[bologna - 11] emilia/bologna/27 15/02/12

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[bologna - 11] emilia/bologna/27 15/02/12
Sport 11
Corriere di Bologna Mercoledì 15 Febbraio 2012
BO
(
Ipse dixit
GLI STOP HANNO SVANTAGGIATO IL BOLOGNA
BASTA NAZIONALE IN MEZZO AL CAMPIONATO
La lettera
❜❜
di Guido De Carolis
A Cremona
troppi minuti
di difesa
mediocre
Il Siena ha battuto la Roma e ci ha sorpassato. Il
Bologna deve recuperare due partite con
Fiorentina e Juventus, ma questi stop forzati per
neve hanno penalizzto la nostra classifica? Che
pensa della proposta di Pioli di fermare i
campionati a gennaio e febbraio? Non è ora di
di avere un nuovo stadio?
Ivano Lonati
La classifica del Bologna è peggiorata. Le altre
hanno fatto strada (chi più chi meno)
avvicinandosi. I rossoblù per ora hanno solo
un «capitale potenziale». Due partite valgono
sei punti e, se davvero arrivassero vittorie negli
scontri interni contro la Fiorentina (21 febbraio) e la
Juve (7 marzo), la squadra sarebbe praticamente
salva. Sono però due match rischiosi: i bianconeri
non hanno mai perso in questa stagione, i viola
sono in crescita. Giocare poi sei partite in 18 giorni
aumenterà le difficoltà: il Bologna non fa le coppe e
non è abituato a impegni ravvicinati. Pioli, come ha
dimostrato in Coppa Italia, è poi un integralista del
Alex Finelli
Il rossoblù nel privato
Perez, «el ruso»
dal cuore buono
A
nche il suo soprannome, «el ruso», è
figlio di mamma Stella. Diego, Perez
sì, quando correva diventava tutto rosso
in faccia. «Sembri un russo», gli diceva
lei, e oggi il centrocampista della
nazionale uruguaiana e del Bologna è
per tutti «el ruso». Dopo il Mondiale
surdamericano i suoi tifosi hanno scritto
una divertente epopea del «Ruso Perez»,
troppo forte, evidentemente, per essere
umano. Sul sito www.rusoperez.com si
trovano quindi imprese bibliche
riconosciute al giocatore. «Jesús nació
en el 1962 a.rp.» ricordano gli adepti
agli sfortunati agnostici. «Cuando dios
dijo: "hagase la luz", el ruso pérez ya
estaba jugando al play station», si
scopre. I seguaci sono tantissimi e molto
fantasiosi, come si può notare. Papà di
Santi e Paulina, Diego a dicembre ha
rinnovato in Uruguay la sua promessa
di matrimonio con sua moglie Lorena. A
Bologna vive nel quadrilatero, e ha
stretto un ottimo rapporto, oltre che con
i connazionali, con Marco Di Vaio
(anche le mogli Malisa e Lorena sono
Celeste
Perez con
la bandiera
dell’Uruguay
assieme
a Ramirez
e Gimenez
diventate molto amiche). In campo,
come ricorda con divertenti climax il sito
a lui dedicato, è un duro. Un lottatore.
Ha un peso specifico importante nello
spogliatoio, ma tolta la divisa è un
ragazzo tranquillo. Quasi timido. Il suo
idolo di ragazzino era Enzo Francescoli,
El principe. Suo padre, Omar, giocava a
pallone e anche il fratello più grande,
che di nome fa sempre Omar, gioca a
calcio. Dopo l’ottimo exploit ai Mondiali,
l’Uruguay di Diego Perez ha vinto
quest’estate la Coppa America.
Carismatico e importante lo è anche in
celeste. Oggi, per quella vittoria, il
Bologna ha la terza maglia celeste.
Intenditore di vino, bravo cuoco e ottimo
dj. È stato lui, quest’estate, a importare
nello spogliatoio «Ai se eu te pego», oggi
hit rossoblù.
Bar Sport
di FRANCESCA BLESIO
turnover. Sì, gli stop forzati hanno danneggiato il
Bologna chiamato ora a uno sforzo non indifferente
per tentare di recuperare quel margine rosicchiato.
Cominciare contro l’Inter non è proprio partire in
discesa. I nerazzurri sono in crisi, ma un’altra
sconfitta interna, dopo il ko con il Novara,
autorizzerebbe Moratti a esonerare Ranieri:
scellerata la scelta del presidente nerazzuro di
prendere un allenatore incapace di vincere pur
avendo avuto a disposizione il meglio d’Europa.
La proposta di Pioli di non giocare a gennaio e
febbraio mi piace molto. Sarebbe opportuno inoltre
spostare durante quel periodo tutte le partite di
qualificazione della Nazionale. Vedere giocare l’Italia
Le lettere vanno inviate a:
Corriere di Bologna
via Baruzzi 1/2, 40138 Bologna
e-mail: [email protected]
contro Georgia o Cipro non interessa nessuno. I
match di avvicinamento agli Europei o ai Mondiali
sono un’inutile seccatura, concentrarli eviterebbe di
intasare i campionati e sottoporli a noiose pause,
ruscirebbe a dare intensità, dinamismo e forse più
appeal al girone eliminatorio. Svariati poi sarebbero
i vantaggi per la serie A. Gare con temperature
ragionevoli significano più pubblico e meno
infortuni. Ma l’Italia calcistica (almeno quella della
serie A) non è per nulla ragionevole, piuttosto
amministrata da incompetenti cronici. Per le
nazionali far cambiare idea a Fifa e Uefa è come
chiedere un miracolo. Per anni resterà tutto com’è.
Lo stadio nuovo? Sarebbe bello ristrutturare il
Dall’Ara. Il nuovo Juve Stadium (bello, funzionale,
ma commercialmente e concettualmente già vecchio
rispetto agli impianti americani) è sorto sulle ceneri
del vecchio Delle Alpi. Si può rifare il Dall’Ara, senza
inseguire inutili villette. Il Comune però non lasci
tutto all’iniziativa privata e non dica sempre no.
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Il domandone
Due vittorie in fila e la Conad ritrova vigore in Legadue
risponde Daniele Labanti
Più transizione e gerarchie
Ecco come la Virtus
riprenderà a vincere
?
http://crossover.corrieredibologna.corriere.it
tweet
Il
calendario
Oggi 20.45
BiancoblùPistoia,
giovedì
20.30 Virtus
-Milano,
venerdì
20.45 InterBologna
L’urlo di Pecile:
la Biancoblù
è tornata
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Coppa Italia 1990, la Virtus batte il Messaggero di Gardini e Ferruzzi
Brunamonti, Sugar e il primo hurrà di Messina
La Biancoblù ha attraversato un momento delicatissimo un
mese fa, ma ora le due vittorie consecutive hanno
risollevato il morale e soprattutto la classifica della
squadra. Domenica, la Conad ha dominato il derby contro
Forlì 97-75 abbandonando l’ultimo posto in classifica e
disputando probabilmente la miglior partita della stagione.
Il capitano Andrea Pecile è l’anima della formazione di
Markovski e le sue fiammate hanno marchiato i momenti
chiave della partita, a fine primo tempo e a metà ultimo
quarto quando i romagnoli avevano provato la rimonta.
Due sconfitte consecutive per la Virtus: da
cosa sono causate?
Se per il ko interno con Milano poteva essere
chiamata in causa la lunghezza della panchina
dell’Armani, ovviamente per lo scivolone di
Cremona non può essere fatto. La Vanoli aveva tre
giocatori (Milic, Rich e Tabu) e la Virtus ha
buttato via un’occasione che peserà nell’economia
di una classifica che vede sette squadre in due
punti. La Virtus ha perso perché ha gestito male la
partita — e a volte le capita — e perché forse ha
preso con leggerezza il finale, credendo che in
qualche modo l’avrebbe spuntata. Alcune
annotazioni: dopo il «periodo d’oro», tutti gli
avversari si sono adeguati per raddoppiare Poeta e
chiudere l’autostrada del pick’n’roll ergo occorre
tenere meno fermo il pallone;
qualcuno, tipo Peppe (ora
infortunato) e Sanikidze stanno
pagando un fisiologico
appannamento della freschezza che
poi tornerà; Cdr e Koponen vanno
cavalcati di più. Douglas-Roberts
dovrebbe ricevere qualche pallone in
più in transizione (questa è una
seria lacuna da colmare), anche dopo canestro
subito se la difesa si schiera lentamente. E Petteri
dovrebbe avere il pallone in mano negli ultimi
cinque minuti in modo sistematico, non solo
nell’ultimo possesso. E’ come se Miami facesse
gestire i minuti finali a Chalmers, o Rose, o Miller.
La palla va a Wade o James. Nella Virtus deve
andare a Koponen o a Cdr. Anche perché gli altri
tre, in questo modo, avrebbero molti più spazi e
occasioni per essere a loro volta pericolosi.
twitter @tripke_corriere
Sulla possibile vendita della Ducati, Valentino
Rossi non ha ancora rilasciato dichiarazioni.
Si sa che lui a dichiarare qualcosa, come
sanno le Fiamme Gialle, è piuttosto restio.
Le incredibili storie (in campo e fuori) di Shalimov
Igor, il mediano che ama le donne
di LUCA AQUINO
di ALESSANDRO MOSSINI
Il 15 febbraio 1990 è la data che marca il
primo di una lunga serie di successi nella
carriera da capo allenatore di Ettore
Messina. La Virtus targata Knorr vince
infatti la finale di Coppa Italia a Forlì
battendo il Messaggero Roma stellare (Brian
Shaw, Danny Ferry, Valerio Bianchini come
allenatore), allestito con i miliardi di Raul
Gardini per riportare in alto la squadra della
capitale. La Knorr si impone 94-83
trascinata da un grande Roberto
Brunamonti, autore di 29 punti con 4/5 da
tre, e dal solito Micheal Ray Richardson (24
punti) che vince il duello con le due stelline
americane del Messaggero e manda in estasi
i tifosi bianconeri che hanno invaso Forlì.
Un antipasto di quanto accadrà neanche un
mese dopo a Firenze contro il Real Madrid
con la conquista della Coppa delle Coppe,
primo trofeo europeo nella storia virtussina.
I
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gor Shalimov, il mediano che
ama le donne. Moscovita
classe ‘69, arrivò nel
neopromosso Bologna di Ulivieri:
38 presenze complessive, 33 in A,
5 gol e un apporto sempre
positivo ogni volta che veniva
chiamato in causa. Due stagioni,
dal ’96 al ’98, piene di
soddisfazioni: esplose nel Foggia
di Zeman, poi Inter (con una
Uefa vinta e tante notti milanesi
da protagonista), Udinese e,
dopo Bologna, un anno a Napoli
e la squalifica di due anni per
nandrolone. Si difese dicendo che
gli era stato somministrato a
Mosca dove fu ricoverato per
un’emorragia interna dopo una
malattia, ma la sua carriera si
chiuse lì e iniziò quella da
allenatore: comincia in un paio
di piccoli club ma le cose non
vanno bene. Nel 2005 imbonisce
con uno stratagemma alla cassa
di un supermercato la bella
scrittrice russa Oksana Robski:
tra i due scoppia l’amore e nel
2008 si sposano su una palafitta
in mezzo all’Oceano Indiano.
L’idillio dura solo sei mesi a
causa della gelosia di Igor, che in
quei mesi però vede rilanciarsi la
sua carriera: merito - ovviamente
- delle donne perché diventa ct
della nazionale femminile russa e
la porta all’Europeo del 2009.
Una qualificazione che lo fa
promuovere dalla Federazione al
suo compito attuale: visibilmente
invecchiato, ora il playboy
Shalimov è coordinatore delle
nazionali giovanili russe.
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