Componenti dell`involucro edilizio I serramenti esterni e gli schermi
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Componenti dell`involucro edilizio I serramenti esterni e gli schermi
TECNOLOGIE E MATERIALI Componenti dell’involucro edilizio I serramenti esterni e gli schermi solari photo©shutterstock.com/Cristian Alexandru Ciobanu di Leonardo Baldassari Con questa terza parte si conclude il breve percorso all’interno del mondo dei serramenti esterni, che si è sviluppato attorno ad alcuni temi ritenuti fondamentali di cui i serramenti esterni compongono una parte importante, quali l’isolamento termico (GEOCENTRO/magazine n° 1), e l’isolamento acustico (GEOCENTRO/magazine n° 2). Il tema di questo numero, gli schermi solari, è altrettanto importante e lo affronteremo per gradi, cercando di sviluppare i singoli aspetti che lo compongono. Il buon progettista è tenuto a conoscere questo argomento in quanto, nel suo lavoro quotidiano, deve affrontare i temi della limitazione dei fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva o il raffrescamento e del contenimento della temperatura interna degli ambienti in esposizione estiva. Tutti quanti sappiamo che in Europa, in ambito degli Stati con moneta comune, circa il 40% dell’energia totale consumata è riconducibile agli usi termici ed elettrici degli edifici. In Italia, data la nostra posizione geografica e la qualità degli edifici realizzati negli anni compresi fra il 1950 e il 2000, una quantità di energia considerevole viene consumata per la climatizzazione estiva. Non abbiamo dati precisi in quanto i consumi sono pressoché riconducibili agli assorbimenti elettrici, ma vari studi ci portano a considerare questa percentuale compresa fra il 30 e il 45% del totale dell’energia consumata per gli edifici durante tutto l’arco dell’anno. Risulta palese sottolineare come le zone climatiche in cui il nostro Paese è suddiviso possano necessitare di sensibilità differenti di approccio alla progettazione degli schermi solari. Una località in zona climatica A o B (zone pianeggianti dell’Italia del Sud) avrà necessità di un controllo solare più efficiente rispetto ad una località in zona climatica F (zone alpine). Per schermi solari o sistemi schermanti si intendono prodotti che permettono di ridurre l’irradiazione solare sulle superfici trasparenti appartenenti all’involucro edilizio; non sono considerati tali i sistemi, fissi o mobili, applicati all’interno dell’ambiente a temperatura controllata o climatizzato. La definizione quindi riconosce come sistemi schermanti tutte quelle soluzioni che, poste all’esterno degli ambienti, risultano degli efficaci sistemi di controllo solare in quanto respingono la radiazione solare prima che questa raggiunga la superficie del vetro, innescando un microeffetto serra tra schermo solare e vetro. Il posizionamento dei sistemi schermanti all’esterno dell’involucro edilizio consente inoltre di disperdere il reirraggiamento nell’infrarosso prodotto dalla superficie dello schermo solare quando questa viene investita dai raggi solari. Quindi, in sintesi, per schermi solari si intendono quei dispositivi posizionati all’esterno dei serramenti che, a seconda degli idiomi locali, vengono comunemente denominati persiane, antoni, scuroni, scuri esterni, persiane avvolgibili, tapparelle, frangisole, brise-soleil, ecc. Sistemi schermanti molto efficaci sono anche i portici e le logge di grande profondità posti in prossimità di finestre o di aperture vetrate; in questo caso il progettista deve verificare attraverso schemi grafici la possibile ombreggiatura estiva che questi aggetti opachi proiettano sulla superficie vetrata. Non bisogna trascurare il fatto che, essendo aggetti edilizi fissi, questi non debbano schermare gli apporti solari gratuiti delle superfici trasparenti in esposizione invernale. Rientrano tra i sistemi schermanti esterni anche gli elementi non appartenenti all’involucro bensì al contesto in cui l’edificio si trova: costruzioni limitrofe o vegetazione. Per quanto riguarda la vegetazione è necessario che non vengano utilizzate essenze arboree sempreverdi, bensì caducifoglie affinché non limitino il passaggio della radiazione solare durante il periodo invernale. Possono essere considerate sistemi schermanti anche tutte quelle soluzioni progettuali che prevedono l’inserimento di sistemi schermanti all’interno di apposite intercapedini, purché queste ultime siano ventilate naturalmente o meccanicamente. Le tende veneziane a lamelle di piccole dimensioni inserite 61 ANNO I | n. 3 | MAGGIO - GIUGNO 2009 nell’intercapedine fra due vetri, in quanto non ventilate, non sono perciò da considerare sistemi schermanti efficaci, così come non lo sono i trattamenti superficiali applicabili sui vetri all’interno o all’esterno, quali pellicole polimeriche o altro. Il valore da tenere sotto controllo in fase di progettazione è l’irradiazione solare diretta, che deve essere ridotta del 70/90% (a seconda della zona climatica) durante il periodo estivo, e quasi completamente utilizzata durante il periodo invernale. Con questa ultima osservazione è facile giustificare l’affermazione prima fatta circa i trattamenti superficiali a cui vengono sottoposti i vetri. Infatti un vetrocamera con fattore solare g pari a 0.40/0.45 potrebbe essere considerato un buon sistema schermante (dell’energia solare) in esposizione estiva, ma un pessimo prodotto in inverno, in quanto riduce del 55/60% gli apporti solari gratuiti. Nella scelta del vetro occorre privilegiare un fattore solare g più alto possibile (0.7/0.8) in modo da ottenere apporti solari rilevanti durante la stagione invernale, ma è necessario che il vetro stesso sia schermato in modo mobile (estate/inverno) per respingere l’irradiazione solare in estate. Tipi di schermi solari Come già abbiamo accennato, nella elencazione dei tipi di schermi solari disponibili sul mercato, influiscono molto le tipologie locali o regionali e le loro denominazioni. Ad esempio il sistema schermante molto utilizzato nei centri storici di quasi tutte le città italiane è la persiana a stecca aperta, (figura 1) che si presenta con piccole varianti a seconda delle usanze locali. figura 2 la loro bassa permeabilità all’aria, in inverno permettono la formazione di un’intercapedine d’aria meno fredda fra finestra e schermo stesso, così da ridurre le perdite per trasmissione e quindi il fabbisogno di energia per la climatizzazione invernale. È importante ricordare che la nuova versione della norma UNI EN ISO 10077-1 ci permette di calcolare una riduzione del valore di trasmittanza termica Uw di una finestra, se in presenza di schermi solari dotati di bassa permeabilità all’aria. Sempre più diffuse su tutto il territorio nazionale sono le persiane avvolgibili o tapparelle (figura 3). Fino a pochi anni fa considerate espressione di edilizia a basso costo, ora le persiane avvolgibili stanno recuperando credibilità grazie ai nuovi materiali con cui vengono realizzate (acciaio e alluminio) e alla indubbia comodità di manovra. Infatti le tapparelle vengono inserite in figura 1 La persiana a stecca aperta è un ottimo sistema schermante poiché è posizionato all’esterno della facciata e, attraverso il grigliato che compone il tamponamento, permette facili ricambi d’aria in estate durante le ore notturne, pur garantendo un buon oscuramento degli ambienti interni. Nelle zone collinari o montuose del nostro Paese sono diffusi gli antoni o scuroni (figura 2). Anch’essi, come le persiane, sono fissati a filo esterno della facciata e, data 62 figura 3 cassonetti coprirullo isolati e a scomparsa nella muratura, vengono movimentate tramite motori elettrici e la loro chiusura può essere regolata e controllata tramite comodi apparecchi anche remoti. Anche le tende con lamelle alla veneziana dotate di stecche di grande dimensione, altrimenti dette frangisole figura 4 impacchettabili (figura 4) stanno avendo molto successo anche alle nostre latitudini, dopo alcuni decenni di utilizzo in alcuni Paesi del centro e nord Europa. Questo sistema di schermatura solare è composto da lamelle non solo orientabili ma anche impacchettabili in un apposito vano superiore. L’utilizzatore può regolare la luminosità interna in maniera precisa secondo micro - variazioni. Nell’ambito delle schermature solari a frangisole, sono presenti sul mercato e diffusi soprattutto in edifici a destinazione direzionale e commerciale, modelli di frangisole con pala fissa o ruotante su proprio asse verticale o orizzontale, avente sezione differente, composti da estrusi o lamiere pressopiegate metalliche, piene o microforate (figure 5 e 6). Un altro schermo solare molto utilizzato negli edifici dell’architettura contemporanea è rappresentato da tende schermanti od oscuranti poste all’esterno, a scorrimento verticale su cavi tesi d’acciaio (figura 7). Questo sistema schermante permette di gestire la trasmissione energetica e luminosa con facilità, anche su grandi superfici vetrate. Tipi di attacco alla muratura In una progettazione attenta al risparmio energetico e all’eliminazione dei ponti acustici è importante porsi il quesito del tipo di attacco alla muratura del sistema “serramento esterno / schermo solare” individuato, per non lasciare agli operatori diretti del cantiere l’onere di risolvere temi e problemi non di loro competenza, figura 5 figura 6 figura 7 63 ANNO I | n. 3 | MAGGIO - GIUGNO 2009 ma in cui la loro professionalità può risultare risolutiva se adeguatamente intervistati in fase di progetto su argomenti fondamentali quali i metodi di fissaggio, di lavorazione ecc. In un'edilizia sempre più attenta alla salvaguardia dell’ambiente, dove si prevedono isolamenti esterni a cappotto termico di grandi spessori (cm 10/15 e oltre) non è più possibile fissare gli schermi solari nei modi tradizionali, siano essi esterni a battente o avvolgibili su un rullo. Nel caso siano previste persiane avvolgibili (tapparelle) il tipo di attacco a muro che può mantenere la prestazione termica e acustica del serramento esterno prevede di assemblare un blocco composto da elementi verticali realizzati in materiale isolante di alta densità (polistirene estruso o poliuretano) placcati con pannelli in fibrocemento, in cui vengono ricavate le sedi per la guida a U in cui scorre la persiana avvolgibile, e il vano di alloggiamento del telaio fisso del serramento. Il traverso superiore è composto da un cassonetto coprirullo di idonee dimensioni all’interno del quale vengono preliminarmente fissati gli accessori di sostegno della persiana avvolgibile stessa, vale a dire rullo, motori, supporti, ecc. Il cassonetto coprirullo viene consegnato già dotato di retina aggrappante in modo che possa essere agevolmente intonacato all’interno e all’esterno (figura 8). Nel caso in cui lo schermo solare previsto sia del tipo a battente (persiana o antone) per evitare di forare il cappotto termico in fase di fissaggio dei cardini di sostegno, ci sono numerose possibilità di soluzione. Le due più utilizzate sono alternative fra loro per qualità estetiche e funzionali. La più semplice consiste nel posizionare il controtelaio ligneo a filo esterno della parete in laterizio, su cui verrà fissato un telaio fisso che sosterrà all’interno le ante mobili vetrate e all’esterno le ante dello schermo solare desiderato. Un sistema di ferramenta di sostegno con collo regolabile ci permetterà di superare lo spessore del cappotto termico in fase di apertura, purché esso non superi la grandezza di cm 12/13 (figura 9). Questo è un sistema molto economico ed efficace, ma può essere applicato solo in certe situazioni e quindi spetta al progettista la valutazione caso per caso. Un altro sistema di attacco a muro di schermi solari a battente consiste nel posizionare un blocco apposito in polistirene estruso placcato con fibrocemento che abbia uno spessore totale uguale allo spessore finito della parete verticale. Partendo dall’interno si posiziona il vano del controtelaio che accoglierà il serramento vetrato, la porzione isolante del blocco, e un apposito profilo metallico rigido dovrà individuare il vano dove sarà realizzato il rivestimento a cappotto. In prossimità di quest’ultimo vengono fissate delle zanche di portata dotate di un tubo filettato dove il serramentista avviterà i cardini di sostegno a lavoro edilizio concluso, senza forare il cappotto e quindi in grande sicurezza. Anche questo sistema sta riscontrando un successo importante, soprattutto nelle zone climatiche D e E, che sono la maggioranza del territorio nazionale. Il progettista che opera in zona climatica F dovrà necessariamente affrontare il problema termico in un modo simile ma prestando ancora più attenzione alle dispersioni termiche per trasmissione del blocco descritto. sezione orizzontale-tipo con finestra rp. 1:2 figura 8 64 figura 9