s. siro di nervi - San Siro di Nervi

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s. siro di nervi - San Siro di Nervi
S. SIRO DI NERVI
INFORMAZIONI PARROCCHIALI 2013/2014
www.sansironervi.org
N. 6
SS. NOME DI GESÙ – Anno C
10 Gennaio 2016
La Parola di Dio
BATTESIMO DEL SIGNORE
Prima lettura
Dal libro del profeta Isaia
(Is 40, 1÷5.9÷11)
«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua
colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi
peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella
steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle
siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in
vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con
forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli
fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e
conduce dolcemente le pecore madri».
Seconda lettura
Dalla lettera di S. Paolo apostolo a Tito
(Tt 2, 11÷14.3, 4÷7)
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci
insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con
sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della
manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un
popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi
in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la
sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca
(Lc 3, 15÷16.21÷22)
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si
domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo,
Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più
forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in
Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il
battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in
forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio
mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
La Riflessione
(dal sito Internet: LaChiesa.it)
Lo Spirito Santo giunge ad attestare in modo solenne la divinità di Gesù nel momento
in cui ha compiuto, come un uomo qualsiasi, il gesto penitenziale, essendosi
sottoposto al battesimo di Giovanni. Durante la sua vita terrena, Gesù non si
mostrerà mai tanto grande come nell’umiltà dei gesti e delle parole. Importante
lezione questa, per noi che vediamo le cose in modo tanto diverso. Seguire Cristo
significa intraprendere questo cammino di umiltà, cioè di verità. Cristo, vero Dio e
vero uomo, ci insegna la verità del nostro essere. Feriti dal peccato, purificati dal
battesimo, noi oscilliamo fra i due estremi, entrambi attraenti, del male e della santità.
E questo si vive nella quotidianità più umile. Ad ogni passo possiamo scegliere Dio
e il suo amore, o, viceversa, rifiutarlo.
Seguire le orme di Gesù, significa assicurarsi un cammino che, nonostante sia stretto
e sassoso, conduce alla vita eterna, alla vera beatitudine.
(dal sito Internet: LaChiesa.it)
Omelia di Don Walter Magni
Celebriamo oggi la manifestazione di Gesù nelle acque del Giordano, mentre anche il
cielo si apre e si manifesta definitivamente su di Lui. Mi lascio guidare per il
commento da questa intuizione: "Forse non è un giorno solo quello in cui Dio dice:
"Tu sei mio Figlio...". Come per un padre, come per una madre - così mi sembra di
capire -, ci sono giorni in cui ti vengono alle labbra come una necessità, quelle parole:
Tu sei mio figlio. È un'esclamazione del cuore. Io vorrei oggi sottolineare tre giorni in
cui Dio dice: Tu sei mio Figlio".
Che Gesù fosse Suo Figlio stava scritto molti e molti anni prima del Suo Battesimo al
fiume Giordano. Stava già scritto nella carne di quel bambino che abbiamo guardato
con tenerezza a Natale. Anzi, stava già scritto sin dal momento del Suo concepimento
nel grembo di Maria. Quando l'angelo le dice: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su
te stenderà la sua ombra". Anche in quel caso lo Spirito Santo discende dall'alto e
avvolge Maria come "potenza dell'Altissimo". E così termina l'angelo
dell'Annunciazione: "Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio".
Dunque: Gesù è concepito e nasce e Dio già Lo chiama Figlio: "tu sei il Figlio mio,
l'amato".
E come quando si mette un bambino appena nato nelle braccia di sua madre o di suo
padre e questi dicono, come un'esclamazione del cuore: "tu sei proprio mio figlio",
così anche Dio: appena un bambino vede la luce, uomo o donna che sia, per Dio è già
un figlio. È già scritto nella sua carne che è suo figlio. Figlio di Dio amato da Lui. E
col Battesimo di un bambino noi non facciamo altro che ridire sacramentalmente
qualcosa che è già iscritto nella carne. Prima ancora che tu possa dire "amen", prima
ancora che tu possa fare un passo nel bene o nel male. Tu, sei già figlio amato.
Ma vorrei venire al secondo giorno, un secondo giorno in cui a Dio, sull’uomo
venuto da Nazareth, vien fatto di esclamare: “Tu sei mio figlio”. Succede, infatti,
come a un padre o a una madre, quando il figlio è ormai cresciuto e ti sembra che
sia arrivato là dove era suo destino arrivare.
O meglio: là dove era la sua vocazione, in ragione di quella chiamata che era già
scritta nella carne. Dunque, come capita di dire anche a noi: “è a posto”, cioè ha
raggiunto la sua postazione, la sua realizzazione. E qui sta lo sconcerto: che la voce
dal cielo dica Tu sei mio Figlio, sei al posto giusto, proprio su un Figlio d’uomo
che si è immerso nelle acque nella fila dei peccatori, nel battesimo di tutti: “quando
tutto il popolo fu battezzato, essendo stato battezzato anche lui”, in questo atto di
solidarietà, di condivisione con la vicenda del suo popolo. Non nella distinzione, ma
nell’immersione, non nella potenza o nella superiorità, ma nella mitezza e
nell’umiltà. Davvero è una grazia se i cieli si aprono su Gesù, il Figlio dell’uomo,
che così ha trovato posto tra di noi. Cioè: Dio Lo conferma Suo figlio in ragione di
questo Suo posto, di questa Sua singolare realizzazione. Proprio di questo Dio, in
tutta la Sua manifestazione , si compiace: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho
posto il mio compiacimento”. Ci sarebbe da pensare quando noi diciamo, anche con
un certo orgoglio, a chi abbiamo generato: tu sei mio figlio? Quando ha fatto
carriera o quando lo vediamo immerso nella solidarietà, nella condivisione?
E siamo a un terzo giorno, pur trascurando altri giorni in cui Dio ancora ripete su
Gesù: “tu sei mio figlio”. Come il giorno della Trasfigurazione, per esempio. Un
terzo giorno, invece, è sicuramente quello della Sua Risurrezione. Il riferimento è in
un passo degli Atti, dove si ricorda che in un giorno di sabato Paolo entra nella
sinagoga di Antiochia di Pisidia. Paolo prende allora la parola e ricorda la
discendenza dei padri e in quella discendenza Gesù, giungendo ad affermare che
Gesù non è altro che il compimento della promessa che era stata fatta ai padri. E
precisamente dice: “poiché Dio l’ha attuata (la promessa) per noi, loro figli,
risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti
ho generato” (At 13, 33). Bellissimo! È come se Dio, risuscitando Gesù, un figlio
d’uomo che è stato crocifisso, dicesse ancora una volta e per sempre: sei mio Figlio,
io oggi ti rigenero. Ti riporto alla vita nella sua pienezza, ti faccio entrare nella
pienezza della mia vita, della vita di Dio. “Ebbene oggi – sono sincero – mi
commuovo al pensiero che, il giorno in cui morirò e arriverò a lui, Dio, egli mi
guarderà: sarò un pover’uomo, pieno di dubbi e di fragilità, ma lui mi guarderà e mi
dirà: mio figlio sei tu, oggi ti ho generato”.
Intenzioni delle S. Messe
Potete unirvi a noi nella preghiera
Domenica
10/01
Ore
Lunedì
11/01
Ore
Martedì
12/01
Ore
Mercoledì
13/01
Ore
Giovedì
14/01
Ore
Venerdì
15/01
Ore
Sabato
16/01
Ore
10.30
18.00
21.00
08.30
17.30
08.30
17.30
08.30
17.30
08.30
17.30
08.30
17.30
08.30
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