oltre la sublime porta
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Francesca Valentini Dottorato in Narratività e Letterature comparate Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli Studi di Trento XVI ciclo, a.a. 2000-2003 OLTRE LA SUBLIME PORTA: RAPPRESENTAZIONI DELL’IMPERO OTTOMANO NEI RESOCONTI DI TRE VIAGGIATRICI EUROPEE (1836-1863) ABSTRACT 1 INDICE 0. INTRODUZIONE 0.1. Narrare il viaggio 0.1.1. La scrittura del viaggio 0.1.1.1. Problemi di genere: modi, forme, canali 0.1.1.2. Strategie narrative: la retorica del viaggio, lingua e stili 0.1.1.3. Statuti della voce 0.1.1.4. Spazio dell’altrove, tempo del viaggio 0.1.2. Le problematiche di gender nelle scritture di viaggio 0.2. I contesti del viaggio 0.2.1. Prospettive teoriche e metodologiche 0.2.2. La prospettiva comparatistica 1. OLTRE LA SUBLIME PORTA: IL CONTESTO STORICO-CULTURALE 1.1. La Sublime Porta nel XIX secolo: il contesto storico 1.2. La rappresentazione (e l’appropriazione) della Turchia ottomana nell’Europa ottocentesca 1.3. I testi del viaggio nell’Impero Ottomano 1.3.1. I resoconti europei di viaggio nell'Impero Ottomano del XIX secolo 1.3.2. Viaggiatrici nell’Impero Ottomano del XIX secolo 1.3.3. Julia Pardoe, Cristina Trivulzio di Belgioioso e Valérie de Gasparin 2. JULIA PARDOE E LA CITTA’ DEI SULTANI 2.1. Julia Pardoe 2.1.1. Discorsi orientali: strategie narrative e retorico-linguistiche 2.1.2. Spazi eterotopici: la donna, il pazzo, il criminale 2.1.3. L’oggetto quale palinsesto di significati 3. CRISTINA DI BELGIOIOSO IN ASIA MINORE 3.1. Cristina Trivulzio di Belgioioso 3.1.1. Costruzione narrativa e formule linguistico-retoriche di produzione del (s)oggetto 3.1.2. Eterotopie ottomane 3.1.3. Oggetti materiali come oggetti testuali 4. VALERIE DE GASPARIN A COSTANTINOPOLI 4.1. Valérie Boissier de Gasparin 4.1.1. Tropi e formazioni discorsivo-formulaiche 2 4.1.2. I luoghi altri: tra crisi e discorso pseudo-coloniale 4.1.3. Una vetrina di turqueries 5. COSTANTINOPOLI COME ETEROTOPIA 5.1. Tradizione e sguardo di gender 5.2. Gender e cultura materiale 5.3 Costantinopoli come (dis)illusione: tre scrittrici a confronto BIBLIOGRAFIA A. B. C. D. E. F. G. H. I. J. Cristina Trivulzio di Belgioioso Valérie de Gasparin Julia Pardoe Altri resoconti di viaggio nell’Impero Ottomano Altri resoconti di viaggio La letteratura di viaggio Orientalismo, storia e cultura mediorientali Critica femminista e postcoloniale Altri testi consultati Principali siti Internet consultati APPENDICE 3 Questa tesi di dottorato si propone di analizzare la rappresentazione dell’Impero Ottomano nei resoconti di viaggio di tre scrittrici del XIX secolo: The City of the Sultan and Domestic Manners of the Turks in 1836 (1837) di Julia Pardoe, Souvenirs dans l’exil (1850), seguito da Asie mineure et Syrie: souvenirs de voyages (1858) di Cristina Trivulzio di Belgioioso, e A Constantinople (1867) di Valérie Boissier de Gasparin. Le autrici sono state scelte sulla base di quattro criteri: il loro status di scrittrici e intellettuali engagées; il periodo in cui compirono il viaggio; il Paese di provenienza; e la mèta prescelta. Julia Pardoe (1806-1862) divenne nota al pubblico inglese grazie ad alcuni volumi di poesie, seguìti da diari di viaggio e saggi storici; giunse a Costantinopoli nel dicembre 1836, per ripartirne l’anno successivo. Cristina Trivulzio di Belgioioso (1808-1871) fu autrice di molteplici saggi politici e proto-femministi, e soggiornò nell’Impero ottomano dal 1850 al 1852. Valérie Boissier de Gasparin (1813-1894) pubblicò varie lavori a sfondo religioso-morale, opere poetiche e molti resoconti di viaggio; visitò la capitale ottomana nel 1863. Il periodo dal 1836 al 1863 coincide con l’avvio e il consolidamento delle riforme occidentalizzatrici (note con il nome di Tanzimat) che si diffusero nell’Impero Ottomano modificandone la politica, l’economia, la letteratura, la cultura materiale. L’analisi si sofferma sulla ricezione e la risonanza di questi mutamenti all’interno dei resoconti in esame. A partire dagli anni ’30 del XIX secolo, inoltre, il viaggio a Costantinopoli muta le proprie caratteristiche: da viaggio diplomatico, militare, mercantile o "antiquario" qual era stato in precedenza, esso si apre al turismo “di massa”, grazie all’introduzione di 4 servizi di linea di navi a vapore sul Danubio e nel Mediterraneo. Tale trasformazione ha, come emerge nei capitoli finali, una sua incidenza sulle dinamiche testuali del resoconto di viaggio. I paesi di origine o di adozione di Pardoe, Belgioioso e Gasparin erano l’Inghilterra e la Francia. Cristina di Belgioioso, nata nella Milano absburgica, dovette presto riparare in Francia in qualità di esule; la società francese fornì alla principessa il fermento intellettuale e politico che ne segnò il ruolo di combattente per l’indipendenza italiana e per i diritti della donna. Valérie de Gasparin, pur essendo svizzera di nascita, trascorse buona parte della sua vita in territorio francese, ove si distinse in campo intellettuale e sociale. Francia e Gran Bretagna furono due tra le Potenze maggiormente coinvolte nella Questione orientale; accanto all’Austria e alla Russia esse tentarono di mantenere in vita “l’homme malade d’Europe” (cioè l’Impero ottomano), senza mai perdere di vista il proprio tornaconto militare e politico-territoriale, presente e futuro. In Francia e Gran Bretagna, dunque, il dibattito ideologico sull’Impero ottomano era senza dubbio molto ricco, e l’analisi dei resoconti di viaggio in esame ne restituisce un’immagine (più o meno) fedele. Accanto all’unità di tempo (1836-1863), la tesi tenta di attenersi il più possibile anche all’omogeneità degli spazi percorsi dalle tre viaggiatrici. Nel periodo in oggetto, la maggior parte dei resoconti di viaggio narrano un itinerario di cui l’odierna Turchia rappresenta solamente una tappa; essi inserivano la capitale ottomana all'interno di un tour più standardizzato e canonico che comprendeva anche l'Egitto, la Siria, la Palestina e la Grecia (anch’essi, peraltro, territori ottomani, ma con delle connotazioni talmente 5 individuali da farne dei soggetti a sé). Si è qui preferito limitare l’analisi alle rappresentazioni dell’Impero ottomano inteso come “turco”. Le tre viaggiatrici in esame fanno di Costantinopoli e/o dell’Anatolia il centro del proprio tour e del proprio diario di viaggio. L’Introduzione della tesi affronta la problematica della letteratura di viaggio, tentando di individuarne gli aspetti peculiari da un punto di vista retorico e linguistico, l’eventuale appartenenza a uno o più generi letterari, e analizzandone alcuni elementi narratologici fondamentali (la/e voce/i autoriali, lo spazio, il tempo). Infine, viene presentato l’apparato teorico-critico di riferimento per l’analisi testuale dei capitoli successivi, evidenziando le implicazioni e la rilevanza di women's studies, postcolonial studies, studi orientalisti, cultural studies, New Historicism e comparatismo ai fini dello studio della “letteratura di viaggio”. Il Capitolo I intende fornire un background storico, politico e ideologico ai resoconti di viaggio in esame. A un breve cenno alla situazione storica dell’Impero ottomano nel XIX secolo fa seguito l’excursus delle immagini e delle rappresentazioni del “turco” in Europa dall’antichità al 1800. Entrambi gli elementi forniscono la cornice necessaria per comprendere il contesto ideologico e politico in cui i resoconti di viaggio vennero prodotti, contesto a sua volta influenzato (in una sorta di circolo vizioso) dalle pubblicazioni di viaggiatori e teorici dell’orientalismo. Le tre autrici, infine, vengono presentate all’interno di una tradizione di resoconti di viaggio estremamente rappresentativa (si pensi a Chateaubriand, Lamartine, Montagu, Kinglake...), di cui sono messe in evidenza le 6 caratteristiche ideologiche e letterarie salienti, al fine di vagliare la loro (eventuale) influenza sulle opere in esame. Particolare rilievo viene dato alle viaggiatrici-scrittrici (e/o scrittrici-viaggiatrici) che percorsero l’Impero ottomano nel XIX secolo, ai nuovi standard di mobilità femminile e alle mète differenti rispetto all’epoca del Gran Tour. I successivi tre capitoli si articolano sulla base di tre indicatori (vere e proprie cartine di tornasole) scelti con lo scopo di far emergere dai resoconti di Pardoe, Belgioioso e Gasparin l’insieme delle problematiche testuali, ideologico-politiche e culturali cui si è fatto cenno nella sezione teorica della tesi. L’analisi si svolge pertanto lungo un triplice binario: la lingua (e lo stile), le pratiche di potere (politico, ideologico, di gender...) e la cultura materiale (gli oggetti del quotidiano come mezzi - fisici e testuali - di trasmissione e interscambio culturale da un contesto di appartenenza all’altro. L’analisi dei par. 2.1.1., 3.1.1. e 4.1.1. cerca di far emergere dai tre resoconti di viaggio presi in esame alcuni aspetti tradizionali e/o innovativi da un punto di vista retorico-stilistico. I recenti studi sulla “letteratura di viaggio” hanno messo in luce come una possibile chiave di comprensione degli aspetti narratologici e generici dei resoconti di viaggio possa essere fornita dalla riconoscibilità di formule stilistiche e retoriche ricorrenti (quali l’excusatio e la dissimulatio) o la scelta di vere e proprie tipologie di resoconto (diario, lettera, appunti sparsi...) da parte dell’autore. Tali strategie sono influenzate dal gender dell’autore/autrice, dando vita a dei veri e propri “repertori” e tradizioni che talora vengono disattesi o infranti. L’indagine, dunque, si concentra inizialmente sulla tipologia di resoconto scelta dall’autrice e sulle probabili 7 motivazioni di questa scelta, per poi soffermarsi, ad esempio, sulla presenza (o assenza, o variazione) delle formule stilistiche e retoriche prevalenti nei resoconti femminili del XIX secolo e sul significato nascosto o apparente di tali convenzioni; sulle citazioni (dirette o indirette), in cui Said ravvisa il cuore dell’attaggiamento imperiale e orientalista; sul gusto del bozzettistico e del pittoresco, sull’uso di clichées e stereotipi che possano rivelare l’appropriazione di idées données apprese in patria; sulla presenza o assenza di ironia quale forma sovversiva di discorso femminile. Oggetto dell’analisi spaziale (par. 2.1.2., 3.1.2. e 4.1.2.) sono i luoghi eterotopici che per Foucault sono “quegli spazi singolari che si trovano in certi spazi sociali le cui funzioni sono diverse da quelle di altri, decisamente opposte [...]; una sorta di contro-luoghi, specie di utopie effettivamente realizzate nelle quali i luoghi reali [...] vengono al contempo rappresentati, contestati e sovvertiti”. In particolare, l’analisi si sofferma sulle descrizioni di giardini, cimiteri, harem, hammam, e manicomi (eterotopie di crisi e/o di deviazione), di cui sono ricche le pagine delle tre viaggiatrici europee. L’analisi delle descrizioni spaziali lascia emergere non soltanto l’atteggiamento più o meno egemonico del soggetto narrante nei confronti della realtà che lo circonda, ma anche i rapporti di potere all’interno della cultura osservata, percepita dalla viaggiatrice come “altra” o riconosciuta come affine, inferiore o superiore alla propria. Nei paragrafi 2.1.3., 3.1.3. e 4.1.3., i resoconti divengono fonte primaria per la descrizione di “oggetti” materiali che indicano l’interscambio tra Oriente e Occidente a livello economico e culturale. La viaggiatrice può dimostrarsi 8 conscia delle dinamiche economico-politiche che sottostanno a tali scambi culturali, oppure limitarsi a riportare le proprie osservazioni sulle curiosità locali. E’ importante, a questo proposito, conoscere il (probabile) grado di familiarità delle tre viaggiatrici con le turqueries che, a partire dal XVIII secolo, avevano invaso l’Europa occidentale dando vita a mode diffuse e durature; l’analisi si avvale di alcune ricerche che dimostrano la presenza (o l’assenza) di influssi turco-ottomani nell’architettura, nella scultura, nelle merci d’uso e negli stili degli abiti indossati a Parigi, Londra e Milano. Viene indagato il significato che l’inclusione dell’oggetto materiale nella narrazione riveste per ciascuna autrice, il suo grado di consapevolezza relativo alla produzione e agli scambi economici dell’Impero ottomano, alla luce del periodo storico e dei rapporti con le grandi Potenze europee. Il Capitolo 5. fornisce delle note conclusive che si propongono come parziali risposte alle problematiche fin qui affiorate, pur nella limitatezza del campione “testuale” analizzato. Viene inoltre tentata una comparazione tra le scelte, le soluzioni narrative e gli atteggiamenti ideologici delle tre viaggiatrici, al fine di dimostrare l’incidenza di alcune variabili (la provenienza, lo status sociale, il background culturale e religioso, ...) sulla ricezione e sulla rappresentazione dell’alterità. 9