La condizione giovanile nella società di oggi

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La condizione giovanile nella società di oggi
LA PAROLA AI GRUPPI
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La condizione giovanile
nella società di oggi
giovani rappresentano il punto di
riferimento importante di una
società, poiché essi costituiscono
la forza del domani, l’elemento
attraverso il quale la società può
perpetuare e migliorare se stessa, eppure assistiamo ad un malessere da parte dei giovani
che non riescono a sentirsi realmente integrati
nella società, poiché questa, spesso non dà
risposte a soluzioni corrette ai loro problemi.
Una società che si è evoluta così rapidamente come la nostra non è stata in grado di
ammodernare tutte le strutture altrettanto rapidamente; soprattutto nel campo dei rapporti
umani; nel rapporto tra individuo e individuo e
tra individuo e società.
Vi è nei giovani, il bisogno di riconoscersi persona.
La società d’oggi vive dei cambiamenti
profondi, non solo congiunturali e strutturali
che investono i valori fondamentali della società: la famiglia e la scuola.
Essa sta vivendo un periodo di cambiamenti profondi che porteranno grandi trasformazioni.
Capire i cambiamenti in atto vuol dire,
I
accettare la realtà;
In ogni momento della storia la società
ha vissuto mutamenti e da ciò sono derivati
contrasti ed incomprensioni tra generazioni;
La rivoluzione industriale ha trasformato
una società contadina in industriale e ancora
oggi siamo in una fase di transizione di un’epoca;
L’era dell’informatica: la quale sta ponendo in atto una trasformazione della nostra
società attuale.
La società si presenta contraddittoria e
piena di tensioni e rischia di sfigurare il vero
volto dell’uomo nella sua essenza;
E’ in atto un cambiamento culturale in
cui l’efficienza è elevata ad unico criterio di
giudizio.
La società non dà risposte sul senso della
vita, ma chiede; Efficienza, Velocità e Profitto,
il fine dell’agire non è più l’uomo, ma la ricchezza e il consumo.
Lo stile di vita è consumistico, anche in
relazione ai sentimenti e ai valori dell’uomo.
In questo veloce progresso il giovane
vive immerso in questa realtà, la soddisfazione
immediata dei bisogni, la velocità dei mezzi di
comunicazione, la realtà virtuale, l’immediatezza dei rapporti sociali, sono vissuti senza
un progetto di vita a lungo o a medio termine
ma solo nell’immediato;
Assistiamo ad un soggettivismo esasperato che rischia di far perdere il concetto di giusto e ingiusto, intrappolandolo nella morale
dei desideri.
Assistiamo increduli a tante notizie che
ci sono presentati dai giornali, figli che uccidono i genitori, ragazzi che violentano e uccidono altri ragazzi; rilevando l’assenza di un
progetto di vita e di valori umani, essenziali
per il buon vivere di una società.
Una seria riflessione s’induce ad accettare le trasformazioni in atto, senza però perdere il fine e la giusta strada dei valori sociali e
umani, nel rispetto della vita e dell’alterità .
Martino Orazio Ferro
Forza Italia
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LA PAROLA AI GRUPPI
Opportunità di sviluppo
nel territorio dei centri etnei
er favorire lo sviluppo locale nel
territorio pedemontano e dei
versanti etnei, dotato di interesse naturalistico, ambientale e
culturale non indifferente, un
ruolo importante potrà essere esercitato dagli enti
locali, e dalla Provincia Regionale in particolare
che, quale Ente sovracomunale, può svolgere sia
un ruolo di coordinamento fra i comuni, sia un
ruolo proprio, specialmente nell’utilizzo dei beni
sportivi, ricreativi e di quant’altro, di sua proprietà. In quest’ultimo caso, ad esempio, ci sarebbe
di rendere fruibili alcune strutture importanti, fra
cui il Centro Impianti Sportivi e Ricreativi di
Camporotondo Enteo, rendendolo perfettamente
agibile e metterlo a disposizione, possibilmente,
di cooperative di giovani per essere gestito, ottenendo così un duplice risultato: nuovi posti di
lavoro e spazi per il tempo libero utilizzabili da
parte degli abitanti dell’hinterland. Ci sarebbe
anche da rendere fruibile la grande piscina del
Polivalente di San Giovanni La Punta, con le
potenzialità già descritte per il Centro di
Camporotondo Etneo.
La Provincia, inoltre, per quanto riguarda i
contributi di sua competenza agli artigiani, deve
esperire qualsiasi iniziativa nei confronti della
Regione perché siano messe a disposizione i
fondi necessari per le pratiche già presentate, e
particolarmente per quelle già istruite; il fabbisogno per esitare le richieste già esaminate, alla data
odierna, ammonterebbe a circa 80 miliardi delle
vecchie lire. Ci si rende conto come tali finanziamenti, se messi a disposizione delle imprese artigiane, sicuramente potrebbero portare dei vantaggi in un settore così trainante per l’economia
provinciale. Lo sviluppo economico nel settore
dei prodotti locali rende possibili ricchezze a base
territoriale che si fondino sulla valorizzazione del
patrimonio locale e sui loro caratteri di “unicità”.
Soltanto così il piccolo commercio potrà far fronte – nelle nostre zone di montagna, collinari e
rurali - all’invadenza delle grandi strutture di distribuzione. Il piccolo commercio quindi potrà
adeguatamente competere nel confronto coi
supermercati (dove c’è più scelta e talvolta i prodotti costano meno) se si differenzia qualitativamente nell’offerta dei prodotti, divenendo agen-
P
te propulsivo e diffusore delle produzioni artigiane locali (fra cui prodotti dolciari, ricamo, pietra
lavica, ferro battuto, lavori in legno, vivaistica,
ceramica, carretti siciliani, etc.); simbiosi, quindi,
con le creatività locali nei campi dell’artigianato e
dell’industria, coi modelli socio-culturali locali nel
terziario avanzato, con la qualità ecologica del
ciclo dei prodotti. Simbiosi, altresì, con le auspicabili iniziative nel settore turistico per la creazione di reti diffuse di ospitalità che valorizzino il
patrimonio edilizio storico urbano e rurale.
A tale riguardo potrebbe essere incentivato
l’accesso ai “bed and breakfast”, attingendo ai
contributi a fondo perduto previsti dal POR che
regolamenta i fondi strutturali destinati alle attività produttive, fra cui il turismo; l’ipotesi suddetta
prevede la concessione di somme di 4/6 milioni
delle vecchie lire per i richiedenti che trasformano
le loro abitazioni in strutture ricettive.
Per non dimenticare poi l’iniziativa “Paese
Albergo” adottata dal Consiglio Provinciale nel
gennaio 1998, e per la quale, purtroppo, l’amministrazione non ha più disposto gli appositi bandi
annuali, dopo quello del settembre di quell’anno.
Anche l’agricoltura potrebbe diventare una
ricchezza non indifferente, se collegata a diversi
settori di attività e integrata con l’ambiente, con
l’assetto idrogeologico e territoriale, alla riqualificazione residenziale, al turismo culturale, alla
riqualificazione del paesaggio. Non ultime iniziative connesse ad uno sviluppo locale sostenibile
sono quelle legate al problema dell’istruzione scolastica nel territorio omogeneo, ai trasporti e alla
viabilità. Realizzazione quindi di nuove realtà scolastiche e possibilmente di alcune nuove strade,
nel rispetto dell’assetto ambientale, che decongestionino i centri abitati e consentano l’accesso dei
turisti alle numerose località naturalistiche, ivi
comprese le zone dei versanti del vulcano.
Le Istituzioni, quindi, esercitino in pieno il
ruolo loro affidato dai cittadini in sinergia con le
imprese e gli altri soggetti interessati; lo sviluppo e
le nuove opportunità di lavoro nel territorio diverranno conseguenti.
Giuseppe Bellomo
Democratici di sinistra
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Individuo e organizzazione:
quando la burocrazia
educa se stessa
arlare di Pubblica amministrazione induce a pensare a quella “perversa” macchina burocratica che è cresciuta e si è sviluppata in seno ad essa nel
corso degli anni. Infatti, nonostante lo sviluppo
dell’impresa moderna sia oggi ambientato nel
contesto di un mercato esigente, veloce e competitivo fatto di persone, sembra che l’unico
comparto realmente investito dai rivoluzionari
cambiamenti in atto sia quello del Privato.
In realtà, immaginare la Pubblica amministrazione svincolata dalle maglie paralizzanti
della cultura burocratico/legislativa, della quale
questo “elefantiaco” meccanismo organizzativo
si sostanzia sin dalla nascita, è veramente difficile. Tutti siamo stati vittime, in differenti contesti, della atavica lentezza tipica del rigido funzionamento procedurale quando questo, purtroppo, non si sia anche trasformato in statica
fissità. Tuttavia, in tempi recenti, la stessa
Pubblica amministrazione si è posta in discussione, rilevando la propria inadeguadezza strutturale come organismo erogante servizi al cittadino ed istituendo delle misure atte ad un processo di svecchiamento mirato ad una nuova
efficienza. Una sorta di rinascita basata, finalmente, sullo snellimento delle procedure e sulla
valorizzazione delle Risorse Umane.
Il Dipartimento della Funzione pubblica, in
risposta alle esigenze di qualificazione e riqualificazione permanente del personale operante
nelle funzioni statali, ha intrapreso una complessa opera di ‘ristrutturazione’ che ha inizio,
innanzitutto, con una nuova percezione della
dimensione lavorativa da parte dei singoli. Non
a caso, proprio all’inizio del 2001, è entrato in
funzione un Osservatorio sui bisogni formativi
nella P.A.. Si tratta di uno strumento, sicuramente innovativo nel contesto pubblico, atto a
monitorare bisogni, qualità ed efficacia dell’attività formativa al fine di fornire gli indirizzi utili
alla progettazione, attuazione e valutazione
degli interventi.
Accanto ai ‘tradizionali’ contenuti riguar-
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danti le normative, sostrato del funzionamento
dei vari comparti gestionali, la riqualificazione
formativa, si sostanzia della necessità di adeguare le competenze dei singoli ai nuovi strumenti della società dell’informatica oltre che
all’internazionalizzazione in corso. Ma la vera
innovazione sta nell’attenzione alla nuova funzione dirigenziale, alla crescita manageriale
mediante l’acquisizione di nuovi strumenti di
gestione del capitale umano, orientati al raggiungimento dei risultati. Temi quali la reingenerizzazione dei processi, l’orientamento al
cliente, il controllo di gestione, l’e-goverment
sono rientrati a pieno titolo negli standard di
funzionamento della P.A. La figura del Dirigente
– adesso – è assimilata quella del Manager al
quale è deputato prioritariamente il ruolo di facilitatore dell’innesto del nuovo assetto organizzativo e produttivo nel settore pubblico.
Oggi, infatti, si parla del management
capace di gestire lo sviluppo organizzativo in
termini di snellimento delle procedure e non più
dedicandosi esclusivamente al semplice risultato produttivo e sottolinea come la facilitazione
del processo lavorativo passi per un’incentivazione all’assunzione di responsabilità rivolta al
singolo lavoratore. Quanto appena esposto
implica una nuova concezione del lavoratore. La
persona, in azienda e nel suo rapporto con l’azienda, ha oggi la possibilità di maturare una
crescita effettiva: diventa, grazie alla professionalità di cui è portatore, meno ‘dipendente’ e
più ‘costituente’ dell’azienda, in un rapporto
basato su reciproco interesse e sinergia. Comuni
e Province sono anch’essi investiti da tali processi innovativi, ma devono superare ostacoli
maggiori rispetto ad altre organizzazioni , a
causa della loro specificità di enti politico-amministrativi, dove anche la più “manageriale” e
moderna burocrazia deve spesso fare i conti con
i tempi e le incongruenze della politica.
Agata Consoli
Alleanza Nazionale