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LOS IMPOSSIBLES - VELUT LUNA CVLD273 - data di pubblicazione: 12 ottobre 2015
Realizzato con il sostegno di Puglia Sounds Record 2015
Luca Tarantino - baroque guitar
Vito De Lorenzi - tabla and percussions
Guest artist: Marco Bardoscia - doublebass on track 02 and 07
01 - Jacaras (A. de S. Cruz) 5:44
02 - Gallardas(G. Sanz, A. de S. Cruz, S. de Murcia) 4:54
03 - Canario
sobre la C (A. de S. Cruz, G. Montesardo, G.B. Abatessa) 4:18
Fandango indiano (S. de Murcia, E-Mn Ms. 811) 7:34
05 - Capona quarta (F. Valdambrini) 3:54
06 - Otros Canarios (S. de Murcia) 6:10
07 - Canarios (S. de Murcia) 3:01
08 - Preludio (G. Sanz) 3:07
09 - Folias Gallegas (S. de Murcia) 7:01
10 - Los Impossibles (S. de Murcia) 5:30
11 - Ciacona (G. P. Foscarini, Alessandro Piccinini) 4:18
12 - La Jota (S. de Murcia, E-Mn Ms. 811) 7:15
04 - Fandango,
Questo disco mette in musica un incontro immaginario. Un chitarrista
compositore del tardo seicento spagnolo, alla ricerca di danze e can-zoni si
imbatte in un suonatore di Tabla, lontano discendente di quelle famiglie
nomadi che dall’India, sin dal basso medioevo, migrarono attraverso
l’Anatolia in tutta l’Europa, trovando dimora stabile nell’Andalusia spagnola,
già terra di convivenza tra ebrei e mori di lingua araba.
Plausibile, ma impossibile. Come impossibile è l’incontro tra la chitarra
barocca, massimo interprete della tendenza all’ornamentazione che
caratterizza tutta la cultura spagnola già dal rinascimento, e i Tabla, coppia
di tamburi simbolo, assieme al Sitar, della fase matura della musica classica indiana.
I linguaggi dei due strumenti hanno un carattere comune: la Glosa (Vistar, in indiano), ossia la variazione sul tema, che
introduce nuovi spunti tematici, a loro volta oggetto di glosas. Si dice che in Andalusia quest’inedita mescolanza abbia
dato vita al Flamenco.
Abbiamo immaginato che questo repertorio ponesse i due strumenti in grado di dialogare, partendo dalle poche fonti,
scritte ed orali, che da lì a breve sarebbero diventate nel mondo, per antono-masia, la musica degli zingari spagnoli.
Era il febbraio del 2011 quando Marco Bardoscia, contrabbassista e compositore salentino, responsabile artistico della
rassegna SoundMakers, propose a Luca e Vito di esibirsi insieme in un concerto improvvisato e imprevisto. Il tema
della rassegna prevedeva infatti l’organizzazione estemporanea di incontri non concordati tra musicisti quanto mai
distanti tra loro per stile, studi, linguaggio.
Luca proviene dal conservatorio e dalla musica antica, Vito dalla world music con una laurea in musica classica indiana.
Da lì a intuire che tabla e liuti possano andare d’accordo è un attimo.
Strumenti delicati e perfetti, costruiti con equilibrio sottile tra misture di materiali eletti dalla tradizione, da maestri
che per secoli hanno tramandato, a voce per larga parte, i segreti della lavorazione di ebano, pelle, madreperla,
avorio, pece, budello, palissandro, abete, pergamena al fine di accompagnare il canto, la danza, i moti dell’animo, la
lode al supremo.
Separati da altri progetti musicali, i componenti del duo hanno atteso sino al 2013 per poter di nuovo suonare
insieme, grazie alla nascita di Desuonatori, coordinamento di autoproduzioni per la socializzazione di musica inedita in
nuovi contesti di fruizione, da un’idea di Valerio Daniele, chitarrista e produttore, artefice della rivoluzione linguistica
che ha investito la musica tradizionale salentina dagli anni 2000. Il duo ha così ripreso a farsi ascoltare, esibendosi in
rassegne e house concerts.
Nel 2015, assunto il nome di Los Impossibles (dal titolo di un brano di Santiago de Murcia, sul basso della Vacas,
versione spagnola della Romanesca italiana) il repertorio del duo si concentra soprattutto sull’interpretazione del
repertorio italiano e spagnolo sei-settecentesco per chitarra barocca. Su questo strumento infatti, già dal primo
seicento si documentano i primi tentativi di avvicinamento alla musica popolare di tradizione non scritta da parte di
musicisti di estrazione colta (tre secoli prima della nascita dell’etnomusicologia moderna).
La nostra lettura delle fonti parte da Girolamo Melcarne detto Il Montesardo, autore nel 1606 della prima raccolta di
intavolature per chitarra, e si spinge sino a Santiago de Murcia, compositore spagnolo che nel primo ‘700 trascrisse
per il proprio strumento, oltre a minuetti, arie gravi e allemande, anche le musiche degli indiani, come il Fandango, la
Cumbee, Zarambeque, senza peraltro risparmiare Follie e Tarantelle.
It was February 2011 when Marco Bardoscia, bassist and composer from Salento, artistic director of festival
SoundMakers festival, asked Luca and Vito to perform together in a improvised and unexpected gig. The festival main
theme included the organization of last minute meetings between the musicians so far apart in style, studies,
language.
Luca comes from classical academic studies and early music, Vito from world music, with a degree in Indian classical
music.
To realize that tabla and lutes can get along is a snap.
Delicate and perfect instruments, built with fine balance between mixtures of materials chosen by tradition, by
teachers that have handed down ,orally for a large part, the secrets of ebony, leather, mother of pearl, ivory, pitch,
gut, rosewood, fir, parchment in order to accompany the singing, the dancing, the motions of the soul and praises to
the supreme.
Kept separated by other musical projects, the members of the duo waited until 2013 to be able to play together again,
thanks to the birth of Desuonatori, a coordination of self-productions for the socialization of unreleased music in new
contexts of use, the brainchild of Daniel Valerio, guitarist and producer, creator of the linguistic revolution that has
affected the traditional music of Salento since 2000. The duo moved back to be heard, performing in festivals and
house concerts.
In 2015, the duo changed its name to Los Impossibles (the title of a song by Santiago de Murcia, based on the ground
of the Vacas, the Spanish version of the Italian Romanesca) the duo's repertoire focuses mainly on the interpretation of
the Italian and Spanish six-eighteenth century repertoire for baroque guitar. On this instrument in fact, starting from
the very beginning of 1600, are documented the first attempts to approach to the popular music of unwritten tradition
by professional musicians (three centuries before the birth of modern ethnomusicology).
Our reading of the sources, from Girolamo Melcarne Montesardo, author in 1606 of the first known collection of a
tablature for five-course guitar, ahead to Santiago de Murcia, Spanish composer who transcribed for this instrument,
as well as minuets, arie gravi and allemande, also the music of the Indians, like the Fandango, the Cumbee and
Zarambeque, along with Folias and Tarantellas.
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