ALL.a ANIMAZIONE 39 progetto v
Transcript
ALL.a ANIMAZIONE 39 progetto v
INCONTRI DI ANIMAZIONE E SOCIALIZZAZIONE PER ANZIANI RESIDENTI NELLA COMUNITÀ DELLA VAL DI NON Progetto di gestione Attività 2014 1 S.A.D. Società Cooperativa Trento, febbraio 2014 Sociale 2 Abstract L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in riferimento alle strategie da adottare in merito al fenomeno dell’invecchiamento progressivo della popolazione, sottolinea come l’obiettivo primario delle politiche sociali debba essere “il mantenimento, con l’avanzare dell’età delle persone, del più alto livello possibile delle funzioni fisiche, mentali e sociali”. Coerentemente a ciò il progetto si occupa di organizzare incontri e programmare attività di animazione per la popolazione over 80 nel territorio della Comunità di Valle della Val di Non, con lo scopo di contrastare il fenomeno dell'isolamento sociale. L'attività di animazione, puntando sulla centralità e la promozione delle risorse delle persone anziane, mira a consolidare ed arricchire le relazioni sociali, stimolare la curiosità e sviluppare le abilità individuali: conservare lo stato di benessere psico-fisico significa anche prevenire il ricovero in strutture assistenziali ed evitare i rischi dell’istituzionalizzazione. Partendo da una breve descrizione statistica della popolazione anziana trentina, si propone una riflessione sul tema dell’invecchiamento e delle relative conseguenze sociali, ponendo l’attenzione ai possibili disagi che colpiscono gli anziani. Successivamente si cerca di delineare gli obiettivi, i destinatari e gli operatori che si occuperanno dell'attività. Durante l'attività si è prevista l’organizzazione di focus group per una valutazione delle criticità e un’analisi sull’andamento del lavoro svolto chiedendo la partecipazione sia dei destinatari del progetto sia delle istituzioni coinvolte. Indice Contesto sociale di riferimento La crescita della popolazione anziana 3 Le fragilità dell'anziano Il progetto Obiettivo generale Destinatari La proposta Attività di animazione Una giornata tipo Attività di valutazione La sostenibilità economica Le risorse umane Il ruolo dell'educatore professionale La formazione Il partenariato La Comunità di Valle L'Arcidiocesi La Federazione Trentina della Cooperazione Il Centro Servizi per il Volontariato La Cooperativa Sad Contesto Sociale di Riferimento La crescita della popolazione anziana 4 Al 1° gennaio 2011 in Trentino le persone che avevano più di 65 anni erano 102.184, costituendo il 19,3% della popolazione totale. Il grafico seguente, che suddivide la popolazione anziana (over 65) per genere e fasce d’età, ci mostra come gli anziani con più di 85 anni siano ben 15.914, con una netta maggioranza di donne (11.566 contro 4.348 maschi, quindi più del doppio): L’indice di vecchiaia ci permette di rilevare la forte incidenza che tale crescita ha sull’insieme della popolazione; nella nostra Provincia, il valore di tale dato è triplicato dal 1961 ad oggi, passando dal 42% al 126%, ed è destinato a crescere ancora. La crescita della popolazione anziana sembra essere una tendenza che continuerà a caratterizzare il nostro futuro. Il grafico seguente ci mostra una proiezione di questo trend fino al 2030: si può notare come la popolazione anziana tenda ad aumentare in ogni fascia d'età. 5 Uno dei dati più interessanti di questa proiezione è l'ipotesi che nel 2030 la fascia over 85 arriverà quasi a raddoppiare il proprio tasso di crescita, che si attesterà al 0.82. In numeri assoluti si passerà, cioè, dalle attuali 15.914 a 28.967 persone, mentre la popolazione under 30 crescerà con un tasso di appena lo 0.04. 6 Le fragilità dell'anziano Dai risultati di un'altra ricerca condotta nel 2011 dall’U.P.I.P.A. (Unione Provinciale Istituzioni Per l’Assistenza) emergono inoltre una serie di problematiche che toccano quotidianamente la vita di ogni anziano, tra le quali si evidenziano in particolar modo l’emarginazione e la solitudine. Sono fenomeni questi che colpiscono prevalentemente le donne: dei 903 anziani intervistati residenti nella Provincia di Trento, vivono soli il 40% delle donne e il 18% degli uomini. Il problema riguarda diversi fattori: dal ristretto numero di 7 contatti giornalieri di cui ogni anziano gode (mai più di tre o quattro), al fatto che un terzo degli anziani ha un solo familiare di riferimento per le varie necessità. In questo contesto, le persone sole sono spesso prive di ogni supporto e aiuto nell’affrontare le situazioni di emergenza e i momenti critici. Ciò che la persona anziana teme maggiormente è l'abbandono e il rifiuto da parte del suo nucleo familiare: la paura di diventare un peso, unita ad una dimensione prettamente domestica della vita con conseguente scarsa partecipazione alla realtà sociale, porta spesso all'isolamento affettivo-relazionale. L’anziano vede l’invecchiamento come una fase conclusiva della vita, e la derivante perdita d’interesse per tutto ciò che lo circonda lo conduce ad abbandonare il desiderio di nutrire una prospettiva futura, spingendolo alla depressione. Tali persone rappresentano la principale categoria sulla quale è indispensabile agire secondo un’ottica che miri a rallentarne il collocamento nelle case di riposo e, in seconda analisi, a mantenerne le capacità residue: un benessere psico-fisico e un buon grado di autonomia diminuiscono il bisogno di usufruire di servizi socio-assistenziali, determinando un notevole vantaggio economico. La soluzione è rappresentata dalla possibilità offerta all'anziano di ritrovare la voglia di vivere attraverso reali momenti di socializzazione all’interno di un contesto di appartenenza e mediante la valorizzazione del proprio patrimonio personale, inteso non solo come memoria e bagaglio di esperienze vissute, ma anche come continua capacità di acquisizione e di scoperta di nuovi interessi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in riferimento alle strategie da adottare in merito al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, sottolinea come l’obiettivo primario delle politiche sociali debba essere “il mantenimento, con l’avanzare dell’età delle persone, del più alto livello possibile delle funzioni fisiche, mentali e sociali”. Il Progetto Obiettivo generale Il raggiungimento di una vecchiaia autosufficiente richiede efficaci strategie di prevenzione del decadimento psico-fisico, anche attraverso attività ludiche e di promozione di un ruolo attivo dell’anziano all’interno della collettività. 8 L’attività che si propone è orientata a stimolare la socializzazione degli anziani over 80 attraverso la riscoperta di interessi e passioni. È un’opportunità che consente agli anziani di rimanere o di reinserirsi nella comunità di appartenenza, di recuperare alcuni ruoli sociali, di attribuire un senso alla propria esperienza. Nello specifico, si intende costruire o allargare la rete di relazioni sociali dell’anziano, in modo da sconfiggere la tendenza all’isolamento, tipica dell’invecchiamento e delle persone che vivono sole. Se, infatti, una politica centrata sul ricovero “decontestualizza” le persone e rinforza i processi di dipendenza, una politica più attenta alla partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini contribuisce a mantenere più a lungo l’autonomia degli anziani. L’attività di animazione ha, nell’insieme, lo scopo di migliorare le condizioni di vita dell’anziano, soprattutto se vive da solo: infatti, per garantire una migliore qualità di vita, non è sufficiente una particolare attenzione ad apposite strutture, ma è auspicabile un’azione preventiva che agisca sulla rete dei legami sociali. In secondo luogo si ritiene opportuno favorire un’apertura sul territorio, con l’auspicio di creare una rete di alleanze e di contatti privilegiati per una collaborazione seria e proficua a livello sociale. Si intendono impiegare nuove risorse nelle specifiche situazioni locali mediante l’attivazione di servizi collettivi in forma di partenariato, coinvolgendo istituzioni quali l'Arcidiocesi, la Federazione Trentina della Cooperazione e il Centro Servizi Volontariato. In sintesi, si desidera implementare un servizio volto alla prevenzione dell’isolamento sociale, stimolando il soggetto anziano ad avere un ruolo attivo all'interno della collettività: la risposta ai bisogni di questa fascia di persone può nascere più facilmente attraverso una collaborazione fra gli enti territoriali proposti. Destinatari Attraverso il progetto si vuole coinvolgere quella parte della popolazione anziana che supera gli ottant’anni ed in particolar modo le persone che vivono da sole. 9 È utile ricordare come sul territorio trentino siano già presenti alcune tipologie di servizio intese come attività di animazione, socializzazione e di valorizzazione delle capacità degli utenti: i circoli anziani ed i centri diurni. Tali servizi rispondono ad esigenze diverse poiché gli anziani che ne usufruiscono si differenziano notevolmente sia per il loro grado di autonomia e di indipendenza, sia per lo stato di salute. I centri diurni sono strutture semiresidenziali a carattere diurno, nelle quali si erogano servizi socio-assistenziali a tutte le categorie di anziani, quelli autosufficienti come quelli parzialmente autosufficienti fino a coloro che hanno gravi disabilità. I circoli anziani, invece sono frequentati in modo meno vincolato da tutte quelle persone autonome ed autosufficienti con il mero scopo di trascorrere insieme ad altri alcuni momenti della giornata. Una parte di popolazione anziana è esclusa da tali attività o perché non in possesso dei requisiti necessari o perché poco attratta dalle attività proposte. Si vuole così ideare un servizio che dia la possibilità a tutti gli over ottanta di essere coinvolti in nuove attività erogate a livello locale, le quali valorizzino le singole identità e soprattutto evitino il costante pericolo dell’emarginazione e della solitudine: sentirsi utili, essere ascoltati, non sentirsi un peso per la società rappresentano soltanto alcuni dei molteplici bisogni indispensabili per una vecchiaia più serena e dignitosa. La proposta Per garantire un servizio di qualità e per ovviare a problemi logistici e organizzativi, si formeranno gruppi a numero limitato: la stabilità del gruppo permette di conoscersi, di creare un rapporto di fiducia, di rafforzare i legami sociali e di rispondere alle specifiche esigenze. È previsto un incontro per settimana, indicativamente dalle 14.00 alle 17.00 per ogni zona individuata , tenuti presso le sale messe a disposizione dalle parrocchie dei paesi che saranno al centro della sperimentazione. La scelta di una programmazione scandita settimanalmente fa in modo che gli incontri diventino un punto di riferimento nella vita degli anziani, un momento 10 esclusivo che verrà percepito come un impegno di routine al quale non poter mancare. Con l'obiettivo di facilitare il potenziamento ed il consolidamento del progetto in futuro ci si è appoggiati ad alcune organizzazioni di volontariato. Attività di animazione Gli incontri prevedono varie attività di intrattenimento, puntando sulla qualità del rapporto con l'utente con l’obiettivo di contrastare la solitudine, favorire la socializzazione e la valorizzazione delle storie e dei ricordi personali. Gli operatori, durante gli incontri hanno un ruolo propositivo, ricercando una sintonia tra proposta e presenza attiva dell'anziano; si tratta di costruire un quadro di attività che valorizzino le principali "inclinazioni" degli utenti e propongano al tempo stesso nuovi stimoli. Ogni singola attività di animazione farà riferimento a tre specifiche aree di intervento: • Area creativa. Favorisce l’esprimersi e la messa in campo delle potenzialità personali; • Area ricreativa. Consente di sentirsi attivi sia dal punto di vista psichico che fisico e di coltivare interessi personali; • Area socio-culturale. Permette di sviluppare, mantenere o riallacciare contatti interpersonali, approfondire conoscenze trascurate in precedenza, suscitare interessi e stimolare nuove curiosità. Una giornata tipo 11 Nello specifico, una “giornata tipo” potrebbe vedere inizialmente lo scambio dei saluti accompagnato da una tazza di thè caldo, permettendo così ai partecipanti di inserirsi con tranquillità e familiarizzare con gli altri. Se per i partecipanti è occasione di divertimento e aggregazione, per gli operatori è un momento fondamentale durante il quale si cerca di percepire gli stati d’animo, per poter poi calibrare le attività da proporre con adeguate modalità. A questo momento iniziale potrebbe seguire la proposta di attività di tipo ludico quali: parole crociate, giochi con le parole, il Memory Training, il Saltinmente. Oltre ad essere giochi piacevoli, sono soprattutto validi esercizi per il mantenimento e la stimolazione delle capacità mnemoniche, delle abilità comunicative e cognitive residue. Durante il pomeriggio numerose saranno le occasioni, per ogni anziano, di raccontare il proprio vissuto e le esperienze di vita, facendo scaturire idee che potranno diventare argomento di interesse, di coinvolgimento e di confronto. Sarà possibile che le tematiche più gettonate facciano riferimento agli usi ed alle tradizioni popolari, a vissuti personali importanti, a ricette e piatti tipici, all’uso di erbe officinali. Il decidere insieme “cosa fare” la settimana seguente può diventare occasione di impegno per la persona che decide di investire il proprio tempo dedicandolo alla ricerca di materiale, ricordi, oggetti e alla preparazione di ricette. Il pomeriggio potrebbe concludersi con un momento conviviale, per regalare gli ultimi attimi di compagnia e raccogliere i pareri e le opinioni di tutti; una sorta di provvisorio bilancio delle ore trascorse insieme, una riflessione valutativa sull’operato. La valutazione Il progetto prevede un impianto valutativo che tiene monitorato lo sviluppo delle varie fasi. Si sono ipotizzati in questo senso dei focus group a cadenza semestrale con cui riuscire ad avere dei feedback diretti dai partecipanti. Con gli amministratori locali, una volta stabilita inizialmente una mini cabina di regia, si prevedono degli incontri semestrali per confrontarsi sull'andamento del progetto e i risultati ottenuti dallo stesso. Il Responsabile del 12 progetto Dott. Suighi 13 Maurizio