La Pania numero 87
Transcript
La Pania numero 87
ANNO XXII - N. 87 SETTEMBRE 2010 NOTIZIARIO DEL COMUNE DI MOLAZZANA Direttore Responsabile: Floriano Moni Aut. Tribunale di Lucca n. 480 del 15 Luglio 1988 - Sped. in Abb. Postale Gruppo IV Brucciano, 1950. Per la festa dei santi Pietro e Paolo e in occasione della santificazione di Maria Goretti, dopo la cerimonia religiosa, i bambini del paese si riuniscono per una foto-ricordo. Alcuni tengono tra le mani l’immagine della Santa, altri quella di papa Pacelli, Pio XII. Nella prima fila in alto si riconoscono: Luciano Battaglia, padre Andrea d’Alpe (Modesto Babboni), Arnaldo Pieroni, Aldo Puccetti, Vittorio Venturelli, Pier Luigi Babboni, Enzo Pieroni,Vinicio Pieroni, Gabriele Lenzi, Giuseppe Puccetti (Peppino), Pier Luigi Pieroni, don Pietro Dini. Non è stata identificata la prima bambina della seconda fila. Vicino a lei, Vittoria Venturelli, Piera Pesetti che ha in braccio Giuditta Pieroni, Maria Teresa Pieroni, Renata e Lia Pieroni, Silvana Pieroni, Teresa Puccetti, Loredana Moscardini, Donatella Benassi, Anna Lenzi, Aurelia Puccetti. Nella terza fila, in basso: Diana Venturelli, Onelia Venturelli, Laura Pieroni, Oriano Pieroni, Floriano Pieroni, il canonico don Matteucci, Anna Maria Tardelli, Cesare Moscardini,Giancarlo Benassi, Gloria Venturelli, Ernesto Martinelli, Andreina Pieroni. (La foto ci è stata gentilmente concessa dalla signora Ivana Tognocchi). La Consulta dei giovani Ricordo del Gruppo Valanga La Processione Sprazzi di memoria di Fra’ Benedetto pagina 4 pagina 9 pagina 11 pagina 12 2 FINANZIATO IL RESTAURO DEL CASTELLO DI MOLAZZANA Rimessa a nuovo la “Mestaina” del Sacro Cuore L’Amministrazione comunale porge un doveroso ringraziamento a Gerardo Fiori, Maria Luisa Pieroni e Mauro Moscardini per la loro opera generosamente offerta per il restauro della mestaina del Sacro Cuore di Molazzana. Dimostrando senso civico e attaccamento al territorio, hanno svolto il lavoro gratuitamente. Nella foto di Bruno Pieroni, il Castello Estense. Il completamento del restauro delle mura estensi del cosiddetto castello di Molazzana è prossimo all’avvio dei lavori. Il finanziamento di 185.000 euro, oltre al 5% a carico del Comune, è stato concesso nell’ambito del progetto “ Bacino Valle del Serchio - Sistema delle rocche e fortificazioni “ presentato dalle Comunità Montane di Castelnuovo Garf.na e di Borgo a Mozzano e cofinanziato dalla società Arcus SpA. I lavori, che saranno appaltati dalla Comunità Montana della Garfagnana, consisteranno nella pulizia e stuccatura delle pietre, la sistemazione dell’accesso principale - pavimentazione e ringhiera comprese -, la rifinitura delle merlature, ecc. L’intervento prevede anche la messa in sicurezza degli spazi aperti al pubblico. CASSONETTI DELL’IMMONDIZIA STRAPIENI: LA PROTESTA DI BIAGIONI Oltre alle difficoltà gestionali, Se.Ver.A. deve affrontare in questo periodo anche critiche di altro genere, relative al servizio di svuotamento dei cassonetti. A sollevare la questione è il presidente del consiglio comunale di Molazzana, Piero Biagioni, che, come lui stesso ci spiega, sta tempestando Se.Ver.A di telefonate per uscire da una situazione che appare davvero poco consona alla quotidianità di un piccolo comune montano. In effetti, in piena stagione turistica e con il caldo che contribuisce a far ribollire i contenuti dei cassonetti, trovarsi in una tale situazione non è piacevole. “Sono oltre due settimane – dice Biagioni – che telefono quotidianamente per far riattivare il servizio pubblico, ma non ricevo risposte; oggi (ieri per chi legge ndr) ho avvisato Se.Ver.A che avrei inviato le foto ai giornali….ed è esattamente quello che ho fatto. L’amministrazione comunale è estranea e parte lesa in questa situazione che colpisce l’immagine del paese e disturba il cittadino”. Vedremo se la decisione del presidente del consiglio comunale di Molazzana riuscirà a produrre i risultati da lui auspicati. (Giancarlo Trombetti, da Il nuovo corriere del 04 agosto) E’ Gilda Venturelli a spiegarmi che la “Mestaina” del Sacro Cuore, sulla strada comunale vicino al bivio per Promiana, , nei pressi di Molazzana, fu realizzata all’inizio del ventesimo secolo durante la costruzione della così detta “Via dei Marmi”, una strada inizialmente privata, poi divenuta comunale, asservita al trasporto del marmo dalla Pania al fondo valle. “A quei tempi non esistevano i motori” ricorda Gilda con una lucidità rara alla sua età “e per il trasporto si usavano carri a quattro ruote trainati da robusti cavalli. In località Rio gli animali provenienti dalla Pania venivano sostituiti ed il viaggio proseguiva fino a Gallicano”. Spesso costruite lungo le strade come segno di riconoscenza nei confronti del Divino per l’accadimento di eventi prodigiosi, quasi a voler richiamare all’attenzione dei passanti la limitatezza della natura umana, le “Mestaine”, diffuse in tutta la Garfagnana, rappresentano esempi di un’architettuta popolare semplice, ma espressione di una fede autentica e profonda. E fu proprio in seguito allo scampato pericolo da un incidente stradale avvenuto nei pressi di Promiana mentre rientrava a casa con il suo camion dopo una dura giornata di lavoro che, negli anni ‘60, Carlo Battaglia decise di restaurare il Sacro Cuore, convinto che solo grazie alla sua presenza fosse uscito incolume da quella brutta avventura. Per anni oggetto di visita da parte di fedeli, soprattutto nel mese di giugno, la “Mestaina” è stata parzialmente danneggiata da alcuni incendi e da un movimento franoso verificatosi lo scorso dicembre ed è stata recentemente restaurata. Nicola Rossi La mestaina prima e dopo (foto di Bruno Pieroni) 3 A Molazzana insieme ad amici Con la preziosa collaborazione della dottoressa Simona Comparini che ha letto il canto dell’Inferno di Paolo e Francesca, il dottor Vladimiro Zucchi, scrittore e poeta, forse più noto come ex primario dell’ospedale S.Croce, lo ha commentato da par suo, riscuotendo unanimi consensi per le varie interpretazioni che egli dà all’opera di Dante e per la profonda conoscenza che lo Zucchi ha della Divina Commedia. Siamo lieti di ospitare questo suo scritto. La piazza è veramente molto bella. Circondata dalle case di un tempo per tre lati, nel quarto si apre alla vista spaziosa della valle. Lo sguardo si dilunga a una meta lontana…indecifrata. La serata si gratifica di un clima benevolo, in questa tarda stagione agostana instabile e pazza. Devo commentare il quinto canto dell’inferno dantesco. Simona, la cara amica che ho accanto, lo sta leggendo in tonalità leggera, come si addice a questa meraviglia. La musicalità accarezza l’orecchio, ma io penso alle persone che ho intorno. Fortunatamente Dante è un campo magnetico che non ti lascia sfuggire. Ora inizio il commento: cerco di farlo con tutta la passione, ma folgori di pensiero mi attraversano istantanee. Mi affretto e concludo per aver modo di immergermi fra la gente. Dante sa perdonare. Ho intorno amici recenti e meno. Di molti è presente solo il ricordo. Un ricordo che trafigge. E’ dolcissimo “sentire” quanti mi vogliono bene. L’incontro degli sguardi è emozione nel suo senso proprio di e movere, movere da. Muovere da quella insoddisfazione, indifferenza, noia oggi troppo comune. Ritrovarsi o trovarsi inaspettato. Guardo lontano quella meta da decifrare. E’ amore, amore che si perde in quello che muove il sole e l’altre stelle. E’ luce che risplende in una parte più o meno altrove. Ma sempre luce. “Galeotta” è l’atmosfera che respiro. Penso di amarla tutta questa gente di Garfagnana. Sono qui venuti da diversi paesi. Acciacchi della età avanzata sono i rimpianti per quello che non ho dato, anche un solo bacio, una sola carezza di meno. Acciacchi più gravi sono i rimorsi per ciò che non ho fatto a dovere. Anch’io ho la mia selva oscura. Ma a bene sperare c’è questo abbraccio che ci stringe tutti insieme. Fecondare terre aride e incolte nell’Amore che viene da Lui. Questo profetizzava anche Dante. Peccato che si ritenga cosa difficile, troppo difficile ciò che sarebbe o potrebbe essere tanto semplice e facile. Ci salutiamo più volte: non abbiamo voglia di separarci. Nell’aria c’è la promessa di ritrovarsi ancora. Ma ora dobbiamo separarci. Il tempo aristotelico spazializzato, oggettivo è il crudele tiranno della “durata” soggettiva. Tutto risolve la donazione di se stessi agli altri. Laggiù la meta si fa sempre più definita. A presto. Grazie, amici! Vladimiro Zucchi Nella foto di Giancarlo Carli, i due musicisti con fra’ Benedetto. Nella foto, il Dottor Federico con i genitori. Un bravissimo al dottor Federico Tadolini figlio di Carlo, cascerotto trapiantato in Versilia. Il neo-dottore, a Cascio, ha ancora l’adorata nonna Bruna e con la Garfagnana ha legami strettissimi e continui. Si è portato a casa un bellissimo 110 discutendo a Pisa, alla facoltà di lettere e filosofia, una tesi avente come titolo “Metamorfosi di paura e morte: opere audiovisive a confronto”. Relatrice era la professoressa Sandra Lischi. Si tratta di una laurea specialistica di 2° livello (quinquennale) in cinema, teatro e produzione multimediale. Papà Carlo e mamma Manuela tengono a sottolineare il fatto che Federico si è totalmente mantenuto agli studi universitari lavorando presso un ristorante di Forte dei Marmi. La Pania lo porta come esempio a tutti i giovani e porge di cuore tante congratulazioni al dottor Federico, giusto motivo di orgoglio di parenti e amici. 4 A Molazzana la Consulta dei giovani Si è svolta lunedì 14 giugno la prima riunione della Consulta dei giovani di Molazzana: erano presenti una trentina di ragazzi. L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo e con voglia di fare da parte di tutti. Le sottoscrizioni da parte dei giovani del comune sono state numerose, superiori al 50% ed evidentemente in crescita: hanno aderito 44 fra i ragazzi e ragazze compresi fra i 16 e i 30 anni del nostro comune. Altre richieste di adesione sono pervenute all'ufficio comunale anche dopo la prima riunione. La stessa sera sono stati eletti ufficialmente il presidente Barbara Febbrai di Molazzana ed i due vice Federico Corti di Cascio e Manuel Sigismondi di Brucciano, ognuno può così rappresentare al meglio i ragazzi della frazione da cui proviene. Ma cos'è la Consulta dei giovani? Questa è una domanda che mi è stata rivolta spesso. E’ uno spazio, uno stimolo, un appoggio per i giovani. Spesso nelle zone di montagna, disagiate come le nostre, i ragazzi non hanno niente da fare nel tempo libero, è difficile trovare momenti di ricreazione dedicati solo a loro. La Consulta serve proprio a questo, a creare un luogo per il ritrovo, dove i giovani siano liberi di ideare, e di organizzare il loro tempo con attività ed iniziative che servano ad impegnarli e ad unirli. Questo è uno dei motivi per cui la Consulta mi piace molto. Anche in un comune così piccolo come il nostro le rivalità e i campanilismi delle varie frazioni sono molto sentiti e forti anche fra i giovani. La Consulta propone uno scopo, un obiettivo comune per tutti. Era presente anche il sindaco per esprimere personalmente l'appoggio a questa iniziativa ed augurare un buon lavoro a tutti i presenti. E’ fiero di aver mantenuto le promesse della campagna elettorale. Dare ascolto ai giovani e alle loro istanze era un punto cruciale del programma e la Consulta è un organismo nato proprio dalla sua intuizione, essa sarà l'interfaccia per coordinare i vari progetti che saranno presentati, che una volta acquisiti saranno valutati dalla giunta comunale. Presto ci sarà un'altra riunione per stabilire un programma di attività per l'inverno, visto che questa è la stagione più vuota di tutto l'anno. Verrà anche creata una pagina dedicata di facebook a cui tutti potranno aderire e dalla quale ci potremo aggiornare sul calendario di incontri. Spero che tutti comincino quest'avventura con lo stesso entusiasmo che ho io e lo spirito d'iniziativa che contraddistingue noi giovani. Valentina Bertoncini Popolazione residente al 31 agosto 2010 FRAZIONI MASCHI FEMMINE MOLAZZANA 169 167 336 140 BRUCCIANO 22 21 43 24 ALPE S. ANTONIO 16 12 28 15 SASSI 93 99 192 89 EGLIO 40 45 85 46 MONTALTISSIMO 31 25 56 23 CASCIO 207 210 417 171 TOTALI 578 579 1157 508 Nati: Adami Martina di Alessandro e Tortelli Milena nata a Barga il 10.06.2010 Marigliani Viola di Massimo e Martini Barbara nata a Barga il 14.07.2010 Nottoli Vittoria di Andrea e Tognocchi Chiara nata a Barga il 26.07.2010 Morti: Bertoi Giampiero di anni 79 morto a Barga il 04.06.2010 Matrimoni: Simonetti Rino e Beatrice Benelli sposati a Caltagirone il 05.06.2010 Gambuzza Andrea e Tadolini Elisa sposati a Molazzana il 05.06.2010 Mazzanti Gilberto e Abrami Monia sposati a Molazzana il 20.06.2010 Febbrai Matteo e Filippi Federica sposati a Molazzana il 10.07.2010 IV) Onomastica nostrana EMANUELE (EMANUELA, MANUELE/A, LELE/A, MANUEL, MANOLO/A) – E’ nome ebraico, con il significato di ‘Dio è con noi’, che il profeta Isaia utilizza per chiamare il ‘Messia’. In seguito i primi cristiani attribuirono questo appellativo a Gesù. Le forme diminutive hanno invece derivazione spagnola. Questo nome ebbe grande fortuna nella dinastia sabauda (ricordiamo quattro sovrani con il nome di Carlo Emanuele e il grande condottiero cinquecentesco Emanuele Filiberto, detto Testa di Ferro, che rese indipendente il ducato di Savoia): furono poi famosi Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, noto come ‘il Re galantuomo’ cui venne attribuito l’appellativo di ‘Padre della Patria’ e Vittorio Emanuele III. Tra quanti portarono questo nome, non si può ignorare il grande filosofo tedesco Kant. Da ricordare anche il giurista e uomo politico Vittorio Emanuele Orlando, presidente del Consiglio dopo Caporetto. Tra i personaggi attuali che hanno acquistato notorietà, possiamo citare il TOT. M+F NUM.FAMIGLIE Biagioni Alessandro e Viviani Jenny sposati a Molazzana il 11.07.2010 Buti Stefano e Alessi Monica sposati a Santa Croce sull’Arno il 11.07.2010 Del Bianco Manrico e Bertozzi Stefania sposati a Molazzana il 31.07.2010 Marigliani Simone e Mantica Arianna sposati a Molazzana il 31.07.2010 Simonini Giovanni e Barbi Jennifer sposati a Coreglia Antelminelli il 28.08.2010 Errata corrige: Nel “quadro anagrafico” del numero precedente risultavano diversi errori che così correggiamo: Bacci Agnese di Stefano e Sabbioni Francesca è nata a Barga il 2 aprile 2010 Battaglia Ugo (e non Bertagna) è deceduto il 29 marzo 2010 di Aldo Bertozzi ‘torero’ Manuel Benitez, più noto con lo pseudonimo di ' El Cordobès ’, il grande pilota automobilistico argentino Manuel Fangio, cinque volte campione del mondo di Formula Uno, il principe Emanuele Filiberto di Savoia, ormai affermato personaggio televisivo, l’imitatrice Emanuela Aureli e le presentatrici televisive Emanuela Foliero ed Emanuela Arcuri. L’onomastico è fissato il 26 marzo, giorno in cui la Chiesa ricorda S. Emanuele, martire, insieme a S. Teodosio, in Asia Minore. segue a pag. 8 5 Ha sempre destato curiosità e interesse il paesino di Col di Favilla che sorge sulle propaggini del gruppo delle Panie. Molti lo ritengono erroneamente facente parte del nostro territorio comunale. In realtà vi si arriva anche da un apposito sentiero che si diparte dal Piglionico, ma il luogo appartiene al Comune di Stazzema che confina con il nostro. Non è stato facile acquisire notizie su Col di Favilla anche se molti dei nostri lettori amanti della montagna hanno potuto visitarlo in varie escursioni. Ultimi, in ordine di tempo, sono stati Gabriele Giannotti, Renato Savoli, Luigi Bertoni e Valter Simonini che per la festa di S.Anna, patrona del paese, si sono recati lassù insieme ad altre decine di persone provenienti quasi tutte dalla zona della Versilia. Quasi per caso siamo venuti a sapere che di Col di Favilla si parlò tempo addietro a Castelnuovo in una “lezione” tenuta dall’insegnante Pietro Ciambelli all’Università della terza età. La riportiamo per sommi capi. dall’arcivescovo di Pisa, Benvenuto Matteucci) ritornò nel piccolo tempio alpino restaurato e riportato agli antichi splendori, in solenne processione. Col di Favilla non è mai stato assurto al rango di Parrocchia. E’ sempre rimasto una Cappellania dipendente da Levigliani. Ha avuto due sacerdoti, veri e propri personaggi illustri. Don Celestino Vannucci ottenne l’autorizzazione da parte delle autorità ecclesiastiche a poter battezzare in loco e di poter seppellire nel cimitero locale. Tali riti prima si svolgevano a Levigliani. Morì nel 1897. Gli subentrò don Cosimo Sillicani, nel 1913, e rimase parroco di Col di Favilla fino al 1942, anno della sua scomparsa. Il 4 luglio del 1933 aveva ricevutola visita del vescovo di Pisa mons. Vettori. Si racconta che, almeno in un primo momento, non abbia voluto dare la mano a Sua eccellenza in quanto non si riteneva degno di simile atto. Certo questo prete era uomo eclettico. Sapeva fare di tutto: falegname, ombrellaio, medico di pronto soccorso, maestro ecc. Sepolto nel piccolo cimitero del paese, la sua tomba venne profanata durante le azioni vandaliche del 1977, di cui abbiamo già parlato. Una lapide sul pavimento della chiesa ed una sulla facciata esterna ne testimoniano la memoria e le sue doti umane. Don Sillicani era anche poeta. Scrisse varie odi tra cui una a S.Anna. Un’altra si intitola: La fragolaia. E’ una ragazza che muore a soli 28 anni sopraffatta dal dolore per non aver potuto sposare il fidanzato, impeditole dalla madre che voleva darle in sposo un vedovo benestante di Col di Favilla. Risale al 1920 l’ingresso in paese della prima maestra: Maria Tronci. Proseguì la sua opera il maestro Gino Giorgi di Azzano (Seravezza), il quale sposò una collettorina e si stabilì a Col di Favilla. Nella vicina località di Puntato esiste una seconda chiesetta dedicata alla SS.Trinità che risale al 1678. Il paese costituirebbe la diciassettesima frazione di Stazzema ma non è più considerata tale da quando vi è stato il completo abbandono da parte degli abitanti. Oggi, tuttavia, si continua a festeggiare la patrona S.Anna nella domenica più vicina al giorno 26 luglio. Gli emigrati ed i loro discendenti restano molto legati al loro paese d’origine. Pietro Ciambelli La nascita della comunità di Col di Favilla (detta - Collettorina) risale a circa la metà del 1800. Prima di diventare paese o piccolo agglomerato alpino, il Colle era luogo di lavoratori stagionali: boscaioli, raccoglitori di funghi e di frutti di bosco (mirtilli, lamponi ecc.). Molti di questi lavoratori vi si stanziarono definitivamente dedicandosi anche alla raccolta del fieno e delle castagne. Il paesino che è a circa mille metri sul livello del mare, conta diversi casolari sparsi: Case dei Mori, La Rave, Mura del Turco, Puntato ecc. Il nome di Col di Favilla sembra derivi dal fatto che alcuni abitanti abbiano visto, sul far della sera, innalzarsi verso il cielo delle scintille, forse da una carbonaia. Si sa con certezza che nel 1952 gli abitanti erano 106. Nell’arco di dieci anni non vi restò nessuno. Il paese fu completamente abbandonato. Meta preferita fu la Versilia dove, in quel tempo, non era difficile trovare occupazione. Il 1977 fu un anno tristissimo. Col di Favilla subì atti di vandalismo inauditi. La caratteristica chiesetta venne data alle fiamme, bruciati gli arredi sacri, distrutta la statua di S.Anna. I Collettorini emigrati pensarono allora di costituire un comitato che si mise subito al lavoro e in breve tempo tutto tornò come prima. Il 29 luglio di due anni Nelle foto: una vecchia abitazione in Col di Favilla e i quattro protagonisti dell’escursione più tardi fu grande festa: la statua di S.Anna (donata Gabriele Giannotti, Renato Savoli, Luigi Bertoni, Valter Simonini. 6 Il mio piccolo grande mondo: ricordi di una vita Il mio piccolo grande mondo di Luigi Moscardini non è solo un’autobiografia. È anche il racconto di 65 anni di storia italiana: dal Fascismo, alla Seconda Guerra Mondiale, dalla “ricostruzione” al ’68, dagli anni del terrorismo al 2008; l’ultimo capitolo è infatti dedicato al 50° anniversario di matrimonio dell’autore, festeggiato a Brucciano nel 2008. Come ha scritto il premio Nobel per la letteratura Gabriel Garcìa Màrquez nell’esergo alla sua autobiografia Vivere per raccontarla “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda, e come si ricorda per raccontarla”, anche il libro di Luigi Moscardini si affida totalmente al ricordo, chiedendogli di dipingere un quadro il più possibile dettagliato e fedele di ciò che è successo Nella foto di Pietro Guidugli un momento della manifestazione. in quell’arco temporale, degli usi e costumi di un periodo storico che, per la mia generazione, quindi avere la costanza di un autodidatta, che studia per poter sono adesso quasi considerati “storia del folclore”, abitudini di svolgere al meglio il suo lavoro, e non per avere titoli di laurea una società radicalmente cambiata nel modo di lavorare, studiare, da sbandierare. fare politica e intendere la vita della collettività paesana. E per Un libro che è anche un appello, vicino al tono del rimprovero, fare questo la memoria ha bisogno di tornare alle origini: i primi per noi giovani, che, secondo Moscardini, non sentiamo più la due capitoli non sono a caso intitolati Le radici e Brucciano. Qui necessità di impegnarci nella vita civile e politica, forse per Luigi racconta la storia dei suoi nonni, emigrati in Brasile e quell’individualismo che tanto caratterizza la nostra epoca, la descrive il suo paese, dalla toponomia al suo aspetto odierno. “postmodernità”, dove i grandi eventi storici sembrano essere La famiglia e il luogo di origine costituiscono il DNA dell’autore, qualcosa di lontano, di cui veniamo a conoscenza solo attraverso trasmettendogli i valori che lo accompagneranno per tutta la la televisione o i quotidiani, non facendone mai (o quasi mai) sua vita e che noi lettori ritroveremo in ogni pagina, fino alla esperienza diretta; un appello che al rimprovero unisce l’esempio fine del libro. Infatti il senso di appartenenza è il sentimento di quattro grandi valori: l’umiltà di riconoscere da dove si che guida l’autore in molti dei suoi incarichi politici e amminiproviene, non scordandosi del proprio legame con le “radici”, strativi (ricordo brevemente che Moscardini è stato, tra l’altro, la perseveranza del proseguire gli obbiettivi in cui si crede, impegnato nella CISL, vice-sindaco del comune di Lucca, l’onestà di un uomo al servizio della società e non del personale presidente dell’“Associazione Vittime Civili di Guerra” e tornaconto, e la mitezza di chi cerca sempre il dialogo e rifiuta dell’“Associazione lucchesi nel mondo”) e lo spingerà ad adoin partenza lo scontro, anche quando la comunicazione diventa perarsi particolarmente affinché i giovani di terza generazione difficile per la differenze di ideologie. Valori che nascono in emigrati all’estero riallaccino i contatti con l’Italia e conoscano quel piccolo paese di Brucciano, ma che viaggiano per il mondo: la nostra storia, chiedendo e ottenendo fondi dall’Associazione dall’Europa agli Stati Uniti; poi in Sudamerica, in Africa, fino per inviare in tutto il mondo materiale documentario al riguardo, a toccare l’altra parte del mondo, l’Australia; tutti viaggi che come videocassette e libri. Un senso delle “radici” che è accomLuigi ha potuto intraprendere grazie ai ruoli amministrativi e pagnato, fin dall’adolescenza, da quello del dovere civico. politici da lui ricoperti. Una vita che percorre tutto il globo, Moscardini è un giovane ragazzo quando la Garfagnana è spaccata descrivendo una circonferenza: Luigi torna proprio a Brucciano, in due dalla linea gotica e teatro di lotta della Resistenza; ma ma arricchito di tutto quel bagaglio culturale che solo il confronto di quella collettività di gente provata dalla fame e dalla paura con popoli diversi dal nostro ci può dare. E a Brucciano ritrova, della morte si sente già parte, arrivando persino a mettere a in piccolo, il mondo: il paese è diventato un “melting pot” di rischio la propria vita per aiutare un paesano ferito durante i culture diverse per la presenza dei tanti stranieri durante il combattimenti sul monte Rovaio nell’agosto del 1944. Lasciato periodo estivo: inglesi, irlandesi, americani, tedeschi, asiatici. Brucciano al termine della guerra, Luigi si sposta a Lucca, dove Anche qui, nella nostra piccola frazione, Luigi continua ad trasforma la sua naturale inclinazione al dovere civile in impegni essere “un curioso” della gente, dei modi di vita, delle diverse concreti, talvolta difficili per chi, come lui, “si è fatto da solo”, abitudini; perché anche nelle cose a noi più vicine possiamo non ha potuto frequentare l’università (come invece ha avuto trovare qualcosa da imparare e qualcosa da insegnare. la possibilità di fare la maggior parte dei suoi colleghi) e deve Simona Comparini 7 C’E’ DELIBERA E DELIBERA IL SINDACO SI DIMETTE Dopo circa un anno dalle prime elezioni del dopoguerra (il 17 marzo 1946), di cui abbiamo parlato nel n. 85 e che videro l’elezione a sindaco di Agostino Bertozzi, con 14 voti su 15, assistiamo ora alle sue clamorose dimissioni comunicate nel corso di una delle prime sedute del ’ 47. Così si legge nei verbali redatti dal segretario comunale che non è più Luciano Franchi ma il ragionier Ferruccio Ferracci. difficile e delicato qual è questo in cui occorre ricominciare una costante e fattiva ricostruzione finanziaria e morale, per risollevarsi dal caos in cui questa micidiale guerra ha condotto il paese. La decisione del sindaco è però irrevocabile. Al consiglio non resta che chiedergli di convocare la prossima riunione, in seduta pubblica, per il 23 febbraio dello stesso anno 1947 e procedere alla nomina del nuovo sindaco. 23 FEBBRAIO 1947 Si riunisce il consiglio nel giorno stabilito per l’elezione del nuovo primo cittadino. Presiede l’assessore anziano Giuseppe Battaglia. Ma non si può adottare alcuna deliberazione perché – spiega il segretario citando varie leggi – sono presenti solo 8 consiglieri su 15. Si rimanda tutto alla prossima volta. La riunione è fissata per il primo Marzo. Nella foto: il ventenne Giuseppe Battaglia (primo a sinistra) con i fratelli Giovanni e Pietro. Dice il sindaco: “Dopo un ponderato esame delle mie precarie condizioni di salute, anche per consiglio del medico, non potendo sopportare il disagio che richiede il viaggio da Sassi alla sede municipale, particolarmente nella stagione invernale, sono costretto a rassegnare le dimissioni da sindaco. Sento che non compiendo questo passo, agirei in mala fede, in quanto il delicato incarico richiede una dispersione di energia che solo chi è in perfette condizioni di salute può dare. Rivolgo il mio vivo e sentito ringraziamento al Consiglio per la diligente e precisa cooperazione offertami. A tutto il personale, un caldo e sincero plauso per l’abnegazione….”. Il consigliere Antonio Setti, a nome di tutti, prega il Bertozzi di desistere dalla sua decisione, specie in un momento così 1 MARZO 1947 Questa volta l’assemblea è valida perché sono presenti 11 consiglieri. Si procede a votazione segreta per la scelta del nuovo sindaco. Il risultato è questo: Giuseppe Battaglia, voti 6; Antonio Setti, voti 5. Primo cittadino del nostro comune diventa Giuseppe Battaglia. ALTRE DIMISSIONI Nello stesso mese si tiene un altro consiglio comunale. In apertura, chiede la parola l’assessore Antonio Setti. Riportiamo fedelmente l’intervento così come viene registrato dal segretario: “…… considerato che, a suo parere, (cioè a parere del consigliere Setti – n.d.r.) non esiste quella indefettibile collaborazione fra i componenti dell’amministrazione ma solo egoismi personali, tali che si potrebbero paragonare i consiglieri a tanti fanti di picche a due teste e pubblicamente dichiara che non intende più oltre far [parte] di tale consesso e di ritenersi quindi (segue parola illeggibile n.d.r.) da questo momento dimissionario dall’ incarico conferitogli dalla popolazione con la sua nomina a consigliere e conseguentemente da assessore”. Il consiglio prende atto delle dimissioni e le accetta. Quanto prima si dovrà eleggere un nuovo membro della Giunta. CONSIDERAZIONI Anche se non abbiamo prove concrete, vien fatto di pensare che in seno al consiglio si fossero venuti a creare due schieramenti nettamente contrapposti. Era quella l’epoca del campanilismo radicale. Da notare inoltre come anche nelle successive sedute consiliari non trapeli armonia o identità di vedute nello sparuto gruppo di amministratori. Sì, sparuto gruppo, perché quasi sempre i consiglieri assenti sono 4, 5 e a volte di più. Oggi si direbbe che c’era un eccessivo assenteismo. Agostino Bertozzi garantiva equilibri perchè riscuoteva consensi e stima in ogni frazione. Le sue dimissioni provocano il riaffiorare di tensioni tra paese e paese, probabilmente già palesatesi alla vigilia delle elezioni. Intanto si provvede anche a sostituire l’assessore Setti con un nuovo membro nella giunta, Dante Savoli. L’ELENCO DEI POVERI Il regolamento comunale del tempo prevedeva la promulgazione di un elenco nominativo dei “poveri” di tutto il comune (non c’era la privacy! N.d.r.). Gli iscritti nell’elenco avevano diritto alla distribuzione gratuita dei medicinali e a vari benefici di assistenza. L’elenco veniva aggiornato periodicamente. In quell’anno 1947 le famiglie ritenute povere o che comunque vantavano diritti ad essere aiutate erano 10 nel capoluogo; 2 nella frazione di Brucciano; 8 a Eglio; 12 a Sassi; 8 all’Alpe di Sant’Antonio; 1 a Montaltissimo; 11 a Cascio. Floriano Moni LA PANIA ON-LINE Consulta la Pania on-line all’indirizzo www.lapania.it! Potrai scaricare gratuitamente tutti i numeri del giornale fino ad oggi pubblicati e contribuire ad arricchire il nostro notiziario inviandoci suggerimenti e proposte di pubblicazione. 8 segue da pag. 4 LUCIA (LUCIETTA, LUCETTA, LUCY) – Trattasi di una variante del latino Lùcia, femminile di Lucius. E’ nome molto diffuso: occupa infatti il diciottesimo posto tra i nomi femminili italiani, frequente specialmente in Sicilia, ma presente un po’ dappertutto. L’accentazione sulla i, sconosciuta al latino, è dovuta forse ad un’origine greca o all’evolversi della nostra lingua nazionale. All’evidenza con la radice di lux, lucis ‘luce’, significa propriamente ‘nata alle prime luci del mattino’, ma ha assunto poi il senso di ‘splendente, luminosa’. La diffusione del nome è certamente da ricollegarsi alle venerazione per la santa siracusana così chiamata, che, secondo un’antica leggenda, a causa della sua fede, venne trafitta alla gola (per questo è invocata contro il mal di gola) ed alla quale furono asportati gli occhi (per ciò, dunque, protegge la vista). Secondo un’altra leggenda, invece, fu lei stessa a cavarsi gli occhi per non cedere alle pressioni del promesso sposo che aveva respinto per legarsi a Dio. Nella vicenda, così come esposta, di storicamente attestato vi è soltanto il fatto che la giovane subì il martirio nel 303, al tempo della dominazione di Diocleziano. Anche il ripetuto episodio per cui le sarebbero stati strappati gli occhi - frequente nell’iconografia della Santa, rappresentata soventecon in mano un piatto ove sono deposti appunto i suoi occhi – sarebbe frutto di una leggenda derivata dal suo nome. E comunque certo che il suo culto è antichissimo, essendo ricordata nella messa fin da tempi di Gregorio Magno. Nell’Ottocento poi, il nome ricevette ulteriore popolarità dall’opera musicata da Gaetano Donizetti, Lucia di Lammermoor , tratta dal romanzo di Walter Scott e dai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, che hanno in Lucia Mondella la protagonista femminile. L’onomastico delle donne che si chiamano Lucia è fissato il 13 dicembre, quando la Chiesa festeggia la martire siracusana, che, in alcune località d’Italia, porta i doni ai bambini. La data scelta è strettamente collegata al suo nome perché in passato si riteneva erroneamente che il 13 dicembre cadesse il solstizio d’inverno e dunque fosse il giorno più corto e più buio dell’anno, rischiarato però dalla Santa apportatrice di luce. RIEVOCATI GLI EVENTI DELLA LINEA GOTICA Foto di Giancarlo Carli Si è tenuta presso il campo sportivo di Sassi una manifestazione a carattere storico culturale e di rievocazione, in divisa, della Linea Gotica. La cerimonia di apertura si è tenuta alle ore 10, presenti le autorità: Senatore Andrea Marcucci, il Sindaco di Castelnuovo Garf.na dott.Gaddo Gaddi, il vice sindaco di Castelnuovo Garfagnana avv.Angiolo Masotti, il Sindaco del comune di Molazzana dott.Rino Simonetti, il Vice Sindaco di Molazzana Roberto Bertoncini, il Vice Sindaco di Vergemoli Vittorio Giannecchini , il Sindaco di Barga Marco Bonini con il consigliere Stefano Santi. A presentare la manifestazione curata dall’ Amministrazione comunale di Molazzana uno dei migliori storici della linea gotica occidentale, Davide del Giudice che con i suoi innumerevoli saggi ha portato a conoscenza i drammatici fatti accaduti nelle nostre zone durante gli otto mesi di combattimenti. Il sindaco di Sarzana Dr. Massimo Caleo, impossibilitato ad intervenire, ha mandato una lettera di apprezzamento, inoltrata da una delegazione presente e letta ed apprezzata dal pubblico. Inoltre erano stati invitati e sono stati premiati con una pergamena ricordo consegnata dal Sindaco di Molazzana alcuni ex combattenti ed i loro familiari. Ha stupito la testimonianza di Mario Gennai, allora quindicenne, volontario nella Divisione “San Marco”, il quale partecipò ad aspri combattimenti in zona rimanendo ferito a Molazzana nel febbraio 1945. Interesse lo ha suscitato anche la vicenda del Partigiano Miro Luperi, unica Medaglia d’Oro al VM di Sarzana, il quale trovò eroica morte il 27 novembre 1944, combattendo sul Monte d’Anima, altura che sovrasta proprio Eglio e Sassi. Antichi nemici si sono così ritrovati ed invece di un fucile stavolta hanno portato spalla a spalla una corona di alloro che riportava la dicitura: “Ai caduti in Garfagnana 1943-‘45”, corona poi deposta con una sobria e militare cerimonia presso il monumento ai Caduti del luogo, presente sull’attenti il picchetto d’onore dell’ “Associazione Linea Gotica Lucchesia”. La manifestazione è nata da un’idea di Giuseppe Carli, Gianni Bianchi e Davide Del Giudice. L’apprezzamento e l’incoraggiamento delle autorità presenti e di un folto pubblico, hanno convinto gli organizzatori a dare l’appuntamento a tutti per il prossimo anno, per un’edizione ancora più ricca e suggestiva. Giuseppe Carli 9 In ricordo del Gruppo Valanga Mai vista al Piglionico tanta gente, tanti labari, gonfaloni e stendardi, tanti rappresentanti di enti e associazioni nell’annuale commemorazione dei partigiani del Gruppo Valanga tenutasi domenica 29 agosto. In precedenza, vi era stata a Gallicano la deposizione di una corona d’ alloro sulla tomba del comandante del gruppo, Leandro Puccetti, deceduto per le ferite riportate nello scontro coi nazifascisti sul monte Rovaio. Nella cappellina dedicata al sacrificio dei 19 patrioti, dopo la S. Messa celebrata da fra’ Benedetto Mathieu, ha preso la parola il Sindaco di Molazzana, dottor Rino Simonetti. - PARLA IL SINDACO “Anche se stiamo vivendo tempi in cui si susseguono tentativi di revisionismo – ha detto – è da sottolineare come l’eroico comportamento di questi nostri partigiani e di altri migliaia, in tutta Italia, ci permetta oggi di vivere in un clima di libertà e democrazia”. Ha poi ringraziato le figlie di “mamma Viola”. Così i partigiani chiamavano Viola Bertoni che dette conforto materiale e morale ai giovani combattenti e fu insignita della medaglia d’oro al voler civile. Il sindaco ha inoltre sottolineato i richiami fatti nell’omelia da fra’ Benedetto e ispirati al Vangelo. Simonetti ha preannunciato che dal pros- simo 25 aprile, insieme al sindaco di Gallicano dottoressa Maria Stella Adami, verrà organizzato al Piglionico un incontro per rinsaldare i valori della Resistenza che coinvolgerà le scuole dei due comuni. Ha inoltre ringraziato i rappresentanti delle associazioni e dei comuni intervenuti, in modo particolare quelli emiliani di Anzola, Villa Minozzo e Castelnuovo Rangone, il gruppo “Don Carmine Chesi” di Bolognana diretto da Monica Vick che ha accompagnato le varie fasi della cerimonia con canti corali. Tra l’altro il coro ha eseguito un inno dedicato ai partigiani del “Valanga” musicato dal maestro Celestino, su testo che Rino Simonetti è riuscito a ricomporre grazie a ricerche e varie testimonianze. Il sindaco ha infine ringraziato il suo predecessore commendator Selso Savoli per aver valorizzato l’annuale manifestazione del Piglionico. - GLI INTERVENTI Dopo la consegna di vari attestati al superstite del “Valanga”, Elio Bortolotti da parte dell’onorevole Raffaella Mariani, è intervenuto il senatore Andrea Marcucci. Ha definito la cerimonia “superlativa” e dopo aver ringraziato Simonetti per la perfetta organizzazione, ha letto la motivazione con cui recentemente il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ha concesso la medaglia d’oro ai 16 comuni garfagnini (v. La Pania n. 86). La medaglia era sul labaro del Comune di Castelnuovo di Garfagnana rappresentato dal sindaco Gaddo Gaddi. Dopo un breve intervento del professor Berto Corbellini Andreotti che è a capo dell’Istituto storico della Resistenza, è stata la volta del presidente della Provincia Stefano Baccelli che ha ribadito l’esigenza di difendere ad ogni costo la Costituzione e i suoi principi. L’orazione ufficiale è stata tenuta da Marco Remaschi, presidente della Commissione sanità alla Regione Toscana che ha, tra l’altro, tracciato la cronistoria della battaglia del Rovaio con puntuali riferimenti d’indubbio valore storico. - ENTI E ASSOCIAZIONI Elenchiamo gli enti e le associazioni che hanno presenziato alla cerimonia: Assoarma di Lucca, Autieri di Lucca e sezione di Castelnuovo, ANPI di Lucca e di Modena, Istituto Storico della Resistenza, Associazione Alpini, Provincia di Lucca, Comunità Montana della Garfagnana, Carabinieri della stazione di Gallicano, Guardia di Finanza di Castelnuovo, Corpo di polizia municipale “Garfagnana Uno”, Gruppo corale di Bolognana, Comuni di Barga, Borgo a Mozzano, Coreglia, Gallicano, Castelnuovo, Camporgiano, Vergemoli, Anzola, Villa Minozzo, Castelnuovo Rangone. Erano presenti assessori e consiglieri del nostro comune. F.M. Alcuni rappresentanti di Enti e Associazioni 10 In ricordo del Gruppo Valanga La medaglia d’oro concessa ai comuni garfagnini dal presidente Giorgio Napolitano L’intervento del sindaco Rino Simonetti L’onorevole Raffaella Mariani consegna alcuni attestati a Elio Bortolotti, superstite del “Gruppo Valanga” Parla il senatore Andrea Marcucci Le foto sono di Pietro Guidugli L’intervento del presidente della Provincia Stefano Baccelli Il consigliere regionale Marco Remaschi era l’oratore ufficiale Un anziano Alpino presente alla cerimonia 11 LA PROCESSIONE La processione triennale in onore del patrono S. Bartolomeo, tenutasi nel capoluogo sabato 21 Agosto, ha registrato la solita partecipazione di folla accorsa anche dalle altre frazioni e dai comuni limitrofi. La Messa celebrata in piazza Europa Le foto sono di Bruno Pieroni La statua del patrono S. Bartolomeo portata a spalla per le vie del capoluogo. Fra’ Benedetto Il gruppo dei giovani “portatori” che si sono alternati nel percorso Unico……neo della serata è stato il vento che ha spento molti dei lumini che a migliaia incorniciavano le case e le vie percorse dal corteo snodatosi dalla chiesa fino alle Casine, Casella, Rio. La S. Messa è stata concelebrata in piazza da fra’ Benedetto e don Marcello Franceschi. La solenne omelia è stata invece pronunciata alla Casella da don Fabio Bianchi. Il sindaco Rino Simonetti, anche a nome dell’amministrazione comunale, ringrazia il comitato organizzatore per l’impegno profuso e per la perfetta riuscita della manifestazione che si è chiusa con i fuochi d’artificio, quest’anno particolarmente spettacolari e un gustoso e abbondante rinfresco per tutti. La Corale di Cascio e Molazzana 12 Continuiamo la pubblicazione dei ricordi di lontane peregrinazioni in Marocco di fra’ Benedetto. (Altri “Sprazzi” nei numeri 83 – 84 – 85). SU E GIU’ PER I MONTI Dopo la cena col Caid decisi di star fermo per una buona settimana per esplorare l’oasi nei suoi minimi particolari e conoscere l’impianto dei suoi raggruppamenti umani. Se l’oasi non era la più vasta, era sicuramente una delle più complesse distribuita tra bianchi, neri, neri – bianchi, discendenti di ebrei convertiti all’Islam e “ciorfa” cioè discendenti da Mohamed il profeta, tramite schiave o concubine. Poi dispersi e totalmente emarginati: maestri e professori venuti da ovunque. Dopo di che volevo iniziare il riconoscimento delle piste dell’alto Atlante. Intendevo percorrerle poi a piedi dopo l’inverno. Era novembre; la stagione era favorevole perché la neve sui passi, più di 2000 metri, era improbabile e volevo indagare sulla possibilità logistica di sviluppare uno studio sociologico dell’estremo Sud del Marocco, dalla frontiera orientale algerina all’allora Sahara spagnolo. Duemila chilometri da percorrere e ciò facendo pensavo di dilettarmi pure alla controprova della botanica del deserto, imparato finora solo sui libri. Partii presto una mattina. Mi era stato detto che le piste da seguire erano state molto rovinate da un temporale estivo. Insomma dovevo abituarmi a far delle punte a venti chilometri all’ora! L’importante era salvare la macchina. All’uscita dell’oasi un giovane mi fece segno di fermarmi. Ritornava a casa dopo aver visitato suo fratello maestro in un’oasi vicina. Salì in macchina e mi sconsigliò l’attraversata dell’Atlante: “C’è neve sul lato Nord” – disse. Si fa presto l’abitudine a cambiare la meta in questi paesi e decisi di abbandonare la mia idea di oltrepassare l’alto Atlante, la pista saliva a 2900 metri, e di girare verso sud, sud-ovest. Era pure la direzione dell’oasi del giovane Rachid. Che la presunta neve sia stata per arrivare più comodamente a casa? In ogni modo si rimaneva sempre a sud delle creste montuose e non si saliva oltre i 1800 metri. La luce chiarissima su questi altipiani mi ricordava giorni spensierati da adolescente nelle campagne della mia nonna. Ne rimasi quasi male. Perché dobbiamo sempre ritornare al passato? Non possiamo scoprire un tutto nuovo? Lasciarsi portare via dall’ignoto? Sicuramente difesa personale, istinto di razionalizzare le cose. Limite delle nostre ricerche….e delle nostre scoperte. Intanto dopo sali-scendi continui e spesso vertiginosi, in lontananza una spennellata verde: un’oasi, pensai. Corrispondeva ai miei calcoli anche se la lentezza mia su queste piste me la faceva sperare assai prima. Erano le tredici. Dalle nove avevo percorso appena 80 chilometri. Una sbarra di fermo ci accolse con l’alto là di un soldato. Due altri uscirono da una catapecchia vicina. “Chi sei, dove vai, perché, chi è con te?” Normale interrogatorio. “Devi venire con noi da Caid. L’altro può rimanere in macchina. Dacci le chiavi!” E va bene pensai. In ogni modo il Caid del luogo è parente dipendente del gran Caid. Camminammo per circa un chilometro prima di arrivare davanti ad una roccia enorme di un rosa cupo, color di questa vallata sulla quale si ergeva l’impressionante casa del Caid. Era già stato avvertito del mio arrivo e mi accolse amichevolmente tra lo stupore dei soldati. Thè, biscotti, mandorle poi spiedini, ecc. Strepitavo un po’ perché questo tempo perso non agevolava il proseguimento del viaggio. Sarebbe stato da pazzo guidare su queste piste appena fosse sceso il crepuscolo. La conversazione languiva e mi misi a lodare l’arredamento della casa. Mi colpì particolarmente la tessitura a larghe trecce delle coperte di lana grezza, stese sulle lunghe panche del salone. Ripensai pure a Rachid, nella macchina, e dopo gli ultimi convenevoli presi congedo e, sempre con la mia scorta, raggiunsi la macchina. L’atteggiamento dei soldati era molto diverso da prima. Avevano portato datteri a Rachid e consegnandomi le chiavi, si tenevano sugli attenti. Ero per mettere in moto quando, tutto sudato, un soldato si presentò a me con un enorme pacco. “Dal Caid, mi disse”: era una di quelle coperte che avevo ammirato. Mi ero dimenticato che quando l’ospite esprime un desiderio o che l’oste percepisce un desiderio dell’ospite, la buona educazione vuole che sia esaudito. Molti sapendolo, ne approfittavano. Mi ripromisi di essere più prudente e di trovare altri argomenti da sviluppare quando una conversazione languiva. Fortunatamente, alzandosi parecchio, la pista si fece più agevole e l’altopiano meno scosceso, o più esattamente, la successione scalare di altipiani. Eravamo su i 1800 metri e il sole leccava appena la cima dei monti quando apparve l’oasi di Rachid. Le case di pietra sul pendio del monte mi ricordavano, in maniera minore, borghi dello Yemen intorno a Sana’a e mi confermai nella certezza che l’uomo trae dalla materia la forma ivi inclusa. Non ci sono pretese influenze di un continente sull’altro ma applicazioni esteticamente più o meno soddisfacenti di una segue a pag. 13 13 legge generale. Non potevo proseguire nel mio itinerario; la notte ormai stendeva il suo velo sul nostro piccolo mondo per svelare lo scintillio delle stelle. Avviluppato in un tappeto dormii profondamente e all’alba Rachid mi portò il thè, prima di prendere la colazione con la sua famiglia: burro, miele, pane appena cotto spalmato di grasso di montone e peperoncino, caffè al pepe cannella. Il mio intento era di partire subito in modo di arrivare all’oasi della mia prossima sosta notturna prima di sera. Nulla da fare; arrivarono alla riscossa di Rachid e famiglia, vari cugini che mi convinsero di soprassedere: un matrimonio doveva celebrarsi in una piccola oasi più in basso, in questo cumulo disordinato di rocce. Pensai che fosse quest’oggi, ma era solo l’indomani. Venuto a sapere del mio interesse per gli insediamenti umani sparsi in queste montagne popolate dalla tribù rivale della tribù da dove venivo, Moha, uno dei cugini, mi propose di passare la giornata con me camminando per gole e dirupi. Accettai con entusiasmo e partimmo subito. Capii che Moha era un gran camminatore. In spalle aveva un pesante zaino regalatogli da un fratello emigrato in Francia e con quello, portava in zone impervie sale in zolle scintillanti, tolte da una miniera di montagna ad un centinaio di chilometri più a nord – ovest. Il passo di Moha era sicuro. Il sentiero strettissimo spesso a strapiombo sull’abisso o strangolato tra le rocce, non spingeva tanto a riflessioni metafisiche. Forse per due ore andammo verso Sud. Dall’oasi il declivio poteva essere oltre 800 metri. La distanza non più di 8 chilometri, considerato il nostro procedere. Sforzo e concentrazione ci facevano grondare di sudore. “Fra breve potremo bere” mi urlò Moha precedendomi di 100 metri. Infatti poco dopo mezz’ora saltellavamo tra i blocchi di roccia. Un largo di acque limpidissime ci accolse. Fitti oleandri circondavano questo nostro piccolo bacino e si inerpicavano in una falda da dove usciva tanta grazia di Dio. L’acqua non era profonda e, prima di attraversare l’ormai torrente, ci togliamo tranquillamente la nostra voglia di bere. Facciamo un bagno riparatore. Indugiamo un’oretta stesi al sole su una roccia liscia in mezzo agli oleandri, poltrendo come buffe lucertole, prima di riprendere il sentiero che scorreva da una parte e l’altra del torrente. Ad attraversarlo, l’acqua non superava mai i ginocchi e ci procurava un gran senso di benessere. Non è che durasse tanto!. Eccoci di nuovo in mezzo alle rocce e questa volta ad inerpicarsi sulla riva opposta. Un vento piuttosto fresco ad asciugare il sudore. Non mi ricordo più quanti piccoli torrenti asciutti abbiamo attraversato! Durante i temporali, gonfiano a dismisura e fragorosamente, in un cascame di pietre, vanno a trasformare il torrente principale in un rullo compressore che porta via tutto quello che ostacola la sua potenza selvaggia. Ne ebbi conferma quando, passato il dosso del monte, cominciammo a scendere. Il sentiero a gradini naturali di rocce piatte, lisce e scivolose non era molto agevole ma il paesaggio, scoprendosi come in un film al rallentatore, grandioso. Appariva un vasto circo, nascosto quando eravamo sulla cima dei monti, perché allo stesso livello. Era stato scavato per milioni di anni dall’impeto delle acque. Il nostro camminamento sinuoso fra le montagne non mi permetteva di essere sicuro che si trattasse dello stesso torrente. L’impressione mia era che ci trovavamo ad un’altezza maggiore ma le nostre percezioni in tali ambienti sono ingannevoli. (continua) crisciolette: “Questa grossa cialda deriva dalla commistione tra due tipi di farina: quella di grano duro e quella di mais. Ancora più buona se farcita con pancetta e formaggio di vacca. La particolarità della sagra sta nel fatto che i piatti vengono preparati da un team di cuochi che lavorano su un palco in bella vista…..” L’A.S.R. Cascio ringrazia tutti coloro che nel corso degli anni hanno contribuito al buon svolgimento e al successo della Sagra delle crisciolette. Tra le dieci feste dell’estate gastronomica toscana da non perdere, prima in classifica, pensate un po’, è la Sagra delle crisciolette di Cascio. La classifica stilata lo scorso mese di luglio dal giornale Il Tirreno, vede al secondo posto la Sagra del porcino di Borgo San Lorenzo (Firenze) e al terzo quella della zuppa di Aquilea. Seguono le altre. E’ l’esperto Jonathan Favalli a parlare sul quotidiano delle AVVISO Dal 1° ottobre l’Ufficio Postale di Molazzana sarà chiuso il lunedì e il giovedì, mentre sarà aperto il martedì, mercoledì e venerdì con l’orario 8,1513,30 e il sabato dalle 8,15 alle 12,30. 14 In questi tre giorni, abbiamo assaporato solo le briciole di quelle difficoltà che gli esploratori artici incontrano nelle loro spedizioni, ma abbiamo anche provato le emozioni che li spingono a sfidare l’Artico. Durante il tragitto facevamo alcune pause che erano riscaldate da caffè bollente e addolcite da cioccolato e biscotti. Il pranzo consisteva sempre in una porzione di cibo liofilizzato mentre a cena ci attendeva cibo precotto congelato da riscaldare nell’acqua calda. Con quest’ultima, ottenuta sciogliendo la neve, facevamo tornare liquidi anche latte e caffè in polvere per poter fare colazione. Quando si è esposti per molto tempo a queste temperature, mangiare spesso diventa fondamentale per aiutare l’organismo a mantenere la temperatura corporea e a recuperare la fatica dell’escursione, ma ogni pasto caldo deve essere consumato in fretta perché si fredda in un istante. Arrivati alla sera ci accampavamo. Montavamo le tende e scavavamo nella neve quelle che sarebbero diventate la cucina e la toilette. La tenda e un ottimo sacco a pelo ci garantivano un caldo riposo durante la notte, quando la temperatura scendeva abbondantemente sotto i -20°C ed il vento era l’unico suono percepibile. Quando anche quest’ultima fonte di rumore cessava, un silenzio assordante scendeva sul nostro campo. Come protezione da possibili visite dell’orso polare, intorno al campo veniva steso un apposito filo. Nel caso questo l’avesse toccato, un razzo sarebbe stato sparato in alto per spaventarlo, ma oltre a questo c’erano di guardia i nostri amici a quattro zampe che se avvertivano la presenza del grande mammifero avrebbero iniziato ad abbaiare. Al mattino, appena ci svegliavamo, potevamo osservare uno strato di brina che ricopriva sia la camera interna della tenda che i nostri sacchi a pelo e che ci ricordava immediatamente in quale parte di mondo stavamo campeggiando. Dopo la colazione smontavamo il campo, riponevamo di nuovo tutto nelle pulka e ripartivamo per un’altra giornata di sci, che ogni volta era piena di emozioni. Bastava spostarsi di poco ed una nuova vallata, un nuovo ghiacciaio, nuove cime montuose apparivano a noi come usciti dal cappello di un prestigiatore. Durante questo tipo di esperienze si diventa tutt’uno con la natura che ti circonda o meglio, che ti ospita. Col tempo ci si adatta al freddo, si entra a tutti gli effetti a far parte del sistema: l’estremo diviene normalità . L’Artico apre le sue braccia e ti stringe a sé. Il suo gelido abbraccio ti scalda il cuore, ti ipnotizza gli occhi e ti libera la mente. Qui il tempo sembra fermarsi, l’orologio al polso scandisce un ciclo che non è più il nostro. In questi luoghi c’è il rischio di poter rimanere svegli anche 48 / 72 ore, ingannati dalle 24 ore di luce e dalla voglia esplorare un paesaggio che ti lascia estasiato in ogni momento. Vivere questa simbiosi con la natura è un’esperienza unica come Il nostro campo di tende 15 casetta di legno con vista sulla baia, della quale non chiudiamo mai a chiave la porta d’ingresso, come è ancora abitudine da queste parti. La sera decidiamo di andare al un pub a berci una birra, usciamo di casa alla 21:30, con gli occhiali da sole, d’altra parte il Sole rimane in cielo fino alle 23:30. Edoardo Ciambelli Pranzo in un riparo costruito nella neve l’Artico stesso e non può essere né descritta a parole, né con foto, né con film, può solo essere vissuta. I tre giorni di sci passano velocemente ed in un lattiginoso giorno, con una bufera di neve in corso, torniamo a malincuore a Longyearbyen. Qui Ester, la sorella di Stefano ci assegna una bellissima casetta di legno di ben 120 mq e ci dice che dovremo condividerla con altri due italiani e due tedeschi, ma che forse non arriveranno in quanto una nube di cenere causata da un vulcano islandese ha paralizzato il traffico aereo di mezza Europa. Il quinto giorno abbiamo la mattina libera e la sfruttiamo per far visita ai negozi della città, mentre nel pomeriggio abbiamo in programma la visita alla grotta di ghiaccio. A farci da guida per questa perla di madre natura è Ingen una ragazza arrivata qui nel 1998 da Bergen, città della Norvegia continentale, e che parla un ottimo italiano. Partiamo da Longyearbyen con le motoslitte ed andiamo sul ghiacciaio poco sopra la città. Qui un buco nel ghiaccio, ci permette di entrare nelle viscere del ghiacciaio. Ognuno di noi ha una lampada frontale con la quale illuminare il cammino all’interno, dove la temperatura è costante e pari a –3°C. Appena entrati si ha come l’impressione di essere nell’intestino un gigantesco animale ghiacciato, è semplicemente incredibile. Bastano pochi passi ed uno scenario unico si apre ai nostri occhi, ci sono stalattiti e stalagmiti che sembrano di cristallo e le pareti di acqua ghiacciata, alla luce delle nostre lampade acquistano toni di colore diverso, dal bianco opaco, all'azzurro, al verde. Queste meraviglie create dalla mano artistica dell’inverno artico, con l’arrivo dell’estate si sciolgono e dentro la grotta inizia a scorrere un fiume, ma poi, con il ritorno delle basse temperature il fiume scompare e le sculture di ghiaccio della grotta si riformano come per magia, con forme diverse dall’anno precedente. Rimaniamo un’ora e mezzo in questo magico mondo glaciale ed una volta usciti ce ne torniamo nella nostra bellissima La grotta di ghiaccio Il meritato riposo di un cane 16 La squadra vincente di Cascio Spesso i ragazzi di Cascio hanno sentito parlare dei tempi in cui i loro genitori si battevano contro i coetanei di altri paesi garfagnini nei Giochi dell'amicizia organizzati a Casatico. Raccontavano di agguerrite corse sui trampoli e sfiancanti tiri alla fune, belle giornate passate in compagnia tra risate, scherzi e talvolta anche piccoli diverbi. I racconti si concludevano quasi sempre nel solito modo... “Anche quell'anno la Coppa l'abbiamo portata a Cascio!!!”. Per noi ragazzi quelli sono rimasti solo racconti fino a quest'anno quando, in occasione del 50° anniversario della Sagra dei Necci, sono stati nuovamente organizzati i Giochi dell'amicizia. Ovviamente non potevamo mancare! Ed è così che nel pomeriggio di Ferragosto la squadra cascerotta ed i suoi molteplici sostenitori, si sono presentati nello stesso campo a distanza di un bel po' di anni, sperando di non deludere le aspettative di coloro che nel passato avevano tenuto alto l'orgoglio Cascerotto. Si parte: regolamenti alla mano, attenzione ai movimenti degli avversari e con tanta voglia di divertirci cominciamo a cimentarci nei giochi. Ci incappucciamo cercando di ritrovare i nostri compagni di squadra, cerchiamo di raccogliere palline “volanti”, gonfiamo palloncini, infiliamo cerchietti in manici di scopa e portiamo a spasso uova fresche in cucchiai tenuti tra i denti cercando di essere sempre più veloci degli avversari! Insomma due pomeriggi di avvincenti giochi di squadra che alla fine ci hanno visti vincitori sulle squadre di Roccalberti, Casatico-Vitoio e Casciana. Ed è così che anche noi adesso possiamo raccontare la nostra storia: “Anche quest'anno la coppa l'abbiamo portata a Cascio!” Alice Martinelli TORNEO CALCETTO SASSI 2010 Lorenzone - I.E. Bertoncini 2 – 2 (9-10 ai calci di rigore) La formazione dell’ Impresa Edile Bertoncini di Cascio bissa il successo del 2009 in una finale mozzafiato che ha visto la formazone di Barga “Lorenzone “ raggiungere il pareggio al termine dell’incontro. Siamo andati ai calci di rigore che hanno visto prevalere la formazione di Cascio. Terza forza del torneo, la squadra di Gallicano “Schiacciasassi” di Bravi Claudio. Quest’anno il vice sindaco Bertoncini ha delegato l’assessore Daddoveri alla premiazione della sua squadra. TORNEO CALCIO AMATORIALE del 22 AGOSTO 2010 L’edizione 2010 del torneo di calcio amatoriale ha visto la vittoria della squadra locale del Sassi-Eglio contro gli Amatori - Gallicano in una finale emozionantissima finita 2-2 e poi vinta, dopo una interminabile serie di calci di rigore (1110).Terza forza del torneo i Randagi Apuani che hanno superato i Diavoli Rossi di Filicaia per 1 a 0. Le altre squadre partecipanti erano Fornaci Spartan e Deportivo - Villetta campione uscente. Capo cannoniere: Bertozzi Michel, con tre reti (Sassi-Eglio) e miglior portiere, Brucciani Massimo, con solo 2 goal subiti. 17 Dopo la retrocessione di Gallicano e Virtus Camporgiano in terza categoria è rimasto il solo Molazzana a rappresentare la Garfagnana nel girone C di seconda categoria. Dovrà vedersela con squadre della Lucchesia, con trasferte meno agevoli degli anni scorsi anche dal punto di vista chilometrico. Le squadre (geograficamente) più accessibili sono il Sacro Cuore di Barga, che però avrà come campo amico quello del Ponte all’Ania, il Piano di Coreglia ed il Fornoli. Per il resto ci sarà da imboccare la Fondovalle. In estate hanno lavorato solo i due direttori sportivi Andrea Talani e Michele Daddoveri, regalando ai tifosi amaranto ben nove giocatori. Tra questi spicca Matteo Torriani che col bomber Betti andrà a formare in attacco un temibile (per le altre compagini….) tandem. Torrioni, prelevato dalla Virtus, è una vecchia conoscenza del pubblico molazzanese. Saranno del gruppo anche Rocchiccioli (dalla Virtus), Bertolini (dal Pieve Fosciana), Santoni (dal Real Castelnuovo), Franceschini (dal Barga), Buriani e Toni (svincolati), il difensore Mirko Micheli, il centrocampista Paolo Grassi. Se controllassimo l’età di ciascun giocatore, scopriremmo un bel mixer tra juniores e seniores. Questa la rosa completa del Molazzana 2010 – 2011: PORTIERI: Martini Adami Michele, Franceschini Nicola oltre al preparatore Biagioni Roberto che in caso di necessità può essere impiegato come numero 1. DIFENSORI: Babboni Francesco, Bechelli Mirko, Bertolini Angelo, Biagioni Luca, Fantoni Francesco e Toni Luca; CENTROCAMPISTI: Bertoncini Matteo, Buriani Luca, Grassi Paolo, Guidi Stufano, Lesoli Simone, Miglianti Stufano, Pierotti Emanuele, Rocchiccioli Alioscia, Savoli Gianmarco; Attaccanti: Betti Stufano, Mori Piermichele, Papi Alessio e Torrioni Matteo. Sono assenti almeno per il momento, per infortunio: Babboni Federino e Malatesta Alessio. Nelle foto da sin.: Roberto Biagioni, portiere con centotrenta presenze ed ora allenatore dei portieri; il difensore Luca Biagioni; il centrocampista Stefano Miglianti. L’edizione 2010 del trofeo dedicato alla memoria di Lino Micchi ha avuto la sua consacrazione. Ben 115 gli iscritti, 95 i partenti effettivi e 87 gli atleti arrivati. C’erano inoltre una decina di partecipanti alla non competitiva. Vittoria del lucchese Del Nista Daniele, (G.P. Alpi Apuane) che sul classico percorso che si snoda tra i due paesi di Sassi e di Eglio ha fatto riscontrare un discreto tempo: 25 minuti e 48 secondi. Secondo classificato Battelli Paolo (Corradini Rubiera), terzo classificato Mei Massimo (Atletica Castello). Per la categoria femminile vittoria e record per Ilaria Bianchi (Team Cellfood), seconda classificata la marocchina Laarichi Siham (Atletica Blizzard) di Bologna e terza classificata Giannotti Tiziana (Citta’ di Sesto).Categoria donne Lady (da 45 anni): Prima Vittoria di Mara Antongiovanni (Lammari). Per la categoria Veterani (da 50 a 59 anni) Simi Claudio (Alpi Apuane). Categoria Argento (da 60 a 69 anni): Fioravanti Silvano (Atletica Pontedera) e nella categoria oro (da 70 a 75 anni): Monini Giuseppe (Orecchiella Garfagnana) classe 1939 e fresco campione italiano di corsa in montagna di categoria. Presenti alla cerimonia varie autorita’ tra cui il Vice presidente della Comunità Montana della Garf.na Giannini Michele,il sindaco di Molazzana dott. Simonetti Rino, il Vice sindaco Bertoncini Roberto, il consigliere Biagioni e il presidente del Gruppo Sportivo Orecchiella, Mascagni. Grandi gli apprezzamenti da parte dei partecipanti tanto che Cioni Alessandro ha scritto questo bellissimo articolo su “podisti.net” uno dei piu’ famosi portali web del podismo italiano ed internazionale: “Ho avuto grande soddisfazione dalla lunga trasferta di domenica sera al Trofeo Lino Micchi a Sassi Eglio, nei pressi di Molazzana, in provincia di Lucca. Partito per fare volantinaggio alla imminente “60^” Camminata RM di domenica prossima a Porretta Terme, con l’infortunio al tendine d’Achille ancora in corso, arrivato sul posto ho cambiato idea e visto il bel paesaggio e il paese caratteristico, mi sono iscritto e ho corso (si fa per dire). Quello che mi aspettavo dal volantino è stato pienamente rispettato, anzi, la soddisfazione è stata ancora maggiore. L’organizzazione si è rivelata ottima (A.S. Sassi Eglio e G.S. Orecchiella). Qualcuno mi aveva detto “casereccia”, invece tutti molto seri e professionali, ristori ben piazzati e premiazioni molto generose. Giudici Fidal attivi nel controllare il tutto e riprese tv. In pratica il percorso era nettamente più corto degli 8 km previsti, peraltro tutti misurati e segnalati con esattezza, infatti era di 7.3 sviluppati su tre giri di diversa distanza con un’unica caratteristica: tratti in salita brevi ma durissimi! Vario anche il fondo: asfalto, lastricato, prato, sentiero nel bosco, e strada bianca: divertentissimo, mai scontato, una sorpresa dietro ogni curva! Sconsigliato a chi non ama la ripide discese e salite, ma in Garfagnana, se non ti piace la montagna, è meglio che tu non ci vada. Pubblico presente lungo il percorso che applaudiva (soprattutto il locali con le maglie verdi) divertito dal passaggio (in alcuni punti) ripetuto degli atleti. Poi il clou, con i bimbi che hanno corso all’interno del campo di calcio: grandi agonismi e divertimento assicurato per il pubblico. Come già detto, premiazioni generose, con i vari “dignitari” delle istituzioni presenti, servizio docce e comoda pizzeria proprio al lato del palco premiazioni. Se l’anno prossimo sarò in forma, sicuramente mi rivedranno Complimenti ancora”. Giuseppe Carli 18 Albatros Drivers srlsrl Sede uff- Tel. e Fax 0583 999852 Noleggio con conducente Lic. N. 1 Taxi Sostitutivo Servizi per aereoporti - matrimoni - città d’arte - escursioni Autista lingua inglese, francese, tedesco Noleggio auto/autista Fabrizio 339 6748582 lunghi periodi Servizi Aziendali Eleonora fatture cumulative 339 6694579 Agenzia Generale Via F. Azzi 44 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lu) Tel. 0583658953 Fax. 0583644502 e-mail:[email protected] locale completamente rinnovato dal 1918 a Castelnuovo CALZATURE Via Nicola Fabrizi, 2 - CASTELNUOVO GARFAGNANA [email protected] - Tel. 0583 62408 Sub Agenzia Via della Fontana 2 55051 Barga (Lu) Tel. 0583711321 Fax. 0583724364 Se.Ver.A. 0583 644280 LA RACCOLTA DI FERRO E MATERIALI INGOMBRANTI VIENE EFFETTUATA: ULTIMO VENERDÌ DI OGNI MESE PRESSO I CONSUETI PUNTI DI RACCOLTA R.S.U. PER NOTEVOLI QUANTITÀ DI MATERIALI CONTATTARE IL NUMERO SOPRA CITATO Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca SRL costruzioni edili e stradali, acquedotti e fognature via della Rena 9G 55027 Gallicano Lucca tel. 0583 730132-39 - fax 0583 730284 www.vandobattaglia.it - [email protected] C.F. e P. IVA 01370870469 Azienda Certificata: S.O.A. - UNI EN ISO 9001:2000 - ISO 14001:2004 19 ASSISTENZA, NOLEGGIO E RIPARAZIONE DI TRATTORI A. CARRARO, ATTREZZATURA VARIA TRATTORINI E RASAERBA VIKING. Via Pio la Torre CASTELNUOVO GARFAGNANA Tel. 0583 65218 - Fax 0583 63195 di Simonini V. & C. MOBILI - CUCINE - INFISSI LEGNO E ALLUMINIO Via Roma, 99 - Tel. 0583 747900 55027 GALLICANO (LU) BEYFIN L’energia che conviene! DIVISIONE MARGAS GAS LIQUIDO UNA FONTE DI ENERGIA E CALORE COMODA, PULITA E CHE COSTA MENO SOLUZIONI PERSONALIZZATE PER L’INFORMATICA Via Romana, 615/P - ARANCIO - Lucca Tel. 0583 496962 Via della Repubblica, 63 - Fornaci di Barga (LU) www.dtpinformatica.com Energia Pulita per la casa - l’industria - l’autotrazione Sede, Stabilimento e Depositi: Via Guidicciona, 2 55049 TORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) Tel. 0584 34127 - 28 di Babboni Giorgio & C. sas Insaccati scelti: Specialita’ formaggi nostrani Molazzana 20 AMBULATORIO MEDICO Dott. Rino Simonetti Giorno Mattino Lunedì Molazzana Pomeriggio Bolognana Martedì Molazzana Bolognana Mercoledì Sassi Giovedì Molazzana Bolognana Venerdì Cascio Bolognana Sabato Tel. 0583 666787 (oppure 115) LUNEDÌ - MARTEDÌ GIOVEDÌ 10,30 - 12,30 COMUNE DI MOLAZZANA Tel. 0583 760151 Fax 0583 760330 GUARDIA MEDICA SERVIZIO AMBULANZA COMUNITÀ MONTANA CASTELNUOVO GARF. Tel. 118 Guardia Medica (Tel. n. 118) RECAPITI TELEFONICI MOLAZZANA - Ambulatorio - 0583 760285 SASSI - c/o Ristorante “Il Falco” - 0583 760030 CASCIO - c/o Bar Pieroni - 0583 74332 BOLOGNANA - Ambulatorio - 0583 75136 Cellulare 333 3556381 AZIENDA U.S.L. - C.U.P. (Centro Unico Prenotazioni) Zona Valle del Serchio Zona Piana di Lucca VIGILI DEL FUOCO CASTELNUOVO GARF. DISPENSARIO FARMACEUTICO MOLAZZANA Tel. 0583 669779 Tel. 0583 970000 Servizio Antincendio Tel. 0583 644911 NUMERO VERDE PER CHI CHIAMA CON TEL. CELLULARE 167 51 08 69 UFFICIO POSTALE MOLAZZANA BIBLIOTECA COMUNALE MOLAZZANA SABATO Tel. 0583 760020 10,00 - 12,00 GAIA FRA’ BENEDETTO ACQUE - FOGNATURE DEPURAZIONE Cellulare 339 1525322 Tel. 0583 74184 GARFAGNANA 1 SEDE GENERALE: CAMPORGIANO - VIA SS. TRINITÀ TEL. 0583 618142 PERIO PA D A UN sas di BASILI LUCA e GIUSEPPE Via della Repubblica, 13 55023 BORGO A MOZZANO (LU) Tel. 0583 88039 - Fax 0583 889735 E-mail:[email protected] N TIPOLITOGRAFIA ITALIA IO A IC N E ST A M ORARIO: DA LUNEDÌ A VENERDÌ DALLE 9,00 ALLE 19,00 SABATO DALLE 9,00 ALLE 13,00 ISCRITTO UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Direttore: Simonetti Rino Direttore Responsabile: Moni Floriano Comitato di Redazione: Pieroni Bruno, Bertoncini Valentina, Carli Giuseppe, Fra’ Benedetto Mathieu, Poli Ivo, Rossi Chiara Stampa: Tipografia Amaducci - Borgo a Mozzano Tel. 0583 88039 GRUPPO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNE DI MOLAZZANA In caso di emergenza contattare uno dei seguenti numeri Protezione Civile 339 5901216 - Cinquini Giuliano 328 9272076 - Papi Giorgio 349 1261575 Bonaldi Adriana 0583 760372 - Pellegrini Stefano 338 6532671