IWA Water Loss Task Force
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Articolo scaricato dal portale www.acqualab.it/IWA “IWA Water Loss Task Force” Water 21 – Articolo n. 4 Pratiche e Tecniche per la Rilevazione delle Perdite Un Approccio Pratico In questo quarto articolo della serie speciale di Water21 elaborata dalla IWA Task Force per le Perdite Idriche, Richard PILCHER illustra i progressi conseguiti nell’ambito delle pratiche e tecniche per la riduzione delle perdite nelle reti pubbliche di distribuzione idrica. Lo scopo di questa serie d’articoli “Un Approccio Pratico per la Riduzione delle Perdite Idriche” è stato illustrato recentemente da Ken Brothers, Presidente della Water Loss Task Force, nel numero di Giugno 2003 di Water21. Obiettivo del Gruppo “Pratiche e Tecnologie per la Rilevazione delle Perdite” è quello di descrivere le tecnologie disponibili e quelle emergenti, e di illustrare la stato di avanzamento della ricerca a proposito delle pratiche migliori (e dei “pacchetti” di equipaggiamento) per il monitoraggio, la valutazione e la riduzione delle perdite idriche. Il presente articolo sottolinea l’importanza del programma di controllo attivo delle perdite all’interno di una strategia di gestione della domanda. L’individuazione efficiente delle perdite visibili e non-visibili in un sistema di distribuzione idrica e la pronta e tempestiva riparazione delle stesse rappresentano due delle quattro tecniche di base per la gestione delle perdite. Le quattro tecniche di gestione delle perdite Sin dalla costruzione dei primi sistemi, alla distribuzione idrica è stata sempre associata un’attività di controllo delle perdite. I Romani, infatti, erano consapevoli del fatto che una buona parte dell’acqua destinata alla fornitura non raggiungeva la destinazione desiderata. Sesto Giulio Frontino, Commissario per la Fornitura Idrica di Roma, faceva uso di mezzi rudimentali per la valutazione delle perdite nel sistema. Sebbene fosse comune la presenza di collegamenti illegali alla rete, era evidente che le perdite idriche per rottura delle condotte rappresentasse un problema serio, così come lo è oggi per i sistemi di distribuzione sparsi per il mondo. Lo lotta per la riduzione ed il controllo delle perdite è un’attività senza fine ma fortunatamente, per gli ingegneri idraulici di oggi sono state sviluppate una grande varietà di attrezzature e di tecniche per assistere loro nell’espletamento delle quattro attività di base per la gestione delle perdite. Julian Thorton ha illustrato in maniera esauriente la gestione della pressione nel precedente articolo della serie pubblicato nell’Ottobre 2003. Il presente “IWA Water Loss Task Force” - Water 21 – Articolo n. 4 1 Articolo scaricato dal portale www.acqualab.it/IWA articolo parlerà di due delle altre tre attività rimanenti – il controllo attivo delle perdite e la qualità/tempestività delle riparazioni. Gestione della Pressione UARL Rapidità e Qualità delle Riparazioni Controllo Attivo delle Perdite Perdite Reali Potenzialmente Recuperabili Gestione, Manutenzione, Riabilitazione di Tubazioni e Assets Figura 1 - Le quattro tecniche fondamentali per la Gestione delle Perdite La riduzione delle perdite idriche per mezzo del controllo delle perdite diventa fondamentale nel mondo d’oggi e molte aziende hanno sviluppato delle strategie per ridurre le perdite ad un livello economicamente accettabile. Il diagramma in Figura 1 mostra che le perdite idriche di un sistema si possono ridurre fino ad un livello minimo, denominato con l’acronimo UARL (Perdite Reali Annuali Inevitabili – Unavoidable Annual Real Losses), rappresentato dal rettangolo più piccolo. Queste strategie comprendono inevitabilmente il Controllo Attivo delle Perdite (ALC). L’ALC può essere descritto come una strategia attiva per la riduzione delle perdite idriche attraverso il rilevamento delle perdite non visibili da parte d’ingegneri esperti e di tecnici capaci di utilizzare l’attrezzatura specialistica disponibile, ovviamente seguito dalla pronta riparazione delle perdite stesse. Prima di esaminare le attrezzature e le tecniche utilizzate da ingegneri e tecnici, vanno elencati i fattori principali che influenzano le perdite: • Le condizioni delle infrastrutture; • La pressione di esercizio; • Il numero dei collegamenti di servizio; • La lunghezza delle condotte principali; • Il numero annuale di nuove perdite (segnalate e non segnalate); • I tempi medi di efflusso delle perdite segnalate e non segnalate. “IWA Water Loss Task Force” - Water 21 – Articolo n. 4 2 Articolo scaricato dal portale www.acqualab.it/IWA La frequenza con la quale si verificano nuove perdite segnalate e non segnalate dipende dalle condizioni complessive delle infrastrutture e dalla maniera in cui è gestita la pressione. A secondo del tipo di terreno, ci sarà sempre una percentuale di perdite e rotture non visibili in superficie, cioè di perdite non-visibili che vanno tuttavia rilevate. Come avveniva la rilevazione delle perdite 100 anni fa Per molti anni gli ingegneri ed i tecnici andavano di casa in casa alla ricerca di segni evidenti di perdite da condotte interrate o da collegamenti all’utenza. Il metodo si affidava all’uso di un bastone di legno che veniva appoggiato sulle condotte, sulle valvole o sugli idranti, permettendo agli ispettori di auscultare il rumore dovuto alle perdite idriche provenienti dal sistema di distribuzione idrico. Il suono della perdita veniva trasmesso dalla condotta all’orecchio dell’ispettore attraverso il bastoncino, in maniera analoga a quello che avviene quando un dottore ausculta il battito del cuore attraverso uno stetoscopio. L’identificazione della posizione della perdita usando questo metodo tradizionale era un’operazione a costi ragionevolmente bassi, con un tasso di riuscita moderato quando si trattava di condotte metalliche, mentre, con condotte non metalliche, tale approccio comportava numerosi scavi, spesso inutili e costosi. Individuazione delle zone di perdita Il sistema appena descritto richiedeva molto tempo, senza essere tuttavia sufficientemente efficiente, poiché spesso i tecnici impegnati nella ricerca perdite le ricercavano laddove non ve n’erano. Nel tentativo di risolvere il problema della rilevazione delle perdite si distinsero due attività: l’individuazione delle zone di perdita e la localizzazione dei singoli punti di perdita. L’individuazione delle zone di perdita consiste nell’identificazione delle aree di presunta perdita, cui viene attribuito un ordine di priorità per poter rendere più agevole la successiva individuazione esatta dei singoli punti di perdita. L’uso di piccole zone temporanee è stata la tecnica tradizionalmente usata fino agli anni ‘80, attraverso la quale venivano misurate le portate entranti in una piccola area utilizzando un singolo contatore temporaneamente installato per permettere l’identificazione delle perdite. Lo “step testing” era, ed è tuttora utilizzato da parte di alcuni gestori nelle piccole zone temporanee. Attraverso quest’attività l’area è suddivisa per mezzo della chiusura sistematica delle valvole durante il periodo di minimo deflusso notturno. I dati di portata sono quindi analizzati per determinare le aree di perdita sospette. La localizzazione esatta delle perdite è in seguito effettuata nella sezione della zona che presentava flussi notturni elevati. La tipica zona temporanea copriva una piccola area del sistema di distribuzione ed è stata sostituita, in molte aziende, dal Distretto di Misura (District Meter Area - DMA). Un DMA è un’area caratterizzata da 500-3000 collegamenti, dove le portate idriche possono essere analizzate e misurate al fine di determinare il livello di perdita. Questa attività prende il nome di monitoraggio delle perdite, e per essere davvero efficace andrebbe introdotta sia per le “IWA Water Loss Task Force” - Water 21 – Articolo n. 4 3 Articolo scaricato dal portale www.acqualab.it/IWA attività di localizzazione delle aree di perdita che per la localizzazione esatta dei punti di perdita. La tecnica richiede la presenza di contatori di portata da installare in punti strategici lungo l’intero sistema distributivo, ciascuno dei quali registrerà le portate di un determinato distretto con confini definiti e permanenti, appunto il DMA. In molti casi, le piccole zone temporanee per la localizzazione delle aree di perdita sono divenute sotto-distretti di un DMA. Negli anni ‘90, la localizzazione delle aree di perdita per mezzo dello “step test” è stata largamente rimpiazzata dall’ ”acoustic logging”. Questo sistema non richiede lavoro notturno e la chiusura di varie parti del sistema distributivo. I logger acustici sono utilizzati per definire l’area globale (generalmente un DMA o una parte di DMA) in cui sono localizzate le perdite e possono essere utilizzati per tutti i tipi di rete distributiva. Vengono installati sui pezzi speciali lungo le condotte per mezzo di magneti e sono programmati per la rilevazione delle caratteristiche sonore delle perdite. Attraverso la registrazione e l’analisi dell’intensità e frequenza dei suoni, ciascun logger indica la probabile presenza (o assenza) di una perdita. I logger acustici possono essere installati in maniera permanente all’interno di una rete oppure possono essere dislocati in determinati punti per determinati periodi di tempo, per esempio per due notti consecutive. La localizzazione esatta della perdita I bastoncini usati per la rilevazione delle perdite sono entrati nell’era elettronica a metà degli anni ‘60, prendendo il nome di geofoni. Tali attrezzi venivano posizionati a terra, amplificando i suoni provenienti da una perdita al fine di facilitarne la rilevazione. Questi attrezzi erano di varie misure e forme; uno dei più popolari fu la cosiddetta “zampa di elefante”, che era estremamente sensibile ed era in grado di identificare ogni rumore di perdita ed il punto esatto della perdita. Alla fine degli anni ‘70 vi fu un miglioramento nell’attività di localizzazione dei punti di perdita con lo sviluppo del correlatore di suoni dovuti alle perdite. Simile alle attrezzature tradizionali di rilevazione sonora, il correlatore si affidava ai rumori generati da una perdita lungo le tubazioni interrate. La differenza più grande stava nella maniera attraverso la quale il suono veniva rilevato. I sensori venivano posizionati in due punti, per esempio in corrispondenza di due valvole agli estremi di una condotta su cui si sospettava la perdita. La differenza nei tempi di arrivo del suono ad ogni sensore, sommato alla conoscenza dei materiali della tubazione, al diametro e alla lunghezza, permettevano di individuare il punto preciso della perdita. E’ pratica comune quella di ricontrollare il tratto sanato dopo l’intervento di riparazione, per assicurarsi che non ci siano ulteriori perdite nella zona. Nei venti anni a seguire, il correlatore si sviluppò, passando dalla dimensione di una grande cassaforte, che richiedeva il lavoro di due uomini per mezza giornata per trovare una perdita, ad un attrezzo della dimensione di un palmo della mano, che consente di rilevare perdite nel giro di pochi “IWA Water Loss Task Force” - Water 21 – Articolo n. 4 4 Articolo scaricato dal portale www.acqualab.it/IWA minuti piuttosto che di ore. Nel 2002 è stato sviluppato un correlatore digitale che offre i seguenti vantaggi rispetto al suo predecessore: • prestazioni di localizzazione delle perdite eccellente con tutti i tipi di materiali (specialmente la plastica) e di diametri; • facilità e rapidità d’uso, specialmente per gli operatori con meno esperienza; • nessuna interferenza o perdita di dati nella trasmissione digitale radio. Nel primo anno del ventunesimo secolo è stato sviluppata una combinazione tra il logger acustico ed il correlatore. Questo sistema ha il vantaggio di ridurre il tempo d’attesa tra il momento d’identificazione del rumore di una perdita e il momento d’individuazione del punto della perdita, riducendo di conseguenza il tempo durante il quale la rottura produce la perdita d’acqua e conseguentemente il costo della riparazione. L’Evoluzione della Tecnologia di Rilevamento delle Perdite Il radar di terra (GPR) è un attrezzo sviluppato di recente, utilizzato principalmente per la localizzazione e il controllo delle condotte, dei cavi e di altri oggetti interrati. Le perdite idriche possono essere individuate attraverso l’osservazione di terreno smosso o di cavità attorno alla tubazione. Esso è in grado di localizzare le perdite laddove la correlazione dei suoni è resa difficile dalla presenza di rumori prodotti da pompe o da valvole per la riduzione della pressione. Le perdite lungo i collegamenti domestici e lungo le condotte di diametro più piccolo, specialmente quelle non-metalliche, possono essere rilevate utilizzando le tecniche d’iniezione di un gas tracciante. La perdita è localizzata immettendo nel tubo del gas tracciante (principalmente idrogeno industriale) che uscirà nuovamente dal tubo nel punto della perdita e che verrà rilevato in maniera precisa da una sonda posta in superficie. Il gas tracciante ha la capacità di penetrare rapidamente tutti i tipi di materiali. “IWA Water Loss Task Force” - Water 21 – Articolo n. 4 5 Articolo scaricato dal portale www.acqualab.it/IWA Le Nuove Tecnologie E’ stato recentemente sviluppata una forma avanzata di localizzatore delle perdite che utilizza una rete sensoria in superficie per la rilevazione e l’ottimizzazione dei suoni dovuti alle perdite. Lo strumento invia nel terreno un segnale portante in radio frequenza, e ne intercetta il suono riflesso. L’acqua che fuoriesce da una perdita produce una modulazione di fase e di ampiezza del segnale riflesso che viene rilevato dall’interferometro. Ciò dovrebbe aiutare l’operatore nell’individuazione esatta del punto di perdita. Sono ancora in corso delle prove, ma finora i risultati indicano che esso può essere utile nella prevenzione dei “dry holes”, ossia degli scavi realizzati in zone in cui erroneamente si riteneva ci fosse una perdita. Inoltre, si stanno oggi sviluppando tecniche per migliorare la rilevazione delle perdite lungo le condotte non-metalliche e si stanno adattando alcune tecniche esistenti per impiegarle in particolari circostanze. La Riparazione delle Perdite Le pratiche e le tecniche per la localizzazione delle perdite hanno fatto molti progressi negli ultimi anni, con il risultato che sono stati notevolmente ridotti i tempi di rilevazione dei punti di perdita. Diventa quindi fondamentale eseguire nel più breve tempo possibile una buona riparazione al fine di massimizzare i risparmi ed anche, naturalmente, ridurre i disagi all’utenza. E’ importante sviluppare obiettivi specifici per quanto riguarda la qualità e i tempi d’esecuzione delle riparazioni, che vanno rivisti e ridefiniti progressivamente nel tempo. Il prossimo articolo della serie John Morrison, Leader del Gruppo “Distretti di Misura” della IWA Task Force per le Perdite Idriche, illustrerà l’approccio pratico alla “Gestione e Progetto dei Distretti di Misura” La Water Loss Task Force è interessata ad una vostra partecipazione. Contattate Ken Brothers, Presidente della WLTF per ulteriori informazioni e per la scelta del gruppo a: [email protected] “IWA Water Loss Task Force” - Water 21 – Articolo n. 4 6