tecniche enologiche per l`incremento del colore nei vini
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tecniche enologiche per l`incremento del colore nei vini
GIANNETTI ET AL., TECNICHE ENOLOGICHE PER L’INCREMENTO DEL COLORE NEI VINI SANGIOVESE, PAG. 1 TECNICHE ENOLOGICHE PER L’INCREMENTO DEL COLORE NEI VINI OTTENUTI DA SANGIOVESE IN PUREZZA GIANNETTI F., BALDI M., EPIFANI A.M., VALENTINI P. CRA- Unità di Ricerca per la Viticoltura, Arezzo PREMESSA L’estrazione degli antociani e degli altri composti fenolici dalle parti solide dell’uva ed il loro stato di combinazione influenzano il colore, la struttura e l’attitudine all’invecchiamento dei vini rossi. La capacità estrattiva durante la macerazione è determinata da fattori chimico-fisici e tecnologici (temperatura, modalità di contatto e rimescolamento del mosto con le parti solide, diossido di zolfo, ecc. ), oltre che dalle caratteristiche dell’uva sia sotto l’aspetto fisiologico (maturità, sanità ecc.) che varietale, tra cui rientra la differente struttura delle cellule della buccia. E’ inoltre importante considerare la composizione varietale degli antociani, pigmenti che, assieme agli acidi idrossicinnamiltartarici sono composti che diffondono più rapidamente nel mosto. Le antocianine disostituite cioè la cianina e la peonina, peraltro ben presenti nel Sangiovese (3540 %) iniziano questo processo anche in assenza di alcol andando incontro a processi di ossidazione e degradazione ad opera di enzimi ossidasici (PPO) e in caso di limitato apporto di tannini, a precipitazioni. Oggetto delle presente ricerca è quindi la valutazione dell’effetto di diverse pratiche enologiche durante la fermentazione alcolica. MATERIALI E METODI Nella vendemmia 2008 si sono raccolti in cassetta circa 6 q di uva Sangiovese proveniente da un vigneto sperimentale nel Chianti senese, posto in zona collinare ad un’altitudine di 380 m s.l.m., con densità di impianto di 3200 piante/ha, allevato a controspalliera con potatura a Guyot. L’uva è stata suddivisa in 5 parti da 120 Kg ciascuna e sottoposta a vinificazione in altrettante vasche in acciaio, presso la cantina sperimentale dell’Unità di Ricerca. L’uva ha subito trattamenti standardizzati consistenti nella pigia-diraspatura, aggiunta al mosto di 50 mg/l di diossido di zolfo, innesto di lieviti selezionati e macerazione di 10 giorni, svinatura, spremitura delle vinacce con pressa idraulica con aggiunta del pressato al vino fiore. Ad alzata di cappello le tesi hanno ricevuto diversi trattamenti come descritto in Tab. 1. Tabella 1 - Pratiche enologiche applicate Codice TESI RI Vinificazione con due rimontaggi giornalieri. FL Frammenti legnosi (chips): sono stati usati 150 g/hl di frammenti di rovere francese e americano ad alta tostatura. TE Tannini condensati esogeni: prodotto misto con 30 g/hl di tannini di Quebracho e 20 g/hl di tannini di uva. ED Limitato contatto del mosto con le bucce fino al raggiungimento di 5-6 gradi di alcool proseguendo poi come testimone. TR Testimone con due follature giornaliere. Successivamente i vini hanno subito due travasi, si è quindi provveduto al dosaggio della solforosa portandola per tutte le tesi a circa 80 mg/l e sono state effettuate in epoche diverse le determinazioni analitiche, comprensive della valutazione degli indici polifenolici e della scomposizione nelle singole classi di pigmenti. WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2011, N. 9/1 GIANNETTI ET AL., TECNICHE ENOLOGICHE PER L’INCREMENTO DEL COLORE NEI VINI SANGIOVESE, PAG. 2 Sono state considerate, in particolare, le seguenti componenti: polifenoli totali, proantocianidine e flavani reagenti con vanillina, spettro del vino tal quale e acidificato, antociani monomeri e scomposizione dell’assorbanza del vino a 520 nm nelle singole classi di pigmenti: dAl (antociani monomeri), dAT (pigmenti sensibili al diossido di zolfo ), dTAT (pigmenti non sensibili al diossido di zolfo ). Questi valori consentono di valutare il contributo al colore del vino delle diverse forme di pigmenti e la contemporanea scomposizione a pH ≈ 0 permette un confronto con gli analoghi valori ottenuti al pH del vino. Le determinazioni sono state effettuate a due mesi, sei mesi (all’imbottigliamento), un anno e 20 mesi dalla vendemmia. In concomitanza con l’ultima determinazione è stata eseguita una valutazione sensoriale da parte di un panel di 16 assaggiatori. RISULTATI Nella tab. 2 sono riportate le analisi chimiche effettuate a sei mesi dalla vendemmia: i vini in esame presentano caratteristiche simili, con buoni valori di grado alcolico ed estratto secco ridotto, l’acidità volatile è contenuta e non risultano residui di zuccheri fermentescibili a conferma dell’andamento regolare della fermentazione in tutte le tesi. Tabella 2 - Determinazioni generali dei vini a sei mesi dalla vendemmia. pH Acidità Acidità SO2 totale volatile totale g/l g/l mg/l Alcool % vol. Estratto ridotto g/l Zuccheri Ceneri Acalinità Acido Acido riduttori ceneri tartarico lattico g/l g/l meq/l g/l g/l RI 3,28 5,81 0,51 82 12,52 26,4 1,85 2,41 24,6 2,37 1,72 FL 3,27 5,97 0,49 81 12,44 26,3 1,74 2,34 24,3 2,53 1,76 TE 3,28 5,92 0,48 82 12,68 26,6 1,72 2,31 24,3 2,55 1,73 ED 3,27 5,85 0,50 83 12,60 26,3 1,86 2,30 25,0 2,21 1,87 TR 5,97 0,47 80 12,64 26,5 1,84 2,29 24,7 2,49 1,72 3,25 Anche la fermentazione malolattica si è compiuta regolarmente nei primi mesi dell’anno successivo alla vendemmia. Maggiori differenze si notano a livello dei composti polifenolici (Fig.1): il vino con tannini esogeni presenta il valore di polifenoli totali, proantocianidine e flavani più elevato, anche se l’incremento effettivo risulta inferiore rispetto all’aggiunta effettuata; nella tesi con aggiunta di chips non si registrano variazioni degne di nota, la tesi effettuata con estrazione differita presenta valori più elevati di antociani e maggior intensità colorante. Questi dati, anche se eseguiti ad intervalli regolari di tempo, danno solo una parziale informazione sull’evoluzione dei polifenoli nel corso della maturazione dei vini. Per valutare, quindi, lo stato di polimerizzazione dei polifenoli, è stata effettuata la scomposizione del colore nei vari pigmenti. Nel frazionamento a pH vino (fig.2) si registra una componente iniziale di antociani liberi maggiore nelle tesi TR e RI ed una componente di pigmenti stabili più elevata con frammenti legnosi. Tale aspetto risulta però temporaneo, infatti a 20 mesi questi pigmenti (DTAT) sono più rappresentati in TE e ED e ciò risulta confermato, anche confrontando i valori eseguiti in mezzo acidificato (fig.3). All’analisi sensoriale (fig. 4) il vino TE mostra i migliori caratteri cromatici ma, assieme a FL, minore armonia che risulta maggiore nelle tesi TR e ED che trovano conferma anche nella valutazione complessiva. La tesi ED mostra buoni valori sensoriali anche per struttura e colore. WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2011, N. 9/1 GIANNETTI ET AL., TECNICHE ENOLOGICHE PER L’INCREMENTO DEL COLORE NEI VINI SANGIOVESE, PAG. 3 Figura 1 - Composti fenolici dei vini a 2 e 20 mesi dalla vendemmia Figura 2 - Scomposizione dell’assorbanza a 520 nm del vino dopo 2 e 20 mesi dalla vinificazione WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2011, N. 9/1 GIANNETTI ET AL., TECNICHE ENOLOGICHE PER L’INCREMENTO DEL COLORE NEI VINI SANGIOVESE, PAG. 4 Figura 3: Scomposizione dell’assorbanza a 520 nm a pH ≈ 0 dopo 2 e 20 mesi dalla vinificazione. Figura 4: Punteggi medi per ogni descrittore assegnati dal panel di degustatori. CONCLUSIONI Nel vitigno preso in esame si sono delineati alcuni aspetti in base alle tecnologie adottate: l’aggiunta di tannini esogeni arricchisce il patrimonio polifenolico comportando una migliore espressione delle caratteristiche cromatiche, aspetto che invece non si riscontra con aggiunta di chips che vanno a influenzare più gli aspetti aromatici. I trattamenti non vengono valutati positivamente all’analisi sensoriale che favorisce i vini prodotti con metodi tradizionali quali rimontaggi e follature e in particolare la tesi con estrazione differita. Quest’ ultima appare WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2011, N. 9/1 GIANNETTI ET AL., TECNICHE ENOLOGICHE PER L’INCREMENTO DEL COLORE NEI VINI SANGIOVESE, PAG. 5 interessante e meritevole di ulteriori indagini, anche con tecniche che prevedono arieggiamenti della massa in fermentazione e l’ uso di enzimi. Bibliografia CANUTI V., SILIANI A., PUCCIONI S., BERTUCCIOLI M. (2004)- Tannini esogeni e stabilità dei vini Sangiovese. Atti II° Simposio Internazionale – “Il Sangiovese vitigno tipico e internazionale: identità e peculiarità”. Firenze, 17-19 novembre. DI STEFANO R., GUIDONI S. (1989)- La determinazione dei polifenoli totali nei mosti e nei vini. Vignevini,1/2. DI STEFANO R., CRAVERO M. C., GENTILINI N. (1989)- Metodi per lo studio dei polifenoli dei vini. L’Enotecnico: DI STEFANO R., UMMARINO I., GENTILINI N. (1997) – Alcuni aspetti del controllo di qualità nel campo enologico. Lo stato di combinazione degli antociani. Congr. Int. Vinisud, Telese T. (BN), 22-23 maggio. GAROFALO A., LOMBARDI D. S., FAVIERE V., GIANNETTI F., BUCELLI P., PIRACCI A.(2000) – Confronto tra differenti tecniche di vinificazione in rosso su uve “ Sangiovese”e “Cesanese”. Atti I° Simposio Internazionale – “Il Sangiovese” Firenze 15-17 febbraio. PIRACCI A., BUCELLI P., GIANNETTI F.,FAVIERE V., BALDI M. (2004)- Interazione tra vitigno e tecnologia di affinamento del vino. Barrique e frammenti legnosi. Atti II° Simposio Internazionale – “Il Sangiovese vitigno tipico e internazionale: identità e peculiarità”. Firenze, 17-19 novembre. RIASSUNTO La conoscenza della composizione delle uve e dei mosti è una condizione essenziale per sviluppare le tecnologie di vinificazione che permettono la valorizzazione e l’esaltazione dei caratteri di tipicità inerenti al vitigno. Il corredo antocianico delle uve Sangiovese rivela un tenore elevato di pigmenti disostituiti. Questi composti hanno una maggiore diffusione nel mosto nelle prime fasi della vinificazione rispetto agli antociani trisostituiti, risentendo però maggiormente dei processi di degradazione ossidativi. Punti fondamentali della tecnologia di vinificazione riguardano essenzialmente il processo di estrazione delle sostanze coloranti e dei polifenoli in generale e una fase successiva altrettanto importante, dove processi di combinazione dei pigmenti antocianici con altre classi di composti, conducono alla formazione di pigmenti più stabili. Oggetto della presente ricerca è la valutazione dell’effetto di diverse pratiche enologiche durante la fermentazione alcolica, confrontando rimontaggi, uso di frammenti legnosi, tannini ed estrazione differita con una tesi testimone. Oltre alle analisi generali si sono determinati periodicamente gli aspetti cromatici in base alla scomposizione del colore nelle varie classi di pigmenti e, con l’ultima determinazione, è stata effettuata una valutazione sensoriale. WWW.INFOWINE.COM – RIVISTA INTERNET DI VITICOLTURA ED ENOLOGIA, 2011, N. 9/1