Pace e riconciliazione con Cristo
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Pace e riconciliazione con Cristo
Pace e riconciliazione con Cristo Cari fedeli! È con grande gioia che scrivo questa prima lettera pastorale e auguro a tutti la grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore Gesù Cristo. A questo saluto vorrei aggiungere il mio ringraziamento, come ha scritto l´Apostolo nella sua prima lettera ai Tessalonicesi: “Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti, l´operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo” (1 Ts 1,2). Pace e riconciliazione in Cristo La lettera agli Efesini, da cui ho tratto il mio motto vescovile “Cristo nostra pace”, afferma che Cristo in croce ha portato la riconciliazione, ha distrutto in se stesso ogni inimicizia, ha superato le divisioni tra gli uomini, per creare un uomo nuovo: un uomo in pace con Dio, con gli altri uomini, con se stesso e con l´intero creato (v. Ef 2,14-18). Nel mio servizio episcopale vorrei riferirmi a questa grande verità teologica e vorrei invitarvi, cari fedeli, a seguire Cristo nostra pace nelle parole e nelle azioni. Vita cristiana come pro-esistenza Nel Vangelo della 5° domenica di Quaresima, Gesù dice che è arrivata la sua ora, nella quale si rivela il motivo per cui Egli è venuto come figlio dell´uomo: offrirsi come un seme di grano, che deve morire per portare tanto frutto. Si tratta dell´amore del Signore che si dona. A questo riguardo si potrebbe utilizzare anche la parola “pro-esistenza”, essere “per”: essere per Dio, il Padre, che Gesù ha sempre adorato e glorificato, essere per noi uomini, per coloro i quali ha donato se stesso. In ogni celebrazione eucaristica, in cui viene celebrato questo amore del Signore che si dona, si rendono presenti le sue parole: il suo corpo offerto per noi, il suo sangue versato per noi e per tutti. È importante che noi cristiani, in quanto battezzati e rivestiti di Cristo, cresciamo sempre più in questa identità e la facciamo nostra, vivendo come chiesa vivificata dall´eucarestia. La domenica cristiana Ogni domenica, giorno del Signore, la comunità cristiana si riunisce per la celebrazione dell´eucarestia. Il tema pastorale della nostra Diocesi per gli anni 2008 – 2010 è la domenica. L´obiettivo è quello di riportare la domenica ad essere il distintivo dell´identità cristiana, così come hanno fatto i primi cristiani. Prendiamo come esempio i martiri cristiani di Abitene, che hanno dichiarato nell´interrogatorio durante la persecuzione: “Sine Dominico non possumus” – “Non possiamo vivere senza la domenica, giorno del Signore”. Abbiamo bisogno di questo giorno per crescere passo dopo passo nel mistero dell´amore di Cristo che si dona. E questo lo facciamo soprattutto durante la celebrazione eucaristica, in cui l´amore che si dona nel sacrificio sulla croce diventa presente ed entra in noi attraverso la comunione con i doni eucaristici del corpo e del sangue di Cristo. Tutta la domenica appartiene al Signore. Papa Giovanni Paolo II ha ripetuto nel 1998 nella sua lettera apostolica “Dies Domini” (= “Il giorno del Signore”), l´appello espresso già all´inizio del suo pontificato: “Non abbiate paura di donare il vostro tempo a Cristo!” … La riscoperta di questo giorno è una grazia che dobbiamo implorare, per vivere pienamente le nostre esigenze di fede, anche per dare una risposta concreta ai nostri desideri più profondi e più veri, che sono in ogni uomo. Donare il tempo a Cristo non è mai tempo perduto, ma è un tempo che serve per rendere più umani i nostri rapporti e la nostra vita”. Qualità di vita cristiana Molta gente, senza esserne sempre consapevole, è vittima del consumismo moderno e quindi organizza la domenica basandosi sulle innumerevoli proposte dell´industria del tempo libero. In molti casi il desiderio più profondo di felicità rimane incompiuto. Bisognerebbe testimoniare a queste persone l´esperienza della domenica cristiana come forma di vera qualità di vita. L´uomo ha il desiderio di buoni rapporti di amore. Con la domenica sperimentiamo in primo luogo l´amore di Dio che si dona e partecipiamo alla pro-esistenza di Cristo, alla sua donazione al Padre e a noi uomini. Celebriamo la morte e la risurrezione di Cristo, fino al suo ritorno, fino a quando tutti i desideri umani si compiranno nella partecipazione alla gloria della risurrezione. Vogliamo quindi celebrare la domenica come giorno dei buoni rapporti: il rapporto con Dio, che è amore, il buon rapporto con il prossimo, specialmente con la propria famiglia, ma anche con i poveri e gli ammalati, il buon rapporto con noi stessi, in quanto troviamo il tempo per riposarci; il buon rapporto con l´intero creato, che possiamo esprimere lodando il Creatore nella nostra preghiera personale, nello stupore grato per la natura meravigliosa che ci è stata donata e nella preghiera comune in famiglia, ad esempio la preghiera ai pasti. Il Vangelo della 5° domenica di Quaresima inizia con la richiesta di vedere Gesù, rivolta all`apostolo Filippo da alcuni pagani. Dopo che Filippo e Andrea ebbero comunicato la richiesta a Gesù, Egli parlò della sua ora e del suo amore che si dona. Anche oggi gli uomini mostrano interesse per Gesù a seconda di come noi viviamo la fede. Nei primi secoli cristiani si diceva con ammirazione dei cristiani: “Guardate, come si amano”. Aiutiamoci a ritrovare uno stile di vita che porti a risvegliare spontaneamente in molti la domanda sulla nostra fede, su quello che noi siamo, sulla nostra identità. Che la quaresima, come strada verso il mistero dell´amore di Cristo che si dona, possa essere un aiuto a crescere sempre più nel rapporto con Cristo. In questo senso prega per voi e chiede la vostra preghiera Il vostro vescovo Karl Golser Bolzano, 29 marzo 2009, 5° Domenica di Quaresima