TPO con ciambellone e uovo crudo; b) il fallimento del TPO con ciambellone (questa forma processata di uovo è solitamente tollerata dai pazienti affetti da un’allergia alimentare IgE-mediata nei confronti dell’uovo crudo); l’assenza di orticaria durante il TPO con uovo crudo; d) l’esito negativo del secondo rub test con uovo crudo. Noi riteniamo che la diagnosi più ragionevole sia quella di SEA. Essa, tuttavia, non andrebbe d’accordo con uno dei criteri diagnostici più comuni della SEA, vale a dire l’assenza di sintomi tipici di una reazione IgE mediata, quale l’orticaria è 1. Sono stati già stati descritti casi di SEA virati verso una forma di AA IgE-mediata 3 e casi di AA IgE-mediata virati verso una forma di SEA 4, ma stando alle nostre conoscenze, questo descritto, è il primo caso di un paziente che manifesti in contemporanea entrambe le espressioni cliniche di AA IgE-mediata e di AA non IgE-mediata. Come il caso già descritto 2, anche il nostro caso sottolinea la necessità di rivedere i criteri diagnostici attuali di diagnosi di SEA, includendovi la possibilità che si manifestino espressioni cliniche più tradizionalmente IgE-mediate, come l’orticaria. Del resto, il ruolo patogenetico del- 46 le IgE nella SEA non è del tutto escludibile. Il TPO con miscela di uovo crudo eseguito secondo la metodologia per le AA IgE-mediate ha comportato qualche dubbio. In quell’occasione, infatti il bambino ha cominciato a vomitare a distanza di due ore dall’ingestione della prima dose assunta e venti minuti dopo l’ingestione dell’ultima dose. Se la dose responsabile dei sintomi fosse stata la prima, la reazione sarebbe compatibile certamente con la diagnosi di SEA, mentre se la dose responsabile fosse stata l’ultima, la diagnosi corretta sarebbe quella di un’AA IgE-mediata. Un altro punto interessante riguarda la simultanea allergia al pollo. Questo tipo di allergia solitamente è rara e quasi mai associata all’allergia nei confronti dell’uovo 5, almeno per quanto riguarda la forma IgE-mediata. Anche la SEA da pollo è raramente descritta 6. Di converso, Sicherer 7 suggerisce di evitare nel primo anno di vita, nei bambini affetti da SEA da alimenti solidi (come è l’uovo), alcuni alimenti considerati a rischio, tra cui pollo e carne di tacchino. Nel nostro caso, non sappiamo se la contemporanea allergia all’uovo e al pollo sia dovuta a una crossreattività, come avviene per le AA IgE-mediate, o sia dovuta a un aumento del rischio nei pazienti affetti da SEA da alimenti solidi, come suggerisce Sicherer 7. Infine, il nostro caso rappresenta anche il primo caso descritto del fallimento terapeutico della terapia intramuscolare con ondansetron, utile nel controllo del vomito occorso durante un TPO eseguito nel sospetto di SEA. Bibliografia Miceli Sopo S, Greco M, Monaco S, et al. Food proteininduced enterocolitis syndrome, from practice to theory. Expert Rev Clin Immunol 2013;9:707-15. 1 Serafini S, Bergmann MM, NowakWęgrzyn A, et al. A case of food proteininduced enterocolitis syndrome to mushrooms challenging currently used diagnostic criteria. J Allergy Clin Immunol Pract 2015;3:135-7. 2 Onesimo R, Dello Iacono I, Giorgio V, et al. Can food protein induced enterocolitis syndrome shift to immediate gastrointestinal hypersensitivity? A report of two cases. Eur Ann Allergy Clin Immunol 2011;43:61-3. 3 Banzato C, Piacentini GL, Comberiati P, et al. Unusual shift from IgEmediated milk allergy to food protein-induced enterocolitis syndrome. Eur Ann Allergy Clin Immunol 2013;45:209-11. 4 Zacharisen MC. Severe allergy to chicken meat. WMJ 2006;105:50-2. 5 Cunningham K, Scanlan B, Coghlan D, et al. Infants with FPIES to solid food proteins – chicken, rice and oats. Ir Med J 2014;107:151. 6 Sicherer SH. Food protein-induced enterocolitis syndrome: case presentations and management lessons. J Allergy Clin Immunol 2005;115:149-56. 7 • La sindrome della enterocolite allergica (SEA) deve essere sospettata anche quando gli attuali criteri diagnostici non sono completamente rispettati. • Anche nei casi dubbi, il test di provocazione orale (TPO) deve essere ef- fettuato secondo la metodologia prevista per la SEA per evitare equivoci. • Il ruolo patogenetico delle IgE nella SEA non è escludibile. • I criteri diagnostici anamnestici della SEA devono essere perfezionati.