Lettera al socio - Assemblea dei Soci maggio 2016

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Lettera al socio - Assemblea dei Soci maggio 2016
Domenica
22 maggio 2016
Edizione numero 11
Lettera ai Soci
Cari Soci,
fino a poco tempo fa avevamo tutti una certezza, sancita dalla
Costituzione: il risparmio di tanti anni di lavoro e di sacrifici è
tutelato dallo Stato, e la banca ne è sempre stata la principale
custode e garante. Tale risparmio consente di programmare
una serena vecchiaia o può diventare fonte per sviluppare
opportunità di lavoro o investimento per le nuove generazioni.
Eppure, dal 1° gennaio 2016, con l’entrata in vigore delle
nuove norme europee sul cosiddetto “bail-in”, anche questa
granitica certezza è crollata. Molto sommariamente, tali
norme fanno sì che anche i risparmiatori possano, nei casi
più gravi e per particolari forme di investimento, subire le
conseguenze di un dissesto bancario e, nei casi peggiori,
risponderne direttamente con i propri risparmi.
Queste disposizioni, insieme agli episodi di fine anno relativi alle quattro banche ed al recente
caso della Popolare di Vicenza, fanno ingrandire i dubbi e le paure nella testa dei risparmiatori.
Così, di fronte alle giuste preoccupazioni di tante persone che ci chiedono come comportarsi con
i lori risparmi, potrei ironicamente rispondere con la battuta di un comico-vignettista americano
(Kin Hubbard) che diceva che “il modo più sicuro di raddoppiare il tuo denaro è di piegarlo in due
e metterlo nella tua tasca”, oppure di consigliare il buon vecchio materasso.
Credo invece che la risposta più seria e corretta sia quella di invitare il risparmiatore a
differenziare l’investimento del proprio capitale in più strumenti finanziari (e non in più banche)
usufruendo dei consigli di persone esperte del settore e di fiducia, che non lucrano sulle
provvigioni e vi accompagnano nella scelta dello strumento in base alle vostre reali esigenze,
realizzando il giusto rapporto rischio-rendimento. Non solo, proprio in virtù di quanto detto in
precedenza, vi invito a chiedere quale sia l’indice di rischiosità (CET1) della Banca presso la
quale si depositano i propri risparmi.
A tal proposito, sono orgoglioso di affermare che l’indice di rischiosità del nostro Istituto
è pari al 31,79% al 12/2015 ed è tra i migliori in assoluto (CET1 medio altre banche: 13,00%).
La Banca risulta così più sicura ed affidabile di tante altre grandi banche sistemiche, che famosi
“banchieri” sbandierano e pubblicizzano.
Questo 2016 è stato anche un anno in cui si sono gettate le basi di un profondo cambiamento
all’interno del mondo delle Banche di Credito Cooperativo.
Questo cambiamento vedrà il suo sviluppo nei prossimi anni ed è partito l’anno scorso dal
progetto di autoriforma, che vi è stato presentato nella scorsa Assemblea (per maggiori
informazioni: http://cisiamobcc.it/riforma).
Lettera ai Soci - Banca Credito Cooperativo di Dovera e Postino
Dopo un anno di lavoro, il progetto è stato sostanzialmente condiviso dalle autorità di vigilanza e
dalle parti politiche: nel febbraio di quest’anno, il governo ha licenziato con un decreto (D.L. 14
febbraio 2016, n.18) la riforma del Credito Cooperativo.
Questa riforma prevede la costituzione di un Gruppo unico bancario, che diventerebbe il terzo
gruppo bancario italiano, il primo per capitali interni.
Lo scopo è quello di unificare le BCC sotto un unico tetto, passando così da un modello di fare
banca a rete, in cui le singole BCC sono tutte completamente autonome ma legate fra di loro da
vincoli di solidarietà mutualistica, ad un modello di natura più stretta e vincolata.
L’adesione al Gruppo Bancario Cooperativo è condizione per il rilascio della licenza bancaria.
Per aderire al Gruppo le BCC sottoscriveranno un patto di coesione, che disciplinerà i rapporti fra
i vari soggetti del gruppo, nonché il suo funzionamento. Il grado di autonomia delle singole BCC
varierà in funzione del livello di rischiosità assunto dalle stesse, vincolato quindi da modelli e da
analisi periodiche e costanti, anche su indicatori economico-gestionali. La Capogruppo
indirizzerà e potrà anche limitare, o addirittura sostituirsi, ai poteri fino ad ora esercitati in toto ed
in piena autonomia dal CdA, espressione dell’Assemblea dei Soci.
Capite bene che questo è un cambiamento radicale e di straordinaria portata, perché consegnerà
nelle mani della Capogruppo decisioni sul futuro anche della singola BCC non appena questa,
piuttosto che una limitrofa, mostrerà segnali di crisi o difficoltà.
Una seria preoccupazione nasce anche dal fatto che la BCE più volte si è espressa in modo
critico sul mondo BCC, rimarcando più volte il fatto che il nostro sistema sia al suo interno troppo
frammentato e che le nostre dimensioni medie siano troppo piccole per poter garantire un assetto
organizzativo adeguato ai loro criteri di giudizio. Il nostro è ritenuto un sistema relativamente
fragile per poter accettare le sfide di un mondo bancario sempre più globalizzato e proiettato nel
futuro. E’ così già iniziata, come sapete, una rincorsa da parte di diverse BCC ad aggregarsi, sia
perché in difficoltà sia per costituire poli più solidi, più strutturati, più efficienti e con una taglia più
adeguata ad affrontare il mercato e le esigenze che verranno imposte dall’appartenenza ad un
gruppo.
Va da sé che a pagarne le conseguenze maggiori saranno soprattutto le banche di dimensioni
minori, nonostante il fatto che oggi siano quelle più grandi a soffrire maggiormente la crisi, che
ancora non demorde.
Lettera ai Soci - Banca Credito Cooperativo di Dovera e Postino
E’ purtroppo vero però che la realtà “piccola”, nei neuroni dirigisti europei, sia ormai percepita, in
tutti i settori, come una entità non adatta a rappresentare il futuro economico, sempre più
globalizzato ed orientato all’omologazione.
Per questi motivi il CdA della nostra Banca ha di
fatto ormai da tempo iniziato a discutere,
predisponendo in conseguenza anche il proprio
Piano Strategico, in merito al possibile scenario
futuro della nostra BCC, ragionando sia sugli
aspetti puramente tecnici ed organizzativi, sia
sulla presenza e sostegno delle comunità dei
territori in cui la nostra BCC opera.
Indubbio che, per quanto riguarda gli aspetti tecnici, dovremo attenerci anche alle disposizioni
normative, mentre, per quanto riguarda il rafforzamento economico patrimoniale delle BCC ed il
loro sviluppo sui territori, da perseguire anche attraverso le aggregazioni, non potremo più
sottrarci a priori dalle nuove logiche.
Infatti, il CdA ha ritenuto costruttivo confrontarsi con le altre consorelle, cercando sinergie ed
intese laddove sia possibile progettare un futuro insieme e trarre così maggior forza e vitalità
dalle risorse patrimoniali ed umane che potrebbero esse messe in comune.
A tal proposito, tavoli di discussione sono stati già da tempo aperti con le BCC a noi
vicine ed almeno una trattativa fra queste risulta ben avviata, potendo arrivare a
conclusione (in tempi relativamente brevi, che non dipendono solo da noi) con giusta
soddisfazione e dignità per tutti.
Per quanto riguarda invece l’aspetto solidaristico, comprendiamo benissimo che la semplice
adesione ad un gruppo, piuttosto che l’entrare a far parte di realtà più grandi e territorialmente più
estese, comporteranno il fatto di dare sempre maggior priorità agli aspetti di rafforzamento
patrimoniale, di ricerca di efficienza e redditività, del saper fare bene impresa, dedicando maggior
attenzione alle logiche di mercato.
Tutto ciò potrebbe comportare una minor attenzione e sensibilità alle numerose istanze
provenienti dalle comunità, a cui la nostra BCC ha sempre risposto negli anni, consapevole dei
propri principi e del forte legame e radicamento territoriale, che si è concretizzato attraverso
operazioni di liberalità e beneficienza a favore di parrocchie, scuole, missioni, associazioni,
gruppi sportivi ed entità di ogni tipo operanti in ambito civile.
Il CdA ha così pensato di creare una Fondazione che potesse raccogliere il testimone della BCC
qualora questa decidesse, per convenienza strategica, di aggregarsi ad altre BCC.
Così, il 30 giugno 2015 è stato firmato l’Atto costitutivo della Fondazione e nel novembre 2015 la
Prefettura di Cremona ha riconosciuto entità giuridica alla “Fondazione Cassa Rurale ed
Artigiana di Postino e Dovera – Onlus” dando di fatto vita a questo nuovo organismo.
Attualmente la Fondazione non è attiva ed ha un CdA che è pressoché il medesimo della nostra
BCC, poiché le funzioni attualmente sarebbero sovrapposte.
La Fondazione è dotata di un proprio statuto che, all’art. 2 - comma 1, che tratta gli scopi, così
recita: “La Fondazione, ispirandosi alla dottrina sociale della Chiesa, persegue esclusivamente
finalità di solidarietà sociale, specialmente nell’ambito delle comunità dei Comuni di Dovera, di
Vaiano Cremasco, di Pandino e dei comuni limitrofi.”
Lettera ai Soci - Banca Credito Cooperativo di Dovera e Postino
La Fondazione prenderebbe vita autonoma solo nel momento in cui cesserebbe di operare la
BCC di Dovera e Postino (prima di allora, sarà nostra premura creare un sito internet specifico
relativo alla Fondazione e diffonderne i contenuti). Qualora ciò avvenisse, l’Assemblea dei Soci
eleggerebbe una piccola Assemblea elettiva che, a sua volta, nominerebbe i componenti del
nuovo CdA della Fondazione.
Il nostro CdA ha così cercato di programmare un percorso alternativo per sopperire alla
eventualità di ritrovarci orfani dell’autonomia della nostra amata e storica BCC. Quali riflessioni
fare in merito?
Certamente i tempi cambiamo, e se vogliamo rimanere al passo anche noi dobbiamo cambiare,
cercando però di non disperdere la nostra esperienza ed i principi ed i valori che ci hanno
caratterizzato in questi quasi 100 anni di storia.
Un antico saggio scriveva “quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo la
chiama farfalla”. Ecco, se un cambiamento dovesse avvenire auspico che il cambiamento possa
essere ancora più rispondente alle esigenze dei nostri soci e delle nostre comunità, più ancora di
quanto possa esserlo attualmente.
Chiudo questa mia lettera porgendo un sincero saluto a tutti Voi ed alle vostre famiglie con
un’esortazione a proseguire nel nostro cammino con le semplici ma vigorose parole di Madre
Teresa di Calcutta “Ieri non è più. Domani non è ancora. Non abbiamo che il giorno d’oggi.
Cominciamo!”.
Con viva cordialità.
Il presidente del CdA
Ersilio Raimondi Cominesi
Sintesi dei risultati della gestione 2015
a cura del Direttore Generale Marcello Nizzoli
Il Bilancio del 2015 racconta di risultanze positive, che superano i 400mila euro, precisamente
si sono raggiunti 439mila euro di utili netti. Considerato il contesto economico e le difficoltà che
sta attraversando il Credito Cooperativo lombardo a causa della recessione in atto, ci si può
dire più che soddisfatti. Per quanto riguarda gli aggregati patrimoniali, sale la raccolta globale,
che è pari a 149 mil. di euro, facendo registare una crescita della raccolta diretta del 3,56% ed
un aumento della raccolta collocata nei Fondi Comuni e nei Fondi a Cedola del 52% circa,
(prodotti interessanti e graditi dai risparmiatori in questo periodo di tassi assai modesti). In
conseguenza del perdurare della crisi, che ha frenato gli investimenti delle imprese e dei
privati, e in virtù dei normali rimborsi dei finanziamenti accesi in passato, la banca ha sommato
impieghi a fine 2015 per circa 75 mil. di euro, in calo del 2,41% rispetto al 2014 (l’anno
precendete il calo era stato pari al 4,14%). Nonostante ciò, la Banca ha erogato mutui per 7,7 mil. di euro, ovvero
più del 10% degli impieghi in essere, a dimostrazione del fatto che la BCC ha continuato a sostenere e finanziare il
territorio e le sue famiglie, anche grazie ad una particolare campagna di finanziamenti a tassi agevolati, che hanno
riscontrato il favore della clientela. Per quanto riguarda la qualità del credito, le partite deteriorate lorde sommano
5,6 mil. di euro. Di queste, le sofferenze, pari a 4,2 mil. di euro, sono svalutate al 51,84%, mentre le inadempienze
probabili, pari a 1,2 mil. di euro, sono svalutate al 29,53%. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è pari al 5,85%,
contro una media regionale del Credito Cooperativo dell’11,40%. Un altro dato positivo è rappresentato dall’indice
di copertura delle partite deteriorate complessive, che è peri al 45,88%. La gestione della tesoreria ha consentito di
produrre delle buone risultanze, pari ad euro 639mila, ottenute comunque tramite una gestione oculata della
rischiosità del portafoglio. Il patrimonio della BCC, a fine 2015, supera i 23mil. di euro, ottenendo coperture
patromoniali ai rischi rassicuranti: il TIER1 ratio è pari al 31,79%, uno dei più alti in Lombardia, contro un minimo
previsto del 6%, che sale al 7,4% a fronte dei requsiiti richiesti ad esito dello SREP. Tale dote consente di operare
cercando di essere parte attiva del nostro futuro, partecipando fiduciosi al processo di riforma del Credito
Cooperativo. Un vivo ringraziamento va ai collaboratori per il prezioso lavoro svolto, unitamente a tutti Voi Soci ed
alla clientela per la vicinanza sempre mostrata.