La condizione giovanile nella società di oggi
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La condizione giovanile nella società di oggi
LA PAROLA AI GRUPPI 29 La condizione giovanile nella società di oggi giovani rappresentano il punto di riferimento importante di una società, poiché essi costituiscono la forza del domani, l’elemento attraverso il quale la società può perpetuare e migliorare se stessa, eppure assistiamo ad un malessere da parte dei giovani che non riescono a sentirsi realmente integrati nella società, poiché questa, spesso non dà risposte a soluzioni corrette ai loro problemi. Una società che si è evoluta così rapidamente come la nostra non è stata in grado di ammodernare tutte le strutture altrettanto rapidamente; soprattutto nel campo dei rapporti umani; nel rapporto tra individuo e individuo e tra individuo e società. Vi è nei giovani, il bisogno di riconoscersi persona. La società d’oggi vive dei cambiamenti profondi, non solo congiunturali e strutturali che investono i valori fondamentali della società: la famiglia e la scuola. Essa sta vivendo un periodo di cambiamenti profondi che porteranno grandi trasformazioni. Capire i cambiamenti in atto vuol dire, I accettare la realtà; In ogni momento della storia la società ha vissuto mutamenti e da ciò sono derivati contrasti ed incomprensioni tra generazioni; La rivoluzione industriale ha trasformato una società contadina in industriale e ancora oggi siamo in una fase di transizione di un’epoca; L’era dell’informatica: la quale sta ponendo in atto una trasformazione della nostra società attuale. La società si presenta contraddittoria e piena di tensioni e rischia di sfigurare il vero volto dell’uomo nella sua essenza; E’ in atto un cambiamento culturale in cui l’efficienza è elevata ad unico criterio di giudizio. La società non dà risposte sul senso della vita, ma chiede; Efficienza, Velocità e Profitto, il fine dell’agire non è più l’uomo, ma la ricchezza e il consumo. Lo stile di vita è consumistico, anche in relazione ai sentimenti e ai valori dell’uomo. In questo veloce progresso il giovane vive immerso in questa realtà, la soddisfazione immediata dei bisogni, la velocità dei mezzi di comunicazione, la realtà virtuale, l’immediatezza dei rapporti sociali, sono vissuti senza un progetto di vita a lungo o a medio termine ma solo nell’immediato; Assistiamo ad un soggettivismo esasperato che rischia di far perdere il concetto di giusto e ingiusto, intrappolandolo nella morale dei desideri. Assistiamo increduli a tante notizie che ci sono presentati dai giornali, figli che uccidono i genitori, ragazzi che violentano e uccidono altri ragazzi; rilevando l’assenza di un progetto di vita e di valori umani, essenziali per il buon vivere di una società. Una seria riflessione s’induce ad accettare le trasformazioni in atto, senza però perdere il fine e la giusta strada dei valori sociali e umani, nel rispetto della vita e dell’alterità . Martino Orazio Ferro Forza Italia 30 LA PAROLA AI GRUPPI Opportunità di sviluppo nel territorio dei centri etnei er favorire lo sviluppo locale nel territorio pedemontano e dei versanti etnei, dotato di interesse naturalistico, ambientale e culturale non indifferente, un ruolo importante potrà essere esercitato dagli enti locali, e dalla Provincia Regionale in particolare che, quale Ente sovracomunale, può svolgere sia un ruolo di coordinamento fra i comuni, sia un ruolo proprio, specialmente nell’utilizzo dei beni sportivi, ricreativi e di quant’altro, di sua proprietà. In quest’ultimo caso, ad esempio, ci sarebbe di rendere fruibili alcune strutture importanti, fra cui il Centro Impianti Sportivi e Ricreativi di Camporotondo Enteo, rendendolo perfettamente agibile e metterlo a disposizione, possibilmente, di cooperative di giovani per essere gestito, ottenendo così un duplice risultato: nuovi posti di lavoro e spazi per il tempo libero utilizzabili da parte degli abitanti dell’hinterland. Ci sarebbe anche da rendere fruibile la grande piscina del Polivalente di San Giovanni La Punta, con le potenzialità già descritte per il Centro di Camporotondo Etneo. La Provincia, inoltre, per quanto riguarda i contributi di sua competenza agli artigiani, deve esperire qualsiasi iniziativa nei confronti della Regione perché siano messe a disposizione i fondi necessari per le pratiche già presentate, e particolarmente per quelle già istruite; il fabbisogno per esitare le richieste già esaminate, alla data odierna, ammonterebbe a circa 80 miliardi delle vecchie lire. Ci si rende conto come tali finanziamenti, se messi a disposizione delle imprese artigiane, sicuramente potrebbero portare dei vantaggi in un settore così trainante per l’economia provinciale. Lo sviluppo economico nel settore dei prodotti locali rende possibili ricchezze a base territoriale che si fondino sulla valorizzazione del patrimonio locale e sui loro caratteri di “unicità”. Soltanto così il piccolo commercio potrà far fronte – nelle nostre zone di montagna, collinari e rurali - all’invadenza delle grandi strutture di distribuzione. Il piccolo commercio quindi potrà adeguatamente competere nel confronto coi supermercati (dove c’è più scelta e talvolta i prodotti costano meno) se si differenzia qualitativamente nell’offerta dei prodotti, divenendo agen- P te propulsivo e diffusore delle produzioni artigiane locali (fra cui prodotti dolciari, ricamo, pietra lavica, ferro battuto, lavori in legno, vivaistica, ceramica, carretti siciliani, etc.); simbiosi, quindi, con le creatività locali nei campi dell’artigianato e dell’industria, coi modelli socio-culturali locali nel terziario avanzato, con la qualità ecologica del ciclo dei prodotti. Simbiosi, altresì, con le auspicabili iniziative nel settore turistico per la creazione di reti diffuse di ospitalità che valorizzino il patrimonio edilizio storico urbano e rurale. A tale riguardo potrebbe essere incentivato l’accesso ai “bed and breakfast”, attingendo ai contributi a fondo perduto previsti dal POR che regolamenta i fondi strutturali destinati alle attività produttive, fra cui il turismo; l’ipotesi suddetta prevede la concessione di somme di 4/6 milioni delle vecchie lire per i richiedenti che trasformano le loro abitazioni in strutture ricettive. Per non dimenticare poi l’iniziativa “Paese Albergo” adottata dal Consiglio Provinciale nel gennaio 1998, e per la quale, purtroppo, l’amministrazione non ha più disposto gli appositi bandi annuali, dopo quello del settembre di quell’anno. Anche l’agricoltura potrebbe diventare una ricchezza non indifferente, se collegata a diversi settori di attività e integrata con l’ambiente, con l’assetto idrogeologico e territoriale, alla riqualificazione residenziale, al turismo culturale, alla riqualificazione del paesaggio. Non ultime iniziative connesse ad uno sviluppo locale sostenibile sono quelle legate al problema dell’istruzione scolastica nel territorio omogeneo, ai trasporti e alla viabilità. Realizzazione quindi di nuove realtà scolastiche e possibilmente di alcune nuove strade, nel rispetto dell’assetto ambientale, che decongestionino i centri abitati e consentano l’accesso dei turisti alle numerose località naturalistiche, ivi comprese le zone dei versanti del vulcano. Le Istituzioni, quindi, esercitino in pieno il ruolo loro affidato dai cittadini in sinergia con le imprese e gli altri soggetti interessati; lo sviluppo e le nuove opportunità di lavoro nel territorio diverranno conseguenti. Giuseppe Bellomo Democratici di sinistra 31 Individuo e organizzazione: quando la burocrazia educa se stessa arlare di Pubblica amministrazione induce a pensare a quella “perversa” macchina burocratica che è cresciuta e si è sviluppata in seno ad essa nel corso degli anni. Infatti, nonostante lo sviluppo dell’impresa moderna sia oggi ambientato nel contesto di un mercato esigente, veloce e competitivo fatto di persone, sembra che l’unico comparto realmente investito dai rivoluzionari cambiamenti in atto sia quello del Privato. In realtà, immaginare la Pubblica amministrazione svincolata dalle maglie paralizzanti della cultura burocratico/legislativa, della quale questo “elefantiaco” meccanismo organizzativo si sostanzia sin dalla nascita, è veramente difficile. Tutti siamo stati vittime, in differenti contesti, della atavica lentezza tipica del rigido funzionamento procedurale quando questo, purtroppo, non si sia anche trasformato in statica fissità. Tuttavia, in tempi recenti, la stessa Pubblica amministrazione si è posta in discussione, rilevando la propria inadeguadezza strutturale come organismo erogante servizi al cittadino ed istituendo delle misure atte ad un processo di svecchiamento mirato ad una nuova efficienza. Una sorta di rinascita basata, finalmente, sullo snellimento delle procedure e sulla valorizzazione delle Risorse Umane. Il Dipartimento della Funzione pubblica, in risposta alle esigenze di qualificazione e riqualificazione permanente del personale operante nelle funzioni statali, ha intrapreso una complessa opera di ‘ristrutturazione’ che ha inizio, innanzitutto, con una nuova percezione della dimensione lavorativa da parte dei singoli. Non a caso, proprio all’inizio del 2001, è entrato in funzione un Osservatorio sui bisogni formativi nella P.A.. Si tratta di uno strumento, sicuramente innovativo nel contesto pubblico, atto a monitorare bisogni, qualità ed efficacia dell’attività formativa al fine di fornire gli indirizzi utili alla progettazione, attuazione e valutazione degli interventi. Accanto ai ‘tradizionali’ contenuti riguar- P danti le normative, sostrato del funzionamento dei vari comparti gestionali, la riqualificazione formativa, si sostanzia della necessità di adeguare le competenze dei singoli ai nuovi strumenti della società dell’informatica oltre che all’internazionalizzazione in corso. Ma la vera innovazione sta nell’attenzione alla nuova funzione dirigenziale, alla crescita manageriale mediante l’acquisizione di nuovi strumenti di gestione del capitale umano, orientati al raggiungimento dei risultati. Temi quali la reingenerizzazione dei processi, l’orientamento al cliente, il controllo di gestione, l’e-goverment sono rientrati a pieno titolo negli standard di funzionamento della P.A. La figura del Dirigente – adesso – è assimilata quella del Manager al quale è deputato prioritariamente il ruolo di facilitatore dell’innesto del nuovo assetto organizzativo e produttivo nel settore pubblico. Oggi, infatti, si parla del management capace di gestire lo sviluppo organizzativo in termini di snellimento delle procedure e non più dedicandosi esclusivamente al semplice risultato produttivo e sottolinea come la facilitazione del processo lavorativo passi per un’incentivazione all’assunzione di responsabilità rivolta al singolo lavoratore. Quanto appena esposto implica una nuova concezione del lavoratore. La persona, in azienda e nel suo rapporto con l’azienda, ha oggi la possibilità di maturare una crescita effettiva: diventa, grazie alla professionalità di cui è portatore, meno ‘dipendente’ e più ‘costituente’ dell’azienda, in un rapporto basato su reciproco interesse e sinergia. Comuni e Province sono anch’essi investiti da tali processi innovativi, ma devono superare ostacoli maggiori rispetto ad altre organizzazioni , a causa della loro specificità di enti politico-amministrativi, dove anche la più “manageriale” e moderna burocrazia deve spesso fare i conti con i tempi e le incongruenze della politica. Agata Consoli Alleanza Nazionale